Copyright 2016 Andrea Baravelli
Come si comincia una guerra?
Chi ha voluto la guerra? («A qualcuno deve fare comodo questa
guerra…»)
Ogni grande imperatore ha bisogno di una guerra per diventare
famoso! Certo, e anche i generali… e anche i fabbricanti per
diventare ricchi…
Io credo che sia una specie di febbre, nessuno la vuole
personalmente e poi all’improvviso… eccola qua!
Bisognerebbe prendere i re, con i loro ministri e con i loro
generali, schiaffarli a centro in mutande, e lasciare che si
menino tra loro con dei bastoni… la nazione più forte vince
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1. Le cause politiche della
guerra
2. La cultura della guerra
3. L’esperienza della guerra
4. Il mito e la memoria della
guerra
5. Il consenso alla guerra
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Sir Edward Grey:
«Le luci si sono spente sull'Europa e la nostra
generazione non le vedrà riaccendersi»
La «Belle époque» è una parola che
nasce poi, per dare rappresentazione
al senso della perdita
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
J’Accuse!, di Abel Gance (1919)
All’ovest niente di nuovo, di Lewis
Millestone (1930)
Addio alle armi, di Franck Borzage (1932)
Orizzonti di gloria, di Stanley Kubrik
(1957)
La grande guerra, di Mario Monicelli
(1959)
Uomini contro, di Francesco Rosi (1971)
Gallipoli, di Peter Weir (1981)
Passchendaele, di Paul Gross (2008)
War Horse, di Steven Spielberg (2011)
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
Il fuoco, di Henri Barbusse (1916)

Con me e con gli alpini, di Pietro Jahier (1919)

Niente di nuovo sul fronte occidentale, di Erich
Maria Remarque (1929)

Addio alle armi, di Ernest Hemingway (1929)

Viaggio al termine della notte, Louis-Ferdinand
Céline (1932)

Un anno sull’altipiano di Emilio Lussu (1938)
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«… Sarei dunque il solo vigliacco della terra?» pensavo. E con
quale paura!...Perduto tra due milioni di pazzi eroici e scatenati e
armati sino ai denti? Con l'elmo, senza cavalli, su delle moto,
urlanti, in automobili, fischianti, cecchini, complottatori, volanti, in
ginocchio, in atto di scavare il suolo, di sfilare, di caracollare sui
sentieri, petardeggiando, cacciati sotterra come in un manicomio,
per distruggere tutto, Germania, Francia e Continenti, tutto ciò che
respira, distruggere, più arrabbiati dei cani, adorando la loro
rabbia (ciò che i cani non fanno), cento, mille volte più arrabbiati
che mille cani e talmente più ringhiosi! …»
Louis-Ferdinand Céline, Voyage au bout de la nuit
«…Kantorek era il nostro professore: un ometto severo vestito di grigio,
con un muso da topo […]. Nelle ore di ginnastica Kantorek ci tenne
tanti e tanti discorsi, finché finimmo col recarci sotto la sua guida,
tutta la classe indrappellata, al Comando di presidio, ad arruolarci
come volontari […]. DI Kantorek ve n’erano migliaia, convinti tutti di far
per il meglio nel modo ad essi più comodo. Ma qui sta appunto il loro
fallimento. Essi dovevano essere per noi diciottenni introduttori e
guide all’età virile, condurci al mondo del lavoro, al dovere, alla
cultura e al progresso; insomma all’avvenire […]. Il primo fuoco
tambureggiante ci rivelò il nostro errore, e dietri ad esso crollò la
concezione del mondo che ci avevano insegnata…»
Ernest Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale
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Questa coercizione, che sottometteva la vita dell'individuo a una volontà
irresistibile, si manifestava al fronte con una chiarezza spaventosa. La
lotta raggiungeva dimensioni gigantesche, rispetto alle quali il destino del
singolo scompariva. L'ampiezza e la mortale solitudine dei campi, l'effetto
a distanza delle macchine di acciaio e il rinvio di qualsiasi movimento alle
ore della notte calavano sugli eventi la rigida maschera dei titani. [...] La
decisione risultava da un calcolo aritmetico: chi poteva ricoprire con la
maggior quantità di colpi un determinato numero di metri quadrati, aveva
la vittoria in pugno. La battaglia era un brutale scontro di masse, una
lotta sanguinosa della produzione e dei materiali
Ernest Junger, Il tenente Sturm, 1923
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Nella brusca realtà il mentore lo trovò che stava
facendo le valigie,... poiché dal momento del
risveglio Castorp si era buttato nel vorticoso
subbuglio delle partenze arbitrarie, suscitate nella
valle dal tuono dirompente. La "patria" somigliava
a un formicaio preso dal panico. Da cinquemila
piedi di altezza il popoluccio degli ospiti di lassú
scese a precipizio nella pianura della tribolazione,
occupando i predellini del trenino preso d'assalto,
all'occorrenza anche senza i bagagli accatastati
sui marciapiedi della stazione,... della stazione
brulicante, alla cui altezza pareva si sollevasse
lingueggiando dal basso un'afa che sapeva di
bruciaticcio,... e Castorp precipitò con loro
Thomas Mann, La montagna incantata (1927)
ovunque i popoli sono trascinati
a compiere esperienze simili:
1. gli stati e le economie furono
sottoposti ad analoghe pressioni
per reggere lo scontro
2. potenti processi di
nazionalizzazione, anche per lo
sforzo immenso degli stati di
«comunicare» e convincere i
propri cittadini
(es. la scrittura popolare come
testimonianza di ciò)
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Le ragioni di politica internazionale
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1. Competizione tra Germania e Gran Bretagna
1
2. Tensione tra Germania e Francia
3. Tensione nei Balcani tra Austria e Russia
4. Irrigidimento delle alleanze
(1894: alleanza franco-russa; 1904: si forma l’entente cordiale, nel 1907 si
firma la Triplice Intesa)
5. Sottovalutazione dei pericoli da parte della diplomazia
6. meccanismo della mobilitazione generale
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Le ragioni culturali e il
fascino della guerra
1.
Sentimento nazionale e
patriottico
straordinariamente
diffuso
2.
Scarsa consapevolezza
della diversità di questa
guerra
3.
Alienazione data dallo
stillicidio di episodi;
attesa per lo scoppio del
conflitto che si trasforma
in «senso di liberazione»
Forse per la prima volta in
trent’anni mi sento un
austriaco, e disposto a
concedere a questo precario
impero un’ultima possibilità
Sigmund Freud, luglio 1914
2
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1.
Dal positivismo all’idealismo -> rivalutazione dello scontro
2.
Senso dell’incombente decadenza
(Nietzche, Hegel, Spencer, Le Bon…)
(Munch, Ibsen, Mann, Mahler, Marinetti)
3.
Necessità di un «farmaco»; e questo farmaco non può che
essere la guerra
4.
La pace non è davvero universale, la guerra è semplicemente
spostata fuori dall’Europa
5.
Nazionalismo come fenomeno sociale-politico imponente e
mobilitante, sempre più usato a destra
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Le tensioni interne
Tensioni
interne ai
diversi Stati
3
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1.
Corsa agli armamenti, con forti
legami tra classe politica e
grande industria
2.
Peso politico delle gerarchie
militari
3.
Crisi del pacifismo socialista
4.
Nazionalismo aggressivo, sempre
più decisivo negli assetti politici
interni dei paesi
5.
Manovre politiche che si
consumano «usando» il
patriottismo e l’accusa di
«antipatriottismo»
(es. Italia, Francia, Gran Bretagna)
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La polveriera balcanica
fattori
eventi
1.
crisi della Turchia

1908: annessione della BosniaErzegovina da parte dell’Austria
2.
espansionismo
panslavista della Serbia

1908: rivoluzione nell’Impero
Ottomano

1912-1913: guerre balcaniche

Guerra Italo-Libica (1912)
3.
arroganza dell’AustriaUngheria
28 giugno 1914
attentato di Sarajevo all’arciduca Francesco
Ferdinando e alla moglie Sofia
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4

la rappresaglia austriaca alla Serbia è
attesa; sarà diplomatica o bellica?
(il rischio è il coinvolgimento russo)

NB:
5 luglio 1914: Germania garantisce il
pieno appoggio all’Austria
La Germania ritiene di potere impedire
l’intervento russo a fianco della Serbia se
la sua minaccia di guerra ampia si
dimostrerà credibile
Perché i tedeschi non fermano la guerra?
Se la Russia cede si ottiene un grande successo
politico
Se la Russia non cede è meglio una guerra subito,
prima che i nemici siano preparati e l’Austria troppo
debole
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
La Gran Bretagna vorrebbe avere un
ruolo «super partes», subisce però le
pressioni di Russia e Francia

La diplomazia inglese ritiene che la
Germania possa fungere da «moderatrice»
delle pretese austriache

Non si rendono conto che la
mobilitazione della Germania non è
uno strumento per sostenere il «bluff»;
per la Germania mobilitare significa
«fare la guerra».
NB: i «civili» (i diplomatici) non si rendono
conto delle logiche proprie dei militari
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
28-29 luglio: la Russia mobilita
parzialmente

I militari tedeschi «scavalcano» il
cancelliere e danno ordine di mobilitare

Gli inglesi hanno forti perplessità




(ci si rende conto di come la guerra può significare il
collasso finanziario del sistema internazionale)
LE DICHIARAZIONI DI GUERRA
1° agosto 1914: la Germania dichiara
guerra alla Russia
2 agosto 1914: la Germania intima al
Belgio di fare passare le sue truppe
3 agosto 1914: la Germania dichiara
guerra alla Francia
5 agosto 1914: la Gran Bretagna dichiara
guerra alla Germania
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Kaiser Guglielmo II
«Tornerete nelle vostre case
prima che siano cadute le
foglie dagli alberi»
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il piano
Schlieffen
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POSTULATI
1.
2.
3.
La Germania si troverà
contro tutte le potenze
europee, compresa la Gran
Bretagna
La guerra su due fronti, con
inferiorità numerica, è più
che probabile
Il fronte occidentale è il più
importante, perché assai
ben organizzato
(rete ferroviaria, sistema di fortezze, alleanza
con la Gran Bretagna che consente alla
Francia di non preoccuparsi della difesa
delle colonie)
STRATEGIE POSSIBILI
1.
difesa elastica a
occidente e una
offensiva a oriente
nb: rischia di non essere
decisiva (sono note le
grandi risorse della Russia)
2.
guerra rapida e
decisiva in occidente
nb: per fare questo non è
possibile evitare di
attraversare il Belgio
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idee operative di base
1.
2.
colpire con rapidità e con la
maggiore forza possibile il
principale nemico (la Francia)
Non preoccuparsi più di
tanto dell’entrata in guerra
della Gran Bretagna
(meglio ora che quando le è più
comodo)
3.
Sfruttare l’evidente
confusione tattica dei
francesi
(prima preparano un piano per
contrastare in Belgio l’invasione, poi
preferiscono un piano che punti a
un’offensiva francese in Lorena)
difetti
Insufficienza numerica delle
truppe tedesche
Grosse difficoltà logistiche
(piano troppo complesso)
Scarso coordinamento tra i
comandi delle varie armate
Scarso utilizzo delle
tecnologie disponibili
(soprattutto la motorizzazione)
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1. Resistenza belga, inaspettata e
tenace
2. Efficienza del corpo di spedizione
inglese
3. velocità di mobilitazione russa
4. sistema ferroviario francese che
funziona bene
Prima battaglia della Marna,
settembre 1914
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1. Austria contro Serbia
(227.000 perdite austriache contro 115.000 serbe)
2. Avanzata austriaca in Polonia per
assistere la 8° armata tedesca (a
difesa della Prussia orientale)
3. von Hindenburg e Ludendorff al
comando delle truppe tedesche
Agosto 1914: Battaglia di
Tannenberg
(95.000 russi furono catturati, altri 30.000 circa
feriti o uccisi; l'esercito tedesco perse meno di
20.000 uomini)
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Nel primo mese di guerra l’esercito
francese perde 500.000 di uomini
Nella battaglia per Verdun (febbraiosettembre 1915) muoiono 300.000
francesi e 300.000 tedeschi
Alla fine del 1914 gli austriaci hanno
perso oltre un milione di uomini
(tra questi vi sono tanti italiani del
Trentino e della Venezia Giulia)
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
Marzo: abdicazione dello Zar

Aprile: gli Stati Uniti entrano in
guerra

1 agosto 1917: appello di papa
Benedetto XV contro «l’inutile
strage»

23-24 ottobre: battaglia di
Caporetto
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Il genocidio degli armeni

governo modernizzatore dei «giovani
turchi» (1908): la nazionalizzazione
passa per l’omogeneità etnica del
paese

1914: timore che gli indipendentisti
armeni possano aiutare i russi

Maggio 1915: decisione di trasferire
le popolazioni armene dalla zona
del fronte, spostandole in Siria

Operazione brutale: tra i 300.000 e
il milione di persone uccise
(370.000 armeni giungono effettivamente in Siria,
300.000 passano nell’Armenia russa)
Copyright 2016 Andrea
Baravelli
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La scelta dell’Italia
1. ingresso nel conflitto a fianco di Vienna e
Berlino
Nessun compenso; probabile blocco economico
2. mantenimento della neutralità non
negoziata
rischio di una decisiva vittoria tedesca sul fronte francese
3. neutralità negoziata con Vienna
forse si sarebbe ottenuto il Trentino
4. entrare in guerra con Francia e Gran
Bretagna
ipotesi subordinata al totale insuccesso di una negoziazione con
Vienna
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il gioco dei politici
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Una guerra breve e
vittoriosa permetterà
di emarginare Giolitti;
ritengono che la
passione patriottica
sposterà a destra
l’asse politico
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Conosce lo stato di preparazione
dell’esercito; è contrario a scelte
che possano «screditare» il paese
È contro la guerra, è per la trattativa
ad oltranza con Vienna
Ha frequenti contatti con il tedesco
von Bulow
(si arriva quasi all’accordo per il Trentino e per
una larga autonomia a Trieste)
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Insofferente verso Giolitti
Desiderio di aumentare il
prestigio della dinastia
attraverso una grande guerra
vittoriosa
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interventisti
Liberal-conservatori
(sperano in un rafforzamento delle istituzioni in senso autoritario)
Irredentisti
(vedono la guerra come una prosecuzione del Risorgimento)
Socialisti rivoluzionari
(guerra che accelera la rivoluzione socialista)
Nazionalisti
Industriali dell'industria pesante
Massoneria; "futuristi" con Marinetti, D’Annunzio e altri intellettuali
neutralisti
Cattolici
Socialisti
Giolitti e i giolittiani
Industriali che producono per l'esportazione
(speravano di poter sostituire sui mercati internazionali la Germania impegnata nella guerra)
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Patto di Londra
26 aprile 1915
• Trento e Bolzano, fino ai
confini naturali
• Venezia Giulia, con Trieste e
l’Isonzo
• Zara e Sebenico (rinuncia a
Spalato e a Fiume)
• Valona
• Vaghe promesse riguardo a
concessioni a sud di Smirne
L’Italia s’impegna a intervenire
in guerra entro un mese
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La nuova politica degli
interventisti
Beati quelli che, avendo nel petto un odio radicato, se lo
strapperanno con le lor proprie mani; e poi offriranno la loro offerta.
Beati quelli che, avendo ieri gridato contro l'evento, accetteranno in
silenzio l'alta necessità e non più vorranno essere gli ultimi ma i
primi.
Beati i giovani che sono affamati e assetati di gloria, perché saranno
saziati.
Beati i misericordiosi, perché avranno da tergere un sangue
splendente, da bendare un raggiante dolore.
Beati i puri di cuore, beati i ritornanti con le vittorie, perché
vedranno il viso novello di Roma, la fronte ricoronata di Dante, la
bellezza trionfale d'Italia«
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D’Annunzio,
L’orazione dei
Mille
Quarto
5 maggio 1915
Otto Dix, Ferito, autunno 1916
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Le condizioni igieniche terribili
«Immersi nella terra», il cielo come
orizzonte di libertà
La prevalenza dell’esperienza
sensoriale olfattiva su quella visiva
La rassegnazione contadina
La fraternità tra compagni e la
superstizione
La ripetitività estenuante
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A nessuno la terra è amica quanto al fante. Quanto egli vi si aggrappa,
lungamente, violentemente; quanto col volto e con le membra in lei si affonda
nell’angoscia mortale del fuoco, allora essa è il suo unico amico, gli è fratello,
gli è madre; nel silenzio di lei egli soffoca il suo terrore e i suoi gridi, nel suo
rifugio protettore essa lo accoglie, poi lo lascia andare, perché viva e corra per
altri dieci secondi, e poi lo abbraccia di nuovo, e spesso per sempre. Terra,
terra, terra. Terra, con le sue pieghe, con le sue buche, coi tuoi avvallamenti in
cui ci si può gettare, sprofondare. Terra, nello spasimo dell’orrore, fra gli spettri
dell’annientamento, nell’urlo mortale delle esplosioni, tu ci hai dato l’enorme
risucchio della vita, quasi distrutta, rifluì per te nelle nostre mani, così che
salvati in te ci seppellimmo, e nella muta ansia del momento superato
mordemmo in te la nostra gioia!
Remarque, Niente di nuovo su fronte occidentale
Copyright 2016 Andrea Baravelli
Un’esplosione terribile ci scaraventa contro il pezzo bollente, facendoci ruzzolare gli uni sugli
altri. Un fumo densissimo penetra, dal basso, nell’interno della torretta, mentre le lampade
si spengono. Nel corridoio della batteria è un correre e un gridare confuso. A tentoni
cerchiamo l’apparecchio dell’ossigeno e incolliamo il suo bocchino tra i denti, per non
soffocare. Aggrappato a qualcuno, raggiungo la scala e scendo precipitosamente verso in
basso. Ovunque, fumo, urla di terrore, ombre di uomini, che vanno in ogni direzione.
Finalmente, ci viene incontro la luce, la luce del giorno! Un cratere aperto verso l’azzurro:
ecco la quarta torretta. La sua cupola non esiste più, il pezzo è scomparso. Centottanta
quintali d’acciaio fracassati e lanciati lontano […]. Il bombardamento dura dieci giorni,
durante i quali tremila granate da 300 mm e almeno seimila da 280 hanno schiantato e
fatto a pezzi le coperture e le corazze del forte. Abbiamo paura, il forte sta andando in rovina
pezzo per pezzo e ogni ora ci riserva nuove scene di terrore. Solo l’alcool ci salva
dall’impazzire.
Fritz Walter, Tappe della disfatta
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
I reticolati
La prevalenza della difesa
sull’attacco
(le mitragliatrici, le granate, i
mortai, i gas asfissianti)
L’arretratezza degli schemi
interpretativi degli alti
comandi
Il senso di liberazione
dell’assalto
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Umberto Boccioni
Pubblicata sulla rivista «Novella», 15
agosto 1921
Ma come?... Preferisci sei pallottole
nella schiena ad una che può anche
lasciarti vivo?” «La morte, infatti,
stava dinanzi al soldato; ma più
certa e inesorabile e ignominiosa lo
guatava anche alle spalle
Copyright 2016 Andrea Baravelli
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Mutano le città, per il mutamento delle
strutture del lavoro in fabbrica e per la
presenza dei militari (specialmente
nelle retrovie)
Autorità militari che impongono regole
rigide, conformismo sociale e politico
Propaganda incessante, censura e
intimidazione
Nelle fabbriche regolamento militare,
grande afflusso di donne
Fortissimo aumento della produttività
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Germania:
controllo dell’economia e della
politica preso, fin dal 1915,
dall’alto comando militare
Francia:
uccisione Jean Jaurès, il «Carnet
B», l’arresto di Caillaux, comitato di
salute pubblica (segretario della
CGT Jouhaux, action française,
arcivescovo di Parigi, ecc.)
Italia:
zona di guerra amplissima (tutte le
regioni del nord), unioni politiche
«strane» e «comitati di salute
pubblica»
«La prima guerra mondiale
afferma il modello corporativo,
dove la mediazione politicoparlamentare viene saltata grazie
al rapporto diretto tra tecnocrazia
ministeriale e produttori»
Charles Maier
«La prima guerra mondiale
consente alle classi dirigenti di
comandare senza più opposizione;
produce una vera e propria
seduzione totalitaria e rappresenta
un modello per il futuro»
Angelo Ventrone
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Vittime di guerra
Germania:
Russia:
Francia:
Austria-Ungheria:
Impero Britannico:
Italia:
Serbia:
Turchia:
Romania:
Stati Uniti:
Vittime della «spagnola»
1.800.000
1.700.000
1.350.000
1.300.000
1.000.000
700.000
350.000
320.000
250.000
120.000
15 milioni di vittime, soprattutto in
Asia
Russia:
Italia:
Germania:
Inghilterra:
Spagna:
Francia:
450.000
375.000
225.000
230.000
170.000
170.000
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8 milioni di caduti, circa 35 milioni sono i feriti
e gli invalidi
Aumenta il tasso di criminalità, segno
evidente della difficoltà un reinserimento dei
reduci nella vita civile
Debiti di guerra, distruzioni materiali e
difficoltà di riconversione
Fortissima instabilità sociale e politica,
soprattutto nei paesi vinti – Germania,
Ungheria, Austria – ma anche nei paesi
vincitori
Copyright 2016 Andrea Baravelli
George Grosz