Tanzania e Kenya Safari fotografici nei parchi più belli dell’Africa Il solo sentir risuonare i nomi Kilimanjaro, Ngorongoro, Serengeti, Selous, Zanzibar …. evoca le immagini delle prime esplorazioni europee attraverso le foreste vergini africane. David Livingstone, Henry Stanley, Johannes Rebman e ancora prima di loro, i mercanti cinesi, arabi e persiani, scoprirono un territorio dove la natura regnava incontrastata in perfetto equilibrio. Con una ricca tradizione appartenente ad oltre 120 tribù e l’abbondanza di animali selvatici che vivono nel loro ambiente naturale, la Tanzania può essere a ragione ritenuta tra le regioni più autentiche del continente africano. Il Paese, con una superficie complessiva di circa 938.000 kmq, è situato appena a sud dell’equatore, affacciato sull’oceano Indiano per una lunghezza di 800 km di spiagge incontaminate. Il territorio è vario: dalle pianure costiere a livello del mare si passa alla Rift Valley, alle foreste di Miombo, agli altipiani del sud e alle montagne che giungono quasi a 6.000 metri. Alla Tanzania si aggiunge la natura altrettanto straordinaria del Kenya, una natura che ancora vince, nonostante la presenza “minacciosa” dell’uomo europeo che, partito per conquistare, ha finito per essere egli stesso conquistato e rinchiuso nel classico emporio per turisti, uguale in tutto il mondo. E riuscendo a fuggire … quale meraviglia la natura lasciata libera! Il Kenya si trova a cavallo dell’Equatore africano e si affaccia sulle sabbie bianche dell’Oceano Indiano. Offre scenari naturali di straordinaria bellezza e tranquillità, i suoi contrasti sono indescrivibili, affascinanti e spesso misteriosi. Per questo è il Paese amato da Ernest Hemingway, Roosvelt, Churchill, da Karen Blixen e molti altri che qui hanno trovato la migliore ospitalità. Ecco, come per incanto, anche per noi, un mondo traboccante di vita, pieno di luce e di colore, dove nascita e morte prepotenti cantano l’inno alla vita. Le temperature oscillano fra i 15°C nelle zone degli altipiani e i 30°C della costa. Generalmente tra maggio e ottobre il clima è fresco e piacevole. Le piogge arrivano poi tra novembre e maggio nel territorio continentale e tra marzo e giugno nelle isole di Zanzibar, Pemba e Mafia. Il viaggio si effettua in auto fuoristrada 4x4 ad uso esclusivo. Le sistemazioni sono previste in lodges e campi tendati di livello superiore che hanno una particolare attenzione alle esigenze del turismo eco-sostenibile. 1° giorno, ITALIA/ARUSHA Partenza per l’aeroporto Kilimanjaro di Arusha con voli di linea. Arrivo in serata. Trasferimento in hotel. Cena libera. Pernottamento. Hemingway, nel suo libro “Le nevi del Kilimanjaro” scriveva: “Grande come il mondo, alta e incredibilmente bianca al sole era la cima quadrata del monte Kilimanjaro”. A 5895 metri sopra il livello del mare il monte Kilimanjaro è la più alta montagna d’Africa, il maggiore massiccio e uno dei più grandi vulcani emersi dalla crosta terrestre. 2° giorno, KILIMANJARO/LAGO MANYARA Prima colazione e partenza per il parco del Lago Manyara. Arrivo ed intero giorno di safari. Seconda colazione. Situato alla base della grande scarpata della “Rift Valley” il parco nazionale del lago Manyara (9322 kmq) è tra i luoghi più belli dell’Africa. Pag: 1 Già all’ingresso del parco si ammira una vegetazione lussureggiante con gli alti alberi della foresta acquitrinosa che offre riparo a schiere di babbuini e scimmie blu. Più avanti la foresta si apre in terreni boscosi, prati, paludi e più in là si distende il lago definito come il paradiso degli osservatori di uccelli. Se ne vedono più di 350 specie, inclusi gli amabili flamingo, i pellicani, gli ibis sacri, gli svassi e le cicogne. Verso sud ai limiti del parco sgorgano sorgenti di acque calde sulfuree chiamate Majimoto. Ma lo spettacolo più rinomato è offerto dai leoni che si arrampicano sugli alberi di acacia e vi spendono la maggior parte del giorno adagiati sui rami fino a 6 metri dal suolo. Il parco è anche noto per i bufali, gli elefanti, gli impala, gli ippopotami, grossi esemplari di bufalo, gnu, branchi di zebre e giraffe, alcune delle quali hanno un colore così scuro da apparire quasi nero da una certa distanza. Cena e pernottamento. 3° giorno, LAGO MANYARA/OLDUVAI/ SERENGETI Prima colazione e partenza per il parco nazionale di Serengeti. Sosta per la visita delle gole di Olduvai. Qui, nel profondo canyon, furono trovate le ossa attribuite all’Homo Habilis, all’Australopiteco Boisei e molti utensili in pietra realizzati 1.700.000 anni fa. Seconda colazione. Nel pomeriggio primo safari nel parco Serengeti. Cena e pernottamento in lodge sulla collina all’interno del parco. 4°/5° giorno, SERENGETI (14.763 kmq) Pensione completa. Intero giorno di safari. Il parco nazionale Serengeti è indubbiamente la riserva di vita animale più conosciuta al mondo, ineguagliato per bellezza e valore scientifico. Entro i suoi confini vi sono più di 3 milioni di grandi mammiferi in completa libertà, in una terra senza confini (secondo il significato Masai del nome Serengeti). Cosparso di affioramenti rocciosi, gruppi di acacie, foreste e piccoli fiumi occasionali qui si possono osservare circa 35 specie di animali diversi, inclusi i cosiddetti cinque “big”, cioè elefanti, rinoceronti, leoni (più di 2000), leopardi e bufali e gli enormi branchi di gnu, gazzelle e zebre che alla fine di maggio o ai primi di giugno iniziano la loro migrazione spettacolare dalla piana centrale verso le acque permanenti a nord e a ovest del parco. Sono state viste colonne di gnu in marcia lunghe fino a 40 km; in coda alla lunga processione ci sono i più deboli e quelli troppo vecchi per stare al passo. Dietro, leoni, ghepardi, iene e licaoni. Solamente i più abili sopravvivono alla migrazione mentre gli avvoltoi volano aspettando pazientemente di ripulire le carogne di quelli che soccombono. Altre specie comuni che si trovano nel Serengeti sono ippopotami, giraffe, eland, impala, gazzelle, babbuini, scimmie (dei tipi vervet e patas), facoceri, antilopi oltre ad una ricca selezione di uccelli. Nei fiumi del parco si incontrano perfino i coccodrilli. 6° giorno, SERENGETI/NGORONGORO Prima colazione e partenza per il cratere di Ngorongoro. Arrivo e seconda colazione. Cena e pernottamento in lodge sulla collina di Lemala sul bordo esterno del cratere. L’area protetta del cratere copre una estensione di 259 kmq e le norme del parco nazionale non consentono a nessuno di abitarvi, nemmeno ai Masai che un tempo avevano qui le loro mandrie. Il cratere di questo vulcano spento, non l’unico in questo territorio, è davvero una meraviglia della natura con una fauna ed una flora ricchissimi. Cena e pernottamento al lodge. 7° giorno, NGORONGORO Pensione completa. Intero giorno di safari nel cratere. Il cratere dello Ngorongoro che si trova a 2286 metri Pag: 2 s.l.m. è la caldera più larga e intatta del mondo circondato da pendii scoscesi che si levano a 610 metri dalla base del cratere, in un anfiteatro naturale che misura 16 km circa di diametro. Ngorongoro dista circa 150 km da Arusha, 60 dal lago Manyara e 145 dal Serengeti. E’ un luogo di una bellezza che toglie il respiro. Bernard Grzimek scrisse che non esiste nulla con cui si possa paragonare questo luogo; una delle meraviglie del mondo. Sulla superficie di questo giardino dell’eden, raggiungibile con un fuoristrada possono essere visti da vicino una moltitudine di animali, addirittura migliaia tra elefanti, bufali, zebre, gnu, gazzelle, rinoceronti, scimmie e predatori quali ghepardi, iene e leoni. Più di cento specie di uccelli che non si trovano mai nel Serengeti sono stati invece individuati qui. Si possono vedere anche struzzi, otarde, uccelli segretario, gru, aironi, il picchio e i flamingo. 8° giorno, NGORONGORO/TARANGIRE Prima colazione e partenza per il parco nazionale Tarangire, che occupa un vasto territorio a sud-est del lago manyara da cui dista circa un centinaio di km. E’ l’ambiente ideale per diverse specie animali ed è particolarmente famoso per i suoi baobab. Arrivo e seconda colazione. Nel pomeriggio primo safari nel parco Tarangire. Cena e pernottamento in lodge. 9° giorno, TARANGIRE (2.589 kmq) Pensione completa. Intero giorno di safari. Nato nel 1970 il parco Tarangire è famoso per la densità di popolazione animale che si concentra soprattutto durante la stagione secca (giugno-novembre). Prende il nome dall’omonimo fiume che lo attraversa. Rispetto al parco Serengeti qui il paesaggio è più verdeggiante grazie alla presenza di estese paludi e pianure alluvionali. Questo è l’habitat ideale in cui si radunano bufali, elefanti, orici, zebre, giraffe, gnu, alcelafi, taurotraghi. Una delle principali caratteristiche è dettata dalla presenza del kudu, una grande antilope che vive per lo più nelle zone boscose e ricche di acqua. Il maschio possiede delle splendide corna a spirale, mentre la femmina, che ne è sprovvista, ha sul suo capo caratteristiche orecchie tonde. Nei racconti di Hemingway il kudu è persino protagonista di eventi di caccia grossa dell’autore. Molto raramente si vedranno leopardi che tuttavia abbondano grazie alla densa alberatura e rinoceronti che ne sono rimasti pochi. Se si ha un po’ di fortuna si riusciranno a vedere i famosi pitoni che si arrampicano sugli alberi per prendere il calore del sole. Notevole è la presenza avifauna, abbondante nel periodo delle piogge (novembremaggio), in cui si potranno avvistare aquile, varietà di falchi, gruccioni, buceri, becchi a scimitarra, assioli. 10° giorno, TARANGIRE/ARUSHA/NAIROBI Prima colazione e partenza per l’aeroporto Kilimanjaro di Arusha. Volo per Nairobi. Arrivo e sistemazione in hotel con seconda colazione. Attraente capitale del Kenya dal 1905 si è sviluppata su un territorio paludoso in origine abitato dai Masai. Si estende tra i 1660 e i 1800 metri di altezza e gode di un clima mite tutto l’anno nonostante la sua vicinanza all’Equatore. Oggi è una città cosmopolita, interessante e il luogo ideale per assaporare la moderna vita africana. Possiede un mercato molto vivace e attive aree commerciali, sobborghi per gli impiegati e per la classe media e immense ville con giardini pensili per i più abbienti. Cena libera. Pernottamento in hotel. Pag: 3 11° giorno, NAIROBI/MONTE KENYA Prima colazione. Partenza in direzione nord attraversando la regione del popolo Kikuyu, il più grande gruppo etnico del Kenya. Romantica è la leggenda sul fondatore dell’etnia dei Kikuyu, il mitico Gikuyu. La storia narra che il loro dio Ngai, portò Gikuyu sulla cima della montagna Kirinyaga e lì, gli ordinò di costruire la sua casa vicino ad un gruppo di fichi (mikyuy) nel centro del paese. Gli diede anche una moglie, Mumbi e insieme ebbero nove figlie, dalle quali discesero i principali clan Kikuyu: Achera, Agachiku, Airimu, Ambui, Angare, Anjiru, Angui, Aithaga e Aitherandu. Nella cultura Kikuyu i ragazzi e le ragazze vengono cresciuti in maniera molto differente. Le ragazze vengono abituate al lavoro nei campi, mentre i ragazzi all’allevamento degli animali. Le ragazze hanno anche la responsabilità di curare i fratelli più piccoli e di aiutare la madre nei lavori di casa. Nella cultura Kikuyu l’identità della famiglia è portata avanti dando al primo figlio il nome del nonno paterno, e al secondo il nome del nonno materno. Lo stesso vale per le ragazze: la prima è chiamata con il nome della nonna paterna, la la seconda con quello della nonna materna. Gli altri figli sono chiamati con i nomi dei fratelli e delle sorelle dei nonni, partendo dal più vecchio per arrivare al più giovane. I Kikuyu credono che in questo modo lo spirito dei nonni possa entrare nell’anima dei nipoti ed aiutarli nella vita. Quest’area del Paese è molto fertile, ricca d’acqua, intensamente coltivata e coperta da fitte foreste; infatti i Kikuyo sopravvivono soprattutto grazie all’agricoltura, coltivando banane, canna da zucchero, gigli, tuberi, mais, miglio, fagioli e diverse varietà di verdure. Arrivo al Monte Kenya (7.320 m), la seconda vetta più alta dell’Africa dopo il Kilimanjaro. Le rocce scure, la sua sagoma imponente ed isolata e la sua cima innevata esercitano un fascino e un richiamo straordinari. Molti animali come i “bushbuk”, elefanti africani, e bufali escono dalle foreste circostanti per bere nelle pozze d’acqua durante il giorno. Sono facilmente visibili anche gli uccelli delle foreste. Nel tardo pomeriggio, breve passeggiata guidata nella foresta, dove lungo il percorso si avrà la possibilità di incontrare animali come la procavia, la genetta, e altre specie della famiglia della mangusta, la iena, il rinoceronte nero, il gufo reale maculato, il leopardo e il maiale della foresta. Cena e pernottamento al lodge. 12° giorno, MONTE KENYA/SAMBURU Prima colazione e partenza in direzione nord verso Samburu, attraversando la linea dell’equatore e paesaggi infiniti, privi di barriere. Si percorrono le sconfinate savane, dove la natura si manifesta nelle sue forme più belle, tra i contrasti dei verdi altipiani e l’arida frontiera del nord. In questa riserva naturale è possibile osservare numerose specie della fauna africana che iniziano la loro attività fin dal mattino presto animando la foresta con i pappagalli, i piccioni, i buceri e numerose specie di uccelli canori dalle piume colorate. Arrivo a Samburu, sistemazione nel lodge e seconda colazione. Pomeriggio dedicato al safari nelle vicinanze del fiume Uaso Nyiro, un’attrattiva molto interessante specialmente per la possibilità di avvistare leopardi e iene striate in cerca di qualche preda. Cena e pernottamento al lodge. 13° giorno, SAMBURU Pensione completa. Il primo safari inizia all’alba, quando l’attività dei predatori è molto più intensa. Secondo safari nella riserva di Samburu, che a sud prosegue con la riserva naturale di Buffalo Springs. Qui l’altitudine è di circa 1000 metri s.l.m. e il paesaggio è costituito da savana asciutta e piana in contrasto con foreste di palma dom e una fitta vegetazione. Le numerose pozze sorgive (Springs) che attirano migliaia di uccelli danno il nome a questo parco. In quest’area sono presenti oltre agli animali selvatici abituali come elefanti, bufali, zebre di Grant e gazzelle, altre specie settentrionali come l’antilope giraffa, la zebra di Grevy, lo struzzo dalle zampe blu, l’antilope Gerenuk e la giraffa reticolata. “Gerenuk” in lingua locale identifica un animale che non ha bisogno di bere acqua, per altri significa “dal collo di giraffa”. Questa specie particolare di animale bruca gli alberi come le giraffe ma dato che non è alta come loro sta eretta sulle zampe posteriori. Il loro comportamento è davvero esemplare ed è uno degli animali preferiti per gli appassionati di nutrizionismo. Infatti queste specie assumono acqua soltanto attraverso le foglie e altre fonti di cibo. Alcune piante di notte forniscono un maggior quantitativo d’acqua rispetto al giorno in cui sono più secche divenendo fonte preziosa d’acqua per gli erbivori. 14° giorno, SAMBURU/NAKURU Prima colazione e partenza in direzione sud per il Parco Nazionale del lago Nakuru. Si attraversa la terra di Isiolo, una cittadina a 1220 metri di altitudine, punto Pag: 4 d’incontro delle diverse tribù che abitano questa regione. La caratteristica di Isiolo sono i braccialetti di metallo fatti a mano che vengono venduti per pochi dollari dalle tribù locali. Lungo il percorso si incontrano territori appartenenti alle diverse tribù che popolano questa regione. C’è un enorme contrasto tra le verdi colline del nord e l’arida regione costiera a sud. Gli africani che vivono ad est sono molto rispettosi del loro territorio e sono state intraprese molte iniziative contro l’abbattimento delle foreste per evitare problemi derivati dall’erosione. Si prosegue ad ovest, attraverso la regione di Nanyuki nella parte sud dell’altopiano di Laikipia. Sosta sui monti Aberdare a Nyaharuru, un tempo chiamata “Thompson’s Falls. Il Parco Nazionale di Aberdare che ora si chiama Nyandarua, anche se il vecchio nome è ancora in uso, in realtà è una bella foresta d’alta quota, ricca di bambù e tundra afroalpina, caratterizzata dalla presenza di babbuini, elefanti, bufali e facoceri, ma anche da pescosi torrenti e ampi spazi coperti di erica gigante. Nyaharuru è una piccola cittadina del Kenya a 2.350 metri di altitudine, una delle più alte del Paese e nella lingua masai significa “dove le acque scorrono profonde”. Si trova a brevissima distanza dalle strette cascate che si gettano nella verde foresta di Marmanet con un tuffo di ben 73 metri. Le acque che scendono vertiginosamente formano un lago frequentato da ippopotami. Si prosegue attraversando le coltivazioni di tè degli altipiani fino a giungere nella profonda Rift Valley, una depressione lunga 4.830 km che si estende dalla Siria al Mozambico e da dove si gode una magnifica vista. Arrivo al lago Nakuru (30 kmq), famoso nel mondo per le innumerevoli specie di uccelli che lo popolano. Se ne possono osservare, oltre agli spettacolari fenicotteri rosa, ben 400 tipi differenti. Nakuru oggi è un vero e proprio rifugio per moltissimi animali come leoni, leopardi, rinoceronti neri e bianchi. E’ un posto incantevole per osservare gli animali avvicinarsi al lago per dissetarsi. Seconda colazione in corso di viaggio. Pernottamento al lodge all’interno del Parco. 15° giorno, NAKURU Pensione completa. Intero giorno di safari nel parco. Quest’area è nata nel 1961 e si estende su 188 kmq. Il territorio è prevalentemente costituito da foresta e savana, tranne che intorno al lago, dove il terreno è più paludoso. Innumerevoli specie vivono qui, come ad esempio le antilopi d’acqua, gli impala, i licaoni, gli otocioni, le iene striate e le giraffe di Rothschild, introdotte recentemente. Sulle rive del lago si possono trovare bufali, ippopotami e una gran quantità di uccelli, come le colonie di fenicotteri rosa, l’aquila di Verreaux e il falco giocoliere, due rarissime specie di predatori. 16° giorno, NAKURU/NAIROBI Prima colazione e partenza per Nairobi. All’arrivo, sistemazione in hotel e tempo a disposizione per un personale incontro con la città. Il quartiere culturale ospita il Museo Nazionale, un sito molto originale ed esotico con all’ingresso una grande sagoma in fibra di vetro dell’Elefante Ahmed che la superstizione popolare riteneva molto anziano. Si accede al museo attraversando un portale decorato con zanne di elefante. All’interno vi sono in esposizione numerosi esemplari imbalsamati della fauna dell’Africa orientale, una sezione dedicata all’antropologia con copie e calchi appartenenti alle varie tribù locali, una copia delle pitture rupestri tanzaniane di Cheke ed esposizioni di strumenti, attrezzi e decorazioni delle popolazioni locali. Nei pressi del museo si trova il Serpentario con oltre 200 specie di serpenti e rettili; inoltre un’esposizione di capanne tradizionali e antiche macchine utilizzate nella coltivazione dei campi, e una grande uccelliera con alcuni esemplari avicoli. C’è anche il museo ferroviario che ospita il vagone su cui venne azzannato Charles Ryall, l’uomo che appostato su questo vagone tentò invano di uccidere i leoni dello Tsavo che ostacolavano il passaggio della ferrovia. Nel quartiere coloniale si trova invece la Jamia Mosque, con tre cupole e due minareti coperti da bulbi argentati, e nel quartiere amministrativo si trova il Mausoleo di Kenyatta, uno dei padri fondatori del Paese, trasformato in monumento al milite ignoto. Pasti liberi. Pernottamento. 16° giorno, NAIROBI/ITALIA Prima colazione. Trasferimento in aeroporto e partenza con voli di linea per l’Italia. Pag: 5 La grande migrazione La grande migrazione avviene quasi sempre in senso quasi orario. Nel periodo tra aprile e giugno abbiamo la maggiore concentrazione di animali nel parco del Serengeti (periodo delle piogge lunghe). Quando finiscono le piogge gli animali si spostano alla ricerca di pascoli più verdi e si dirigono verso nord in direzione del Masai Mara dove arrivano circa in luglio/agosto. Tra luglio/agosto e ottobre il grosso della transumanza si trova nel Masai Mara. Poi di nuovo a ottobre/novembre i pascoli del Masai Mara saranno quasi esauriti e gli animali si dirigeranno allora verso il Serengeti seguendo l’erba portata dalle piogge brevi. Da dicembre a marzo gli animali si fermano sui pascoli del Serengeti (e parte occidentale del Ngorongoro) dove rimangono fino all’arrivo delle piogge lunghe e il ciclo si ripete. La Tanzania L'Africa orientale gode di due stagioni di piogge in un anno. "Le piogge brevi" cadono in ottobre, novembre e all'inizio di dicembre (piove principalmente alle basse quote) e "le piogge abbondanti " cominciano alla fine di marzo, entrano in aprile ed a volte maggio . Volendo effettuare un Safari in Tanzania, è bene sapere che non esistono mai due stagioni anche solo lontanamente simili, due anni che siano uguali tra loro. Gli spostamenti del largo fronte di erbivori e dei loro predatori è scandito dalle piogge, dalla crescita di nuova vegetazione e dall'estensione delle superfici bagnate. Ad ogni modo, nonostante quanto sopra esposto, qualsiasi periodo dell'anno può essere - in funzione di un safari in Tanzania - il "più bel periodo dell'anno" grazie alla topografia varia del territorio e all'ampio range di altitudine, che svelano habitat diversi, ciascuno con il suo charme caratteristico e il suo proprio spettacolo in termini di natura selvaggia e paesaggi. Le epoche più ricche d'acqua rivelano una vegetazione rigogliosa e lussureggiante, praterie fiorite, allegre e svolazzanti farfalle ed un nutrito assortimento di volatili ed insetti. I giorni caldi, limpidi ed asciutti sono intervallati a minacciosi temporali, a tal punto che le stagioni umide sono incredibilmente belle, l'aria è tersa e cristallina ed i panorami fantastici. I mesi più luminosi sono da Ottobre a Maggio, con temperature che raggiungono i 26 - 27° centigradi. Serengeti con la più grande concentrazione di fauna selvatica, famosa per la migrazione annuale di animali selvatici, l'Eden dell'Africa: il cratere unico di Ngorongoro, lo spettacolare parco nazionale del lago Manyara, con leoni che si arrampicano sugli alberi, il parco nazionale di Tarangire, con gli alberi enormi di baobab e i grandi greggi di elefanti renderanno il vostro viaggio in Tanzania indimenticabile. Il Kenya Nel paese in cui il Safari è nato, si può scoprire ed apprezzare la diversità dei paesaggi, la varietà della vita animale, dai volatili alla vegetazione alle piantagioni per arrivare al fascino antico delle tribù guerriere. Il Kenya contiene quasi ogni aspetto topografico conosciuto sulla terra, dall'autentico ghiaccio glaciale al deserto più arido, ai massicci montani alla savana che si distende scompostamente, ai grandi laghi ed alla foresta più fitta. La enorme Rift Valley, la cui distesa è punteggiata di laghi e vulcani ormai spenti, taglia questa terra da nord a sud. il Monte Kenya (a 17,058ft/5,199m) con i suoi picchi ricoperti di neve si erge a sentinella sopra i pianeggianti pascoli e la landa intricata e semidisabitata più a nord. Il lago Victoria, il più grande lago in Africa ed origine del Nilo domina a sud ed ovest del paese ed il lago Turkana con i suoi fossili paleontologici lambisce il limite settentrionale. La più spettacolare attrazione del Kenya è l'incredibile concentrazione di fauna, di animali liberi, allo stato bardo, la cui vita è selvaggia ed incontaminata dall'uomo. Questa enorme aggregazione di animali selvatici domina 48 parchi nazionali, riserve, parchi marini e santuari naturali. Grazie all'imponente spettacolo naturale dato dalla migrazione annuale degli animali selvaggi e dal grandioso show offerto dai fenicotteri sulle acque scintillanti del lago Nakuru, il Kenya riesce facilmente ad affascinare irrimediabilmente anche il viaggiatore più consumato. Un safari africano permette di esplorare una diversità impressionante di paesaggi, dalla fauna selvatica abbondante e dalle culture affascinanti, visitando i parchi nazionali in Tanzania. I più famosi sono situati nella Tanzania del Nord . La pianura aperta ed ampia di Pag: 6