La rivoluzione Francese La rivoluzione francese è quel fenomeno che porta al passaggio, in ambito politico ed economico, dall’Ancient regìme ad un nuovo regime. Si tratta di un fenomeno molto articolato e che avrà un grandissima influenza nell’epoca successiva. Le cause Divisione in classi Nonostante la Francia sia, in quel periodo, paese di residenza di molti importanti illuministi il paese non era stato influenzato dal fenomeno dell’assolutismo illuminato. Era rimasto invece un ancient regìme, contraddistinto da una visione politica ed economica vicina al feudalesimo medievale. La società era divisa in tre ordini: - La nobiltà (bellatores): aveva grandi privilegi fiscali e avevano l’accesso alle cariche più alte. Per esempio, per diventare ufficiali dell’esercito bisognava avere quattro quarti di nobiltà (quindi tutti 4 i nonni nobili). Erano coloro che avevano ricevuto il feudo dal re. - Il clero (oratores): godevano anche loro di grandi diritti, anche se leggermente meno della nobiltà. - I lavoratori (laboratores): veniva chimato anche “terzo stato”, e comprendeva la borghesia, i proletari, i braccianti e tutti gli altri cittadini. Erano esclusi da privilegi e diritti. Tasse In Francia in quel periodo vi erano altissime tasse, come la taglia, le imposte, le corvée, la decima. Erano imposte dai nobili, dal clero o dal re, e riguardavano quasi esclusivamente il terzo stato. La nobiltà e il clero erano esclusi dal pagamento delle tasse. Risultavano però molto importanti a livello economico per lo Stato: metà delle entrate erano date infatti dalle imposte indirette. Rappresentanza Classi Composizione Rappresentanza Clero 0,5 % 25,6 % Nobiltà 1,5 % 23,7 % Terzo stato 98,0 % 50, 7 % 26.000.000 Indebitamento Monarchia Francese 22% 86% 50% 36% 62% 67% 100% 1683 1715 1722 1739 1763 1774 1789 Morte Colbert Morte Luigi XIV Fine guerra 7 anniIndipendenza USA Nel 1789, come si vede dalla tabella, la Francia spendeva il doppio degli incassi. Nel 1783, mentre la situazione si stava già aggravando, il primo ministro decise di pubblicare il bilancio imbrogliando e mostrando una situazione di pareggio. Decise infatti di chiedere prestiti alle banche ma lasciò fuori dal bilancio i debiti accumulati con le stesse, dando così un rapporto falso. Nonostante l’imbroglio, il bilancio pubblicato risulta indicativo in quanto indica comunque chiaramente che la maggior parte dei soldi dello stato andavano alla Nobiltà e al Clero, che erano già agevolati. Questa pubblicazione, anche se inizialmente aveva lo scopo di tranquillizzare l’opinione pubblica, sfociò in un ampio malcontento proprio per gli aspetti rivelati. Inizio della Rivoluzione Lo stato assoluto in Francia si era affermato moltiplicando a ogni livello dell’amministrazione statale prebende, benefici, privilegi, uffici, cariche per far sì di legare al potere regio burocrazia e nobiltà sia “di toga” che “di spada”. Per risolvere i problemi economici in cui si trovava lo stato Francese i provvedimenti da attuare sarebbero stati quelli di diminuire le spese e i benefici e far pagare più tasse a tutti (tutti e 3 gli stati). Nel 1788 ci fu un primo tentativo di imporre le tasse a tutti. Per fare questo si capì che vi era la necessità di convocare gli Stati Generali, quell’organo che risultava più simile ad un Parlamento. Si trattava di un evento eccezionale in quanto non venivano convocati da oltre un secolo. Il re, per l’occasione, chiese a tutti i cittadini di mandare dei “quaderni delle lamentele”, per cercare di migliorare la situazione. Il malcontento era così forte che in moltissimi mandarono i “quaderni”, spesso con aspre critiche che provocarono polemiche, per le quali il re poi si pentì del suo gesto. Proprio dalla discussione dei “quaderni” nascono numerosi “club”, associazioni di cittadini che discutono della situazione. Daranno poi vita ai partiti. Tra i più importanti ci sono: - Giacobini: “amici della costituzione” - Cordiglieri: repubblicani - Foglianti: monarchico-borghesi. Dagli stati Generali al ritorno del re a Parigi 5 maggio 1789: si riuniscono gli Stati Generali Negli Stati Generali vengono aumentati i rappresentanti del terzo stato, in quanto viene valutato che non erano abbastanza per la popolazione rappresentata. In questo modo, teoricamente, il terzo stato ha la maggioranza, ma in realtà il voto all’interno degli Stati Generali è un voto “per ordine”: all’interno di ogni ordine veniva votato per un “sì” o per un “no”. In questo modo, dopo il saluto del sovrano, quando ogni ordine si separava e votava per sé, il risultato sarebbe stato sicuramente 2 a 1. In questo modo la maggioranza numerica non contava. 17 giugno 1789: proclamazione dell’Assemblea Nazionale L’impostazione degli Stati Generali però non venne tollerata dal terzo stato che decise di convocare un Assemblea nazionale, composta dal terzo stato più una parte del clero e della nobiltà. L’Assemblea era basata sul voto “per testa”, in modo quindi che si potesse esprimere la maggioranza del Terzo Stato. Siccome il re aveva intuito che potesse formarsi un Assemblea simile, decise di far chiudere l’edificio degli Stati generali, e per questo i membri che poi fondarono questa si riunirono nella sala della Pallacorda (uno sport). 20 giugno 1789: giuramento della Pallacorda Il Giuramento della Pallacorda, sottoscritto da ogni membro dell’Assemblea, enunciava la promessa che l’Assemblea non sarebbe stata sciolta prima si aver approvato una costituzione per la Francia. 7 luglio 1789: costituzione di un Comitato per l’elaborazione della Costituzione. 9 luglio 1789: convocazione di un esercito mercenario. Il re convoca un esercito mercenario di guardie svizzere alle porte di Parigi. Preferì un esercito straniero perché un esercito nazionale avrebbe potuto avere difficoltà ad aprire il fuoco contro i propri concittadini. 14 luglio 1789: presa della Bastiglia Vengono conquistate dal popolo le armerie parigine e la Bastiglia. La Bastiglia era una sorta di castello adibito a prigione ed era il simbolo dell’Ancient regime. Il popolo liberò i prigionieri e si impossessarono della polvere da sparo. È lo scoppio della rivoluzione “popolare”. Un aneddoto dice che il re non sapeva che c’era la rivoluzione, e il 14 luglio andò a caccia, senza successo. Sul diario che teneva infatti scrisse “niente”. 4-5 agosto 1789: Fine del Feudalesimo A partire da Parigi scoppia la “Grande Paura”, ovvero il timore degli eserciti. Nelle campagne scoppiò una violenta rivoluzione spontanea contro i castelli, i municipi e gli uffici del Regno di Francia, con il fine di bruciare tutti i documenti e le carte del feudalesimo e delle corvée. 26 agosto 1789: Diritti dell’Uomo e del cittadino Viene emanata la carta dei Diritti dell’Uomo e del cittadino, basta su forti ideali dell’Illuminismo. SI tratta di un documento molto importante in quanto influenzerà altre costituzioni successive e decreta la fine dell’Ancient Regime. 5 ottobre 1789: Regnanti obbligati a tornare a Parigi Il popolo di Parigi, con una grande percentuale femminile, invade Versailles. I Regnanti vengono obbligati a forza a tornare a Parigi, insediandosi nel palazzo Tuileries. Questo simboleggia che il popolo è ritornato ad essere protagonista della scena, e che vi è poca fiducia nel conto del sovrano. Biennio liberale Il primo periodo, compreso tra maggio 1789, data dell’inizio della rivoluzione francese, e l’autunno 1791, data di emanazione della costituzione da parte dell’Assemblea Nazionale, è definito biennio liberale. Gli ideali dell’assemblea sono prevalentemente ideali liberali; Vengono compiute diverse riforme, in tre particolari ambiti: Apparato amministrativo Prima della riforma la Francia era divisa in “pays d'election” e “pays d'etat”. Ogni pays aveva leggi proprie, parlamenti propri, pesi e misure proprie e aveva il privilegio di contrattare le tasse con la corona. Con la riforma amministrativa si decide di rendere tutta la Francia omogenea, con uguali diritti ovunque. Lo stato veniva diviso in 84 dipartimenti di dimensioni simili tra loro, divisi a loro volta in distretti, cantoni e comuni. Apparato giudiziario Le cariche dei giudici prima venivano comprate. Con la riforma: - Cancellata vendita della carica - Giudici eletti (nei tribunali ordinari-1°grado) - Istituzione di un tribunale d’appello per ogni dipartimento (2°grado) - Istituzione della corte di cassazione (che può cancellare il processo e controllano se è stato regolare-3°grado) - Introduzione della giuria popolare nei processi più gravi. Clero e vendita dei beni della Chiesa Prende il nome di “costituzione civile del clero”. Prima vengono dimessi tutti i vescovi in carica; successivamente la carica del vescovo diventa una carica pubblica, che viene stipendiata e deve essere eletta. I vescovi vengono inoltre obbligati, per esercitare le loro funzioni, a firmare la fedeltà alla costituzione. In seguito a questa riforma il clero si divide in due parti: quella a favore dello stato, detti preti costituzionali, e quella contro, detti preti refrattari. La costituzione La costituzione, anche se formalmente rimarrà in vigore fino al 1795, in realtà rimarrà in vigore solo per due anni, a causa della guerra. Si fonda su poteri simili a quelli stabiliti dalla Costituzione Americana. L’Assemblea inoltre voleva formare una monarchia costituzionale basata su tre organi: Il Re (potere esecutivo), che aveva il compito di scegliere il governo (potere legislativo), e l'Alta corte e la cassazione (potere giudiziario), che veniva eletta dai cittadini. Non vi era ancora un suffragio universale, anche se era abbastanza ampio. Come negli Stati Uniti i cittadini votano prima i “Grandi Elettori”. A loro volta, questi votavano l'Assemblea. L'assemblea legislativa era costituita da tre parti politiche. Quella che possiamo definire la Sinistra era costituita dai Giacobini, la destra dai Foglianti, al centro dai deputati costituzionali. Anno di transizione Nel giugno del 1791 il sovrano tentò la fuga da Parigi; Questo fu un atto che pesò moltissimo. Egli era contrario alla rivoluzione, e non voleva diventare un re costituzionale. Il suo piano era convincere sovrani stranieri di entrare in guerra contro la Francia per schiacciare la rivoluzione. Lo stesso intento era quello di molti nobili che avevano perso il potere. Decise quindi di organizzare una fuga, che però risultò ridicola, in quanto viene subito rimandato indietro. Tornato a Parigi i parigini lo accolsero esprimendo il dissenso attraverso il silenzio. Il re quindi pensò di convincere il Parlamento di entrare in guerra. Anche alcuni giacobini volevano la guerra per riuscire a compattare il paese e salvare la rivoluzione. Si realizzò quindi una strana alleanza tra queste due parti, che riuscirono infine a scatenare la guerra, convincendo il Parlamento. Nell'Agosto del 1792 molti cittadini protestarono per la situazione economica che si stava aggravando. La rivolta fu repressa nella Strage dei campi di Marte, per ordine del re. Inoltre, la guerra inizialmente non diede buoni risultati. La situazione peggiorò ancora e i cittadini il 10 Agosto 1792 assaltarono il palazzo Tuileries. Il re si nascose nell'Assemblea. Nel palazzo vengono però trovati documenti compromettenti che portano alla caduta della Monarchia. Proclamazione della repubblica L'assemblea cambia nome e diventa la Convenzione, e viene rieletta a suffragio universale maschile. I giacobini cambiano nome e si dividono in girondini e montagnardi (più radicali). La rivoluzione ha avuto effetto quindi di radicalizzare la situazione. È proprio in seno alla convenzione che è nata la denominazione “destra” e “sinistra”, per la posizione che avevano nella Stanza della Convenzione. Caduta la Monarchia la Francia, il 21 settembre 1792, diventa una repubblica. Nasce però il problema do cosa fare del re. I Montagnardi imposero che il re venisse processato dalla Convenzione stessa. I montagnardi vollero la condanna a morte, mentre i Girondini cercarono di opporsi. Il re venne colpevolizzato della strage del campo di Marte. Venne ucciso il 21 gennaio 1793. Il biennio giacobino La guerra Venne poi deciso di attuare una serie di riforme in campo militare. Venne istituita la leva militare obbligatoria (300.000 uomini). Si formò la coalizione, fatta di Austria, Prussia, Spagna, Inghilterra e principi italiani e tedeschi, che andava però contro la Francia. A causa della guerra aumentò anche molto l'inflazione. Si formò però un movimento, detto Vandea, capeggiato da preti refrattari e nobili che volevano andare contro la rivoluzione. Si manifestano anche in altre aree, come Lione e Bordeaux, movimenti federalisti che erano di posizione più moderate e che chiedevano più autonomie rispetto a Parigi. Provvedimenti eccezionali Vennero fatte una serie di provvedimenti eccezionali nella primavera del 1793, ancora più radicali, per contrastare questi movimenti e per risolvere il problema: 11 Marzo: istituzione di un tribunale rivoluzionario per giudicare i “sospetti” e di “comitati di sorveglianza” in tutte le municipalità. 6 Aprile: creazione di un Comitato di Salute pubblica (9 membri – potere esecutivo) 4 Maggio: introduzione del calmiere (“maximum”) dei grani e delle farine fissato dipartimento per dipartimento dalle amministrazioni locali (il pane costava il doppio che nell'estate nel 1889). 25 giugno 1793 viene approvata una nuova Costituzione. In realtà non andrà mai in vigore a causa della guerra. Si tratta comunque di un ulteriore aumento del potere del popolo. Giugno e Luglio: abolizione senza indennizzo di tutti i diritti signorili; vendita dei beni nazionali confiscati agli emigrati (nobili) a condizioni di favore per i contadini senza terra, pena di morte contro gli usurpatori, per coloro che violano il “maximum” 29 settembre: “maximum” generale che fissa i prezzi di tutti i beni; non si tratta di un provvedimento molto felice in quanto fissa anche i salari. Bloccando i salari viene fermato il mercato. 5 settembre: viene proclamato il Terrore “all'ordine del giorno”; la rivoluzione prendeva una strada drastica, con un forte aumento dell'uso della ghigliottina in modo di far tacere i nemici della rivoluzione. Parte dai gruppi hebertisti la campagna di scristianizzazione. Vi sono gruppi che credono che il cristianesimo ostacola la rivoluzione. Vengono avviate attività di tipo laico e vengono costretti molti preti a sposarsi. Raggiunge l'apice quando viene celebrata la festa della “dea ragione” nel maggio 1794. 1 agosto: introduzione sistema metrico decimale. Viene introdotto il metro come unità di misura di lunghezza nazionale. Avrà una grandissima importanza in tutta Europa Novembre: riforma del calendario (a partire dal 22 Settembre 1792). Verrà archiviata dopo soli cinque anni. Cerca di sradicare tutte le tradizioni che si erano radicate nella cultura. L'anno è diviso in 12 mesi di 30 giorni e una serie di 5 giorni raggruppati detti “sanculottidi” (sanculotti sono la gente del popolo, sans culotte = senza culotti, i pantaloni dei ricchi e dei nobili). I mesi sono divisi in 3 decadi da 10 giorni. Vengono cambiati i nomi dei mesi, attribuendo denominazioni provenienti da eventi naturali o culturali (es. piovoso, nevoso,) Gli effetti delle misure eccezionali Dal punto di vista militare vengono conquistate le città di Lione e Tolone e vengono respinti gli austriaci oltre il Reno e gli spagnoli oltre i Pirenei. Vengono allontanati i nobili e l'impianto diventa meritocratico, portando alla rapida ascesa al potere di Napoleone Bonaparte. L'esercito, attraverso la leva in massa, arriva a circa 1 milione di uomini. Viene sconfitta inoltre la controrivoluzione vandeana. Robespierre Ascende al potere Robespierre, il quale diventò celebre per il suo rigore e per la sua incorruttibilità. Aveva il mito di Jean Jacque Rousseau, cercando proprio di realizzare le sue idee, ma fu anche un fautore del terrore come mezzo per realizzare la rivoluzione. Preso potere decise di applicare il terrore anche contro i membri della sua corrente politica. Prima si rivolse però, nei primi mesi del 1794, contro “arrabbiati” ed “indulgenti”, che costituivano la sinistra del parlamento. Danton, suo avversario politico, si mise a capo degli indulgenti per mettere fine alla politica del terrore. I due però si misero d'accordo per eliminare gli arrabbiati, che vennero ghigliottinati nel Marzo 1794. Lo stesso però avviene poi anche con gli indulgenti e quindi con Danton. Egli, che cercò di difendersi, viene impedito di auto-difendersi e viene ghigliottinato. Prende importanza anche Jean-Paul Marat, che però viene assassinato per aver fatto condannare il re. Reazione Termidoriana Robespierre governa quindi da solo tranquillamente fino a luglio, poi però la situazione militare si allenta e normalizza. Il governo di emergenza diventa così non più necessario. Con la cosiddetta “reazione termidoriana”, viene condannato Robespierre e termina il periodo giacobino. In questa nuova fase si vuole tornare alla libertà di mercato, ma non è più un movimento monarchico, bensì repubblicano. Avvengono quindi una serie di provvedimenti: Terrore “bianco”, una risposta violenta con cui vennero uccisi migliaia di giacobini Soppressione tribunale rivoluzionario Drastica riduzione dei poteri del Comitato di salute pubblica Riammissione nella Convenzione dei Girondini superstiti Chiusura del club dei giacobini Abolizione maximum Nell'anno III viene inoltre approvata una nuova costituzione. DIRETTORIO 5 direttori 1 rinnovato tutti gli anni -Altri giudici -Giudici di pace nomina MINISTRI Vota in una lista CONSIGLIO DEGLI ANZIANI 250 rinnovabili 1/3 tutti gli anni Voto delle leggi CONSIGLIO DEL 500 Rinnovabili per 1/3 tutti gli anni Iniziata legislatura eleggono eleggono 30.000 ELETTORI Censo – essere proprietari fondiari eleggono 3,5 milioni di CITTADINI aventi il diritto di voto [su 9 milioni di uomini adulti] Censo- pagare un contributo Situazione dopo la costituzione La maggioranza, l'anno della costituzione della repubblica, era costituita da filo-repubblicani. Siccome un terzo dei posti vengono cambiati ad ogni elezione, la situazione rapidamente inizia a cambiare. Con la prima elezione un terzo diventa filomonarchico. Inizialmente questo fatto non preoccupa i repubblicani, ma quando anche la seconda elezione viene vinta dai filomonarchici, le tensioni cambiano. Siccome la maggioranza di filomonarchici avrebbe fatto cadere la repubblica i termidoriani decisero di annullare le elezioni. Convocano inoltre Napoleone Bonaparte per appianare la rivolta che si stava scatenando e risolve la situazione. Guerra con l'Austria Con il liberalismo però torna la corruzione e la speculazione economica. Inoltre aumenta il deficit economico (anche a causa della guerra). Per risolvere la situazione si organizza una impresa militare contro l'impero Asburgico. Questo prevedeva due armate: 1° armata 2° armata Comandata da Moreau Comandata da Napoleone Bonaparte Da Parigi ad Austria Da Parigi in Italia per azioni di disturbo + 100.000 uomini Circa 30.000 uomini Bene armata ed equipaggiata Meno armata Mentre la prima armata venne sconfitta più volte, la seconda armata, capeggiata da Napoleone, sconfisse più volte gli austriaci in Lombardia e Veneto. Napoleone riesce a far firmare agli austriaci il trattato di Campoformio, che decreta la fine della repubblica veneta. Napoleone Bonaparte La vita Napoleone proveniva da una famiglia di ceto medio. Frequentò da giovane il collegio militare, e grazie ai cambiamenti dell'esercito nella rivoluzione riuscì presto ad arrivare ai gradi più alti. A 25 anni diventa generale grazie alla sua strategia militare che riusciva quasi sempre a trionfare. Diventò amico di Robespierre ma per sua fortuna non lo aveva nominato ancora generale delle truppe di Parigi e per questo nella rivoluzione termidoriana si salvò. Conobbe Barras, uno dei capi Termidoriani, che lo fece presto uscire di prigione; Riesce a domare la rivolta dei filomonarchici e per questo viene incaricato di comandare la seconda armata francese, e nella guerra contro l'Austria ottenne una vittoria assoluta. Egli era carismatico, in quanto riusciva a motivare i propri soldati, oltre a essere un genio militare, e in guerra sa sempre che mossa fare. La campagna d'Egitto Quando torna a Parigi dopo la campagna in Italia molti iniziarono a temerlo in quanto aveva un grande appoggio da parte del popolo. I membri del direttorio decisero quindi di dar vita ad una nuova conquista: l'Egitto. In quel momento era formalmente sotto sultani turchi, anche se era molto debole politicamente. Napoleone, pur scontento dell'incarico assegnatogli, va ugualmente in Egitto. La campagna di Egitto è risultato un successo immediato. Succede però un imprevisto: l'ammiraglio inglese Orazio Nelson affonda la flotta di Napoleone. Inoltre a Parigi la situazione stava diventando critica, in quanto stavano tornando i filo-giacobini e il direttorio si trovò quindi in difficoltà. Napoleone vuole approfittare della situazione favorevole in Francia e quindi con una piccola nave scappa dalla perlustrazione inglese. Va a Parigi e con l'abate Sciglie organizza un colpo di Stato. La svolta del 18 Brumaio (=9 novembre) Instaurando un potere sostanzialmente monarchico veniva incontro ad un desiderio di ordine ed autorità assai diffuso nella società francese del tempo. Ma tale restaurazione avveniva nel segno di un consolidamento delle conquiste fondamentali della rivoluzione sul piano giuridico ed economico. Inizialmente con il colpo di stato instaura un consolato triumvirato, assumendo il ruolo di detentore del potere esecutivo. Preso però assume tutto il potere e nel 1802 divenne console a vita, creando così una sorta di Monarchia, e infine, in seguito al matrimonio con la regina d'Austria, divenne imperatore. Attraverso la svolta del 18 Brumaio: soppressione della feudalità uguaglianza tra i cittadini di fronte alla legge e fisco carriere aperte ai talenti sostituzione della ricchezza alla nascita come requisito della classe dirigente libertà di impresa [d'intrapresa] = libertà economica il riconoscimento della proprietà terriera costituitasi con l'acquisto dei beni nazionalità Fattori di consolidamento del potere prefetti alla testa dei dipartimenti riordino del potere giudiziario 1804: promulgazione del codice civile riscossione dei tributi affidata ad Agenti di stato. Trasferimento onere maggiore dei tributi sulle imposte indirette creazione (1800) Banca di Francia ed emissione di una nuova moneta (il franco germinale), che rimarrà solida e in uso fino alla fine dell'Ottocento Paci di Luneville (Austria) e Amiens (Inghilterra) Concordato con lo stato della Chiesa. Regime Napoleonico Dopo i primi due anni, in cui viene instaurato un regime più simile ad una repubblica o ad un triumvirato, Napoleone instaura un regime autoritario simile nella forma alla monarchia assoluta. Durante questo regime vi è quindi il concentramento di tutti i poteri in mano a Napoleone e si manifesta una certa repressione. É un modello statale e amministrativo del tutto nuovo nella scena europea. Nonostante il carattere duro e autoritario del regime, alla repressione vengono affiancate una serie di riforme. In questo senso vi è una certa somiglianza con l'assolutismo illuminato settecentesco. Sotto il regime vennero compiute molte riforme e vengono abbattuti privilegi medievali quali il feudalesimo e la “Mano Morta”. Il regime riuscì a essere mantenuto grazie all'esercito: la grande armata era garante del potere e portava libertà. La guerra inoltre era fondamentale per il regime. Infatti, attraverso le vittorie belliche Napoleone riesce a sanare il debito francese, in quanto poté imporre tasse alle popolazioni conquistate e prendere le loro ricchezze: Un esempio sono le moltissime opere d'arte che vennero rubate dalle chiese e dai musei e che vennero portati poi a Parigi. Le vittorie portavano quindi benessere in Francia e equilibrio economico. Codice civile Napoleone riesce a riformare i codici in Francia, fatto importantissimo in quanto precedentemente non esisteva un codice unico. Infatti in Francia vi era un vero e proprio guazzabuglio legislativo: in alcune aree era presente il diritto romano, in altre il diritto consuetudinario, in altre ancora forme miste. Codice = raccolta di leggi riferita ad un particolare ambito sociale e civile. I codici portano in Francia ad un maggiore ordine, attraverso una precisa organizzazione, ed ad una notevole semplificazione. Nel 1804 viene emanato il codice civile, nel 1805 il codice commerciale. Il codice civile entra in vigore in Olanda, Belgio, Italia, Granducato di Varsavia e una parte della Germania. Modificava, oltre ad una serie di norme civiche, anche il punto di vista della famiglia, che veniva descritta come autoritaria e patriarcale. Il padre è il membro più importante e godeva di una serie di “privilegi”, quali il divorzio maschilista e la sottomissione dei figli. Il blocco continentale A seguito della battaglia di Jena del 1806 Napoleone conquista la Prussia, estendendo ulteriormente il proprio impero. Per cercare di mantenere un territorio così vasto decise di fare un accordo con la Russia e così nel 1807 stipulò la Pace di Tilsit. In Europa, per molti secoli erano solo due paesi non sono mai stati conquistati, ovvero la Russia e l'Inghilterra. Siccome con la prima Napoleone aveva stipulato un trattato di guerra e conquistare l'Inghilterra sarebbe stato un piano troppo arduo, Napoleone elaborò un piano alternativo. Pensa infatti di cercare di strozzare l'economia inglese in modo di provocare una crisi interna al paese e l'Inghilterra avrebbe cessato di attaccare la Francia (via mare, come continuava a fare). Decide quindi di creare il Blocco Commerciale, ovvero il divieto in tutto l'impero di commerciare con gli inglesi. L'Inghilterra in quel periodo dipendeva da importazioni e esportazioni, e quindi la misura ebbe un grande impatto. Ma subito si scatenò un notevole contrabbando che Napoleone non riuscì a controllare data la vastità del suo impero. Inoltre la Russia non accettò il Blocco Continentale, e quindi preso il Blocco continentale si rivelò immediatamente un fallimento. La campagna di Russia Quando la Russia decise di non accettare il blocco continentale questo provocò la rottura della Pace con la Francia. A quel punto Napoleone decide di attaccare la Russia con un enorme armata. Predispose infatti 600.000 uomini e si dirige verso Mosca all'inizio dell'estate, a causa di un ritardo delle operazioni. L'esercito russo si ritirò verso l'interno, bruciando i raccolti. L'esercito Francese si trovò quindi preso colpito dal gelo e dalla fame. Quando l'esercito napoleonico giunse a Mosca trovò la città deserta e in parte incendiata. I Russi avevano infatti deciso di evacuarla. Napoleone ordinò quindi la ritirata verso Parigi, ma più di 500.000 uomini morirono in territorio russo. Esilio all'isola d'Elba La sconfitta in Russia è l'inizio della fine di Napoleone. Viene battuto a Lipsia e poi in una grande battaglia vicino a Parigi, e poi costretto ad abbandonare il potere. Viene inviato nell'isola d'Elba. Questo era un modo per non annientare comunque del tutto Napoleone, che veniva comunque considerato una grande figura (aveva molti seguaci ) ed era marito della principessa d'Asburgo. Era quindi stato un modo di salvare le apparenze, diventando "re" dell'isola d'Elba. A Parigi torna il sovrano , Luigi XVIII. Egli cercò di evitare che il suo ritorno in Francia fosse prorompente. Concesse una costituzione, molto arretrata , che però voleva cercare di evitare un rigetto della Monarchia. Il suo regime vide il ritorno di molti nobili, della corruzione e presto ci fu scontento. Il ritorno di Napoleone Presto quindi torna la nostalgia di Napoleone, anche a causa del ritorno di problemi economici. Napoleone fu informato di quello che stava succedendo, e seppe che l'opinione pubblica lo rivoleva. Egli decide quindi di tentare il tutto per tutto. Riesce quindi a fuggire dall'isola d'Elba, scappando dal controllo delle navi inglesi e sbarca nel sud della Francia. Il sovrano francese manda delle truppe per contrastarlo, ma queste passano dalla parte di napoleone. I cento giorni Per cento giorni Napoleone rimane a potere, cercando di riorganizzarsi. Ma le potenze europee costituirono una nuova coalizione per eliminarlo definitivamente. Si arriva dunque alla battaglia di Waterloo, dove Napoleone viene sconfitto duramente. Egli si consegna nelle mani degli inglesi. Questa volta viene esiliato nell'isola di Sant'Elena, in mezzo all'oceano Atlantico e presidiato dagli inglesi. C'era una guarnigione militare, un medico e i rifornimenti arrivavano una volta l'anno. Trascorre lì gli ultimi suoi anni, fino al 1821. Trattato di Vienna Con la sconfitta di Napoleone i sovrani europei sentono la necessità di ridisegnare la carta politica europea. Si organizzano quindi nel congresso di Vienna, dove si riunirono i rappresentanti di tutti gli stati europei. Il problema in questione era quello di far rinascere l'Europa. In primo piano vi era il ruolo delle quattro potenze vincitrici, che si erano maggiormente impegnate dal punto di vista militari: Impero russo, Regno di Prussia, Impero d'Austria e Regno di Gran Bretagna. Le altre realtà politiche in confronto erano degli staterelli. Ma il regno di Francia venne considerato come "quinta potenza", anche se era stato sconfitto, in quanto vi era tornata (dopo Napoleone) la Monarchia. Si tratta quindi di un equilibrio pentapolare. L'intento era quello di creare una realtà solida per scongiurare qualsiasi altro "cataclisma" politico, e controllata dal punto di vita politico. Questo tema diventerà ricorrente successivamente. L'idea che uno degli stati potesse prendere supremazia e cancellare gli altri era un rischio che non si voleva più correre. Questi stati avrebbero dovuto quindi equivalersi dal punto di vista territoriale e non dovrebbe avere il modo di potersi espandere a svantaggio di altri. La Francia viene circoscritta nel territorio che aveva prima di Napoleone. Il regno di Prussia diventa una potenza europea. Nazionalità non riconosciute Alcuni stati , come il sacro romano impero germanico, la Polonia e l'Italia erano stati completamente stravolti. Viene stabilito il criterio di nazionalità, che non viene riconosciuto per l'Italia (in cui era nato un regno d'Italia durante Napoleone), per il Belgio e la Polonia. La Polonia è divisa tra Impero russo, Austria e Prussia. L'Italia viene spezzettata in molti stati e il Belgio viene unificato con l'Olanda ( a guida Olandese). Confederazione germanica L'Austria comprendeva sia territori Ungheresi, Tedeschi e Italiani. La Prussia invece non era ancora un impero, ma solo un regno. Dalle 300 entità tedesche se ne costituirono 39. Queste erano di Area tedesca, e quindi si creò un'unità formale detta Confederazione Germanica, e che comprendeva parte dell'Austria e della Prussia. A capo di questa confederazione viene posto l'Imperatore d'Austria.