Estratto dal catalogo - Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli

ESTRATTO DAL CATALOGO
Federica Giacobello
IL VIAGGIO DELL’EROE
Da Atene alla Magna Grecia dal racconto all’immagine
Il percorso espositivo
La mostra Il viaggio dell’eroe. Da Atene alla Magna Grecia, dal racconto all’immagine propone un percorso dedicato
agli eroi attraverso la testimonianza delle immagini rappresentate sui vasi della collezione Intesa Sanpaolo, cui si
aggiungono due incisioni e una tempera a soggetto mitologico, anche queste delle raccolte della Banca.
La ceramica figurata utilizzata ad Atene nelle occasioni religiose, cultuali e agonistiche della comunità, ebbe nelle
società dell’Italia meridionale di V-IV secolo a.C. una preminente funzione funeraria, impiegata nei riti di sepoltura e
deposta nella tomba come corredo.
La forma del vaso e le immagini “dipinte” su di esso erano in grado di definire funzioni e significati specifici. Nel
repertorio di soggetti e temi, gli eroi appaiono indubbiamente protagonisti: a essi, raffigurandoli, si tributava onore,
ma attraverso le loro vicende mitiche si faceva anche riferimento alla realtà sociale e politica della comunità per la
quale erano prodotti tali manufatti; in alcuni casi è stato possibile leggere una contingenza puntuale tra le scene
mitiche rappresentate e gli avvenimenti storici contemporanei.
Gli esemplari esposti in mostra appartengono a un’unica collezione di proprietà Intesa Sanpaolo, formatasi nella prima
metà dell’Ottocento a Ruvo di Puglia, cittadina della provincia di Bari, fiorente centro apulo che nel V-IV secolo a.C. fu
sede di una potente aristocrazia guerriera molto ricettiva nei confronti della cultura greca. Ne adottò costumi e il
modus vivendi, reinterpretandoli tuttavia secondo la sua ideologia e le sue tradizioni.
Da quanto è possibile documentare attraverso le testimonianze archeologiche, occasione fondamentale per
l’affermazione della personalità individuale e soprattutto del gruppo familiare di appartenenza era costituito dalla
sepoltura e dai riti che l’accompagnavano.
Funzionali a essi erano i vasi di forma imponente e raffinata (crateri e anfore), sulla cui superficie erano raffigurati gli
eroi della tradizione greca, selezionati però con uno spirito e secondo necessità propri della grecità d’Occidente e
ancor più della realtà regionale peuceta. Accanto al mito, l’altro soggetto privilegiato e che appare prendere sempre
più spazio nella produzione ceramica apula nella seconda metà del IV secolo a.C., in risposta a nuove esigenze
ideologiche, è l’immagine del defunto; egli era idealmente raffigurato all’interno dell’edificio sepolcrale, concepito
come spazio reale e materico, il naiskos, una sorta di tempietto che sostituiva nelle tombe più prestigiose il segnacolo
tombale. La celebrazione del defunto non fu quindi solo affidata agli eroi del mito, ma anche alla rappresentazione
dello stesso individuo concepito, secondo il modello mitico-eroico, come guerriero in armi vittorioso.
Da questi presupposti, il percorso espositivo si snoda in due momenti fondamentali gestiti in due spazi distinti: la
prima sezione, intitolata L’eroe nello spazio del mito, indaga alcune tra le più importanti figure di eroi greci; partendo
dalla scene selezionate sui vasi, se ne illustrano le caratteristiche principali e gli episodi salienti del racconto mitico. La
seconda sezione, L’eroe nello spazio dell’uomo, è invece nello specifico dedicata all’aristocrazia apula, committente di
tutte le ceramiche esposte in mostra, rappresentata secondo l’ideale eroico a cui si ispirava, nel tentativo di porsi in
una dimensione e in un tempo non più umani, ma eterni e imperituri come quelli mitici.
Il viaggio dell’eroe a cui si fa riferimento nel titolo della mostra allude alle vicende degli eroi del mito, spesso coinvolti
in ardue peripezie e avventure che li portano in regioni lontane, in un percorso in cui le prove superate costituiscono il
mezzo di affermazione e di raggiungimento del loro status; al contempo il titolo sottintende il “viaggio” fatto dal
repertorio di storie e di immagini raffigurato sui vasi, formulato ad Atene e adottato in Magna Grecia in base a una
selezione e reinterpretazione che hanno portato soluzioni nuove e inedite. Ma è anche lo spostamento reale delle
ceramiche esposte che, a seguito delle vicende di ritrovamento e collezionistiche, dalla terra pugliese, dove erano state
plasmate, fruite e sepolte nel IV secolo a.C., sono giunte a Vicenza nel patrimonio artistico di Intesa Sanpaolo,
passando per Roma e Milano.
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