Le cellule staminali Le cellule staminali sono cellule presenti in ogni organismo. Si caratterizzano dalle altre perché non differenziate, o non specializzate, nel senso che non hanno ancora una funzione ben precisa all'interno dell'organismo stesso. Le staminali possono essere totipotenti, quando danno luogo a tutti i tessuti, pluripotenti (o multipotenti), quando possono generarne solo alcuni, e unipotenti, quando danno vita ad un tipo solo di cellula. Le cellule staminali embrionali si trovano nella regione interna dell'embrione prima che si sia "attaccato" alla parete dell'utero: si tratta di cellule totipotenti, con alte capacità di proliferazione, e, grazie a queste caratteristiche, sono particolarmente ambite per uso terapeutico, perché utilizzabili contro molte patologie. Sono anche fonte di accesi dibattiti soprattutto perché vengono estratte da embrioni umani: embrioni sovrannumerari rimasti inutilizzati nelle cliniche per la fertilità. Questi infatti, vengono conservati al gelo (crioconservazione) generalmente per 5 anni, dopo questo periodo, non sono più impiantabili in utero, e sono destinati alla distruzione. In Italia non esiste un registro di questi embrioni, ma è plausibile che il numero sia molto elevato. A questo proposito gli scienziati italiani chiedono di poter operare su tali embrioni, come è già possibile fare in Gran Bretagna e in Belgio ad esempio, ma la legislazione italiana, come quella tedesca, proibisce assolutamente di ottenere cellule staminali da embrioni umani (altri paesi dell’Unione Europea non hanno una legislazione in proposito). Le cellule staminali fetali sono ricavate da aborti. Il loro utilizzo in medicina equivale all'uso di organi espiantati da cadaveri. Dal punto di vista biologico, non si hanno ancora conoscenze definitive, ma dagli studi disponibili è emerso che hanno caratteristiche intermedie tra quelle embrionali e quelle adulte. Tendenzialmente sono pluripotenti e deputate all'accrescimento perinatale dei tessuti. Le cellule staminali adulte, infine, sono cellule deputate alla rigenerazione dei tessuti come un processo fisiologico di rinnovamento cellulare necessario per la sopravvivenza dell’organismo stesso. Per tessuti come sangue e pelle si tratta di un ricambio quotidiano con cellule giovani che sostituiscono quelle vecchie, in altri tessuti, come cervello e cuore, questo ricambio è assai più ridotto. Sono queste, cellule immature in grado di automantenersi, cioè di moltiplicarsi generando cellule identiche a se stesse mantenendo anche la capacità di specializzarsi nelle diverse tipologie cellulari mature dei tessuti e degli organi in cui si trovano. Da recenti studi sembra che abbiano una particolare plasticità, mentre un tempo si credeva che le staminali adulte fossero in grado di differenziarsi solo nei tessuti ospitanti. Il loro numero e le loro capacità sono, però molto ridotti rispetto a quelle embrionali e non sono illimitate per cui il mantenimento dei tessuti e la loro riparazione decade col tempo. Le staminali adulte devono gran parte della loro fama alle capacità terapeutiche prospettate nel migliorare e anche risolvere gli stati di malattia cronica degenerativa (come il morbo di Parkinson, la distrofia muscolare, il diabete) o acuta caratterizzati da perdita di tessuto e cellule e non trattabili con approcci classici., (come la cute con esiti di ustioni). L’idea di riparare un tessuto lesionato con un trapianto cellulare nasce alla fine degli anni cinquanta ed è associata al trapianto di midollo osseo. Edward Donnall Thomas dimostrò che le cellule del midollo osseo, una volta infuse per via endovenosa, sono in grado di ripopolare il midollo dell’ospite e produrre nuove cellule del sangue. Oggi le cellule staminali ematopoietiche isolate da midollo osseo, sangue periferico e cordone ombelicale offrono una possibilità di cura, spesso l’unica, per pazienti con gravi malattie del sangue (tra tutte le leucemie, in particolare quelle infantili), varie forme di tumori e talassemia. Ma le staminali costituiscono una realtà clinica anche per il trattamento delle lesioni da ustione. Il nuovo tessuto cutaneo da trapiantare è generato in laboratorio da staminali epiteliali derivanti da piccole biopsie della cute sana del paziente che vengono coltivate in vitro. Pioniere di questo filone di ricerca è stato Howard Green che nel 1983, a Boston, ha eseguito il primo trapianto di pelle su tre bambini ustionati gravi. Da allora centinaia di pazienti hanno beneficiato di questo trattamento salvavita. A questo proposito però occorre aggiungere che la pelle così prodotta, non è ottimale perché priva di ghiandole sudorifere e bulbi piliferi, e può provocare anomalie nella fisiologia di questo importante tessuto. La recente scoperta di un nuovo tipo di staminale in grado di rigenerare una pelle con ghiandole sudorifere e peli può essere un importante passo in avanti. Un altro epitelio che è possibile trattare è l’epitelio corneale. Una volta in coltura, in circa 3-4 settimane queste cellule ricostruiscono perfettamente un lembo di epitelio consentendo la visione. Da ultimo e importante chiarire che, nonostante le notevoli e incoraggianti evidenze, vi sono, ancora delle difficoltà sia nella crescita, sia nella coltivazione in vitro, e pertanto sono necessari ulteriori studi. In queste terapie come già detto, solitamente vengono prelevate dal paziente cellule staminali adulte, che vengono fatte moltiplicare e poi reiniettate, per ottenere un’azione riparatrice. Tali cellule, se non coltivate in maniera ottimale, in assoluta sterilità possono provocare infezioni, o in rari casi non provocare alcun effetto curativo, pur senza alcun danno per il Paziente. Sicuramente la strada intrapresa è ancora lunga ma le premesse sono molto promettenti e forse siamo di fronte ad una svolta epocale per quanto riguarda la cura delle malattie degenerative. dott.ssa Silvia Scarrone