Corso di Laurea in Odontoiatria e Protesi Dentaria PATOLOGIA GENERALE ___________________________________________________________________________________________________ Salvatore Meola, S.C. Anestesia e Rianimazione, Azienda Osped.-Univ. “OO.RR.” di Foggia [email protected] 1 Azione patogena delle radiazioni … AZIONE PATOGENA DEI MICRORGANISMI 2 Azione patogena dei microrganismi … AZIONE PATOGENA DEI MICRORGANISMI Si manifesta con la capacità di batteri e virus di generare infezioni localizzate (ascessi) o generalizzate (malattie infettive). Il trasferimento dell’agente eziologico dalla sorgente d’infezione può avvenire per contagio (trasferimento da una persona all’altra), oppure per trasmissione attraverso agenti vettori. Tutte le malattie sono trasmissibili; non tutte le malattie sono contagiose. 3 Azione patogena dei microrganismi … CONTAGIO E TRASMISSIONE 4 Azione patogena dei microrganismi Il contagio Koch infettò dei topi inoculando in essi il sangue prelevato da pecore morte per infezione da Bacillus Anthracis. Trasportò l’infezione per 20 volte da topo a topo, dimostrando in tutti i casi la presenza del bacillo nel sangue. Riuscì ad isolare il microrganismo in cultura pura e a riprodurre la malattia con la inoculazione delle culture del microrganismo. 1843-1910 5 Azione patogena dei microrganismi Il contagio I POSTULATI DI KOCH 1. Il microrganismo deve essere trovato in tutti i casi della malattia in questione e la sua distribuzione deve corrispondere alle lesioni osservate 2. Il microrganismo deve essere isolabile dalle lesioni e potersi coltivare in vitro 3. L’inoculazione in vivo della cultura pura deve riprodurre la stessa malattia. Criterio aggiuntivo: “deve verificarsi reazione immunologica tra il microrganismo in causa e l’organismo ospite, nonché la dimostrazione dell’agglutinazione del microrganismo stesso da parte del siero del paziente”. 6 Azione patogena dei microrganismi Il contagio RELATIVITA’ DEI POSTULATI DI KOCH 1. Le tecniche di laboratorio possono essere inadatte ad isolare ed identificare il microrganismo (piccole quantità ed associazione ad altri microrganismi) 2. Si può avere la presenza di microrganismi senza che vi sia malattia (portatore sano) 3. Può mancare la presenza del microrganismo nella sede delle lesioni (es.: difterite) 4. Nell’infezione botulinica: le lesioni sono causate dall’ingestione di alimenti contenenti la sola tossina. In questo caso, più che un’infezione, si tratta di un’intossicazione. 7 Azione patogena dei microrganismi Il contagio COROLLARIO AL PRIMO POSTULATO DI KOCH PRIMO POSTULATO DI KOCH 1. Il microrganismo deve essere trovato in tutti i casi della malattia in questione e la sua distribuzione deve corrispondere alle lesioni osservate COROLLARIO AL PRIMO POSTULATO DI KOCH Nei tessuti sani non dovrebbero mai essere presenti microrganismi patogeni. Ciò può verificarsi, ma senza malattia, come accade per es. per il Clostridium Tetani che, penetrato nell’organismo, ha bisogno che nel tessuto si stabiliscano condizioni adatte. 8 Azione patogena dei microrganismi Il contagio Conclusioni … 1. I microrganismi possono essere associati con l’organismo animale anche senza produrre lesioni o malattie 2. Tra organismo e parassita si instaura inizialmente un equilibrio dinamico; la malattia si avrà solo quando questo equilibrio viene alterato. 3. I momenti necessari affinché possa verificarsi la malattia sono tre: a)- il microrganismo deve entrare in contatto con l’ospite (contagio). b)- il microrganismo deve penetrare nel tessuto (infezione). c)- l’equilibrio parassita/ospite deve modificarsi consentendo la comparsa di una lesione locale o di una malattia. 9 Azione patogena dei microrganismi Infezione e malattia INFEZIONE E MALATTIA INFETTIVA 10 Azione patogena dei microrganismi Infezione e malattia In seguito al contatto fra l’organismo ed agente patogeno, si po’ avere la comparsa di un’infezione dalla quale può avere origine una malattia infettiva. Infezione: presenza del microrganismo nell’ospite, ovvero, invasione dei tessuti da parte di un microrganismo patogeno. Dopo essere penetrati nell’ospite, possono rimanere in esso in maniera silente per un periodo transitorio o permanentemente (periodo di incubazione – infezioni asintomatiche in soggetti portatori silenti). Commensalismo: colonizzazione da parte di batteri potenzialmente patogeni (streptococco viridans nel cavo orale; strepto e stafilococchi nel naso-faringe e sulla cute). Batteriemia: disseminazione dei microrganismi ovvero moltiplicazione e diffusione in circolo in assenza di sintomatologia. Setticemia: invasione massiva dell’organismo (nel sangue e nei tessuti) da parte di microrganismi patogeni proliferanti. 11 Azione patogena dei microrganismi Infezione e malattia Penetraz. microrg. nei tessuti Situazione di equilibrio Intervento difese organismo Effetti tossine batteriche Lesione localizzata (ascesso) Malattia infettiva Effetti reaz. immunolog. (Ipersensibilità) Effetti sostanze tessutali (Pirogeni endogeni, sostanza vasoattive , enzimi lisosomiali) Interferenza fra microrg. e metabol. cellulare 12 Azione patogena dei microrganismi Trasmissione Sorgenti dell’infezione •Un altro uomo ammalato •Un portatore sano •Animali o insetti •Cibi 13 Azione patogena dei microrganismi Trasmissione MODALITA’ DI TRASMISSIONE 1. Contatto diretto (TBC, sifilide, blenorragia) 2. Trasmissione per via congenita (sifilide con trasmissione materno-fetale) 3. Contatto con oggetti (per microrganismi molto resistenti) 4. Trasmissione mediante alimenti 5. Artropodi (che effettuano il trasporto meccanicamente o permettono la moltiplicazione del microrganismo nei propri tessuti) 6. Attraverso l’aria (bacillo della pertosse) 14 Azione patogena dei microrganismi Trasmissione 15 Azione patogena dei microrganismi Trasmissione 16 Azione patogena dei microrganismi Trasmissione 17 Azione patogena dei microrganismi Potere invasivo POTERE INVASIVO Il potere invasivo di un microrganismo esprime, in condizioni idonee alla moltiplicazione, la capacità del microrganismo stesso di vincere le resistenze dell’ospite e procurare danno all’organismo. L’attraversamento dei tessuti è un requisito fondamentale ma, in alcuni casi, non indispensabile (per es.: vibrio cholerae) 18 Azione patogena dei microrganismi Potere invasivo Il vibrione del colera si accresce nel lume intestinale dell’ospite e danneggia le cellule epiteliali della mucosa alla quale aderisce (senza oltrepassare la membrana basale dell’epitelio di rivestimento) 19 Azione patogena dei microrganismi Potere invasivo La diffusione del microrganismo dipende da molteplici fattori: • Dall’anatomia della porta d’ingresso, dal suo drenaggio e dalle condizioni vascolari • Dalla presenza di sufficienti ed idonee sostanze nutritive • Dalla presenza di traumi superficiali, depressione della reattività immunologica, e da tutti quei fattori che consentono ai microrganismi commensali di diventare patogeni. CONCLUSIONI Le manifestazioni patologiche cliniche dell’infezione dipendono dalla VIRULENZA dei microrganismi, dalla NATURA e dalla RISPOSTA dell’ospite e dalle CARATTERISTICHE ANATOMICHE e FUNZIONALI della sede dell’infezione. 20 Relazioni microrganismo-ospite … RELAZIONI MICRORGANISMO-OSPITE L’organismo si oppone all’invasione batterica mediante i suoi normali meccanismi di difesa: 1. Fattori meccanici 2. Fattori chimici 3. Fattori biologici 4. Attività antibiotica svolta dai microrganismi commensali 5. Fattori anatomici (meningococco e pneumococco) 21 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica LE CARATTERISTICHE DEI FATTORI MECCANICI 1. Integrità delle superfici di rivestimento 2. Fenomeno di desquamazione degli epiteli di rivestimento 3. Continuo lavaggio delle superfici di rivestimento mediante secrezioni mucose 22 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica LE CARATTERISTICHE DELLA BARRIERA La cute La funzione di protezione della cute si esplica in vari modi: 1. Fenomeni di desquamazione 2. Secchezza 3. pH basso (3,5 – 5,0) 4. Secrezione di acidi grassi (es.: ac. Oleico) 5. Produzione di fattori antibatterici (es: lisozina) 23 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica Alcuni esempi: Umidità reg. ascellare ed inguinale; Ph alcalino Condizioni favorenti la proliferazione batterica Macerazione cute Favorisce infezione da leptospira Deficit da Vit. A Predisposizione infez. cutanee Danneggiamento trofismo cute 24 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica LE CARATTERISTICHE DELLA BARRIERA La congiuntiva La funzione di protezione della cute si esplica in vari modi: Lacrime: AZIONE MECCANICA – le lacrime diluiscono l’agente lesivi e lo eliminano Lisozima: Attacca i mucopolisaccaridi della superficie dei batteri GRAM+ Vitamina A: contribuisce a mantenere elevata la concentrazione del lisozima. La sua carenza predispone alle infezioni da germi piogeni. 25 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica LE CARATTERISTICHE DELLA BARRIERA La mucosa respiratoria Meccanismi di difesa Fosse Nasali e Nasofaringe 1. Disposizione anatomica delle cavità nasali la cui irregolarità e tortuosità ostacola il contatto tra i microrganismi e la mucosa 2. Secrezione di muco 3. Movimento delle ciglia vibratili 4. Produzione di lisozima ed anticorpi 26 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica Trachea e bronchi 1. Secrezione di muco 2. Movimento delle ciglia vibratili verso il laringe 3. Riflesso della tosse Il 90% dei microrganismi viene intercettato e neutralizzato a livello delle vie aeree superiori. A livello delle vie aeree inferiori, prevalgono i fenomeni di fagocitosi che consentono a fagociti, microfagi e macrofagi a trasferire il materiale estraneo fino ai linfonodi regionali intrapolmonari, ilari e mediastinici. 27 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica LE CARATTERISTICHE DELLA BARRIERA La mucosa dell’apparato digerente Meccanismi di difesa Cavità orale e regione gastrica 1. Epitelio pluri-stratificato che si assottiglia a livello delle tonsille 2. Azione batteriostatica della saliva (lisozima) ed azione meccanica (lavaggio continuo) 3. Antagonismo batterico (streptococchi vs meningococchi) 4. pH acido cavità gastrica 28 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica LE CARATTERISTICHE DELLA BARRIERA La mucosa dell’apparato urogenitale Meccanismi di difesa • pH acido • Antagonismo batterico 29 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica REAZIONI ASPECIFICHE DI DIFESA DELL’ORGANISMO Febbre È causata da a)- metaboliti batterici (pirogeni esogeni) b)- pirogeni endogeni liberati da neutrofili e/o tessuti lesi c)- stimolazione del sistema termoregolatore da a+b Leucocitosi i leucociti sono chiamati da sostanze chemiotattiche liberati da microrganismi e tessuti. Nelle infezioni acute è più frequente la neutrofilia; nelle infezioni croniche è più frequente la linfocitosi. Leucopenia: è segno di incapacità del midollo osseo a rispondere adeguatamente ad una infezione. È causata da tossine batteriche e si manifesta, generalmente, nelle infezioni massive causate da organismi molto virulenti. 30 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica Aumento velocità di eritrosedimentazione: conseguenza della riduzione delle albumine ed incremento delle globuline plasmatiche, con spostamento dell’equilibrio tra proteine e globuli rossi e formazione di rouleaux di eritrociti. Un aumento della VES è caratteristica delle malattie infettive. La VES o velocità di eritrosedimentazione (velocità di sedimentazione degli eritrociti) è un esame che si effettua sul sangue, reso incoagulabile e messo in una pipetta graduata di piccolo calibro in posizione verticale, determinando la velocità con cui i globuli rossi si separano dal plasma depositandosi sul fondo. Dopo 60 minuti si misura in millimetri l'altezza della colonna che si è formata. 31 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica Nella pipetta, la sedimentazione dei globuli rossi è determinata dalla loro capacità di aggregarsi formando i cosiddetti rouleaux, cioè pile di cellule (paragonabili a pile di monetine) in cui i vari elementi sono legati tra loro non da anticorpi o da legami chimici, ma semplicemente da attrazione tra le superfici. In condizioni normali, la capacità di aggregarsi è relativamente bassa perché tra i globuli rossi esistono delle forze di repulsione che li tengono sospesi nel plasma. Se nel sangue la presenza di globuline o di fibrinogeno è molto alta, i rouleaux si formano più facilmente e, di conseguenza, la VES aumenta. La presenza di macromolecole riduce infatti le forze di repulsione che allontanano i globuli rossi uno dall'altro, così come la riduzione del rapporto volumetrico tra globuli rossi e plasma e l'aumento della viscosità plasmatica. 32 Relazioni microrganismo-ospite Fibrinolisi: Barriera meccanica prodotti di origine batterica attivano la conversione sella profibrinolisina a fibrinolisina. La fibrinolisi contribuisce alla produzione della formazione di trombi nei tessuti sede dell’infezione, favorendo la diffusione dei microrganismi. 33 Relazioni microrganismo-ospite Barriera meccanica REAZIONI SPECIFICHE DI DIFESA DELL’ORGANISMO Sono in rapporto all’azione patogena specifica svolta dai microrganismi e consistono nelle reazioni immunitarie. CONCLUSIONI: Affinché un microrganismo possa produrre una lesione nell’ospite è necessario che sia: 1. Trasmissibile 2. Invasivo 3. Patogeno 34 Azione patogena Patogenicità LA PATOGENICITA’ È la capacità di un microrganismo di determinare la comparsa di un fenomeno patologico, di una lesione o di una malattia. È un attributo della specie, a differenza della VIRULENZA che è una caratteristica di un determinato ceppo. Il diverso grado di patogenicità dipende da: • Metabolismo e dalla composizione chimica dei batteri (es.: contenuto di polisaccaridi nella capsula dei vari ceppi di pneumococchi) • Velocità di moltiplicazione del microrganismo • Interferenza con le funzioni di organi vitali • Produzione di tossine batteriche 35 Azione patogena Patogenicità In base al potere moltiplicativo, a quello invasivo e a quello tossico, i microrganismi possono essere suddivisi in tre gruppi principali: Gruppo 1 microrganismi che producono tossine estremamente potenti che diffondono rapidamente nell’organismo ospite. La sede del microrganismo rimane limitata. (Cl. Tetani; Cl. Botulinico; Cl. Diphtheriae). Gruppo 2 microrganismi provvisti sia di capacità invasiva che di potere tossico. (Streptococchi, stafilococchi, salmonelle) Gruppo 3 microrganismi che producono effetti lesivi solo dopo essersi attivamente moltiplicati. Possono causare infezioni mortali ma solo dopo aver raggiunto un grado enorme di moltiplicazione. (vibrioni del colera, pneumococchi) 36 Azione patogena Tossine LE TOSSINE Sono prodotti del metabolismo batterico e, dal punto di vista chimico, possono essere distinte in: • Proteine semplici (esotossine o tossine). A)- generalmente prodotte da germi GRAM+ B)- termolabili C)- hanno un’azione farmacologica specifica • Proteine coniugate o complessi polimolecolari (endotossine) A)- contenuto variabile di proteine, fosfolipidi e polisaccaridi B)- generalmente prodotte da germi GRAMC)- sono meno tossiche delle esotossine D)- causano sempre gli stessi effetti lesivi. 37 Azione patogena Tossine LE ESOTOSSINE In base alla sede d’azione preminente, possono essere distinte in: 1. Citotossine generali (t. difterica) 2. Neurotossine (t. tetanica) 3. Enterotossine (t. colera) 4. Emolisine (t. tetanica) 38 Azione patogena Tossine TOSSINE CITOTOSSICHE GENERALI Tossina Difterica Il Corynebacterium diphtheriae, batterio a forma di clava, è caratterizzato da una modesta invasività locale; si localizza nelle strutture delle alte vie respiratorie, potendo infettare la mucosa di faringe (angina maligna, sede più frequente), laringe o delle cavità nasali, più raramente colonizza la mucosa oculare o la cute. Sintomi: 1. Infiammazione locale con tono nasale della voce 2. Dopo alcune settimane: coinvolgimento nervi cranici (diminuita sensibilità del palato, paralisi di velopendulo, mm. faringei e laringei, deficit dell’accomodazione e paresi m. oculomotori 3. 8-12 settimane: neuropatia sensitivo-motoria prevalentemente distale 4. Riflessi tendinei ridotti o assenti 5. Linfocitosi e iperproteinemia del liquor cefalo-rachidiano 6. Marcato rallentamento della velocità di conduzione nervosa 39 Azione patogena Tossine La tossina, di tipo A-B, è sintetizzata come unico peptide: Peptide A – porzione con l’azoto terminale, resistente alla degradazione, che esercita l’azione tossica Peptide B – porzione con il carbonio terminale, che serve a legare la tossina ai recettori delle cellule bersaglio, facilitando così la penetrazione all’interno di queste del solo peptide A. Svolge la sua azione patogena inibendo la sintesi di costituenti della guaina mielinica. Il danno si localizza soprattutto a livello dei gangli del S.N.P. e delle radici spinali. La principale alterazione consiste nella demielinizzazione senza reazione infiammatoria e con mantenimento della integrità assonale. Se non sopraggiunge la morte per miocardiopatia o paralisi dei mm. respiratori l’evoluzione del disturbo nervoso consiste in una lenta regressione della sintomatologia La terapia con antitossina entro le prime 48 ore dall’esordio clinico permette una riduzione dell’incidenza e della gravità delle complicanze 40 Azione patogena Peptide A Tossine Peptide B La tossina prodotta è in grado di legare specifici recettori presenti nella membrana cellulare provocandone l'internalizzazione nel citoplasma con rilascio della subunità tossinica A, in grado di interferire irreversibilmente con i 41 processi di sintesi proteica; ne deriva l'arresto delle funzioni cellulari, con tossicità e necrosi. Azione patogena Tossine La tossina è responsabile di un'intensa tossicità locale, con formazione di "pseudomembrane", indice di necrosi tissutale locale, tenacemente adese alle mucose infette e di tossicità sistemica con miocardite, neurite e sofferenza di vari organi (reni, fegato,surreni). 42 Azione patogena Tossine NEUROTOSSINE Tossina Tetanica Spora Bacillo 43 Azione patogena Tossine NEUROTOSSINE Tossina Tetanica Il bacillo di Nicolayer (Clostridium tetani) è un bacillo del genere Clostridium ed è responsabile del tetano. È un bacillo di 0,6-1,4 µm per 3,0-20 µm, che si colora debolmente di con la colorazione di Gram, anerobio obbligato, mobile per la presenza di flagelli, privo di capsula e sporigeno. Produce due tossine: la tetanolisina e la tetanospasmina. 44 Azione patogena Tossine Tetanolisa: È una emolisina ossigeno labile che si ritiene che abbia la capacità di lisare eritrociti, piastrine e leucociti, agendo come destabilizzante della membrana plasmatica. Tetanospasmina: Termolabile, è una delle tossine più potenti in assoluto. Anch’essa è del tipo AB: la sub unità B è in grado di legare il recettore cellulare (GM2) e di promuovere l'internalizzazione della sub unità A (active) all'interno della cellula; questa, sotto forma di vescicola endocitotica, risale lungo le giunzioni neuronali fino al sistema nervoso centrale. 45 Azione patogena Tossine La tossina agisce con meccanismo stricnino-simile, bloccando la normale azione post-sinaptica esercitata dai neurotrasmettitori che inibiscono la contrazione muscolare (non permettendo quindi il continuo rilascio di acetilcolina, neurotrasmettitore che rilasciato da terminazioni nervose favorisce la contrazione muscolare) . In questo modo si ha uno spasmo muscolare continuo e doloroso che interessa tutti i muscoli del corpo, partendo dal viso fino agli arti. La morte può giungere per interessamento dei muscoli respiratori che rimangono contratti e impossibilitano la respirazione 46 Azione patogena Sintomatologia: Tossine Periodo di incubazione: 2-56 giorni (in media 14 gg.) Sintomi prodromici: • Cefalea • Febbricola • Dolorabilità porta di ingresso 1. TETANO LOCALIZZATO: Rigidità muscolare distrettuale (tetano cefalico, toracoaddominale, degli arti) 2. TETANO GENERALIZZATO: a)- spasmo dei muscoli attorno alla ferita b)- trisma e contrazioni generalizzate c)- convulsioni tossiche generalizzate d)- morte per insufficienza respiratoria 47 Azione patogena Tossine Diagnosi: Facile nel periodo di stato. Nella fase prodromica: necessaria la diagnosi differenziale con i disturbi di deglutizione e gli spasmi della muscolatura respiratoria della rabbia ovvero da manifestazioni simili in corso di meningiti ed encefaliti. Nell’avvelenamento da stricnina, mancano sempre febbre e trisma. 48 Azione patogena Tossine Decorso: Forme lievi: prognosi benigna (guarigione in 2-4 settimane) Forme medie: prognosi riservata Forme gravi: evoluzione rapidamente fatale 49 Azione patogena Tossine Terapia: 1. Ricovero in terapia intensiva 2. Controllo della respirazione (tracheotomia) e riduzione stimoli ambientali 3. Eliminazione focolaio tetanigeno e neutralizzazione della tetanospasmina libera mediante immunoglobuline umane specifiche 4. Trattamento delle contratture muscolari mediante barbiturici, benzodiazepine, ecc. 5. Antibioticoterapia con penicillina G elettiva per il germe. 50 Azione patogena Tossine 51 Azione patogena Tossine ENTEROTOSSINE Il colera Il colera è una malattia infettiva del tratto intestinale, altamente contagiosa, causata da un batterio Gram-negativo a forma di virgola: il Vibrio cholerae (identificato per la prima volta nel 1859 dall'anatomista italiano Filippo Pacini), aerobio, asporigeno, di forma ricurva (“a virgola”), dotato di un ciglio polare che gli conferisce mobilità. Si conoscono circa 200 sierotipi di vibrione del colera ma di essi solamente il sierotipo O1 ed O139 sono responsabili di epidemie Il batterio si trasmette per via oro-fecale, tramite l'ingestione di acqua o cibi contaminati da esso, ma anche per contagio diretto. Il serbatoio principale è quasi esclusivamente umano, ivi compresi i portatori sani (vibrione presente nelle feci). I molluschi, a causa della loro azione filtrante, sono in grado di accumulare al loro interno un buon numero di vibrioni, costituendo, così, un buon mezzo d'infezione qualora siano consumati crudi o poco cotti. Generalmente la dose infettante del batterio è piuttosto elevata (circa un milione di vibrioni) . 52 Azione patogena Tossine I vibrioni del colera rimangono all'interno del lume intestinale aderendo ad esso tramite il ciglio polare e secernono una specifica tossina detta tossina colerica (CT). Questa è formata da due sub unità dette A (divisa in due componenti A1 ed A2 legate da un ponte disolfuro) e dalla sub unità B che è formata da cinque polipeptidi uguali, i quali si legano ai carboidrati del ganglioside GM1 situato sulla superficie delle cellule dell'epitelio (recettori di membrana). Una volta che la tossina è penetrata nella cellula, il ponte disolfuro della sub unità A viene scisso, liberando, così, le due frazioni A1 ed A2. Di queste, la frazione A1 in particolare attiva l’adenil-ciclasi delle cellule della mucosa intestinale, causando l’abnorme riduzione di cAMP ed una ipersecrezione di acqua ed elettroliti nel lume intestinale. Pertanto, la diarrea, caratteristica di questa malattia è un fenomeno attivo e non la conseguenza di una alterata permeabilità cellulare e/o capillare. 53 Azione patogena Tossine Quadro clinico: Periodo di incubazione: 24-72 ore Periodo di stato: • Esordio brusco con diarrea profusa e acquosa caratterizzata da ripetute e numerose evacuazioni non dolorose, accompagnate da tenesmo. La presenza di grandi quantità di vibrioni conferisce alle evacuazioni il tipico aspetto ad “acqua di riso”. • Crampi muscolari da ipokaliemia e sete intensissima • Sudorazione fredda e viscida in assenza di febbre (algidismo) • Se disidratazione troppo rapida = shock ipovolemico (polso piccolo e frequente, vasocostrizione periferica, spiccata emoconcentrazione, oligoanuria) • Nel paziente molto sofferente: facies a mummia ed addome a barca pur in assenza di reazioni infiammatorie peritoneali. 54 Azione patogena Tossine Esami di laboratorio e diagnosi: • Emoconcentrazione • Diminuzione elettroliti plasmatici • Iperazotemia e acidosi metabolica • Isolamento del vibrione mediante colture per arricchimento delle feci • Osservazione del vibrione mediante esame microscopico diretto. Decorso e prognosi: L’evoluzione della malattia non trattata è la morte in poche ore o alcuni giorni (shock ipovolemico, acidosi metabolica ed IRA) Il ripristino dell’equilibrio idroelettrolitico riduce la mortalità a meno dell’1%. Terapia: Infusionale + profilassi antibiotica mirata 55 Azione patogena Tossine 56 Azione patogena Tossine LE ENDOTOSSINE Sono costituenti chimici dei batteri, parti integranti della struttura della parete e vengono liberate dopo la distruzione del batterio stesso. Generalmente sono complessi di fosfolipidi, polisaccaridi e proteine, si riscontrano quasi esclusivamente nei GRAM-, hanno un’attività biologica molto varia ed un’azione citotossica scarsamente specifica. Esplicano la propria azione solo se presenti in quantità sufficientemente alta e gli effetti biologici sono estremamente vari: (febbre, diarrea, ipotensione, shock, ecc.). Inizialmente la loro azione consegue alla liberazione di mediatori chimici della flogosi (istamina, serotonina e complemento), successivamente l’azione è mediata dalle prostaglandine. 57 Azione patogena Tossine Effetti delle endotossine Febbre: compare dopo 90’ dalla somministrazione endovenosa ed è la conseguenza della liberazione di pirogeni endogeni da parte dei leucociti. I neutrofili, fagocitando le endotossine, vengono danneggiati e, lisandosi, liberano i pirogeni endogeni Neutropenia: la iniezione endovenosa di endotossine, provoca la marginazione dei neutrofili soprattutto in corrispondenza del distretto vascolare polmonare. Dura circa 3-6 ore ed seguita da leucocitosi. Ipotensione e shock: sono dovuti a diminuzione del ritorno venoso per raccolta di sangue nel sistema portale, causata dalla contrazione delle vene epatiche da istamina. Coagulazione: si ha un primo periodo di latenza con aumento della coagulabilità, a cui segue un secondo periodo di ipocoagulabilità con trombocitopenia, fibrinogenopenia,ecc. 58 Azione patogena dei virus … AZIONE PATOGENA DEI VIRUS 59 Azione patogena dei virus … I virus sono un complesso organizzato di macromolecole biologiche (soprattutto acidi nucleici e proteine) che formano un aggregato ben visibile al microscopio elettronico e, talvolta, anche al microscopio ottico. Hanno la capacità di replicarsi ma hanno la necessità di utilizzare i meccanismi bioenergetici della cellula ospite. Per questo motivo i virus sono considerati parassiti intracellulari obbligatori. 60 Azione patogena dei virus … 3)- Acido nucleico centrale (DNA o RNA) detto core 4)- Rivestimento esterno proteico capside La forma extracellulare di alcuni virus prende il nome di “virion” ed ha un rivestimento esterno derivato dalla membrana della cellula ospite (“envelope”). 61 Azione patogena dei virus … Nei virus dei batteri (batteriofagi) l’acido nucleico è il DNA Nei virus delle cellule vegetali l’acido nucleico è l’RNA 62 Azione patogena dei virus … I virus hanno grandezza e complessità variabile a seconda dl contenuto di acidi nucleici. Possono avere forme diverse (allungata, cilindrica, sferoidale, icosaedrica), risultato dell’aggregazione di sub unità proteiche che rivestono il core. VIRUS DEL MOSAICO DEL TABACCO Ha un peso molecolare di 17.500 e la sua proteina è costituita da piccoli monomeri che si associano in trimeri che, a loro volta, si dispongono in strati di dischi sequenziali fino a costituire il rivestimento proteico della molecola di DNA 63 Azione patogena dei virus … I virus possono replicarsi solo all'interno di una cellula ospite (parassiti intracellulari obbligatori); la moltiplicazione avviene però solamente nelle cellule suscettibili al virus, cioè provviste di specifici recettori superficiali e in grado di compiere le fasi replicative del suo genoma . Il processo moltiplicativo si divide in varie fasi: 1. attacco o adsorbimento del virus alla membrana cellulare; 2. penetrazione del virus o del suo acido nucleico nel citoplasma della cellula; 3. svestimento o eclissi (perdita degli involucri virali ed esposizione dell'acido nucleico); 4. replicazione (integrazione dl genoma virale in quello della cellula ospite e sintesi delle macromolecole, cioè DNA, RNA e proteine virali); 5. assemblaggio (formazione all'interno della cellula - nel nucleo o nel citosol del capside; all'interno di questo involucro si inserisce il DNA virale formando il nucleocapside); 6. liberazione o fuoriuscita del virus dalla cellula. 64 Azione patogena dei virus DNA virus … RNA virus Herpes-virus Mixovirus Adenovirus Arbovirus Papovavirus Reovirus Poxvirus Picornavirus 65 Azione patogena dei virus … HERPES VIRUS agenti eziologici della varicella, dell’herpes zoster e simplex, della cheratocongiuntivite erpetica, ecc. ADENOVIRUS: infezioni delle vie respiratorie caratterizzate da faringiti ed adenopatie PAPOVAVIRUS: agenti eziologici delle verruche POXVIRUS: agenti eziologici del vaiolo e del mollusco contagioso (dermatite cronica a carattere proliferativo dell’epidermide, tipico di bambini ed adolescenti) MIXOVIRUS: affezioni vie respiratorie ARBOVIRUS: encefaliti, meningoencefaliti, febbre gialla, ecc. REOVIRUS: comune raffreddore PICORNAVIRUS: agente eziologico della maggior parte delle malattie infettive virali. 66 Azione patogena di virus … 67 Azione patogena di virus … TRASMISSIONE DEL VIRUS La forma virale capace di penetrare nelle cellule dopo aver superato le barriere è il virion. La porta d’ingresso è costituita generalmente dalla cute e dalle mucose (app. respiratorio, mucosa gastrointestinale, mucosa congiuntivale …); solo raramente è costituita dal sistema nervoso. MODALITA’ DI TRASMISSIONE 1. Contagio diretto da uomo a uomo 2. Trasmissione indiretta attraverso l’ambiente (arbovirus nella febbre gialla: dalla scimmia all’uomo mediante la puntura di zanzara) 68 Azione patogena di virus … EFFETTI DELLA PENETRAZIONE DEL VIRUS • Distruzione rapida della cellula ospite dopo la replicazione virale (virus del vaiolo) • Permanenza all’interno della cellula ospite in apparenti condizioni di simbiosi (virus citomegalico) • Esplicazione di effetti stimolanti (*) e citopatici (**) contemporaneamente • I papovavirus richiedono molti mesi/anni per maturare e svolgono un’azione stimolante la moltiplicazione della cellula ospite (verruche) (*) Effetto stimolante: si riferisce alla sola moltiplicazione cellulare e, generalmente, non si accompagna alla replicazione virale. (**) Effetto citopatico: insieme di cambiamenti morfologici che una cellula infetta da virus può assumere. È sempre preceduto dalla replicazione virale e la cellula ospite è definita “permissiva”. 69 Azione patogena di virus … LESIONI CELLULARI CAUSATE DAL VIRUS 1. Lesioni degenerativo-necrotiche (effetto citopatico) a)- fenomeni degenerativi citoplasmatici (degenerazione vacuolare) b)- fenomeni degenerativi nucleari (cromatolisi) c)- necrosi cellulare 2. Stimolazione abnorme della moltiplicazione cellulare (effetto stimolante) RISPOSTA DELL’ORGANISMO Risposta infiammatoria: infiltrazione di cellule mononucleate (linfociti e macrofagi, raramente neutrofili) 70