TEMA 1 UN'AREA
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Un tipico fiordo scozzese (firth per gli inglesi).
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
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La morfologia
Le montagne della Gran Bretagna sono
molto antiche ed è per questo che presentano altezze modeste e forme arrotondate.
La Scozia è la regione più montuosa: vi si
trovano i monti Grampiani (o Highlands,
cioè “terre alte”) con il Ben Nevis che
raggiunge i 1.343 m. Procedendo verso
sud si incontrano i monti Pennini, basse
ondulazioni più simili a colline che a vere
montagne, e i monti Cambrici, che coprono il territorio del Galles. Pianeggiante, e a
tratti ondulata, è invece l’Inghilterra centromeridionale.
Le coste sono varie: alte e rocciose in Scozia
e Galles, basse e sabbiose in Inghilterra, a
eccezione della Manica, dove terminano con
alte falesie calcaree. Anche il profilo costiero è mutevole, essendo frastagliato a ovest,
STATI SIGNIFICATIVI
Regno Unito
Scheda
Il Regno Unito misura 243 mila km2, una
superficie minore dell’Italia. Spesso chiamato impropriamente “Gran Bretagna” o “Inghilterra”, esso è composto di quattro regioni:
tre di esse – Inghilterra, Galles e Scozia
– si dividono un’isola stretta e allungata, la
Gran Bretagna, mentre la quarta corrisponde
all’Irlanda del Nord.
Il Regno Unito si trova sul versante occidentale dell’Europa, da cui la separa il canale
della Manica, largo una trentina di chilometri. A nord è affiancata dagli arcipelaghi delle isole Ebridi, Orcadi e Shetland. A est si
affaccia sul mare del Nord; a ovest sul mare
d’Irlanda e sull’oceano Atlantico.
• LEZIONE 3 ALCUNI
IN CERCA DI UNITÀ
TEMA 1 UN'AREA
più uniforme sul lato orientale. Colpiscono le
profonde insenature, simili ai fiordi norvegesi, che gli inglesi chiamano firth. In Scozia,
quelli di Lorn e di Moray si avvicinano così
tanto l’uno all’altro da consentirne il collegamento mediante un canale artificiale: il
canale di Caledonia.
L’idrografia
La Gran Bretagna è lunga e stretta, per cui
i fiumi non riescono a svilupparsi in lunghezza. Solo nell’Inghilterra meridionale,
dove il territorio si allarga e diventa pianeggiante, troviamo il Tamigi, lungo 338
km. I fiumi britannici sono in parte navigabili, perché hanno una portata d’acqua
regolare; hanno inoltre foci a estuario,
sufficientemente profonde da consentire la
costruzione di porti.
I numerosi laghi hanno generalmente una
forma stretta e allungata, perché occupano avvallamenti scavati dai ghiacciai. In
Scozia, dove sono più frequenti, si chiamano loch.
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Terra. Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
Il clima e
la vegetazione naturale
Benché poste a oltre 50° di latitudine, le
isole Britanniche godono di un clima mite,
in quanto lambite dalla calda corrente del
Golfo. Le precipitazioni sono abbondanti e frequenti (150-200 giorni di pioggia
all’anno); ne è maggiormente investito il
versante occidentale, lato da cui provengono le perturbazioni atlantiche, rispetto
a quello orientale. La vegetazione cresce
dunque rigogliosa, anche se prevalentemente in forma di prati e brughiere. I bo-
IN CERCA DI UNITÀ
• LEZIONE 3 ALCUNI
schi di latifoglie, un tempo molto estesi,
sono stati in gran parte distrutti dall’uomo
e oggi coprono appena il 10% della superficie.
Le attività primarie
I pascoli naturali, che coprono il 45% dei
suoli, sono localizzati a occidente, dove
maggiore è la piovosità, e in Scozia, dove
i suoli meno fertili scoraggiano l’agricoltura. La zootecnia, molto sviluppata, si basa
soprattutto sull’allevamento di ovini e di
bovini.
Le colture che chiedono meno acqua si
concentrano a oriente, dove si seminano
frumento, orzo, patate, barbabietole da
zucchero, colza (per l’estrazione d’olio e
la produzione di mangimi), cavoli, mele
e lino (una fibra tessile che regge bene il
freddo).
La pesca ha un’antica tradizione e fa capo
ai porti pescherecci del mare del Nord, poco
profondo e ricco di risorse ittiche.
Le attività industriali
Patria della rivoluzione industriale, l’Inghilterra non ebbe rivali sul piano della produzione manifatturiera fino al termine dell’Ottocento, quando venne sopravanzata da Stati
Uniti, Germania e Giappone. Dopo la seconda
guerra mondiale conobbe un periodo di crisi,
da cui si riprese in parte negli anni Settanta,
dopo la scoperta di ricchi giacimenti petroliferi e di gas naturale nel mare del Nord.
Il loro sfruttamento ha consentito al paese
l’autosufficienza energetica, oltre che lo sviluppo di una forte industria petrolchimica.
Molte produzioni tradizionali, come la
cantieristica, la metallurgia e l’industria
automobilistica appaiono oggi in declino,
mentre altri settori continuano a occupare
una posizione di prestigio: calzaturiero,
dell’abbigliamento, tessile (lanifici, cotonifici, linifici) e alimentare (birra, whisky).
Particolare sviluppo hanno oggi i settori ad
alta tecnologia, quali aeronautica, elettronica e telecomunicazioni. Un impulso particolare deriva poi dalle ricerche in campo
nucleare, tanto che il paese si colloca fra
i primi produttori mondiali di energia termonucleare.
Nella Borsa di Londra avvengono gli scambi e
si stabiliscono i prezzi di molte materie prime.
STATI SIGNIFICATIVI
Le attività terziarie
Il terziario, settore guida dell’economia britannica, vede particolarmente sviluppate le
attività finanziarie. A Londra operano le
maggiori compagnie assicurative del mondo, i Lloyds, e alla Borsa di Londra, che recentemente ha superato quella di New York,
si contrattano molte materie prime, come il
cotone, il tè, lo zucchero, lo stagno e lo zinco.
Anche la ricerca scientifica è molto avanzata: Londra e città universitarie come Oxford
e Cambridge sono fra i centri più prestigiosi.
I traffici commerciali sono molto intensi, soprattutto grazie ai rapporti economici che
intercorrono fra il Regno Unito e le sue excolonie (Commonwealth). Il turismo è un
altro settore forte dell’economia britannica,
ponendo il paese ai primi posti in Europa per
flusso di visitatori, attratti dalle bellezze naturali e dalle città, ricche d’arte, storia e cultura.
Le vie di comunicazione
Il paese dispone di numerosi porti, fra i quali
spicca quello di Londra. La rete fluviale è
stata potenziata con la creazione di una rete
di canali che collegano fra loro laghi e corsi
d’acqua. Con i suoi due aeroporti, Gatwick e
Heathrow, Londra è il principale scalo aereo
europeo.
La qualità dei trasporti e il loro livello tecnologico sono testimoniati dall’Eurotunnel, che
unisce l’isola alla Francia mediante una galleria ferroviaria scavata sotto il canale della
Manica. Anche le reti ferroviaria e autostradale sono efficienti. Più tradizionale appare
la rete stradale, ma si tratta di una scelta
consapevole, fatta per non danneggiare eccessivamente il paesaggio.
La popolazione
e la rete urbana
La popolazione del Regno Unito assomma a
61,5 milioni di persone, di cui 49 concentrati
nella sola Inghilterra. La densità media è fra
le più elevate del continente: 254 ab./km2,
ma la distribuzione non è uniforme. La crescita della popolazione è ormai prossima allo
zero e il saldo naturale si mantiene positivo
solo per l’apporto di numerosi immigrati, gran
parte dei quali proveniente dalle ex colonie.
Circa il 90% della popolazione risiede nelle
città. L’inurbamento, cresciuto di pari passo
con lo sviluppo industriale, ha finito per delineare l’attuale rete urbana, basata su una
sola grande metropoli e molte città grandi e medie, concentrate nella parte centro-
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meridionale dell’isola. Londra (7,5 milioni di
abitanti, 12 con l’agglomerato urbano) è una
delle principali metropoli mondiali e uno dei
maggiori centri finanziari internazionali, oltre
che capitale politica, città d’arte e di cultura.
Nessuna delle altre città raggiunge il milione
di abitanti: solo Birmingham sfiora tale valore, mentre Glasgow, Bradford, Liverpool,
Sheffield, Manchester ed Edimburgo hanno una popolazione compresa fra 400 e 600
mila abitanti.
L’ordinamento
istituzionale
Il Regno Unito è una monarchia parlamentare, in cui il sovrano ricopre un ruolo simbolico.
Il capo del governo, invece, viene nominato
dal sovrano nella persona del leader del partito che ottiene la maggioranza alle elezioni.
Il Parlamento è formato dalla Camera dei
Comuni, cui spetta il potere legislativo, e
dalla Camera dei Lord, priva di poteri politici, alla quale possono accedere unicamente
aristocratici o persone nominate a vita dal
sovrano. Sono loro a detenere il titolo di Sir.
Galles, Scozia e Irlanda del Nord godono di una
notevole autonomia all’interno del Regno Unito
che, pur essendo un paese membro dell’Unione Europea, ha conservato la sterlina come
sua moneta, invece di adottare l’Euro.
La società britannica è fra quelle che godono
del più alto tenore di vita. Il reddito medio
pro capite è poco superiore a quello italiano,
ma più elevati sono i tassi di scolarizzazione
e migliore la qualità di molti servizi pubblici.
L’ottimo livello culturale è dimostrato non solo dalla percentuale di ragazzi che prosegue
gli studi fino all’università, ma anche dagli
investimenti nella ricerca scientifica e dal
• LEZIONE 3 ALCUNI
numero di giornali letti quotidianamente e
dei libri pubblicati.
Le regioni che compongono il Regno Unito
non godono tutte delle medesime condizioni economiche. Fra le zone più depresse
vi sono le città e i distretti minerari centrali
(Midlands), che hanno risentito del minor
costo del petrolio rispetto al carbone estratto localmente. Con la chiusura di molte miniere è entrato in crisi anche il comparto
metallurgico, sul quale si basava l’economia di queste città. Centri come Liverpool,
un tempo prosperi, si sono rapidamente
impoveriti e degradati; numerosi minatori
e operai sono costretti a vivere con il solo
sussidio statale.
Il Regno Unito
nella storia
Un susseguirsi di dominazioni I primi
abitatori delle isole Britanniche furono i britanni, una popolazione celtica con cui si
scontrarono i romani quando vi approdarono, nel I secolo a.C. Desiderosa di estendere
il suo dominio all’intera isola, Roma fu fermata ai confini della Scozia, dove l’imperatore Adriano fece erigere una possente muraglia che si estendeva per 120 km da una
costa all’altra (il Vallo di Adriano), di cui restano lunghi tratti.
Nel V secolo d.C. l’isola fu invasa da popoli di stirpe germanica, gli angli e i sassoni,
che spinsero i celti nelle regioni periferiche
- Scozia, Galles e Irlanda - dove ancora si
parlano dialetti celtici, e nella Bretagna francese. Fu poi la volta dei normanni, provenienti dalla Scandinavia e dalla Danimarca,
che nell’XI secolo conquistarono l’Inghilterra.
La prima monarchia parlamentare Nel
1215 il re Giovanni Senza Terra fu costretto
Il Parlamento di Londra.
STATI SIGNIFICATIVI
dalla nobiltà a firmare la Magna Charta, che
limitava il potere del sovrano e istituiva una
specie di Parlamento (Camera dei Lord),
formato dai nobili, dall’alto clero e dai rappresentanti della ricca borghesia delle città.
Al rispetto di questa prima costituzione si
appellarono i rappresentanti del Parlamento
inglese al tempo della lotta contro il re assolutista Carlo I, che si concluse nel 1689
con la Dichiarazione dei diritti e con la nascita della prima monarchia parlamentare
europea.
Dall’impero coloniale al Commonwealth
Un secolo prima, durante il regno di Elisabetta I, vennero gettate le basi dell’impero
coloniale inglese. Data emblematica fu il
1588, quando la possente flotta spagnola di
Filippo II, che contendeva all’Inghilterra il
dominio degli oceani, venne distrutta da
quella britannica. Da allora per la Spagna
incominciò la decadenza, per l’Inghilterra
l’ascesa. L’acme della sua potenza fu raggiunto nella seconda metà dell’Ottocento,
quando estese il suo controllo politico ed
economico all’intera India, alla Birmania,
alla Malesia, all’Australia, a gran parte
dell’Africa orientale e meridionale, alla Nuova Zelanda e al Canada.
Il declino arrivò dopo la seconda guerra mondiale, che sancì la nuova leadership degli Stati
Uniti. In pochi decenni Londra perse quasi tutto il suo impero coloniale e oggi le sono rimasti
pochi territori, fra cui Gibilterra e alcune isole
sperdute negli oceani, che utilizza come basi
militari. I rapporti con le ex colonie non si sono però interrotti. Diventate stati indipendenti,
hanno costituito con il Regno Unito una libera
associazione, denominata Commonwealth,
che promuove la loro cooperazione in campo
economico, sociale e politico.
E. Fedrizzi-A. Della Valentina, Dossier Italia, Europa, Mondo, Minerva scuola
La qualità della vita
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