TEMA 0 UNO Scheda La circolazione atmosferica a livello planetario Fasce cicloniche e anticicloniche A livello del suolo, le sei cellule convettive determinano l’alternanza di fasce cicloniche (i venti vi convergono e poi salgono di quota) e fasce anticicloniche (in cui i venti discendono al suolo per poi divergere). Vediamole in dettaglio. • Basse pressioni equatoriali. Si trovano dove convergono gli alisei e si verifica un innalzamento d’aria caldo-umida. Salendo di quota, questa si raffredda e l’umidità condensa in grandi sistemi nuvolosi che producono intense precipitazioni. Il bioma tipico di questa fascia è la foresta pluviale, caratterizzata da piogge intense e ben distribuite nel corso dell’anno. • Alte pressioni subtropicali. Corrispondono alle due fasce da cui divergono gli alisei e i venti occidentali. Caratterizzate dalla discesa d’aria e dal suo riscaldamento, queste fasce sono prive di nubi e di precipitazioni. Il bioma tipico è pertanto il deserto caldo. • Basse pressioni subpolari. Si localizzano alla convergenza dei venti occidentali • LEZIONE 1 IL MONDO I fenomeni atmosferici I venti e la circolazione atmosferica Venti occidentali alte pressioni polari Venti polari A 60° Alisei B B Modello semplificato 30° della circolazione atmosferica a livello planetario (a destra) e schema degli B effetti di tale circolazione (sotto). Le fasce cicloniche sono caratterizzate 30° da copertura nuvolosa e frequenti piogge; le fasce anticicloniche presentano cielo sereno e assenza di precipitazioni. B A basse pressioni subpolari B B B B B alte pressioni subtropicali A A A A A A A A basse pressioni equatoriali B B B B B B B A A A A 60° A A B B alte pressioni subtropicali A basse pressioni subpolari L’aria umida sale: pioggia Calotta polare Foresta temperata L’aria secca scende 45° lat. Nord Deserto Tropico del Cancro Foresta pluviale Equatore L’aria umida sale: pioggia Tropico del Capricorno Deserto 45° lat. Sud Foresta temperata Calotta polare e di quelli polari. Anche in questo caso si verifica la salita d’aria umida, con formazione di nubi e sviluppo di precipitazioni. I biomi di questa fascia sono quelli temperati freschi, propri delle medie latitudini, e si differenziano a seconda della distanza dall’oceano: brughiere, foreste di caducifoglie, praterie. L’aria secca scende L’aria umida sale: pioggia • Alte pressioni polari. Sono quelle da cui divergono in ogni direzione i venti polari, richiamati dalle basse pressioni subpolari. La discesa dell’aria determina anche in questo caso l’assenza di nubi e la quasi totale mancanza di precipitazioni (tundra e ghiacci perenni). E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia ,Europa, Mondo, Minerva scuola L’energia solare scalda maggiormente la fascia intertropicale rispetto alle calotte polari: l’eccesso di calore presente nella prima viene trasferito verso le latitudini più elevate attraverso il movimento di fluidi, cioè per mezzo delle correnti marine e, soprattutto, dei venti. Questa circolazione d’aria si presenta complessa e pertanto deve essere semplificata per una sua migliore comprensione. Se la Terra fosse immobile e dotata di una superficie omogenea, in ogni emisfero esisterebbe un’unica grande cellula convettiva: lungo la fascia equatoriale, maggiormente riscaldata, l’aria calda si porta ad alta quota (bassa pressione), spostandosi poi verso i due poli, dove l’aria gelida scende al suolo (alta pressione), per poi tornare in direzione dell’equatore. Questo semplice modello teorico si complica a causa della rotazione terrestre, che rompe le due grandi strutture convettive in sei cellule più piccole, tre per ciascun emisfero. SGUARDO SUL MONDO TEMA 0 UNO Le variazioni stagionali SGUARDO SUL MONDO • LEZIONE 1 IL MONDO Le piogge torrenziali che accompagnano il monsone estivo provocano spesso gravi alluvioni. Nel Bangladesh (nella foto) si ripetono quasi ogni anno, provocando ingenti danni e migliaia di vittime. Lo schema descritto schematizza bene la realtà, ma non prende in considerazione l’irregolarità della superficie terrestre, dove ai continenti si alternano vaste superfici oceaniche. Di conseguenza, le fasce di alta e bassa pressione non hanno andamento regolare, secondo i paralleli, ma si spezzano in grandi celle cicloniche e anticicloniche. GENNAIO Si deve poi tenere conto delle stagioni, che fanno scivolare alternativamente a nord e a sud dell’equatore la fascia di maggiore insolazione, lungo la quale avvengono le monsone più intense precipitazioni. Questo spiega di nord-est la presenza di ampie fasce subequatoriali, monsone nettamente caratterizzate dall’alternanza di nord-ovest di una stagione piovosa e di una stagione Le aree interessate dal fenomeno asciutta. I biomi di questa fascia sono, a sedei monsoni sono notoriamente la conda della quantità di piogge, la savana e penisola indiana e il Sud-est la foresta monsonica, meglio nota col nome asiatico, ma analoghe situazioni di giungla. climatiche riguardano l’Africa occi- GENNAIO monsone di nord-est monsone di nord-ovest dentale e sud-orientale, l’area caraibica e l’Australia. LUGLIO E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola LUGLIO GENNAIO monsone di nord-est monsone di sud-ovest monsone africano di sud-ovest Umidità dell’aria, condensazione e precipitazioni monsone di nord-ovest monsone di sud-est zona di convergenza dei venti (ITC) monsone Il calore solare rappresenta il “motore” del di sud-ovest ciclo idrologico, in quanto provoca l’evaporazione dell’acqua marina e di quella che scorre sui continenti. Un ulteriore contributo monsone africano di all’umidità atmosferica sud-ovest viene dalla vegetazione, che con le radici succhia l’acqua dal terreno e poi la emette dalle foglie in forma di vapore (traspirazione). La capacità dell’aria di contenere umidità zona di convergenza dei venti (ITC) monsone di sud-ovest LUGLIO monsone africano di sud-ovest monsone di sud-est zona di convergenza dei venti (ITC) varia a seconda della temperatura: è massima quando l’aria è calda, minima quando è fredda. Di conseguenza, quando una massa d’aria si raffredda, se ha umidità in eccesso la cede attraverso la formazione di minuscole goccioline d’acqua (condensazione), talmente fini da rimanere sospese. Il risultato di monsone tale processo di sud-est è la formazione di nebbia, se il processo avviene vicino al suolo, oppure di nubi. Se poi all’interno delle nubi si verifica un ulteriore raffreddamento, oppure le minuscole goccioline si fondono l’una con l’altra, ha inizio una precipitazione, in cui l’acqua scende al suolo, in forma solida (neve o grandine) o liquida (pioggia). La formazione delle nubi I meccanismi che raffreddano l’aria umida e portano alla formazione delle nubi sono tre. Raffreddamento per convezione. La convergenza fra masse d’aria, tipica delle aree di bassa pressione, provoca l’innalzamento di una colonna d’aria calda per convezione termica. TEMA 0 UNO Aria calda SGUARDO SUL MONDO Aria calda Le perturbazioni atmosferiche L’interazione fra masse d’aria fredda e calda si verifica con estrema frequenza nelle fasce subpolari, dove convergono i venti occidentali, di origine tropicale, e i venti polari. Scontrandosi, queste masse d’aria si avvitano in grandi vortici, denominati cicloni extratropicali, che ruotando migrano verso est, per effetto della rotazione della Terra. Nel loro movimento, i cicloni trascinano verso oriente giganteschi sistemi nuvolosi, denominati perturbazioni, che alle medie latitudini investono il margine occidentale dei continenti. Questo meccanismo spiega l’elevata piovosità di queste zone, e il progressivo ridursi delle piogge a mano a mano che si procede verso l’interno dei continenti. Anche la fascia equatoriale è caratterizzata dalla convergenza di venti, gli alisei, solo che qui abbiamo a che fare con masse d’aria ald am föh n MONDO ent o Raffreddamento orografico Raffreddamento frontale I tre meccanismi attraverso i quali si raffreddano le masse d’aria e si formano le nubi. simili per umidità e temperatura, che normalmente si sollevano e producono abbondanti piogge convettive. In alcuni casi, tuttavia, da questo scontro nascono vortici di piccola dimensione ma estremamente violenti, i cicloni tropicali, che si spostano lentamente verso ovest, andando a colpire le coste orientali dei continenti. Meglio note come uragani o tifoni, queste perturbazioni sono estremamente pericolose, soprattutto perché caratterizzate da venti che possono superare i 200 km/ora. Tropopausa Cirri Cumulonembi Altostrati Sezione trasversale di un ciclone tropicale. I venti, estremamente violenti nel vortice, si placano completamente nell’occhio. Un ciclone tropicale visto dall’alto. Appena avvistati dai satelliti artificiali, gli uragani vengono identificati da un nome, attribuito dagli enti preposti allo studio dei fenomeni meteorologici (come Ivan o Katrina). Zona di pioggia Vortice Occhio 600 km Vortice Zona di pioggia E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola Aumentando di quota, questa “bolla d’aria” si raffredda fino a determinare la condensazione dell’umidità che contiene e la formazione di nubi. Raffreddamento orografico. L’aria che si solleva lungo un versante montuoso si raffredda, portando alla formazione di nubi e molto spesso alla caduta di precipitazioni; superato lo spartiacque, l’aria ridiscende l’altro versante e, riscaldandosi, dissolve le nubi. Raffreddamento frontale. In questo caso la formazione di nubi e le precipitazioni derivano dallo scontro fra masse d’aria diverse per temperatura e umidità, che non potendosi mescolare facilmente tendono a rimanere a contatto lungo superfici inclinate denominate fronti. In particolare si parla di fronte caldo se una massa d’aria calda e umida sale su un cuneo d’aria fredda e secca; fronte freddo nel caso opposto, se una massa d’aria fredda avanza, incuneandosi sotto una massa d’aria calda. risc o ent am d d re u raff sta Aria fredda Raffreddamento per convezione • LEZIONE 1 IL