Stagione concertiStica incontri d`arte e letteratura

Stagione concertistica
incontri d’arte e letteratura
2014
Giovedì 7 agosto - ore 21.00 - Chiesa Parrocchiale - Roana
“Tesori barocchi”
Concerto dell’ Ensamble Musicalincanti
Violini: Glauco Bertagnin, Matteo Marzaro, David Mazzacan
Viola: Andrea Maini
Violoncello: Francesco Ferrarini
Contrabbasso: Franco Catalini
Clavicembalo: Marco Vincenzi
Musiche di W.F.Bach, J.S.Bach, H.Casadesus, A.Vivaldi
“Tesori barocchi” è il titolo del concerto che l’Associazione Artemusica di Roana propone agli
appassionati, nella serata di giovedì 7 agosto, alle ore 21 in Chiesa parrocchiale a Roana.
Ad esibirsi sarà l’ensemble “Musicalincanti” formato da Glauco Bertagnin, David Mazzacan e
Matteo Marzaro al violino, Andrea Maini alla viola, Francesco Ferrarini al violoncello, Franco
Catalini al contrabbasso e Marco Vincenzi al clavicembalo.
Il programma è studiato appositamente per mettere i risalto i vari strumenti, che si alterneranno
nell’essere solisti e quindi protagonisti nei brani eseguiti.
Si inizierà infatti dal Concerto in Fa Minore F42 per clavicembalo e archi di W. F. Bach, figlio di
Johann Sebastian.
Il primo musicista che azzardò impiegare il clavicembalo in funzione solistica fu proprio Johann
Sebastian Bach (nel Quinto Concerto Brandeburghese) e fu poi dalla sua scuola che uscirono i
primi autentici concerti per clavicembalo e orchestra, molti dei quali firmati dai tre figli Wilhem
Friedemann, Johann Christian e Carl Philipp Emanuel. Wilhem Friedemann, figlio prediletto di
Johann Sebastian, iniziò la sua carriera di organista nel 1733 e scrisse cinque Concerti per clavicembalo solista con accompagnamento per archi. Il compositore prese spunto dai concerti paterni, rendendo in molti casi il movimento centrale più lungo, cosa inusuale nel periodo barocco. Il
Concerto in Fa Minore venne composto nel 1767 circa, in epoca neoclassica: non a caso, infatti,
il primo movimento porta l’indicazione “Allegro di molto”, in quel tempo un tipico movimento di
apertura delle Sinfonie mozartiane. Seguono un poetico Andante, il più esteso dei tre movimenti,
e un Prestissimo finale, molto simile a una danza salottiera di carattere rustico.
Seguirà, di H. Casadesus, il Concerto in Do Minore per viola e orchestra nello stile di J. C. Bach.
Henri Casadesus fondò con Saint-Saëns la “Société des Instruments Anciens”. La Società, che
operò tra il 1901 e il 1939, fu un quintetto di esecutori che suonavano strumenti antichi. Lo
strumento di Casadesus era la viola d’amore. Il quintetto si dedicò alla riscoperta di opere di musicisti del passato non più eseguite da secoli. Studi recenti hanno confermato che diversi pezzi
attribuiti a famosi musicisti del passato ( da J. C. Bach, a C. P. E. Bach, fino ad Händel e a Mozart)
erano in realtà composizioni di Henri o del fratello Marius, nello stile dei compositori ai quali erano stati attribuiti. Il Concerto in Do Minore per viola, nello stile di J. C. Bach, è da tempo entrato
a far parte del repertorio solistico per viola
.
Non può mancare Antonio Vivaldi, del quale verranno eseguiti il Concerto n. 8 in La Minore RV
522 per due violini e orchestra , e il Concerto in La Maggiore RV 158 per archi e cembalo.
Antonio Vivaldi fu compositore e violinista di musica barocca tra i più grandi, noto a tutti per
l’equilibrio armonico delle parti e venerato da J. S. Bach, suo contemporaneo, che conosceva e ne
trascriveva le opere per comprenderne lo stile. Fra i quasi trecento concerti dedicati da Vivaldi al
violino, quelli per due violini, circa una trentina, estesi lungo tutto l’arco creativo del compositore, costituiscono un genere di concerto particolare. È con questi componimenti, infatti, che si attua il passaggio dal concerto grosso (inaugurato da un altro celebre musicista italiano, Arcangelo
Corelli) al concerto, in questo caso, “con due violini obbligati” cioè un doppio concerto, sorta di
estensione del concetto di concerto solistico.
Il Concerto in La Maggiore per archi e cembalo RV 158, creazione meno nota di Vivaldi, appartiene al tipo del concerto sinfonico, ossia scritto per quattro parti d’archi e continuo senza
strumenti solisti. Per tale motivo presenta un carattere più severo che potrebbe far pensare ad un
concerto da chiesa, il che è dimostrato dal carattere contrappuntistico dei due “Allegro”, contrapposto ai ritmi puntati del tempo mediano “Andante molto”
Di J. S. Bach, infine, il Concerto in La Minore BWV 1041 per violino, archi e basso continuo.
Bach compose probabilmente una decina di Concerti per violino e orchestra, ma a noi ne sono
giunti soltanto tre a cui va aggiunto un frammento di 50 battute di un Concerto in Re Maggiore.
In tali composizioni certamente Bach tiene conto della forma concertistica in tre movimenti realizzata nelle composizioni vivaldiane, anche se nei suoi concerti per violino e orchestra la scrittura è più solida e compatta. Il Concerto in La Minore per violino e archi appartiene al fecondo
periodo di Köthen e fu scritto per la piccola orchestra del principe Leopold. Il violino funge non
come strumento solista, inteso in senso moderno, ma come violino concertante, rivaleggiante in
bravura con gli altri.
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