XXIV Incontro di Strabologia e Neuroftalmologia Bosisio Parini (LC), 11 marzo 2017 Compromissioni neuro-oftalmologiche pupillari Stefano Pensiero Paola Michieletto SC Oculistica e Strabologia IRCCS Burlo Garofolo di Trieste IRCCS Eugenio Medea Pieve di Soligo (TV) Sistema Nervoso Autonomo • Involontario. • L’informazione sensoriale è trasmessa a Centri di controllo omeostatico localizzati principalmente nell’ipotalamo o nel tronco encefalico. • L’elaborazione a livello di questi Centri produce segnali nervosi che modificano l’attività dei neuroni autonomi pregangliari. • L’attività dei Centri può anche essere influenzata da aree cerebrali superiori, corteccia e sistema limbico, coinvolte nelle risposte emozionali Via efferente • Consiste di 2 neuroni 1. neurone pregangliare: il suo corpo cellulare è localizzato nel corno laterale della sostanza grigia della midolla spinale o nel tronco dell’encefalo, a livello dei nuclei dei nervi cranici. Il suo assone termina a livello di un ganglio autonomo ed ha sinapsi con un 2. neurone postgangliare, che innerva il tessuto effettore. • La sinapsi tra neurone postgangliare e tessuto effettore (neuroeffector junction) è particolare: il neurone, entrato nel tessuto effettore, presenta dilatazioni multiple, dette varicosità, che rilasciano il neurotrasmettitore in un’ampia area; questo si diffonde ulteriormente attraverso il liquido interstiziale ed in alcuni tessuti ha un effetto globale per la presenza di gap junctions (cuore). Corno laterale Divisioni del Sistema Autonomo • Due divisioni anatomicamente e funzionalmente distinte: – Sistema Simpatico – Sistema Parasimpatico • Entrambi costituiti da neuroni tonici (a potenziale graduato) che possono perciò sia incrementare che ridurre la loro frequenza di scarica: ciò permette una regolazione precisa delle funzioni tissutali. • La maggior parte dei tessuti sono innervati da entrambi i Sistemi (all’aumento dell’attività dell’uno corrisponde una simultanea riduzione dell’altro), ciò permette una regolazione più precisa. Principali caratteristiche dei Sistemi Simpatico e Parasimpatico Sistema Simpatico catena gangliare simpatica paravertebrale Sistema Parasimpatico • I neuroni pregangliari escono dal SNC attraverso i nervi cranici per raggiungere il ganglio localizzato in prossimità del tessuto effettore: – III (oculomotore comune): innervazione dell’occhio, ganglio ciliare. – VII (faciale): ghiandola lacrimale, ghiandole salivari, mucusa nasale. – IX (glossofaringeo): ghiandola parotide (salivare). – X (vago): cuore, polmone, stomaco pancreas, intestino, fegato. Neurotrasmettitori • Acetilcolina: tutti i neuroni pregangliari; tutti i neuroni postgangliari del Sistema Parasimpatico. Recettori colinergici: – Nicotinici – Muscarinici • Norepinefrina (adrenalina): la maggior parte dei neuroni postgangliari del Sistema Simpatico. Recettori adrenergici: – α1 – β1 Muscoli involontari dell’occhio • Muscolo ciliare: accomodazione. – Rilassamento per visione a distanza: simpatico β2. – Contrazione per visione per vicino: parasimpatico. • Muscolo sfintere dell’iride: miosi. – Contrazione per miosi: parasimpatico. • Muscolo dilatatore dell’iride: midriasi. – Contrazione per midriasi: simpatico α1. Alla contrazione di un muscolo irideo si associa il rilasciamento dell’altro. A. Via parasimpatica Via parasimpatica • Il muscolo sfintere dell’iride è innervato dai nervi ciliari brevi (colinergici), i cui corpi cellulari formano il ganglio ciliare. Questo si trova nell’orbita, tra il nervo ottico e il muscolo retto laterale, ed ha un diametro di 1.5 mm. Ganglio ciliare • Nel ganglio ciliare non ci sono solo i corpi cellulari delle cellule ciliari brevi, ma anche fibre afferenti sensoriali dell’occhio e fibre efferenti adrenergiche (del sistema simpatico, per dilatazione della pupilla e accomodazione). • La maggior parte delle fibre parasimpatiche riguardano l’accomodazione, solo il 3% giungono allo sfintere dell’iride. • I nervi ciliari brevi penetrano la sclera assieme alle arterie ciliari brevi, quindi proseguono nello spazio sottocoroideale (tra sclera e coroide) per raggiungere la parte anteriore dell’occhio. Nucleo di Edinger-Westphal • Al ganglio ciliare giungono fibre provenienti dall’area del nucleo del III nervo cranico, nucleo mesencefalico. Nucleo di Edinger-Westphal • In realtà, non dal nucleo di Edinger-Westphal, ma subito rostralmente ad esso originano i neuroni pregangliari per il muscolo sfintere, mentre, diversamente dalla scimmia, non è sicuro che i neuroni per l’accomodazione provengano dal nucleo mediano anteriore (di Perlia). Nuclei pretettali • Nella regione mesencefalica pretettale, rostralmente ai collicoli superiori e posteriormente al talamo, sono stati individuati più nuclei, ma solo il nucleo olivare pretettale sembra in rapporto alla motilità pupillare. • Le fibre del nucleo olivare raggiungono le due aree rostrali al nucleo di EdingerWestphal con fibre dirette e crociate. La corteccia occipitale • Fibre dalla corteccia occipitale raggiungono direttamente (saltando il pretetto) la regione pupillare del nucleo di Edinger-Westphal. Queste fibre, che sono in rapporto al processo accomodativo, raggiungono il nucleo (di Perlia ?) passando superiormente alle fibre pupillari. • Altre fibre dalla corteccia occipitale raggiungono il pretetto. Queste collaborano alla risposta pupillare alla luce. L’input visivo (via afferente) • Lo schema classico dell’input visivo che giunge direttamente al pretetto è il più semplice dal punto di vista clinico. • Vi sono cellule ganglionari contenenti melanopsina (poche migliaia) che raggiungono solo il pretetto (e non il Corpo GenicolatoLaterale) • Fibre che provengono dalla corteccia. Inibizione del nucleo di Edinger-Westphal • Esiste a questo livello un’inibizione simpatica centrale che influisce sull’innervazione parasimpatica della pupilla. • Questa inibizione spiega, ad esempio, la midriasi al buio, la miosi durante il sonno o l’anestesia. • L’entità dell’inibizione dipende dall’entità del funzionamento del sistema simpatico periferico. Inibizione del nucleo di Edinger-Westphal • L’inibizione avviene attraverso due vie: – Locus Ceruleus (nucleo simpatico per la regolazione del sonno) con terminazioni GABAergiche sulla regione dorsale al Nucleo di EdingerWestphal. • L’inibizione avviene attraverso due vie: – Tronco encefalico: le fibre che originano lì raggiungono il Nucleo di Edinger-Westphal attraversando l’ipotalamo. Entrambe le vie non passano per i nuclei pretettali. B. Via Simpatica Via simpatica • Costituita da 3 neuroni: – Il primo origina nella regione ipotalamica dorsolaterale e raggiunge ipsilateralmente il Centro ciliospinale di Budge (C8T2). – Vi sono infatti numerosi centri nel SNC, il più in alto e quello di Karpus-Kreidl, a livello del pavimento del III ventricolo. Via simpatica • Costituita da 3 neuroni: – Il secondo lascia la midolla spinale a livello T1, passa attraverso i gangli stellato, cervicale inferiore e medio per raggiungere il ganglio cervicale superiore. Ganglio cervicale superiore • Il più grande ganglio cervicale, lungo 2 cm, posto tra vena giugulare e arteria carotide. • Manda l’innervazione simpatica a numerose strutture. • E’ colinergico. Via simpatica • Costituita da 3 neuroni: – Il terzo lascia il ganglio cervicale superiore e segue entrambe le carotidi: con l’esterna viaggiano fibre per le ghiandole sudoripare, attorno all’interna si forma un plesso che penetra nel cranio. Via simpatica Il terzo neurone lascia il plesso carotideo per raggiungere il nervo glossofaringeo ed il petroso profondo, le ultime dopo un breve tratto con il nervo abducente (a livello del seno cavernoso) raggiungono la prima branca del trigemino, passano il ganglio ciliare (nervi ciliari lunghi) e terminano principalmente al muscolo dilatatore ed al Mueller. Vie pupillari Pretetto • L’area pretettale deve essere considerata un integratore delle informazioni necessarie all’adattamento del diametro pupillare alle condizioni di luce. • Come per la via visiva principale, il pretetto riceve l’informazione visiva dall’emicampo controlaterale, con una predominanza delle fibre nasali rispetto alle temporali. Valutazione della pupilla 1. Valutare il riflesso alla luce 2. Valutare la presenza di anisocoria (sia in condizioni di luce fioca che intensa) 3. Eseguire il “swinging-flashlight test” Tutti e tre devono essere normali. Riflesso alla luce • Dopo una latenza da 200 a 450 ms la pupilla inizia a costringersi: tale latenza dipende dall’intensità luminosa. • Il tempo per raggiungere il diametro pupillare minimo è circa lo stesso della latenza. • Quindi la pupilla inizia a dilatarsi con una velocità che si riduce nel tempo. • IL riflesso è presente dalla 33° settimana di gestazione. • I neonati hanno pupille piccole, poi c’è un incremento fino a 15 anni, poi nuovamente una riduzione. Anisocoria • Se è presente ptosi o paresi dei muscoli extraoculari, la pupilla anomala è quella dell’occhio paretico. • Se la differenza tra le pupille è maggiore alla luce, la pupilla alterata è quella più ampia (difetto del parasimpatico). • Se la differenza è maggiore al buio, la pupilla alterata è la più piccola (difetto del simpatico). Anisocoria algorithm 3. “Swinging-flashlight test” RAPD: relative afferent pupillary defect • Il test valuta se ci sono differenze nell’input visivo dai due occhi. • Per poter effettuare questa valutazione occorre che il sistema efferente sia normale e simmetrico, non devono essere perciò presenti anisocoria o pupille fisse o poco reagenti alla luce. • Il test viene eseguito in un ambiente più buio possibile per avere il massimo di midriasi. • Il paziente fissa un bersaglio a distanza. • Una luce brillante è diretta alla retina superiore con un angolo di circa 45° rispetto all’asse visivo. • Si varia la distanza in modo che la pupilla si riduca di circa 1/3. • Si alterna rapidamente l’occhio illuminato e si mantiene per 2-4 secondi. • Quando un occhio è illuminato, l’altro comincia ad adattarsi al buio ed aumenta la sua sensibilità alla luce. • Perciò, come nel caso della neurite ottica, la pupilla dell’occhio affetto si dilaterà quando la luce ritornerà. Cause di RAPR Lesioni unilaterali del nervo ottico 2. Anisocoria con normale riflesso alla luce • Dilation test: valuta un deficit del simpatico. Il paziente guarda lontano in una stanza buia: la pupilla si dilata al massimo. Una forte luce viene accesa ad illuminare entrambi gli occhi per qualche secondo e poi viene spenta. Se le pupille si dilatano ugualmente si tratta di anisocoria fisiologia, se c’è differenza: Horner sospetta. • Quindi test del collirio simpaticomimetico (apraclonidina): instillazione una goccia in entrambi gli occhi allo 0.5%, Valutare dopo 45’: inversione dell’anisocoria (per ipersensibilità simpatica da denervazione). Sindrome di Horner • • • • Miosi Ptosi (da paralisi del Mueller) Enoftalmo apparente Anidrosi: Se la lesione giace centralmente rispetto alla biforcazione dell’arteria carotide, le ghiandole sudoripare della faccia possono essere coinvolte ipsilateralmente e la innervazione vasomotoria può essere alterata: un lato della faccia rimane pallido con il bordo esattamente a metà (sindrome di Arlecchino). Cause di Horner Cause di Horner: Trigeminal autonomic cephalalgias • Cefalee primarie (oltre ad emicrania e cefalea tensiva) di breve durata associate ad eccessiva attività parasimpatica. • Si distinguono, per la durata e frequenza degli attacchi, in: – – – – Cluster headhache Paroxysmal hemicrania Hemicrania continua (diversamente dalle altre) Short-lasting unilateral neuralgiform headache with conjunctival injection and tearing (SUNCT) or with cranial autonomic features (SUNA). Cefalea a grappolo (più frequente) • Cefalea severa, attorno agli occhi e alle tempie, descritta come una coltellata. • Il dolore ha accessi di breve durata (45-90 minuti) • Lacrimazione e secrezione nasale dallo stesso lato del dolore • Gonfiore della faccia e della palpebra dallo stesso lato del dolore • Arrossamento o sudorazione facciale • Irrequietezza • Sintomi emicranici (nausea, aura, sensibilità alla luce, ai suoni). Cause di Horner: Autoimmune autonomic ganglionopathy • Nuova entità, caratterizzata da autoanticorpi contro i gangli autonomi, sia del simpatico che parasimpatico, ma più frequentemente di quest’ultimo nelle alterazioni pupillari. • Gli autoanticorpi vengono oggi rilevati nel sangue: ganglionic acetylcholine receptor antibody (gAChR-Ab) • I pazienti possono presentare qualsiasi sintomo di disautonomia, ma i più frequenti sono l’ipotensione ortostatica e l’anidrosi. • E’ caratterizzata da prematura re-dilatazione dopo stimolo luminoso di 2 secondi, dove la pupilla inizia a dilatare quasi un secondo prima che la luce venga spenta. 1. Alterazione del riflesso alla luce • Con o senza anisocoria. • Forme bilaterali più spesso asimmetriche. • Pupille dilatate poco reattive possono essere causate dall’ansietà del paziente. Anisocoria con alterazione del riflesso alla luce a. Tonic pupil (Adie) • Sempre inizialmente unilaterale, non reagisce o reagisce poco alla luce, ma si costringe lentamente fissando un oggetto a distanza ravvicinata o tramite farmaci parasimpaticomimetici. • La tonic pupil è la diagnosi più frequente in caso di pupilla dilatata non reattiva alla luce. • Con l’aumento dell’età diventa più spesso bilaterale e può scomparire il riflesso per vicino. Deficit di accomodazione. • E’ dovuta a lesioni del ganglio ciliare o dei nervi ciliari brevi. Alterazione del riflesso alla luce a. Tonic pupil • Valutare sempre con lampada a fessura • Alla lampada a fessura si notano paralisi iridee settoriali (con pupilla irregolare) e tipici movimenti vermiformi. Test del collirio parasimpaticomimetico • Pilocarpina diluita (0.125%). • Ipersensibilità da denervazione dello sfintere irideo (presente anche nella midriasi da denervazione pregangliare, paralisi III). • Si instillano due gocce di collirio in entrambi gli occhi e si valuta dopo 45’. • Il test è positivo se la pupilla midriatica si costringe più di quella normale. Riflesso pupillare per vicino • • • • • • Molto meno vigoroso di quello alla luce. Si testa quando una o entrambe le pupille non reagiscono bene alla luce. Il paziente fissa un bersaglio a distanza. L’ambiente è oscurato, ma da permettere l’osservazione delle pupille. Un bersaglio per vicino (non luminoso) viene avvicinato rapidamente chiedendo di metterlo a fuoco (anche il dito del paziente). Nel giovane non si ha miosi per distanze superiori a 10 cm ! Se la reazione per vicino è migliore di quella alla luce è presente una “light-near dissociation”. La triade per vicino Sfocamento dell’immagine Disparità retinica Origine corticale • Accomodazione: – Fibre dalla corteccia occipitale raggiungono direttamente (saltando il pretetto) la regione pupillare del nucleo di Edinger-Westphal. Queste fibre, che sono in rapporto al processo accomodativo, raggiungono il nucleo (di Perlia ?) passando superiormente alle fibre pupillari. • Convergenza: – I FEF (frontal eye fields) comandano un nucleo premotore a ridosso della MRF (mesencephalic reticular formation) che contiene neuroni tonici e fasici che si connettono ai nuclei del III e del VI nervo cranico (solo alcune particolari fibre nervose e muscolari sono utilizzate per la vergenza) Cause di pupillotonia Diabete Virus Poliradicoloneuropatie demielinizzanti ereditarie e post-infettive SIFILIDE Pupilla di Argill Robertson Alterazione del riflesso alla luce b. Argyll Robertson pupil • Pupille piccole, non reattive alla luce (non si stringono alla luce né dilatano al buio), ma reattive alla visione per vicino, con sierologia positiva per sifilide. Di solito bilaterale e simmetrica, con pupilla irregolare ed atrofia iridea variabile. Anche il diabete, la neurosarcoidosi e la Charcot-Marie possono dare questo quadro, perciò non è più segno patognomonico di neurosifilide. • E’ stato attribuito a lesioni dell’area pretettale, ciò ne spiegherebbe la bilateralità. Ma non sono mai state evidenziate localizzazioni in quell’area in corso di sifilide. La presenza di paralisi segmentarie dell’iride fa invece pensare ad una localizzazione più periferica, a livello del ganglio ciliare o dei nervi ciliari brevi, come nella pupillotonia. • Con l’età le pupille toniche diventano più spesso bilaterali e la pupilla tonica tende a diventare più piccola dopo alcuni anni, anche molto stretta. • In alcuni casi di pupille toniche bilaterali è stato isolato il treponema. • Perciò Helmut Wilhelm non considera l’Argill Robertson un’entità distinta, bensì una long-standing tonic pupil. Argyll Robertson (Edimburgo 1837- Gondar 1908) • • • • • • Medico nato a Edimburgo da padre chirurgo, interessatosi di chirurgia dell’occhio. Nel 1869, dopo l’osservazione di alcuni casi in corso di sifilide, ne pubblicava le evidenze pupillari per cui il segno che porta il suo nome in pochi anni diventa patognomonico di neurosifilide. Già alla fine dell’800 Fournier e Hutchinson pongono in dubbio che siano tutti casi di sifilide. Dopo l’isolamento del treponema pallido nel 1905 da parte di Schaudinn e Hoffmann, e la messa a punto del test sierologico (nel 1906) da parte di von Wassermann, questo diventa più evidente. Ora (2016) Helmut Wilhelm da’ un colpo definitivo al segno di Argill Robertson, non considerandolo più un’entità distinta, bensì una variante della pupillotonia. Forse non si ricorderà più Robertson per il suo segno, ma per fortuna gli studi da lui effettuati sul glaucoma resteranno nella storia dell’oculistica, con la scoperta nel 1863 dell’effetto della fisostigmina (o eserina, inibitore della acetilcolinesterasi), alcaloide ottenuto dai semi della fava del Calabar (Nigeria), che si instillò in un occhio notandone l’effetto miotico. Inoltre eseguì i primi interventi di trapanazione in alcuni casi di glaucoma. Alterazione del riflesso alla luce c. Paralisi del III nervo cranico • Le fibre pupillari sono superficiali perciò sensibili alla compressione. • In teoria se è presente una paralisi del III senza compromissione pupillare non è necessaria la RMN. • In caso di pupilla dilatata non reattiva è sempre necessario valutare la motilità oculare. Paralisi del III • • • • • • • • La paralisi completa del III si estrinseca in ptosi per la paralisi dell’elevatore della palpebra, abduzione per prevalere del tono del muscolo retto laterale innervato dal VI, lieve depressione ed intorsione per l’azione peraltro minima essendo l’occhio abdotto del muscolo GO innervato dal IV. La limitazione di movimenti è tanto marcata tanto da non permettere al bulbo di superare la linea mediana nei tentativi di adduzione . Impossibili i movimenti di elevazione e depressione. Paralisi muscolatura oculare intrinseca provoca midriasi fissa e paralisi dell’accomodazione. All’esame con lo schermo di Hess è conservata soltanto l’abduzione dell’occhio paretico mentre i movimenti dell’occhio sano sono aumentati. Diplopia crociata al test del vetro rosso (sollevando la palpebra dell’occhio paralizzato): falsa immagine in alto e all’esterno. PAC ruotata verso l’occhio sano Paralisi del retto superiore: deficit di elevazione in abduzione nell’occhio colpito. In pp ipotropia ed exciclotorsione per iperfunzione del retto inferiore omolaterale. Ipotropia che auments nel tentativo di portare l’occhio in alto e in abduzione e in questa posizione si può evidenziare l’iperfunzione del piccolo obliquo controlaterale (sinergista). PAC ruotata verso il lato paretico . Per la mancata elevazione del globo oculare può essere presente anche una lieve debolezza del muscolo elevatore della palpebra: psudoptosi che si evidenzia durante la fissazione dell’occhio non paretico. Test del vetro rosso: diplopia verticale che si accentua in alto e all’esterno e presenata una componente torsionale. Allo schermo di Hess si evidenzia iperfunzione del retto inferioe omolaterale (antagonista), iperfunzione poiccolo obliquo controlaterale (sinergista), ipofunzione del sinergista dell’antagonista cioeè GO controlaterale. Paralisi del III • La disposizione del nucleo del III spiega la rarità di una paralisi nucleare completa e la maggior frequenza di forme incomplete (paralisi nucleari parziali o fascicolari mesencefaliche). Si tratta di una struttura compatta a lato della linea mediana a livello della porzione rostrale del mesencefalo. Questa struttura contiene i nuclei motori e neurovegetativi del III nc. Le fibre che originano dalle colonne cellulari costituiscono la porzione fascicolare del nervo che attraversa il mesencefalo, il nucleo rosso, la substantia nigra, emergendo dalla fossa interpeduncolare prosegue in avanti al di sotto dell’arteria cerebrale posteriore e lateralmente alla comunicante posteriore, perfora la dura ed entra nel seno cavernoso. Le fibre pupillari decorrono superficialmente nella porzione dorso-mediale del nervo. A livello della fessura orbitaria superiore entra nell’orbita con una branca superiore (MRS) e inferiore (MRM, MRI, MPO, fibre pupillomotrici). • Paralisi intrinseche: Lesioni del tratto del nervo tra l’emergenza nel tronco cerebrale e l’ingresso nel seno cavernoso: le fibre autonome sono disposte più superficialmente. Accade l’inverso per il tratto dopo il seno cavernoso. Il 3° nervo cranico Il seno cavernoso Esempio: caduta da cavallo • Contusione temporo• Paresi parziale del III n.c. destro: exo-ipotropia OD, polare destra, edema deficit di elevazione OD. cerebrale, ictus ischemico • Anisocoria, pupilla destra in ACM dx da occlusione midriasi, non reagente al della arteria carotide fotostimolo • Variazione dell’ampiezza della interna destra, frattura rima palpebrale nello sguardo osso mascellare e ponte orizzontale probabilmente per zigomatico destro, trauma rigenerazione aberrante. toracico. • SAod: disepitelizzazione corneale centrale ed inferiore • Emiplegia sinistra (S di • Vod: visus spento; Vos: 10/10 Weber il III è leso nel cc punto in cui attraversa il • Fod: atrofia ottica peduncolo cerebrale) • Pev pattern non registrabili a destra. • Deficit VII n.c. destro Caduta da cavallo: esiti Emicrania oftalmoplegica • Forma particolare di emicrania con aura nel bambino. Si caratterizza per: • età precoce di esordio (prima dei 12 anni) • paralisi di uno o più nervi cranici (per lo più il III, ma anche IV o VI) in assenza di lesioni intracraniche dimostrabili • ptosi palpebrale, midriasi • dolore localizzato all’occhio, intorno ad esso o alle tempie, omolaterale alla ptosi, nausea, vomito • Dolore che si risolve appena inizia l’oftalmoplegia • durata dell’oftalmoplegia variabile da ore a settimane • frequenza variabile • spesso sostituita da emicrania senz’aura • Raramente pupillotonia durante l’attacco o residua. Alterazione del riflesso alla luce d. Dorsal midbrain lesions • Pinealoma (giovani maschi) e idrocefalo (bambino) le cause più frequenti. • Lesione dell’area pretettale. • Bilaterale. Pupilla in media midriasi, con riflesso alla luce assente (o quasi) e normale riflesso per vicino. • Parinaud syndrome: inoltre, paralisi sopranucleare dello sguardo verso l’alto o dei saccadici verticali (lesione del nucleo interstiziale di Cajal e MRF), retrazione palpebrale (segno di Collier), deficit di convergenza e nistagmo retrattivo o in convergenza nei tentativi di sguardo verso l’alto, in alcuni casi paresi dell’accomodazione e spasmo accomodativo (incapacità di rilasciare l’accomodazione dopo un periodo di visione per vicino). • In situazioni lievi, il paziente può presentare solo visione sfocata e diplopia per vicino, accompagnate da difficoltà nel rivolgere lo sguardo verso l’alto. Sistema oculomotore • SRM=Sostanza Reticolare Mesencefalica • TQS=Tubercolo quadrigemino superiore • FLM=Fascicolo longitudinale mediale • nD=Nucleo di Darkshewitz • CP=Commissura posteriore • irFLM=Nucleo interstiziale rostrale FLM • iC=Nucleo interstiziale di Cajal MRF • Il nucleo interstiziale di Cajal (subito sotto la MRF e sopra il III) è sede dell’integratore neurale per movimenti verticali e torsionali. La sua lesione determina nistagmo. • La sostanza reticolare mesencefalica (MRF) è la sede del sistema premotore dei movimenti saccadici verticali. La sua lesione darà impossibilità ad effettuare saccadi verticali o paralisi dello sguardo, di solito verso l’alto. Sindrome di Parinaud (dorsal midbrain syndrome; Sylvian aqueduct syndrome) • • Malattia neurologica associata ad una lesione del tetto del mesencefalo. Si riscontra in pazienti giovani con tumori (della ghiandola pineale), nelle donne di 20-30 anni con SM, negli anziani per infarti (ischemici o emorragici) del tronco. La sintomatologia oculare migliora lentamente con la risoluzione del problema scatenante: nel bambino è spesso l’idrocefalo la causa della compressione; se viene derivato precocemente la sintomatologia può scomparire, se permane oltre i 6 mesi la sintomatologia permarrà. Sindrome di Parinaud (dorsal midbrain syndrome; Sylvian aqueduct syndrome) • Poiché la lesione che determina la paralisi dei movimenti oculari verticali volontari è adiacente alle vie pupillari, vi possono essere vari gradi di compromissione della convergenza, della funzionalità pupillare e dell’accomodazione. Caratterizzata da: – Paralisi dello sguardo coniugato verso l’alto (talora anche o verso il basso): 100% dei casi – Light-near dissociation delle pupille: 65% – Convergence-retraction nystagmus nei tentativi di saccadi verso l’alto: 88% Inoltre: – Retrazione palpebrale (segno di Collier per lesione sostanza grigia mesencefalica), anche in posizione primaria, evidente nello sguardo in basso: 20% – Paralisi del III, IV o VI n.c: 15%. Primo sintomo: diplopia (68%) o visione sfocata (25%). Sindrome di Parinaud (dorsal midbrain syndrome; Sylvian aqueduct syndrome) • • Nei casi di Sindrome con permanenza della paralisi dello sguardo verticale (caratterizzati da una chin-up PAC), sono stati proposti interventi chirurgici con lo scopo di ruotare meccanicamente il bulbo oculare verso l’alto: la trasposizione bilaterale verso l’alto dei muscoli retto mediale e laterale, la recessione del retto inferiore, la resezione del retto superiore (anche associata alla recessione dell’inferiore). Tutti si sono dimostrati utili non solo per il miglioramento della PAC, ma soprattutto per la netta riduzione del nistagmo in convergenza e/o retrattivo. Conclusione • Le alterazioni della motilità pupillare si associano spesso ad alterazioni oculomotorie (strabismo, deficit di convergenza) che determinano diplopia, talvolta solo per vicino. • Più raramente vengono coinvolte le capacità accomodative con conseguente sfocamento delle immagini per vicino. Conclusione • Una corretta diagnosi, riguardante tutti gli aspetti coinvolti, permette di intervenire in modo incisivo, tramite l’applicazione di prismi, la prescrizione di occhiali bifocali, l’esecuzione di interventi chirurgici, sulla qualità della vita di questi pazienti che, anche in giovane età, possono essere interessati da più o meno gravi danni neurologici permanenti. RINGRAZIO DELL’ATTENZIONE XXIV Incontro di Strabologia e Neuroftalmologia Bosisio Parini (LC), 11 marzo 2017