Data: 02/10/2015 | Fonte: Corriere del Trentino | Pagina: 2 | Autore: di Marika Damaggio | Categoria: Università di Trento «Ancora lontani dalla cura dell Hiv» Il presidente nazionale della Lila: «Passo in avanti, ma occorrono risorse» Trento Da una parte la velocità della ricerca, capace di saltare gli ostacoli uno dopo l'altro. Dall'altra, quasi a frenare l'avanzata dei progressi clinici, la scarsa informazione dei cittadini. Massimo Oldrini, presidente nazionale della Lega italiana per la lotta all'Aids (Lila) parte da qui, ovvero da quel «gap culturale», condito da una sorta di «miopia della politica», che avvolge il nostro Paese e inibisce la diffusione di percorsi scolastici mirati all'educazione alla sessualità. Investimenti che, sottolinea Oldrini, assumono rilevanza sociale e persino economica: «Non si vanificano quattrini -- dice sottolineando la rincorsa ai tagli quando si tratta di istruzione -- In realtà si risparmiano risorse destinate alle cure e ai trattamenti». Presidente, nei laboratori del cibio si è scoperta una proteina cellulare che può bloccare la diffusione del virus Hiv. Quanto sono attese simili evidenze e quanto possono incidere nel percorso della ricerca clinica? «Sono risultati indubbiamente importanti, sono nuove piste di lotta alla replicazione virale e sono nuove opportunità di cura. La ricerca scientifica ha fatto balzi da gigante nella lotta contro l'Hiv: ormai ci sono terapie che aggrediscono il virus, impedendone la replicazione e questa scoperta può aprire scenari migliorativi. Dobbiamo però stare attenti e non confonderci: siamo sulla buona strada ma siamo ancora lontani dalla cura dell'Hiv, ovvero dall'eradicazione del virus dall'organismo». Di Hiv si parla dagli anni Ottanta. La medicina ha fatto, come dice, «balzi da gigante». Ma quanto ancora dobbiamo conoscere dell'Hiv? Ancora: quanti miti e false notizie gravitano attorno al virus? «Di Hiv si parla pochissimo, eppure da dieci anni a questa parte l'Istituto superiore della sanità ci ricorda che ci sono 3000/4000 nuove diagnosi all'anno. Il virus si diffonde e la popolazione non ha occasione di riflettere e di capire come si contrae. Non ha nemmeno l'occasione di parlare del piacere sessuale e della sessualità. Dobbiamo ricordare, allora, che l'Hiv non è stato sconfitto. La miopia politica e le resistenze culturali non facilitano il percorso di consapevolezza». Dove cominciare, allora? Sono le agenzie di socializzazione primaria come la scuola i luoghi ideali per educare la popolazione? «Certo, dobbiamo riuscire a ottenere l'introduzione di percorsi alla sessualità o alla sentimentalità a partire dalle scuole elementari perché lo fanno tutti gli altri Paesi. Parlarne di più e correttamente: questa dovrebbe essere la priorità. Invece l'unico meccanismo noto consiste nel taglio agli investimenti legati all'istruzione. I passi avanti nella lotta contro l'Aids, dobbiamo ricordarlo, sono avvenuti a fronte di investimenti mirati. Non è questione di vanificare quattrini, al contrario: è un risparmio in cure, in trattamenti, in costi sociali e pensionistici. Serve però coraggio». il 02/10/2015 alle 10:09:51 Pagina 1/2 Data: 02/10/2015 | Fonte: Corriere del Trentino | Pagina: 2 | Autore: di Marika Damaggio | Categoria: Università di Trento Massimo Oldrini «Ancora lontani dalla cura dell’Hiv» di Marika Damaggio Il presidente nazionale della Lila: «Passo in avanti, ma occorrono risorse» TRENTO Da una parte la velocità della ricerca, capace di saltare gli ostacoli uno dopo l’altro. Dall’altra, quasi a frenare l’avanzata dei progressi clinici, la scarsa informazione dei cittadini. Massimo Oldrini, presidente nazionale della Lega italiana per la lotta all’Aids (Lila) parte da qui, ovvero da quel «gap culturale», condito da una sorta di «miopia della politica», che avvolge il nostro Paese e inibisce la diffusione di percorsi scolastici mirati all’educazione alla sessualità. Investimenti che, sottolinea Oldrini, assumono rilevanza sociale e persino economica: «Non si vanificano quattrini — dice sottolineando la rincorsa ai tagli quando si tratta di istruzione — In realtà si risparmiano risorse destinate alle cure e ai trattamenti». Presidente, nei laboratori del Cibio si è scoperta una proteina cellulare che può bloccare la diffusione del virus Hiv. Quanto sono attese simili evidenze e quanto possono incidere nel percorso della ricerca clinica? «Sono risultati indubbiamente importanti, sono nuove piste di lotta alla replicazione virale e sono nuove opportunità di cura. La ricerca scientifica ha fatto balzi da gigante nella lotta contro l’Hiv: ormai ci sono terapie che aggrediscono il virus, impedendone la replicazione e questa scoperta può aprire scenari migliorativi. Dobbiamo però stare attenti e non confonderci: siamo sulla buona strada ma siamo ancora lontani dalla cura dell’Hiv, ovvero dall’eradicazione del virus dall’organismo». Di Hiv si parla dagli anni Ottanta. La medicina ha fatto, come dice, «balzi da gigante». Ma quanto ancora dobbiamo conoscere dell’Hiv? Ancora: quanti miti e false notizie gravitano attorno al virus? «Di Hiv si parla pochissimo, il 02/10/2015 alle 10:09:51 Powered by TCPDF (www.tcpdf.org) Il profilo Massimo Oldrini è nato a Milano nel 1963. È stato eletto presidente nazionale della Lila il 7 marzo 2015 subentrando ad Alessandra Cerioli Il fenomeno Si parla pochissimo della malattia, eppure da dieci anni a questa parte ci sono 3.000/4.000 nuove diagnosi all’anno. Il virus non è stato sconfitto Vive con l’Hiv dal 1986. Si è avvicinato a Lila Milano nel 1990 Conoscenza A partire dalle scuole elementari dobbiamo introdurre percorsi rivolti alla sessualità e alla sentimentalità Parliamone di più La Lila è stata fondata nel 1987 eppure da dieci anni a questa parte l’Istituto superiore della sanità ci ricorda che ci sono 3000/4000 nuove diagnosi al- l’anno. Il virus si diffonde e la popolazione non ha occasione di riflettere e di capire come si contrae. Non ha nemmeno l’occasione di parlare del piacere sessuale e della sessualità. Dobbiamo ricordare, allora, che l’Hiv non è stato scon- fitto. La miopia politica e le resistenze culturali non facilitano il percorso di consapevolezza». Dove cominciare, allora? Sono le agenzie di socializzazione primaria come la scuola i luoghi ideali per educare la popolazione? «Certo, dobbiamo riuscire a ottenere l’introduzione di percorsi alla sessualità o alla sentimentalità a partire dalle scuole elementari perché lo fanno tutti gli altri Paesi. Parlarne di più e correttamente: questa dovrebbe essere la priorità. Invece l’unico meccanismo noto consiste nel taglio agli investimenti legati all’istruzione. I passi avanti nella lotta contro l’Aids, dobbiamo ricordarlo, sono avvenuti a fronte di investimenti mirati. Non è questione di vanificare quattrini, al contrario: è un risparmio in cure, in trattamenti, in costi sociali e pensionistici. Serve però coraggio». © RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 2/2