Recanati, comune della provincia di Macerata, si sviluppa sulla cima

RECANATI
Recanati, comune della provincia di Macerata, si sviluppa sulla cima di un colle a 296 m s.l.m.
tra le valli dei fiumi
Potenza
e
Musone
. Il
mare Adriatico
è ad una decina di chilometri ad Est della città. A nord è visibile il
monte Conero
mentre a Ovest si possono scorgere le cime degli
Appennini:
i
Monti Sibillini,
il
monte San Vicino
, la
Strega
e il
Caria
. Come altri centri marchigiani, anche Recanati è la tipica "città balcone" per l'ampio panorama
che vi si scorge: città e borgate sono sparse in gran numero nell'ampia distesa, tra piani, valli e
colline.
Storia
Non si hanno fonti certe circa la fondazione di Recanati. Sicuramente i territori circostanti furono
abitati già in epoca preistorica dalla popolazione dei Piceni, diffusi nella regione.In epoca
romana, lungo la valle del fiume
Potenza
, allora navigabile, sorsero due importanti città:
Potentia
, in corrispondenza della foce, ed
Helvia Recin
a
o anche detta Ricina, verso l'interno.
Con l'invasione dei
Goti che
mise a ferro e a fuoco la zona, la popolazione cercò rifugio sulle colline. Si ritiene che tanto
Recanati, quanto
Macerata
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debbano la loro origine a quell' antica città. Il nome Recanati, in latino "Recinetum" e
"Ricinetum" indica anche esso la derivazione della città da Ricina. Recanati poi si andò a poco
a poco formando con la riunione di alcuni piccoli luoghi posti sullo stesso colle: Il castello di
Monte Morello, il castello di San Vito, altrimenti detto Borgo di Muzio, il castello di Monte
Volpino, e il borgo di Castelnuovo (Castello dei ricinati).
Nel
XII secolo
, sorto il dissidio tra la Chiesa e
Federico Barbarossa
, Recanati respinse il governo dei
Conti
che appoggiavano l'Imperatore, ed elesse i
consoli
. La città diventò un
libero Comune
. Fu amministrata dai consoli fino al
1203
, poi adottò il sistema dei
Podestà
.
Nel
1228
Federico II di Svevia
sostenuto dai ghibellini, fece guerra al Papa. Recanati, in genere di parte guelfa, in questa
occasione scelse di stare con Federico II. In merito a ciò nel
1229
, Recanati ottenne dall'imperatore Federico II la proprietà di tutto il litorale, dal fiume Potenza all'
Aspio
, con la facoltà di edificare un porto (oggi
Porto Recanati
). Ben presto però i recanatesi tornarono dalla parte del papato. Nel
1239
, riaccesosi il dissidio fra il Papa e l' Imperatore, Recanati, unico tra i comuni circostanti ad
essere rimasto fedele al papato, diede ospitalità al Vescovo di Osimo Rinaldo, ai Duchi Guelfi e
ai Legati Pontifici costretti alla fuga dalle vessazioni dei Ghibellini. Nel
1240
, il
papa Gregorio IX
dichiarò città il castello di Recanati, e lo decorò con la cattedrale episcopale di San Flaviano a
scapito della città di Osimo.
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Nel 1296 si manifestò che la cappella venerata dentro la chiesa di Loreto, a quel tempo territorio
recanatese, era la Santa casa di
Nazaret
, portata dagli angeli dalla
Palestina
.
I principali centri delle Marche nel XIV sec. erano segnati da lotte tra opposte fazioni. Gli anni
tra il
1311
e il
1315
furono fra i più lugubri anche per Recanati. Le fazioni dei guelfi e dei ghibellini ardevano in città
sempre con maggior fuoco, fino ad arrivare al
1322
in cui il Marchese Amelio di Lautrec assediò Recanati costringendola alla resa e una volta
entrato in città incendiò e distrusse le fortificazioni, le case dei capi ghibellini e il Palazzo dei
Priori.
Nel
1393
Bonifacio IX
concesse alla Città la facoltà di battere moneta in rame, argento ed oro da ritenersi valida in
tutto lo Stato.
Il 13 settembre
1405
il Consiglio Comunale approvava una raccolta ordinata delle Costituzioni, Statuti e Ordinamenti
della Città di Recanati divisa in quattro libri stampate col titolo:
Diritti municipali, o Statuti dell' illustre Città di Recanati
. Questi statuti furono chiesti dalla Città di Firenze come modello per la costituzione di un
proprio corpo giuridico. La Repubblica di Recanati fu insignita del titolo di
Justissima Civitas
dai Priori del Comune di
Firenze
.
Nel
1415
Papa Gregorio XII
lascia il pontificato per consentire lo
scisma d'occidente
e viene a vivere a Recanati quale legato e vicario perpetuo per la Marca. Nel mese di ottobre
del
1417
morì. Fu sepolto nella cattedrale di San Flaviano, in cui riposano tuttora le sue ceneri. Fu
l'ultimo papa a non essere sepolto a Roma.
Nel
1422
,
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Papa Martino V
ordinò che nella già celebre fiera annuale che si svolgeva a Recanati, i mercanti, le merci e i
concorrenti, avessero libero e sicuro accesso. Questo rafforzò notevolmente la fiera che
contribuì in modo sensibile allo sviluppo economico della città, consentendo di intrecciare
relazioni diplomatiche coi principali centri italiani ed europei. Per due secoli Recanati ebbe un
ruolo di rilievo negli scambi commerciali dell'Adriatico; nel corso degli anni vi giunsero uomini di
lettere, come l'umanista
Antonio Bonfini
, giuristi, come
Antonio da Cannara
, e celebri pittori, quali
Lorenzo Lotto
,
Guercino
,
Caravaggio
,
Sansovino
,
Luigi Vanvitelli oltre alla nota
famiglia di scultori, i Lombardi che giunsero dalla nativa Ferrara e Venezia per lavorare a Loreto
dando vita alla scuola scultorea recanatese e quindi alla tradizione di orafi e argentieri che da
allora hanno lavorato sul territorio nei secoli successivi.
Il 21 marzo
1456
la Beata Vergine apparve miracolosamente ad una giovane albanese di nome Elena. Slavi e
albanesi erano presenti in gran numero nelle campagne marchigiane, rifugiatisi qui
per sfuggire ai predoni turchi nelle coste
dalmate
. Nel punto dell' apparizione fu costruita di li a poco la chiesetta di Santa Maria delle Grazie.
Nel
1586
,
Papa Sisto V
elevò a rango di città il castello di Loreto edificato intorno alla
Chiesa di Santa Maria
, fin ad allora territorio di giurisdizione di Recanati.
Per tutto il
XVIII secolo
Recanati dovette sostenere aggravi e fastidi per fornire foraggi e vettovaglie ora agli austriaci,
poi agli spagnoli e ai francesi. Questo durò fino alla
pace di Aquisgrana
.
Nel
1798
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, la città fu occupata dalle truppe francesi napoleoniche.
Nel 1860 in seguito alla battaglia di Castelfidardo, passò sotto il dominio del Regno d'Italia.
Luoghi leopardiani
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· Palazzo Leopardi: è la casa natale del poeta. Tutt'oggi il palazzo è abitato dai
discendenti e aperto al pubblico. Esso venne ristrutturato nelle forme attuali dall'architetto
Carlo Orazio Leopardi
verso la metà del
XVIII secolo
. L'ambiente più suggestivo è senza dubbio la biblioteca, che custodisce oltre 20.000 volumi, tra
cui incunaboli ed antichi volumi, raccolti dal padre del poeta, Monaldo Leopardi.
· Piazzetta del Sabato del Villaggio: sulla quale si affaccia Palazzo Leopardi. Ivi si trova
la casa di Silvia e la chiesa di Santa Maria in Montemorello (
XVI secolo
), nel cui fonte battesimale fu battezzato Giacomo Leopardi nel 1789.
· Colle dell'Infinito: è la sommità del Monte Tabor da cui si domina un panorama
vastissimo verso le montagne e che ispirò l'omonima poesia composta dal poeta a soli 21 anni.
All'interno del parco troviamo il Centro Mondiale della Poesia e della Cultura, sede di convegni,
seminari, conferenze e manifestazioni culturali.
· Palazzo Antici-Mattei: casa della madre di Leopardi, Adelaide Antici Mattei, edificio dalle
linee semplici ed eleganti con iscrizioni in latino.
· Torre del Passero Solitario: nel cortile del chiostro di Sant'Agostino è visibile la torre,
decapitata da un fulmine e resa celebre dalla poesia "Il passero solitario".
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Arte e architettura
· Chiesa di Santa Maria di Castelnuovo (XII secolo), è la chiesa più antica di Recanati ed
è appartenuta ai benedettini di Fonte Avellana. Nella lunetta del portale bizantineggiante vi è un
bel bassorilievo del Mastro
Nicola
Anconetano
firmato e datato
1253
, raffigurante la Madonna in trono con
San Michele
e
San Gabriele
.
· Castello di Montefiore: costruito nel Basso Medioevo, si trova al confine con Montefano.
· Chiesa e chiostro di Sant'Agostino (XIII secolo) fu costruita assieme al convento degli
Eremitani di San'Agostino
nel
1270
e rifatta un secolo dopo assieme alla cattedrale. Il portale in pietra d'Istria (1485) è di
Giuliano da Maiano
, mentre l'interno fu rifatto alla fine del XVII secolo su disegno del
Ferdinando Galli da Bibbiena
, con pale realizzate da
Pomarancio
,
Pier Simone Fanelli
,
Felice Damiani
e residui di affreschi di Giacomo da Recanati.
· Chiesa di San Vito: l'attuale edificio fu costruito su un'antica chiesa romanico-bizantina e
trasformata nelle forme attuali nella metà del '600 su disegno di P.P. Jacometti. Nel
1741
il terremoto danneggiò la facciata che fu rifatta su disegno del
Luigi Vanvitelli
, in cotto e con le colonne a spirale bicromate. Nella cappella adiacente (inizio navata a destra)
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c'è l'oratorio con la tela del
Pomarancio
raffigurante la Presentazione al Tempio, due tele piccole di Pier Simone Fanelli, e l' Assunta del
Latre. Di notevole valore anche le tele di
Felice Damiano da Gubbio
(
1582
), di
Giuseppe Valeriani
(
1550
)e
Paolo de Matteis
(
1727
).
· Cattedrale di San Flaviano (XIV secolo): La porta principale è posta sulla fiancata
laterale, non ha una facciata e il vasto interno è a tre navate con bellissimo soffitto a cassettoni
in legno. Ad esso è annesso il Palazzo Vescovile e le ex-Carceri. All'interno della Cattedrale vi è
il sarcofago di Papa Gregorio XII ivi sepolto e il
Museo
Diocesano
.
· Chiesetta della Madonna delle Grazie (1456): la chiesa fu costruita sul luogo in cui si
dice comparisse la Beata Vergine ad una giovane albanese di nome Elena.
· Chiesa di San Domenico (XV secolo) il portale del 1481 è di Giuliano da Maiano.
All'interno si trova il
San Vincenzo Ferreri
in Gloria (
1513)
di
Lorenzo Lotto.
· Chiesa di Santa Maria di Varano (XV secolo): la chiesa e l' annesso convento furono
costruiti per i
Frati Minori Osservanti. Parte dell'allora
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convento divenne nel
1873
il pubblico cimitero, nel quale oggi vi è sepolto B. Gigli. La
Cappella di San Diego
fu fatta eseguire da Don Diego Zapata. Vi sono poi due tele di Pier Simone Fanelli, San
Francesco e San Lorenzo da Brindisi e un Sant'Antonio di
Marino Pasqualini
.
· Palazzo Venieri: fatto costruire dal cardinal Venieri su disegno di Giuliano da Maiano,
che diresse anche i lavori di costruzione. Situato a cavallo delle mura urbiche, era concepito a
metà fra residenza e castello urbano. La corte rinascimentale, porticata su tre lati presenta
colonne in pietra d'Istria e raffinati capitelli con lo stemma cardinalizio. Presenta un
arco-balcone che si affaccia sul mare sopra il quale spicca un orologio con la scritta "volat
irreparabile tempus".
Nell' agosto del 1479 la morte del cardinale pone fine ai lavori del palazzo che rimane così
incompiuto. La loggia dei Mercanti di Macerata risulta essere realizzata con materiali di
recupero del Palazzo Venieri di Recanati.
· Palazzo Mazzagalli: apparteneva originariamente ai Massucci della Stella. Deve il suo
disegno o a Giuliano da Maiano o a
Luciano Laurana.
· Chiesa di Santa Maria di Montemorello (XIII secolo): detta anticamente de Platea fu
rifatta completamente nel 1581 quando vennero i
Gesuiti
a Recanati. La chiesa subì ancora radicali trasformazioni all'inizio dell'800 ad opera del
Brandoni. All'interno sono conservate una tavola datata
1580
di
Durante Nobili da Caldarola
, allievo di Lorenzo Lotto e una pala d'altare attribuita a
Pier Simone Fanelli
(
XVII secolo
).
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· Chiesa dei Cappuccini: fu costruita col convento nel 1618. All' interno tele del
Pomarancio e del
Caravaggio.
Sul piazzale di fronte fu eretta una stele in travertino con ceramiche di
Arturo Politi
e R. Ceccaroni.
· Chiesa di San Filippo Neri (XVII-XVIII secolo)
· Chiesa di San Michele (XVIII secolo) Il primo edificio risale al 1234, ma fu rifatta nel 178
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su
disegno di Carlo Orazio Leopardi.
· Chiesa di Santa Maria dei Mercanti (XVIII secolo): è per questa chiesa che fu dipinta
l'Annunciazione del Lotto, ora trasferita al Museo Civico Villa Coloredo Mels.
·
Palazzo Masucci della Stella
: costruito su edifici trecenteschi su disegno del Can. Carlo Orazio Leopardi.
· Palazzo Carancini (1719): il disegno del palazzo è attribuito ai Bibbiena. 10 / 12
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· Porta Marina: costruita nel 1782 dall'architetto vanvitelliano Francesco Maria Ciaffoni(17
20-1802).
· Teatro Persiani: inaugurato nel 1840, fu voluto fortemente dal gonfaloniere Monaldo
Leopardi
. La
sala disegnata da
Tommaso Bandoni
presenta la curva a ferro di cavallo e quattro ordini di palchi. Il boccascena è architravato,
sorretto da binati di paraste decorate culminanti in coppie di mensoloni a modiglione. L'apparato
decorativo venne dipinto dai sangiorgiesi
Saverio Basili
ed
Eusebio Basili
; il plafone, raccordato con lunette dipinte a Trompe l'oeil, venne affrescato dal riminese
Marco Capizucchi
e poi rinnovato nel
1870
dai Recanatesi
Luigi Basvecchi
e
Lorenzo Urbani
; la scenotecnica venne curata dal maceratese
Gaetano Ferri
; le scene furono fornite dal celebre pittore e scenografo faentino
Romolo Liverani
.
· Teatro de' Nobili: realizzato da Giovanni Albertini.
· Piazza Leopardi e Palazzo comunale: il neoclassico Palazzo Comunale costruito alla
fine dell'800 in occasione del I° centenario della nascita di
Giacomo Leopardi
è situato nella piazza che prende il nome del poeta. L'Aula Magna al suo interno è stata
decorata dall'architetto
Gaetano Koch
(autore anche del palazzo della Banca d'Italia a Roma). All'interno del Comune anche il Museo
dedicato a
Beniamino Gigli
, in cui sono conservati abiti di scena, documenti e dischi del grande tenore. Al centro della
piazza il monumento dedicato al poeta di
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Giorgio Panichi
e una bella torre ghibellina sui lati della quale spiccano il simbolo della città scolpito da
Jacopo Sansovino
, lo stemma della città di Fermo (
XIII secolo
) regalato a Recanati in segno di alleanza, il bassorilievo bronzeo di Pier Paolo Jacometti e un
orologio il cui quadrante è in pietra bianca risalente al
1562
.
· Tomba di Beniamino Gigli: all'interno del cimitero cittadino troviamo il sacello gigliano
realizzato a forma di piramide e con interessanti iscrizioni. Sul colle di Montarice, invece, svetta
come una bianca vela la villa del tenore, immersa in un ampio parco.
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