MICRO News U.O. di Microbiologia, Policlinico S.Orsola-Malpighi, S.Orsola Malpighi, Università di Bologna Direttore: Prof. Maria Paola Landini Vol. 7 n. 3, 3 Marzo 2014,, a cura di Maria Paola Landini _____________________________________________________________________________ Il microbiota icrobiota intestinale anche come terapia Subito dopo la nascita tutte le cavità a contatto diretto o indiretto con l’ esterno vengono colonizzate da miliardi di batteri che entrano in simbiosi con l'ospite. La concentrazione maggiore si ritrova nell’ultima porzione dell’intestino. dell’intestino Infatti nel colon si stima vi siano da 500 a circa 1000 specie diverse per un totale di 1013 batteri. Ci si riferisce a queste popolazioni batteriche con il nome di Microbiota intestinale. L’ uomo fornisce sostanze per il nutrimento di questi batteri e i batteri svolgono varie funzioni utili all’ ospita:: a) stimolano il sistema immunitario, b) garantiscono l'integrità della mucosa intestinale fermentando i polisaccaridi vegetali ingeriti e producendo acidi grassi a catena corta che sono fonte energetica per le cellule ENTEROTIPI epiteliali dell'intestino, c) proteggono dai batteri patogeni, producendo molecole 1: Bacteroides antimicrobiche e occupando i possibili siti di adesione alle pareti dell' intestino, 4) 2: Prevotella producono alcune vitamine quali la B12 e la K ed alcuni aminoacidi, 5) intervengono 3: Ruminococcus nel metabolismo degli acidi biliari e della bilirubina. bilirubina Il microbiota intestinale non è uguale in tutti gli individui e tre sono gli ENTEROTIPI principali, denominati con il nome della specie batterica predominante (Tabella a lato). L’ avere un determinato enterotipo comporta differenze metaboliche e fisiologiche rilevanti. Ad esempio i Bacteroides producono pro più vitamina B7 e scindono bene i carboidrati, quindi è possibile che soggetti che appartengono all’ Enterotipo 1 si difendano molto bene dall’ obesità. Le Prevotelle producono più vitamina B1 e tendono a degradare le mucine che foderano l’ intestino diminuendone gli atriti, cosa che potrebbe far calare la loro azione protettiva e far aumentare i dolori intestinali nei soggetti Enterotipo 2, alcuni Ruminococcus aiutano le cellule intestinali ad assorbire gli zuccheri, cosa che potrebbe favorire l’ aumento di peso negli individui caratterizzati da un Enterotipo 3. Siamo solo all’ inizio di una nuova era in cui probabilmente probabilmente gli Enterotipi potranno essere utilizzati a fini diagnostici, diagnostici prognostici e terapeutici.. Da quest’ ultimo punto di vista è interessante la recente diffusione anche nel nostro Paese dell’ l’ uso del cosiddetto trapianto di microbiotaa intestinale. intestinale La tecnica è stata sviluppata nel 2003 in Australia,, come trattamento alternativo nella colite pseudo membranosa, specie nelle forme recidivanti e resistenti alla terapia con membranosa, vancomicina Nello stesso anno un gruppo di ricerca in Minnesota, vancomicina. Minnesot ha applicato la stessa metodica su 18 casi di pazienti con infezione da C. difficile antibioticoresistente. Il trapianto di microbiota intestinale, però, non è un concetto nuovo e la sua prima menzione in letteratura risale addirittura al IV secolo con la descrizione dell'uso dell'uso di una sospensione fecale per via orale per il trattamento di diarrea severa. Scopo di questa terapia è quello di ripristinare l'ecologia microbica e l'omeostasi del colon, reintroducendo un microbiota umano sano (equilibrato), prelevato levato da un donatore sano, sano di solito un parente stretto del paziente da trattare, sottoposto in precedenza a uno screening per verificare l’assenza di infezioni da microrganismi patogeni trasmissibili. Dopo la raccolta, il campione di feci viene lavorato in modo da raccogliere i batteri ivi presenti ed ottenere una sospensione batterica liquida che viene successivamente instillata nel tratto gastrointestinale superiore attraverso un sondino naso gastrico gastric che arriva fino a livello del cieco o viene inserita nel colon attraverso un clistere. E’ possibile anche la liofilizzazione della preparazione batterica e l’ inserimento del microbiota liofilizzato in capsule da somministrare per os.