Il Trittico
Puccini riflesse a lungo sul suo trittico d'opere in un atto, soprattutto sulla natura
contrastante delle tre storie. L'idea gli venne nel 1900, subito dopo la prima
rappresentazione di Tosca, ma il suo editore tentò di dissuaderlo. Nel 1904 Puccini
compose Madama Butterfly e fu lo stesso anno che decise di comporre una serata
di opere in un atto basate sulle storie di Maxim Gorki, drammaturgo russo. Puccini
era affascinato dalle storie di Gorki di una Russia povera, ma ebbe difficoltà a
trovarne una abbastanza drammatica per un finale.
Il Trittico: Retrospettiva dell'opera
Il Tabarro
Nel 1912, a Parigi, Puccini trovò la prima parte del trittico in una commedia in un
atto di Didier Gold, La Houppelande ovvero Il Tabarro. Affascinato dai dettagli
realistici e dall'atmosfera piena di presentimenti della commedia, Puccini prese la
decisione immediata di adattarla all'opera lirica. Cominciò il suo lavoro nel 1913,
ancora ignaro delle due parti successive del trittico. Puccini era anche distratto da
altri progetti, di cui il più notevole è La Rondine.
Puccini riprese a lavorare su Il Tabarro nel 1915. Propose al poeta Ferdinando
Martini di adattare la commedia ad un libretto. Martini accettò ma mesi dopo
ammise al compositore di non essere adeguato alla scrittura di librettista. Puccini
si riferì allora al drammaturgo, giornalista e librettista Giuseppe Adami, con cui
aveva collaborato su La Rondine. Adami scrisse il libretto in meno di due
settimane. Adami collaborò poi con il librettista Renato Simoni su Turandot,
l'ultimo capolavoro di Puccini.
I pezzi mancanti
Puccini completò Il Tabarro senza un'idea di cosa sarebbe venuto dopo. Fece
ricerche su vari temi e soggetti e prese in considerazione vari collaboratori, alcuni
totalmente inadeguati al progetto, come George Bernard Shaw. Finalmente,
Giovacchino Forzano, un drammaturgo dai vari talenti, gli suggerì di combinare Il
Tabarro con una tragedia e una commedia. Anni dopo, Forzano scrisse il libretto
per Sly di Wolf-Ferrari (rappresentato alla Metropolitan Opera nel 2002) e mise in
scena la prima mondiale di Turandot.
Suor Angelica
Suor Angelica è una storia inventata da Forzano, scritta in origine per una troupe
di teatro. Il soggetto era originale e il cast unicamente femminile lo rese unico alla
scena dell'opera lirica. Il contesto del convento piacque a Puccini, che aveva
debuttato la sua carriera come organista di chiesa. Ma fu soprattutto l'eroina, la
dolce suor Angelica, a prestarsi perfettamente all'universo di Puccini. Come Mimi e
Butterfly, Angelica è un'anima fragile ed innocente, il cui amore è troppo intenso
per il mondo crudele che la circonda.
Puccini fece ricerche per l'opera recandosi al convento di Vicopelago, dove la
sorella Iginia serviva da Madre Superiora. Quando la composizione fu completa,
Puccini la fece ascoltare alle suore del convento, che piansero tutte. I critici
ritengono che Suor Angelica sia la meno riuscita delle tre opere del Trittico, ma
Puccini era convinto che fosse la migliore delle tre.
Gianni Schicchi
Gianni Schicchi s'ispira da alcuni versi del Canto XXX de L'Inferno di Dante
Alighieri. Dante incontra Schicchi nell'ottavo cerchione dell'Inferno, dove questo
vaga circondato da altri impostori. Dante descrive Schicchi mentre morde la nuca
di altri sofferenti e li trascina per terra sulle loro pance. È un breve riferimento e la
storia del libretto s'ispira soprattutto ad un commento anonimo sulla Divina
Commedia scritto nel 1866, dove lo scrittore spiega come Schicchi abbia truffato
ironicamente la famiglia Donati e rubatogli l'eredità.
Non sappiamo se l'idea di adattare la storia in opera comica fu di Puccini o del
librettista, ma sappiamo che quando Puccini ricevette il libretto di Forzano era così
eccitato che smise di lavorare sulla composizione di Suor Angelica e si dedicò alla
commedia. A Puccini piaceva anche scrivere versi comici agli amici, come spiegò in
una lettera al suo librettista:
Dopo il Tabarro di tinta nera
Sento la voglia di buffeggiare.
Lei non si picchi
Se faccio prima quel Gianni Schicchi.
La prima ed il resto
La prima de Il Trittico doveva essere rappresentata a Roma, ma il progetto fu
deragliato dalla Prima Guerra Mondiale, poiché troppi artisti partecipavano agli
sforzi della guerra. La prima ebbe quindi luogo alla Metropolitan Opera il 14
dicembre 1918. L'armistizio fu firmato l'11 novembre, ma la guerra non era
ancora completamente finita. I viaggi transatlantici erano ancora pericolosi e
Puccini non riuscì a partecipare alla prima della sua opera. Il general manager
della Metropolitan Opera gli telegrafò i commenti:
Sono felice di annunciare il successo autentico del Trittico. Alla fine di ogni opera
lunghe dimostrazioni di apprezzamento più di quaranta applausi e inchini in tutto.
A causa dell'insistenza del pubblico ad un bis l'aria di Lauretta è stata ripetuta. La
forza del cantante principale Moranzoni è magnifica. Farrar Muzio Easton De Luca
Montesanto Didur cantanti ed attori incomparabili. La stampa di oggi conferma il
successo esprimendosi molto favorevolmente sulla validità delle opere e entusiasta
per Schicchi.
Puccini insistette perché le tre opere in un atto si rappresentassero sullo stesso
programma, ma con il passare del tempo furono rappresentate separatamente e
Gianni Schicchi, considerata come un capolavoro sin dall'inizio, fu la più popolare.
Anche Il Tabarro fu rappresentato con frequenza, mentre Suor Angelica è la più
ignorata delle tre. Nell'insieme, Il Trittico mostra la gamma dei doni di Puccini: un
savoir-faire unico nel raccontare una storia, la capacità di creare un universo con
l'atmosfera musicale e la flessibilità nel causare shock, lacrime e ilarità nello
stesso universo.