I nostri amici Alberi - Levi Civita 2012-13

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1 faggio
2 cedro
3 noce
4 nespolo del Giappone
5 acero campestre
6 albero di Giuda
7 carpino nero
8 liquidambar
9 acero negundo
10 tuia
11 pioppo nero
12 ciliegio
13 pero
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FAGGIO
Nomefagus sylvatica L,
Nome comune: Faggio
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Origine: Fagales
Famiglia: Fagaceae
Pianta originaria dell'Europa centrale, con un areale che si
estende dal nord della Spagna, toccando il sud
dell'Inghilterra, fino alla Grecia. In Italia è presente dalle
Alpi agli Appennini dai 600 ai 1.500-1.800 metri.
Albero con chioma a portamento conico-globosa, con
tendenza ad espandersi nelle piante adulte; vegetazione
folta e densa. Raggiunge altezze di 20-30 metri.
Foglie
Pianta a foglie caduche, semplici con lamina ovale-ellittica; margine intero, sinuoso ondu-lato, a
volte finemente cigliato, con apice pronunciato. Le foglie sono
lunghe circa 6-10 centimetri, presentano 5-9 paia di nervature
penninervie generalmente asimmetriche, sono di color verde
chiaro e lucide nella pagina superiore. Si inseriscono in modo
alterno sui rametti mediante un picciolo lungo qualche centimetro.
Le gemme del Faggio sono tipicamente affusolate, appuntite e
molto pronunciate.
Pianta monoica con fiori unisessuali riuniti in infiorescenze;
quelle maschili sono costituite da amenti ovoidali posti su un lungo
peduncolo, quelle femminili sono formate da piccoli gruppi di fiori
(2-3) posti in posizione terminale e avvolti da brattee che
evolveranno nella cupula a 4 valve avvolgente il frutto. Il Faggio
fiorisce a fine aprile-maggio I frutti sono costituiti da noci legnose
dette "faggiole" lunghe circa 2 centimetri, di forma ovoidaletriangolare e avvolte da una cupula spinosa a 4 valve che a maturità
si apre.
II Faggio non è un albero molto rustico, per adattarsi richiede infatti
alcune condizioni climatiche. Predilige zone ad elevata umidità
ambientale con substrati freschi, profondi, ben aerati e drenanti (non
sopporta i ristagni idric i). Inoltre predilige posizioni soleggiate o a
mezz'ombra e climi senza forti escursioni termiche. Non tollera inverni
troppo rigidi con gelate frequenti ed intense. Non si adatta molto bene
alle zone pianeggianti ed esposte, con terreni pesanti e climi secchi: il
suo areale inizia dai 500-600 metri di altezza, dove può formare boschi
puri (faggete) o associarsi ad altre latifoglie e/o conifere. È oggi
diffuso anche in altri continenti sia per la forestazione che per utilizzi
come essenza da legno o ornamentale .
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CEDRO DEODARA O DELL'HIMALAYA
Nome scientifico:cedrus deodare g.don.
Nome comune:cedro deodara o dell'himalaya
Identificazione sistematica
divisione:gymnospermae
classe:conferopsida
ordine:coniferales
famiglia:pinacea
Origine E Diffusione
originario dell'himalaya dove di spinge fino a 2.000
metri ed oltre, diffuso in molti continenti.fra cui
l'Europa, coltivato a scopo ornamentale per la rapida
crescita ed notevole effetto estetico ed ornamentale.
Dimensione e portamento
pianta con chioma a portamento conico-piramidale,
con tendenza ad allargarsi ed espandersi con gli anni.
Raggiunge altezze di 40-50 metri.
Tronco e corteccia
albero con fusto diritto, ramificato fin dalla base, con
vegetazione molto compatta. L'apice si mantiene abbastanza pronunciato e diviene tipicamente
pendulo,così come tutti i germogli delle varie ramificazioni. La scorza è bruno-grigiastra e rugosa
negli esemplari adulti.
Foglie,gemme e rametti
Pianta a foglie persistenti, aghiformi (da 3 a 5 centimetri), con aghi
riuniti in fascetti o gruppi di 20-25 elementi, inseriti sui brachiblasti
a loro volta posti sui rami di maggiore dimensioni. Tutti i giovani
germogli sono tipicamente penduli (carattere distintivo della
specie) ed i giovani rametti sono leggermente tomentosi.
Strutture riproduttive
albero monoico con strutture riproduttive o infiorescenze maschili
formate da microsporofilli riuniti in una spiga eretta e cilindrica,
lunga fino a 6-8 centimetri, color verde-giallastro che libera il
polline in autunno inoltrato. Le strutture riproduttive femminili
sono costituite da piccoli coni ovoidali, di color rosato, ad apice
piatto, solitari ed eretti, non si formano sempre e si posizionano
delle parti alte della chioma. I coni femminili evolvono nelle pigne
“ a barille” tipiche dei cedri, lunghe 10-12 centimetri, di colore brunastro con sfumature rossastre,
con squame larghe a margine arrotondato.
Note caratteristiche
Si adatta a molti ambienti anche se predilige substrati leggermente acidi non compatti e profondi,
umidi ma senza che si creino condizioni asfittiche e di ristagno. Richiede climi miti e temperati, non
sopporta ambienti freddi con inverni rigidi e gelate ricorrenti; preferisce ambienti caratterizzati da
un'umidità atmosferica relativamente elevata. Manifesta infine una certa sensibilità ad alcuni agenti
inquinanti dell'atmosfera, a cui reagisce disseccando ed arrossando gli aghi (nella parte apicale ).
3
NOCE EUROPEO, NOCE COMUNE
Identificazione sistematico:
Divisione: angiosperme
Classe: dicotyledones
Ordine: Junglandes
Famiglia: juglandaceae
Origine e diffusione:
Pianta di probabile origine asiatica ma
naturalizzata anche in europa, dove
alcuni autori la considerano essenza
praticamente autoctona. In Italia è
largamente impiegata e diffusa per il
frutto ed il legno.
Dimensione e portamento:
Si tratta di una pianta arborea con chioma larga ed
espansa che forma un cappello globoso. Raggiunge altezze di
20-30 m
Tronco e corteccia:
Albero con fusto diritto, molto ramificato ad una certa
altezza, fino ad ottenere una chioma espansa. La scorza dei
giovani esemplari è liscia, lucente, di colore grigio-verdastro,
negli esemplari adulti diventa ruvida, fessurata
longitudinalmente e di color grigio-scuro
Foglie, gemme e rametti:
Pianta a foglie caduche, composte imparipennate; formate
generalmente d a 5-9 singole lamine fogliari ovoidali, di colore
verde chiaro con margine intero e liscio, lunghe 7-14 cm.
L'intera foglia composta, che termina all'apice sempre con una
lamina fogliare, è lunga circa 20-30 cm ed emana un intenso
aroma. I giovani rametti sono verdastri e lucidi; l'inserzione delle
foglie composte sui rami è alterna.
Strutture riproduttive:
E' un albero monoico con fiori unisessuali riuniti in infiorescenze. Le
infiorescenze maschili sono rappresentate da amenti verdastri di 7-10
cm posti alla base dei germogli o sui rami di un anno. Le
infiorescenze femminili sono costituiti da piccoli grappoli
rappresentati da pochi singoli fiori, con tepali verdastri e posti
all'ascella delle foglie della nuova vegetazione.
La fioritura si ha da fine aprile a giugno, a seconda degli ambenti. Il
frutto è rappresentato da una drupa verdastra e tondeggiante con il
diametro di 4-5 cm; la sua parte esterna è costituita da un mallo
carnoso che racchiude un endocarpo legnoso detto “noce” il cui seme, o gheriglio, è commestibile.
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NESPOLO DEL GIAPPONE
Divisione: angiosperme
Classe: dicotyledones
Ordine: rosales
Famiglia: rosaceae
Origine e diffusione:
pianta orientale originaria della Cina e del Giapone,
diffusa un paio di secoli fa in europa a scopo decorativo
e per il frutto edule.
Dimensione e portamento pianta a portamento
generalmente arboreo (piccolo albero ), con chioma
affusolata o tondeggiante non molto espansa e
abbastanza regolare; raggiunge altezza di 6-10 metri.
Tronco e portamento
presenta un fusto eretto, sinuoso e contorto, diviso e
ramificato generalmente nella parte medio-alta,
a volte fin dalla base. I rami sono pubescenti e fragili.
La scorza è di colore bruno-nerastro nei vecchi esemplari, bruno chiaro o ocracea in quelli più
giovani, in ogni caso è ruvida e si sfalda a placche.
Foglie, gemme e rametti pianta e foglie persistenti,
semplici, molto grandi e con lamina molto coriacea di
forma lanceolata. Il margine è denticolato e l'apice è
appuntito e affusolato. Le foglie sono quasi sessili o con
breve picciolo, lunghe fino a 25-30 centimetri, di colore
verde scuro nella pagina superiore, verde più chiaro, con
sfumature ocracee o grigio-brunastre, in quella inferiore
per la presenza di una intensa e folta tomentosità. Anche
i rametti sono
verdi ocracei
e molto tomentosi.
Strutture riproduttive albero con fiori ermafroditi
biancastri e bianco-ocracei; presentano 5 petali, 5 stili e
circa 30 stami. I singoli fiori hanno un diametro di 0,8-1
centimetri e sono riuniti in lunghe infiorescenze a
pannocchia, dense e di forma sub-piramidale, lunghe
anche 10-15 centimetri, con asse e peduncolo ocracei e
tomentosi. La fioritura ha luogo in autunno-inverno e in
seguito alla fecondazione si origina un frutto (pomo) di
forma ovoidale o elissoidale, lungo 3-5 centimetri, giallo-arancio a maturità ed edule. Il frutto
contiene da uno ad alcuni semi (generalmente 3-4).
5
ACERO CAMPESTRE
Nome comune: Acero campestre
Famiglia: Aceraceae
Genere: Acer
Specie: Acer campestre L.
Distribuzione
Origine europea (tipo corologico
Europeo-Caucasico), spontaneo in Italia,
cresce in pianura e in collina e può
raggiungere quote fino a 800-1000 m
s.l.m.Specie arborea o arbustiva, con
altezza fino a 15 m e chioma espansa
tondeggiante. Il fusto può essere
ramificato nella parte basale a formare
cespugli. La scorza varia in base all'età:
nei giovani esemplari è liscia e di colore
ocra-brunastro, negli adulti presenta
fessurazioni profonde e costolature in rilievo bruno-grigiastre. Foglia caduca con pagina superiore
verde scura, verde chiara quella inferiore. Dimensioni variabili tra 6-10 cm di lunghezza e 5-10 di
larghezza, di forma palmato-lobata a 5 lobi, con apice lievemente arrotondato e lungo picciolo (2-7
cm). Durante l'autunno le foglie passano a un colore giallo-rossastro. Fiori di colore giallo-verdastro
riuniti in infiorescenze a corimbo, in genere ermafroditi, con lunghezza compresa tra 6 e 8 cm. I
frutti dell'acero vengono chiamati samare doppie, con ali opposte e
allungate che formano un angolo di 180°, di 3-4 cm di lunghezza.
Specie rustica a lento sviluppo, predilige suoli fertili sia sciolti che
compatti, freschi e non asfittici.
Chioma E Fusto
Può raggiungere i 18-20 metri di, con tronco spesso contorto e
ramificato; chioma rotondeggiante. La corteccia è bruna e fessurata
in placche rettangolari
Foglie
Foglie semplici, a margine intero e ondulato, larghe circa 5-8 cm, a
lamina espansa con 5 o 3 lobi ottusi, picciolate, di colore verde
scuro.
Fiori
Piccoli fiori verdi, riuniti in infiorescenze. Il calice ed il peduncolo
dei fiori sono pubescenti. Fiorisce in aprile-maggio in
contemporanea all'emissione delle foglie. Le infiorescenze possono
essere formate sia da fiori unisessuali che ermafroditi.
Frutti
I frutti sono delle disamare alate
Usi
Le sue foglie vengono utilizzate come foraggio. Il legno viene usato per la fabbricazione di piccoli
oggetti, come tutore per la vite e come combustibile. Attualmente trova impiego come albero
ornamentale e da siepe, per via della sua efficacia nel consolidamento dei terreni franosi. Possiede
proprietà lievemente anticoagulanti, aiuta nella prevenzione delle calcolosi e nelle cure successive
alle manifestazioni di Herpes zoster; il decotto di corteccia è usato anche come rinfrescante
intestinale. Antiche credenze popolari conferivano all'acero proprietà magiche contro le streghe, i
pipistrelli, e la sfortuna. Il decotto di corteccia è utilizzato negli eritemi della pelle, un pugno di
corteccia tritata, aggiunto all'acqua del bagno, infresca la pelle.
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ALBERO DI GIUDA
Nome scientifico: Cercis siliquastrum L.
Nome comune:Albero di Giuda, Siliquastro
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Ordine:Rosales
Famiglia: Leguminosae
Origine E Diffusione
Originario delle regioni del bacino mediterraneo
orientale fino ai Balcani e dell'Asia occidentale. In Italia
è diffuso in tutte le regioni fino all'altitudine di 700
metri.
Dimensione E Portamento
Albero di piccole dimensioni, non supera gli 8-10 metri
di altezza. La ramificazione si origina vicino alla base
ed i rami hanno angoli piuttosto aperti, per cui la
chioma è globosa, ben sviluppata ed espansa.
Tronco E Corteccia
Il tronco non è regolare e la corteccia scura ed con l'età compaiono
delle fessurazioni e screpolature.
Foglie, Gemme E Rametti
Le foglie sono caduche, semplici e biffacciali, l'inserzione è alterna e
avviene mediante un picciolo lungo 2-3 centimetri. La lamina fogliare
è reniforme o tondeggiante (diametro 5-8 cm). La venatura è
palminervia, marcata nella pagina inferiore della foglia di colore più
chiaro e quasi pubescente. Le gemme sono alterne, disposte a spirale
lungo i rametti; sono di piccole dimensioni e a forma conica; le
gemme apicali sono brunastre, con perule vistose e di maggiori
dimensioni.
Strutture Riproduttive
I fiori sono ermafroditi e riuniti in infiorescenze a grappolo
sessile (4-6). Sono distribuiti sui rami di tutta la pianta,
persino sul tronco ed hanno colore rosa-violaceo, che
contrasta
notevolmente
con il colore scuro del
tronco.
La
fioritura
avviene nei mesi di marzo
ed
aprile,
prima
dell'emissione delle foglie. I frutti sono rappresentati da legumi,
che inizialmente si tingono di sfumature rossastre per imbrunire
con la maturazione. Sono lunghi 8-12 cm e persistono sulla
pianta per tutto il periodo invernale.
7
CARPINO NERO .
Identificazione sistematica :
DIVISIONE : angiospermae .
CLASSE :dicotyledones.
ORDINE : fagales .
FAMIGLIA : corylaceae .
Origine e diffusione :
Originario del bacino del Mediterraneo
orientale e delle regioni caucasiche. In Italia è
diffuso in tutte le regioni, in particolare negli
areali collinari e montani dove si estende fino a
circa 1.000 metri.
Dimensione e portamento :
Il Carpino nero può raggiungere i 20 metri di
altezza . Ha portamento arboreo o arbustivo a
macchia ; la chioma inizialmente ovale o conica
diventa sempre più globosa ed irregolare , fino a
raggiungere il diametro di 8 metri .
Tronco e corteccia:
Il tronco si presenta eretto e regolare , con
corteccia bruna tendente al grigiastro, liscia con
tendenza a solcarsi e a fessurarsi negli esemplari
più adulti .
Foglie, gemme e rametti :
Pianta a foglia caduca, di tipo semplice e bifacciale, con inserzione alterna ed opposta, mediante un
corto picciolo . I rametti sono bruni con molte lenticelle, dapprima di piccole dimensioni, ma che in
seguito si allungano rendendosi più evidenti. La lamina fogliare è ovata , con apice appuntito e base
arrotondata o cordata (2x5 centimetri). La nervatura di tipo penninervio, con minimo 12 nervature
secondarie per lato da cui si dipartono delle nervature terziarie . Il margine presenta una doppia
dentatura . La pagina superiore, liscia e lucida ,è di colore verde intenso, quella inferiore, più chiara,
inizialmente è pubescente, poi diventa glabra.
Strutture riproduttive:
Pianta monoica con infiorescenze unisessuali . Le
infiorescenze maschili sono rappresentate da amenti
lunghi da 5 a 12 cm, posti in gruppi di 2-3 ; gli
stami , di colore bruno , sono molto corti ed in un
numero che varia da 4 a 10 . Gli amenti femminili
sono più tozzi , non più lunghi di 5 cm e si trovano
all' apice dei rametti ; essi diventano penduli con l'
approssimarsi della fioritura che avviene
contemporaneamente alla comparsa delle foglie nel
mese di Aprile-Maggio. Il frutto è un achenio con
pareti molto ispessite (nucula) delle dimensioni di 1-2 cm, avvolto da brattee chiare. I frutti sono
riuniti in tipiche infruttescenze pendule di 6-7 cm di lunghezza, molto dense e compatte, somiglianti
a quelle del luppolo
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LIQUIDAMBAR
Nome scientifico: Liquidambar styraciflua
Nome comune: Liquidambar
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicotiledones
Ordine: Hamamelidales
Famiglia: Hamamelidaceae
Il Liquidambar è un albero originario del Nordamerica
orientale, dal sud del Canada fino alla Florida e al
Messico. Cresce nei boschi freschi e misti ed è stato
importato in Europa come pianta ornamentale
Dimensione, tronco e corteccia
Nella zona di origine può raggiungere i 40 metri di
altezza; il tronco è diritto e la chioma, prima slanciata,
diventa poi largamente piramidale. La scorza è liscia e
grigia da giovne, poi rugosa e brunastra.
Le foglie sono palmate a 5-7 lobi, di colore verde
brillante che in autunno diventa porpora violaceo, arancione, giallo. Sono lunghe 12 cm e sono
seghettate al margine e acuminate all'apice.
Fiori: infiorescenze maschili erette terminali, in capolini
sferici; infiorescenze femminili pendenti lungamente
peduncolate, anch’esse a capolino sferico.
Frutti: infruttescenze sferiche di 4 cm, con numerosi
uncini emergenti, formate da un insieme di capsule con
semi alati. Persistono sulla pianta anche d’inverno.
Strutture riproduttive
Pianta monoica: i fiori maschili, giallognoli, sono
disposti in racemi all'estremità dei rami; quelli femminili
sono isolati e sorretti da un lungo eduncolo inserito alla
base del racemo. Il frutto è una capsula legnosa riunita in
una infruttescenza globosa. Ogni capsula contiene 1 o 2
semi. L'infruttescenza, dapprima verde, diventa legnosa
ed è spinescente per la persistenza degli stili.
Note caratteristiche
Il Liquidambar predilige le posizioni soleggiate o in
mezz’ombra, e non teme il freddo, può crescere in
qualsiasi tipo di terreno, anche se preferisce quello ricco, umido, sciolto, ben drenato, meglio se a
ph leggermente acido. La riproduzione del Liquidambar avviene per talea o per seme; le talee
possono essere effettuate in autunno oppure in primavera, facendole radicare in un composto di
torba e sabbia in parti uguali. I semi vanno prelevati in autunno e fatti maturare per alcune settimane
in un luogo fresco e umido prima di seminarli.
9
ACERO NEGUNDO
Identificazione Sistematica
Divisione:angiosperme
Classe:dicotyledones
Ordine:terebinthales
Famiglia:aceraceae
Origine e Diffusione
Pianta originaria del nord America,
introdotta in Europa agli inizi del
700,oggi molto diffusa come essenza
ornamentale.
Dimensione e Portamento
L' acero negundo può avere portamento
arboreo o arbustivo-cespuglioso. Nel primo caso la chioma è medio-alta, globosa ed espansa, nel
secondo caso la chioma è bassa con più fusti basali, cornica con apice allargato. Arriva a 10-15
metri di altezza.
Tronco e Corteccia
Albero a fusto eretto o sinuoso, ramificato nelle partemedio-alta(o fin dalla base per gli esemplari
cespugliosi) con chioma a cappello irregolare. La scorza dei rami più giovani, già lignificati, è
bruno-ocracea, quella degli organi legnosi più vecchi è grigiastra, con sfumature brunaste,
irregolare ed incisa con strisce in rilievo.
Foglie, Gemme E Rametti
L' acero negundo ha la foglia caduca, composta, di tipo
imparipennato con 3-5-7fogioline inserite in modo sessile o subsessile sul picciolo comune. Le foglioline sono di forma
ovoideale-ellittica o lanceolata con apice acuto e margine
dentato-irregolare sono lunghe 4-7 centimetri, di colore verde
chiaro. L' inserzione sui giovani rametti, verdastri, lucidi e
abbastanza fragili, è opposta
Strutture Riproduttive
E' un albero dioico con fiori unisessuali riuniti in
infiorescenze. Le infiorescenze maschili sono formate da
corimbi eretti, giallo-verdastri con sfumature rosate; quelle
femminili da amenti più lunghi e penduli di color gialloverdastro. In ogni caso le strutture riproduttive maschili e
femminili si trovano su piante separate(dioiche); la fioritura
inizia ad aprile. I frutti sono rappresentati da samare doppie
ad ali allungate(3-4 centimetri), incurvate e disposte ad U
rovesciata in modo quasi parallelo fra loro a formare un
angolo stretto, quasi acuto.
10
TUIA
Identificazione sistematica
Divisione: angiosperme
Classe: coniferopsida
Origine: coniferales
Famiglia: cupressaceae
Origine e diffusione
Originario delle regioni asiatiche, introdotto in
Europa verso la fine del 1700 è usato a scopi
ornamentali
Tronco e corteccia
Albero con fusto diritto con tendenza a biforcarsi
nel cimale con l’invecchiamento; ramificato fin
dalla base con vegetazione non molto compatta e
chioma a volte irregolare. Corteccia brunoocracea che si sfalda con screpolature
longitudinali
Foglie gemme e rametti
Pianta a foglie persistenti, squamiformi, molto
piccole ovoidali e disposte tutto intorno ai ramuli in
4 file. Sono di colore verde brillante o verde
giallastro. In ogni caso il colore è uniforme su
entrambe le pagine fogliari. I ramuli risultano
generalmente appiattiti
Strutture riproduttive
Albero monoico con strutture riproduttive
unisessuali, quelle maschili si rappresentano con
piccoli coni terminali, di colore ocraceo-dorato. Quelle femminili sono rappresentate da coni
verdastri che si formano lungo i germogli e che si evolvono in strobili squamosi con apice appuntito
e rivolto esternamente. Di forma ovoidale, gli strobili diventano di colore brunastro e, con la
maturità, si aprono a coppa liberando i semi, evidenziando le squame uncinate tipiche della specie.
Note caratteristiche
LaTuia è una pianta utilizzata a scopo ornamentale. E’ una specie rustica che si adatta bene alle
piantumazioni e che si adatta bene a molti tipi di situazioni climatiche, non sopporta ristagni idrici e
predilige esposizioni in pieno sole.
Avversità
Tra le malattie più frequenti sono da ricordare:
Il cancro fungino del cipresso, il fungo Phytophthore cinnamoni
Fra i parassiti si trovano: il ragnetto dell conifere, le cocciniglie, i coleotteri scolitidi e gli afidi
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PIOPPO NERO
Identificazione Sistematica:
divisione: Angiospermae
classe: Dicotyledones
ordine: Salicales
famiglia: Salicaceae
Origine e Diffusione
Originario dell' Europa centro meridionale e
delle regioni asiatiche occidentali, il Pioppo
nero in Italia è diffuso ovunque.
Dimensione e Portamento
Può raggiungere e talvolta superare l' altezza di venticinque trenta metri.
Si presenta quasi sempre sotto forma arborea con una chioma non molto
fitta che si sviluppa notevolmente. La chioma assume un portamento a
cappello molto espanso o conico fastigiato, ramificato fin dalla base,
secondo le varietà.
Tronco e corteccia
Il tronco si presenta diritto e spesso nodoso, con protuberanze e ipertrofie
evidenti, la corteccia è molto scura, e tende a fendersi e a fessurarsi
profondamente nella pianta adulta.
Foglie Gemme e Rametti
E' una pianta a foglia caduca, di tipo semplice e bifacciale,
con inserzione alterna. Le foglie si inseriscono mediante un
piccolo lungo tre sette centimetri, sui rametti lisci di colore
inizialmente verde giallastro, poi brunastro a maturità,
portanti dalle gemme brune ed affusolate che secernono una
sostanza viscosa. La lamina fogliare è ovato triangolare con
nervatura di tipo penninervio. L' apice fogliare è molto
appuntito, mentre il margine presenta una piccola ma
regolare seghettatura. La pagina superiore si presenta liscia e di un bel colore verde brillante, quella
inferiore è opacizzata, con nervatura evidenti.
Strutture riproduttive
Il pioppo nero è una pianta dioica. Le infiorescenze maschili sono costituite da amenti sessili
lunghi fino ad otto centimetri, con i singoli fiori caratterizzati dall' avere quindici trenta stami di
colore rosso. Le infiorescenze femminili, più lunghe e sottili, sono giallo verdastre. La fioritura
avviene generalmente tra marzo e aprile. L' infruttescenza che si origina è costituita da un insieme
di capsule
formanti un grappolo che, raggiunta la maturità (in maggio), schiudono, lasciando
disperdere piccoli semi piumosi.
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CILIEGIO
Nome scientifico: Prunus avium
Nome comune: Ciliegio
Divisione: Angiospermae
Classe: Dicoryledonrs
Ordine: Rosales
Famiglia: Rosaceae
Origine e diffusione
Pianta originaria dell'Asia occidentale, si è successivamente
diffusa in tutta Europa, dove è coltivata per il frutto ed il
legno. In Italia è presente in pianura e collina fino a 500
metri di quota.
Dimensioni e Portamento
Il portamento è arboreo, con cima conica o globosa ed
espansa, piuttosto regolare. Raggiunge altezze variabili
secondo le varietà, comprese fra 3-8 fino a 15-20 metri
Tronco e corteccia
Possiede un fusto eretto, ramificato nella parte medio-alta,
formando esemplari arborei con chioma molto espansa. Rare
sono le forme arbustive o cespugliose. La scorza è brunorossiccia e liscia nei giovani esemplari, bruno-grigiastra o
rossastra e rugosa in quelli più vecchi.
Foglie, gemme e rametti
Pianta a foglia caduca, di tipo semplice, con lamina obovata o
oblunga, leggermente lanceolata, con apice pronunciato,
appuntito e margine seghettato. La base della lamina ha 2
formazioni ghiandolari a livello dell'inserimento sul picciolo
(rossastro). Il picciolo è lungo 3-5 centimetri; le foglie
misurano da 6-7 a 1315 centimelri, sono
color verde scuro in
superficie, più chiare e
leggermente pubescenti
inferiormente, a livello delle nervature e alla loro ascella. Le
foglie sono inserite in modo alterno. I giovani rami sono
grigiastri sfumati di rosso, lisci e lucidi con lenticelle chiare.
Strutture riproduttive
Pianta con fiori ermafroditi riuniti posti su un lungo peduncolo
(4-5 cm), sono larghi circa 2-8 elementi. I fiori sono posti su un
lungo peduncolo (4-5 cm), colore bianco. La fioritura si ha tra
aprile e maggio, in contemporanea all'apertura delle foglie. Il
frutto è costituito da una drupa con diametro di 1-3 centimetri,
rossastra o violacea, con polpa succosa, dolce o acidula,
croccante o morbida sec ondo le specie e le varietà.
II Ciliegio è una pianta molto rustica e diffusa in Italia dove
viene coltivata (nelle sue numerose specie) sia per il frutto che
per il legno, ricercato e pregiato.
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PERO
Nome comune: Pero
Nome scientifico: Pyrus communis
Divisione: Angiosperme
Classe Dicotiledones
Origine: Rosacles
Famiglia: Rosacee
Origine e diffusione
L'origine del Pero è incerta, probabilmente è un ibrido, già
conosciuto presso alcuni antichi popoli mediterranei
(Greci). Oggi è diffuso in tutta Europa dove viene coltivato
soprattutto per il frutto
Dimensione e portamento
Può avere un portamento arboreo o arbustivo; la chioma è
conica o globosa, più o meno espansa (anche piatta),
secondo le varietà e il tipo di allevamento. Raggiunge altezze di 5-6 metri fino a 12 metri.
Tronco e corteccia
E'un albero con il fusto eretto e ramificato con chioma bassa e
molto densa. Le varietà coltivate non presentano rami spinosi
a differenza delle varietà selvatiche che hanno molti rami
corti, induriti e spinosi all'apice. La scorza è grigio-brunastra e
rugosa, con placche che si staccano nei vecchi esemplari,
mentre è grigia e liscia in quelli giovani.
Foglie e gemme
La foglia del Pero è caduca, dì tipo semplice con lamina
ovato-ellittica, apice pronunciato e acuto e margine finemente seghettato. Le foglie sono lunghe 3-8
centimetri, dotate di un lungo picciolo (quasi come la lamina) di 3-6 centimetri, di colore verde
chiaro o scuro secondo le varietà. Le foglie sono glabre e lucide, di
colore verde più o meno intenso secondo le varietà, mentre le
giovani foglioline, invece, sono chiare e leggermente pubescenti
come i giovani rametti. Le foglie di Pero selvatico sono simili, con
la lamina più arrotondata e con i rami giovani spinescenti e
appiattiti
Strutture riproduttive
La pianta ha fiori ermafroditi, riuniti in infiorescenze ombrelliformi
a corimbo in numero2/8, le infiorescenze sono circondate alla base
da un gruppo di foglie. I singoli fiori sono dotati di 5 petali
biancastri e 5 sepali verdi allungati; sono larghi circa 2,5cm e sono
peduncolati. La fioritura avviene in aprile o maggio secondo gli
ambienti e le varietà. Il frutto è rappresentato da un pomo di forma
allungata (piriforme) o ovoidale, con dimensioni variabili da 5-6,
fino a 16-18 centimetri,. secondo le varietà. Il frutto del Pero selvatico è più piccolo (1-4
centimetri), duro e consistente, con polpa acidula e astringente, che diventa dolce dopo la
sovramaturazione.
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