Paestum. Il tempio di Hera L’architettura greca era regolata da un canone generale che definiva le proporzioni dei suoi vari elementi, ma entro la struttura di questo canone vi erano almeno tre ordini il dorico lo ionico il corinzio: Le proporzioni potevano risultare più pesanti o più leggere, producendo un effetto di maggiore rigidità o di maggiore scioltezza. Per i greci in ogni opera esisteva un canone ossia una forma a cui l’artista è vincolato che applicarono ai templi sia all’edificio nel suo complesso che alle singole parti quali capitelli, colonne, cornicioni, fregi e timpani. Le forme canoniche fisse conferirono all’architettura greca un aspetto oggettivo, impersonale e necessario. Di rado le fonti ci forniscono i nomi degli artisti quasi essi fossero degli esecutori piuttosto che dei creatori e le opere architettoniche seguissero leggi eterne indipendenti dall’individuo e dal tempo I disegni mostrano le proporzioni costanti degli antichi templi. Secondo Vitruvio esse erano determinate in modo che l’ampiezza del portico a quattro e a sei colonne misurasse ventisette moduli (il modulo era pari al raggio di base di una colonna) L’evoluzione planimetrica del tempio greco L’architettura romana era architettura: molti edifici non erano opere d’arte, ma erano architettura. Lo spazio interno è grandiosamente presente , e se i romani non avevano la vibrata raffinatezza degli scultori architetti greci, avevano il genio dei costruttori architetti, che è in fondo il genio dell’architettura. La pluriformità del programma edilizio romano che nettamente si oppone all’univoco tema dell’architettura greca, la sua scala monumentale, la nuova tematica costruttiva degli archi e delle volte che riduce colonne e trabeazioni a motivi decorativi, il senso dei grandi volumi nei serbatoi, nei tumuli, negli acquedotti, negli archi, le possenti concezioni spaziali delle basiliche e delle terme, una coscienza altamente scenografica. Se mettiamo a confronto le terme romane e il tempio greco ci rendiamo conto della totale diversità dello spazio per l’impostazione architettonica che non chiude, ma copre lo spazio Anche nei monumenti in cui i romani non sfruttarono la loro capacità di voltare gli ambienti, anche nei templi e nelle basiliche in cui si valsero del sistema di supporto e trabeazione applicato in Grecia, è chiara l’antitesi tra le due culture. Mettiamo vicino tempio greco e tempio romano e ci accorgiamo che fondamentalmente i romani hanno portato i colonnati che cingono i templi all’esterno, all’interno. La civiltà greca ha conosciuto pochi colonnati interni, quando ci sono come nel tempio di Poseidone a Paestum, essi rispondono alla necessità costruttiva di sostenere le travi di copertura, non ad una concezione spaziale interna. Portare il colonnato greco all’interno significa deambulare nello spazio racchiuso e convergere tutta la decorazione plastica all’interno di questo spazio. La pluriformità del programma edilizio romano che nettamente si oppone all’univoco tema dell’architettura greca, la sua scala monumentale, la nuova tecnica costruttiva degli archi e delle volte che riduce colonne e trabeazioni a motivi decorativi, il senso dei grandi volumi negli acquedotti, negli archi La basilica romana è simmetrica rispetto ai due assi. Essa crea uno spazio che ha un centro preciso Ponte acquedotto sul Gard a Nimes 20 a.C. Il Pantheon Il tempio di Venere a Baia Il tempio di Minerva Medica L’ispirazione è al tempio di Vesta a Roma, ma viene trasformato da Bramante da corinzio in dorico, viene posto su un alto podio e su tre gradini. Il risultato è totalmente diverso. Ad ogni colonna corrisponde una lesena sulle pareti esterna ed interna della cella. La cella a sua volta è più alta del colonnato ed è ricoperta da una cupola emisferica. Si tratta dunque di una ricostruzione del tempio romano? Evidentemente no. Si tratta dello sviluppo di una idea mutuata dai romani. La cupola di Saint Paul è sicuramente debitrice al tempietto di Bramante , ma anche al tanto discusso progetto dello stesso Bramante per la cupola di S. Pietro. Ma se osserviamo attentamente la realizzazione inglese dobbiamo prendere atto che non si tratta di un semplice ingrandimento della cupola del tempietto. Le colonne divennero 32 al posto delle 16 dell’episodio romano, ma soprattutto per dare una orientazione precisa alla struttura furono riempiti con nicchie gli intercolunni che sovrastano i quattro speroni conferendo nuovo ritmo alla struttura. NelSeicento e nel Settecento l’idea di tempietto , cioè il colonnato che circonda il nucleo cilindrico sormontato da una cupola, venne ripetutamente proposta, Nel Mausoleo Castle Howard Hawksmoor la sdrammatizò, sdrammatizò, colonne ravvicinate e cupola senza slancio. James Gibbs ad Oxford nella Radcliffe Library Palazzo di Raffaello a Roma. L’idea organizzativa riprendeva quella della casa romana ed anche medievale , con botteghe al piano terreno e abitazioni superiori ma l’esprimeva differenziando decisamente le due funzioni , quella pubblica commerciale e quella privata , abitativa. La riduzione del fronte a un tipo essenziale costituito da due soli elementi , con la contrapposizione funzionale espressiva tra il piano basamentale in opera rustica e il piano nobile con un solo ordine gigantesco. Palazzo Corner a Venezia di Jacopo Sansovino progettato negli anni 30 del 500, 500, ma realizzata nel 1545 si eleva come la casa di Raffaello su un alto basamento bugnato con altro un porticato a tre fornici che evoca Giulio Romano a Mantova, ma anche il palazzo di Raffaello a Roma Londra Somerset house a Londra di Sir William Chambers 1780 Australia house Il Redentore di Palladio e il Sant’Andrea di Alberti. Palladio nacque tre anni dopo la morte di Bramante. Visse molti anni a Vicenza, una città di secondaria importanza, dove avvenne la sua formazione. Quando il giovane Palladio si recò a Roma , dovette essere innanzitutto colpito dalla terribile insufficienza delle uniche riprodduzioni delle rovine romane fino ad allora pubblicate, quelle di Serlio che aveva affrontato questi studi superficialmente , aveva omesso particolari importanti e non aveva mai colto integralmente la lezione dell’antico. Pallaio di venne uno studioso di architettura , il più dotto e meticoloso del tempo: divenne anzi assai di più, superò Bramante nella padronanza della grammatica romana e ogni volta che ne ebbe l’occasione , costruì edifici in cui il linguaggio di Roma era più eloquente e più articolato di quanto si fosse mai visto. Palladio . Palazzo Chiericati a Vicenza. Gli ordini sono il fattore dominante la costruzione Saint Paul a Covent Garden di Inigo Jones 1630 Impossibile v isualizzare l'immagine. 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La vecchia prigione di New Gate a Londra (1769) significativa per l’uso che viene fatto in Inghilterra del bugnato County Hall di Ralph Knott (1911) si riccore al bugnato e a Piranesi per dare carattere di monumentalità e prestigio alla sede di un organo amministrativo Finestra a edicola di Raffaello nel palazzo Pandolfini a Firenze, che costituisce una prosa armoniosa del rinascimento maturo in cui tutti gli elementi possono essere riportati al trattato di Vitruvio Edicola di Michelangelo nella Cappella medicea a Firenze: Firenze: una composizione sullo stesso tema, ma che esprime una intensità di sentimento del tutto personale. personale. Ben poco di questa edicilo può essere riportato a Vitruvio. Vitruvio. Nessuno degli architetti che visitò la cappella continuò a concepire l’architettura come prima. prima. Esaminiamo uno dei palazzi del Campidoglio. M.usa un orfdine corinzio gigante e assolutamente convenzionale, ma che presenta due peculiarità. La prima è la stessa monumentalità, perché i pilastri misurano circa 14 metri di altezza e preannunciano perciò il San Pietro michelangiolesco, dove diventeranno addirittura colossali, superando i ventisette metri. La seconda particolarità è che questi pilastri occupano due piani. I romani non avevano mai fato una cosa simile. Il piano alto poggia su una trabeazione sostenuta da colonne ioniche, due per ogni aperturacolonne La combinazione di due ordini di dimensioni diverse fu una invenzione di Michelangelo e costituì un proficuo retaggio per i suoi successori. Ci si avvalse di questo espediente in edifici barocchi, come S. Andrea al Quirinale e riapparirà a metà dell’800 nell’Operà nell’Operà di Parigi. La facciata di S. Andrea al Quirinale a Roma 16581658-1670 di Gian Lorenzo Bernini è simile ad una delle campate del palazzo del Campidoglio