PUBBLICITÀ COMPARATIVA NEL SETTORE AGROALIMENTARE: OPPORTUNITÀ , PROBLEMATICHE, RECENTI SVILUPPI Avv. Elisabetta Mina 1 Fonti normative • Pubblicità Comparativa introdotta in Italia dal decreto legislativo n. 67/2000, recepimento della Direttiva 97/55/CEE • Successive integrazioni con il decreto legislativo 145/2007, attuazione dell’articolo 14 della direttiva 2005/29/CE 2 (segue…) Fonti Normative Art. 2598 - Atti di concorrenza sleale Compie atti di concorrenza sleale chiunque: 1) Usa nomi o segni distintivi idonei a produrre confusione con i nomi o con i segni distintivi legittimamente usati da altri, o imita servilmente i prodotti di un concorrente, o compie con qualsiasi altro mezzo atti idonei a creare confusione con i prodotti e con l'attività di un concorrente; 2) Diffonde notizie e apprezzamenti sui prodotti e sull'attività di un concorrente, idonei a determinare il discredito, o si appropria di pregi dei prodotti o dell'impresa di un concorrente; 3) Si vale direttamente o indirettamente di ogni altro mezzo non conforme ai principi della correttezza professionale e idoneo a danneggiare l'altrui azienda. 3 Definizione giuridica di Pubblicità Comparativa “Qualsiasi pubblicità che identifica in modo esplicito o implicito un concorrente o beni o servizi offerti da un concorrente.” Fonte normativa: Art. 2 del decreto legislativo 145/2007. 4 Pubblicità comparativa Diretta (detta anche nominativa) Pubblicità comparativa Indiretta 5 Pubblicità Comparativa Superlativa 6 Le condizioni di liceità della Pubblicità Comparativa Il legislatore ha inteso legalizzare la Pubblicità Comparativa per sfruttarne i vantaggi economici e liberalizzare il mercato ma ha anche posto una serie di vincoli, chiamati condizioni di liceità, per limitare fortemente questo particolare tipo di comunicazione pubblicitaria. Otto requisiti restrittivi e tassativi per un corretto utilizzo della Pubblicità Comparativa. 7 (segue…) Le condizioni di liceità della Pubblicità Comparativa La pubblicità: a) non è ingannevole; b) confronta beni o servizi che soddisfano gli stessi bisogni o si propongono gli stessi obiettivi; c) confronta oggettivamente una o più caratteristiche essenziali, pertinenti, verificabili e rappresentative, compreso eventualmente il prezzo, di tali beni e servizi; d) non ingenera confusione sul mercato tra i professionisti o tra l'operatore pubblicitario ed un concorrente o tra i marchi, le denominazioni commerciali, altri segni distintivi, i beni o i servizi dell'operatore pubblicitario e quelli di un concorrente; 8 (segue…) Le condizioni di liceità della Pubblicità Comparativa e) non causa discredito o denigrazione di marchi, denominazioni commerciali, altri segni distintivi, beni, servizi, attività o posizione di un concorrente; f) per i prodotti recanti denominazione di origine, si riferisce in ogni caso a prodotti aventi la stessa denominazione; g) non trae indebitamente vantaggio dalla notorietà connessa al marchio, alla denominazione commerciale ovvero ad altro segno distintivo di un concorrente o alle denominazioni di origine di prodotti concorrenti; h) non presenta un bene o un servizio come imitazione o contraffazione di beni o servizi protetti da un marchio o da una denominazione commerciale depositati. 9 Esempi – Smart vs. Fiat, Peugeot e Mini Cooper 10 Esempi – Coca-Cola vs. Pepsi 11 12 Esempi – Fiat 500 13 Esempi – Samsung vs. Apple 14 Esempi – Burger King vs. Mc Donald 15 Esempi – Plasmon vs. Barilla 16 Rimedi esperibili di fronte a: • AGCM – Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato • Tutela civilistica Artt. 20 e 21 cod. cons. e ex. Art 2598 c.c.) • IAP - Autodisciplina Pubblicitaria 17 THANK YOU! Elisabetta Mina [email protected] 18