TEMA 1 UN'AREA La posizione e le dimensioni 4 8 12 Mainland T I C O 4 0 Yell Isole Shetland tH igh O A m a l Cambrici l e s nti n G iorgi o O di Oxford G le Tamigi Cardiff Bristol Canale di Bristol r Co 50 no va ia g l 621 0 50 100 150 Kent Portsmouth Wight l a c a n i a M Dover tto er ov D di re St 50 Alderney Guernsey 200 Isole Normanne km 8 LONDRA Reading Southampton Plymouth I. Scilly Ipswich Cambridge Mo Sa Ou C na se Suffolk 4 Jersey F R A N C I A 0 Un tipico fiordo scozzese (firth per gli inglesi). E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola Ca Norwich Birmingham a Cardigan n Snowdon Baia di Grimsby Sheffield g 1085 Bradford a Liverpool Anglesey I R L A N D A a e r r l t h i Manchester 54 Leeds ini Penn Mare d'Irlanda O t T se Man Ou E I e rth Nord r Fi Newcastleupon-Tyne g N 852 ay U O n U S olw Belfast n del N Monti U l s t e r her s I Londonderry Irlanda del Nord i pi di 840 Sout d nd B Arran or a pl h d G eW as i E lN Dundee Th r le d e ra ds a n Firth of Forth wl o Edimburgo L Glasgow R N Ca led on ia h W es Ca na le Nort T A b i Jura G i t Mon Mull Fi r t h o f L o r n Aberdeen n E 1343 Mare a e Loch Ness Scozia an The lan ds Min ch N A L l y Firth ora M Ben Nevis C a na 58 r o Skye South Uist G s Lewis Islay 54 Isole Orcadi Mainland I 58 La morfologia Le montagne della Gran Bretagna sono molto antiche ed è per questo che presentano altezze modeste e forme arrotondate. La Scozia è la regione più montuosa: vi si trovano i monti Grampiani (o Highlands, cioè “terre alte”) con il Ben Nevis che raggiunge i 1.343 m. Procedendo verso sud si incontrano i monti Pennini, basse ondulazioni più simili a colline che a vere montagne, e i monti Cambrici, che coprono il territorio del Galles. Pianeggiante, e a tratti ondulata, è invece l’Inghilterra centromeridionale. Le coste sono varie: alte e rocciose in Scozia e Galles, basse e sabbiose in Inghilterra, a eccezione della Manica, dove terminano con alte falesie calcaree. Anche il profilo costiero è mutevole, essendo frastagliato a ovest, STATI SIGNIFICATIVI Regno Unito Scheda Il Regno Unito misura 243 mila km2, una superficie minore dell’Italia. Spesso chiamato impropriamente “Gran Bretagna” o “Inghilterra”, esso è composto di quattro regioni: tre di esse – Inghilterra, Galles e Scozia – si dividono un’isola stretta e allungata, la Gran Bretagna, mentre la quarta corrisponde all’Irlanda del Nord. Il Regno Unito si trova sul versante occidentale dell’Europa, da cui la separa il canale della Manica, largo una trentina di chilometri. A nord è affiancata dagli arcipelaghi delle isole Ebridi, Orcadi e Shetland. A est si affaccia sul mare del Nord; a ovest sul mare d’Irlanda e sull’oceano Atlantico. • LEZIONE 3 ALCUNI IN CERCA DI UNITÀ TEMA 1 UN'AREA più uniforme sul lato orientale. Colpiscono le profonde insenature, simili ai fiordi norvegesi, che gli inglesi chiamano firth. In Scozia, quelli di Lorn e di Moray si avvicinano così tanto l’uno all’altro da consentirne il collegamento mediante un canale artificiale: il canale di Caledonia. L’idrografia La Gran Bretagna è lunga e stretta, per cui i fiumi non riescono a svilupparsi in lunghezza. Solo nell’Inghilterra meridionale, dove il territorio si allarga e diventa pianeggiante, troviamo il Tamigi, lungo 338 km. I fiumi britannici sono in parte navigabili, perché hanno una portata d’acqua regolare; hanno inoltre foci a estuario, sufficientemente profonde da consentire la costruzione di porti. I numerosi laghi hanno generalmente una forma stretta e allungata, perché occupano avvallamenti scavati dai ghiacciai. In Scozia, dove sono più frequenti, si chiamano loch. E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola Il clima e la vegetazione naturale Benché poste a oltre 50° di latitudine, le isole Britanniche godono di un clima mite, in quanto lambite dalla calda corrente del Golfo. Le precipitazioni sono abbondanti e frequenti (150-200 giorni di pioggia all’anno); ne è maggiormente investito il versante occidentale, lato da cui provengono le perturbazioni atlantiche, rispetto a quello orientale. La vegetazione cresce dunque rigogliosa, anche se prevalentemente in forma di prati e brughiere. I bo- IN CERCA DI UNITÀ • LEZIONE 3 ALCUNI schi di latifoglie, un tempo molto estesi, sono stati in gran parte distrutti dall’uomo e oggi coprono appena il 10% della superficie. Le attività primarie I pascoli naturali, che coprono il 45% dei suoli, sono localizzati a occidente, dove maggiore è la piovosità, e in Scozia, dove i suoli meno fertili scoraggiano l’agricoltura. La zootecnia, molto sviluppata, si basa soprattutto sull’allevamento di ovini e di bovini. Le colture che chiedono meno acqua si concentrano a oriente, dove si seminano frumento, orzo, patate, barbabietole da zucchero, colza (per l’estrazione d’olio e la produzione di mangimi), cavoli, mele e lino (una fibra tessile che regge bene il freddo). La pesca ha un’antica tradizione e fa capo ai porti pescherecci del mare del Nord, poco profondo e ricco di risorse ittiche. Le attività industriali Patria della rivoluzione industriale, l’Inghilterra non ebbe rivali sul piano della produzione manifatturiera fino al termine dell’Ottocento, quando venne sopravanzata da Stati Uniti, Germania e Giappone. Dopo la seconda guerra mondiale conobbe un periodo di crisi, da cui si riprese in parte negli anni Settanta, dopo la scoperta di ricchi giacimenti petroliferi e di gas naturale nel mare del Nord. Il loro sfruttamento ha consentito al paese l’autosufficienza energetica, oltre che lo sviluppo di una forte industria petrolchimica. Molte produzioni tradizionali, come la cantieristica, la metallurgia e l’industria automobilistica appaiono oggi in declino, mentre altri settori continuano a occupare una posizione di prestigio: calzaturiero, dell’abbigliamento, tessile (lanifici, cotonifici, linifici) e alimentare (birra, whisky). Particolare sviluppo hanno oggi i settori ad alta tecnologia, quali aeronautica, elettronica e telecomunicazioni. Un impulso particolare deriva poi dalle ricerche in campo nucleare, tanto che il paese si colloca fra i primi produttori mondiali di energia termonucleare. Nella Borsa di Londra avvengono gli scambi e si stabiliscono i prezzi di molte materie prime. STATI SIGNIFICATIVI Le attività terziarie Il terziario, settore guida dell’economia britannica, vede particolarmente sviluppate le attività finanziarie. A Londra operano le maggiori compagnie assicurative del mondo, i Lloyds, e alla Borsa di Londra, che recentemente ha superato quella di New York, si contrattano molte materie prime, come il cotone, il tè, lo zucchero, lo stagno e lo zinco. Anche la ricerca scientifica è molto avanzata: Londra e città universitarie come Oxford e Cambridge sono fra i centri più prestigiosi. I traffici commerciali sono molto intensi, soprattutto grazie ai rapporti economici che intercorrono fra il Regno Unito e le sue excolonie (Commonwealth). Il turismo è un altro settore forte dell’economia britannica, ponendo il paese ai primi posti in Europa per flusso di visitatori, attratti dalle bellezze naturali e dalle città, ricche d’arte, storia e cultura. Le vie di comunicazione Il paese dispone di numerosi porti, fra i quali spicca quello di Londra. La rete fluviale è stata potenziata con la creazione di una rete di canali che collegano fra loro laghi e corsi d’acqua. Con i suoi due aeroporti, Gatwick e Heathrow, Londra è il principale scalo aereo europeo. La qualità dei trasporti e il loro livello tecnologico sono testimoniati dall’Eurotunnel, che unisce l’isola alla Francia mediante una galleria ferroviaria scavata sotto il canale della Manica. Anche le reti ferroviaria e autostradale sono efficienti. Più tradizionale appare la rete stradale, ma si tratta di una scelta consapevole, fatta per non danneggiare eccessivamente il paesaggio. La popolazione e la rete urbana La popolazione del Regno Unito assomma a 61,5 milioni di persone, di cui 49 concentrati nella sola Inghilterra. La densità media è fra le più elevate del continente: 254 ab./km2, ma la distribuzione non è uniforme. La crescita della popolazione è ormai prossima allo zero e il saldo naturale si mantiene positivo solo per l’apporto di numerosi immigrati, gran parte dei quali proveniente dalle ex colonie. Circa il 90% della popolazione risiede nelle città. L’inurbamento, cresciuto di pari passo con lo sviluppo industriale, ha finito per delineare l’attuale rete urbana, basata su una sola grande metropoli e molte città grandi e medie, concentrate nella parte centro- TEMA 1 UN'AREA meridionale dell’isola. Londra (7,5 milioni di abitanti, 12 con l’agglomerato urbano) è una delle principali metropoli mondiali e uno dei maggiori centri finanziari internazionali, oltre che capitale politica, città d’arte e di cultura. Nessuna delle altre città raggiunge il milione di abitanti: solo Birmingham sfiora tale valore, mentre Glasgow, Bradford, Liverpool, Sheffield, Manchester ed Edimburgo hanno una popolazione compresa fra 400 e 600 mila abitanti. L’ordinamento istituzionale Il Regno Unito è una monarchia parlamentare, in cui il sovrano ricopre un ruolo simbolico. Il capo del governo, invece, viene nominato dal sovrano nella persona del leader del partito che ottiene la maggioranza alle elezioni. Il Parlamento è formato dalla Camera dei Comuni, cui spetta il potere legislativo, e dalla Camera dei Lord, priva di poteri politici, alla quale possono accedere unicamente aristocratici o persone nominate a vita dal sovrano. Sono loro a detenere il titolo di Sir. Galles, Scozia e Irlanda del Nord godono di una notevole autonomia all’interno del Regno Unito che, pur essendo un paese membro dell’Unione Europea, ha conservato la sterlina come sua moneta, invece di adottare l’Euro. La società britannica è fra quelle che godono del più alto tenore di vita. Il reddito medio pro capite è poco superiore a quello italiano, ma più elevati sono i tassi di scolarizzazione e migliore la qualità di molti servizi pubblici. L’ottimo livello culturale è dimostrato non solo dalla percentuale di ragazzi che prosegue gli studi fino all’università, ma anche dagli investimenti nella ricerca scientifica e dal • LEZIONE 3 ALCUNI numero di giornali letti quotidianamente e dei libri pubblicati. Le regioni che compongono il Regno Unito non godono tutte delle medesime condizioni economiche. Fra le zone più depresse vi sono le città e i distretti minerari centrali (Midlands), che hanno risentito del minor costo del petrolio rispetto al carbone estratto localmente. Con la chiusura di molte miniere è entrato in crisi anche il comparto metallurgico, sul quale si basava l’economia di queste città. Centri come Liverpool, un tempo prosperi, si sono rapidamente impoveriti e degradati; numerosi minatori e operai sono costretti a vivere con il solo sussidio statale. Il Regno Unito nella storia Un susseguirsi di dominazioni I primi abitatori delle isole Britanniche furono i britanni, una popolazione celtica con cui si scontrarono i romani quando vi approdarono, nel I secolo a.C. Desiderosa di estendere il suo dominio all’intera isola, Roma fu fermata ai confini della Scozia, dove l’imperatore Adriano fece erigere una possente muraglia che si estendeva per 120 km da una costa all’altra (il Vallo di Adriano), di cui restano lunghi tratti. Nel V secolo d.C. l’isola fu invasa da popoli di stirpe germanica, gli angli e i sassoni, che spinsero i celti nelle regioni periferiche - Scozia, Galles e Irlanda - dove ancora si parlano dialetti celtici, e nella Bretagna francese. Fu poi la volta dei normanni, provenienti dalla Scandinavia e dalla Danimarca, che nell’XI secolo conquistarono l’Inghilterra. La prima monarchia parlamentare Nel 1215 il re Giovanni Senza Terra fu costretto Il Parlamento di Londra. STATI SIGNIFICATIVI dalla nobiltà a firmare la Magna Charta, che limitava il potere del sovrano e istituiva una specie di Parlamento (Camera dei Lord), formato dai nobili, dall’alto clero e dai rappresentanti della ricca borghesia delle città. Al rispetto di questa prima costituzione si appellarono i rappresentanti del Parlamento inglese al tempo della lotta contro il re assolutista Carlo I, che si concluse nel 1689 con la Dichiarazione dei diritti e con la nascita della prima monarchia parlamentare europea. Dall’impero coloniale al Commonwealth Un secolo prima, durante il regno di Elisabetta I, vennero gettate le basi dell’impero coloniale inglese. Data emblematica fu il 1588, quando la possente flotta spagnola di Filippo II, che contendeva all’Inghilterra il dominio degli oceani, venne distrutta da quella britannica. Da allora per la Spagna incominciò la decadenza, per l’Inghilterra l’ascesa. L’acme della sua potenza fu raggiunto nella seconda metà dell’Ottocento, quando estese il suo controllo politico ed economico all’intera India, alla Birmania, alla Malesia, all’Australia, a gran parte dell’Africa orientale e meridionale, alla Nuova Zelanda e al Canada. Il declino arrivò dopo la seconda guerra mondiale, che sancì la nuova leadership degli Stati Uniti. In pochi decenni Londra perse quasi tutto il suo impero coloniale e oggi le sono rimasti pochi territori, fra cui Gibilterra e alcune isole sperdute negli oceani, che utilizza come basi militari. I rapporti con le ex colonie non si sono però interrotti. Diventate stati indipendenti, hanno costituito con il Regno Unito una libera associazione, denominata Commonwealth, che promuove la loro cooperazione in campo economico, sociale e politico. E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola La qualità della vita IN CERCA DI UNITÀ