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LICEO SCIENTIFICO GALILEO GALILEI –CATANIA
Dipartimento di Scienze Motorie
PARAMORFISMI
Si tratta di deformità in genere transitorie, correggibili volontariamente, non sostenute da alterazioni
anatomiche scheletriche.
Le cause che possono favorire l’instaurarsi di un paramorfismo sono molteplici. In genere dipendono
da una quantità di moto insufficiente, da una scarsa percezione di sé, da un eccesso di peso, da
posizioni scorrette mantenute per lungo tempo, da debolezza o rigidità muscolare, da una crescita
scheletrica improvvisa non accompagnata da un adattamento della muscolatura.
Queste condizioni con il tempo possono essere causa di dolore. Di solito sono forme che si possono
correggere attraverso esercizi specifici di rieducazione posturale e sono forme reversibili (spesso
regrediscono spontaneamente ma devono comunque essere diagnosticate precocemente per essere
trattate con successo soprattutto nell’età dello sviluppo.
Tali alterazioni, non trattate adeguatamente, possono degenerare in alterazioni irreversibili a carico
dell’apparato scheletrico che prendono il nome di dismorfismi.
Esempi di paramorfismi sono:
Il portamento rilassato
E’ un tipico difetto dell’età evolutiva dovuto spesso a ipotonia muscolare (carenza di adeguato tono
muscolare)
Atteggiamento scoliotico
Deviazione laterale della colonna vertebrale sul piano frontale ma senza rotazione dei corpi vertebrali
che viceversa è sempre presente nella “scoliosi vera”.
Le possibili cause sono : l’assunzione di posizioni scomposte nel tempo, la differenza di lunghezza tra
gli arti inferiori(la cui asimmetria si può correggere con un rialzo al piede), un’insufficiente pratica
motoria.
Atteggiamento lordotico
E’ un’accentuazione della curvatura fisiologica lombare a convessità anteriore che determina
un’anomala prominenza dell’addome.
Atteggiamento cifotico
E’ un aumento della curva fisiologica dorsale a convessità posteriore che determina la postura con
”dorso curvo”.
Le scapole alate
Presentano un distacco evidente del bordo interno delle scapole dalla gabbia toracica.
L’esercizio migliore consiste nel nuotare: le circonduzioni degli arti superiori che avvengo
no ad ogni bracciata rappresentano un ottimo stimolo per il cingolo scapolare.
Ovviamente anche in palestra si può fare qualcosa di buono. In particolare va potenziata la
muscolatura del cingolo con particolare riferimento al gran dentato e al trapezio centrale
DISMORFISMI
Sono quelle modificazioni della normale morfologia, sostenute da alterazioni congenite (malformazioni)
o acquisite delle strutture muscolari e scheletriche.
Esempi di dismorfismi sono:
- Scoliosi
E’ una malattia subdola perché s’instaura senza provocare dolore. E’ caratterizzata da una deviazione
laterale permanente della colonna con rotazione dei corpi vertebrali e nei casi più gravi modificazioni
della struttura ossea. Se si presenta a livello dorsale la deformazione coinvolgerà anche le coste con
complicazione nella funzionalità cardio-respiratoria.
A seconda della zona interessata si definiscono: cervico-dorsali, toraciche, dorso-lombari, lombari.
Inoltre possono presentare una o più curvature con una curva primitiva ed una compensatoria.
L’85% delle scoliosi sono di natura sconosciuta e vengono definite idiopatiche. Il livello di
trasmissione familiare è elevato se entrambi i genitori soffrono di questa malattia ed il rischio di
contrarla è del 50%. E’ pertanto necessario controllare frequentemente la schiena nel corso della
pubertà.
Come si riconosce una scoliosi? Osservando il soggetto frontalmente si verifica se vi è un’asimmetria
delle spalle, dei fianchi, dei triangoli della taglia (spazi compresi tra i fianchi e le parti interne delle
braccia mantenute distese lungo il corpo nella stazione eretta). A livello dorsale un’eventuale
inclinazione laterale si può evidenziare con il filo a piombo; dal centro della testa il filo a piombo
dovrebbe cadere esattamente tra i due talloni.
Tuttavia, è il bending test che ci consente di comprendere se siamo di fronte ad una scoliosi vera. Il
bending test consiste nel far flettere il soggetto in avanti con le gambe tese e le mani unite e
verificare se sono presenti delle asimmetrie del dorso chiamate “gibbo”. Un’asimmetria superiore a
5mm richiede un’immediata visita specialistica.
CURA DELLA SCOLIOSI
Occorre effettuare un’adeguata ginnastica posturale migliorando la percezione della propria postura,
costruendo automatismi e riflessi di correzione. Verrà quindi praticata la cinesiterapia denominata
comunemente ginnastica correttiva. Nei casi più marcati si interviene con il corsetto ortopedico (busto)
Di fronte a scoliosi gravi può essere invece necessario ricorrere ad in intervento chirurgico.
Triangoli della taglia
RADIOGRAFIA SCOLIOSI GRAVE
Altri dismorfismi sono:
L’ipercifosi
Cioè una curvatura patologica della colonna vertebrale sul piano sagittale che si accompagnano ad
alterazioni strutturali dei corpi vertebrali.
Si parla di:
-Cifosi patologica o ipercifosi dorsale
Quando l’angolo della cifosi dorsale è maggiore di 35 gradi (curvatura convessa).
L’ iperlordosi
Curvatura in avanti (a convessità anteriore) della colonna a livello lombare (il bacino ruotato
anteriormente fà risultare la pancia sporgente).
I DISMORFISMI DEGLI ARTI INFERIORI
Tra i dismorfismi degli arti inferiori abbiamo: ginocchia valghe, ginocchia vare, ginocchia recurvate,
piede piatto e piede cavo.
GINOCCHIA VALGHE: si hanno quando le gambe assumono la tipica forma ad X. Il valgismo delle
ginocchia si misura calcolando la distanza in centimetri tra i due malleoli mediali a ginocchia
ravvicinate.
GINOCCHIA VARE: sono un’alterazione opposta a quella del valgismo. Le gambe assumono la tipica
forma a parentesi anche in questo caso la gravità si misura calcolando la distanza tra le ginocchia a
piedi uniti.
PIEDE PIATTO: é caratterizzato da un’abbassamento della volta plantare che non permette al piede
di svolgere la sua funzione ammortizzante ed è spesso abbinato al valgismo delle ginocchia. Le
condizioni di sovrappeso peggiorano la situazione del piede piatto.
PIEDE CAVO: si ha quando la volta plantare è molto accentuata. In questo modo diminuisce la
superficie d’appoggio del piede con conseguente sovraccarico su tallone e avampiede.
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