IL CORPO E LE SENSAZIONI Più volte in queste pagine si è parlato di "sensazioni"; si tratta di un termine che non viene praticamente mai adoperato nei testi di tecnica pianistica, ma che è invece una parola chiave per quanto riguarda l'acquisizione del "tocco" sul pianoforte e quindi essenziale alla comprensione del nostro discorso. Faccio osservare, ma penso sia già evidente, come il nostro approccio alla tecnica pianistica non sia affatto atletico-muscolare, ma cognitivo-sensoriale, il che cambia completamente i termini relativi alla modalità di apprendimento della tecnica stessa. Dunque, quando parliamo di sensazioni, bisogna comprendere bene di che cosa si tratta. Sia sul piano psico-emotivo che su quello squisitamente fisico, ammesso che i due piani possano essere nettamente distinti, cosa sulla quale ho seri dubbi, noi sperimentiamo continuamente la percezione di stimoli, segnali, insomma di sensazioni, che sono alla base stessa della nostra consapevolezza e in definitiva il motore di tutto il nostro agire. Sul piano fisico, che è quello che al momento ci interessa dato che è coinvolto nell'apprendimento e nella padronanza della tecnica pianistica e in primis del tocco sul pianoforte, le sensazioni possono, anzi devono guidarci alla scoperta delle possibilità e delle capacità che il nostro corpo ha di compiere l'azione del suonare in piena armonia psico-fisica. Non si pensi che il piano psico-emotivo rimanga escluso da questa azione, ma la sua specifica funzione è di razionalizzare proprio le sensazioni, ordinandole e orientandole al perseguimento del risultato desiderato. Dunque, il nostro corpo ci dice che abbiamo fame, sete, caldo, freddo, ci fa sentire dolore per avvisarci che qualcosa non va, ci fa provare piacere quando vi è uno stimolo positivo ecc... Tutte queste sono sensazioni a cui siamo abituati e che diamo per scontate e la cui presenza non ci stupisce più. Bene; quando ci disponiamo a compiere altre azioni come guidare, passeggiare, applicarci in uno sport ecc..., siamo informati da mille altre sensazioni diverse e nuove che ci aiutano ad adeguarci e ci mettono nella condizione di fare meglio il nuovo compito. Ecco, anche suonare il pianoforte, implica aprire la nostra mente ad un'esperienza nuova che deve essere mediata e compresa per poi poter essere trasformata in azione concreta e ottimizzata, cioè compiuta adeguatamente. A questo punto si capisce bene come le sensazioni abbiano un ruolo fondamentale, perché comunicano al nostro cervello tutte quelle informazioni utili al compimento stesso dell'azione desiderata e quindi nel nostro caso, suonare il pianoforte. Un intenso dolore alla colonna vertebrale, una sensazione di rigidezza o addirittura di dolore muscolare, di disagio della mano, di difficoltà nel movimento libero delle dita, ecc..., ci dicono che qualcosa non va. Le sensazioni non vanno ignorate o peggio soppresse, ma ascoltate e comprese. Per esempio; un leggero irrigidimento muscolare dell'avambraccio, potrebbe essere risolto rapidamente comprendendone la causa e lavorando in modo appropriato per evitare che riemerga. Invece noi rinforziamo la contrazione muscolare con ore di esercizi, convinti come siamo che sia necessario sciogliere i muscoli con altro movimento. Così dicasi per innumerevoli altri problemi tecnici e posturali. La capacità di suonare forte, l'agilità delle dita, l'estensione della mano, ecc..., sono situazioni che non possono essere risolte in modo definitivo, per così dire, forzando la situazione, ma invece scoprendo il funzionamento armonioso delle varie parti in gioco e facendo apprendere al nostro sistema neuro-muscolare le strategie utili allo scopo. Vi sono persone che sono in grado di suonare con naturalezza e disinvoltura senza bisogno di grandi sforzi per raggiungere risultati a volte straordinari; sono casi abbastanza rari che indicano come vi siano soggetti che potremo definire predisposti e che in realtà lo sono in quanto proprio il loro sistema neuro-muscolare, non oppone alcuna resistenza nel suonare, ma anzi ne trae gioia e benessere psico-fisico. Altri invece, e sono la maggioranza, devono faticare per raggiungere risultati anche modesti. Pur nella consapevolezza dei propri limiti e liberi da atteggiamenti di vana presunzione, ci si dovrebbe avvicinare al pianoforte con serena curiosità, zelante interesse e fiduciosa passione, nella convinzione che se si lavorerà con intelligenza e costanza, sapremo dare il meglio di noi stessi L'importante è cercare sempre di capire il perché delle cose, e rimanere, pur conservando la nostra capacità critica, comunque aperti al nuovo. Impariamo ad ascoltare ciò che la nostra mente e il nostro corpo vogliono comunicarci: potremo trarne grande beneficio. Per concludere questa breve riflessione, suggerisco di mettersi sempre davanti al pianoforte disponendosi con un atteggiamento di tranquillità, o per meglio dire, di riposo vigile, inteso come uno stato di rilassamento, ma con ogni parte del corpo pronta all’azione. Si cerchi sempre di comprendere, nel caso ci sia, qualsiasi causa che possa turbare il nostro stato di benessere fisico e in particolare provocare la pur minima rigidezza muscolare. Per quanto possibile si adottino tutti quegli atteggiamenti utili a risolvere eventuali problemi posturali cercando di armonizzare ogni movimento evitando lo spreco inutile di energie mentali e fisiche per poter così vivere in pieno questa straordinaria esperienza: “suonare il pianoforte”.