Etica dell’organizzazione dei servizi socio-sanitari Dario Sacchini Istituto di Bioetica Facoltà di Medicina e Chirurgia UCSC - Roma Perché l’etica organizzativa (EO) in biomedicina? L’odierna pluralità delle istanze morali (modificata da: S. Spinsanti, 1999) moderna Epoca postmoderna Tre istanze eticheEpoca “rilevanti”: Etica medica Bioetica Etica della contemporaneamente presenti organizzazione “Quale trattamento “Quale trattamento talvolta confliggenti “Quale trattamento porta maggior ottimizza l’utilizzo rispetta l’autonomia quale composizione (trade off)?delle risorse?“ beneficio al paziente?” del paziente?” quale preminenza tra di essi? Epoca premoderna IL PRINCIPIO DI BENEFICITA’ / NON MALEFICIENZA Da Ippocrate… IL PRINCIPIO DI AUTONOMIA IL PRINCIPIO DI GIUSTIZIA Ai sistemi sanitari L’etica organizzativa in sanità (EO) • Risponde ad un determinato momento storico: la sanità, modalità esplicativa sociale dell’arte medica, è complessa (organizzazione) e costosa (gestione) • Organizzazione e gestione hanno rilevanza morale • Storicamente nasce nella realtà USA a fine anni ‘90: good ethics = good business • Assunta quale ulteriore ambito della (bio)etica speciale ed applicativa: letteratura in fase di sviluppo Edward Spencer Ann E. Mills Mary V. Rorty Patricia H. Werhane Organization Ethics in Health Care New York: Oxford University Press, 2000 R.T. Hall An Introduction to Healthcare Organizational Ethics New York: Oxford University Press, 2000 Philip J. Boyle E.R. DuBose S.J. Ellingson D.E. Guinn D.B. McCurdy Organizational Ethics in Health Care San Francisco: Jossey, 2001 A.G. Spagnolo D. Sacchini A. Pessina M. Lenoci Etica e giustizia in sanità Milano: McGraw-Hill, 2004 Una definizione procedurale di etica organizzativa (EO) in sanità “Il processo che affronta i problemi etici connessi: all’assistenza del paziente ai settori aziendali, finanziari gestionali delle organizzazioni sanitarie come pure alle dinamiche professionali, formative e contrattuali che influenzano il funzionamento delle stesse” (Virginia Bioethics Network, 2000) Domenico di Bartolo, Cura e governo degli infermi, Sala del Pellegrinaio, 1439-1444, Siena, Ospedale di S. Maria della Scala Una definizione “sostanziale” di EO in sanità “L’insieme delle dinamiche etiche vigenti all’interno di una struttura sanitaria, che si applicano e risentono dell’attività clinica, amministrativa, organizzativa, ordinamentale, agita più o meno direttamente da esseri umani” (A.G. Spagnolo, D. Sacchini, 2004) Prima dell’etica organizzativa, cosa può intendersi per organizzazione, e per giunta in sanità… Cos’è l’organizzazione? Una definizione “tecnica” “L’insieme dei modi in cui un grande numero di persone, troppe per avere contatti personali diretti le une con le altre, e impegnate in una complessità di compiti, interagiscono tra loro per la consapevole e sistematica determinazione e realizzazione di obiettivi reciprocamente convenuti” (J.M. Pfiffer, F.P. Sherwood, 1992) Cos’è l’organizzazione? Una definizione “antropologica” “Entità organismica “aperta”, strutturata in modo da rispondere ad un determinato obiettivo, all'interno della quale e all’interfaccia con l’ambiente esterno si esplicano dinamiche umane” (A.G. Spagnolo, D. Sacchini, 2004) E l’organizzazione sanitaria? Struttura aperta, costituita da: • Struttura di base • Meccanismi operativi • Processi sociali nella quale: • vengono utilizzati e/o trasformati beni in entrata (inputs): risorse umane, materiali ed immateriali • per la produzione di risultati di salute (beni/outcomes) attraverso l’erogazione di servizi (outputs) Organizzazione sanitaria: lo schema Struttura di base Accesso inputs Contesto esterno Meccanismi operativi Processi sociali Produzione outputs outcomes Contesto esterno La struttura di base (SB) 1 E’ l’impianto portante della organizzazione, la filosofia delle cose: • la divisione gerarchica di funzioni, mansioni, compiti ed operazioni (con livelli decrescenti di discrezionalità) • la divisione e composizione degli spazi fisici ed ambientali (che devono essere funzionali ai beni/servizi “prodotti”): –la vicinanza/lontananza dei diversi spazi lavorativi (ad es. amministrazione, degenze, servizi diagnostici, ecc.) genera: alta vs bassa circolarità informativacomunicativa –l’abitabilità: ambienti larghi (senso di casta) vs piccoli (demotivazione) La struttura di base (SB) 2 – La divisione dell’organico – L’attribuzione: • delle risorse impiantistiche-tecnologiche ed economiche PERTANTO SE SI VUOL CAMBIARE LA FILOSOFIA DI FUNZIONAMENTO DI UNA ORGANIZZAZIONE SANITARIA OCCORRE INTERVENIRE A PARTIRE DALLA SB Meccanismi operativi (MO) 1 Le regole ufficiali ed impersonali (che precedono l’organizzazione) finalizzate al governo, parziale, e visibile di alcuni importanti meccanismi di funzionamento (che sussisterebbero anche senza MO, ma ovviamente senza ordine), QUALI: – logiche informative – modelli di processi decisionali – sistemi di valutazione e controllo del risultato Meccanismi operativi (MO) 2 – procedure e protocolli di lavoro e di controllo delle risorse, e di selezione, di premio/sanzione – criteri e regole di sviluppo quadro Gli MO sono tesi ad orientare l’attività organizzativa in vario modo, agendo: – sul controllo delle risorse (contabilità, carico/scarico dei farmaci) – sulla gestione/trasformazione (protocolli diagnostici/terapeutici) – sui risultati in termini di beni/servizi (indicatori di successo terapeutico) Processi sociali (PS) I comportamenti, distinti in: c. di accettazione – c. di rifiuto – c. di compensazione – E’ fisiologica: •la prevalenza (non assoluta, pena l’omologazione supina) di c. di accettazione •con una significativa presenza di c. di rifiuto propositivo e di c. di compensazione Tipologie organizzative: il sistema “chiuso” Struttura di base Meccanismi operativi Processi sociali Tipologie organizzative: il sistema “paternalistico” Struttura di base Mecc. operativi Processi sociali (di vertice) Tipologie organizzative: il sistema “burocratico” Struttura di base Meccanismi operativi Processi sociali Tipologie organizzative: sist. “tecnocratico/efficientista” Struttura di base Meccanismi operativi Processi sociali Tipologie organizzative: sist. “socio-culturale ” Struttura di base Meccanismi operativi Processi sociali A quale tipologia appartiene l’organizzazione sanitaria? • Sistema organizzativo chiuso (ad es. carceri) • Sistema organizzativo paternalistico (imprese padronali) • Sistema burocratico (apparati pubblici in genere) • Sistema tecnocratico/efficientista (organizzazioni aziendali ad alta efficienza) • Sistema organizzativo socio-culturale (movimenti d’opinione, partiti nascenti) Quale il mix eticamente adeguato fra le tre componenti? Quello che risponde meglio: • alla priorità di valore primaria in sanità, la persona con i suoi bisogni di salute da gestire • bisogni di salute gestibili mediante priorità di valore aggiunte rappresentate da: • Eccellenza professionale • Efficacia clinica pratica • Efficienza organizzativa • Equità e sostenibilità economica In conclusione… Se si vuole ottimizzare una organizzazione sanitaria occorre: •Incidere contestualmente su tutti gli elementi costitutivi •In tempi e modi diversi stante la diversa suscettibilità di detti fattori •Superando confusioni e stereotipi Precisazioni Confondere l’entità (organizzazione) con le attività ed i processi che si svolgono al suo interno (organizzarsi) significa: •per l’istituente, la tentazione di identificarsi indebitamente (soggettivizzazione) con l’organizzazione: ERGO resistenza al cambiamento allo scopo del mantenimento del potere Precisazioni Confondere l’entità (organizzazione) con le attività ed i processi che si svolgono al suo interno (organizzarsi) significa: per l’istituito: •sentimento di separazione (o alienazione) dall’organizzazione, avvertita come immodificabile se non assumendo il ruolo di istituente •la tentazione di una lettura moralistica o ideologica della organizzazione (bene sociale vs male organizzativo) Da dove si inizia? Anzitutto conoscendo lo stato di un’organizzazione sanitaria… Come? Attraverso strumenti di diagnosi organizzativa Quali approcci alla diagnosi organizzativa? •Analitico (o settoriale): centra l’attenzione sui singoli elementi che costituiscono un sistema •Integrato (o sistemico): focalizza sui rapporti e le reciproche influenze che legano fra loro i diversi elementi costitutivi L’approccio analitico (o settoriale) •Strutturale •Sociologico •Psicologico •Economico/manageriale •Etico-deontologico Conclusioni sull’approccio analitico • L’approccio analitico risulta condizione necessaria ma non sufficiente, data la natura complessa della organizzazione a quale • dunque, si richiede un approccio integrato, cioè multi-, inter-disciplinare e contestuale L’approccio integrato •Non in antitesi al modello analitico (settoriale), ma a complemento •Consente l’analisi contestuale dei sottosistemi •Permette sia una visione globale sia di cogliere le relazioni •In questa prospettiva si colloca anche l’approccio etico-deontologico Procedura della ANALISI INTEGRATA •Analisi, secondo le diverse prospettive (strutturale, sociologica, psicologica, etica) nel seguente ordine: –Beni in uscita: outcomes –Beni utilizzati (servizi): outputs –Beni in entrata: inputs –Struttura di base –Meccanismi operativi –Processi sociali Le questioni specifiche dell’etica organizzativa • Il metodo di lavoro • I progetti di EO • L’integrazione dell’atto sanitario Questioni relative alla cosiddetta etica organizzativa (EO) - 1 •Il metodo di lavoro: Inquadramento del problema (mod. da – inquadramento ed analisi del Analisi del problema problema organizzativo – ricognizione dell’eventuale •Quali sono le questioni o i dilemmi che compongono il problema? impatto sugli obiettivi di valore: •Quali gli aspetti tecnici del problema? •Quali dannigiustizia devono essere dichiarati e da beneficità, autonomia, chi? le relazioni e il contesto sociale e – il giudizio etico •Quali finale culturale? •Di chi sta servendo gli interessi l’agente – la scelta operativa Spencer et al. 2000) •Di quale problema si tratta? •Chi compone la comunità in cui sembra esistere il problema? •Come si è sviluppato complessivamente il problema? •In che modo le decisioni da parte delle forze istituzionali (le rappresentanze sanitarie, amministrative, ecc.) hanno strutturato il problema e la gamma di opzioni disponibili? •In che modo l’economia politica della situazione o il programma organizzativo influenzano il problema e la sua possibile risoluzione? (mod. da Spencer et al. 2000) interessato al problema? Le questioni relative alla EO •Il metodo di lavoro •I progetti di EO •L’atto sanitario integrato La struttura sanitaria quale: •Luogo morale, perché: – luogo in cui si svolgono attività umane – in vista di una “mission” •Sistema aperto, perché vi operano persone con ruoli e compiti professionali “ad intra” e “ad extra” La struttura sanitaria quale “luogo morale” dovrebbe darsi un’etica istituzionale chiara (mission), che ruoti attorno ai seguenti elementi: •Affermazione ed il rispetto dei diritti umani (anche “di salute”) •Lavoro in équipe, collaborativo e gerarchizzato •Perseguimento dell’eccellenza (qualità) •Raggiungimento e mantenimento di una adeguata comunicazione interna ed esterna •Attenzione ai particolari •Riconoscimento e correzione degli errori Dunque, nell’organizzazione sanitaria si vive la dimensione etica… MA NON SOLO… Diversi sono gli elementi compartecipanti alla EO in sanità (Spencer et al., 2000) • L’etica aziendale (Business Ethics (BE)) centrata sulla mission istituzionale •L’etica clinica (EC) centrata sul rapporto op. san./pz. • Le Deontologie professionali (DP) quali codici comportamentali in una specifica professione La possibile convergenza di BE, EC e DP… Sul (s)oggetto dell’impresa biomedica: il soggetto con un bisogno di salute, colto secondo livelli osservativi diversi ma concentrici: per la BE attraverso: • l’accessibilità da parte della comunità • l’efficacia e l’attuabilità organizzativa e tecnica a lungo termine, inclusa la stabilità economica • la qualità ambientale Per l’EC attraverso il beneficio clinico secondo il criterio elettivo dell’efficacia diagnostica e clinica Per le DP coesistenti (medici, infermieri, tecnici sanitari, amministrativi, ecc.) attraverso l’esercizio professionale teso all’eccellenza stratificata nel tempo Come fare progetti di etica organizzativa in una struttura sanitaria? I passaggi verso la EO •Cosa fare prima dei progetti di EO •Le strategie •Gli strumenti Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 1 1. Tutte le azioni hanno un portato morale, incluse le decisioni cliniche e quelle aziendali organizzative 2. Le persone prendono decisioni sulla base di valori 3. Le organizzazioni sono costituite di persone che prendono decisioni sulla base di valori Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 2 4. Le decisioni organizzative richiedono un’analisi etica 5. L’analisi etica organizzativa è analoga a quella clinica 6. I principi utilizzati nell’etica clinica possono essere usati nell’etica organizzativa (EO) con appropriate modifiche 7. L’organizzazione può essere analizzata per punti a rilevanza etica ai quali corrisponde un processo decisionale Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 3 8. Le organizzazioni possono cambiare comportamento in base ad un mutamento intenzionale di valori 9. Le organizzazioni tendono a resistere a cambiamenti di comportamento a causa dell’inerzia e dell’aderenza intenzionale a valori prescelti Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 4 10. La guida al comportamento degli individui all’interno di un’organizzazione è complessa. Valori, aspettative, incentivi, caratteristiche dei lavoratori e dei manager, e fattori culturali più generali tutti partecipano alla determinazione dei comportamenti 11. La EO è un mezzo finalizzato a promuovere aziende orientate ai valori Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 5 12. I Codici etici risultano di aiuto perché promuovono la discussione; comunque non sono sufficienti a guidare le decisioni in sanità 13. L’obiettivo di una cultura sanitaria organizzativa eticamente informata è fortemente connessa al fine della medicina di prendere la decisione giusta per il bene del paziente 14. L’obiettivo primario della medicina è il bene del paziente, ed obiettivi secondari che supportano quello principale devono essere tradotti in attività organizzativa pratica ed eticamente appropriata Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 6 15. Poiché gli obiettivi secondari della medicina non sono chiari, specificare la direzione pratica ed etica del sistema di erogazione dell’assistenza sanitaria è altrettanto incerto 16. La gestione del sistema di erogazione dell’assistenza sanitaria influenza i risultati clinici 17. Le organizzazioni sanitarie non sono in grado di funzionare con una lente bifocale, concentrarsi allo stesso tempo, cioè, sugli aspetti clinici ed istituzionali Punti da considerare quale premessa ad ogni elaborazione di progetti di EO (R.L. Potter, 1996) - 7 18. Clinici e amministratori non sempre mantengono questa duplice prospettiva e sono in conflitto su quale delle due sia primaria 19. Una maggiore chiarezza dal punto di vista dell’EO sarà acquisita gradualmente attraverso l’esperienza del fare EO 20. Le stesse tre dinamiche dei CE – formazione, revisione delle politiche istituzionali e consulenza sui casi – si applicano all’EO I passaggi verso la EO •Cosa fare prima dei progetti di EO •Le strategie •Gli strumenti Strategie finalizzate alla creazione di una cultura organizzativa in campo sanitario eticamente informata (R.L. Potter, 1996) - 1 1. Adottare e rispettare una dichiarazione sui valori e la visione che supporti una cultura etica istituzionale 2. Sviluppare e mantenere una cultura ove le considerazioni etiche siano integrate nei processi decisionali a tutti i livelli e ritenute importanti tanto quanto i dati clinici, le considerazioni finanziarie e le questioni legali 3. Creare uno “spazio morale” in cui la riflessione sollecita sulle decisioni costituisca uno standard atteso 4. Definire l’integrità come virtù centrale a livello di management Strategie finalizzate… (R.L. Potter, 1996) - 2 5. Incoraggiare la fiducia tra coloro che operano nella struttura attraverso una comunicazione aperta ed efficace a tutti i livelli organizzativi 6. Educare coloro che operano nella struttura sulle questioni etiche che incontreranno 7. Elaborare politiche istituzionali che facciano da guida per gli operatori che si confrontano con problemi a carattere etico 8. Sviluppare metodi formalizzati per gestire i conflitti ed i dilemmi etici Tipi di conflitti in una HCO • Conflitti di impegno, per cui obbligazioni in concorrenza impediscono al soggetto di adempiere ai propri impegni totalmente o parzialmente • Conflitti di interesse, nei quali l’interesse personale o economico prevale su quello professionale Strategia per risolvere i conflitti in una HCO (Spencer et al., 2000) • La conoscenza del problema tra gli interessati •L’applicazione di un “triage” ai diversi elementi in conflitto •A posteriori, la autovalutazione dei soggetti coinvolti nelle strutture o nelle procedure che generano tali conflitti I passaggi verso la EO •Cosa fare prima dei progetti di EO •Le strategie •Gli strumenti Gli strumenti della EO •Il metodo analitico •I Comitati etici istituzionali (CE) •I servizi di consulenza di etica clinica (CEC) •I progetti di EO e le relative procedure operative Ed i Comitati etici a confronto con la EO? Stante i “classici” ruoli formativo/educativo e consulenziale per la prassi si potrebbe configurare una specificazione funzionale “ad hoc” finalizzata a progetti di EO? I CE, almeno in Italia, sono dotati delle necessarie competenze? E di quali, in particolare? L’esperienza della Joint Commission for Accreditation of Health Care Organizations (JCAHO), USA • 1971, Manuale per l’accreditamento degli ospedali (MHA): esplicitazione dei percorsi organizzativi con i quali le strutture sanitarie tutelano i diritti dei malati •1996, MHO,standard §RI-11 - operativi! Diritti del paziente Non indicati ed etica dell’’organizzazione Viene consigliato di avvalersi: preferenzialmente di CE e servizi di CEC Auspicio che CE e CEC estendano la loro competenza anche in campo organizzativo Perché tale orientamento della JCAHO? (Schyve, 1996) • Il confine tra etica clinica ed etica aziendale non è definibile quale area a compartimenti stagni bensì a cerchi concentrici • Perché CE e CEC in quanto tali, dotati delle necessarie competenze, possono contribuire ad affrontare anche i problemi di etica aziendale Dunque i CE istituzionali quale “luogo naturale” per fare EO? •CE quale possibile strumento metodologico per realizzare EO •Peraltro, si registra una certa riluttanza ad espandere il ruolo del CE alla EO Requisiti di adeguatezza di un CE ai fini della EO - 1 (Jonsen et al., 2003; Spencer, 1997) • Approvazione e supporto della amministrazione ospedaliera e dello staff medico/infermieristico • I componenti del CEI dovrebbero godere del rispetto dei loro colleghi • Regolarità delle riunioni • Strategia informativa dell’esistenza e dell’attività del Comitato rivolta agli operatori istituzionali •Dare ai componenti opportunità e supporto per una formazione in etica medica Requisiti di adeguatezza di un CEI ai fini della EO - 2 (Jonsen et al., 2003; Spencer, 2000) • Includere nella compagine esperti di amministrazione sanitaria, organizzazione, servizi ed aspetti economici in sanità • Prevedere nel CEI, secondo necessità, la strutturazione di sottocommissioni “ad hoc” per l’etica clinica e per la EO con componenti parzialmente in comune • I risultati delle sottocommissioni (raccomandazioni, pareri, ecc.) sono esaminate e discusse dal CEI “in toto” •Mantenimento del ruolo consultivo del CEI per evitare “deleghe” morali indebite Perplessità, dato che in una istituzione ricerca e prassi sono strettamente connesse: • sia perché i soggetti sui quali si applicano sono gli stessi • sia perché una è l’organizzazione che li realizza. Data la multiformità e la complessità dei compiti di un CE, è opportuno prevedere due organismi diversi? Proposta di modello integrato di funzionamento del CE Istituzionale Revisione dei protocolli di sperimentazione clinica e/o animale • Sottocommissione/i • Integrazione membri ad hoc • Segreteria dedicata Educazione, formazione alle politiche “etiche” Comitato Etico Istituzionale Consulente/i membro del CE Servizio di etica clinica • Revisione politiche e linee-guida • Verifica “mission” istituzione • Equità • Etica organizzativa Linee guida per progetti di EO (Spencer et al., 2000) Il CE potrebbe: • elaborare “codici di EO di struttura” • promuovere: – strategie organizzative e formative che sostengano la mission della struttura sanitaria – strumenti valutativi dei problemi etici insorgenti fra i diversi livelli organizzativi (operatori, struttura, sanità, territorio) La consulenza di etica clinica (CEC) •Possibile strumento per progetti di EO •Strutturabile come: – singola figura di consulente – gruppo di consulenti organizzati in un servizio – mediante lo stesso Comitato etico (con singolo consulente o sottocommissione) Quale ruolo della CEC nella EO? - 1 • Aiutare a risolvere dubbi morali in campo organizzativo (facilitazione etica). Ad es., relativamente a: – Pagamenti delle prestazioni sanitarie – Accesso alle cure sanitarie (liste di attesa) – Incentivi finanziari per gli operatori – Restrizioni dell’accesso alle cure specialistiche Quale ruolo della CEC nella EO? - 2 segue: – Separazione di servizi per finalità di fatturazione – Superamento del conflitto tra direzione sanitaria e farmacia interna circa una terapia sperimentale con farmaco non ancora in commercio nel Paese e perciò acquistabile solo all’estero Peculiarità della CEC - 1 • La conoscenza dei contenuti tecnici di base per i problemi che si presentano è contestuale allo svolgimento della consulenza stessa, data la rapidità del cambio delle strutture e delle modalità economico-finanziarie • Se la consulenza è economicamente riconosciuta, il “pagante” può essere parte in causa nella decisione da prendere (Heilicser et al., 2000) Peculiarità della CEC - 2 • I richiedenti la consulenza spesso sono i dirigenti che stanno al di sopra del consulente nella scala gerarchica • L’impatto di una decisione: – riguarda molti soggetti – permane nel lungo periodo, dunque il monitoraggio è parte integrante della CEC Conoscenze aggiuntive richieste ai consulenti di EO - 1 (American Society for Bioethics and Humanities (ASBH), 1998) • Costi dell’assistenza sanitaria, loro contenimento e gestione dell’assistenza • Interazione del mercato con la medicina • Obblighi della società e dell’assistenza pubblica •Assistenza sanitaria scientificamente fondata e aggiornata Conoscenze aggiuntive richieste ai consulenti di EO - 2 (ASBH, 1998) • Questioni economiche generali. Rapporti con: – i dirigenti (contratti, mobbing, obiezione di coscienza, conflitti di impegno, ecc.) – i fornitori (ordinativi e contratti) – con chi paga (contabilità) – con i distributori di fondi (contributi pubblici e privati) – con gli azionisti e i creditori (rapporti finanziari) – con il pubblico (conflitti di ruolo e di interesse) Questioni •Il metodo di lavoro •L’etica organizzativa •L’integrazione dell’atto sanitario Cos’è l’atto sanitario? L’atto sanitario è un sistema “complesso” e perciò richiede un approccio interdisciplinare ed integrato (Tambone V., Problemi di Bioetica e Deontologia Medica, Roma: SEU, 2000) L’atto sanitario “integrato” “Leggi” dell’Atto Sanitario Integrato: – ogni operatore è chiamato a rispettare il fine dell’atto sanitario integrato (gestione del problema di salute del paziente) – ogni operatore deve cercare una soluzione che contemperi le indicazioni degli altri operatori (collaborazione) – esiste una gradualità dei fini che si fonda su un’etica intesa come scienza (sapere) descrittiva e pratico-normativa (Tambone V., 2000) Caratteri della collaborazione tra professionisti all’atto sanitario “integrato” •Eticamente ha un valore strumentale al fine dell’atto sanitario •La ricerca della collaborazione sarà fatta in accordo alla verità della scienza •La decisione sarà presa ricercando il bene del paziente (Tambone V., 2000)