Etica dell’organizzazione
dei servizi socio-sanitari
Dario Sacchini
Istituto di Bioetica
Facoltà di Medicina e Chirurgia
UCSC - Roma
Perché l’etica organizzativa (EO) in biomedicina?
L’odierna pluralità delle istanze morali
(modificata da: S. Spinsanti, 1999)
moderna
Epoca postmoderna
Tre istanze eticheEpoca
“rilevanti”:
Etica medica
Bioetica
Etica della
ƒ contemporaneamente presenti organizzazione
“Quale
trattamento
“Quale trattamento
ƒ talvolta
confliggenti
“Quale trattamento
porta maggior
ottimizza l’utilizzo
rispetta l’autonomia
ƒ quale
composizione
(trade off)?delle risorse?“
beneficio
al paziente?”
del paziente?”
ƒ quale preminenza tra di essi?
Epoca premoderna
IL PRINCIPIO DI
BENEFICITA’ / NON
MALEFICIENZA
Da Ippocrate…
IL PRINCIPIO DI
AUTONOMIA
IL PRINCIPIO DI
GIUSTIZIA
Ai sistemi sanitari
L’etica organizzativa in sanità (EO)
• Risponde ad un determinato momento
storico: la sanità, modalità esplicativa sociale
dell’arte medica, è complessa (organizzazione)
e costosa (gestione)
• Organizzazione e gestione hanno rilevanza
morale
• Storicamente nasce nella realtà USA a fine
anni ‘90: good ethics = good business
• Assunta quale ulteriore ambito della
(bio)etica speciale ed applicativa: letteratura
in fase di sviluppo
Edward Spencer
Ann E. Mills
Mary V. Rorty
Patricia H. Werhane
Organization
Ethics in
Health Care
New York: Oxford
University Press, 2000
R.T. Hall
An
Introduction
to Healthcare
Organizational
Ethics
New York: Oxford
University Press, 2000
Philip J. Boyle
E.R. DuBose
S.J. Ellingson
D.E. Guinn
D.B. McCurdy
Organizational
Ethics in Health
Care
San Francisco: Jossey,
2001
A.G. Spagnolo
D. Sacchini
A. Pessina
M. Lenoci
Etica e
giustizia in
sanità
Milano: McGraw-Hill,
2004
Una definizione procedurale di etica
organizzativa (EO) in sanità
“Il processo che affronta i problemi etici
connessi:
ƒ all’assistenza del paziente
ƒ ai settori aziendali, finanziari gestionali
delle organizzazioni sanitarie
ƒ come pure alle dinamiche professionali,
formative e contrattuali che influenzano il
funzionamento delle stesse”
(Virginia Bioethics Network, 2000)
Domenico di
Bartolo, Cura e
governo degli
infermi, Sala del
Pellegrinaio,
1439-1444,
Siena, Ospedale
di S. Maria della
Scala
Una definizione “sostanziale”
di EO in sanità
“L’insieme delle dinamiche etiche
vigenti all’interno di una struttura
sanitaria, che si applicano e
risentono dell’attività clinica,
amministrativa, organizzativa,
ordinamentale, agita più o meno
direttamente da esseri umani”
(A.G. Spagnolo, D. Sacchini, 2004)
Prima
dell’etica
organizzativa,
cosa può intendersi
per organizzazione,
e per giunta in sanità…
Cos’è l’organizzazione?
Una definizione “tecnica”
“L’insieme dei modi in cui un grande
numero di persone, troppe per avere
contatti personali diretti le une con le
altre, e impegnate in una complessità
di compiti, interagiscono tra loro per
la consapevole e sistematica
determinazione e realizzazione di
obiettivi reciprocamente convenuti”
(J.M. Pfiffer, F.P. Sherwood, 1992)
Cos’è l’organizzazione?
Una definizione “antropologica”
“Entità organismica “aperta”,
strutturata in modo da rispondere
ad un determinato obiettivo,
all'interno della quale e
all’interfaccia con l’ambiente
esterno si esplicano dinamiche
umane”
(A.G. Spagnolo, D. Sacchini, 2004)
E l’organizzazione sanitaria?
Struttura aperta, costituita da:
• Struttura di base
• Meccanismi operativi
• Processi sociali
nella quale:
• vengono utilizzati e/o trasformati beni in
entrata (inputs): risorse umane, materiali
ed immateriali
• per la produzione di risultati di salute
(beni/outcomes) attraverso l’erogazione di
servizi (outputs)
Organizzazione sanitaria:
lo schema
Struttura di
base
Accesso inputs
Contesto
esterno
Meccanismi
operativi
Processi
sociali
Produzione
outputs
outcomes
Contesto
esterno
La struttura di base (SB) 1
E’ l’impianto portante della organizzazione,
la filosofia delle cose:
• la divisione gerarchica di funzioni, mansioni,
compiti ed operazioni (con livelli decrescenti di discrezionalità)
• la divisione e composizione degli spazi fisici ed
ambientali (che devono essere funzionali ai beni/servizi “prodotti”):
–la vicinanza/lontananza dei diversi spazi lavorativi
(ad es. amministrazione, degenze, servizi diagnostici,
ecc.) genera: alta vs bassa circolarità informativacomunicativa
–l’abitabilità: ambienti larghi (senso di casta) vs
piccoli (demotivazione)
La struttura di base (SB) 2
– La divisione dell’organico
– L’attribuzione:
• delle risorse impiantistiche-tecnologiche ed
economiche
PERTANTO SE SI VUOL CAMBIARE
LA FILOSOFIA DI
FUNZIONAMENTO DI UNA
ORGANIZZAZIONE SANITARIA
OCCORRE INTERVENIRE A
PARTIRE DALLA SB
Meccanismi operativi (MO) 1
Le regole ufficiali ed impersonali (che
precedono l’organizzazione) finalizzate al
governo, parziale, e visibile di alcuni
importanti meccanismi di funzionamento
(che sussisterebbero anche senza MO, ma
ovviamente senza ordine), QUALI:
– logiche informative
– modelli di processi decisionali
– sistemi di valutazione e controllo del
risultato
Meccanismi operativi (MO) 2
– procedure e protocolli di lavoro e di controllo
delle risorse, e di selezione, di premio/sanzione
– criteri e regole di sviluppo quadro
Gli MO sono tesi ad orientare l’attività
organizzativa in vario modo, agendo:
– sul controllo delle risorse (contabilità,
carico/scarico dei farmaci)
– sulla gestione/trasformazione (protocolli
diagnostici/terapeutici)
– sui risultati in termini di beni/servizi
(indicatori di successo terapeutico)
Processi sociali (PS)
I comportamenti, distinti in:
c. di accettazione
– c. di rifiuto
– c. di compensazione
–
E’ fisiologica:
•la prevalenza (non assoluta, pena
l’omologazione supina) di c. di accettazione
•con una significativa presenza di c. di
rifiuto propositivo e di c. di compensazione
Tipologie organizzative:
il sistema “chiuso”
Struttura
di base
Meccanismi
operativi
Processi
sociali
Tipologie organizzative:
il sistema “paternalistico”
Struttura
di base
Mecc.
operativi
Processi sociali
(di vertice)
Tipologie organizzative:
il sistema “burocratico”
Struttura di
base
Meccanismi
operativi
Processi
sociali
Tipologie organizzative:
sist. “tecnocratico/efficientista”
Struttura di
base
Meccanismi
operativi
Processi
sociali
Tipologie organizzative:
sist. “socio-culturale ”
Struttura di
base
Meccanismi
operativi
Processi
sociali
A quale tipologia appartiene
l’organizzazione sanitaria?
• Sistema organizzativo chiuso (ad es. carceri)
• Sistema organizzativo paternalistico (imprese
padronali)
• Sistema burocratico (apparati pubblici in genere)
• Sistema tecnocratico/efficientista (organizzazioni
aziendali ad alta efficienza)
• Sistema organizzativo socio-culturale (movimenti
d’opinione, partiti nascenti)
Quale il mix eticamente adeguato
fra le tre componenti?
Quello che risponde meglio:
• alla priorità di valore primaria in sanità, la
persona con i suoi bisogni di salute da
gestire
• bisogni di salute gestibili mediante priorità
di valore aggiunte rappresentate da:
• Eccellenza professionale
• Efficacia clinica pratica
• Efficienza organizzativa
• Equità e sostenibilità economica
In conclusione…
Se si vuole ottimizzare una
organizzazione sanitaria occorre:
•Incidere contestualmente su tutti
gli elementi costitutivi
•In tempi e modi diversi stante la
diversa suscettibilità di detti fattori
•Superando confusioni e stereotipi
Precisazioni
Confondere l’entità (organizzazione) con
le attività ed i processi che si svolgono
al suo interno (organizzarsi) significa:
•per l’istituente, la tentazione di
identificarsi indebitamente
(soggettivizzazione) con l’organizzazione:
ERGO
resistenza al cambiamento allo scopo del
mantenimento del potere
Precisazioni
Confondere l’entità (organizzazione) con
le attività ed i processi che si svolgono
al suo interno (organizzarsi) significa:
per l’istituito:
•sentimento di separazione (o alienazione)
dall’organizzazione, avvertita come
immodificabile se non assumendo il ruolo
di istituente
•la tentazione di una lettura moralistica o
ideologica della organizzazione (bene
sociale vs male organizzativo)
Da dove si inizia? Anzitutto
conoscendo lo stato di
un’organizzazione sanitaria…
Come? Attraverso
strumenti di diagnosi
organizzativa
Quali approcci
alla diagnosi organizzativa?
•Analitico (o settoriale):
centra l’attenzione sui singoli elementi
che costituiscono un sistema
•Integrato (o sistemico):
focalizza sui rapporti e le reciproche
influenze che legano fra loro i diversi
elementi costitutivi
L’approccio analitico
(o settoriale)
•Strutturale
•Sociologico
•Psicologico
•Economico/manageriale
•Etico-deontologico
Conclusioni
sull’approccio analitico
• L’approccio analitico risulta
condizione necessaria ma non
sufficiente, data la natura
complessa della organizzazione
a quale
• dunque, si richiede un
approccio integrato, cioè multi-,
inter-disciplinare e contestuale
L’approccio integrato
•Non in antitesi al modello analitico
(settoriale), ma a complemento
•Consente l’analisi contestuale dei
sottosistemi
•Permette sia una visione globale sia
di cogliere le relazioni
•In questa prospettiva si colloca
anche l’approccio etico-deontologico
Procedura della
ANALISI INTEGRATA
•Analisi, secondo le diverse
prospettive (strutturale, sociologica,
psicologica, etica) nel seguente ordine:
–Beni in uscita: outcomes
–Beni utilizzati (servizi): outputs
–Beni in entrata: inputs
–Struttura di base
–Meccanismi operativi
–Processi sociali
Le questioni specifiche
dell’etica organizzativa
• Il metodo di lavoro
• I progetti di EO
• L’integrazione
dell’atto sanitario
Questioni relative alla cosiddetta
etica organizzativa (EO) - 1
•Il metodo di lavoro:
Inquadramento del problema (mod. da
– inquadramento ed analisi del
Analisi del problema
problema organizzativo
– ricognizione dell’eventuale
•Quali sono le questioni o i dilemmi che
compongono il problema?
impatto sugli obiettivi
di valore:
•Quali gli aspetti tecnici del problema?
•Quali dannigiustizia
devono essere dichiarati e da
beneficità, autonomia,
chi?
le relazioni e il contesto sociale e
– il giudizio etico •Quali
finale
culturale?
•Di chi sta servendo gli interessi l’agente
– la scelta operativa
Spencer et al. 2000)
•Di quale problema si tratta?
•Chi compone la comunità in cui sembra
esistere il problema?
•Come si è sviluppato complessivamente
il problema?
•In che modo le decisioni da parte delle
forze istituzionali (le rappresentanze
sanitarie, amministrative, ecc.) hanno
strutturato il problema e la gamma di
opzioni disponibili?
•In che modo l’economia politica della
situazione o il programma organizzativo
influenzano il problema e la sua possibile
risoluzione?
(mod. da Spencer et al.
2000)
interessato al problema?
Le questioni relative alla EO
•Il metodo di lavoro
•I progetti di EO
•L’atto sanitario
integrato
La struttura sanitaria quale:
•Luogo morale, perché:
– luogo in cui si svolgono
attività umane
– in vista di una “mission”
•Sistema aperto, perché vi
operano persone con ruoli e
compiti professionali “ad
intra” e “ad extra”
La struttura sanitaria quale “luogo morale”
dovrebbe darsi un’etica istituzionale chiara
(mission), che ruoti attorno ai seguenti elementi:
•Affermazione ed il rispetto dei diritti umani
(anche “di salute”)
•Lavoro in équipe, collaborativo e
gerarchizzato
•Perseguimento dell’eccellenza (qualità)
•Raggiungimento e mantenimento di una
adeguata comunicazione interna ed esterna
•Attenzione ai particolari
•Riconoscimento e correzione degli errori
Dunque, nell’organizzazione
sanitaria si vive la dimensione
etica…
MA NON SOLO…
Diversi sono gli elementi
compartecipanti alla EO in sanità
(Spencer et al., 2000)
• L’etica aziendale (Business Ethics (BE))
centrata sulla mission istituzionale
•L’etica clinica (EC) centrata sul rapporto
op. san./pz.
• Le Deontologie professionali (DP) quali
codici comportamentali in una specifica
professione
La possibile convergenza
di BE, EC e DP…
Sul (s)oggetto dell’impresa biomedica: il soggetto
con un bisogno di salute, colto secondo livelli
osservativi diversi ma concentrici:
per la BE attraverso:
• l’accessibilità da parte della comunità
• l’efficacia e l’attuabilità organizzativa e tecnica a lungo termine,
inclusa la stabilità economica
• la qualità ambientale
Per l’EC attraverso il beneficio clinico secondo il criterio elettivo
dell’efficacia diagnostica e clinica
Per le DP coesistenti (medici, infermieri, tecnici sanitari,
amministrativi, ecc.) attraverso l’esercizio professionale teso
all’eccellenza stratificata nel tempo
Come fare progetti di
etica organizzativa
in una struttura
sanitaria?
I passaggi verso la EO
•Cosa fare prima dei
progetti di EO
•Le strategie
•Gli strumenti
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 1
1. Tutte le azioni hanno un portato
morale, incluse le decisioni cliniche e
quelle aziendali organizzative
2. Le persone prendono decisioni sulla
base di valori
3. Le organizzazioni sono costituite di
persone che prendono decisioni sulla
base di valori
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 2
4. Le decisioni organizzative richiedono
un’analisi etica
5. L’analisi etica organizzativa è analoga
a quella clinica
6. I principi utilizzati nell’etica clinica
possono essere usati nell’etica
organizzativa (EO) con appropriate
modifiche
7. L’organizzazione può essere analizzata
per punti a rilevanza etica ai quali
corrisponde un processo decisionale
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 3
8. Le organizzazioni possono cambiare
comportamento in base ad un mutamento
intenzionale di valori
9. Le organizzazioni tendono a resistere
a cambiamenti di comportamento a causa
dell’inerzia e dell’aderenza intenzionale a
valori prescelti
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 4
10. La guida al comportamento degli
individui all’interno di un’organizzazione è
complessa. Valori, aspettative, incentivi,
caratteristiche dei lavoratori e dei
manager, e fattori culturali più generali
tutti partecipano alla determinazione dei
comportamenti
11. La EO è un mezzo finalizzato a
promuovere aziende orientate ai valori
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 5
12. I Codici etici risultano di aiuto perché
promuovono la discussione; comunque non sono
sufficienti a guidare le decisioni in sanità
13. L’obiettivo di una cultura sanitaria
organizzativa eticamente informata è
fortemente connessa al fine della medicina di
prendere la decisione giusta per il bene del
paziente
14. L’obiettivo primario della medicina è il bene
del paziente, ed obiettivi secondari che
supportano quello principale devono essere
tradotti in attività organizzativa pratica ed
eticamente appropriata
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 6
15. Poiché gli obiettivi secondari della
medicina non sono chiari, specificare la
direzione pratica ed etica del sistema di
erogazione dell’assistenza sanitaria è
altrettanto incerto
16. La gestione del sistema di erogazione
dell’assistenza sanitaria influenza i
risultati clinici
17. Le organizzazioni sanitarie non sono in
grado di funzionare con una lente
bifocale, concentrarsi allo stesso tempo,
cioè, sugli aspetti clinici ed istituzionali
Punti da considerare quale premessa ad ogni
elaborazione di progetti di EO
(R.L. Potter, 1996) - 7
18. Clinici e amministratori non sempre
mantengono questa duplice prospettiva e
sono in conflitto su quale delle due sia
primaria
19. Una maggiore chiarezza dal punto di
vista dell’EO sarà acquisita gradualmente
attraverso l’esperienza del fare EO
20. Le stesse tre dinamiche dei CE –
formazione, revisione delle politiche
istituzionali e consulenza sui casi – si
applicano all’EO
I passaggi verso la EO
•Cosa fare prima dei
progetti di EO
•Le strategie
•Gli strumenti
Strategie finalizzate alla creazione di una
cultura organizzativa in campo sanitario
eticamente informata (R.L. Potter, 1996) - 1
1. Adottare e rispettare una dichiarazione sui
valori e la visione che supporti una cultura
etica istituzionale
2. Sviluppare e mantenere una cultura ove le
considerazioni etiche siano integrate nei
processi decisionali a tutti i livelli e ritenute
importanti tanto quanto i dati clinici, le
considerazioni finanziarie e le questioni legali
3. Creare uno “spazio morale” in cui la
riflessione sollecita sulle decisioni costituisca
uno standard atteso
4. Definire l’integrità come virtù centrale a
livello di management
Strategie finalizzate… (R.L. Potter, 1996) - 2
5. Incoraggiare la fiducia tra coloro che
operano nella struttura attraverso una
comunicazione aperta ed efficace a tutti i
livelli organizzativi
6. Educare coloro che operano nella struttura
sulle questioni etiche che incontreranno
7. Elaborare politiche istituzionali che facciano
da guida per gli operatori che si confrontano
con problemi a carattere etico
8. Sviluppare metodi formalizzati per gestire i
conflitti ed i dilemmi etici
Tipi di conflitti in una HCO
• Conflitti
di impegno, per cui
obbligazioni in concorrenza
impediscono al soggetto di
adempiere ai propri impegni
totalmente o parzialmente
• Conflitti di interesse, nei quali
l’interesse personale o
economico prevale su quello
professionale
Strategia per risolvere i
conflitti in una HCO (Spencer et al., 2000)
• La
conoscenza del problema tra
gli interessati
•L’applicazione di un “triage” ai
diversi elementi in conflitto
•A posteriori, la autovalutazione
dei soggetti coinvolti nelle
strutture o nelle procedure che
generano tali conflitti
I passaggi verso la EO
•Cosa fare prima dei
progetti di EO
•Le strategie
•Gli strumenti
Gli strumenti della EO
•Il metodo analitico
•I Comitati etici istituzionali (CE)
•I servizi di consulenza di etica
clinica (CEC)
•I progetti di EO e le relative
procedure operative
Ed i Comitati etici
a confronto con la EO?
ƒ Stante i “classici” ruoli
formativo/educativo e consulenziale
per la prassi
ƒ si potrebbe configurare una
specificazione funzionale “ad hoc”
finalizzata a progetti di EO?
ƒ I CE, almeno in Italia, sono dotati
delle necessarie competenze? E di
quali, in particolare?
L’esperienza della Joint Commission for
Accreditation of Health Care Organizations
(JCAHO), USA
• 1971, Manuale per l’accreditamento degli
ospedali (MHA): esplicitazione dei percorsi
organizzativi con i quali le strutture
sanitarie tutelano i diritti dei malati
•1996,
MHO,standard
§RI-11 - operativi!
Diritti del paziente
Non
indicati
ed etica
dell’’organizzazione
Viene
consigliato
di avvalersi:
preferenzialmente di CE e servizi di CEC
Auspicio che CE e CEC estendano la loro
competenza anche in campo organizzativo
Perché tale orientamento della JCAHO?
(Schyve, 1996)
• Il
confine tra etica clinica ed
etica aziendale non è definibile
quale area a compartimenti stagni
bensì a cerchi concentrici
• Perché CE e CEC in quanto tali,
dotati delle necessarie
competenze, possono contribuire
ad affrontare anche i problemi di
etica aziendale
Dunque i CE istituzionali
quale “luogo naturale” per fare EO?
•CE quale possibile
strumento metodologico per
realizzare EO
•Peraltro, si registra una
certa riluttanza ad
espandere il ruolo del CE alla
EO
Requisiti di adeguatezza
di un CE ai fini della EO - 1
(Jonsen et al., 2003; Spencer, 1997)
• Approvazione e supporto della amministrazione
ospedaliera e dello staff medico/infermieristico
• I componenti del CEI dovrebbero godere del
rispetto dei loro colleghi
• Regolarità delle riunioni
• Strategia informativa dell’esistenza e
dell’attività del Comitato rivolta agli operatori
istituzionali
•Dare ai componenti opportunità e supporto per
una formazione in etica medica
Requisiti di adeguatezza
di un CEI ai fini della EO - 2
(Jonsen et al., 2003; Spencer, 2000)
• Includere nella compagine esperti di
amministrazione sanitaria, organizzazione, servizi
ed aspetti economici in sanità
• Prevedere nel CEI, secondo necessità, la
strutturazione di sottocommissioni “ad hoc” per
l’etica clinica e per la EO con componenti
parzialmente in comune
• I risultati delle sottocommissioni
(raccomandazioni, pareri, ecc.) sono esaminate e
discusse dal CEI “in toto”
•Mantenimento del ruolo consultivo del CEI per
evitare “deleghe” morali indebite
Perplessità, dato che
in una istituzione
ricerca e prassi sono
strettamente
connesse:
• sia perché i soggetti
sui quali si applicano
sono gli stessi
• sia perché una è
l’organizzazione che li
realizza.
Data la multiformità e
la complessità dei
compiti di un CE, è
opportuno prevedere
due organismi diversi?
Proposta di modello integrato di
funzionamento del CE Istituzionale
Revisione dei protocolli di
sperimentazione clinica e/o animale
• Sottocommissione/i
• Integrazione membri ad hoc
• Segreteria dedicata
Educazione,
formazione alle
politiche “etiche”
Comitato Etico
Istituzionale
Consulente/i
membro del CE
Servizio di
etica clinica
• Revisione politiche
e linee-guida
• Verifica “mission”
istituzione
• Equità
• Etica organizzativa
Linee guida per progetti di EO
(Spencer et al., 2000)
Il CE potrebbe:
• elaborare “codici di EO di struttura”
• promuovere:
– strategie organizzative e
formative che sostengano la mission
della struttura sanitaria
– strumenti valutativi dei problemi
etici insorgenti fra i diversi livelli
organizzativi (operatori, struttura,
sanità, territorio)
La consulenza di etica clinica (CEC)
•Possibile strumento per progetti di
EO
•Strutturabile come:
– singola figura di consulente
– gruppo di consulenti organizzati in un
servizio
– mediante lo stesso Comitato etico (con
singolo consulente o sottocommissione)
Quale ruolo della CEC nella EO? - 1
• Aiutare a risolvere dubbi morali in
campo organizzativo (facilitazione
etica). Ad es., relativamente a:
– Pagamenti delle prestazioni sanitarie
– Accesso alle cure sanitarie (liste di
attesa)
– Incentivi finanziari per gli operatori
– Restrizioni dell’accesso alle cure
specialistiche
Quale ruolo della CEC nella EO? - 2
segue:
– Separazione di servizi per finalità di
fatturazione
– Superamento del conflitto tra
direzione sanitaria e farmacia interna
circa una terapia sperimentale con
farmaco non ancora in commercio nel
Paese e perciò acquistabile solo
all’estero
Peculiarità della CEC - 1
• La
conoscenza dei contenuti tecnici di
base per i problemi che si presentano è
contestuale allo svolgimento della
consulenza stessa, data la rapidità del
cambio delle strutture e delle modalità
economico-finanziarie
• Se la consulenza è economicamente
riconosciuta, il “pagante” può essere parte
in causa nella decisione da prendere
(Heilicser et al., 2000)
Peculiarità della CEC - 2
• I richiedenti la consulenza spesso
sono i dirigenti che stanno al di sopra
del consulente nella scala gerarchica
• L’impatto di una decisione:
– riguarda molti soggetti
– permane nel lungo periodo, dunque il
monitoraggio è parte integrante della
CEC
Conoscenze aggiuntive richieste
ai consulenti di EO - 1
(American Society for Bioethics and Humanities (ASBH), 1998)
• Costi dell’assistenza sanitaria, loro
contenimento e gestione dell’assistenza
• Interazione del mercato con la
medicina
• Obblighi della società e
dell’assistenza pubblica
•Assistenza sanitaria scientificamente
fondata e aggiornata
Conoscenze aggiuntive richieste
ai consulenti di EO - 2
(ASBH, 1998)
• Questioni economiche generali. Rapporti con:
– i dirigenti (contratti, mobbing, obiezione di
coscienza, conflitti di impegno, ecc.)
– i fornitori (ordinativi e contratti)
– con chi paga (contabilità)
– con i distributori di fondi (contributi
pubblici e privati)
– con gli azionisti e i creditori (rapporti
finanziari)
– con il pubblico (conflitti di ruolo e di
interesse)
Questioni
•Il metodo di lavoro
•L’etica organizzativa
•L’integrazione
dell’atto sanitario
Cos’è l’atto sanitario?
L’atto sanitario è un
sistema “complesso” e
perciò richiede un
approccio interdisciplinare
ed integrato
(Tambone V., Problemi di Bioetica
e Deontologia Medica, Roma: SEU, 2000)
L’atto sanitario “integrato”
“Leggi” dell’Atto Sanitario Integrato:
– ogni operatore è chiamato a rispettare il
fine dell’atto sanitario integrato (gestione
del problema di salute del paziente)
– ogni operatore deve cercare una soluzione
che contemperi le indicazioni degli altri
operatori (collaborazione)
– esiste una gradualità dei fini che si fonda
su un’etica intesa come scienza (sapere)
descrittiva e pratico-normativa
(Tambone V., 2000)
Caratteri della collaborazione tra
professionisti all’atto sanitario “integrato”
•Eticamente ha un valore
strumentale al fine dell’atto
sanitario
•La ricerca della collaborazione
sarà fatta in accordo alla
verità della scienza
•La decisione sarà presa
ricercando il bene del paziente
(Tambone V., 2000)