Tdo07_2013per PDF:Versione2012 15/10/13 16.41 Pagina 45 45 << << FOCUS ON Deantigenazione con enzimi per biomateriali più sicuri La ricerca tecnologica e industriale sta compiendo grandi passi in avanti nelle tecniche di preparazione dell’osso eterologo per elevarne il grado di sicurezza e biocompatibilità nei casi di impianto nell’uomo L’osso autologo resta il materiale di prima scelta nella chirurgia ricostruttiva dei difetti ossei grazie alla sua intrinseca biocompatibilità ma il suo utilizzo è limitato dalla necessità di un secondo intervento per il prelievo e dal fatto che in alcuni casi la quantità di materiale disponibile è insufficiente. Per questi motivi nella pratica clinica molti chirurghi si affidano all’osso eterologo, sulla cui preparazione la ricerca scientifica e industriale sta facendo importanti passi in avanti. Oggi un nuovo sistema di trattamento dell’osso animale, basato sull’utilizzo di enzimi, consente di ottenere sostituti d’osso eterologo per la chirurgia ambulatoriale e ospedaliera caratterizzati da un elevato profilo di sicurezza. È l’innovativo sistema di deantigenazione a base di enzimi (Zymo-Teck) sviluppato e brevettato dall’azienda italiana Bioteck e messo a punto nel nuovo stabilimento produttivo e di ricerca inaugurato a Riva presso Chieri (Torino) in ottobre. Struttura fisica, componente minerale e collagenica del tessuto osseo sono simili in tutti i mammiferi. Quello che li differenzia sono le componenti cellulari, proteiche e lipidiche. Per utilizzare osso proveniente da animale per innesti nel corpo umano è dunque necessario ripulirlo da questi antigeni – attraverso appunto un processo di deantigenazione – per non innescare nel paziente reazioni di tipo immunitario. Rispetto ai sistemi tradizionali, che ricorrono a solventi chimici o ad alte temperature di lavorazione, il vantaggio dell’utilizzo degli enzimi è che questi sono proteine naturali in grado di eliminare in maniera selettiva le sostanze indesiderate, mantenendo allo stesso tempo inalterate le caratteristiche fisiche e morfologiche (a partire dal collagene nella sua conformazione nativa) della materia prima: l’osso animale. «Ho sempre stimolato i miei collaboratori a mettere in discussione i paradigmi. Non ho mai lesinato risorse e investimenti per sostenere idee apparentemente controcorrente. Il risultato è un’azienda florida e in rapida crescita, che ha riscritto alcune delle Il laboratorio biochimico Bioteck è attrezzato per effettuare stringenti controlli di qualità durante tutte le fasi del processo produttivo. Dai controlli microbiologici, che verificano l’assenza di organismi contaminanti, alla fase di stoccaggio ed etichettatura dei campioni, l’attenzione verso la qualità e la sicurezza del prodotto è massima e va anche oltre gli obblighi imposti dalla legge > regole del trattamento dei tessuti ossei eterologhi. In particolare, il nostro processo di deantigenazione enzimatica rappresenta un unicum a livello mondiale e ha raggiunto standard elevatissimi nella purificazione dei tessuti destinati all’impianto in essere umano» ha dichiarato con soddisfazione Rino Biasolo, amministratore unico di Bioteck, nella conferenza stampa di inaugurazione del nuovo centro polifunzionale di produzione, ricerca e sviluppo alla quale sono intervenute numerose autorità politiche locali e rappresentanti del mondo associativo dell’industria. Ha preso la parola anche il professor Lorenzo Silengo, docente di biologia molecolare e presidente del Molecular Biotechnology Centre dell’Università di Torino (con cui Bioteck lavora da tempo), esprimendo tutta la sua soddisfazione per questa collaborazione tra università e industria: «compito del nostro centro universitario non è solo quello di fare formazione ad alto livello ma anche quello di occuparci di trasferimento tecnologico supportando l’impresa. L’applicazione è qualcosa Bioteck Spa è un’azienda al 100% italiana che dal 1995 si occupa di ricerca e produzione di sostituti ossei eterologhi che trovano applicazione clinica in ortopedia, neurochirurgia, odontoiatria e chirurgia maxillo-facciale. L’azienda opera tra la sede direzionale di Arcugnano (Vicenza) e il nuovo sito di produzione, ricerca e sviluppo appena inaugurato a Riva presso Chieri (Torino), attrezzato con un laboratorio di processazione tessuti all’avanguardia che è stato predisposto anche per accogliere visitatori esterni, a cui mostrare direttamente le fasi di lavorazione degli innesti ossei. L’azienda, in costante crescita, è ormai una delle realtà più importanti nel settore dei biomateriali ed è presente in oltre cinquanta mercati a livello mondiale. di indispensabile se vogliamo dare lavoro ai nostri giovani – ha sottolineato con forza il ricercatore –. La formazione deve avere una finalità. Per questo dobbiamo avere una classe politica sensibile a questi concetti ma soprattutto dobbiamo avere una parte industriale capace di recepire questa necessità». Andrea Peren Zymo-Teck, un processo innovativo per sostituti d’osso sicuri e clinicamente efficaci Il vantaggio competitivo dell’azienda Bioteck e dei suoi biomateriali è senza dubbio legato all’innovativo processo di deantigenazione enzimatica a basse temperature dei tessuti (Zymo-Teck) ideato e brevettato dall’azienda italiana. Questa processazione non altera i cristalli di apatite del materiale osseo di origine, mantenendolo riconoscibile al pari dell’osso naturale da parte degli osteoclasti (vedi immagine a lato). Le temperature di lavorazione e l’utilizzo di enzimi estremamente selettivi nel processo di deantigenazione permettono inoltre di preservare il collagene osseo nella sua conformazione nativa, garantendo così ai sostituti ossei Bioteck una resistenza statica e dinamica inalterata. Non solo: la presenza del collagene favorisce il processo di rigenerazione ossea, in quanto riconosciuto come substrato nella remineralizzazione dell’innesto e implicato come cofattore in diverse fasi del processo rigenerativo. Dal punto di vista pratico gli innesti Bioteck si presentano dunque come sostituti ossei in grado di ricreare nel sito di impianto le condizioni naturali più favorevoli per un’efficiente rimodellamento in tempi fisiologici. Osso equino come scelta di sicurezza Come spiegano gli esperti di Bioteck, l’utilizzo di sostituti ossei derivati da mammifero è generalmente considerato l’alternativa migliore all’impiego di osso umano. La scelta poi di utilizzare esclusivamente osso equino (proveniente da capi giovani allevati in recinto e destinati al consumo umano) ha un preciso fondamento scientifico: ad oggi, infatti, non sono note malattie da prione trasmissibili tra questo animale e l’uomo (Direttiva CE 2003/32). Le fasi del processo Zymo-Teck è un processo di deantigenazione multi-step nel quale si procede con successivi livelli di pulizia fino ad ottenere un prodotto completamente privo di sostan- > Immagine al microscopio ottico (ingrandimento 200x) di alcuni osteo- clasti (OCLs) adesi al materiale osseo Bioteck (da: Perrotti et al. Human osteoclasts on an equine spongy bone substitute. Clin Oral Impl Res 2009; 20, pp. 17–23) ze potenzialmente immunogeniche (antigeni). La prima di queste fasi è la rimozione di lipidi, zuccheri e proteine mediante enzimi specifici in grado di accelerarne la degradazione. È proprio a questo livello che una corretta gestione degli enzimi permette di preservare specifici target proteici quali il collagene. Questa proteina infatti non viene attaccata dagli enzimi presenti in soluzione se non a livello delle sue catene terminali, che vengono invece rimosse in quanto unica regione potenzialmente antigenica. Successivi lavaggi in soluzioni ossidanti e antimicrobiche garantiscono l’eliminazione totale delle componenti cellulari nonché la decontaminazione dei materiali. Una sterilizzazione finale a raggi beta, molto meno aggressiva nei confronti della struttura dei materiali rispetto a quella a raggi gamma, garantisce l’ottenimento di prodotti completamente sterili e dalle inalterate proprietà meccaniche. Rigorosi controlli di qualità vengono eseguiti presso l’avanzato laboratorio biochimico Bioteck dopo ogni fase del processo. Analisi spettrofotometriche e gas cromatografiche valutano l’efficace rimozione dei grassi, alle quali si aggiungono analisi mediante HPLC (cromatografia liquida ad alta prestazione) e fluorimetria per il controllo della rimozione delle componenti proteiche e cellulari. Continue analisi biologiche vengono svolte presso il laboratorio per verificare l’assenza di eventuali organismi contaminanti.