Probiotici e Microbiota intestinale Recenti acquisizioni ORESTE CANNIZZARO Meeting Service Editore Titolo originale: I Probiotici ed il Microbiota intestinale © Meeting Service EDITORE - Febbraio 2015 Villa San Giovanni (RC) Autore : Oreste Cannizzaro Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’Editore. Qualsiasi violazione dei diritti di autore e di editore sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modificazioni. © Meeting Service EDITORE - Febbraio 2015 ISBN Ebook 9788899292010 i CAPITOLO 1 La Flora batterica Intestinale 2 SEZIONE 1 Caratteristiche e Funzioni Caratteristiche e Funzioni Nel corso dell’evoluzione delle specie viventi, molti organismi eucarioti, dai più semplici ai più complessi, hanno sviluppato una relazione simbiotica con i procarioti, cioè con gli agenti microbici che per definizione sono appunto costituiti da cellule procariotiche (Fig.1). Va sottolineato come il rapporto ospite eucariota e microbi (procarioti) sia qualcosa di ben più complesso del semplice commensalismo, condizione in cui solo una delle due parti trae benefici mentre l’altra non è influenzata. La relazione dell’ospite con la flora batterica che risiede nel suo intestino (ovvero il microbiota intestinale) è piuttosto di tipo simbiotico, nel senso che la natura e le caratteristiche stesse di tale relazione/interazione comportano sempre e costantemente un mutuo vantaggio per entrambe le parti (Fig.2). 3 Questa sorta di alleanza e di rapporto associativo tra il mondo dei microorganismi di natura procariotica e gli organismi eucarioti è da sempre esistito nel corso dell’evoluzione e già prima della comparsa delle forme di vita multicellulari. 4 CAPITOLO 2 Il Microbiota in condizioni fisiologiche La flora batterica intestinale endogena o microbiota è molto vasta complessa, sia quantitativamente, in rapporto alla sua massa assoluta, sia qualitati-vamente, in rapporto alla sua diversità ed eterogeneità. Un inventario dettagliato del microbiota normale è stato a lungo considerato un obiettivo pressocchè irraggiungibile, basandosi unicamente sulle tecniche microbiologiche convenzionali (esame colturale). Tuttavia, gli studi più recenti, che utilizzano tecniche di genetica molecolare ed i microarrays (sequencing dell’RNA ribosomiale 16 S/metagenomica ) hanno consentito di superare i suddetti limiti, espandendo notevolmente le nostre conoscenze riguardanti la composizione, l’attività biologica e le componenti genetiche (microbioma) del microbiota intestinale. A questo riguardo, gli esseri umani possono essere considerati e definiti dei veri e propri metaorganismi o superorganismi, in virtù della contemporanea presenza di due sistemi cellulari (cellule eucariotiche e cellule procariotiche), che coesistono ben integrati dal punto di vista metabolico ed immunologico (Fig. 3). 5 Il microbiota comprende circa 1014 cellule procariotiche con una biomassa di > 1 kg. La composizione del’ecosistema intestinale tende a rimanere stabile nel tempo ma la densità batterica varia notevolmente, a seconda della sede anatomica considerata: da 1011-12 cellule/g contenuto nel colon destro (cieco, ascendente) a 107-8 nell’ileo distale e 102-3 nell’ileo prossimale e digiuno (Fig. 4 - 5 ) . 6 Il numero complessivo di cellule procariotiche del microbiota è circa 10 volte superiore a quello delle cellule eucariotiche del nostro organismo. Il microbiota nel suo complesso contiene un numero di geni (microbioma) ben 100 volte superiore a quello del genoma umano. 7 I batteri anaerobi sono decisamente più abbondanti (oltre il 90 %) rispetto agli aerobi con un rapporto di circa 1000:1 (Fig. 6). Secondo la più recente stima da parte degli esperti, grazie all’impiego delle più moderne tecniche molecolari (meta genomica, microarrays), nell’intestino 8 umano albergano oltre 15.000 specie batteriche, sebbene anche questa potrebbe rivelarsi in un prossimo futuro una sottostima. Le suddette specie microbiche sono ascrivibili a più di 1800 generi. Tuttavia, recentissime osservazioni (Human Microbiome Project – NIH) hanno permesso di documentare che solo un ristretto numero di specie viene condiviso da tutti gli individui e queste specie costituiscono un vero e proprio core filogenetico fondamentale . La maggioranza della popolazione batterica (60% -90%) è rappresentata da specie e generi appartenenti a tre divisioni (o PHYLA) principali : i Bacteroidetes, Firmicutes ed Actinobacteria.(v. tassonomia - Fig. 7). Il Phylum dei Firmicutes è senza dubbio quello maggiormente rappresentato, che include batteri appartenenti a vari generi Lactobacillus, Clostridium, Eubacterium, Ruminococcus e Streptococcus, Lactococcus, Enterococcus, etc. (Fig. 8-9-10). Va notato che le specie batteriche appartenenti al genere Bacteroides (Phylum Bacteroidetes) da sole costituiscono oltre il 30% di tutti i batteri della flora batterica intestinale, suggerendo l’importanza ed il ruolo di questo genere nell’ecosistema intestinale (Fig.11). 9 A conferma di ciò sono le osservazioni sperimentali che dimostrano che la somministrazione della specie Bacteroides thetaiotaomicron a ratti germ-free era capace di influenzare l’attività di vari geni associati a molteplici funzioni (es. barriera epiteliale,, assorbimento dei nutrienti, maturazione /differenziazione cellulare, metabolismo xeno biotico, etc). Meno ampio e rappresentato è il phylum degli Actinobacteria, a cui appartengono i Bifidobatteri (genere: Bifidobacterium- Famiglia: Bacteriaceae - Ordine: Bifidobacteriales), di cui sono ben note e studiate diverse specie (Fig.12-13-14) ed alcune di queste da tempo sono utilizzate come probiotici (v. paragr. succ). 10 In particolare, il B. breve ed il B. longum/infantis sono le specie più rappresentate nell’intestino nei primi anni di vita, mentre i Bifidobatteri sono molto meno numerosi nell’intestino dell’adulto, rappresentando circa il 3-6 % della flora fecale. Diversi studi inoltre suggeriscono che il numero dei Bifidobatteri tende a declinare con l’aumentare dell’età. 11 Altri Phyla presenti nel microbiota umano sono i Proteobacteria, i Fusobacteria e Verrucomicrobia. 12 Va osservato che alcuni generi, anche se appartenenti a Phyla differenti, sono accomunati dalla caratteristica di essere batteri produttori di acido lattico come prodotto finale della loro attività metabolica fermentativa. Esempi tipici di LAB (Lactic acid bacteria) sono i membri dei generi Lactobacillus e Bifidobacterium. È interessante notare che anche diverse specie fungine sono state recentemente identificate come componenti del microbiota umano, ma esse sembrano avere un’importanza complessiva secondaria nell’ecosistema intestinale. Al contrario, hanno una maggiore rilevanza dal punto vista microbiologico e sono parte integrante del microbiota umano alcuni microrganismi unicellulari primordiali, spesso riscontrati anche in condizioni ed in contesti ambientali estreme. Essi sono simili ai batteri ma con alcune caratteristiche peculiari e con una filogenesi differente. In precedenza ritenuti di natura procariotica (Dominio : Prokaryota- Regno Archaebacteria), attualmente questi microorganismi, ridenominati Archaea, sono stati riclassificati dagli addetti ai lavori come appartenenti ad un dominio diverso e distinto (Archaea). Questi microorganismi e soprattutto la loro funzione nell’ambito del microbiota intestinale umano sono ancora poco conosciuti, sebbene sia già noto che molte specie sono produttrici di metano (microrganismi metanogeni). 13