Per Popper il vero politico è il riformatore, che come Socrate (aveva il senso del limiti e la ragionevolezza) e come il meccanico gradualista non si prefigge di realizzare il paradiso in terra, ma si preoccupa di migliorare la vita attuale alleviando alcune miserie e sofferenze concrete. Per quanto concerne HEGEL, ha alimentato idee che saranno alla base del totalitarismo nazista, quali per esempio: il nazionalismo (lo stato quale incarnazione dello Spirito Assoluto) _ nello stato si risolve la compagine dei valori morali __ idea etica della guerra come fattore di progresso storico ruolo creativo degli individui cosmico- storici _ l'ideale eroico di vita. Per quanto concerne MARX, Popper gli riconosce: _ ___ _ onestà intellettuale carica umanitaria presenza nella sua riflessione di asserzioni e previsioni "falsificabili", quindi scientifiche (scomparsa delle classi medie, impoverimento dei lavoratori). Gli rimprovera: _ di essere un falso profeta: ha fatto credere che la "profezia storica" è il modo scientifico di approccio ai problemi sociali _ materialismo storico: ha fatto delle condizioni economiche l'essenza della storia rispetto a cui idee e credenze sarebbero l'apparenza, invece di ritenerle rilevanti ha sottovalutato 'agire politico: chi ha denaro ha potere ha disprezzato la democrazia: in essa i cittadini - ritiene Popper - hanno il potere attraverso elezioni politiche per cui chi ha il potere può controllare quello economico. Ha trascurato di considerare le enormi capacità di manipolazione del consenso che i poteri economici posseggono al punto da insidiare le autonomie individuali. Popper non contesta l'ingiustizia e l'inumanità riconosciute da Marx al sistema capitalistico, ma le interpreta come il paradosso della libertà che distrugge se stessa, se illimitata. E' lo stato che le deve porre dei limiti per conservarla. quanto concerne la PSICOANALISI: Popper non la reputa una scienza valida in quanto- a detta degli psicoanalisti - le sue teorie sono sempre confermate dall'esperienza inconscia. In base ad essa, allora, qualunque avvenimento e il suo contrario può essere giustificato. In conclusione, per Popper la DEMOCRAZIA è l'unica forma di organizzazione politico-statuale e sociale coerente con le richieste della ragione. Essa trasferisce sul suo terreno le regole metodologiche della razionalità scientifica. Esse sono: autocorrezione miglioramento progressivo mutamenti di programmi e di maggioranze partecipazione attiva alle decisioni che riguardano la collettività istituzioni attraverso cui i governati controllano i governanti garanzie istituzionali che consentano alla minoranza di controllare i rappresentanti della maggioranza. La democrazia è propria delle SOCIETÀ' APERTE. In esse: c'è tolleranza la libertà è sollecitata e protetta si discutono razionalmente i problemi si consente la partecipazione individuale alle decisioni. Le SOCIETÀ' CHIUSE sono invece organizzate secondo principi collettivistici e autoritari. Per esempio, l'atomismo, come teoria metafisica, esercitò un'influenza storica sullo sviluppo scientifico e oggi si ripropone come teoria scientifica. La scoperta scientifica è impossibile senza la fede in idee che hanno una natura puramente speculativa. Mentre i Neopositivisti riducono la metafìsica a mera favola, privandola di ogni valore, per Popper le teorie scientifiche, nella loro formulazione, sono aiutate dalla metafisica, possono cioè nascere anche in ambito metafisico. Anzi, sul piano psicologico, la ricerca stessa avviene in ambito metafìsico, poiché lo scienziato non è mai completamente asettico. FALLIBILISMO La messa in crisi di una teoria è un trionfo (progresso)! L'avvio e l'approfondimento della ricerca (il suo contesto) si debbono a un PROBLEMA, una difficoltà nella quale la teoria inciampa. La nostra conoscenza si accresce nella misura in cui impariamo dagli ERRORI. E' d'importanza decisiva evidenziare gli errori perché così avvertiamo la difficoltà del problema ed escogitiamo soluzioni più avanzate e ci avviciniamo alla verità. Popper paragona il comportamento dell'ameba con quello di Einstein: mentre l'ameba è dispiaciuta di errare, Einstein ne è stuzzicato per imparare dalla loro eliminazione. ANTIESSENZIALISMO Compito della scienza non è giungere alla natura essenziale delle cose, alle realtà che stanno dietro le apparenze. La credenza nelle essenze ostacola la scienza e la conduce sul terreno filosofico, che non le è congeniale. ANTISTRUMENTALISMO La scienza non si riduce a mera "tecnica" utile per fare previsioni e per applicazioni pratiche. Le teorie hanno in se stesse valore empirico in quanto soggette a falsificabilità. ANTISCETTICISMO Dal fatto che non esista un criterio di verità che possa farci evitare l'errore, non deriva che la scelta tra le teorie sia arbitraria o arazionale. Ci si può approssimare alla verità! Si passa ad una teoria migliore, perché più severamente controllata, più ricca di contenuti empirici e più capace di spiegazione dei fatti. RAZIONALISMO o realismo CRITICO Si distingue da quello dogmatico cartesiano che pretendeva di enunciare verità assolute. Fa della critica il proprio abito. REALISMO perché crede in una realtà indipendente dal pensiero che nasce da un'impostazione falsificazionistica: a falsificare una teoria sono i fatti reali. CRITICO perché non possiamo essere certi che la nostra descrizione della realtà sia vera in modo assoluto, visto che è soggetta a revisioni. KARL POPPER Aspetti per cui il suo pensiero si lega a quello neopositivista: i principi metodologici scientifici sono valevoli in tutti i campi, non solo nelle scienze fisico-matematiche, ma anche in psicologia, sociologia, diritto, economia, politica, storia sociale... fiducia nel carattere progressivo dello sviluppo della scienza differenza costitutiva tra sapere scientifico e metafisica. Atteggiamento critico verso il neopositivismo: A. B. C. principio di VERIFICAZIONE o verificabilità o criterio di significanza metodo induttivo forte pregiudizialità antimetafisiea. A. Non è vero che la scienza ha un fondamento saldo e solido nell'esperienza, nel senso che è tale solo se le sue proposizioni sono suscettibili di verifica empirica. E' infatti un'utopia pensare che una teoria scientifica possa essere sottoposta ad un numero infinito di prove empiriche. Data una determinata ipotesi teorica, non sarà possibile esaurire la totalità di casi empirici necessaria per verifìcarla. E' dunque opportuno optare per un'IMPOSTAZIONE ROVESCIATA! PRINCIPIO DI FALSIFICABILITA' O CONFUTABILITA'. L'esperienza non serve a fondare una teoria, ma a confutarla (FALLIBILISMO) E'sufficiente una sola prova empirica confutatoria (non infinite conferme empiriche) per accertare che un'ipotesi è falsa (un solo cigno nero per smentire che i cigni sono bianchi) Sono suscettibili di controllo empirico solo le proposizioni falsificabili. Non è falsificabile un particolare asserto all'interno della teoria, ma l'intero sistema teorico. "Mentre una sola falsificazione di un enunciato universale basta ad abbandonarlo* un'ulteriore conferma detta lesse, in caso di un numero infinito di x, non basta a rendere vera a lesse"* non rafforza né il nostro grado di credenza in essa, né la sua probabilità, intesa come frequenza oggettiva. B. L'induzione (o problema di HUME) è un procedimento inferenziale che pretende di risalire da asserzioni particolari attinte dall'osservatore ad asserzioni di valore universale. La costruzione logica induttiva è un'illusione, un MITO. Siamo razionalmente giustificati a passare da ripetuti esempi di cui abbiamo esperienza agi esempi di cui non abbiamo esperienza? Le estrapolazioni di asserzioni generali da osservazioni particolari sono tali che la loro negazione non è contradditoria. E' sufficiente un solo caso in distonia per inficiarne la validità. Popper riprende la storiella di Bertrand Russell del TACCHINO INDUTTIVITÀ che, usando il metodo induttivo, aveva osservato che ogni giorno alle ore nove gli davano da mangiare e aveva elaborato la legge scientifica che "ogni giorno alle ore nove avrebbe mangiato". Tale teoria fu smentita dai fatti il giorno di Natale, giorno in cui il tacchino fu ucciso. Si tratta di una variante della critica già mossa da Hume alla probabilità che il sole sarebbe sorto ogni giorno, probabilità che si fondava sul sentimento dell'abitudine e non su una certezza scientifica. E' ancora la filosofia a stabilire che la metafisica rimane al di fuori della sfera del verificabile ed è quindi priva di senso. Essa è espressione di atteggiamenti emotivi, di sentimenti. Tuttavia ha il ruolo positivo di arricchire l'orizzonte della vita umana. Le proposizioni scientifiche, invece, sono quelle sensate. Ciò che le rende sensate è il metodo della lóro verifica: la proposizione ha senso quando è formulata in modo che i fatti espressi da essa siano verificabili, almeno in linea di principio, ossia quando, anche se mancano i mezzi tecnici per una verifica empirica, la verifica è tuttavia pensabile. La scienza è dunque l'unica in grado di decidere se qualcosa sia reale o non verificando le proposizioni, accertando cioè la loro verità o falsità in base ai dati di fatto. La verificabilità non coincide né con la verificazione di fatto né con una singola verificazione, ma è il rinvio ad esperienze possibili in virtù delle quali la proposizione può risultare vera o falsa. Ad esempio, la proposizione "esistono montagne sull'altra faccia della luna" è veificabile, anche se all'epoca di Schlick non è verificata. Nel sagio del 1936, "Significato e verificazione", Schlick identifica l'esperienza col principio di verificazione : è verificabile ogni possibile esperienza che non contraddica le leggi di natura. Ad esempio, la proposizione "z fiumi scorrono verso l'alto" è falsa perché è tisicamente impossibile in quanto in contrasto con le leggi naturali. OTTO NEURATH (1882-1945) Nasce a Vienna nel 1882, si addottora in Matematica a Berlino nel 1907, si abilita all'insegnamento ad Heidelberg nel 1917, lavora nel ministero della difesa austriaco, eollabora all'interno del Circolo di Vienna. Nel 1940 emigra in Olanda Muore a Oxford nel 1945. Nel 1931 pubblicò sulla rivista "Conoscenza" del Circolo di Vienna un articolo intitolato "fiscalismo" in cui criticò l'approccio di Sehliek che mirava a individuare il senso di una proposizione nei dati di fatto. Mise in discussione la tesi delPisomorfismo linguaggio/mondo e la sostituì con la tesi della IDENTITÀ' tra LINGUAGGIO/MONDO per cui non è ammissibile la sussistenza di termini di natura osservativa autonomi rispetto ad altri termini di natura linguistica. Il LINGUAGGIO è INTRASCINDIBILE: esprime interamente esperienze fisiche e perciò è impossibile trascenderlo per confrontarlo con la realtà. Poiché il linguaggio è un fatto fisico, un sistema di suoni prodotto dalla cooperazione tra sistema neurologico e muscolare, esprime interamente esperienze fisiche. Fatti e proposizioni non sono entità omogenee e inconfrontabili; la verità preposizionale non dipende dal confronto con un fatto; non esistono enunciati elementari che, attraverso i dati sensoriali, si riferiscano ad una realtà esterna al linguaggio. Il linguaggio deve avere i caratteri dell'oggettività: non è la rappresentazione di sensazioni, ma di proprietà oggettive dei dati. Le stesse proposizioni protocollari, che esprimono esperienze elementari legate a vissuti individuali, devono essere verificate, e ciò può avvenire solo tramite il CONFRONTO CON ALTRE PROPOSIZIONI. La verità proposizionale scaturisce dalla concordanza logica o con altre proposizioni o con l'insieme degli enunciati della scienza. La verità non è la corrispondenza coi fatti, ma la coerenza di un'asserzione con la totalità di altre proposizioni. Quando valutiamo se e in che misura E conferma H stiamo operando un'inferenza induttiva : l'enunciato E, che descrive i dati empirici in nostro possesso, costituisce la premessa dell'inferenza, mentre l'ipotesi H ne rappresenta la conclusione, che può essere inferita induttivamente da E con un grado più o meno alto di probabilità. Se la probabilità di H alla luce di E è molto alta, possiamo dire che H è ben confermata da E. Secondo i neopositivisti lo stesso metodo IPOTETICO DEDUTTIVO (ID) può essere inteso come una procedura induttiva. Se un'ipotesi H consente di dedurre la previsione E, e i successivi controlli mostrano l'avverarsi di E, possiamo concludere che E conferma H. La conferma ipotetico-deduttiva di H, derivante dall'accertamento di una previsione E dedotta da H, può essere interpretata come un'inferenza induttiva attraverso la quale, a partire dalla premessa E, possiamo inferire che la probabilità di H si è accresciuta. Ad esempio, nel 1695, l'astronomo Edmund Halley applicò l'ipotesi di Newton a una cometa da lui osservata nel 1682 e ne dedusse la previsione che la cometa avrebbe impiegato circa 75 anni per compiere un'orbita completa; sarebbe quindi riapparsa nel dicembre 1758. Halley morì nel 1743, 15 anni prima del ritorno della cometa, che riapparve il giorno di Natale del 1758 e venne quindi battezzata "cometa di Halley" In accordo con ID, il successo della previsione di Halley venne interpretato dalla comunità scientifica come una straordinaria conferma della meccanica newtoniana. Pertanto, i neopositivisti ammettono che non possiamo verificare in modo conclusivo le ipotesi scientifiche. Tale impossibilità dipende dalla circostanza che le ipotesi di forma universale parlano di un numero potenzialmente infinito di oggetti, mentre qualunque evidenza empirica ne comprende solo un numero finito. In certi casi i dati empirici in nostro possesso permettono di attribuire, sulla base di appropriate inferenze induttive, una probabilità positiva alle ipotesi scientifiche, comprese quelle di forma universale. Le elaborazioni furono rese pubbliche attraverso la rivista "Conoscenza" diretta da Carnap e da Hans Reisenbach, il fondatore del CIRCOLO DI BERLINO. Con l'avvento del nazismo in Germania il gruppo si disciolse. A partire dal 1938 un buon numero di partecipanti si trasferì a Chicago, negli USA, dove il grappo lavorò alla pubblicazione dell' "Enciclopedia Internazionale della scienza unificata" avvalendosi anche della collaborazione del filosofo della matematica Bertrand Russell e del filosofo dell'educazione John Dewey. L'impresa si arrestò dopo pochi volumi, sia per le difficoltà intrinseche del progetto, sia per lo scoppio della seconda guerra mondiale. Il Neopositivismo tramontò negli anni Settanta del Novecento. I neopositivisti si richiamano al positivismo ottocentesco di cui condividono i seguenti presupposti: » *• la scienza è Fu^c^jarjierf^ajdd^ a ^«^ «&,**> *•*«* <:> ^«cw.s-f ,-wv^ la filosofià\/si risolvè nella scienza col compito di analizzare i procedimenti scientifici e sistemarne i risultati * ^>^,^ Le differenze rispetto al positivismo ottocentesco sono : rifiuto dell'interpretazione meccanicistica newtoniana e kantiana della natura a partire da leg; assolute, e accoglimento del modello della fisica relativistica di Einstein » le scienze storico-sociali non si modellano sulla fisica, secondo l'impostazione comtìana, ma hanno esse stesse uno statuto scientifico la matematica non è una formalizzazione simbolica di proprietà oggettive dei dati rilevati, mi è una riduzione logicistica a proposizioni formali o analitiche o tautologiche esprimenti vero/ falso, prive però di valore conoscitivo e quindi incapaci di dire qualcosa sui dati reali, i dati non sono dell^presenzialità fattuali, ma delle proposizioni linguìstiche elementari o atomiche o molecolari in grado di rappresentare ciò che è significante. la metafìsica non è falsa perché non empirica, e perciò tale da non potere essere indagata, m è inconoscibile hi quanto espressione della vita emozionale umana. E' insignificante perché non riducibile a dati di fatto, quindi priva di valore conoscitivo. Ad esempio, l'espressione "il nulla nulleggia", essendo non verificabile, è priva di senso. Non possiamo infatti precisare le condizioni che, se si realizzassero, renderebbero vero l'enunciato. Gli assunti fondamentali della riflessione neopositivista sono: la conoscenza scientifica è espressa da ASSERZIONI o PROPOSIZIONI LINGUISTICHE (enunciati o insiemi di enunciati: le teorìe scientifiche si esprimono hi forma scritta, su manuali e riviste, hi forma parlata, nelle lezioni universitarie o nei congressi scientifici) esprimenti dati sensibili, e perciò suscettibili di verifica empirica. la conoscenza scientifica si serve dell'analisi logica degli enunciati come strumento di crescita: il materiale dei dati osservati viene esaminato, selezionato, e NEOPOSITIVISMO o POSITIVISMO LOGICO o EMPIRISMO LOGICO Fu il primo e più influente movimento nella filosofia della scienza del Novecento. Prese le mosse dal CIRCOLO DI VIENNA , costituito nel 1925 da un gruppo di studiosi di aree diverse, interewati ai :emi dei fondamenti della logica e della matematica Conche della gnoseologia empirista. Tra il 1907 e il 1912 tale gruppo si riuniva in un caffè viennese ogni giovedì e contava tra i partecipanti il matematico ed economista Hans Hahn, il sociologo di orientamento marxista Otto Neurath, il geniale matematico boemo Kurt C o del. Una chiara delineazione dei principi filosofici accettati dal gruppo si ha con l'arrivo a Vienna di Rudolf Carnap nel 1926 e con la lettura e la discussione del "Tractatus di Ludwig Wittgenstein (il quale si incontrava coi membri del gruppo senza tuttavia aderire ufficialmente). Ciò avvenne dopo che Mortz Schlicìc, a partire dal 1922, aveva occupato la cattedra di Filosofia delle scienze induttive e dal 1924 i suoi corsi universitari nonché i seminari del venerdì sera erano espressamente dedicati alla lettura e discussione del "Tractatus". Nel 1928 venne fondata per iniziativa di Schlick l'associazione culturale "Ernst Mach" con il progetto di diffondere una visione unitaria della fisica. Ernst Mach aveva criticato il modello della meccanica newtoniana a partire dalle scoperte compiute da Faraday, Maxwell, Hertz nel campo delPelettromagnatismo, in particolare aveva respinto l'idea di uno spazio e tempo assoluti, e aveva ribadito il carattere ipotetico di tutte le teorie scientifiche: esse sono suscettibili di essere modificate o addirittura abbandonate, se smentite dall'esperienza. !.<-,>.,.>•;'•;-•>,' In quel momento la crisi della scienza si configurava come una crisi di modelli di/scienziati che si erano mostrati inadeguati ad interpretare la realtà. Mach aveva anche sostenuto che la realtà altro non è che le nostre sensazioni, fisiche e psichiche, giungendo a negare l'esistenza di un mondo materiale indipendente dalle percezioni. Ciò provocò diverse reazioni sia tra i fisici che tra i filosofi perché ogni restrizione dell'esperienza umana alla percezione fìsica era intesa o come una restrizione della razionalità o come restrizione della realtà. In un secondo momento i neopositivisti corressero l'empirismo radicale di Mach riconoscendo l'intrecciarsi, nella formazione del sapere scientifico, di contenuti empirici da una parte, e universalità e necessità del discorso logico-matematico dall'altra (empirismo logico). Contro Kant, per il quale i giudizi matematici erano sintetici a priori, essi ridussero i concetti matematici a quelli della logica formale, riconoscendo il carattere analitico a priori delle proposizioni matematiche. Cancellati i kantiani giudizi sintetici a priori, ritennero validi solo i sintetici a posteriori, costituenti il fondamento empirico di ogni sistema conoscitivo, e gli analitici a priori, espressione dell'aspetto formale e deduttivo del procedimento scientifico. Negli uni e negli altri si esauriva - a loro avviso l'universo del scientificamente dicibile. ,'•'"' . <'v" Le proposizioni della metafisica, in quanto non foia&aM, analitiche e tautologiche, esprimenti qualcosa ài formalmente vero o falso, e neppure fattuali, empiricamente verificabili, erano ridotte ad espressione della vita emozionale umana, sprovviste in quanto tali di ogni portata teoretica. Nel! 929 il Circolo scrisse un manifesto programmatico nel quale veniva definita una comune filosofia come "concezione scientifica del mondo" avente come scopo l'unificazione della scienza: collegare le acquisizioni dei singoli ricercatori nei vari ambiti scientifici in un simbolismo logico-linguistico di formule neutrali libere dalle influenze delle lingue storiche.