I Lager nazisti in Italia - Comune di Cinisello Balsamo

IL LAGER DI BOLZANO
ubicazione: Italia, Bolzano via Resia 80
istituzione: estate 1944
campi dipendenti: almeno 5
liberazione: dal 29 aprile al 3 maggio 1945
immatricolate circa 11.000 persone
Dall'autunno del 1943 la città di Bolzano divenne capoluogo della Zona di Operazioni
delle Prealpi, comprendente le tre province di Bolzano, Trento e Belluno, e di fatto
annessa al Terzo Reich.
Il Lager di Bolzano faceva parte della rete nazista europea dei Lager, ed era uno dei
quattro Lager nazisti in Italia; gli altri si trovavano a Borgo S. Dalmazzo (Cuneo), a
Fossoli di Carpi (Modena), a Trieste nella Risiera di San Sabba. Il suo nome ufficiale
era "Pol-(izeiliches) Durchgangslager-Bozen" ed era sottoposto al comandante della
polizia e del servizio di sicurezza in Italia, Wilhelm Harster, che risiedeva a Verona.
Il Lager si trovava in Via Resia (all'altezza dell'attuale civico 80): erano stati a questo
scopo utilizzati dei capannoni del Genio militare. Dall'estate del 1944, quando il
Lager fu aperto, all'aprile del 1945 entrarono nel Lager di Bolzano più di 11.000
uomini, donne e bambini. La maggior parte di essi erano sospettati di attività di
resistenza al nazifascismo e per questo arrestati e deportati nella Germania di Hitler,
dove erano destinati a lavorare fino alla morte.
Altri invece venivano arrestati e catturati per motivi razziali, cioè perché erano ebrei
o zingari.
Il Lager di Bolzano, a differenza degli altri tre Lager nazisti in Italia, contava numerosi
campi dipendenti, sparsi sul territorio della provincia di Bolzano. Alcuni di essi erano
localizzati a Merano Maia Bassa (in una caserma), a Certosa Val Senales (in una
caserma), all'imbocco della Val Sarentino (in baracche di legno), a Moso Val Passiria
(in una caserma), a Vipiteno.
I deportati e le deportate del Lager di Bolzano venivano sfruttati per il lavoro coatto
che si svolgeva in vari luoghi: all'interno del Lager di Bolzano (nelle officine annesse),
oppure nelle sue immediate vicinanze: in campagna alla raccolta delle mele, in città
soprattutto nella galleria del Virgolo, dove era stata trasferita una ditta per la
produzione bellica, o allo sgombero delle macerie causate dai bombardamenti.
Il Lager di Bolzano era principalmente un Lager di transito, cioè era come un ponte
che collegava le carceri fasciste e naziste d'Italia con i Lager d'Oltralpe. In un arco di
tempo di 10 mesi si calcola che migliaia furono i deportati e le deportate che furono
trasferiti in 13 trasporti nei Lager di Mauthausen, Dachau, Flossenbürg, Ravenbrück
ed Auschwitz e di lì nei relativi campi dipendenti. Molti trasporti partirono dal binario
di Via Pacinotti nella zona industriale di Bolzano. Nel Lager di Bolzano vennero
purtroppo consumati numerosi delitti, soprattutto nel blocco celle ovvero la prigione
del Lager; ricordiamo poi che nel settembre del 1944 le SS fucilarono 23 deportati.
Con l'avanzata dell'esercito alleato, il comando del Lager di Bolzano decise di liberare
a scaglioni i deportati che vi erano rinchiusi, prima di abbandonare definitivamente il
Lager.
Fonti:
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Federale Tedesca, 24.09.77
- Schwarz, G., 1990, Die nationalsozialistischen Lager, Fischer Verlag
- Tibaldi, I., 1994, Compagni di viaggio
- Dall'Italia ai Lager nazisti
- I "trasporti" dei deportati 1943-1945, Franco Angeli editore
- Pieghevoli informativi dei Lager
IL LAGER DI FOSSOLI
ubicazione: Italia, Emilia Romagna, nei pressi di Carpi (MO)
istituzione: settembre 1943
evacuazione: agosto 1944
immatricolate circa 5.000 persone
Il Lager di Fossoli di Carpi (Modena) fu aperto a metà settembre del 1943 come
Campo di polizia fascista, destinato all'internamento di militari prigionieri di guerra
catturati in Nord Africa.
I primi ebrei vi furono rinchiusi verso la fine di dicembre dello stesso anno. Nel
febbraio del 1944 una parte del Lager venne destinata agli ebrei e agli zingari
(deportati razziali) e un'altra parte invece ai deportati politici. Verso la metà del
febbraio 1944 il Lager passò sotto la direzione del Comandante SS della Polizia di
Sicurezza di Verona e fu chiamato SS Pol. Durchgangslager ovvero Lager di transito
gestito dalla polizia. Deportati politici e razziali erano qui in attesa della
deportazione nei Lager nazisti d'Oltralpe.
Pur non essendo il trattamento nei confronti dei prigionieri particolarmente rigido,
presso il Lager di Fossoli le SS uccisero il 22 giugno Poldo Gasparotto, comandante
delle formazioni partigiane lombarde di "Giustizia e Libertà". Inoltre, il 12 luglio del
1944 le SS fucilarono per rappresaglia al poligono di tiro del Cibeno, una frazione di
Fossoli, circa 67 prigionieri politici prelevati dal Lager.
Il 21 luglio del 1944 un gruppo di deportati venne trasferito a Gries (Bolzano) con il
compito di ampliare ed adattare un ex magazzino militare a Campo di
concentramento. Agli inizi di agosto tutti i deportati rimasti nel Lager di Fossoli
furono trasferiti nel nuovo Lager di Bolzano.
Una stima delle persone transitate dal Lager di Fossoli porta alla cifra di circa 2.500
persone per motivi politici ed altrettante per motivi razziali.
Dal Lager di Fossoli partirono 5 trasporti aventi come destinazione i Lager nazisti di
Bergen Belsen, Auschwitz e Mauthausen.
Fonti:
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Federale Tedesca, 24.09.77
- Schwarz, G., 1990, Die nationalsozialistischen Lager, Fischer Verlag
- Tibaldi, I., 1994, Compagni di viaggio
- Dall'Italia ai Lager nazisti
- I "trasporti" dei deportati 1943-1945, Franco Angeli editore
- Pieghevoli informativi dei Lager
LA RISIERA DI SAN SABBA
ubicazione: Trieste
istituzione: 20 ottobre 1943
liberazione: fine aprile 1945
deportati: circa 20.000 persone di cui 3.000 morirono
Dall'autunno del 1943 la città di Trieste divenne capoluogo della Zona di Operazioni
del Litorale Adriatico, comprendente le province di Trieste, Udine, Gorizia, Pola,
Fiume e Lubiana, e di fatto annessa al Terzo Reich.
Il complesso industriale triestino dell'ex pilatura del riso detto anche Riseria di San
Sabba sorge nei pressi del rione di Servola, nella parte meridionale della città. Esso
nell'ottobre del 1943 venne adibito dai nazisti a Polizeihaftlager (campo di
detenzione gestito dalla polizia).
Vi furono rinchiusi resistenti sia italiani sia sloveni sia croati, ebrei, ostaggi ed altre
persone arrestate nel corso di rastrellamenti e destinate alla deportazione nei Lager
nazisti d'Oltralpe. Al piano terreno di uno degli edifici che si affacciano sul cortile
interno, vennero ricavate 17 piccole celle, in ciascuna delle quali venivano rinchiuse
più persone, in attesa di essere eliminate.
Molti deportati vennero uccisi in Risiera: i loro corpi venivano bruciati nell'essiccatoio
del riso, trasformato nel marzo del 1944 in forno crematorio. Le ceneri e le ossa
combuste venivano scaricate in mare dentro sacchi di tela.
Gli studiosi ritengono che in totale furono circa 20.000 le persone rinchiuse in Risiera,
delle quali più di tremila vi furono uccise.
I trasporti di deportati prelevati dal carcere del Coroneo e dal Lager della Risiera
partiti da Trieste furono 69 con vari Lager di destinazione: Auschwitz, Dachau,
Mauthausen, Buchenwald, Ravensbrück, Flossenbürg, Bergen Belsen e relativi campi
dipendenti.
Il Lager fu liberato il 30 aprile del 1945 dopo che i nazisti abbatterono con cariche di
dinamite l'edificio del forno crematorio e la ciminiera.
Il 15 aprile del 1965 il Presidente della Repubblica Italiana Giuseppe Saragat dichiarò
la Risiera di San Sabba Monumento Nazionale.
Fonti:
- Gazzetta Ufficiale della Repubblica Federale Tedesca, 24.09.77
- Schwarz, G., 1990, Die nationalsozialistischen Lager, Fischer Verlag
- Tibaldi, I., 1994, Compagni di viaggio
- Dall'Italia ai Lager nazisti
- I "trasporti" dei deportati 1943-1945, Franco Angeli editore
- Pieghevoli informativi dei Lager
(Da: www.lageredeportazione.org)
IL LAGER DI BORGO SAN DALMAZZO
La storia e l’evoluzione del campo di concentramento di Borgo San Dalmazzo (18
settembre 1943 / 15 febbraio 1944), sorto nell’ex caserma degli alpini di questa
cittadina ad 8 km da Cuneo, può essere suddivisa in due momenti.
Il primo è concomitante con l’8 settembre ’43.
Tra l’8 e il 13 settembre, infatti, circa 800 ebrei provenienti da St Martin Vesubie, una
residenza coatta attivata dalle forze di occupazione italiane nella Francia del Sud,
attraversarono al seguito della IV Armata i confini italiani e si riversarono nelle vallate
di Valdieri ed Entracque. Erano polacchi, tedeschi, ungheresi, austriaci, slovacchi,
rumeni, russi, greci, turchi, croati, belgi, francesi…
Il 12 settembre Cuneo è occupata dai tedeschi. Il 18 settembre un bando emanato dal
comando tedesco ordina l’arresto immediato di tutti gli stranieri che si trovino nella
zona: 349 ebrei sono così arrestati e rinchiusi nella ex caserma degli alpini di Borgo
San Dalmazzo, trasformata in campo di concentramento e gestita dalle autorità locali
subordinate ai tedeschi. Altri ebrei furono arrestati nei giorni successivi. Tra questi i
cuneesi, poi rilasciati tutti tra il 28 ottobre e il 9 novembre.
Il 21 novembre, 328 ebrei stranieri furono deportati dal campo e dall’ospedale dove
alcuni di loro erano stati ricoverati, ad Auschwitz. Di soli 18 di essi abbiamo la
certezza che siano sopravvissuti.
Il secondo momento vede rinchiusi nel campo 26 ebrei rastrellati nel saluzzese tra il 9
dicembre e il 15 febbraio. Anch’essi saranno deportati nei campi di sterminio di
Auschwitz e Mauthausen.
Per molti degli 800 che avevano attraversato il confine la salvezza fu rappresentata
dall’accoglienza offerta dalle famiglie di Borgo San Dalmazzo e delle vallate
circostanti sollecitate dai parroci don Raimondo Viale e don Francesco Brondello ai
quali è stato riconosciuto il titolo di “Giusti in Israele”.
Per questo motivo nel 2000 la Città di Borgo San Dalmazzo è stata insignita dal
Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi della Medaglia d’Oro al Merito
Civile.
(Da: www.2007\Giorno della memoria\Cartelletta\Comune di Borgo San Dalmazzo.htm)