Tanzania e Kenya
Safari fotografici nei parchi più belli dell’Africa
Il solo sentir risuonare i nomi Kilimanjaro, Ngorongoro, Serengeti, Selous, Zanzibar …. evoca le immagini delle prime
esplorazioni europee attraverso le foreste vergini africane. David Livingstone, Henry Stanley, Johannes Rebman e
ancora prima di loro, i mercanti cinesi, arabi e persiani, scoprirono un territorio dove la natura regnava incontrastata in
perfetto equilibrio. Con una ricca tradizione appartenente ad oltre 120 tribù e l’abbondanza di animali selvatici che
vivono nel loro ambiente naturale, la Tanzania può essere a ragione ritenuta tra le regioni più autentiche del
continente africano. Il Paese, con una superficie complessiva di circa 938.000 kmq, è situato appena a sud
dell’equatore, affacciato sull’oceano Indiano per una lunghezza di 800 km di spiagge incontaminate. Il territorio è
vario: dalle pianure costiere a livello del mare si passa alla Rift Valley, alle foreste di Miombo, agli altipiani del sud e
alle montagne che giungono quasi a 6.000 metri. Alla Tanzania si aggiunge la natura altrettanto straordinaria del
Kenya, una natura che ancora vince, nonostante la presenza “minacciosa” dell’uomo europeo che, partito per
conquistare, ha finito per essere egli stesso conquistato e rinchiuso nel classico emporio per turisti, uguale in tutto il
mondo. E riuscendo a fuggire … quale meraviglia la natura lasciata libera! Il Kenya si trova a cavallo dell’Equatore
africano e si affaccia sulle sabbie bianche dell’Oceano Indiano. Offre scenari naturali di straordinaria bellezza e
tranquillità, i suoi contrasti sono indescrivibili, affascinanti e spesso misteriosi. Per questo è il Paese amato da Ernest
Hemingway, Roosvelt, Churchill, da Karen Blixen e molti altri che qui hanno trovato la migliore ospitalità. Ecco, come
per incanto, anche per noi, un mondo traboccante di vita, pieno di luce e di colore, dove nascita e morte prepotenti
cantano l’inno alla vita.
Le temperature oscillano fra i 15°C nelle zone degli
altipiani e i 30°C della costa. Generalmente tra maggio
e ottobre il clima è fresco e piacevole. Le piogge
arrivano poi tra novembre e maggio nel territorio
continentale e tra marzo e giugno nelle isole di
Zanzibar, Pemba e Mafia. Il viaggio si effettua in auto
fuoristrada 4x4 ad uso esclusivo. Le sistemazioni sono
previste in lodges e campi tendati di livello superiore
che hanno una particolare attenzione alle esigenze del
turismo eco-sostenibile.
1° giorno, ITALIA/ARUSHA
Partenza per l’aeroporto Kilimanjaro di Arusha con voli
di linea. Arrivo in serata. Trasferimento in hotel. Cena
libera. Pernottamento. Hemingway, nel suo libro “Le
nevi del Kilimanjaro” scriveva: “Grande come il mondo,
alta e incredibilmente bianca al sole era la cima
quadrata del monte Kilimanjaro”.
A 5895 metri sopra il livello del mare il monte
Kilimanjaro è la più alta montagna d’Africa, il maggiore
massiccio e uno dei più grandi vulcani emersi dalla
crosta terrestre.
2° giorno, KILIMANJARO/LAGO MANYARA
Prima colazione e partenza per il parco del Lago
Manyara. Arrivo ed intero giorno di safari. Seconda
colazione.
Situato alla base della grande scarpata della “Rift
Valley” il parco nazionale del lago Manyara (9322 kmq)
è tra i luoghi più belli dell’Africa.
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Già all’ingresso del parco si ammira una vegetazione
lussureggiante con gli alti alberi della foresta
acquitrinosa che offre riparo a schiere di babbuini e
scimmie blu. Più avanti la foresta si apre in terreni
boscosi, prati, paludi e più in là si distende il lago
definito come il paradiso degli osservatori di uccelli. Se
ne vedono più di 350 specie, inclusi gli amabili
flamingo, i pellicani, gli ibis sacri, gli svassi e le
cicogne. Verso sud ai limiti del parco sgorgano sorgenti
di acque calde sulfuree chiamate Majimoto.
Ma lo spettacolo più rinomato è offerto dai leoni che si
arrampicano sugli alberi di acacia e vi spendono la
maggior parte del giorno adagiati sui rami fino a 6
metri dal suolo. Il parco è anche noto per i bufali, gli
elefanti, gli impala, gli ippopotami, grossi esemplari di
bufalo, gnu, branchi di zebre e giraffe, alcune delle
quali hanno un colore così scuro da apparire quasi nero
da una certa distanza. Cena e pernottamento.
3° giorno, LAGO MANYARA/OLDUVAI/
SERENGETI
Prima colazione e partenza per il parco nazionale di
Serengeti. Sosta per la visita delle gole di Olduvai. Qui,
nel profondo canyon, furono trovate le ossa attribuite
all’Homo Habilis, all’Australopiteco Boisei e molti
utensili in pietra realizzati 1.700.000 anni fa. Seconda
colazione. Nel pomeriggio primo safari nel parco
Serengeti. Cena e pernottamento in lodge sulla collina
all’interno del parco.
4°/5° giorno, SERENGETI (14.763 kmq)
Pensione completa. Intero giorno di safari. Il parco
nazionale Serengeti è indubbiamente la riserva di vita
animale più conosciuta al mondo, ineguagliato per
bellezza e valore scientifico. Entro i suoi confini vi sono
più di 3 milioni di grandi mammiferi in completa libertà,
in una terra senza confini (secondo il significato Masai
del nome Serengeti). Cosparso di affioramenti rocciosi,
gruppi di acacie, foreste e piccoli fiumi occasionali qui
si possono osservare circa 35 specie di animali diversi,
inclusi i cosiddetti cinque “big”, cioè elefanti,
rinoceronti, leoni (più di 2000), leopardi e bufali e gli
enormi branchi di gnu, gazzelle e zebre che alla fine di
maggio o ai primi di giugno iniziano la loro migrazione
spettacolare dalla piana centrale verso le acque
permanenti a nord e a ovest del parco.
Sono state viste colonne di gnu in marcia lunghe fino a
40 km; in coda alla lunga processione ci sono i più
deboli e quelli troppo vecchi per stare al passo. Dietro,
leoni, ghepardi, iene e licaoni. Solamente i più abili
sopravvivono alla migrazione mentre gli avvoltoi volano
aspettando pazientemente di ripulire le carogne di
quelli che soccombono. Altre specie comuni che si
trovano nel Serengeti sono ippopotami, giraffe, eland,
impala, gazzelle, babbuini, scimmie (dei tipi vervet e
patas), facoceri, antilopi oltre ad una ricca selezione di
uccelli. Nei fiumi del parco si incontrano perfino i
coccodrilli.
6° giorno, SERENGETI/NGORONGORO
Prima colazione e partenza per il cratere di
Ngorongoro. Arrivo e seconda colazione. Cena e
pernottamento in lodge sulla collina di Lemala sul
bordo esterno del cratere. L’area protetta del cratere
copre una estensione di 259 kmq e le norme del parco
nazionale non consentono a nessuno di abitarvi,
nemmeno ai Masai che un tempo avevano qui le loro
mandrie. Il cratere di questo vulcano spento, non
l’unico in questo territorio, è davvero una meraviglia
della natura con una fauna ed una flora ricchissimi.
Cena e pernottamento al lodge.
7° giorno, NGORONGORO
Pensione completa. Intero giorno di safari nel cratere.
Il cratere dello Ngorongoro che si trova a 2286 metri
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s.l.m. è la caldera più larga e intatta del mondo
circondato da pendii scoscesi che si levano a 610 metri
dalla base del cratere, in un anfiteatro naturale che
misura 16 km circa di diametro.
Ngorongoro dista circa 150 km da Arusha, 60 dal lago
Manyara e 145 dal Serengeti. E’ un luogo di una
bellezza che toglie il respiro. Bernard Grzimek scrisse
che non esiste nulla con cui si possa paragonare
questo luogo; una delle meraviglie del mondo. Sulla
superficie di questo giardino dell’eden, raggiungibile
con un fuoristrada possono essere visti da vicino una
moltitudine di animali, addirittura migliaia tra elefanti,
bufali, zebre, gnu, gazzelle, rinoceronti, scimmie e
predatori quali ghepardi, iene e leoni.
Più di cento specie di uccelli che non si trovano mai nel
Serengeti sono stati invece individuati qui. Si possono
vedere anche struzzi, otarde, uccelli segretario, gru,
aironi, il picchio e i flamingo.
8° giorno, NGORONGORO/TARANGIRE
Prima colazione e partenza per il parco nazionale
Tarangire, che occupa un vasto territorio a sud-est del
lago manyara da cui dista circa un centinaio di km. E’
l’ambiente ideale per diverse specie animali ed è
particolarmente famoso per i suoi baobab. Arrivo e
seconda colazione. Nel pomeriggio primo safari nel
parco Tarangire. Cena e pernottamento in lodge.
9° giorno, TARANGIRE (2.589 kmq)
Pensione completa. Intero giorno di safari. Nato nel
1970 il parco Tarangire è famoso per la densità di
popolazione animale che si concentra soprattutto
durante la stagione secca (giugno-novembre).
Prende il nome dall’omonimo fiume che lo attraversa.
Rispetto al parco Serengeti qui il paesaggio è più
verdeggiante grazie alla presenza di estese paludi e
pianure alluvionali.
Questo è l’habitat ideale in cui si radunano bufali,
elefanti, orici, zebre, giraffe, gnu, alcelafi, taurotraghi.
Una delle principali caratteristiche è dettata dalla
presenza del kudu, una grande antilope che vive per lo
più nelle zone boscose e ricche di acqua. Il maschio
possiede delle splendide corna a spirale, mentre la
femmina, che ne è sprovvista, ha sul suo capo
caratteristiche orecchie tonde. Nei racconti di
Hemingway il kudu è persino protagonista di eventi di
caccia grossa dell’autore. Molto raramente si vedranno
leopardi che tuttavia abbondano grazie alla densa
alberatura e rinoceronti che ne sono rimasti pochi. Se
si ha un po’ di fortuna si riusciranno a vedere i famosi
pitoni che si arrampicano sugli alberi per prendere il
calore del sole. Notevole è la presenza avifauna,
abbondante nel periodo delle piogge (novembremaggio), in cui si potranno avvistare aquile, varietà di
falchi, gruccioni, buceri, becchi a scimitarra, assioli.
10° giorno, TARANGIRE/ARUSHA/NAIROBI
Prima colazione e partenza per l’aeroporto Kilimanjaro
di Arusha. Volo per Nairobi. Arrivo e sistemazione in
hotel con seconda colazione. Attraente capitale del
Kenya dal 1905 si è sviluppata su un territorio paludoso
in origine abitato dai Masai. Si estende tra i 1660 e i
1800 metri di altezza e gode di un clima mite tutto
l’anno nonostante la sua vicinanza all’Equatore. Oggi è
una città cosmopolita, interessante e il luogo ideale per
assaporare la moderna vita africana. Possiede un
mercato molto vivace e attive aree commerciali,
sobborghi per gli impiegati e per la classe media e
immense ville con giardini pensili per i più abbienti.
Cena libera. Pernottamento in hotel.
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11° giorno, NAIROBI/MONTE KENYA
Prima colazione. Partenza in direzione nord
attraversando la regione del popolo Kikuyu, il più
grande gruppo etnico del Kenya. Romantica è la
leggenda sul fondatore dell’etnia dei Kikuyu, il mitico
Gikuyu. La storia narra che il loro dio Ngai, portò
Gikuyu sulla cima della montagna Kirinyaga e lì, gli
ordinò di costruire la sua casa vicino ad un gruppo di
fichi (mikyuy) nel centro del paese. Gli diede anche una
moglie, Mumbi e insieme ebbero nove figlie, dalle quali
discesero i principali clan Kikuyu: Achera, Agachiku,
Airimu, Ambui, Angare, Anjiru, Angui, Aithaga e
Aitherandu. Nella cultura Kikuyu i ragazzi e le ragazze
vengono cresciuti in maniera molto differente. Le
ragazze vengono abituate al lavoro nei campi, mentre i
ragazzi all’allevamento degli animali. Le ragazze hanno
anche la responsabilità di curare i fratelli più piccoli e di
aiutare la madre nei lavori di casa. Nella cultura Kikuyu
l’identità della famiglia è portata avanti dando al primo
figlio il nome del nonno paterno, e al secondo il nome
del nonno materno. Lo stesso vale per le ragazze: la
prima è chiamata con il nome della nonna paterna, la
la seconda con quello della nonna materna. Gli altri figli
sono chiamati con i nomi dei fratelli e delle sorelle dei
nonni, partendo dal più vecchio per arrivare al più
giovane. I Kikuyu credono che in questo modo lo
spirito dei nonni possa entrare nell’anima dei nipoti ed
aiutarli nella vita. Quest’area del Paese è molto fertile,
ricca d’acqua, intensamente coltivata e coperta da fitte
foreste; infatti i Kikuyo sopravvivono soprattutto grazie
all’agricoltura, coltivando banane, canna da zucchero,
gigli, tuberi, mais, miglio, fagioli e diverse varietà di
verdure. Arrivo al Monte Kenya (7.320 m), la seconda
vetta più alta dell’Africa dopo il Kilimanjaro. Le rocce
scure, la sua sagoma imponente ed isolata e la sua
cima innevata esercitano un fascino e un richiamo
straordinari. Molti animali come i “bushbuk”, elefanti
africani, e bufali escono dalle foreste circostanti per
bere nelle pozze d’acqua durante il giorno. Sono
facilmente visibili anche gli uccelli delle foreste. Nel
tardo pomeriggio, breve passeggiata guidata nella
foresta, dove lungo il percorso si avrà la possibilità di
incontrare animali come la procavia, la genetta, e altre
specie della famiglia della mangusta, la iena, il
rinoceronte nero, il gufo reale maculato, il leopardo e il
maiale della foresta. Cena e pernottamento al lodge.
12° giorno, MONTE KENYA/SAMBURU
Prima colazione e partenza in direzione nord verso
Samburu, attraversando la linea dell’equatore e
paesaggi infiniti, privi di barriere. Si percorrono le
sconfinate savane, dove la natura si manifesta nelle
sue forme più belle, tra i contrasti dei verdi altipiani e
l’arida frontiera del nord. In questa riserva naturale è
possibile osservare numerose specie della fauna
africana che iniziano la loro attività fin dal mattino
presto animando la foresta con i pappagalli, i piccioni, i
buceri e numerose specie di uccelli canori dalle piume
colorate. Arrivo a Samburu, sistemazione nel lodge e
seconda colazione. Pomeriggio dedicato al safari nelle
vicinanze del fiume Uaso Nyiro, un’attrattiva molto
interessante specialmente per la possibilità di avvistare
leopardi e iene striate in cerca di qualche preda. Cena
e pernottamento al lodge.
13° giorno, SAMBURU
Pensione completa. Il primo safari inizia all’alba,
quando l’attività dei predatori è molto più intensa.
Secondo safari nella riserva di Samburu, che a sud
prosegue con la riserva naturale di Buffalo Springs. Qui
l’altitudine è di circa 1000 metri s.l.m. e il paesaggio è
costituito da savana asciutta e piana in contrasto con
foreste di palma dom e una fitta vegetazione.
Le numerose pozze sorgive (Springs) che attirano
migliaia di uccelli danno il nome a questo parco. In
quest’area sono presenti oltre agli animali selvatici
abituali come elefanti, bufali, zebre di Grant e gazzelle,
altre specie settentrionali come l’antilope giraffa, la
zebra di Grevy, lo struzzo dalle zampe blu, l’antilope
Gerenuk e la giraffa reticolata. “Gerenuk” in lingua
locale identifica un animale che non ha bisogno di bere
acqua, per altri significa “dal collo di giraffa”. Questa
specie particolare di animale bruca gli alberi come le
giraffe ma dato che non è alta come loro sta eretta
sulle zampe posteriori. Il loro comportamento è
davvero esemplare ed è uno degli animali preferiti per
gli appassionati di nutrizionismo. Infatti queste specie
assumono acqua soltanto attraverso le foglie e altre
fonti di cibo. Alcune piante di notte forniscono un
maggior quantitativo d’acqua rispetto al giorno in cui
sono più secche divenendo fonte preziosa d’acqua per
gli erbivori.
14° giorno, SAMBURU/NAKURU
Prima colazione e partenza in direzione sud per il Parco
Nazionale del lago Nakuru. Si attraversa la terra di
Isiolo, una cittadina a 1220 metri di altitudine, punto
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d’incontro delle diverse tribù che abitano questa
regione. La caratteristica di Isiolo sono i braccialetti di
metallo fatti a mano che vengono venduti per pochi
dollari dalle tribù locali. Lungo il percorso si incontrano
territori appartenenti alle diverse tribù che popolano
questa regione. C’è un enorme contrasto tra le verdi
colline del nord e l’arida regione costiera a sud. Gli
africani che vivono ad est sono molto rispettosi del loro
territorio e sono state intraprese molte iniziative contro
l’abbattimento delle foreste per evitare problemi
derivati dall’erosione. Si prosegue ad ovest, attraverso
la regione di Nanyuki nella parte sud dell’altopiano di
Laikipia. Sosta sui monti Aberdare a Nyaharuru, un
tempo chiamata “Thompson’s Falls. Il Parco Nazionale
di Aberdare che ora si chiama Nyandarua, anche se il
vecchio nome è ancora in uso, in realtà è una bella
foresta d’alta quota, ricca di bambù e tundra afroalpina, caratterizzata dalla presenza di babbuini,
elefanti, bufali e facoceri, ma anche da pescosi torrenti
e ampi spazi coperti di erica gigante. Nyaharuru è una
piccola cittadina del Kenya a 2.350 metri di altitudine,
una delle più alte del Paese e nella lingua masai
significa “dove le acque scorrono profonde”. Si trova a
brevissima distanza dalle strette cascate che si gettano
nella verde foresta di Marmanet con un tuffo di ben 73
metri. Le acque che scendono vertiginosamente
formano un lago frequentato da ippopotami.
Si prosegue attraversando le coltivazioni di tè degli
altipiani fino a giungere nella profonda Rift Valley, una
depressione lunga 4.830 km che si estende dalla Siria
al Mozambico e da dove si gode una magnifica vista.
Arrivo al lago Nakuru (30 kmq), famoso nel mondo per
le innumerevoli specie di uccelli che lo popolano. Se ne
possono osservare, oltre agli spettacolari fenicotteri
rosa, ben 400 tipi differenti. Nakuru oggi è un vero e
proprio rifugio per moltissimi animali come leoni,
leopardi, rinoceronti neri e bianchi. E’ un posto
incantevole per osservare gli animali avvicinarsi al lago
per dissetarsi. Seconda colazione in corso di viaggio.
Pernottamento al lodge all’interno del Parco.
15° giorno, NAKURU
Pensione completa. Intero giorno di safari nel parco.
Quest’area è nata nel 1961 e si estende su 188 kmq. Il
territorio è prevalentemente costituito da foresta e
savana, tranne che intorno al lago, dove il terreno è
più paludoso. Innumerevoli specie vivono qui, come ad
esempio le antilopi d’acqua, gli impala, i licaoni, gli
otocioni, le iene striate e le giraffe di Rothschild,
introdotte recentemente. Sulle rive del lago si possono
trovare bufali, ippopotami e una gran quantità di
uccelli, come le colonie di fenicotteri rosa, l’aquila di
Verreaux e il falco giocoliere, due rarissime specie di
predatori.
16° giorno, NAKURU/NAIROBI
Prima colazione e partenza per Nairobi. All’arrivo,
sistemazione in hotel e tempo a disposizione per un
personale incontro con la città. Il quartiere culturale
ospita il Museo Nazionale, un sito molto originale ed
esotico con all’ingresso una grande sagoma in fibra di
vetro dell’Elefante Ahmed che la superstizione popolare
riteneva molto anziano. Si accede al museo
attraversando un portale decorato con zanne di
elefante. All’interno vi sono in esposizione numerosi
esemplari imbalsamati della fauna dell’Africa orientale,
una sezione dedicata all’antropologia con copie e calchi
appartenenti alle varie tribù locali, una copia delle
pitture rupestri tanzaniane di Cheke ed esposizioni di
strumenti, attrezzi e decorazioni delle popolazioni
locali. Nei pressi del museo si trova il Serpentario con
oltre 200 specie di serpenti e rettili; inoltre
un’esposizione di capanne tradizionali e antiche
macchine utilizzate nella coltivazione dei campi, e una
grande uccelliera con alcuni esemplari avicoli. C’è
anche il museo ferroviario che ospita il vagone su cui
venne azzannato Charles Ryall, l’uomo che appostato
su questo vagone tentò invano di uccidere i leoni dello
Tsavo che ostacolavano il passaggio della ferrovia. Nel
quartiere coloniale si trova invece la Jamia Mosque,
con tre cupole e due minareti coperti da bulbi
argentati, e nel quartiere amministrativo si trova il
Mausoleo di Kenyatta, uno dei padri fondatori del
Paese, trasformato in monumento al milite ignoto. Pasti
liberi. Pernottamento.
16° giorno, NAIROBI/ITALIA
Prima colazione. Trasferimento in aeroporto e partenza
con voli di linea per l’Italia.
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La grande migrazione
La grande migrazione avviene quasi sempre in senso
quasi orario. Nel periodo tra aprile e giugno abbiamo la
maggiore concentrazione di animali nel parco del
Serengeti (periodo delle piogge lunghe). Quando
finiscono le piogge gli animali si spostano alla ricerca di
pascoli più verdi e si dirigono verso nord in direzione
del Masai Mara dove arrivano circa in luglio/agosto. Tra
luglio/agosto e ottobre il grosso della transumanza si
trova nel Masai Mara. Poi di nuovo a ottobre/novembre
i pascoli del Masai Mara saranno quasi esauriti e gli
animali si dirigeranno allora verso il Serengeti
seguendo l’erba portata dalle piogge brevi. Da
dicembre a marzo gli animali si fermano sui pascoli del
Serengeti (e parte occidentale del Ngorongoro) dove
rimangono fino all’arrivo delle piogge lunghe e il ciclo si
ripete.
La Tanzania
L'Africa orientale gode di due stagioni di piogge in un
anno. "Le piogge brevi" cadono in ottobre, novembre e
all'inizio di dicembre (piove principalmente alle basse
quote) e "le piogge abbondanti " cominciano alla fine di
marzo, entrano in aprile ed a volte maggio .
Volendo effettuare un Safari in Tanzania, è bene
sapere che non esistono mai due stagioni anche solo
lontanamente simili, due anni che siano uguali tra loro.
Gli spostamenti del largo fronte di erbivori e dei loro
predatori è scandito dalle piogge, dalla crescita di
nuova vegetazione e dall'estensione delle superfici
bagnate.
Ad ogni modo, nonostante quanto sopra esposto,
qualsiasi periodo dell'anno può essere - in funzione di
un safari in Tanzania - il "più bel periodo dell'anno"
grazie alla topografia varia del territorio e all'ampio
range di altitudine, che svelano habitat diversi,
ciascuno con il suo charme caratteristico e il suo
proprio spettacolo in termini di natura selvaggia e
paesaggi. Le epoche più ricche d'acqua rivelano una
vegetazione rigogliosa e lussureggiante, praterie fiorite,
allegre e svolazzanti farfalle ed un nutrito assortimento
di volatili ed insetti.
I giorni caldi, limpidi ed asciutti sono intervallati a
minacciosi temporali, a tal punto che le stagioni umide
sono incredibilmente belle, l'aria è tersa e cristallina ed
i panorami fantastici.
I mesi più luminosi sono da Ottobre a Maggio, con
temperature che raggiungono i 26 - 27° centigradi.
Serengeti con la più grande concentrazione di fauna
selvatica, famosa per la migrazione annuale di animali
selvatici, l'Eden dell'Africa: il cratere unico di
Ngorongoro, lo spettacolare parco nazionale del lago
Manyara, con leoni che si arrampicano sugli alberi, il
parco nazionale di Tarangire, con gli alberi enormi di
baobab e i grandi greggi di elefanti renderanno il
vostro viaggio in Tanzania indimenticabile.
Il Kenya
Nel paese in cui il Safari è nato, si può scoprire ed
apprezzare la diversità dei paesaggi, la varietà della
vita animale, dai volatili alla vegetazione alle
piantagioni per arrivare al fascino antico delle tribù
guerriere. Il Kenya contiene quasi ogni aspetto
topografico conosciuto sulla terra, dall'autentico
ghiaccio glaciale al deserto più arido, ai massicci
montani alla savana che si distende scompostamente,
ai grandi laghi ed alla foresta più fitta.
La enorme Rift Valley, la cui distesa è punteggiata di
laghi e vulcani ormai spenti, taglia questa terra da nord
a sud. il Monte Kenya (a 17,058ft/5,199m) con i suoi
picchi ricoperti di neve si erge a sentinella sopra i
pianeggianti pascoli e la landa intricata e
semidisabitata più a nord.
Il lago Victoria, il più grande lago in Africa ed origine
del Nilo domina a sud ed ovest del paese ed il lago
Turkana con i suoi fossili paleontologici lambisce il
limite settentrionale.
La più spettacolare attrazione del Kenya è l'incredibile
concentrazione di fauna, di animali liberi, allo stato
bardo, la cui vita è selvaggia ed incontaminata
dall'uomo.
Questa enorme aggregazione di animali selvatici
domina 48 parchi nazionali, riserve, parchi marini e
santuari naturali. Grazie all'imponente spettacolo
naturale dato dalla migrazione annuale degli animali
selvaggi e dal grandioso show offerto dai fenicotteri
sulle acque scintillanti del lago Nakuru, il Kenya riesce
facilmente ad affascinare irrimediabilmente anche il
viaggiatore più consumato.
Un safari africano permette di esplorare una diversità
impressionante di paesaggi, dalla fauna selvatica
abbondante e dalle culture affascinanti, visitando i
parchi nazionali in Tanzania. I più famosi sono situati
nella Tanzania del Nord . La pianura aperta ed ampia di
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