Zeus
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(disambigua).
Statua nota come il Giove di Smirne
Zeus (greco Ζεύς[1]) nella religione greca è il re, capo, sovrano e padre degli
dèi, il sovrano dell'Olimpo, il dio del cielo e deltuono. I suoi simboli sono
la folgore, il toro, l'aquila e la quercia.
Figlio del titano Crono e di Rea, era il più giovane dei suoi fratelli e
sorelle: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone. Nella maggior parte delle
leggende era sposato con Era, anche se nel santuario dell'oracolo di
Dodona come sua consorte si venerava Dione (viene raccontato nell'Iliade che
Zeus sia il padre di Afrodite, avuta con Dione). È comunque famoso per le sue
frequentissime avventure erotiche extraconiugali, tra le quali si ricordano
anche alcune relazioni omosessuali, come conGanimede o con Euforione. Il
frutto dei suoi numerosi convegni amorosi furono i suoi molti celeberrimi figli,
tra i
quali Apollo eArtemide, Hermes, Persefone, Dioniso, Perseo, Eracle, Elena, Mino
sse e le Muse. Dalla legittima moglie Era secondo la tradizione
ebbe Ares, Ebe, Efesto e Ilizia. Tali rapporti amorosi venivano consumati da
Zeus anche sotto forma di animali(cigno, toro, ecc.) infatti tra i suoi enormi
poteri egli aveva anche quello di tramutarsi in qualsiasi cosa volesse.
La figura equivalente a Zeus nella mitologia romana era Giove, mentre in
quella etrusca era il dio Tinia. Zeus ha anche molte analogie con
il norreno Odino e lo slavo Perun.
Indice
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ed elementi del culto
•
1 Etimologia
•
1.1 Il ruolo di Zeus nella mitologia classica
•
1.2 Gli epiteti di Zeus
•
1.2.1 Zeus a Creta
•
1.2.2 Zeus Lykaios in Arcadia
•
1.2.3 Zeus Etneo in Sicilia
•
1.2.4 Lo Zeus del sottosuolo
•
1.3 Gli oracoli di Zeus
•
1.3.1 L'oracolo di Dodona
•
1.3.2 L'oracolo di Siwa
•
1.3.3 Altri oracoli di Zeus
•
1.4 Zeus e le divinità straniere
•
2 Zeus nella mitologia
•
2.1 La nascita
•
2.2 L'infanzia di Zeus
•
2.3 L'ascesa al trono degli dèi
•
2.4 Zeus ed Era
•
3 Elenco delle amanti e dei figli di Zeus
•
3.1 Divinità
•
3.2 Mortali/Ninfe/Madri diverse
•
3.3 Altri racconti su Zeus
•
4 Note
•
5 Bibliografia
•
6 Altri progetti
•
7 Collegamenti esterni
Etimologia ed elementi del culto[modifica | modifica
wikitesto]
La statua di Zeus Olimpio, a Olimpia - stampa antica
Zeus, che viene spesso poeticamente chiamato con il vocativo Zeu pater (O
padre Zeus!), è l'evoluzione di Dii̯ēus, il dio del cielo diurno
della religione Protoindoeuropea chiamato anche Dyeus ph2tēr (Padre Cielo).
[2] Il dio era conosciuto con questo nome anche in Sanscrito (Dyaus ove Dyaus
Pita), in lingua messapica (Zis) e in latino (Jupiter, da Iuppiter, che deriva dal
vocativo indoeuropeo *dyeu-ph2tēr[3]) lingue che elaborano la radice *dyeu("splendere" e nelle sue forme derivate "cielo, paradiso, dio"),[2] nonché
nella mitologia germanica e norrena (*Tīwaz >, in Alto tedesco anticoZiu,
in norreno Týr) unito con il latino deus, dīvus e Dis (una variazione di dīves[4])
che proviene dal simile sostantivo *deiwos.[4]
Per i Greci e i Romani il dio del cielo era anche il più grande degli dei, mentre
nelle culture nordiche questo ruolo era attribuito a Odino: di conseguenza
questi popoli non identificavano, per il suo attributo primario di dio del tuono,
Zeus/Giove né con Odino né con Tyr, quanto piuttosto con Thor (Þórr). Zeus è
l'unica divinità dell'Olimpo il cui nome abbia un'origine indoeuropea così
evidente.[5]
In aggiunta a questa origine indoeuropea, lo Zeus dell'epoca classica prendeva
alcuni aspetti iconografici dalle culture del Vicino Oriente, come lo scettro. Gli
artisti greci immaginavano Zeus soprattutto in due particolari posizioni: in
piedi, mentre con il braccio destro alzato segue ad ampie falcate
una folgore che ha appena scagliato, oppure seduto sul suo trono.
Il ruolo di Zeus nella mitologia classica[modifica | modifica
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Zeus era il più importante degli dèi e comandava su tutto l'antico Pantheon
Olimpico greco. Fu padre di molti eroi ed eroine e la sua figura è presente nella
maggior parte delle leggende che li riguardano. Sebbene lo Zeus "radunatore
di nuvole" dei poemi omerici fosse un dio del cielo e del tuono al pari delle
equivalenti divinità orientali, rappresentava anche il massimo riferimento
culturale del popolo Greco: sotto certi aspetti egli era l'espressione più
autentica della religiosità greca e incarnava l'archetipo del divino proprio di
quella cultura.
Gli epiteti di Zeus[modifica | modifica wikitesto]
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Gli epiteti o i titoli attribuiti a Zeus enfatizzano i vari campi nei quali esercita la
sua autorità. I più comuni sono:
• Zeus Aitnaîos – Zeus Etneo, relativo al monte-vulcano Etna, come l'Olimpo,
sacro a Zeus.
• Zeus Apómuios – Zeus scaccia-mosche, a cui, secondo Pausania, si facevano
sacrifici per allontanare le mosche[6]; comparato in Dictionary of Deities and
Demons in the Bible alle teorie di Friedrich W. A. Baethgen e Karl Arvid
Tångberg sul nome Ba' al Zebub[7] (l'epiteto Àpómuios secondo Dictionnaire
étymologique de la langue grecque, di Pierre Chantraine è attribuito anche a
Eracle[8]).
• Zeus Nemeos – Zeus Nemeo, relativo a Nemea, città dell'argolide, dove si
disputavano i Giochi Panellenici, dedicati a Zeus, che svolgevano a cadenza
biennale.
• Zeus Olympios – Zeus Olimpio, relativo al dominio di Zeus sia sugli altri dèi,
sia sui Giochi Panellenici che si tenevano a Olimpia[9].
• Zeus Oratrios – dio del fulmine, il fuoco celeste, epiteto cretese della
divinità[10].
• Zeus Panhellenios – Zeus di tutti i Greci al quale era dedicato il
famoso tempio di Eaco sull'isola di Egina.
• Zeus Xenios – Zeus degli stranieri in quanto era il protettore degli ospiti e
dell'accoglienza, sempre pronto a impedire che fosse fatto qualcosa di male ai
forestieri.
• Zeus Horkios, il dio che si occupava della veridicità dei giuramenti: i bugiardi
che venivano scoperti dovevano dedicare una statuetta votiva a Zeus, spesso
al santuario di Olimpia.
• Zeus Agoraios, poiché vigilava sugli affari che si svolgevano nell'agorà e
puniva i commercianti disonesti.
• Zeus Meilichios – Facile da invocare: Zeus aveva assunto su di sé il culto
dell'antico daimon Meilichio che in precedenza gli Ateniesi erano adusi
propiziarsi.
• Zeus Cronide – Figlio di Crono: patronimico di Zeus. Benché Crono (il Tempo)
avesse avuto altri figli, il Cronide per antonomasia è Zeus[11].
• Zeus Egioco – Zeus possessore dell'egida, lo scudo ricoperto con la pelle della
capra Amaltea che secondo il mito aveva nutrito con il suo latte Zeus da
bambino.
• Zeus Soter – Zeus il salvatore, protettore, in quanto protettore e salvatore di
tutta l'umanità.
• Zeus Erceo – Zeus protettore della casa.
Oltre alle forme presentate poco sopra, esistevano nel mondo greco anche
epiteti tipicamente locali. Ne è un esempio l'epiteto Zeus Abretano, utilizzato
nella regione della Misia e derivato dal nome della provincia Abretana. Inoltre
esistevano anche alcuni culti locali dedicati a Zeus che mantenevano un loro
proprio e singolare modo di concepire e adorare il re degli dèi. Seguono alcuni
esempi.
Zeus a Creta[modifica | modifica wikitesto]
A Creta Zeus era adorato in alcune grotte che si trovano nei pressi
di Cnosso, Ida e Palicastro. Le leggende di Minosse ed Epimenide suggeriscono
che queste grotte anticamente fossero usate da re e sacerdoti come luogo per
fare divinazioni. La suggestiva ambientazione delle Leggi di Platone, che si
svolge lungo la strada che conduce i pellegrini verso uno di questi siti,
sottolinea la conoscenza del filosofo dell'antica cultura cretese. Nelle
rappresentazioni artistiche tipiche dell'isola Zeus compare, invece che come un
uomo adulto, con l'aspetto di un giovane dai lunghi capelli e gli inni a lui
dedicati cantano del ho megas kouros, ovvero "il grande giovane". Insieme
ai Cureti, un gruppo di danzatori armati dediti a rituali estatici, sovrintendeva al
duro addestramento atletico e militare, nonché ai segreti riti iniziatici, previsti
dalla Paideia cretese.
Lo scrittore ellenistico Evemero sembra aver proposto una teoria con cui
ipotizza che Zeus sia stato un grande re di Creta e che dopo la sua morte la sua
fama abbia finito per trasformarlo in una divinità. Il testo di Evemero non è
giunto integro fino a noi, ma in passato la patristica cristiana accolse l'ipotesi
con molto favore.
Statua di Zeus rinvenuta a Nicomedia inBitinia - Museo archeologico di Istanbul
Zeus Lykaios in Arcadia[modifica | modifica wikitesto]
L'epiteto Lykaios è morfologicamente connesso alla parola lyke (luminosità),
ma a prima vista si può facilmente associare anche a lykos (lupo).
Quest'ambiguità semantica si riflette sul singolare culto di Zeus Lykaios,
celebrato nelle zone boscose e più remote dell'Arcadia, nel quale il dio assume
caratteristiche sia di divinità lucente sia lupina. Il primo aspetto si evidenzia nel
fatto che è il signore del monte Licaone (la montagna splendente), che è la
cima più alta dell'Arcadia e sulla quale, secondo una leggenda, si trova una
recinto sacro sul quale non si sono mai posate ombre.[12]Il secondo invece si
rifà al mito di Licaone (l'uomo lupo), il re dell'Arcadia i cui leggendari antichi
atti di cannibalismovenivano ricordati per mezzo di bizzarri riti. Secondo
Platone[13] una setta si sarebbe riunita sul monte ogni otto anni per celebrare
sacrifici in onore di Zeus Lykaios durante i quali si mescolava un singolo pezzo
di interiora umane a interiora animali e poi si distribuiva il tutto ai presenti: chi
avesse mangiato il pezzo di carne umana si sarebbe trasformato in unlupo e
avrebbe potuto recuperare la propria forma umana solo se non ne avesse più
mangiata fino alla conclusione del successivo ciclo di otto anni.
Zeus Etneo in Sicilia[modifica | modifica wikitesto]
Il culto di Zeus Aitnàios (etneo) è riportato nelle odi di Pindaro ed è attestato
dalla produzione numismatica locale. Iltempio del dio era ubicato
nella città di Áitna (Etna), fondata da Gerone I di Siracusa. Alcuni scoli di
Pindaro riportano che Ierone I donò al tempio una statua di Zeus, che potrebbe
essere quella rappresentata nel tetradramma di Aitna.
Zeus Aitnàios (tetradramma di Áitna)
Lo Zeus del sottosuolo[modifica | modifica wikitesto]
Sebbene l'etimologia del nome indichi che Zeus originariamente era un dio
del cielo, in diverse città greche si adorava una versione locale di Zeus che
viveva nel mondo sotterraneo. Gli Ateniesi e i Sicelioti (Greci di Sicilia)
veneravanoZeus Meilichios (dolce o mellifluo), mentre in altre città vigeva
il culto di Zeus Chthonios (della terra), Katachthonios (del sottosuolo)
e Plousios (portatore di ricchezza). Queste divinità nelle forme d'arte potevano
essere visuale parimenti rappresentate sia come uomo sia come serpente. In
loro onore si sacrificavano animali di colore nero che venivano affogati dentro
a pozzi, come si faceva per divinità ctonie come Persefone e Demetra o
sulla tomba degli eroi. Gli dèiolimpi, invece, ricevevano in olocausto animali di
colore bianco che venivano uccisi sopra ad altari.
In alcuni casi gli abitanti di queste città non sapevano con certezza se
il daimon in onore del quale effettuavano i sacrifici fosse un eroe oppure lo
Zeus del sottosuolo. Così il santuario di Lebadea in Beozia potrebbe essere
stato dedicato sia all'eroe Trofonio sia a Zeus Trephonius (colui che nutre), a
seconda che si scelga di dare retta a Pausaniaoppure a Strabone.
L'eroe Anfiarao era venerato come Zeus Amphiaraus a Oropo, nei pressi
di Tebe, e pure a Spartac'era un santuario di Zeus Agamennone.
Gli oracoli di Zeus[modifica | modifica wikitesto]
Anche se la maggior parte degli oracoli erano generalmente dedicati ad Apollo,
a eroi oppure a dee come Temi, esistevano anche alcuni oracoli dedicati a
Zeus.
Zeus-Amon seduto sul trono - statua risalente alIII secolo a.C. rinvenuta a Cipro - Museo del Louvre- Parigi
L'oracolo di Dodona[modifica | modifica wikitesto]
Il culto di Zeus a Dodona nell'Epiro, località per la quale vi sono prove dello
svolgersi di attività cerimoniali a partire dal II millennio a.C., era imperniato su
di una quercia sacra. All'epoca in cui fu composta l'Odissea (circa il 750 a.C.)
l'attività divinatoria era condotta da sacerdoti scalzi chiamati Selloi, che si
stendevano a terra e osservavano lo stormire delle foglie e dei rami dell'albero.
[14] All'epoca in cui Erodoto scrisse a sua volta di Dodona i sacerdoti erano
stati sostituiti da sacerdotesse chiamate Peleiadi (colombe).
L'oracolo di Siwa[modifica | modifica wikitesto]
L'oracolo di Amon nell'Oasi di Siwa che si trova nel lato occidentale
del deserto egiziano non si trovava entro i confini del mondo greco prima
dell'epoca di Alessandro Magno, ma fin dall'età arcaica aveva esercitato una
forte influenza sulla cultura greca: Erodoto nella sua descrizione della guerra
greco-persiana dice che Zeus Amon fu consultato varie volte. Zeus Amon era
tenuto in particolare considerazione a Sparta, dove fin dall'epoca dellaGuerra
del Peloponneso esisteva un tempio in suo onore.[15]
Quando Alessandro Magno si avventurò nel deserto per consultare l'oracolo di
Siwa, scoprì l'esistenza di unaSibilla libica.
Altri oracoli di Zeus[modifica | modifica wikitesto]
Si dice che entrambi gli Zeus ctonii Trofonio e Anfiarao dessero responsi di tipo
oracolare nei santuari a loro dedicati.
Zeus e le divinità straniere[modifica | modifica wikitesto]
Zeus era l'equivalente del dio della mitologia romana Giove e nell'immaginario
sincretico classico era associato con varie altre divinità, come l'Egizio Amon, e
l'Etrusco Tinia. Insieme con Dioniso aveva assorbito su di sé il ruolo del
principale dio Frigio Sabazios dando vita alla divinità conosciuta
nel sincretismo dell'antica Roma come Sabazio.
Zeus nella mitologia[modifica | modifica wikitesto]
La nascita[modifica | modifica wikitesto]
Il titano Crono ebbe molti figli da Rea: Estia, Demetra, Era, Ade e Poseidone, ma
li divorò tutti appena nati, dal momento che aveva saputo da Gaia e Urano che
il suo destino era di essere spodestato da uno dei suoi figli così come lui stesso
aveva spodestato suo padre. Quando però Zeus stava per nascere, Rea chiese
a Gaia di escogitare un piano per salvarlo, in modo che Crono ricevesse la
giusta punizione per ciò che aveva fatto a Urano e ai suoi stessi figli. Rea
partorì Zeus a Creta, consegnando al suo posto a Crono una pietra fasciata con
dei panni che egli divorò immediatamente. La madre nascose Zeus in una
cesta sospesa ad un albero, sorvegliato da una famiglia di pastori ai quali
promise in cambio che le loro pecore non sarebbero state attaccate dai lupi. Il
mito sarebbe, secondo Cicerone, un'allegoria: Krònos, che vale chrònos, cioè
un periodo di tempo, si immagina che avesse l'abitudine di divorare i suoi figli
perché il tempo divora i periodi di tempo e si riempie insaziabilmente degli
anni passati. Fu poi incatenato da Zeus perché il suo corso non fosse illimitato
e perché fosse legato con i vincoli delle stelle.
L'infanzia di Zeus[modifica | modifica wikitesto]
I Cureti
Rea nascose quindi Zeus in una grotta sul Monte Ida a Creta e, a seconda delle
varie versioni della leggenda:
• fu allevato ed educato da Gaia.
• fu allevato da una capra di nome Amaltea, mentre un gruppo
di Cureti gridavano, danzavano e battevano le loro lance contro
gli scudi perché Crono non sentisse il pianto del bambino.
• fu allevato da una Ninfa di nome Adamantea. Dato che Crono dominava
la Terra, i cieli e il mare, lo nascose appendendolo a una fune legata a un albero
in modo che, sospeso fra i tre elementi, fosse invisibile al padre.
• fu allevato da una Ninfa di nome Cinosura. In segno di gratitudine Zeus, una
volta cresciuto, la trasformò in una stella.
• fu allevato da Melissa, che lo nutrì con latte di capra.
L'ascesa al trono degli dèi[modifica | modifica wikitesto]
Lo Zeus di Otricoli - marmo - Copia romana di un originale greco del IV secolo - Musei Vaticani
Raggiunta l'età adulta, Zeus costrinse Crono a rigettare prima la pietra che
l'aveva sostituito,[16] poi i suoi fratelli e sorelle nell'ordine inverso rispetto a
quello in cui erano stati ingeriti. Secondo alcune versioni della
leggenda Metide diede un emeticoa Crono per costringerlo a vomitare i figli,
secondo altre ancora Zeus squarciò lo stomaco del padre. A questo punto Zeus
liberò dalla loro prigione nel Tartaro anche i fratelli di Crono: gli Ecatonchiri e
i Ciclopi.[17] Insieme, Zeus e i suoi fratelli e sorelle, gli Ecatonchiri e i Ciclopi
rovesciarono dal trono Crono e gli altri Titani grazie alla terribile battaglia
chiamataTitanomachia. I Titani sconfitti furono da allora confinati nell'oscuro
regno sotterraneo del Tartaro. Atlante, in quanto capo dei Titani che avevano
combattuto contro Zeus, fu condannato a reggere il cielo sulle sue spalle.
Dopo la battaglia contro i Titani Zeus si spartì il mondo con i suoi fratelli
maggiori Poseidone e Ade sorteggiando i tre regni: Zeus ebbe in sorte i cieli e
l'aria, Poseidone le acque e ad Ade toccò il mondo dei morti. L'antica terra,
Gaia, non poté essere concessa ad alcuno, ma venne condivisa da tutti e tre a
seconda delle loro capacità.
I Giganti furibondi perché Zeus aveva confinato nel Tartaro i loro fratelli Titani si
ribellarono agli dèi Olimpi e scatenarono a loro volta la Gigantomachia. Essi
cominciarono a scagliare massi e tizzoni ardenti verso il cielo. Era profetizzò
che «... i Giganti non sarebbero mai stati sconfitti da un dio, ma soltanto da un
mortale che vestiva con pelli di leone, e solo con una certa erba che rendeva
invulnerabili.». L'uomo fu identificato con Eracle e Zeus, vagando in una
regione indicatagli da Atena, trovò l'erba magica. Così furono sconfitti anche i
Giganti.
Gaia si risentì per il modo in cui Zeus aveva trattato i Titani e i Giganti, dato
che erano figli suoi. Così, poco dopo essersi impossessato del trono degli dèi,
Zeus dovette affrontare anche il mostro Tifone, figlio di Gaia e del Tartaro. Zeus
sconfisse Tifone e lo schiacciò sotto a una montagna o al vulcano Etna.
Zeus ed Era[modifica | modifica wikitesto]
Zeus era sia il fratello sia il marito di Era. Con lei generò Ares, Ebe ed Efesto,
anche se alcune leggende narrano che Era diede vita ai suoi figli da sola. Altri
miti includono tra la loro discendenza anche Ilizia. Le numerose conquiste che
Zeus fece tra le Ninfe e le mortali, che diedero inizio alle più importanti dinastie
greche, sono proverbiali. La mitografia gli attribuisce relazioni tra le divinità
con Demetra, Latona, Dione e Maia, mentre tra le mortali
con Semele, Io, Europa e Leda. (Per maggiori dettagli si rimanda ai paragrafi
successivi)
Molte leggende dipingono un'Era gelosissima delle conquiste amorose del
marito e fiera nemica delle sue amanti e dei figli da loro generati. Una volta a
una ninfa di nome Eco venne affidato il compito di distrarre Era dalle attività di
Zeus, parlandole in continuazione: quando la dea se ne accorse, con
un incantesimo costrinse Eco a ripetere le parole che udiva dagli altri.