Uguali ma diversi: studi sulla predisposizione al

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Università per Stranieri “Dante Alighieri”
REGGIO CALABRIA
______________
DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA SOCIETA’ E DELLA FORMAZIONE
D’AREA MEDITERRANEA
CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN
“Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali d’area mediterranea”
___________________________________________________________
Uguali ma diversi: studi sulla predisposizione al crimine
delle coppie di gemelli
Tesi di Laurea di:
Relatore:
Elisa Nicolo’
Chiar.mo
Prof. Christian Costantino
___________________________________________________________
Reggio Calabria
Anno Accademico 2015-2016
Alla parte migliore di me,
mio fratello
“Un legame speciale e intangibile pare continui ad unirli
anche quando vivono ai poli opposti del mondo”
A. Piontelli – Gemelli nel mondo
INDICE
INTRODUZIONE
Pag. 3
CAPITOLO 1: CHI SONO I GEMELLI?
Pag. 8
1. Gemelli nel mito
Pag. 8
2. Come vengono concepiti?
Pag. 10
2.1 Quanti tipi di gemelli esistono?
Pag. 11
3. Galton e l’Eugenetica
Pag. 16
4. Dott. Morte: alla ricerca della razza perfetta
Pag. 17
5. Gemellologia: metodo di indagine scientifica
Pag. 20
CAPITOLO 2: GEMELLI E CRIMINOLOGIA
1. Scuola positivista
Pag. 27
Pag. 27
1.1 Eredità e ambiente
Pag. 30
2. Fattori psicologici, biologici e sociali
Pag. 33
2.1 La famiglia
Pag. 35
2.2 Quoziente di intelligenza
Pag. 38
3. Studi sui gemelli
Pag. 39
3.1 I separati
Pag. 41
4. Disturbi psichiatrici e crimine
Pag. 43
5. Quando un gemello presenta un disturbo psichiatrico
Pag. 47
CAPITOLO 3: UGUALI NON IDENTICI
1. Dipendenza dall’altro: difficoltà di separazione
1.1 Linguaggio segreto
Pag. 53
Pag. 53
Pag. 57
2. Conflittualità
Pag. 60
1
3. Gerarchia: divisione dei ruoli
Pag. 64
4. Personalità
Pag. 65
4.1 Personalità e ambiente
Pag. 67
5. Dove inizio io e dove finisci tu?
Pag. 70
6. Genitorialità
Pag. 74
CAPITOLO 4: NEL BENE E NEL MALE
Pag. 77
1. Gemelli Calabresi
Pag. 77
2. Riccardo e Federico criminali nati?
Pag. 85
3. Gemelli Londinesi
Pag. 81
4. Uguali nel bene e nel male?
Pag. 93
CONCLUSIONI
Pag.101
BIBLIOGRAFIA
Pag. 104
SITOGRAFIA
Pag. 107
RINGRAZIAMENTI
2
INTRODUZIONE
Il motivo della scelta dell’argomento di questa tesi è dovuto alla curiosità nata studiando la
materia di riferimento.
La mia condizione di gemellarità non mi ha mai spinta ad affacciarmi con curiosità a tutti
gli studi e/o gli aspetti che questa può comportare forse, in fondo, per una necessità di
“normalità” che da sempre si tende a ricercare in una situazione simile.
Essere gemelli, infatti, è molto più che essere semplici fratelli: tutto il mondo tenderà sempre
a considerarti un “tutt’uno” con il/la cogemello/a, quasi come se fosse impossibile avere a
che fare solo con una persona o l’altra, soprattutto quando si cresce insieme. Fin da piccoli,
ci si rivolge a noi con “i gemelli” e non con nomi o appellativi individuali come può accadere
per i mononati, amicizie, esperienze, gioie e dolori saranno sempre di entrambi e non ci sarà
spazio per l’individualità. Quando arriverà il momento di crescere, bisognerà farlo per due e
le responsabilità saranno del “gemello più forte” che dovrà subire il peso di ogni errore o la
gioia di ogni conquista gettando, pur non volendo, nell’ombra il gemello più debole. In
ragione di questo si arriverà inevitabilmente allo scontro, a volte anche violento, per
guadagnarsi la propria immagine, la propria storia, la propria indipendenza e tutto ciò porta
anche al distacco doloroso dalla propria metà.
Quando si vive questa condizione si lascia poco spazio agli studi che i più grandi scienziati
e psicologi hanno realizzato in questo campo e, quindi, tutti gli interrogativi posti nel corso
della vita non avranno una risposta.
Avendo avuto la fortuna di aver trovato una “porta socchiusa” in questa materia, ho colto
l’occasione per fare chiarezza su tutti quegli aspetti ingarbugliati inerenti a tale condizione
e, facendo riferimento agli studi e le varie vicende condotte e sfruttando la mia condizione
di gemellarità, ho tentato di dare una risposta a parte degli interrogativi irrisolti:
1. Cosa vuol dire essere gemelli?
2. Uguali fino a che punto?
3. Se un gemello è criminale lo sarà anche l’altro?
3
Per iniziare ad “organizzare” il mio lavoro mi sono messa in contatto, essendo iscritta
insieme al mio cogemello, con il Registro Nazionale Gemelli: strumento per la ricerca
biomedica costituito da coppie di gemelli residenti in Italia che vogliono partecipare a
ricerche di carattere medico e scientifico per il miglioramento della salute di tutta la
popolazione. Il Registro Nazionale Gemelli è curato dal reparto di Epidemiologia Genetica
del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS)
dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario
Nazionale che svolge le attività di ricerca e di controllo sulla salute pubblica. Grazie alle
pubblicazioni di tale registro, sono riuscita a recuperare il materiale riguardante il loro
operato, le procedure e il materiale riguardante gli aspetti biologici e medici.
Nel primo capitolo di questo lavoro ho fatto un excursus storico analizzando, in letteratura,
tutte le vicende che hanno come protagonisti i gemelli. Il primo autore da me preso in esame
è Eschilo, drammaturgo greco del 525 A. C., con la sua grandiosa opera “I sette contro
Tebe” in cui i due protagonisti sono visti come l’uno il nemico dell’altro come a voler
indicare quel tipo di conflitto violento che spesso è presente nel rapporto gemellare. Il
secondo autore è Dionigi d’Alicarnasso, storico greco dell’8 A. C., che propone nei Diòscuri,
due fratelli inseparabili, uniti da un amore che va oltre anche la morte. Non si poteva non
approdare nel mito di Romolo e Remo, gemelli uniti dalla stessa “sfortuna” ma separati da
destini diversi. Successivamente ho tentato di fare chiarezza sulla differenza dei gemelli
identici (monozigoti), fraterni (dizigoti), siamesi e gemelli semi – identici scoperti da poco
tempo. Ho analizzato i possibili fattori responsabili di nascite gemellari, ponendo particolare
attenzione ai primi studi realizzati da Francis Galton, criminologo britannico del 1800, che
si approcciò a tale fenomeno, per la prima volta nella storia, come un nuovo metodo di
indagine scientifica uscendo dal campo prettamente ostetrico. Per quanto possa essere
difficile da accettare per la crudeltà e la sofferenza inflitta, ho analizzato la storia del medico
nazista Josef Rudolf Mengele che, attraverso i suoi spietati esperimenti, tentò di raggiungere
un solo obiettivo: la riproduzione dei tedeschi puri, ariani, in numero sufficiente per
rimpiazzare tutte le persone sterminate. Con gli studi e le ricerche condotte dal medico
italiano Luigi Gedda si approda, nel 1953, alla nascita della Gemellologia, quella disciplina
biologica e medica che studia i problemi della gemellarità. Su questo filone di ricerche, nel
2000 nasce il Registro Nazionale Gemelli con lo scopo di creare un registro di popolazione
di gemelli italiani da utilizzare per studi di epidemiologia genetica su caratteri complessi.
4
Nel secondo capitolo ho discusso, in campo criminologico, della scuola positivista che
considera l’uomo criminale vittima della propria natura ritenendo che ogni persona nasce
con una predisposizione naturale alla devianza. Vedremo, nel corso del capitolo, le ipotesi
avanzate da alcuni studiosi come Adolphe Quetelet, e André – Michel Guerry, fondatori
delle statistica morale, per individuare le variazioni di tassi di criminalità a seconda del clima
e della stagione, osservando le differenze di sesso ed età. Successivamente con Cesare
Lombroso, maggiore esponente della scuola positivista in Italia, verranno analizzati gli
aspetti che caratterizzano quello che lo studioso definisce “delinquente nato”. Verrà inoltre
affrontata la questione dell’influenza di alcuni fattori (ambientali, ereditari, psicologici,
sociali e familiari) esercitata sui delinquenti, attraverso le ricerche condotte da Richard
Dugdale (sociologo americano), Henry Herbert Goddard (psicologo americano), Earnest
Albert Hooton (antropologo americano), William Sheldon (psicologo statunitense),
Sigmnud Freud (neurologo e psicanalista australiano) e Diana Baumrind (psicologa
americana). Anche in questo capitolo, ovviamente, non potevano mancare gli studi effettuati
sui gemelli, realizzati per mettere a confronto il comportamento dei gemelli monozigoti e
quello dei gemelli dizigoti tentando di rispondere all’ipotesi secondo cui se un gemello
mostra comportamenti delinquenti e devianti, molto probabilmente anche l’altro li assumerà.
Verranno quindi riportate le ricerche effettuate dallo psichiatra tedesco Johannes Lange e
successivamente verranno riportati alcuni casi di gemelli separati alla nascita che presentano
caratteristiche comuni. Con lo psicanalista statunitense del ‘900 Franz Alexander, verranno
presi in considerazione i disturbi psichici e i casi di criminalità per creare una correlazione
tra malattia mentale e comportamento criminale e, a conclusione del capitolo, verranno
ripotate in percentuali le possibilità che ha una coppia di gemelli identici a presentare lo
stesso disturbo rispetto alla coppia di gemelli fraterni.
Per il terzo capitolo di tale lavoro ho avuto la possibilità di confrontarmi con la Psicologa
Antonietta Provenzano che, insieme alla cogemella Giuseppina Provenzano, ha fondato
l’Associazione Pro Gemelli. Tale associazione, fondata nel 2000 e riconosciuta dalla
Regione Lazio, costituisce un punto di riferimento multifunzionale che promuove, senza fini
di lucro, il benessere bio-medico, psicologico e sociale dei gemelli e delle loro famiglie.
Questo capitolo riguarderà sugli aspetti psicologici delle coppie di gemelli e, quindi, la
dipendenza che si viene a creare in entrambi che spesso porta alla chiusura della coppia al
mondo esterno che crea, come lo psicologo francese René Zazzo definisce, “l’effetto
coppia”. A causa del rapporto strettamente simbiotico gemellare e dell’effetto coppia si viene
5
a creare, molto spesso, il linguaggio segreto tra gemelli, definito dal termine Criptofasia. Può
succedere che tale linguaggio interferisca con il normale sviluppo del linguaggio previsto
già da alcuni studi condotti in campo linguistico fino ad approdare, nei casi estremi, a
situazioni complicate come quella del caso delle “Gemelle che non parlavano”. La storia
ripotata, riguarda sia il caso estremo di Criptofasia, sia la conflittualità che nasce nei gemelli
in un determinato momento della loro vita.
Grazie alla Psicologa Susanna Cameriere, con la quale ho avuto modo di avere uno scambio
di idee sulle sue pubblicazioni, ho tentato di spiegare il motivo scatenante il conflitto facendo
anche, e soprattutto, riferimento alle ricerche condotte dallo scienziato e docente di
Epidemiologia genetica presso il King’s College di Londra Tim Spector, secondo cui il
conflitto potrebbe nascere dalla necessità, di ogni componente della coppia gemellare, di
avere la propria identità e indipendenza.
Un altro aspetto di notevole importanza è ricoperto dalla gerarchizzazione dei ruoli
all’interno della coppia che, nel corso del tempo, tende ad alternarsi per poter mantenere un
equilibrio in modo tale da non sfociare in manifestazioni patologiche.
Questo capitolo si conclude con gli studi e le osservazioni inerenti allo sviluppo della
personalità facendo riferimento all’ambiente in cui il soggetto cresce e vive. Riguardo lo
sviluppo della personalità si analizzerà anche il modo in cui i gemelli tendono a instaurare i
rapporti con altri individui.
Per un periodo di sei mesi ho avuto l’occasione di svolgere l’attività di tirocinio presso il
gruppo appartamento per minori della Cooperativa sociale “Nuova Speranza”: un servizio
residenziale a dimensione familiare a carattere educativo che ha lo scopo di offrire un idoneo
collocamento a minori, adolescenti e minorenni alle soglie della maggiore età che intendono
intraprendere un percorso d’emancipazione sia sociologica sia psicologica dal nucleo
familiare d’origine che non possa assicurare un armonico sviluppo della loro personalità, ed
iniziare a compiere in questo modo il proprio destino di esseri umani adulti e responsabili.
Tale struttura quindi si propone di sostenere il processo evolutivo dei ragazzi accolti
mediante un’organizzazione della vita che permetta relazioni stabili ed affettivamente
significative tra minori ed adulti.
Il Gruppo Appartamento è situato in Via R. Campi, II°., Dir. Barreca, 33 a Reggio Calabria
e opera essenzialmente attraverso convenzioni con enti pubblici. Durante questo periodo di
6
tirocinio sono stata affidata alla Tutor, Assistente Sociale, Alessandra La Rocca la quale mi
ha suggerito di approfondire la storia criminologica dei gemelli calabresi.
Il quarto ed ultimo capitolo del mio lavoro, infatti, è stato realizzato grazie alla
collaborazione della mia Tutor, che mi ha indicato l’iter da seguire per il reperimento del
materiale, e alla collaborazione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, della
Procura della Repubblica, del Maresciallo Panvino dell’arma dei Carabinieri e della
Cancelliera Patrizia Russo. Grazie al confronto e alla loro collaborazione sono riuscita a
reperire il materiale necessario per poter concentrare parte del capitolo al caso riportato: i
Gemelli Calabresi.
Per iniziare ho descritto la successione degli eventi che hanno costretto i gemelli a scontare
una pena di nove anni per tentato omicidio, successivamente ho tentato di delineare, tramite
le relazioni comportamentali e psicologiche, la personalità dei singoli gemelli in modo da
applicare le teorie affrontate nei capitoli precedenti.
Facendo un passo indietro nel tempo, ho seguito lo stesso iter con i gemelli che hanno
dominato gli anni ’50 – ’60 di Londra: i gemelli Kray.
Avvicinandomi di più ai giorni d’oggi, invece, ho concluso l’ultimo capitolo riportando un
caso di “follia gemellare” che vede come protagoniste le gemelle Eriksson.
7
CAPITOLO 1
CHI SONO I GEMELLI?
1.
Gemelli nel mito
Il fenomeno della nascita gemellare ha attirato molta curiosità fin dai tempi antichi, basti
pensare che in alcune civiltà un evento simile simboleggiava un evento straordinario, un
prodigio di fecondità. Altri popoli, non vedevano di buon occhio la nascita gemellare perché
veniva considerata come la violazione di un ordine naturale degli eventi e proprio per questo
motivo tendevano a sacrificare uno dei due fratelli preferendo spesso la sopravvivenza del
maschio. Inoltre, questo tipo di gravidanza veniva associata all’adulterio da parte della
madre o ad una sorta di impurità dei genitori.
Nella storia della letteratura classica si è sempre parlato dei gemelli “nemici”, in continua
contrapposizione l’uno con l’altro, sempre in una guerra che inevitabilmente termina con la
morte cruenta di uno dei due.
A tal proposito, il primo a parlare di “gemelli nemici” fu Eschilo nelle sue tragedie come ad
esempio “I sette contro Tebe” in cui Eteocle e Polinice, figli di Edipo e di sua madre e moglie
Giocasta, colpiti dalla maledizione del padre, si combatterono e si odiarono fino alla fine per
regnare su Tebe.
«Capo contro capo, fratello contro fratello, nemico contro nemico» 1
In contrapposizione con la visione estrema dei gemelli nemici, nella letteratura greca, sono
presenti anche coppie di gemelli inseparabili anche davanti alla morte come accade nei
Diòscuri. Dionigi d’Alicarnasso narra di due fratelli eroi diventati il simbolo di lealtà e
fratellanza per eccellenza: Castore e Polluce figli di Zeus e di una donna mortale, Leda che
però era sposa di Tindaro. Zeus si unisce a Leda sotto forma di cigno e tempo dopo lei si
unisce al suo sposo. Da questi intrecci nascono due coppie di gemelli formate da Polluce ed
Elena figli di Zeus; e Castore e Clitemnestra figli di Tindaro. I gemelli delle rispettive coppie
partono insieme per una spedizione in cerca del vello d’oro, rimanendo uniti superano le
1
Eschilo, a cura di Giorgio Ieranò, Persiani Sette Contro Tebe, 2003, Mondadori
8
difficoltà e la diversità soprattutto della loro natura, in quanto Polluce immortale e Castore
mortale. Alla morte di quest’ultimo, Polluce rinunciò a metà della propria immortalità per
non separarsi dal fratello ed ottenne così la possibilità di trascorrere insieme un giorno agli
inferi e uno presso il padre Zeus.
Così uniti nella vita e nella morte da diventare eterni come una costellazione. Si narra infatti
che Giove, per accontentare le preghiere di Polluce, pose entrambi nel cielo formando la
costellazione zodiacale in cui Castore è rappresentato dalla stella di colore bianco e Polluce
dalla stella più grande di colore giallo – arancio2.
Un’altra coppia unita, quanto meno all’inizio, è rappresentata da Romolo e Remo nel mito
della fondazione di Roma. Figli Rea Silvia, che venne imprigionata da Amulio, re e suo
sposo, per aver infranto il voto di castità, vennero abbandonati nelle acque del fiume Tevere
dove una lupa li trovò e li allattò. Successivamente i due gemelli vennero accolti nella casa
di Fastulo, un pastore, che li allevò fino all’età adulta. Una volta cresciuti e conosciuta la
verità, decisero di vendicare la madre e uccidere Amulio.
Il rapporto dei due inizia con una forte complicità che lascia spazio ad altrettanta rivalità. I
due, infatti, decisero di erigere una città sulle sponde del Tevere proprio dove furono ritrovati
dalla Lupa ma poiché nessuno dei due poteva affermare di essere più anziano dell’altro,
decisero di affidarsi al volere degli déi osservando il volo degli uccelli. Posizionatisi in due
colli diversi, Remo avvistò sei avvoltoi e Remo dodici.
A questo punto le versioni del mito sono varie ma la conclusione accomuna tutte: Romolo
uccise Remo e fondò la sua città3.
Anche l’Antico Testamento parla di due fratelli gemelli che arrivano inevitabilmente allo
scontro: Giacobbe e Esaù figli di Isacco e Rebecca, nipoti di Abramo. Il primo riuscì a
ricevere la benedizione del padre sul letto di morte camuffandosi per Esaù ottenendo così il
diritto alla successione. Successivamente fu costretto a fuggire dalle ire del fratello 4.
2
Potenza MC, Scalabrella S. 1987, La mitologia classica. Roma: Edizioni Studium
De Rachewiltz B, Parisi P, Castellani V. 1976, I gemelli nel mito. Acta Genet Med Gemello
4
Guerriero E, Tuniz, 2002 Il grande libro dei santi. Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo
3
9
2. Come vengono concepiti?
Alcuni filosofi ritenevano che il concepimento dei gemelli fosse il risultato di un rapporto
sessuale con un eccessivo liquido seminale che era in grado di formare più esseri viventi,
così come Aristotele afferma nella sua opera “Generazione degli animali”. Oltre alla
maggiore produttività dell’uomo, Aristotele sosteneva che anche da parte della donna
dovesse esserci altrettanta materia da fecondare da parte della donna5.
Una spiegazione totalmente diversa provò a darla Ippocrate il quale attribuiva la nascita dei
gemelli al fatto che una goccia di sperma si dividesse in due metà dando vita così ad una
gravidanza multipla.
“La gravidanza multipla è il risultato dello sviluppo intracorporeo di più zigoti e/o della
divisione di uno zigote, che vengono prodotti nello stesso o in differenti cicli ovulatori,
indipendentemente dal numero finale di feti e neonati” 6
Per gravidanza multipla si intende quel tipo di gravidanza in cui si sviluppano
contemporaneamente due o più feti: se i feti sono due si parla di gravidanza gemellare, se
sono tre di gravidanza trigemina e così via. La frequenza della gravidanza multipla è di circa
un caso ogni 100 gravidanze, circa 2/3 delle gravidanze gemellari sono dizigoti e 1/3
monozigoti
La gravidanza gemellare può derivare da due o più ovociti fecondati da due o più
spermatozoi diversi e in questo caso si parla di gravidanza multipla polizigotica, oppure un
ovocita fecondato da uno spermatozoo dopo di che succede che l’embrione iniziale si divide
in due o più abbozzi distinti formando così la gravidanza monozigotica.
Come già Aristotele aveva fatto tempo prima, occorre parlare di due ipotesi:
-
Superfecondazione: fecondazione di due ovociti distinti a breve distanza di tempo
l’uno dall’altro ma in coiti differenti. In questo caso è possibile che il padre dell’uno
sia diverso dal padre dell’altro gemello;
5
Dasen V. 1955, Le jumeaux dans le monde Greco-Romain: theories medicales et iconographie. Medicina
nei Secoli Arte e Scienza
6
Caterina Frischetti, Sergio Ferrazzani, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico – psicologiche nelle
gravidanze gemellari, Aracne, Roma, pag. 33
10
“Sì ha in un colpo solo l’emissione da parte del maschio di una quantità di sperma in
grado di formare più esseri”7
-
Superfetazione: fecondazione di un ovocita dopo che nella cavità uterina si è già
annidato un altro embrione. Questo fenomeno però è inammissibile nella specie
umana a differenza del primo.
2.1 Quanti tipi di gemelli esistono?
In base alle modalità di fecondazione esistono diversi tipi di gemelli.
Fig.1 esempio di gemelli monozigoti a sinistra formati da un solo ovulo fecondato, a destra gemelli
dizigoti formato dalla fecondazione di due ovuli differenti.
I gemelli vengono così classificati:
-
Gemelli identici (monozigoti) si formano da un solo ovocita fecondato da uno
spermatozoo. L’ovocita ad un determinato momento si sdoppia formando due
embrioni identici. In base ai tempi di separazione dell’ovocita, i gemelli
condivideranno o meno la placenta (se lo sdoppiamento avviene entro le 48 ore, ogni
bambino avrà una propria placenta e un proprio sacco amniotico altrimenti
7
Aristotele, Generazione degli animali
11
condivideranno solo la placenta). Sono detti identici perché il nome sta a significare
non solo l’uguaglianza di caratteri somatici e di sesso ma e soprattutto l’uguaglianza
del patrimonio genetico;
Fig.2 Coppia di gemelli monozigoti, identici
-
Gemelli fraterni (dizigoti) si formano da due diverse cellule uovo fecondate da due
spermatozoi. In questo caso i bambini sono separati, ognuno con la propria placenta
e sacco amniotico. In questo caso i gemelli avranno una similitudine che esiste anche
tra fratelli non gemelli e perciò potranno anche appartenere a sesso diverso8.
8
Pescetto, De Cecco, Pecorari, Ragni, 2009, Manuale di ginecologia e ostetricia Seu
12
Fig.3 Coppia di Gemelli dizigoti, fraterni.
-
Gemelli Siamesi classificati così in rapporto alla parte del corpo che li tiene uniti.
Solitamente la fusione più frequente è quella del torace e dell’addome ma può vedere
coinvolte altre parti del corpo come testa e testa (meno frequente), bacino e bacino.
Essi sono sempre dello stesso sesso a dimostrazione della loro natura monoovulare e
sono sempre uniti dalla stessa parte del corpo. Questa malformazione ha varie cause
come ad esempio l’esposizione dell’embrione al freddo o a carenza di ossigeno
durante le prime fasi di maturazione. Questo tipo di gravidanza viene portata a
termine raramente e la nascita dei gemelli avviene, nella maggior parte dei casi, nel
Sud Est Asiatico e in Africa, più frequente nel sesso femminile. Può succedere, in
rarissimi casi, che un gemello durante la gestazione non si sviluppa completamente
e si comporta come un parassita rispetto all’altro che si sviluppa normalmente, così
come è accaduto a Arhariya una bambina nata a Lakshmi, in India. La bambina
presentava un gemello parassita unito a livello pelvico.9
-
Gemelli semi – identici un tipo di gemelli scoperto da poco tempo, essi nascono da una
cellula uovo fecondata da due spermatozoi. Il primo caso di nascita di gemelli semiidentici è avvenuto a Phoenix, in Arizona che vede protagonisti due bambini che hanno
9
Giuseppe A. Marraro, Claudio Spada, 2007, Un raro caso di gemelli siamesi: gemelli ischiopagi, Acta
anaesthesiologica italica, vol.58
13
ereditato lo stesso patrimonio genetico della madre ma diversi geni del padre. Questo
caso, risalente al 2007, ha suscitato non poco interesse in quanto mentre uno dei due era
un maschietto normale, l’altro era un “ermafrodito” possedeva cioè entrambi i sessi.
“Ciò ha spinto i medici a indagini genetiche approfondite che hanno rivelato che i due
bimbi hanno alcune cellule con cromosomi XX (femminili) e altre con cromosomi
XY(maschili). Sono in pratica quella che si definisce una coppia di gemelli “chimerici”,
cioè con due patrimoni genetici (da parte di padre), dal nome della creatura mitologica
con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente”10
Negli ultimi anni si è scoperto che l’uso di sostanze che vengono usate per stimolare
l’ovulazione, possono facilitare la maturazione contemporanea di più follicoli creando così
i presupposti per una fecondazione multipla e quindi di una gravidanza multipla. Da quando
le nuove tecniche di fecondazione si sono evolute, i parti gemellari sono aumentati
notevolmente.
Dai dati ISTAT emerge che in Italia si hanno circa 5600 gravidanze gemellari e 280
trigemine.
Tra i vari fattori osservati, come possibili responsabili di nascite gemellari dizigoti,
troviamo:
-
Fattori ambientali: geograficamente sono state osservate grandi differenze
suddividendo i paesi in funzione della prevalenza: una bassa prevalenza è stata
osservata in Giappone, Hawaii e Taiwan; prevalenza intermedia in tutti i paesi
europei ed infine un’alta prevalenza è stata riscontrata in Nigeria, Seychelles,
Zimbabwe e Jamaica. Di recente è stato riscontrato un alto tasso di nascite gemellari
in alcuni villaggi di montagna norvegesi e un piccolo villaggio del Brasile, Cândido
Godói meglio conosciuta come la “città dei gemelli”;
-
Fattori genetici: esiste una tendenza ereditaria alle gravidanze gemellari, se in una
famiglia vi sono dei casi di nascite gemellari è molto probabile che ve ne siano degli
altri. A tal proposito è stato realizzato uno studio in cui si è dimostrato che il tasso di
10
http://www.focus.it/scienza/scienze/i-gemelli-quasi-identici
14
incidenza di gravidanze gemellari è più alto nei figli di donne gemelle dizigoti
rispetto alla popolazione generale.
-
Fattori materni: questi includono alcune caratteristiche fisiche e non della madre qui
di seguito elencate. L’età materna al momento del concepimento: dai 15 ai 39 anni,
infatti, aumenta progressivamente la possibilità di avere gemelli fraterni, mentre, dai
40 ai 44 anni vi è la tendenza ad avere gemelli identici; l’altezza in quanto è stato
dimostrato che donne di alta statura hanno maggiori probabilità di avere gravidanze
gemellari; il peso e la corretta nutrizione in quanto le donne sottopeso sono quelle
che meno frequentemente hanno una gravidanza gemellare rispetto alle donne
normopeso o sovrappeso.
Secondo uno studio condotto da Gary Steinman del Long Island Jewish Medical Center di
New Hyde Park, a New Tork, e pubblicato sul Journal of Reproductive Medicine del 2006,
ad aumentare le possibilità di gestazione gemellare potrebbe essere il tipo di alimentazione
condotta dalla madre.
“Steinman ha preso in esame i dati sui parti di circa mille donne vegane che, fedeli ai
dettami del loro credo, non mangiano prodotti di origine animale. Dall’indagine risulta
che le donne onnivore hanno una probabilità di cinque volte maggiore rispetto alle vegane
di mettere al mondo gemelli”11
Secondo lo scienziato, i latticini stimolerebbero la produzione di una proteina chiamata IGF
responsabile della produzione degli ovuli.
-
Fattori iatrogeni: contraccettivi orali ed assunzione di acido folico. Si è ipotizzato
che la riduzione delle gravidanze gemellari alla fine degli anni ’70 fosse solo il
risultato di una diminuzione della doppia ovulazione delle donne, quelle che
sospendevano l’assunzione di anticoncezionali. Vi sono state poi altre ipotesi
secondo cui l’assunzione di acido folico, ormai prescritto in molti paesi sia prima
della gestazione sia durante, potesse in qualche modo incidere nelle gravidanze
gemellari. Queste ipotesi però, ad oggi, non sono state accettate ne confermate.
11
http://www.focus.it/scienza/salute/nascono-piu-gemelli-e-colpa-dei-latticini
15
3. Galton e l’eugenetica
I primi studi in questo campo di ricerca risalgono alle teorie di Mendel che sosteneva che in
ogni individuo ci sono due elementi di ereditarietà per ciascun carattere e questi possono
reagire in maniera dominante o recessiva. Inoltre, questi si dividono durante la riproduzione
e la prole quindi riceve solo uno dei due elementi da ciascun genitore.
Nella seconda metà dell’ottocento si è iniziato a considerare il fenomeno gemellare da un
punto di vista scientifico grazie a Francis Galton uscendo fuori dal campo prettamente
ostetrico.
Francis Galton fu uno psicologo e naturalista inglese, cugino di Darwin, che si approcciò a
tale fenomeno come un nuovo metodo di indagine scientifica in modo da cogliere obiettivi
riguardanti gli ambiti più diversi della natura umana. Nel 1875 Galton pubblica “The history
of twins as a criterion of the relative powers of nature and nurture” in cui riteneva possibile
dimostrare in che modo fattori ereditari “nature” e fattori ambientali “nurture” influissero
sulla crescita individuale. Naturalmente ciò era possibile attraverso l’osservazione di coppie
di gemelli.
Galton nel suo “metodo classico dei gemelli” o “metodo per gruppi contrastanti” partiva
dall’idea che i gemelli monozigoti avessero origine dallo stesso uovo fecondato e perciò
avessero un identico corredo genetico a differenza dei gemelli dizigoti che erano considerati
invece comuni fratelli con corredo genetico differente. L’osservazione, dunque, veniva fatta
per entrambe le coppie che crescevano in uno stesso ambiente educativo. Se la coppia
monozigote avesse presentato caratteri similari e la coppia dizigote caratteri contrastanti
significava che nello sviluppo della personalità ciò che influisce di più è il fattore ereditario
mettendo da parte l’influenza dell’ambiente in cui si vive.
Ma Galton fece riconoscere il suo nome anche per aver introdotto un termine ed una
disciplina nuova nella seconda metà dell’ottocento: l’eugenetica o eugenica. Questa
disciplina si proponeva di migliorare la specie umana seguendo metodi di selezione usati per
animali e piante, promuovendo i caratteri fisici e mentali, nel caso degli esseri umani, ritenuti
positivi e rimuovendo quelli negativi. Le idee di Galton vennero poi usate dal contesto
politico e sociale per giustificare le disparità presenti nella società inglese del XIX secolo,
secondo cui erano dovute all’ereditarietà dell’intelligenza e non alle disparità economiche e
culturali.
16
“La strada che Darwin non aveva preso in considerazione fu invece seguita fino in fondo
dal cugino Galton. Senza esitazione egli aprì le breccia all’idea che la selezione artificiale
costituisse un efficace strumento per controllare e migliorare la razza umana.”12
4. Dott. Morte: alla ricerca della razza perfetta
Durante il nazismo gli studi sull’eugenetica continuano grazie al conte Otmar Von
Verscheuer e il suo allievo Josef Mengele. Entrambi furono spinti dal desiderio di creare una
“razza superiore” servendosi della manipolazione genetica. Il professor Verscheuer fu
esperto nella genetica e diventò direttore del Dipartimento di Antropologia presso il Kaiser
Whilhelm Institut a Berlino dove continuò i suoi studi biologico – razziali in collaborazione
con il suo allievo Mengele che diventò poi suo assistente. Entrambi si appassionarono allo
studio dei gemelli infatti condussero esperimenti sulla tubercolosi e altre malattie nei gemelli
e si prepararono per effettuarne dei nuovi nei campi di concentramento. Proprio qui ebbe
inizio quello che tutti definiscono il vortice degli orrori che hanno contraddistinto la
personalità del professor Mengele soprannominandolo “angelo nero” o “angelo della morte”.
Egli seleziona 1500 coppie di bambini gemelli, ma gli studi prevedono la ricerca del segreto
della gemellarità attraverso l'autopsia e così solo 258 tra le cavie umane sopravvivono.
Il professore di occupava dei suoi prigionieri selezionandoli personalmente al loro arrivo:
Dopo essere stati selezionati, appena fuori dai treni, venivano immediatamente lavati per poi
essere condotti nell'ambulatorio medico. Gli esami iniziavano dalla testa che veniva misurata
anche per più giorni, venivano sottoposti ad un esame completo ai raggi X in tutto il corpo,
venivano prelevati campioni di sangue e a volte ne prelevavano un quantitativo talmente alto
da provocare la morte del bambino.
Queste pratiche erano dolorose e crudeli, senza alcun tipo di anestesia e spesso terminavano
con la morte simultanea di entrambi con iniezioni di fenolo o cloroformio nel cuore. Le
attività effettuate erano di vario tipo, come il prelevamento di tessuti dai reni, dalla prostata
e dai testicoli per i maschi, mentre molte ragazze vennero sterilizzate; operazioni
12
Terenzio Maccabelli, 2008, Nascere disuguali: considerazioni su eugenetica ed ereditarismo in Italia,
Franco Angeli, Milano, pag. 11
17
chirurgiche, tutto con una durata di circa tre settimane. A volte, veniva iniettato loro il tifo
semplicemente per vedere se reagivano o meno allo stesso modo.
Alcuni collaboratori, selezionati tra i detenuti dei campi di concentramento, raccontarono di
aver assistito ad un esperimento mal riuscito: l’angelo nero tentò di creare artificialmente
una coppia di gemelli siamesi cucendo gli arti di due bambini zingari.
A peggiorare le sue ossessioni fu l’afflusso di ebrei provenienti dall’Ungheria, così a sua
completa disposizione ebbe più di 400 vittime contemporaneamente. Con questi gemelli
iniziò a testare trasfusioni incrociate di sangue di tipo differente tra i gemelli, esperimenti
sul midollo osseo e altri inutili studi che non avevano alcun fondamento scientifico.
Mengele era ossessionato dai gemelli osservandone i corpi continuamente e cercando di
scoprire quale fosse il segreto per la moltiplicazione della razza
“Ogni madre ariana, con un parto gemellare, potrà fornire un individuo in più alla razza
la cui vocazione era quella di dominare le altre”13
Un’altra ossessione era segnata dal colore dei capelli e degli occhi, nello specifico per
l’eterocromia cioè uno scoloramento dell’occhio causato da atrofia di un pigmento. Il suo
intento era quello di trovare il modo di influire sul colore degli occhi facendoli diventare
azzurri iniettando nell’iride metilene blu. Il risultato spesso, oltre alle sofferenze, era quello
della cecità della cavia e nessun cambiamento.
Ogni gemello doveva essere curato e alimentato allo stesso identico modo e soprattutto
doveva morire in buone condizioni e nello stesso momento del suo compagno. I suoi gemelli
erano esaminati insieme per accertarne le similitudini anatomiche e tutti i suoi esperimenti
terminavano con la dissezione dei corpi. Se una coppia di gemelli monozigoti presentava
buone condizioni di vita identiche, li faceva morire insieme creando così una condizione
ideale per realizzare una comparazione “post-mortem” e decifrare il segreto della
riproduzione della razza.
Crudele e spietato nei suoi esperimenti ma affettuoso come un padre con i gemelli che lo
chiamavano spesso “Zio Pepi”.
13
Philippe Aziz, 1975, I Medici dei lager, Edizioni Ferni, Ginevra, p. 184-185
18
“Questo dualismo -- una sconcertante combinazione di affetto e violenza -- mi è stata
costantemente descritta. La sopravvissuta polacca, ad esempio, lo definì "impulsivo... (di)
carattere collerico,", ma "nell’atteggiamento verso i bambini (gemelli)... tenero come un
padre..." ... I gemelli lo chiamavano spesso "Zio Pepi", e altri gemelli raccontarono come
Mengele portasse loro caramelle e poi li invitasse a fare un giro con la sua macchina, che
poi risultò essere "una piccola gita con lo Zio Pepi, alla camera a gas." Simon J. spiegò
succintamente: "poteva essere amichevole e uccidere."14
Nel 1944 Mengele fece in modo che il suo aiutante ebreo inviasse all’istituto di Berlino, di
cui era direttore il professor Verschuer, occhi di zingari, organi interni di bambini sordi,
scheletri di due ebrei e campioni di sangue di gemelli infetti da tifo.
Tutto era mosso da un unico obiettivo: la riproduzione dei tedeschi puri, ariani, in numero
sufficiente per rimpiazzare tutte le persone sterminate.
Tutto l’operato dell’angelo della morte ha riempito molte pagine dure della storia della
Germania nazista e si conclude poi con l’avanzata russa e la fuga del dottor Mengele che
non affrontò mai il processo di Norimberga.
Arrivato in Argentina sotto falso nome, mette a frutto gli studi di Auschwitz. Si presenta
come veterinario e promette agli allevatori il segreto per moltiplicare i migliori esemplari
delle proprie mandrie per poi passare agli esseri umani. Successivamente si sposta a Cândido
Godói, una comunità di esuli tedeschi, in cui realizza il sogno di una razza dominatrice con
occhi azzurri e capelli biondi. Dopo il 1963 questa comunità diventa la “città dei gemelli” in
quanto una gravidanza su cinque si conclude con la nascita di una coppia di gemelli con
caratteristiche ariane. Ad oggi, nessuno sa di quali strumenti o preparati si è servito lo “zio
Pepi” per rendere il Brasile famoso come “la terra dei gemelli”.
14
Roert J. Lifton, 2003, I medici nazisti. La psicologia del genocidio, Rizzoli, pag. 355.
19
Fig.4 Ottava edizione della Festa dei gemelli che si tiene ogni anno a Cândido Godói, la “città dei
gemelli” in Brasile
5. Gemellologia: metodo di indagine scientifica
Luigi Gedda fu un medico e attivista italiano e a lui viene riconosciuto il merito di aver
fondato nel 1952 la rivista Acta Geneticae Medicacae ed Gemellologiae e, il 6 settembre
1953, l’Istituto di Genetica Medica e Gemellologia Gregorio Mendel.
Durante il suo percorso di studi e crescita professionale, il professore fu attirato dal sistema
glutationemico (sistema enzimatico con funzione antiossidante che serve a proteggere i
globuli rossi dai radicali liberi) notando che il dosaggio del glutatione nei gemelli monozigoti
ha rivelato la stessa concentrazione. Fu proprio questo particolare suscitare tanta curiosità
verso il fenomeno gemellare e a riconoscere l’importanza e la grande utilità che esso poteva
avere per le scienze biomediche. È proprio così che nasce, prima ancora della Genetica,
quella che oggi conosciamo come “Gemellologia” disciplina che abbraccia il campo della
genetica, psicologia e ostetricia utilizzando i gemelli come esperimento naturale per la
comprensione delle malattie e del comportamento umano.
Gedda attirò l’interesse scientifico internazionale mostrando al mondo medico italiano
l’importanza e il peso della Genetica. Fino ad allora, infatti, non esistevano in Italia cattedre
di Genetica Medica.
Nel 1951 pubblicò un lavoro di un notevole spessore intitolato “Studi dei gemelli” che
comprendeva la bibliografia di tutti i lavori gemellari che erano stati fatti fino a quel
20
momento. Gedda fu il primo al mondo a parlare dei geni come se fossero entità che hanno
una propria vita media. Egli paragonò la vita ad una torta di compleanno: la vita dell’uomo
è rappresentata da molte candele con la differenza che queste sono tutte presenti in occasione
della nascita. Un aspetto importante del gene è il suo periodo di attività perché ogni gene ha
un’attività determinata nel tempo. Ogni candela, quindi, ha la sua lunghezza e la variabilità
di questa lunghezza è ereditata e individuale a meno che non intervenga il “soffio della
malattia per spegnerla”.
Lo studio dei gemelli continuò ad essere il filo conduttore che lo teneva legato alla medicina.
Egli analizzò le differenze tra gemelli dizigoti e monozigoti e quelle all’interno di questi
ultimi, capendo che nell’ambiente endouterino era possibile che ci fosse una sorta di
“competizione” per la sopravvivenza tra gemelli e questa competitività poteva alterare
l’identità genotipica o causare l’insorgenza di varie tipologie.
Secondo il modello proposto da Gedda invecchiamento e morte dell’individuo sarebbero il
frutto dell’incapacità da parte dei geni a restare uguali a se stessi.
Da un punto di vista medico risultava molto interessante l’insorgere di una patologia in un
gemello monozigote e la totale assenza della stessa nel suo cogemello e proprio su questo si
concentra il suo metodo che lui stesso definiva clinico – gemellare. Iniziò quindi un lungo
percorso di osservazione e ricerca sia di tipo patologico esaminando la sincronicità
dell’insorgenza di malattie ereditarie nelle coppie gemellari; sia di tipo fisiologico rilevando
le affinità dal confronto di essi.
Durante la direzione dell’Istituto “Gregorio Mendel” di Roma, Gedda rilasciava ai genitori
dei gemelli un decalogo il quale raccoglieva una sorta di consigli di carattere sanitario e
psico – pedagogico:
“I genitori dei gemelli devono sapere:
1. I gemelli la cui nascita è oggi in aumento possono essere "identici" in quanto
possiedono il medesimo patrimonio ereditario perché derivano da un solo ovulo
fecondato da un solo spermatozoo e vengono chiamati monozigotici (MZ), oppure
possono essere "diversi" in quanto hanno in comune solo la metà del patrimonio
ereditario e vengono chiamati dizigotici (DZ).
21
2. I gemelli MZ e DZ nascono di solito in sottopeso causato dalle esigue dimensioni
della cavità uterina e la data del parto è spesso anticipata.
3. Il peso del gemello neonato per lo più raggiunge il peso normale del nato singolo
durante il primo anno di vita.
4. E' opportuno controllare ogni quindici giorni l'accrescimento ponderale dei gemelli
per circa un anno dopo la nascita e fornire ad essi un'alimentazione arricchita
secondo i consigli del pediatra.
5. Le identiche qualità sensoriali e percettive dei gemelli MZ producono in essi una
rappresentazione analoga del mondo esterno ed una reattività equivalente.
6. Tale affinità provoca fra i gemelli della coppia MZ un legame psicologico intenso
per cui tendono a isolarsi nell'ambito familiare formando un gruppo a sé.
7. Il legame di coppia, del quale i cogemelli si compiacciono, produce spesso la
formazione e l'uso di un linguaggio segreto composto non di parole, ma di fonemi
che risultano incomprensibili agli estranei. Questo linguaggio è fonte di umorismo
da parte dei gemelli, ma anche di danno perché essi tardano ad imparare il corretto
linguaggio normale.
8. Il legame intracoppia viene aggravato da parenti ed estranei che considerano
simpatica l'esistenza di due fanciulli apparentemente identici, che difficilmente
possono essere individuati per nome.
9. L'individualità del singolo gemello che, malgrado le apparenze, esiste fin dalla
giovane età, deve essere incrementata mediante un vestiario differente, una
frequenza scolastica in classi differenti cosicché i cogemelli debbano eseguire
compiti differenti, una partecipazione a campi estivi e ad occasioni ricreative
differenti che servano a promuovere delle amicizie diverse.
10. Talvolta i gemelli MZ presentano una lateralità invertita per cui uno preferisce l'uso
della mano destra per scrivere e l'altro della sinistra, l'uno calcia il pallone con il
piede destro e l'altro con il sinistro, ecc. I genitori rispettino questa scelta di
lateralità.”15
15
Istituto Superiore di Sanità, Un pioniere italiano www.iss.it
22
Quello che però ancora mancava in Italia era un registro di gemelli su base di popolazione
contenenti tutte le informazioni della vita di un elevato numero di gemelli e dei loro familiari.
A Luigi Gedda non viene riconosciuto il merito della nascita della gemellologia 16 e tutti i
progressi inerenti ad essa ma soprattutto l’arruolamento di 40.000 gemelli volontari per la
raccolta di informazioni17.
6. Registro Nazionale Gemelli
Nel 2000 è stato finanziato nel nostro Paese il progetto di ricerca “Fattori genetici e
ambientali nelle malattie multifattoriali: istituzione di un registro nazionale dei gemelli”18
grazie al quale si possono evidenziare ed analizzare tutte quelle informazioni relative a
patologie comuni dipendenti da fattori ambientali e fattori ereditari. La creazione di tale
registro è stata possibile grazie alla collaborazione tra l’Istituto di Sanità, l’Università di
Roma “La Sapienza” e il Ministero delle Finanze 19. L’obiettivo principale era quello di
creare un registro di popolazione di gemelli italiani da utilizzare per studi di epidemiologia
genetica su caratteri complessi. Tale registro è accessibile a tutti i gruppi di ricerca che
intendono valutare il peso relativo di fattori ambientali, comportamentali e genetici nelle
patologie multifattoriali20.
L’accertamento della gemellarità viene effettuato mediante l’invio, tramite posta, di un
questionario ai probabili gemelli. Ogni gemello riceve, dunque, una lettera con informazioni
generali del progetto ed un modulo per esprimere il consenso a partecipare all’iniziativa.
Tale questionario prevede determinate domande per confermare la condizione di gemello e
16
Gemellologia: disciplina biologica e medica che studia i problemi della gemellarità
Luigi Gedda ,1951, Studio dei gemelli. Orizzonte, Medico Roma
18
Stazi MA, Cotichini R, Patriarca V, Brescianini S, Fagnani C, D’Ippolito C, Cannoni S, Ristori G,
Salvetti M., 2002, The Italian Twin Project: from the personal identification number to a national twin
registry. Twin Res
19
Salvetti M, Ristori G, Tosi R, Fieschi C, Stazi A. 1997, Italian population yields world’s largest twin
Registry. Nat Med
20
Cotichini R, Fagnani C, Patriarca V, Nistico L, Brescianini S, Cirrincione R, D’Ippolito C, Pulciani
S, Figà-Talamanca L, Cannoni S, Ristori G, Salvetti M, Tosi R, Stazi MA, 2003, Twins in biomedical
Research and the creation of the “National Twin Registry”. Epidemiol Prev
17
23
valutarne la natura (monozigote, dizigote) e domande relative al livello di istruzione e tipo
di occupazione.
Ai gemelli che accettano di iscriversi a tale registro, viene assegnato un codice univoco di
identificazione che servirà poi per rendere anonime le comunicazioni tra il soggetto e il
Registro. Si distinguono vari tipi di “arruolamento”:
-
Per gemelli minorenni: per cui necessita la presenza dei genitori/tutori. I questionari
impiegati comprendono anche la raccolta di informazioni riguardanti la familiarità,
scolarità, misure antropometriche ecc.;
-
Gemelli maggiorenni: che comprende una serie di domande relative allo stato socioanagrafico, allo stato di vita del gemello, ad alcune caratteristiche fisiche e/o
abitudini di vita n generale.
-
Per patologia: include tutti i gemelli affetti da specifiche condizioni di interesse. In
base alla situazione del caso, ogni centro clinico collabora con il Registro Nazionale
creando un file contenente le informazioni personali ed identificative dei pazienti.
Viene organizzato un centro di coordinamento, tra i clinici responsabili dei registri
di patologia, che ha il compito di raccogliere tutti i file e riunirli in un unico file
generale. Successivamente controlla le informazioni più importanti come, ad
esempio, la presenza dello stesso caso in coppie gemellari differenti o nei diversi
centri clinici. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire una lista di potenziali
gemelli affetti da quella patologia e coloro che risultano gemelli vengono informati
sul protocollo dello studio e viene chiesto loro il consenso informato;
-
Volontario: prevede un tipo di adesione spontanea da parte della coppia. Tale
adesione può essere fatta tramite il sito internet di riferimento in cui sono presenti i
moduli (maggiorenni/minorenni) da scaricare e compilare manualmente oppure da
compilare online.21
21
Rapporti ISTISAN 07/55 Registro Nazionale Gemelli: istituzione, linee di ricerca, procedure generali e
strumenti operativi di gestione
24
Fig.5 Questionario per l’arruolamento volontario al RNG pag.1
25
Fig.6 Questionario per l’arruolamento volontario RNG pag.2
26
CAPITOLO 2
GEMELLI E CRIMINOLOGIA
1. Scuola positivista
A partire dalla seconda metà del IX secolo crimine e devianza vengono considerati dei
fenomeni sociali e il comportamento umano viene visto come determinato da tratti biologici,
psicologici e sociali. Tutto questo grazie all’avvento della Scuola Positivista che si fondava
sull’idea che:
“Il comportamento criminale non è un atto cosciente e libero di volontà ma può essere
legato a tendenze devianti che si originano in una struttura fisica e psichica diversa da
quella dell’uomo normale”22
Il positivismo privilegia i fatti e l’osservazione e cerca di capire il mondo partendo
unicamente dalla scienza ritenuta capace di dominare la natura. Su questa direzione si ritiene
che l’unica conoscenza che l’uomo può avere del mondo è necessariamente scientifica.
L’obiettivo dei positivisti era quello di ordinare e spiegare scientificamente il mondo attorno
a loro attraverso l’osservazione sistematica, accumulazione di prove e di fatti obiettivi.
“Per il positivismo è possibile analizzare scientificamente la società umana come un
qualsiasi organismo, scoprire le leggi che la regolano, individuando attraverso la scienza
le cure più adatte a superare i problemi che la affliggono”23
Questa scuola considera l’uomo criminale vittima della propria natura ritenendo che ogni
persona nasce con una predisposizione naturale alla devianza. Secondo questo pensiero,
quindi, ogni evento sarebbe il risultato di un altro evento avvenuto in precedenza in modo
che ogni atto deviante determina una serie di azioni ad esso collegate.
22
Gianandrea Serafin, 2012, L’interpretazione del crimine. Criminologia, devianza e controllo sociale,
Tangram Ediz. Scientifiche, p.27
23
Ruben Sharif De Luca AA. BB. 2013, Anatomia del crimine in Italia. Manuale di criminologia, Giuffrè,
Milano, pag. 11
27
Come già accennato, uno degli aspetti nuovi introdotti da questa scuola è rappresentato
dall’introduzione di tecniche di ricerca basate su criteri di scientificità: si procede infatti con
la raccolta dei dati per descrivere le diversità individuali in ambito antropologico e sociale.
Uno dei primi lavori realizzati in questo ambito risale a Quetelet e Guerry due statistici che
tra il 1820 e il 1840 esaminarono le statistiche sociali. Quetelet applicò a tali dati la teoria
della probabilità per formare il concetto di persona media per poi estenderlo allo studio dei
tassi di criminalità. Grazie a questo lavoro scoprì delle variazioni di tassi di criminalità a
seconda del clima e della stagione osservando anche differenze di sesso ed età.
Tra i vari esponenti della scuola positivista in Italia, Cesare Lombroso venne considerato
come il padre della moderna criminologia. Medico e antropologo, fonda l’Antropologia
criminale come una nuova disciplina che ha lo scopo di
“Evidenziare nei criminali particolari espressioni di un’anomalia ritenuta congenita” 24
L’antropologo condusse osservazioni sistematiche raccogliendo molti dati tramite varie
misurazioni su soldati, criminali, malati mentali e il resto della popolazione. Questi dati,
raccolti meticolosamente, servivano a spiegare le differenze fisiche e mentali portando lo
studioso ad affermare che i criminali sono affetti da anomalie fisiche multiple di doppia
natura:
-
Atavica: caratteristiche presenti nell’antenato dell’individuo in questione;
-
Degenerativa: caratteristiche possedute già dall’individuo che con il tempo tendono
ad aggravarsi;
Questi aspetti fisici delineavano un prototipo biologico definito “delinquente nato”.
A tal proposito occorre chiamare in causa una delle sue più importanti opere, pubblicata nel
1876 “L’uomo delinquente”. Proprio in questo lavoro Lombroso fa una distinzione delle
tipologie di criminali:
-
Il delinquente nato in cui la criminalità è insita nella natura del soggetto e quindi
definito irrecuperabile. Questo soggetto nasce con una disposizione criminale e con
caratteristiche molto particolari: mancanza di moralità, assenza di rimorso, utilizzo
di espressioni gergali e tatuaggi. Le figure più comuni di questa categoria sono
l’omicida e il ladro. Cinismo, insensibilità psicofisica per le sofferenze e i danni delle
24
Ibidem pag. 29
28
vittime, di sé e dei complici sono aspetti caratterizzanti questa categoria. Solo per
questa tipologia Lombroso dedica quattordici capitoli della sua opera osservandone
la sensibilità affettiva, sensibilità generale, affetti e passioni, religione, intelligenza e
istruzione, bugie inesattezze e pigrizia;
-
Delinquente occasionale è caratterizzato da una debolezza del senso morale e risulta
deviante per fattori diversi da quelli del delinquente nato, spinto a delinquere da
influenze circostanti piuttosto che da fattori biologici;
-
Pseudo – criminali quegli individui responsabili di un reato commesso senza
intenzione o spinti da situazioni particolari come l’autodifesa;
-
Criminale epilettico; Malato mentale; Delinquente pazzo o debole di mente inclusi i
mattoidi, sono tutti caratterizzati dal fatto che agiscono senza alcuna motivazione,
mossi dalla follia o dalla coscienza di essere pazzi;
-
Delinquente per impeto passionale o per forza irresistibile presenta un notevole
disprezzo per le leggi dovuto ad un offuscamento momentaneo del senso morale.
Passato questo momento, il delinquente tende al rimorso sincero;
I fattori che sono stati individuati alla base dell’azione criminale sono l’età, il sesso, la razza,
i fattori climatici e geografici, utilizzo di sostanze stupefacenti come l’alcool, la religione, le
condizioni culturali ed economiche. Le caratteristiche degenerative prese in esame erano:
-
Cranio: piccola capacità cranica. I frenologi sostenevano che nel lobo temporale
risiedesse l’organo della crudeltà;
-
Ossa facciali: fronte bassa, faccia sporgente, mandibole fortemente sviluppate,
anomalie delle orbite;
-
Cervello: deviazione del peso e della sua forma;
-
Anomalie dell’orecchio: soprattutto se si trattava di orecchie grandi e sporgenti;
-
Strabismo;
-
Anomalie delle labbra: superiore sottile;
-
Capelli: lanosi, ricciuti, fitti, barba scarsa o mancante;
-
Pelle: eccessiva pigmentazione o troppo rugosa e in particolare ai vari tipi di rughe
(ruga zigomatica, nasolabiale, frontale, verticale, zampa d’oca). La causa più
importante di questo aspetto è certamente quella anatomica e congenita ma venne
dato maggiore peso anche e soprattutto alla mimica abituale del delinquente;
-
Anomalie dei denti: anormale sviluppo dei denti;
29
-
Mancinismo, balbuzie o altre anomalie funzionali.
Venne data una certa importanza anche alla statura, al peso, alla forma delle mani e dei solchi
palmari, al rapporto tra statura e apertura delle braccia. Tutto ciò era il frutto di osservazioni
scrupolose e attente misurazioni dei crani, delle facce, dei piedi dei delinquenti. Se il
soggetto preso in esame presentava un elevato numero di caratteristiche degenerative,
chiamate “stimmate degenerative”, poteva essere inserito nella categoria criminale.
Successivamente, oltre a queste caratteristiche Lombroso decise di includere anche altri
elementi scatenanti il fattore delinquenza: i fattori economici e sociali.
A tal proposito, Garofalo coglie l’occasione per individuare alla base del comportamento
criminale una combinazione di fattori ambientali, casuali e naturali e si dimostrò scettico nei
confronti delle teorie di Lombroso. Secondo il criminologo, infatti, la delinquenza non
dipendeva da fattori biologici bensì dal fatto che certe persone fossero meno sviluppate
moralmente rispetto ad altre.
Dopo la classificazione dei delinquenti di Lombroso, Garofalo ne fa un’ulteriore distinzione:
delinquente omicida, delinquente violento, delinquente mancante di onestà e delinquente
lascivo. Nei suoi studi sulle anomalie morali e psichiche, il criminologo afferma che la
mancanza di moralità rende l’essere umano libero di commettere o meno il delitto e proprio
per questo è necessario cambiare il metodo di investigazione criminologica abbandonando
l’analisi delle azioni per prendere in considerazione l’esame dei sentimenti che fino ad allora
non erano stati valutati. A tal proposito individua due tipi di sentimenti morali di fondo
dell’uomo:
-
Sentimento di pietà dove per pietà si intende la reazione ad un determinato evento
come può essere la rabbia, il disgusto o l’irritazione;
-
Sentimento di probità che è data dal necessario rispetto dei diritti altrui e l’astenersi
dal recare danno alla società.
1.1 Ereditarietà e ambiente
Ci si è interrogati spesso se esiste una connessione tra eredità e criminalità nel senso che
alcuni individui nascano o meno criminali. Questa ipotesi risulta paradossale in quanto
l’ereditarietà è una realtà biologica non modificabile, legata a fattori genetici indipendenti
30
da quelli culturali e sociali. La criminalità, invece, cambia a seconda della cultura e delle
norme di riferimento.
In campo biologico Richard Dugdale esaminò i precedenti familiari dei criminali in modo
da individuarne un’ereditarietà. Egli fu il primo a realizzare una ricerca che considerò la
criminalità legata a cause biologiche.
Dugdale25 studiò l’albero genealogico della famiglia Juke che lo portò a considerare che il
comportamento antisociale è ereditario. Secondo lo studioso, nelle generazioni di questa
famiglia è presente un buon numero di criminali, prostitute e vagabondi, tutti discendenti da
un padre criminale.
Un altro studio simile a quello di Dugdale fu quello realizzato da Henry Goddard 26 sulla
famiglia Kallikak. Questo studio confronta le storie di due rami familiari discendenti da un
soldato, discendente da una buona famiglia, durante il periodo della guerra di indipendenza
americana. La prima linea si ha dalla relazione con una barista mentalmente labile, la
seconda linea si ha dal matrimonio con una donna benestante. Molti degli individui nati dalla
prima linea, cioè nati dalla relazione con la barista, presentano comportamenti devianti e
criminali. A conclusione, Goddard afferma che la labilità mentale potrebbe essere una causa
ereditaria del comportamento criminale.
Un altro studio simile è stato condotto da Hooton, 27 un antropologo americano, che studiò
circa 17.000 prigionieri e liberi cittadini. Dalle sue osservazioni emersero degenerazioni
intellettuali, fisiche, morali e genetiche dei prigionieri. Secondo l’antropologo, esiste una
relazione fra natura, condizioni ambientali e il crimine e quindi quest’ultimo è il risultato
dell’impatto dell’ambiente sugli esseri umani ritenuti inferiori.
Anni più tardi, Robins28 tentò di dimostrare una correlazione tra criminalità dei genitori e
quella dei figli. Lo studioso osservò il comportamento criminale del padre che costituiva uno
dei fattori predittori del comportamento antisociale del figlio. Nel 1975, insieme con West e
25
Richard Dugdale, 1877, The Jukes: A Study in Crime, Pauperism, Disease, and Heredity : Also Further
Studies of Criminals, G. P. Putnam’s sons
26
Henry Herbert Goddard, 1913, The Kallikak Family: A Study in the Heredity of Feeble-Mindedness
27
Earnest Albert Hooton, 1939, Crime and the Man, Harvard University
28
Lee N. Robins, Patricia A. West, Barbara L. Herjanic, 1966, Arrests and delinquency in two generations: a
study of black urban families and their children
31
Herjanic29 scoprirono che i bambini figli di entrambi genitori criminali, presentavano rischi
maggiori di diventare delinquenti.
Tutti gli studi sulle famiglie ci riportano, come unico collegamento, all’azione dei fattori
ambientali sfavorevoli a cui i bambini vengono esposti quali, ad esempio, l’educazione, la
disgregazione familiare ecc.
Negli anni ’40 gli studi che ebbero maggior successo nella comunità scientifica, furono
quelli condotti da William Sheldon30 che diede un contributo importante alle teorie della
tipologia fisica, le quali sostenevano che certe caratteristiche del corpo sono fondamentali
per la predisposizione a commettere atti criminali.
Sheldon propose tre categorie che includevano caratteristiche fisiche e inclinazioni
caratteriali: i somatotipi.
Tipo somatico
Caratteristiche fisiche
Temperamento
Endomorfo
Molle e tondeggiante
Lento, socievole,
(Prevalenza visceri)
Tranquillo
Robusto e muscoloso
Attivo e aggressivo
Mesomorfo
(Prevalenza muscoli)
Ectomorfo
Fragile e snello
(Prevalenza
Freddo, distaccato,
tessuto Introverso
nervoso)
Tab.I: Tipi somatici e devianza (Bertelli, 2001)
L’endomorfo è un individuo che presenta una costituzione grassa con personalità rilassata
gioviale ed estroversa; il mesomorfo si presenta con il corpo muscoloso, ossa larghe e una
personalità aggressiva, estroversa e attiva; l’ectomorfo ha una corporatura gracile con ossa
piccole e una personalità sensibile e introversa.
Una critica mossa nei confronti degli studi di Sheldon consisteva nel fatto che all’interno dei
delinquenti era quasi scontato che prevalessero i mesomorfi dato che gli atti delinquenziali
richiedono una certa forza fisica e agilità che quindi possono essere caratteristiche
29
Ibidem
Sheldon, Stevens, Tucker, 1940, The varieties of human physique: An Introduction to constitutional
psychology
30
32
preferenziali. Oltre a questo, anche il maggior controllo sociale esercitato dalla polizia e
un’alta possibilità di essere incarcerati potrebbero essere dei fattori richiedenti forza e agilità
soprattutto in specifiche aree urbane o in determinati sottogruppi.
Successivamente Shaldon e Eleanor Glueck31 approfondirono gli studi sulla tipologia fisica
pubblicandone il risultato nel 1950 dal titolo “Unraveling Juvenile Delinquency”. Gli autori
cercarono di verificare l’esistenza di un rapporto fra i tipi somatici studiando la devianza
giovanile prendendo in esame il più ampio possibile numero di fattori predittivi il reato. Alla
fine di questo studio durato molti anni, i coniugi Glueck conclusero che non è possibile
affermare l’esistenza di una “personalità delinquenziale” tra i mesomorfi né tanto meno in
relazione ad altri tipi di costituzione fisica o di carattere ma una combinazione di determinati
fattori, quali ad esempio socioculturali, intelligenza, personalità ecc, potrebbe dare come
risultato un’elevata possibilità che i soggetti provenienti da zone sottosviluppate possano
diventare delinquenti. In questo caso un ruolo di fondamentale importanza è occupato dalla
famiglia in quanto risulta essere determinante nella strutturazione della personalità del
soggetto. Un ambiente familiare degradato potrebbe accentuare e favorire l’insorgere di
forme di disadattamento infantile che, a loro volta, potrebbero far nascere comportamenti
antisociali e delinquenziali.
Sheldon e Eleanor Glueck al termine dei loro studi, oltre agli aspetti biologici, antropologici,
riconoscono l’importanza degli aspetti psico – dinamici e socio – ambientali.
2. Fattori psicologici, biologici e sociali
Molti psichiatri hanno studiato gli effetti del conflitto inconscio sul comportamento
criminale. Uno tra questi è stato Sigmund Freud fondatore della psicanalisi che ha fornito un
contributo notevole alle teorie dello sviluppo della personalità con l’opera “Totem e Tabù”.
In quest’opera Freud ipotizzava un crimine primordiale all’origine della legge umana e in
ragione di ciò l’uomo nasce con la legge e il crimine. Egli collega la criminalità ad un
31
Shaldon e Eleanor Glueck, 1950, Unraveling Juvenile Delinquency
33
inconscio senso di colpa che il soggetto prova per il complesso di Edipo e di Elettra a seconda
del sesso del soggetto in questione.32
Altri studi, concentrati sulla delinquenza giovanile, hanno mostrato che alcuni ragazzi
tendono a soddisfare ogni loro richiesta e/o necessità senza nessuna considerazione degli
altri. Un comportamento simile può essere creato da una mancanza di relazioni durevoli nella
prima infanzia e da una scarsa identificazione con gli adulti. Nei casi più gravi vi è una
compresenza di ribellione e insoddisfazione che spinge i soggetti delinquenti ad evitare
l’inibizione dell’azione criminale.
Healy33 ed altri psichiatri hanno esaminato i giovani all’interno di un istituto psichiatrico e
dopo numerose sedute scoprì che ogni giovane, ad un certo punto della propria vita, aveva
subito un trauma emotivo. Successivamente lo psichiatra intervistò anche i fratelli e le sorelle
dei soggetti osservati e ne concluse che il trauma emotivo era responsabile dei conflitti
psicologici tanto da sfociare in condotte devianti.
Un altro importante studio è stato realizzato sulle differenze di personalità: Minnesota
Multiphasic Personality Inventory – MMPI. Questo complesso test della personalità
psicopatiche era costruito in base alle risposte fornite dagli internati a particolari domande.
Le risposte più significative sono quelle che si discostano totalmente dalle risposte che
davano i soggetti normali sottoposti alle stesse domande. Il risultato di tale studio è stato
individuato nel fatto che i giovani detenuti raggiungono un punteggio più alto di quelli
normali, ritenendo così che la psicopatia potrebbe essere una causa di delinquenza.
Nel 1989 Jeffery propone la sua prospettiva secondo cui le caratteristiche psicologiche,
biologiche e sociali vanno considerate come elementi che influenzano il comportamento
criminale degli individui. L’organismo, per lo studioso, è il risultato di tre sistemi
fondamentali: struttura e funzioni del cervello, patrimonio genetico e apprendimento. Ogni
individuo nasce con particolari caratteristiche biologiche e psicologiche le quali possono
32
Complesso di Edipo/Complesso di Elettra si manifesta tra i tre e i cinque anni di età con un desiderio
amoroso del bambino verso il genitore del sesso opposto. Il genitore dello stesso sesso viene vissuto come
un rivale e quindi è oggetto di sentimenti ostili. Si ha il superamento di esso quando il bambino diventa
consapevole del fatto che i genitori hanno un rapporto che esiste prima della sua nascita. Tale complesso
risulta essere un passaggio fondamentale della crescita, un momento cruciale in cui si sanciscono le
differenze trai sessi e le generazioni e si influenza la natura delle relazioni e dell’identità sessuale.
Dizionario di Medicina Treccani www.treccani.it
33
David Healy, 1999, The Anti-Depressant Era, Harvard University Press
34
causare determinate forme di comportamento e queste caratteristiche naturali sono
indipendenti dal processo di socializzazione.
In ambito sociologico si è tentato di dare una spiegazione al comportamento individuale e ai
tassi di criminalità a livello sociale. L’idea di fondo era che il comportamento, criminale e
non, comprendesse un processo di imitazione degli altri. A tal proposito Tarde34 distingue i
comportamenti a breve e lungo termine: le persone socialmente inferiori ripropongono,
copiandolo, il comportamento delle persone socialmente superiori ed è in questo modo che
si potrebbe diffondere anche un comportamento deviante o l’uso di nuove e insolite tecniche
omicide. Inoltre, i comportamenti a breve termine “alla moda” andavano di pari passo con
lo sviluppo della popolazione.
Non è mancato chi, come Wilson e Herrnstein,35 sosteneva che i criminali nascono con una
predisposizione al crimine e continuano, nell’arco della loro vita, ad accrescere questa
caratteristica. Gli studiosi combinano caratteristiche genetiche e di personalità con
predisposizioni psicologiche, uso di droghe e fattori di socializzazione per approdare a quella
che viene definita criminalità di strada.
2.1 La famiglia
In Italia, la psicologia ha fornito contributi importanti nella ricerca delle cause della
criminalità soprattutto quando ha incentrato tutti gli studi sulle correlazioni con la famiglia.
All’interno della famiglia si realizzano tutti quei processi di identificazione attraverso cui
nasce e si struttura la morale e la coscienza dell’individuo assorbendo valori e principi delle
figure di riferimento. Un ruolo particolarmente importante, nell’ambito della personalità, lo
occupano le relazioni e il contesto in cui l’individuo nasce e si forma.
Diana Baumrind36 mette in relazione lo stile educativo genitoriale con l’acquisizione della
competenza sociale dei figli. Una buona educazione permetterà ai figli di affrontare gli
eventi della vita con flessibilità e di stabilire rapporti interpersonali improntati alla
34
Gabriel Tarde, 1901, L'opinion et la foule,
Richard J. Herrnstein, James Q. Wilson, 1985, Crime and Human Nature Summary
36
Diana Baumrind, 1966, Effects of Authoritative Parental Control on Child Behavior, Child Development
35
35
collaborazione. La psicologa prende in considerazioni quattro variabili che si riferiscono agli
aspetti dell’intervento genitoriale:
-
Richieste di maturità;
-
Controllo
-
Comprensibilità della comunicazione
-
Premure ed attenzioni
Influenza reciproca di queste variabili dà vita a tre stili di educazione con diverse
ripercussioni sulla competenza sociale:
-
Genitori autoritario: bambini con competenza intermedia. Il genitore che presenta
questo stile educativo pretende obbedienza senza spiegazioni sulle proprie decisioni,
distaccato usa punizioni come forma di controllo, esprime valutazioni e giudizi
evitando il dialogo.
-
Genitori autorevoli: bambini con competenza sociale alta. Il genitore in questione
rispetta i desideri del figlio rispettando i limiti stabiliti attraverso delle regole.
-
Genitori permissivi: bambini con competenza sociale scarsa. Questa tipologia è
caratterizzata da un’elevata accettazione ed uno scarso controllo del figlio.
Affettuoso e comprensivo non guida il bambino nelle sue scelte non pretendendo
disciplina e fornendo poche regole.
Secondo la studiosa, tutte le volte i genitori esercitano un maggiore controllo, attraverso
comportamenti autoritari o iperprotettivi, si ostacola in qualche modo la crescita
dell’individuo e la sua autonomia e autogestione.
Nel 1987 lo studioso Robert Plomin37 si domandò quanto fosse forte l’influenza che la
famiglia potesse esercitare nella crescita dei fratelli rendendoli così diversi gli uni dagli altri.
Teoricamente, i fratelli normali e ancor di più i gemelli, dovrebbero essere più simili tra loro
in base alle somiglianze dei loro geni. Nel 2000 i genetisti comportamentali erano così
ansiosi di capire fino a che punto un ambiente familiare condiviso influenzasse la futura
personalità che effettuarono uno studio su 43 gemelli adottati. Sommando i dati dei 43
gemelli si scoprì che solo il 2% delle differenze comportamentali era dovuto all’influenza
dei genitori e quindi all’ambiente in cui erano cresciuti.
37
Robert Plomin, 1987, Why are children in the same family so different from one another?
36
Successivamente gli Stati Uniti finanziarono il più grande studio mai eseguito prima
sull’influenza della famiglia, tale studio prendeva il nome di NEAD “Ambiente non
condiviso nello sviluppo degli adolescenti”. A partire dal 1988 si osservarono 720 coppie di
fratelli appartenenti a diverse tipologie (gemelli monozigoti, gemelli dizigoti, fratelli
normali, fratellastri, sorellastre ecc.) e furono seguiti intensamente per più di tre anni e poi
nuovamente dopo undici anni, intervistando parenti, genitori, amici e coetanei. I risultati,
tanto attesi, dimostravano un notevole effetto dei geni sulle personalità risultanti e sul loro
comportamento ma non fu osservato nessun effetto da parte di fattori ambientali come per
esempio il ruolo dei genitori o del loro metodo educativo. Lo studio NEAD confermò che
esisteva un collegamento tra la cura parentale degli adolescenti e il successivo
comportamento degli stessi e la ragione di questo era genetica e dipendeva sia dai geni della
madre sia da quelli del bambino.
“In generale gli effetti ambientali erano specificatamente legati ad un figlio e di solito non
condivisi dagli altri fratelli o gemelli presenti nella famiglia. Questo sembrerebbe indicare
che anche i gemelli identici possono reagire in modo molto diverso al medesimo
ambiente”38
A tal proposito è stato realizzato un ulteriore studio sui gemelli omozigoti che studiavano
nella stessa classe. I ricercatori osservarono per due settimane 22 coppie di gemelli dizigoti
di dieci anni e notarono reazioni differenti agli stessi insegnanti e alle stesse lezioni.
“Il fatto che perfino i gemelli dizigoti possano sperimentare il medesimo ambiente in modo
diverso rafforza l’osservazione che, generalmente, i fratelli cresciuti nella stessa famiglia
e con la stessa educazione risultano più diversi di quanto ci si aspetterebbe”39
Ma allora cosa differenzia i gemelli rendendoli diversi?
“Esistono gemelli dello stesso sesso talmente simili nel corpo e nella mente che persino la
madre ha difficoltà a distinguerli. Le loro caratteristiche, la loro voce e le loro espressioni
si somigliano; essi vedono le cose allo stesso modo, e le loro idee seguono le medesime
leggi di associazione. Questa stretta rassomiglianza necessariamente crolla sotto
38
39
Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag. 128
Ibidem pag. 129
37
l’influenza delle diverse esperienze ambientali gradualmente accumulate, ma spesso dura
fino in età adulta”40
A Madrid è stato condotto uno studio da un gruppo universitario internazionale presso il
Laboratorio di genetica del Centro Nazionale per la ricerca sul cancro. Questo studio ha
coinvolto 80 gemelli monozigoti, maschi e femmine, con un’età compresa tra i 3 e i 74 anni.
L’indagine si è soffermata sulle differenze epigenetiche cioè quei cambiamenti che
influenzano tutte le caratteristiche manifestate da un organismo e, quindi, il suo sviluppo, la
sua morfologia ecc. Si è arrivati alla conclusione che nei primi anni di vita dei gemelli,
l’epigenoma41 era identico ma con gli anni è andato via via differenziandosi. Crescendo in
più di 1/3 de gemelli le differenze risultano nette, questo spiega il motivo della diversità tra
di essi.
“La loro diversità sta nella diversa risposta che un identico patrimonio genetico ha dato
un input dell’ambiente esterno e di quello interno”42
2.2 Quoziente di intelligenza
Molti criminologi vedono nell’intelligenza un fattore che porta il soggetto alla scelta della
commissione di un crimine.
Alla fine degli anni ’70 l’intelligenza e le differenze del quoziente di intelligenza possono
spiegare la propensione alla criminalità fra le varie razze. Più precisamente, il criminologo
Gordon nel 1986 ritiene che il QI rappresenta uno dei migliori fattori predittivi dei tassi di
criminalità tra differenti gruppi.
40
MacMillan, 1874, English men of science, Londra
Il genoma umano è composto da una associazione di DNA (acido desossiribonucleico) e proteine, che si
chiama cromatina. Sulla parte proteica della cromatina si svolgono due reazioni chimiche fondamentali che
servono a modulare l’espressione dei geni: una di metilazione e l’altra di acetilazione. La prima serve a
silenziare i geni, la seconda ad attivarli. Il meccanismo si chiama regolazione epigenetica del genoma.
Questo vuol dire che il nostro patrimonio genetico può produrre risultati relativamente diversi a seconda
del tipo di regolazione epigenetica che si realizza, la quale segue stimoli ambientali e interni.
Articolo estratto dal sito www.simaiss.it, di Francesco Bottaccioli, scuola di medicina integrata, “Gemelli
identici, che, col tempo, diventano diversi. L’epigenetica spiega il mistero”
42
Articolo estratto dal sito www.simaiss.it, di Francesco Bottaccioli, scuola di medicina integrata, “Gemelli
identici, che, col tempo, diventano diversi. L’epigenetica spiega il mistero”
41
38
Altri studiosi realizzarono una ricerca pubblicando un articolo in cui vennero riesaminati gli
studi relativi al rapporto tra delinquenza e QI scoprendo che quest’ultimo è un ottimo
indicatore di tassi di criminalità. Inoltre affermano che il QI è strettamente correlato alla
razza e alla classe sociale di provenienza e che, poiché si ritiene che la delinquenza riguardi
individui giovani delle classi inferiori e delle minoranze etniche, si potrebbe concludere che
queste categorie dovrebbero presentare livelli di QI inferiori.
Vengono mosse alcune critiche ai test di intelligenza in quanto questi potrebbero essere usati
come mezzi di discriminazione tra i giovani affermando che la responsabilità della
delinquenza giovanile andrebbe attribuita al modo in cui la società e le istituzioni trattano
gli individui svantaggiati, ad esempio emarginandoli. Un altro aspetto da non sottovalutare
è che questi test non misurano effettivamente l’intelligenza di un individuo ma ne misurano
le abilità acquisite con il tempo.
3 Studi sui gemelli
Franz Exner43 teorizzò che non è possibile dedurre l’ereditarietà di una persona solo dal suo
comportamento perciò bisogna trovare ulteriori ragioni che, lo studioso, cerca tramite tre
metodologie d’indagine tipiche della biologia medica dell’ereditarietà:
-
Analisi dell’albero genealogico dei delinquenti;
-
Esame della parentela;
-
Metodo di ricerca sul comportamento criminale dei gemelli.
Quest’ultimo metodo divenne di fondamentale importanza in quanto risultò l’unico in grado
di fornire al ricercatore dati di un certo spessore.
Questa metodologia prevede il confronto del comportamento dei gemelli identici e quello
dei gemelli fraterni. Come abbiamo visto, i primi presentano lo stesso corredo genetico
perché formati dallo stesso ovulo a differenza dei secondi quindi i gemelli monovulari
risultano essere più adatti per il tipo di osservazione.
43
Franz Exner, 1953, Criminologia, Casa editrice Dottor Francesco Vallardi, Milano
39
Si riteneva che se un gemello mostrava comportamenti delinquenti e devianti, molto
probabilmente anche l’altro gemello li avrebbe mostrati.
Uno dei più importanti e complicati studi sui gemelli è stato realizzato, nel 1929, da uno
psichiatra tedesco: Johannes Lange. 44
Lo psichiatra tedesco esaminò 30 coppie di gemelli di cui 13 monozigoti e 17 dizigoti. Il
risultato di tali ricerche fece notare che nel caso di gemelli monozigoti, e quindi identici, in
10 casi entrambi i fratelli erano stati in carcere mentre nelle coppie di gemelli dizigoti, e
quindi fraterni, in solo due casi un solo fratello era stato carcerato. Questo dimostrò che i
gemelli monozigoti presentavano un alto tasso di concordanza cioè sembravano agire tutti
allo stesso modo. Ciò non avviene invece per i gemelli dizigoti nonostante vi sia uno stesso
ambiente familiare e uno stesso livello di educazione.
Non sono mancate le critiche nei confronti degli studi di Lange sui gemelli, una delle quali
è stata mossa da Mannheim45 secondo cui il campione preso in esame era troppo piccolo per
consentire generalizzazioni e una parte dei soggetti esaminati proveniva da istituti
psichiatrici e quindi presentava già in partenza anomalie mentali di conseguenza, il
comportamento criminale sarebbe potuto essere influenzato da questi disturbi e non
dall’ereditarietà. Inoltre, secondo Mannheim, quasi tutti i gemelli esaminati da Lange
provenivano dallo stesso ambiente educativo e quindi non era possibile stabilire con certezza
quanto fossero stati influenzati dall’ambiente e quanto l’uno avesse influenzato l’altro.
Allen46 sosteneva, riguardo questo studio gemellare, che i fattori ereditari non rivestono
un’importanza significativa riguardo la criminalità perché i gemelli monozigoti vengono
cresciuti nello stesso ambiente familiare e sociale che in qualche modo rinforza la loro
“somiglianza”. Per escludere i fattori ambientali è necessario che i gemelli siano stati educati
e siano vissuti in ambienti diversi e non criminali ma sarebbe un esperimento del tutto
inaccettabile e forse, per certi aspetti, crudele.
Alcune ricerche confermano che i monozigoti vissuti in ambienti differenti si assomigliano
nel comportamento sociale molto di più quelli che sono vissuti nello stesso ambiente. Questo
44
Johannes Lange, 1929, Verbrechen als Schicksal. Studien an kriminellen Zwillingen, Leipzig
H. Mannheim ,1975, Trattato di criminologia comparata Vol. I
46
G. E. Allen, 1986, The Eugenics Record Office at Cold Spring Harbor, 1910-1940: an essay on institutional
history, in Osiris, second series, II
45
40
potrebbe dimostrare che le differenze ambientali piuttosto che incidere e modificare le
differenze biologiche, tendono ad accentuarle.
3.1 Separati
Come detto precedentemente, separare appositamente due fratelli gemelli e farli crescere in
ambienti diversi e con educazioni diverse per un mero scopo scientifico sarebbe crudele ma,
purtroppo o per fortuna, la vita ha preceduto qualsiasi ricercatore sul campo. Sono molti
infatti i casi di gemelli che, per vari motivi, sono stati separati e poi ricongiunti negli anni e
uno di questi, in particolare, ha suscitato maggiore interesse.
Fig.7 Gemelli Jim Lewis
Negli anni ottanta la storia dei fratelli Jim ha cambiato la percezione del dibattito tra eredità
genetica e influsso ambientale. Due fratelli gemelli identici figli di una ragazza madre che
decide di darli in adozione quando erano di appena un mese. Adottati da due famiglie
diverse, i gemelli crescono per 39 anni distanti l’uno dall’alto, ognuno ignorando l’esistenza
dell’altro.
Nel 1979 Jim Lewis rintracciò il suo gemello che viveva poco distante da lui riuscendo
finalmente a ricongiungersi.
Dal loro incontro sono emerse molte caratteristiche simili, addirittura uguali: entrambi si
chiamavano allo stesso modo, avevano la stessa statura e lo stesso peso; si erano sposati per
la prima volta con una donna di nome Linda e per la seconda volta con una donna di nome
Betty; avevano chiamato il loro primo genito James Alan Lewis e James Allen Springer;
avevano un cane di nome Toy, amavano la stessa birra, andavano in vacanza nella stessa
41
spiaggia, fumavano la stessa marca di sigarette, si rosicchiavano le unghie, avevano lo stesso
portachiavi attaccato alla cintura, accavallavano le gambe nello stesso modo, il loro hobby
era la falegnameria, guidavano lo stesso modello di macchina dello stesso colore ed entrambi
erano stati sceriffi.
Tutte queste somiglianze hanno lasciato tutti decisamente impressionati. Lo scienziato Tim
Spector a tal proposito afferma che tutto questo sicuramente dà l’impressione di un
inevitabile determinismo in cui ambiente e educazione non hanno peso:
“Basandoci su questo esempio, non sembra che abbia alcuna importanza il tipo di genitori
che avete avuto, o se siete cresciuti in un tugurio o all’Hotel Hyatt: i vostri geni
rimangono totalmente dominanti.”47
I gemelli Jim suscitarono la curiosità di tutti diventando così un caso mediatico. Giornalisti
e programmi televisivi facevano a gara a chi avesse più informazioni sulla vita dei due Jim
e questo gettò in ombra alcune piccole differenze delle loro vite: uno dei due si era sposato
una terza volta, avevano acconciature diverse e un Jim preferiva la comunicazione scritta a
quella parlata.
Spector avanza delle ipotesi per “smontare” lo stupore di tale similarità sostenendo che forse
tutte queste abitudini o preferenze non erano poi così particolari e probabilmente erano tutti
fattori dipendenti dal contesto in cui vivevano. Le due ipotesi di Spector si riferivano:
-
Ambiente e gruppi sociali che i gemelli hanno condiviso. Entrambi sono cresciuti in
Ohio e in termini di diversità socioculturale non è certo come crescere e vivere a
Londra o San Francisco. Essendo una piccola cittadina, tutti i ragazzi finiscono col
fare le stesse cose e preferire la stessa marca di sigarette e di birra.
-
Informazione selettiva: tutti noi abbiamo determinati tratti personali, simpatie e
antipatie che ci caratterizzano ed è possibile condividere molti elementi con altri
individui che non conosciamo e con cui non abbiamo nessun tipo di rapporto, per
esempio, preferenze per la musica, squadre di calcio, cibo ecc.
In ragione di questo, lo scienziato, afferma che se ci si sofferma solo sui tratti simili
ignorando le “diversità” è ovvio che le somiglianze finiscono per essere molto più
accentuate.
47
Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag. 16
42
“Benché i lavori scientifici dedicati al loro caso citassero anche sottili diversità tra i
due, l’impressione pubblica e popolare generata attraverso i media fu di una
somiglianza misteriosa quasi soprannaturale e dovuta alla potenza dei geni che
lasciava poco spazio, o decisamente nessuno spazio, a qualsiasi altro fattore” 48
4. Disturbi psichiatrici e crimine
Come si è già ampiamente discusso, Lombroso indirizzò i suoi studi sulla figura del
delinquente e sulle sue caratteristiche ritenute responsabili della sua condotta. Al contrario
di molti altri suoi colleghi frenologi 49, Lombroso non studiò solo il rapporto tra cranio e
cervello ma cercò di prendere in considerazione anche altre parti del corpo.
Tarde, con un articolo pubblicato nella Revue Philosophique del 1885, precisa che il
criminale riguarda il delinquente nato e incorreggibile, cioè criminale per natura che è
l’unica responsabile della sua condotta. Tarde procede con la descrizione del criminale:
basso e grosso, non particolarmente forte perché ha muscoli deboli e, contrariamente a
quanto Lombroso e Ferri avevano precedentemente affermato, la testa dei delinquenti non
risultava più voluminosa di quella dei ladri. Un’altra differenza che si discosta dal pensiero
di Lombroso è ricavabile dal confronto tra delinquenti e folli. Tarde affermava che il delitto
doveva essere ritenuto una professione, frutto di un’eredità resa forte dall’ambiente in cui si
vive50.
Molti studiosi si sono confrontati proprio sulla tematica della follia, o meglio dire, sui
disturbi psichiatrici come fattori predittivi di comportamenti criminali. Sotto questo punto
di vista i soggetti devianti vengono visti come soggetti dipendenti dai loro impulsi e incapaci
o impossibilitati ad orientare le loro scelte quotidiane.
Gli studi psicoanalitici vertono su due punti cardine:
48
Ibidem pag. 16 - 17
Frenologia disciplina medico-scientifica fondata da Franz Joseph Gall tra il XVIII e XIX secolo. Secondo
questa disciplina era possibile definire le qualità psicologiche di un individuo esaminandone la
conformazione del cranio. Secondo lo studioso, il cervello era suddiviso in tante regioni quante erano le
caratteristiche della personalità di un individuo: più una facoltà era sviluppata, maggiore era il volume
dell’area cerebrale corrispondente.
50
Roberta Bisi, 2009, Gabriel Tarde e la questione criminale, Franco Angeli, Milano
49
43
-
L’inconscio: considerato come una presenza di forze psichiche profonde nella
struttura della personalità;
-
Visione dinamica della psiche: un insieme di forze, in contrasto tra loro, agenti nel
profondo.
Muovendoci nel campo della psicanalisi occorre riportare, qui di seguito, una distinzione di
tre concetti fondamentali sui cui tutta la psicanalisi51 verterà:
-
Es: corrisponde al nucleo primitivo della personalità. Freud afferma che questa
istanza è governata dal principio di piacere cioè quella tensione che mira al
soddisfacimento immediato delle pulsioni;
-
Io: componente esecutiva della personalità, agisce permettendo all’uomo di
soddisfare i propri bisogni e mettendoli a confronto con le possibilità offerte dalla
realtà. È l’istanza che sta a media le pulsioni istintive e orienta l’azione. Essa può
essere considerata come la componente psicologica della personalità;
-
Super io: componente che controlla la personalità. Essa rappresenta i valori etici e le
norme sociali apprese nel corso della vita attraverso la socializzazione e, attraverso
la coscienza, svolge una funzione di arbitrio morale. Proprio per questo può essere
ricondotta alla componente sociale e morale della personalità
Lo psicanalista Franz Alexander, alla fine degli anni ’20 sosteneva che le persone “normali”
e i “criminali” sono dotati di strutture psichiche e somatiche molto simili, di conseguenza
non dovrebbero esserci differenze, fra i due, riconducibili a fattori ereditari ma legate alle
esperienze evolutive. Secondo lo psicanalista, il momento più importante nello sviluppo
psichico dell’individuo coincide con il complesso edipico. Le modalità attraverso cui il
soggetto attraversa questi conflitti hanno il compito di stabilire un futuro da persona normale
o da criminale nevrotico. Ciò che permette all’individuo di contrastare le tendenze criminali
è una buona formazione del Super-io. Se lo sviluppo di quest’ultima istanza avviene in modo
incompleto, l’Io viene continuamente tentato di cedere alle tendenze provenienti dall’Es
violando così i divieti sociali.52
51
Antonio Imbascati, 2008, Fondamenti psicoanalitici della psicologia clinica. Dalla psicoanalisi alle altre
scienze della mente, UTET Università, Torino
52
Gianandrea Serafin, L’interpretazione del crimine. Criminologia, devianza e controllo sociale
44
La psichiatria, insieme alla medicina legale, hanno svolto un ruolo molto importante nella
storia della spiegazione del crimine e hanno fornito delle ipotesi creando una correlazione
tra malattia mentale e comportamento criminale.
Inizialmente le ricerche della causa del comportamento criminale erano focalizzate su una
patologia o su alcune variabili personologiche. Nella metà del XIX secolo, grazie alla nascita
della psichiatria, si sono abbandonate tutte le spiegazioni di natura magico/demoniache per
lasciare ampio spazio ad un approccio più scientifico e razionale, tanto da parlare di malattia
o altre condizioni morbose che interferiscono sulla volontà del soggetto. Nel XX secolo
nascono nuovi approcci che abbracciano molti più fatto come, ad esempio, l’individuo, la
famiglia e società. L’atteggiamento più aperto nei confronti della malattia mentale permette
un avvicinamento alla realtà superando la concezione secondo cui una persona con un
disturbo psicopatologico è incapace di intendere e di volere.
“Tutti i criminali sono responsabili e capaci, salvo possibilità di provare il contrario”53
Nel 1960 alcuni autori, come Jean Pinatel, hanno effettuato degli studi sulla personalità
criminale. Pinatel distingue quattro tratti sintetici:
1. Egocentrismo: il criminale rivolge il pensiero su se stesso e questo lo spinge ad
ignorare i giudizi degli altri. Egli si giustifica per ogni comportamento assunto, anche
quello più negativo;
2. Labilità: il soggetto è sempre orientato alla ricerca di una soddisfazione immediata
dei suoi bisogni;
3. Aggressività: per compiere atti criminali è necessario che sia presente un alto livello
di aggressività cioè l’insieme di quelle energie che serviranno per superare qualsiasi
ostacolo;
4. Indifferenza affettiva: il soggetto non prova empatia per la sua vittima e si dimostra
indifferenze ai sentimenti degli altri individui. 54
Solitamente si è spinti a credere che chi commetta un crimine sia un soggetto mentalmente
disturbato. Da alcune ricerche empiriche è emerso che i malati di mente commetto lo stesso
53
54
U. Fornari, 1977, Trattato di Psichiatria forense, Utet, Torino
Pinatel J., 1960, La criminologia, Libraire Dollard, Paris
45
numero di reati delle persone sane e sono, perlopiù, responsabili di crimini “minori”, come
ad esempio danneggiamenti o oltraggi al pudore. 55
Vi sono però alcune psicopatologie che possono rendere vulnerabili alcuni individui per
determinate forme di criminalità:
-
Schizofrenia: disturbo che presenta esagerazioni del pensiero deduttivo (deliri), della
percezione (allucinazioni), del linguaggio e della comunicazione in generale (eloquio
disorganizzato) e del controllo del comportamento, appiattimento dell’affettività.
Tutti questi sintomi sono in grado di indurre alterazioni della coscienza. I soggetti
schizofrenici possono commettere azioni incoerenti e inconsapevoli, durante i
“deliri”, o azioni lesive nei propri confronti o nei confronti di altre persone o cose;56
-
Paranoia: alcuni tratti paranoici possono aumentare nel soggetto la sensazione di
essere perseguitato o in pericolo perciò questo potrebbe essere motivo di
comportamenti aggressivi messi in atto per “difesa”
-
Alcune forme di depressione: alcuni stati depressivi, se di natura bipolare o
accompagnati da fasi maniacali o psicotici, possono predisporre il soggetto alla
condotta di comportamenti violenti o anche all’omicidio;
-
Disturbo dipendente di personalità: è un disturbo che spinge il soggetto a credere
che il suo benessere dipende necessariamente dalla presenza di una persona cioè
quella con cui ha scelto di avere una relazione. Il tradimento o l’abbandono di
quest’ultima può dare origine a sentimenti opposti come rabbia e disperazione.
Quando il soggetto tenta di riallacciare la relazione senza risultato spesso capita che,
per alleviare l’ansia e il senso di solitudine, ricorra all’uso di droghe alimentando le
fantasie di vendetta nei confronti della persona che lo ha abbandonato.
-
Disturbo Narcisistico di Personalità: è quel disturbo che vede il soggetto bisognoso
di attenzione. Tale bisogno è talmente tanto profondo che quando il soggetto non
riesce ad ottenerlo con mezzi normali, arriva ad utilizzare tutti i fini manipolatori a
disposizione per ottenere attenzione. La mancata attenzione ha come conseguenza
un insieme di sentimenti contrastanti come rabbia, umiliazione, senso di colpa e
55
G. Ponti, 1990, Compendio di Criminologia, Raffaello Cortina editore, Milano
Il DSM-IV-TR cataloga la schizofrenia come il principale disturbo psicotico e la suddivide in cinque
categorie: paranoide, catatonica, disorganizzata, indifferenziata e residua. Per fare diagnosi di schizofrenia è
necessario che le alterazioni siano state presenti per almeno sei mesi.
56
46
vergogna. Per alleviare tale sofferenza, il soggetto tende ad utilizzare gli altri,
sfruttandoli, fino a progettare atti criminali per ristabilire un senso di potere.57
“T.S. 64 anni, diagnosticato schizofrenico paranoide all’età di 19 anni, una vita trascorsa
per la maggior parte nelle strutture psichiatriche, prima in OPP, poi in varie strutture
territoriali. Ospitato in una comunità da 4 anni alterna momenti di tranquillità,
remissività, apatia, a periodi di agitazione psicomotoria legata a riacutizzazioni deliranti
persecutorie. Negli ultimi tempi aveva sviluppato un’ideazione delirante persecutoria nei
confronti del compagno di camera, accusandolo di sottrargli cibo e vestiario,
accompagnato da probabili fenomeni dispercettivi di tipo allucinatorio. Gli viene
cambiata la camera, aumentata la terapia antipsicotica, ma una notte si alza, va nella
camera dove era il suo ex compagno e lo accoltella.”58
5. Quando un gemello presenta un disturbo psichiatrico
Come abbiamo precedentemente visto, Lombroso aveva ipotizzato un possibile ruolo
dell’ereditarietà nel crimine e, successivamente, Johannes Lange realizzò il suo studio sulle
carriere dei gemelli dizigoti e monozigoti. 59 Lo studio di Lange suscitò non poco interesse
in questo campo tanto che altri studiosi hanno scelto di condurre studi più approfonditi. Le
coppie di gemelli studiate fino a quel periodo erano più di 750, in ognuna delle quali uno era
un criminale60. Ma gli studi sulle coppie gemellari non si sono limitati solo al campo
criminologico.
La maggior parte degli studiosi sono d’accordo nel ritenere che ci sono delle componenti
(organico/ereditarie, sociali e acquisite) che interagiscono della determinazione delle
psicosi.
57
DSM-V, 2016, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore
Comunicazione presentata al "XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Criminologia" - Como,
14-16 Ottobre 2010
59
La ricerca prese in esame 30 coppie di gemelli di cui 13 monozigoti e 17 dizigoti. Il risultato della ricerca
dimostrava che per quanto riguarda il crimine i gemelli monozigoti in complesso reagiscono in modo simile
(10 coppie erano state in prigione, 3 no), i dizigoti in modo differente (2 casi in cui entrambi i gemelli erano
stati in prigione, in 15 casi se un gemello era stato in prigione l’altro non aveva avuto problemi con la legge).
60
Emanuela Alberta Iacono, 2005, Omicidi in famiglia: uno studio Criminologico, Psychofenia, vol. VIII n. 12
58
47
“Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che circa il 30 – 40% dei gemelli monozigoti di
soggetti affetti da psicosi soffrono anch’essi di psicosi, mentre la percentuale di
concordanza dei gemelli dizigoti è simile a quella di persone non imparentate tra di loro
che hanno circa il 10% delle probabilità in meno di sviluppare un disturbo psicotico” 61
I disturbi psichiatrici, a differenza di altri, non hanno una modalità ereditaria chiaramente
definita e quindi sono classificati come disturbi genetici complessi. Si è tentato, da diverso
tempo, di individuare i geni coinvolti nelle patologie psichiatriche. Gli obiettivi dello studio
genetico in psichiatria sono:
-
Stabilire e specificare il peso genetico nella definizione delle cause delle sindromi
psichiatriche;
-
Stabilire e specificare la componente non genetica delle sindromi psichiatriche in
modo da individuare i fattori ambientali che possono fungere da concausa essenziale
di un disturbo;
-
Sviluppare metodi di prevenzione o di terapia dei disturbi psichiatrici
Anche nel campo dei gemelli sono stati realizzati degli studi genetici e psichiatrici. Tali studi
hanno esaminato la concordanza o la coincidenza di un disturbo nei gemelli monozigoti e
nei gemelli dizigoti.
“Se la predisposizione del caso indice alla malattia è da attribuire all’ambiente educativo,
la concordanza rilevata tra i gemelli monozigoti e i gemelli dizigoti dovrebbe essere simile
e maggiore allo stesso modo rispetto alla popolazione. Se, d’altra parte, vi è una qualche
componente genetica nell’eziologia del disturbo, la concordanza tra i gemelli monozigoti
dovrebbe essere significativamente maggiore rispetto a quella tra i gemelli dizigoti, i cui
tassi di patologia dovrebbero essere inferiori”62
Il presupposto alla base di questa strategia di studio è che sia i gemelli identici sia quelli
fraterni abbiano gli stessi stimoli ambientali. Un altro modo per analizzare il peso della
componente genetica e ambientale è quella di osservare in che percentuale siano presenti
61
Vittorio Lingiardi, 2008, La personalità e i suoi disturbi. Un’introduzione, Il Saggiatore, Milano pag. 228
Atti del I Convegno Nazionale A. Pro.G 6 Aprile 2003, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la
famiglia. Prospettive bio-mediche, psico-pedagogiche e sociali
62
48
fattori discordanti per una malattia tra i gemelli identici. Dato che i monozigoti sono
geneticamente identici, ogni discordanza implicherebbe la presenza della componente
ambientale che potrebbe essere considerata come causa, concausa o fattore scatenante di una
malattia. Ciò risulta essere importante soprattutto per quei disturbi psichiatrici in cui la
concordanza tra gemelli monozigoti è alta.
Sono stati condotti importanti studi su gemelli affetti da schizofrenia:
-
Luxenberg nel 1928 aveva individuato una concordanza del 66% in 22 coppie di
gemelli monozigoti63;
-
Kallmann, nel 1950 a New York, reclutò 935 gemelli trovando una concordanza per
la schizofrenia tra i gemelli monozigoti dell’86%;64
-
Slater nel 1953 trovò una concordanza molto alta per la schizofrenia in 41 coppie di
gemelli monozigoti, circa il 76%65
Tutte le ricerche pubblicate hanno confermato una forte concordanza tra i gemelli
monozigoti.
Oltre alle ricerche sui gemelli affetti da schizofrenia, sono state fatte altre ricerche sui
gemelli affetti da disturbi dell’umore (disturbi affettivi), disturbi d’ansia e suicidio che
confermano l’importanza dei fattori genetici nella trasmissione dei disturbi affettivi
maggiori. Numberger e Gershon trovarono un tasso di concordanza del 14% tra i gemelli
dizigoti e del 65% tra quelli monozigoti 66. La concordanza per i disturbi bipolari risultava
superiore rispetto alla concordanza per la Depressione Maggiore.
Gli studi più significativi riguardano i disturbo da attacchi di panico. Torgersen nel 1983
scoprì che 4 cogemelli monozigoti su 13 erano concordanti per il disturbo di panico rispetto
a 0 cogemelli dizigoti su 1667.
63
H. Luxenberg,1928, Rapporto preliminare sullo studio psichiatrico di una serie di gemelli
FJ Kallaman, 1950, La genetica delle psicosi. Analisi di 1232 famiglie di gemelli. Congr. Intern. Psychiat.
65
E. Slater, 1953, Malattie psicotiche e nevrotiche nei gemelli. Spec. Rep. Ser. Med. Res. Coun. Londra, n.
278
66
ES. Gershon, JL Schreiber, JR Hamovit et al. 1984, Clinical finding in patient’s whit anorexia nervosa and
affective illness their relatives. Am J Psychiatry
67
S. Torgersen, 1983, Genetic Factors in anxiety disorders, Arch Gen Psychiatry
64
49
Grazie al lavoro di altri studiosi come Carey e Gottesmann si è rilevato che i tassi di
concordanza per il Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) 68 sono più alti tra i gemelli
monozigoti rispetto ai gemelli dizigoti 69. Anche Kendler condusse i suoi studi sulla
concordanza tra gemelli sul disturbo d’ansia, concludendo che questo disturbo è
moderatamente familiare ed ereditabile. Successivamente lo stesso studioso, insieme ad altri
colleghi, scoprirono che la componente genetica da un contributo notevole per i disturbi
quali l’agorafobia, fobia sociale e fobia per gli animali.70
Un aspetto che riguarda i disturbi psichiatrici e che non è stato trascurato dagli studi sui
gemelli, è il suicidio. Il suicidio rappresenta, purtroppo, un evento drammatico che si
manifesta nel corso delle malattie psichiatriche.
Nel 1812 lo psichiatra Benjamin Rush parlò di una storia di due capitani dell’esercito,
gemelli. Entrambi avevano combattuto la guerra di Indipendenza ed erano tornati a vivere
presso le loro rispettive famiglie ma alla fine si suicidarono71.
Nonostante le convinzioni del passato secondo cui non vi sono caratteri ereditari per le
tendenze suicide, alcuni studiosi, tra cui Roy, hanno trovato una concordanza di suicidio tra
i gemelli: la percentuale più alta è dei gemelli monozigoti, più bassa per i gemelli dizigoti. 72
Lo studio ha coinvolto 176 coppie di gemelli di cui uno era morto per suicido: la concordanza
di suicidio era del 38% tra gemelli monozigoti e dello 0% tra i gemelli dizigoti.
Filippo Muratori, Neuropsichiatra dell’età evolutiva all’Università di Pisa:
“Illudersi di poter restare insieme ed uniti per sempre, nella morte, piuttosto che
affrontare due vite separate. La difficoltà ad accettare la separazione è spesso presente nei
fratelli gemelli e, nei casi più gravi, può portare anche alla condivisione di un gesto
68
Disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e
compulsioni che occupano un tempo significativo della giornata del soggetto. Tale disturbo si cronicizza
tanto da compromettere il funzionamento di diverse aree di vita. Le caratteristiche di questo disturbo
consistono nella ripetitività, frequenza e persistenza dell’attività ossessiva e nella sensazione che queste
attività siano imposte e compulsive. Il soggetto affetto da Doc si sente obbligato ad agire o pensare nel
modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e resistere alla patologia. Nonostante tutto, lo sforzo
non gli permette di modificare il proprio comportamento.
69
Gottesman,1989, Confirming unexpressed genotypes for schizophrenia: risk in the offspring of Fischer’s
Danish identical and fraternal discordant twins, Psychiatry
70
K. S. Kendler 1985, Psychiatric illness in first-degree relatives of schizophrenic and surgical control
patients: a family study using DSM-III criteria, Arch Gen Psychiatry
71
Benjamin Rush, 1835, Medical Inquiries and Observations Upon the Diseases of the Mind
72
A. Roy, 1995, Attempted suicide among living co-twins of twins suicide victims. Am J Psychiatry
50
estremo come la morte. Si potrebbe trattare di una reazione ad un processo di necessaria
separazione”73
Le parole di Muratori tentano di spiegare l’evento drammatico consumatosi a Latina nel
2004. Si tratta di due gemelli, Mauro e Sergio Pianura, originari di Padova e trasferiti a
Latina in cerca di lavoro, che decidono di salire fino al nono piano di un palazzo e di gettarsi
nel vuoto per arrivare insieme, quasi abbracciati, a destinazione. Prima di morire però
decidono di mandare un messaggio alla loro gemella, l’altra parte di loro, per un ultimo
saluto.
Ad attirare l’attenzione di alcuni studiosi tra le patologie psichiatriche sono stati i disturbi
dell’alimentazione: anoressia e bulimia. Questi disturbi oggi sono comunemente
diagnosticate e sono divenute un grosso problema di salute pubblica nei paesi occidentali.
Tali patologie seguono un percorso cronico con ricadute da cui è difficile uscire senza un
adeguato supporto tanto che a volte conducono anche alla morte. I disturbi
dell’alimentazione rappresentano un’interazione di vari fattori genetici, psicologici e
socioculturali. Anche in questo caso, gli studi sulla familiarità psichica e gli studi sui gemelli
sembrano indicare una vulnerabilità su base genetica che interagisce con altri fattori nel
determinare l’insorgenza di tale disturbo.74 Poiché i gemelli sono allevati nello stesso
ambiente e subiscono più o meno gli stessi fattori di rischi ambientali, la differenza nel tasso
di concordanza tra gemelli monozigoti e dizigoti potrebbe dimostrare il contributo della
genetica e dell’ambiente nel determinare lo sviluppo di un particolare disturbo. A tal
proposito sono state realizzate alcune ricerche da una studiosa inglese Treasure 75che hanno
evidenziato che il tasso di concordanza di disturbi dell’alimentazione tra gemelli è superiore
nei gemelli monozigoti rispetto ai dizigoti:
-
Anoressia nervosa76 il tasso di concordanza è del 48,5– 71% nei monozigoti e 0-10%
nei dizigoti;
73
Latina, gemelli di 29 anni si uccidono assieme, 3 maggio 2004, Corriere della sera,
www.corrieredellasera.it
74
Rivista tecnico scientifica della federazione italiana Triathlon a cura di Mario Miglio Responsabile
Didattico SIT Fitri, Costantino Bertucelli Responsabile Centro Studi e Ricerche Fitri, Roberto Tamburri
Direttore Tecnico Fitri, Claudia Umbro Responsabile Organizzativo SIT Fitri. Marzo 2007, vol.2
75
J. Treasure, GF Russell, I. Eisler, 1998, Mothers with anorexia nervosa who underfeed their children: Their
recognition and management, Psychological Medicine
76
Anoressia Nervosa è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato, secondo i criteri del DSM-V da:
Restrizione dell’apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente
all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. Un significativo basso peso è definito come un peso
51
-
Bulimia nervosa77 il tasso di concordanza è del 22,9-83% nei monozigoti e 0,27%
nei dizigoti
Questi studi però non sono completamente precisi perché la genetica non tiene in
considerazione fattori come la personalità, la disregolazione 78 emozionale o altri disturbi
psichiatrici che a loro volta potrebbero favorire lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione.
minore del minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, minore del minimo atteso; Intensa paura di
aumentare di peso o d’ingrassare, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso,
nonostante un peso significativamente basso; Anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del
proprio corpo; inappropriata influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o
persistente perdita della capacità di valutare la gravità della attuale perdita di peso. L’anoressia nervosa può
essere distinta in lieve, moderata, severa e estrema
77
Bulimia nervosa è uno dei disturbi dell’alimentazione ed è caratterizzato dalla tendenza a esercitare, in
maniera disgregolata, un eccessivo controllo sul proprio peso. Tale disturbo compare durante la prima
adolescenza ed è caratterizzato da eccessiva e costante preoccupazione per il peso e le forme, per cui la
persona inizia a seguire una dieta ferrea, presentando però poi abbuffate e vomito autoindotto.
78
La Disregolazione emozionale corrisponde alle difficoltà di gestire o elaborare efficacemente le emozioni,
e può manifestarsi con una loro eccessiva intensificazione o al contrario con una loro disattivazione. Nel
primo caso saremo portati a vivere l’attivazione emozionale come intrusiva e travolgente; nel secondo caso
invece potremmo andare incontro ad un appiattimento emotivo anche verso quelle esperienze che
solitamente dovrebbero destare un’attivazione emotiva.
52
CAPITOLO 3
UGUALI NON IDENTICI
1. Dipendenza dall’altro: difficoltà di separazione
Generalmente la relazione gemellare tende ad essere considerata come un legame unico,
indissolubile e non paragonabile a nessun altro tipo di legame di qualsiasi natura sia per
livello di intensità sia per livello di intimità. Questo legame, a differenza di quello che può
instaurarsi tra fratelli mononati, ha origine a partire dalla vita intrauterina e ciò comporta un
particolare senso di appartenenza ad una coppia.
Lo psicologo René Zazzo definisce questa particolare coppia come “satura ed eccessiva” e
nel 1935 si trova di fronte al cosiddetto “paradosso dei gemelli”.79 I gemelli monozigoti pur
essendo identici geneticamente, pur avendo condiviso lo stesso ambiente educativo, gli stessi
genitori e le stesse esperienze, non risultano totalmente identici da un punto di vista
psicologico. Inoltre, viene ipotizzato un altro fattore di somiglianza: l’ambiente gemellare,
o come Zazzo lo definisce, il micromilieu cioè l’insieme di abitudini gestuali, mimiche, che
modellano due persone che vivono un rapporto di coppia molto stretto (es. basta pensare ad
alcuni anziani che dopo una vita passata insieme tendono ad assomigliarsi).
Lo psicologo realizza uno studio, per la prima volta in materia di psicologia, sull’effetto
coppia nei gemelli. Secondo lo studioso il carattere dei gemelli si forma grazie alla dotazione
genetica, all’educazione ma anche e soprattutto attraverso delle dinamiche che si sviluppano
all’interno della coppia. Questo effetto porta inevitabilmente a due risultati:
1. La chiusura della coppia al mondo esterno;
2. Difficoltà nella relazione madre-bambino, complessa già di per sé in quanto la madre
si ritrova a fronteggiare due individui contemporaneamente con necessità dello stesso
livello.
79
R. Zazzo, 1987, Il paradosso dei gemelli, La Nuova Italia, Firenze
53
Questi due aspetti possono comportare delle alterazioni nel processo di separazione e
individualizzazione.
L’interazione madre-bambino nella realtà gemellare non può essere considerato un semplice
rapporto diadico in quanto si tratta di una “triade” dove tutti gli elementi che la compongono
stabiliscono tra loro rapporti di reciprocità. La triade madre-gemelli si mantiene
costantemente attiva anche quando la madre provvede temporaneamente ad uno di loro.
“In tali circostanze la donna può sentirsi “divisa” anticipando spesso nella mente ciò che
dovrà fare per l’uno mentre sta dedicando cure per all’altro, rischiando di non avvertire
mai la piena soddisfazione di un rapporto individualizzato con nessun bambino” 80
Ciò potrebbe comportare ad un atteggiamento da parte della madre che viene definito
“etichettamento” dei bambini in base all’attribuzione forzata di alcune caratteristiche diverse
dettate anche dal tentativo da parte della madre di individualizzare i propri figli. Con queste
etichette però si potrebbe in qualche modo influenzare il normale sviluppo del bambino che
per compiacere le aspettative della madre, farà di tutto nel tentativo di compiacerla.
Secondo alcuni psicanalisti per costruire la propria identità è necessario riuscire a capire di
essere persone diverse dai propri genitori e quindi riuscire a separarsi da loro. Nei gemelli
vi è una doppia difficoltà di separazione proprio perché oltre alla separazione dei genitori,
devono riuscire a superare anche la separazione del proprio cogemello. La separazione può
risultare particolarmente difficile e alcuni studiosi riconducono tale difficoltà al ritardo del
riconoscimento allo specchio81 infatti, alcune ricerche hanno dimostrato che i gemelli
monozigoti sono più tardivi nel riconoscersi allo specchio facendo confusione tra la propria
immagine e quella del cogemello. Questo ritardo può essere dovuto alla tendenza, generica,
che i genitori o i familiari hanno ad incoraggiare l’uguaglianza della coppia (ad esempio
vestendoli allo stesso modo) piuttosto che a valorizzare l’individualità di ognuno.
80
C. Frischetti, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico – psicologiche nelle gravidanze gemellari, Aracne,
Roma
81
Il test dello specchio è un oggetto di ricerca empirica sulla nascita della consapevolezza del Sé. Nei primi
mesi di vita il bambino presenta una vera e propria attrazione nei confronti di immagini allo specchio di
altre persone tra cui però non riesce a distinguere sé dagli altri. Alla fine del primo anno sembra notare un
collegamento tra i suoi movimenti e quelli riflessi. La capacità di riconoscersi, cioè quella di comprendere
che l’immagine riflessa si riferisce a sé, grazie anche al puntino rosso disegnato sul naso del bambino,
compare solo dopo che il bambino ha imparato ad associare movimenti, indici morfologici e somatici cioè
tutte quelle caratteristiche fisiche e somatiche grazie alle quali può avvenire il riconoscimento vero e
proprio.
54
René Zazzo, negli anni ’70 avviò uno studio di tipo sperimentale sul tema del riconoscimento
di Sé allo specchio con un ampio numero di bambini. Le sue ricerche si proponevano di
indagare l’acquisizione della consapevolezza di sé. Il suo obiettivo era quello di descrivere
il processo attraverso cui il bambino arrivava a riconoscersi. I bambini coinvolti avevano
un’età compresa tra gli 8 e i 36 mesi ed erano in tutto una ventina di coppie di gemelli
prevalentemente monozigoti in cui Zazzo vedeva la condizione del “doppio”. Una volta
organizzato il laboratorio, i bambini venivano messi in posizione opposta rispetto agli
specchi, veniva loro disegnato un puntino rosso sul naso senza che se ne accorgessero. Il
risultato consisteva in una sequenza evolutiva della comparsa di vari comportamenti
attraverso cui il bambino costruisce l’immagine del sé allo specchio. Tali comportamenti nei
gemelli risultano manifestarsi in tempi differenti rispetto ai mononati e la difficoltà del
riconoscimento è stata attribuita all’uguaglianza corporea che introduce il dubbio.
Per quanto riguarda la chiusura, la coppia gemellare può diventare, con il tempo, eccessiva
e chiusa al mondo esterno e il rischio più grande è proprio quello di rimanere “incastrati”
nella relazione duale. In questo modo, spiega Segal professore di Psichiatria presso
l’università di Toronto, le potenzialità psichiche si sviluppano in entrambi in maniera
complementare ragion per cui si finisce per sviluppare un’identità falsata con l’intento di
differenziarla dal proprio gemello. È come un serpente che si morde la coda: più si
sviluppano ruoli complementari più diventa difficile la separazione perché quest’ultima
comporterebbe una grossa perdita indispensabile.
Si è notata una certa differenza nell’attaccamento da parte dei gemelli monozigoti che
tendono a mantenere maggiori contatti e una maggiore vicinanza spaziale ed emotiva, nel
tempo rispetto ai gemelli dizigoti. Un altro aspetto caratteristico è che questo rapporto
rimane costante nel corso della vita per aumentare nella vecchiaia. Inoltre è stato fatto un
confronto relazionale tra gemello-gemello e gemello-fratello ed il primo risulta
notevolmente più forte ma anche più conflittuale.
I gemelli tendono a preferire lo sviluppo di legami di attaccamento tra loro rispetto ai
mononati che utilizzano come figure di riferimento i genitori.
“I gemelli, al pari degli individui mononati, nell’infanzia svilupperebbero comportamenti
di attaccamento verso i propri caregiver per ottenere il soddisfacimento dei bisogni
primari e, a seguito del processo di separazione-individuazione dalle figure genitoriali e
dell’aumentato interesse per partner sociali diversi dalla madre, arriverebbero
55
progressivamente ad orientare l’attenzione e i tentativi di contatto verso il cogemello con
maggiore costanza; egli sarebbe infatti un partner stabilmente accessibile a cui trasferire
con facilità le funzioni di attaccamento, in maggior grado rispetto a quanto riscontrato nei
mononati rispetto al fratello e mostrerebbero di fare un minor ricorso alle altre figure
target per ottenere accudimento e sicurezza”82
Segal sostiene che vi è la tendenza da parte dei gemelli a contattarsi con più frequenza
rispetto ai nati singoli che occupano una posizione inferiore. Questa tendenza a “rimanere in
contatto”, vivere geograficamente più vicini e a ricercare esperienze comuni, si può
ricondurre all’angoscia di separazione dal cogemello che è presente già dall’infanzia.
L’angoscia di separazione dal cogemello sembra essere meno sopportabile e meno
superabile rispetto a quella relativa alla madre.
La psicologa Alessandra Piontelli83 afferma che nei gemelli identici la figura principale di
attaccamento è il cogemello a differenza dei gemelli dizigoti in cui il caregiver è
rappresentato dalla madre. Il gemello della coppia monozigote quindi tende ad identificarsi
con l’altro e se questa identificazione non è seguita da una separazione graduale può
succedere che avvenga una confusione di identità.
Durante il I Convegno Nazionale A.PRO.G tenutosi a Roma nel 2003 “Mondo dei gemelli:
le persone, la coppia, la famiglia” a cura di Antonietta Provenzano e Giuseppina Provenzano,
la psicologa e pedagogista Giuseppina Provenzano afferma che nella fase di differenziazione
un ruolo importante è occupato dal proprio corpo che funge come unico strumento attraverso
il quale differenziarci dalle altre cose o persone che, a loro volta, possiedono un corpo
diverso dal nostro e soprattutto separato dal nostro.84 Il corpo è il mezzo attraverso cui
prendiamo coscienza della differenze che c’è con l’altro ed è, contemporaneamente, il mezzo
attraverso cui costruiamo la nostra identità in quanto prendiamo consapevolezza di essere
unici e irripetibili.
“Per i gemelli il corpo rappresenta invece un ostacolo perché è identico a quello di
qualcun’ altro ed ha gli stessi tempi e modi di sviluppo come anche di decadimento e di
82
Piera Brustia et al. 2013, Costruzione dell’identità e sviluppo emotivo nelle coppie gemellari: effetti sul
benessere nel ciclo di vita, Giovanni Fioriti, Torino
83
Alessandra Piontelli, 2012, Gemelli nel mondo, Cortina Raffaello
84
G. Provenzano, L’identià gemellare: ad ognuno la propria favola, II sessessione del I Convegno Nazionale
A.PRO.G, 2003, a cura di A. Provenzano G. Provenzano, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la
famiglia. Prospettive bio – mediche, psico – pedagogiche e sociali, a cura di A. Provenzano, G. Provenzano,
Regione Lazio
56
malattia. Durante la fase di differenziazione i gemelli esplorano il proprio corpo tra di
loro e non con la madre proprio a causa della simbiosi che gli è stata imposta e
dell’eccessivo tempo che trascorrono insieme; questo è chiaramente un fattore a scapito
della consapevolezza di essere diversi ed unici”85
Questo rapporto vissuto in maniera chiusa, stretta, esclusiva, tende a creare una morbosa
dipendenza nella coppia tanto da sentire la necessità della presenza dell’altro per sentirsi
completo. La dipendenza dall’altro può diventare talmente tanto forte da rendere
dolorosissimo il momento della separazione infatti, sono molti i casi di gemelle o gemelli
che pur sposandosi decidono di andare a vivere con i rispettivi coniugi in un’unica casa o,
ancora, preferiscono vivere l’uno accanto all’altro lasciando al di fuori qualsiasi prospettiva
di futuro che non includa l’altro. La morbosità con cui i gemelli vivono il loro rapporto può
sfociare, a volte, in conflitto.
1.1 Linguaggio segreto
Lo psicologo Zazzo affermava che alla base di della chiusura di coppia gemellare potesse
esserci quella che lui definisce Criptofasia; una sorta di “linguaggio gemellare” che si
sviluppa nella coppia tra i due e i quattro anni di vita e sembra essere proprio il risultato della
“vita di coppia”. Alcuni studiosi paragonano questo tipo di linguaggio al linguaggio segreto
che viene creato in età scolare da individui giovani con il semplice scopo di far parte di un
gruppo e rendere l’accesso ad altri individui limitato con la differenza che questo tipo di
linguaggio è intenzionale e sta ad indicare una sorta di accordo sulle regole da rispettare per
poter appartenere a quel determinato gruppo. Il linguaggio gemellare, invece, risulta
spontaneo e inconscio.
Questo fenomeno riguarda sia le coppie monozigote sia quelle dizigote e consiste in un
linguaggio fatto di gesti, parole inventate, parole normali che assumono nella coppia un
valore simbolico, silenzi significativi e borbottii.
Studi recenti hanno individuato in questo linguaggio un “codice implicito” che viene
condiviso da entrambe le parti e questo permette la facile comprensione rispetto agli
individui che condividono un codice esplicito. A volte può succedere che il gemello
85
I Convegno Nazionale A.PRO.G, 2003, a cura di A. Provenzano G. Provenzano, Il mondo dei gemelli: le
persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio – mediche, psico – pedagogiche e sociali, a cura di A.
Provenzano, G. Provenzano, Regione Lazio p.29
57
linguisticamente più competente funga da traduttore con il resto della famiglia, questo ruolo
viene definito da Bracken come “gemello guida”. 86
Nella letteratura troviamo John e Jill Barth. John è considerato uno dei più influenti autori
americani della seconda metà del XX secolo. La sua opera di scrittore è fortemente
influenzata dalla sua condizione di co-gemello con una femmina, Jill. In diversi suoi libri si
allude a coppie di gemelli:
“I gemelli condividono la curiosa esperienza di acquisire la capacità linguistica e altre
abilità di base à deux, usando nel frattempo un linguaggio che precede e insieme supera il
discorso articolato. Il discorso, nella prospettiva di due bambini gemelli, è per gli altri.
Noi gemelli consideriamo il linguaggio come i parlanti di un dialetto specifico
considerano la lingua ufficiale: serve a rapportarci con gli estranei, fra noi non ne
abbiamo bisogno. Per questo è ragionevole aspettarsi che un gemello che diventi
narratore di professione non dia mai il linguaggio per scontato”87
A volte però la criptofasia può interferire con il normale sviluppo del linguaggio già previsto
da alcuni studi condotti in campo linguistico. Infatti, si è accertato che il linguaggio nei
gemelli è ritardato di circa sei mesi rispetto i mononati. Questo ritardo potrebbe essere
ricondotto ad una sorta di adattamento alla vita di coppia che i bambini gemelli sono destinati
a fare e quindi non sentono la necessità di impegnarsi per farsi capire dato che, come alcuni
genitori di gemelli affermano, “basta uno sguardo”, “tra loro si capiscono”.
Un esempio pratico potrebbe essere rappresentato dal caso delle “gemelle che non
parlavano”.
86
Von Bracken, 2004, The gene illusion. Genetic Research in Psychiatry and Psychology under the
Microscope, Algora Publishing, New York
87
John Barth,1972, Giles Ragazzo-capra, Rizzoli, Milano
58
Fig.8 In alto June e Jennifer Gibbons da piccole, in
basso le gemelle insieme alla giornalista Wallace che
seguì la vicenda
Negli anni ’70 June e Jennifer Gibbons sono due gemelle identiche, di colore, provenienti
da una cittadina del Galles, all’età di otto anni, smettono di parlare con qualsiasi persona che
non sia la cogemella. Questo ha compromesso la loro esperienza scolastica che, infatti,
termina precocemente. Le gemelle iniziano a condurre una vita totalmente separata dal resto
del mondo e soprattutto autosufficiente lasciando fuori parenti, coetanei e genitori con i quali
evitano anche di incontrarsi all’ora del pranzo e della cena. Di punto in bianco decidono di
uscire fuori dal loro mondo sfidando la realtà: appiccano incendi, commettono furti, vengono
arrestate e portate a processo dove, anche qui, decidono di non parlare. Vengono condannate
alla reclusione in un manicomio criminale di Broadmoor88. A questa vicenda si appassiona
una giornalista che decide di seguire il caso poco convinta per la condanna severa data alle
gemelle e dal loro enorme muro di silenzio. La giornalista Wallace trova nella loro abitazione
un diario dove le gemelle scrivevano ad un fantomatico e ideale interlocutore tutti i loro
sentimenti intimi e travagliati che nessun altro avrebbe potuto capire. È proprio da questo
diario che prende forma la loro maledizione: non poter vivere separatamente ma neppure
vicine perché l’una avrebbe annullato l’altra. Un continuo conflitto sfogato sulle pagine di
un diario che prende materialmente forma quando entrambe diventano donne: è proprio qui
che esplode l’odio reciproco avvertendo l’insopportabile peso della loro condizione. Jennifer
fredda e arrogante pretende che la sorella sia come lei pianificando la sua morte qualora la
88
È il più noto dei tre Ospedali Psichiatrici di alta sicurezza che si trova in Inghilterra costruito nel 1902 e
poteva ospitare circa 210 pazienti di cui alcuni affetti da gravi patologie mentali e altri condannati per vari
reati.
59
gemella avesse in previsione di ucciderla. Indispensabili prima, terrorizzate l’una dall’altra
dopo, l’amore sconfinato si traduce in desiderio di prevaricazione sull’altra spinto dal
desiderio di una distanza tra sé e l’altro.89
Piontelli sostiene che non si tratta di un fenomeno misterioso o paranormale come la società
tende a credere, semplicemente la precoce presenza dell’altro, durante tutta la gravidanza, fa
sì che sia più semplice per entrambi sviluppare una maggiore sensibilità reciproca tale da
imparare a riconoscere i modelli di comportamento e il linguaggio del corpo dell’altro. Il
linguaggio segreto diminuisce con l’aumentare delle competenze linguistiche.
Fig.9 Immagine di due gemelli rannicchiati nell’utero materno realizzata grazie ad una tecnica di
imaging a risonanza magnetica: “cinematic-MRI”
2. Conflittualità
Come ho già accennato precedentemente, un rapporto di così forte intesa si può trasformare
facilmente in conflitto che arriva solitamente nell’età della pubertà cioè quando si sente
ancora più forte il bisogno di affermare la propria identità.
89
Marjorie Wallace, 1989, Le gemelle che non parlavano, Adelphi
60
La conflittualità in questo tipo di rapporto può presentarsi in maniera estrema a volte con
una violenza qualitativamente diversa a quella che potrebbe esserci con un fratello normale.
Sono molti i casi in cui tra gemelli c’è un forte conflitto e una rivalità che può rivelarsi
addirittura distruttiva come ad esempio nella storia delle gemelle che non parlavano di cui
abbiamo precedentemente parlato o, ancora, la storia delle gemelle Sunny e Gina raccolta
dallo scienziato Tim Spector nel 2011.
Gina e Sunny sono nate nella Corea del Sud e si sono trasferite da adolescenti a San Diego,
brave a scuola ma molto competitive, litigavano continuamente. Terminata la scuola si
separarono conducendo vite completamente diverse: Gina era diventata dipendente dal gioco
d’azzardo e Sunny aveva un tenore di vita molto alto, frutto di furti e truffe. I debiti di gioco
di Gina erano talmente alti da spingerla a derubare addirittura la sorella che la denunciò
facendola finire in prigione. Dopo qualche mese, Gina reclutò due ragazzi per mettere in atto
il suo piano vendicativo contro la sorella. I due ragazzi entrarono in casa di Sunny armati di
pistola fermati poi dall’arrivo tempestivo della polizia che arrestò Gina la quale sta ancora
scontando 26 anni di carcere.
“La storia di Sunny e Gina mette in evidenza i possibili pericoli in cui incorrono alcune
personalità nel voler competere continuamente con qualcuno in cui gli altri vedono una tale
somiglianza. Questa rivalità e il bisogno di differenziarsi sono spesso osservati anche in
gemelli dizigoti”90
La Psicologa Susanna Cameriere afferma che già nel grembo materno vi sia una sorta di
competizione tra gemelli: per lo spazio, l’alimentazione e la sopravvivenza motivo per cui,
si ipotizza, vi possono essere delle asimmetrie nel peso e nello sviluppo fetale.91 Al momento
della nascita si ha un cambiamento: dalla competizione per lo spazio uterino si passa alla
competizione per lo spazio esistenziale in quanto si tratta non solo di due individui identici
ma anche di identiche necessità che insorgono anche nello stesso momento.
La madre, quindi, potrebbe essere uno motivo di conflitto. Come già detto il legame
gemellare tende ad essere preferito e privilegiato rispetto al rapporto con la madre ma è
possibile che i gemelli sentano la necessità di avere un rapporto esclusivo con la madre. Ci
90
Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag 297
- 298
91
Susanna Cameriere, 2011, Conflittualità tra gemelli, Convegno I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola,
Torino
61
si trova davanti ad una corsa nel tentativo di raggiungere l’esclusività del rapporto che però
risulta sempre allentato attribuendo la responsabilità di ciò al cogemello che, forse, è
“arrivato per primo al traguardo”.
“È interessante il fatto che molto spesso entrambi i gemelli sostengano la preferenza della
madre (e/o del padre) per l’altro”92
La psicologa Maria Emilia Pozzi93, nel suo libro, racconta di un caso di una coppia di gemelli
maschi i cui genitori si erano rivolti alla clinica, presso cui prestava servizio, poiché avevano
notato che uno dei bambini mostrava eccessivi tratti e interessi femminili. Come sappiamo,
essere un gemello è una condizione in cui si viene esposti a una situazione di rischio e
vulnerabilità poiché ciò che era destinato ad un bambino solo dovrà essere condiviso sin
dall’inizio della vita intrauterina. Il gemello, di nome Ron, aveva 4 anni e fin da piccolo
mostrava attrazione per gli indumenti femminili e i capelli lunghi. I genitori del bambino
erano preoccupati di influenzare i figli in maniera negativa parlando apertamente davanti a
loro, motivo per cui continuarono i colloqui con la dottoressa da soli. I genitori descrissero
Ron come un bambino infelice, inquieto, si lasciava facilmente infastidire dallo sporco,
preferiva disegnare solo figure femminili, indossava un cappello da bambina con le trecce
mentre era in casa e mostrava un’ossessione nei confronti delle bambole rifiutando attività
tipicamente maschili. Poiché da poco un parente, non molto lontano alla loro famiglia, aveva
dichiarato la sua omosessualità, i genitori di Ron temevano che l’interesse del figlio fosse
determinato da una componente genetica.
A questo punto la dottoressa decide di procedere con l’analisi dell’anamnesi alla nascita e
scoprì che sia la gravidanza sia il parto erano stati difficoltosi e complicati: per i primi due
anni la madre e i gemelli, per ricevere aiuti dalla famiglia, erano stati costretti a viaggi
frequenti e lunghi; i “sintomi” di Ron si erano manifestati molto prima di iniziare l’asilo ed
entrambi i gemelli mostravano un comportamento di grande dipendenza dalla madre che era
dovuta rimanere accanto a loro diverse settimane prima che si ambientassero. Mentre l’altro
gemello era riuscito ad inserirsi nel gruppo dei bambini dell’asilo e a condividere con loro
giochi e attività maschili, Ron aveva stretto amicizie solo femminili giocando alle bambole.
92
Susanna Cameriere, Conflittualità tra gemelli, Convegno I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola 2011
Torino
93
M. Emilia Pozzi, 2004, I disagi dei bambini da 0 a 5 anni. Relazioni difficili e terapia psicoanalitica della
famiglia, Mondadori
62
Dopo alcuni incontri la dottoressa capì che questo interesse da parte di Ron al “mondo
femminile” si era sviluppato per rimanere attaccato alla madre e diventare quasi come lei,
con i capelli lunghi. Separarsi da lei, infatti, era troppo difficile da sopportare.
Riprendendo il discorso del conflitto, secondo Pearlman e Ganon94 le “lotte” dei gemelli
potrebbero essere una manifestazione del bisogno di individualità e separazione e questo
permette loro di cambiare il loro ruolo all’interno della coppia evitandone così la
“cristallizzazione” che potrebbe impedire l’armonico sviluppo di entrambi.
Il livello estremo di competitività si manifesta con la comunicazione totale, infatti, ogni
gemello rimanda all’altro tutta l’ostilità senza bisogno di filtri. Tale ostilità, come in un gioco
di specchi, si moltiplica e viene rimandata all’altro.
Così come vi è un attaccamento dei mononati alla figura del genitore e successivamente
insorge il bisogno di conflitto con questo, nei gemelli vi è prima l’attaccamento da parte di
un gemello al suo cogemello e successivamente l’esigenza di conflitto con esso e il
controsenso sta proprio in questo: essere in totale feroce conflitto con la persona senza cui
non si riesce a vivere.
Una caratteristica che sembra dare il suo contributo al conflitto è la gelosia, permanente nel
rapporto gemellare. Dapprima è rivolta agli oggetti e alle persone, successivamente viene
indirizzata al cogemello e questo rende difficoltosa la possibilità di creare altri legami con
l’esterno.
L’estrema aggressività non è rivolta esclusivamente al cogemello, può succedere infatti che
la coppia si “coalizzi” contro il mondo esterno come vedremo nell’ultimo capitolo di questo
lavoro.
Quello dei gemelli sembra presentarsi come un rapporto, in qualsiasi direzione, estremo che
non conosce vie di mezzo: feroce conflitto o simbiosi morbosa.
Tim Spector afferma che tutti gli individui desiderano avere la propria indipendenza e la
propria identità che si differenzia dall’altro, sia che si tratti di gemelli sia che si tratti di
semplici fratelli. Nessun gemello identico vorrebbe vivere la vita dell’altro.
Nel 2011 Daniel e Simon sono due gemelli monozigoti che hanno avuto un’infanzia normale
e tranquilla. Presentavano qualche differenza fisica ma avevano molte cose in comune.
94
E. M. Pearlman, J. A. Ganon, 2000, Raising twins. What parents want to know and what twins want to tell
them, HarperCollins, New York
63
Simon si arruolò in polizia e fece carriera diventando un detective di successo, Daniel preferì
il lavoro in fattoria dove poi ebbe un incidente che lo costrinse ad un lungo periodo di
riabilitazione e alla perdita del lavoro e della sua prima moglie. Lo scienziato Spector
intervistando il “gemello sfortunato” gli chiese se avesse mai desiderato essere al posto del
“gemello fortunato” e la risposta fu negativa, inoltre lo sfortunato aggiunse di accorgersi
delle differenze abissali che c’erano tra entrambi e che proprio in ragione di questo era
portato a pensare di non essere un gemello identico.
“Sembrerebbe dunque che siamo programmati a pensare e a essere in questo modo, forse
per poterci distinguere più chiaramente da tutti gli altri. È per questo che i gemelli, come
abbiamo visto, tendono ad avere reazioni agli stessi stimoli molto più diverse dal previsto,
per esempio nei confronti dei genitori o degli insegnanti”95
3. Gerarchia: divisione dei ruoli
La psicologia dello sviluppo ha individuato nella coppia dei gemelli l’esistenza di una
gerarchia, una sorta di suddivisione dei ruoli.
Bracken96 nel 1939 descrive per la prima volta due ruoli distinti:
-
Ministro degli esteri: rappresentato da colui che si occupa di intrattenere e regolare i
rapporti con il mondo al di fuori della coppia;
-
Ministro degli interni: è rappresentato dal gemello più sensibile al vissuto interno
della coppia, guida quest’ultima e prende decisioni.
A tal proposito Gedda 97 distingue:
-
Ruolo attivo: ricoperto dal gemello dominante, definito anche gemello guida che
sceglie per entrambi, prende iniziative, dà ordini e si sente superiore. Sembra meno
dipendente dalla coppia e quindi meno legato all’altro. L’atteggiamento di questo
gemello serve a mantenere l’equilibrio della coppia in quanto impedisce di provare
il senso di frustrazione. Solitamente il gemello dominante è colui che nasce per
95
Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna pag. 298
Von Bracken, 2004, The gene illusion. Genetic Research in Psychiatry and Psychology under the
Microscope, Algora Publishing, New York
97
Gedda, 1951, Studio sui gemelli, Orizzonte Medico, Roma
96
64
primo, con maggior peso e caratterialmente più forte. Il suo ruolo viene riconosciuto
spontaneamente e totalmente dal cogemello fin dai primi anni dell’infanzia e può
diventare “gemello leader”. Questo tende a prendere decisioni sia per se che per
l’altro, proiettando le sue volontà in quelle del fratello, a volte risulta essere
l’elemento più soggetto alla sofferenza al momento della separazione;
-
Ruolo passivo: ricoperto dal cosiddetto gemello dominato o sottomesso, colui che
nasce per secondo, con peso inferiore o se alla nascita presenta condizioni di
sofferenza. Nelle coppie maschio-femmina a dominare solitamente è la femmina per
fattori evidenti come ad esempio una maggiore resistenza alle malattie, precocità
nella pulizia o un migliore rendimento scolastico. Egli più che subire le decisioni del
fratello, non trova la possibilità di ulteriore scelta e riconosce soddisfatte le sue
richieste nelle decisioni dell’altro.
Se i ruoli si stabilizzano nel tempo andranno a strutturare le personalità di ognuno ma,
affinché non insorgano manifestazioni patologiche, è necessario che vi sia la possibilità che
i ruoli, con il tempo, possano ribaltarsi. Lo scambio dei ruoli può avvenire a causa
dell’influenza dei genitori che tendono ad offrire maggiori attenzioni e cure al gemello più
“fragile”.
4. Personalità
La personalità può essere definita come un insieme distintivo e caratteristico di pensieri,
emozioni e comportamenti che definiscono lo stile personale con cui l’individuo interagisce
con l’ambiente.98
“Modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se
stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Solo quando
tali tratti sono rigidi e non adattativi e causano compromissione del funzionamento sociale
e lavorativo, oppure una sofferenza soggettiva, essi costituiscono i disturbi di
personalità”99
Gli psicologi hanno cercato di individuare dei metodi formali per descrivere e misurare la
personalità.
98
99
Atkinson & Hilgard’s, 2009, Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova
DSM-V, 2016, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore
65
Lo psicologo Hans Eysenck100 arrivò a delineare due fattori di personalità:
-
Introversione: si riferisce al grado in cui l’orientamento di una persona si rivolge
internamente verso il proprio sé e alla cui estremità troviamo individui timidi, che
preferiscono lavorare da soli e tendono a ritirarsi in se stessi soprattutto nei periodi
di forte stress o di conflitto;
-
Estroversione: si riferisce al grado in cui l’orientamento di una persona si rivolge
esternamente verso il mondo esterno alla cui estremità troviamo individui socievoli,
che preferiscono occupazioni che gli consentano di lavorare a contatto diretto con
altre persone e nei periodi di stress o conflitto prediligono la compagnia;
-
Nevroticismo: (instabilità-stabilità) è una dimensione dell’emotività che caratterizza
individui lunatici, ansiosi, disadattati all’estremità della scala nevrotica instabile. Al
contrario, invece, troveremo persone calmi e ben adattati all’estremità della scala
opposta della stabilità.
Freud sosteneva che l’individuo attraversa, nei primi 5 anni di vita, vari stadi di sviluppo che
influiscono sulla sua personalità. Questi periodi venivano chiamati “stadi psicosessuali” e
durante ogni stadio, gli impulsi dell’Es (che ricercano il piacere) si concentrano in un’area
particolare del corpo e sulle attività legate a quell’area. Gli stadi si suddividevano in:
-
Stadio orale: si riferisce al primo anno di vita del bambino che trae piacere dall’essere
accudito e allattato. Qui il bambino mette in bocca tutto ciò che riesce a raggiungere;
-
Stadio anale: il bambino prova piacere a trattenere e ad espellere le feci;
-
Stadio fallico: il bambino, dai 3 ai 6 anni, prova piacere accarezzando i propri genitali
e scopre ed osserva le differenze tra maschi e femmine, indirizzando gli impulsi
sessuali che iniziano a svegliarsi verso il genitore del sesso opposto. In questa fase si
arriva al complesso di Edipo/Elettra di cui abbiamo precedentemente parlato;
-
Stadio genitale: pubertà e dall’adolescenza introducono la fase matura della
sessualità e del funzionamento adulto.
Freud sosteneva che la presenza di un problema in uno di questi stadi, può arrestare o fissare
lo sviluppo esercitando delle conseguenze sulla personalità.101
100
101
H.J. Eysenck, 1953, The structure of human personality, Wiley, New York
S. Freud, 1905, Tre saggi sulla teoria sessuale, BUR biblioteca Univ. Rizzoli
66
I processi cognitivi, in ambito della personalità, assumono un ruolo fondamentale con lo
psicologo George Kelly che focalizzò la sua attenzione ai costrutti personali, cioè, le
dimensioni che le persone utilizzano per interpretare se stesse e il proprio mondo sociale. 102
Queste dimensioni costituiscono gli elementi fondamentali di analisi nella teoria dei costrutti
personali.103
Dalla tenera età tendiamo tutti a sviluppare una rappresentazione cognitiva di chi siamo, una
sorta di “schema”104 che viene definito schema del sé. Tale schema è costituito dagli aspetti
del nostro comportamento che consideriamo più importanti. Il nucleo fondamentale dello
schema del sé è costituito dalle informazioni di base di ognuno di noi come, ad esempio,
nome, aspetto fisico e relazioni significative. Le cose più importanti, dal punto di vista delle
differenze individuali, sono le caratteristiche particolari degli schemi del sé. 105
Tali schemi, secondo alcuni studiosi, cambiano notevolmente in base alle culture di
riferimento e quindi si arriva ad affermare che la personalità è un prodotto culturale 106,
infatti, nella cultura nord Americana i desideri, gli interessi e le capacità individuali
costituiscono il sé, mentre, nella cultura Asiatica il sé è un’entità direttamente interconnessa
agli obblighi sociali e alle relazioni con gli altri.
4.1 Personalità e ambiente
Nel modellare la nostra personalità veniamo influenzati da fattori genetici e ambientali che
si intrecciano fin dal principio. Affinché si scatenino gli effetti di geni specifici sono
necessari determinati ambienti: se un bambino nasce con la tendenza genetica all’alcolismo
102
G. A. Kelly, 1955, The psichology of personal constructs, Norton, New York
Kelley, con la sua teoria dei costrutti personali paragona gli uomini a degli scienziati intuitivi che
osservano il mondo, formulano ipotesi e producono teorie sul suo funzionamento. Inoltre, categorizzano,
interpretano, etichettano e giudicano se stessi e il loro mondo. Come gli scienziati, anche gli individui
possono sostenere teorie sbagliate e credenze che li ostacolano nella vita quotidiana, portandoli ad
interpretazioni distorte degli eventi e delle persone, inclusi loro stessi. Ciascun individuo utilizza un insieme
unico di costrutti personali per interpretare e predire gli eventi. I costrutti possono acquisire una forma
diversa: una conoscenza può essere cordiale o scortese, intelligente o stupida ma due persone che
incontrano lo stesso individuo possono utilizzare costrutti diversi per valutarlo.
104
Lo schema è una struttura cognitiva che ci aiuta a elaborare, organizzare, percepire e utilizzare
un’informazione. Attraverso l’uso degli schemi, ogni individuo sviluppa un sistema per individuare cosa è
più importante nel suo ambiente ignorando tutto il resto.
105
H. Markus & Sentis, K., 1982, The self in social information processing. In J. Suls (Ed.), Psychological
perspectives on the self (vol.1), Hillsdale, NJ: Elbaum
106
S. E. Cross & H. Markus, 1999, The cultural constitution of personality. In L. A. Pervin & O. P. John (Eds.),
Handbook of personality: theory and research, Guilford Press, New York
103
67
diventerà alcolizzato solo se esposto ad un ambiente domestico in cui vi sia un abuso di
alcool. È da tenere presente che i genitori forniscono ai propri figli sia i loro geni sia
l’ambiente in cui crescere e, di conseguenza, vi sarà un collegamento tra le caratteristiche
ereditate e l’ambiente in cui il bambino cresce.107
L’ambiente quindi diventa una funzione molto importante per la personalità iniziale del
bambino attraverso tre forme di interazione:
-
Interazione reattiva: individui esposti allo stesso ambiente ne fanno esperienza, lo
interpretano e reagiscono ad esso in modo diverso. Per esempio: un bambino ansioso
e sensibile subirà i genitori severi e reagirà in modo diverso rispetto ad un bambino
calmo e tranquillo. La personalità di ogni bambino ricava dall’ambiente oggettivo
che lo circonda un ambiente psicologicamente soggettivo. In questo ambiente
soggettivo modellerà lo sviluppo della personalità. Anche se i genitori offrono lo
stesso ambiente educativo a tutti i loro figli, questo non avrà lo stesso valore
psicologico per tutti;
-
Interazione evocativa: secondo cui la personalità di ogni individuo suscita risposte
negli altri. Questo tipo di interazione dura tutta la vita: persone benevole evocheranno
ambienti benevoli.
-
Interazione proattiva: a mano a mano che i bambini cresceranno, si muoveranno al
di fuori dell’ambiente familiare e inizieranno a scegliere e costruire dei propri
ambienti. Questi modelleranno ulteriormente la personalità dei soggetti: se una
ragazza è socievole, prediligerà ambienti socievoli e ambienti che rinforzeranno la
sua socievolezza. In questo tipo di interazione, l’individuo diventa agente attivo nello
sviluppo della propria personalità.
Come abbiamo già visto per altri aspetti, quando si tratta di gemelli il discorso si complica.
Prendendo adesso ad esempio i gemelli monozigoti: considerato che hanno un corredo
genetico identico, reagiscono alle situazioni in modi simili (interazione reattiva), suscitano
risposte simili negli altri (interazione evocativa), e la somiglianza genetica che presentano
determina i loro talenti, interessi e motivazioni tanto da andare in cerca di ambienti simili
107
G. Gottileb, 2000, Environmental and behavioral influences on gene activity, Current Directions in
Psychological Science
68
(interazione proattiva). La cosa assolutamente importante è che tutti questi processi avranno
luogo indipendentemente dall’ambiente in cui cresceranno: se due gemelli monozigoti
vengono separati alla nascita e crescono in ambienti diversi, verranno trattati dagli altri allo
stesso modo perché entrambi evocheranno risposte simili dagli altri perché l’interazione
proattiva opera nello stesso modo. Questo assunto potrebbe essere una spiegazione della
storia dei gemelli Jim trattata nel capitolo precedente.
Per quanto riguarda i gemelli dizigoti, le cose cambiano: gli ambienti divergono sempre di
più a mano a mano che i gemelli crescono pur mantenendo lo stesso ambiente familiare. Il
momento di maggiore somiglianza risale al periodo della prima infanzia, quando, i genitori
“impongono” loro un ambiente comune. Non appena inizieranno a costruire e interagire in
ambienti diversi, le differenze risulteranno maggiori perché maggiori saranno anche
differenti reazioni che susciteranno negli altri individui.
Eliminando le somiglianze genetiche, i bambini della stessa famiglia sembrano non essere
più simili dei bambini presi a caso nella popolazione.108 Ciò implicherebbe che gli studi
realizzati fino ad ora e le variabili osservate, non hanno contribuito ad individuare i motivi
delle differenze individuali della personalità.
Una possibile spiegazione a ciò potrebbe essere individuata nel fatto che le interazioni, di
cui abbiamo parlato fino ad ora, potrebbero contribuire a ridurre le differenze fra gli ambienti
fino a che gli stessi lo permettono dando qualche flessibilità di risposta.
“Un bambino intelligente in una famiglia trascurata assorbirà più informazioni da un
programma televisivo rispetto ad un fratello meno intelligente (interazione reattiva),
attrarrà l’attenzione di un insegnante affettuoso (interazione evocativa) e andrà in
biblioteca a studiare per conto suo (interazione proattiva)”109
Il genotipo di questo individuo agisce per contrastare gli effetti dell’ambiente domestico che
“bloccano” il suo sviluppo. Se, invece, l’ambiente domestico risulta essere fortemente
108
S. Scarr, 1992, Developmental theories for the 1990s: Developement and individual differences. Child
Developement
109
Atkinson & Hilgard’s, 2009, Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova
69
restrittivo si avrà l’arresto di questi processi guidati. 110 Una dimostrazione di ciò potrebbero
essere i gemelli monozigoti che presentano maggiori diversità quando sono allevati
separatamente in contesti molto restrittivi.
Nel 2011 Tim Spector intervistò due gemelle monozigote, Debbie e Sharon adottate e
separate subito dopo la nascita nel New Jersey. 111 Cresciute in famiglie simili ma in ambienti
religiosi diversi: una in una famiglia di ebrei ortodossi, l’altra in una famiglia cattolica.
Entrambe frequentavano regolarmente i rispettivi luoghi di culto e avevano studiato per
diventare assistenti sociali. Debbie sposò un ebreo e Sharon un cattolico. Quando si
incontrarono, dopo aver scoperto la loro storia, rimasero colpite dal fatto che non si
somigliavano come si aspettavano. Nessuna delle due gemelle cambiò religione ma molte
cose iniziarono a diventare simili (acconciatura, vestiti ecc.). Essendo monozigote e quindi
identiche solo la cultura e l’ambiente familiare avrebbe dovuto spiegare le loro differenze
comportamentali e religiose. Una cosa era certa: entrambe avevano una predisposizione alla
fede e ad assistere e partecipare ad attività religiose.
5. Dove inizio io e dove finisci tu?
Tutto quello che comporta essere gemelli è sempre difficile da gestire: la relazione tra
“fratelli” è molto più intensa sotto tutti i suoi aspetti, dai momenti di pace ai momenti di
rabbia violenta, stesse esperienze, stesse tappe di crescita negli stessi momenti, la forte
“dipendenza” che condiziona in qualche modo la crescita individuale.
Nella prima infanzia essi raramente accedono a contesti sociali in assenza dell’altro a
differenza invece dei mononati che sono liberi di esplorare il mondo in autonomia e quindi
di formare rapporti amicali non condivisi. I gemelli infatti tendono ad accedere e frequentare
gli stessi ambienti presentandosi con uno sfondo relazionale caratteristico e maggiori
esperienze pregresse di interazione con un pari, ovvero, il cogemello.112
Un aspetto interessante consiste nel fatto che la loro modalità di negoziazione delle amicizie
si basa sulla possibilità di “usare” il cogemello come punto di riferimento, base sicura, per
esplorare il rapporto con gli altri e in ragione di questo risultano favoriti nell’istaurazione di
110
S. Scarr & K. Mccartney, 1983, How people make their own environments: A theory of genotypeenvironment effects. Child Developement
111
Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna
112
F. J. Neyer, 2002, Twin relationship in old ade: A developemental perspective, Journal of Personality and
Social Psychology
70
nuovi rapporti. Bisogna tener presente che si parla di questa possibilità se non si tratta di
coppia chiusa perché i gemelli, in quel caso, tendono ad opporsi alle esigenze di conoscenza
di altre persone e quindi impedire la formazione di nuovi rapporti sociali. 113 Un alto fattore
che potrebbe danneggiare la possibilità di rapporti sociali è il fatto che in determinati
contesti, l’attaccamento gemellare potrebbe trasmettere una percezione “errata”, ovvero,
potrebbe trasmettere l’immagine di una coppia formata da un unico individuo e non da
individui singoli e autonomi, condizionando così ulteriormente il processo di
socializzazione.114
Alcune ricerche di Bernier115 indicano che i gemelli, soprattutto monozigoti, tendono a
passare più tempo insieme e a frequentare gli stessi ambienti del cogemello, di conseguenza,
vi è una tendenza a formare più amicizie condivise indicando, con maggiore probabilità, il
cogemello o uno degli amici comuni come miglior amico.
Non è inusuale, inoltre, la propensione a vivere il rapporto gemellare anche come legame
amicale. Questa propensione viene spiegata, nel 2000, da Segal 116 afferma che la comunanza
di un corredo genetico potrebbe contribuire alla formazione di un rapporto amicale così
stretto data anche la propensione a manifestare comportamenti di supporto e altruistici.
Aboud e Mendelson117 nel 1996 individuano delle differenze relative alle amicizie condivise
e alla percezione del cogemello/amico, in base al tipo di gemellarità. Per quanto riguarda le
amicizie condivise è emerso che:
-
Gemelli monozigoti (spesso dello stesso sesso): presentano più amicizie in comune
-
Gemelli dizigoti: prediligono amicizie più indipendenti pur frequentando gli stessi
ambienti di vita. Questo indicherebbe un miglior bilanciamento fra identità
individuale e identità gemellare
Un ulteriore distinzione viene fatta in base alla diade gemellare:118
113
K. Thorpe, 2003, twins and Friendship, Twins Research and Human Genetics
K. Thorpe, K. Gardner, 2006, Twins and Their Friendships: Difference Between Monozygotic, Dizygotic
Same-Sex and Dizygotic Mixed-Sex Paris, Twin Research and Human Genetics
115
J. Bernier, 2006, Influence du facteur gèmellaire sur l’acquisition d’une identité distincte, Nouvelles
perspectives en sciences sociales: revue internationale de systémique complexe et d’études relationelles
116
N. L. Segal, 2000, Entwined lives: Twins and what they tell us about human behavior, Plume, New York
117
F. E. Aboud, M. J. Mendelson, 1996, Determinants of friendship selection and quality: Developmental
perspectives, In W.M. Bukowski, A. F. Newcomb e W. W. Hartup (a cura di) The company they keep:
Friendship in childhood and adolescence, pp.87-112. Cambridge University Press, New York.
118
K. Thorpe, K. Gardner, 2006, Twins and Their Friendships: Difference Between Monozygotic, Dizygotic
Same-Sex and Dizygotic Mixed-Sex Paris, Twin Research and Human Genetics
114
71
-
Altamente indipendente: non presenta amici comuni, i rapporti sono caratterizzati da
identità individuali;
-
Con vita di coppia stretta: presentano molti amici comuni e una prevalente identità
gemellare;
-
Con relazione dipendente matura: presentano amici comuni e non, identità sia
gemellare che individuale. Nel complesso un rapporto armonicamente strutturato.
Secondo Preedy e il suo modello evolutivo119, i gemelli in età evolutiva dovrebbero trovare
un equilibrio tra l’identità di coppia e quella individuale perché in assenza di tale equilibrio
ci potrebbe essere uno sviluppo emozionale e sociale più ridotto.
La gemellarità rispecchia quello che viene definito da Kaës il “doppio narcisistico
speculare” ovvero quando il soggetto vede il proprio ideale, la forma perfetta di sé nel
fratello prescelto e, in questo caso, nel gemello. Non c’è dunque divisione, si tratta di un
immagine speculare, un’immagine riflessa di sé e ciò che accade in uno, accade anche
nell’altro in uno spazio psichico comune.120
Se la differenziazione o la formazione della propria individualità tra gemelli monozigoti e
dizigoti sembra difficile, lo è maggiormente nei gemelli siamesi costretti fisicamente e vivere
sempre insieme, ogni momento della loro vita.
Nel XIX secolo si ebbe notizia, per la prima volta, di due gemelli Chang e Eng Bunker, che
erano definiti “gemelli siamesi originali”121. Provenienti dall’attuale Thailandia, nacquero
nel 1811 da una famiglia cinese povera, divennero famosi per la loro condizione di gemelli
congiunti e grazie a loro oggi abbiamo la definizione di “gemelli siamesi”. Chang e Eng
erano uniti dal torace, vissero fino all’età di 63 anni dopo essersi sposati ed aver avuto
rispettivamente 10 e 12 figli. Dalle osservazioni emerse che pur essendo gemelli siamesi,
manifestavano nette differenze caratteriali: Chan era bisbetico, irritabile, beveva alcool
soprattutto in tarda età, amava le donne e prediligeva cibi orientali molto piccanti, raccontava
barzellette sporche in pubblico mettendo in imbarazzo Eng. Quest’ultimo aveva, invece, una
natura molto pacifica, era astemio, preferiva una dieta vegetariana.
119
P. Preedy, 2001, Are Multiple Birth Children Different from Singletons? Meeting the Educational Needs
of Multiple Birth Children upon School Entry, Unpublished Doctoral Dissertation, University of Birmingham
120
R. Kaës, 2008, Il complesso fraterno, Ed. Borla, Roma
121
Ian Stevenson, 1991, I bambini che ricordano altre vite, Edizioni Mediterranee
72
Così come due gemelli monozigoti, anche i gemelli siamesi ereditano un identico materiale
genetico e probabilmente, considerando la loro “vincolo” fisico, le condizioni ambientali in
cui crescono sono molto più simili degli ambienti condivisi dai gemelli monozigoti. Ci si
potrebbe aspettare una somiglianza molto più elevata di quella dei gemelli monozigoti ma
ciò non accade.
Il loro legame risultò molto conflittuale in quanto tendevano a scontrarsi sia in pubblico sia
in privato fino al giorno della loro morte.
Fig.10 Gemelli Chan e Eng Bunker, gemelli siamesi
“Nei gemelli congiunti la confusione tra l’io e l’altro, la sostanza e l’ombra, è ancor più
sconvolgente di quanto non sia per il bambino vedere di fronte a sé nello specchio un altro
se stesso che si muove esattamente come lui, ma in un altro mondo. E in questo caso per lo
meno i protagonisti sono soltanto due, chi guarda e chi viene guardato; mentre, davanti ai
fratelli siamesi, lo spettatore li vede non solo guardarsi tra loro, ma anche – e tutti e due
contemporaneamente – guardare lui. E per un attimo può avere la sensazione di essere un
terzo fratello, unito ai due che ha di fronte da un legame invisibile; e allora la distinzione
tra spettatore e oggetto esposto, tra noi e loro, tra normale e freak si rivela un’illusione
che noi cerchiamo di difendere disperatamente, ma che alla lunga è insostenibile”122
122
L. Fiedler Freaks, 1981, Miti e immagini dell’io segreto, Garzanti Editore, Milano
73
6. Genitorialità
La notizia dell’attesa di un bambino attiva sempre forti sentimenti in entrambi i genitori e
nei familiari che si stringono attorno alla famiglia impazienti e trepidanti.
Al momento della diagnosi della gemellarità succede, di frequente, che la presenza di
sentimenti ambivalenti e contrastanti tra loro: felicità, paura, orgoglio, rifiuto, confusione,
smarrimento, eccitazione ecc. Una gestazione gemellare, infatti, da un punto di vista medico
non è mai semplice poiché è un tipo di gestazione più delicata che comporta maggiori rischi
per i quali è necessario un accurato monitoraggio per prevenire o trattare determinate
complicanze materne e fetali.123
L’evento della nascita attiva sempre forti sentimenti di perdita e di separazione sia nella
madre sia nel padre del bambino.
La psicoanalista Dana Birksted-Breen, nel 1992, individua tre componenti distinte in tale
perdita:
-
La perdita della gravidanza come perdita di uno stato di benessere che realizzava
desideri infantili della donna nei confronti dei genitori;
-
La perdita dell’unione simbiotica con il bambino interno del periodo prenatale;
-
La perdita del bambino immaginario sostituito con il bambino reale. Questo ultimo
aspetto sembra associato alla perdita del Sé fantasmico di madre che scopre di non
corrispondere all’immagine di “buona madre” strutturatasi durante la gravidanza.
Nelle gravidanza gemellari tutto questo è ovviamente amplificato e le angosce per la
sopravvivenza dei bambini, che molto spesso nascono prematuri, arrivano a superare anche
le paure da separazione. Queste paure sono presenti tanto nella madre quanto nel padre.
Nel caso della gravidanza gemellare, però, il padre potrà vivere un’amplificazione di ansie
e paure per la salute della madre e dei bambini nel grembo.
La madre dei gemelli potrebbe presentare facilmente disordini emotivi e disturbi
perinatali.124 Infatti, con la nascita dei gemelli, diviene maggiormente difficile riuscire a
123
Frusca T., Fichera A., Spinetti G. (a cura di), 2003, La gravidanza gemellare. Monitoraggio e gestione
clinica. Brescia, Grafo Edizioni
124
M.Garel et al. “Psychological consequences of twinships on the children and their parents”, J Gynecol
Obstet Biol Reprod
74
trovare le giuste gratificazioni nei primi approcci con i neonati. L’impegno psicofisico a cui
sono esposte può creare un clima fondato su frustrazione e insicurezza a rischio della
relazione madre-bambino.125 Il “lavoro” aumenta quando i gemelli arrivano a casa: le
giornate saranno delle corse contro al tempo da dividere tra operazioni di allattamento al
seno e biberon e cambi di pannolini alternati a momenti in cui si cercherà di calmare il pianto
di uno per non scatenare il pianto dell’altro. I genitori dormiranno molto di meno e non
avranno più tempo da dedicare a loro stessi e questo può ripercuotersi sull’equilibrio mentale
della coppia.126
Momenti di difficoltà potranno riscontarsi anche quando arriverà il momento di relazionarsi
contemporaneamente con entrambi i bambini sia dal punto di vita fisico che emotivo. Mentre
per i mononati la relazione è un tipo di relazione diadica, nel caso dei gemelli siamo di fronte
ad una relazione triadica sempre presente anche quando il genitore ha la possibilità di
interagire solo con un gemello. Ad esempio: quando la madre accudisce un bambino pensa
già mentalmente a cosa dovrà fare dopo con l’altro, non godendosi totalmente il momento
con il figlio.
La psicologa Piontelli afferma che le madri dei gemelli si sentono “divise a metà” perché le
azioni rivolte ai bambini tendono ad essere dissociate e di durata minima. Questa situazione
può far nascere nella madre una sorta di senso di colpa per non essere in grado di dare le
giuste attenzioni ad entrambi nello stesso tempo e modo: si tratta di due individui con gli
stessi bisogni, spesso, nello stesso momento.
Una tendenza a cui si va in contro, molto spesso, con la crescita dei gemelli è quella di
considerarli come membri di una sola unità: i bambini non saranno più Elisa e Demetrio ma
saranno “i gemelli”, un gruppo indistinto per bisogni e caratteristiche. Questa concezione di
gruppo indistinto può essere percepito successivamente anche da loro stessi. Non a caso può
succedere che un gemello si volti sentendo chiamare il nome del cogemello, in questo caso
è come se fosse spinto a pensare che la persona, che sta tendando di mettersi in relazione
con il fratello, voglia indirettamente relazionarsi anche con lui.
Ostinarsi a vestire i gemelli allo stesso modo, dare loro gli stessi soprannomi, considerarli in
tutto e per tutto un’unica cosa potrebbe intaccare il processo di individuazione e sulla
125
Caterina Fischetti, Sergio Ferrazzani, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico-psicologiche nelle
gravidanze gemellari
126
F. Barbieri, C. Frischetti, 1997, Crescere gemelli, Phoenix Editrice
75
percezione di un Sé separato. Se i gemelli percepiscono la fusione delle loro identità
potrebbero presentare, in futuro, problemi nelle relazioni sociali scontrandosi con un
ambiente che risulta incapace di comprendere e riconoscere i singoli bisogni. 127
L’incremento delle gravidanze gemellari è dovuto sicuramente all’aumentato ricorso, da
parte di coppie in tarda età, alle tecniche di fecondazione assistita. Un parto gemellare si
verifica in media ogni 74-95 nascite dopo concepimenti spontanei, mentre per la
riproduzione assistita si verifica ogni 4,5 parti.128
In Italia il ricorso alla FIVET 129 e alla ICSI130 è un trend in crescita quindi molto
probabilmente le statistiche dei parti gemellari muteranno nel prossimo futuro, tanto sotto il
profilo numerico che sotto il profilo criminale.
127
Ibidem
Dickey RP, Taylor SN, Lup Y, Sartor BM, 2005, Risk factors for high-order multiple pregnancy and
multiple birth after controlled ovarian hyperstimulation: results of 4,062 intrauterine cycle.
129
FIVET. La fecondazione in vitro è une tecnica di laboratorio che comporta la fecondazione degli ovuli,
precedentemente prelevati, con lo sperma del partner della donna. Una volta fecondato, l’ovulo diventa
pre-embrione e viene posto nell’utero per continuare lo sviluppo. In questo tipo di fecondazione è possibile
ottenere più di un ovulo maturo contemporaneamente.
130
ICSI- iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo. È una tecnica, sviluppata per combattere la
sterilità maschile, che consiste nell’iniezione di un singolo spermatozoo all’interno del citoplasma
dell’ovocita.
128
76
CAPITOLO 4
NEL BENE E NEL MALE
1. Gemelli calabresi
Per cortese intercessione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e della Procura
della Repubblica, mi è stato fatto visionare il materiale inerente alla storia di seguito trattata.
In riferimento alla legge n. 675 del 31 dicembre del 1996 comma 1, lettera a,131 utilizzerò
nomi di fantasia per delineare i ruoli dei soggetti, protagonisti della storia.
Questa è la storia di due gemelli, uniti da un legame morboso, inseparabili nel bene e nel
male.
Riccardo e Federico sono due gemelli, monozigoti, nati nel 1991 in una famiglia della
Calabria, figli di una madre casalinga e un padre macellaio e contadino. È una semplice
famiglia, unita e lavoratrice. La signora Ilenia aiuta il marito nei lavori quotidiani sia in
macelleria, sia nei campi, e il Signor Marco si impegna ogni giorno per mantenere la
numerosa famiglia composta da sei figli: Silvio, Osvaldo, i gemelli, Cecilia e Silvano.
Sembra quasi di sbirciare dalla finestra della loro casa, in armonia con il resto della storia,
una di quelle storie che vengono raccontate ancora nei paesi dove il tempo sembra essersi
fermato. Tutte le storie hanno un’antagonista e in questo caso i protagonisti sono antagonisti
di loro stessi: i Gemelli “cattivi”.
Il primo fattore che fa traballare l’equilibrio bucolico di questa famiglia è rappresentato
dall’appartenenza di quest’ultima ad una “cosca” mafiosa della Calabria e proprio per questo
motivo vede la Signora Ilenia agli arresti domiciliari. Ma, prima ancora di questo, nel lontano
131
Legge abrogata ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera a), del Codice in materia dei dati personali.
La presente legge garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà
fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e
all'identità personale; garantisce altresì i diritti delle persone giuridiche e di ogni altro ente o associazione. Ai
fini della presente legge si intende:
a) per "banca di dati", qualsiasi complesso di dati personali, ripartito in una o più unità dislocate in uno o più
siti, organizzato secondo una pluralità di criteri determinati tali da facilitarne il trattamento;
77
1998 il primogenito, Silvio, viene ucciso alla sola età di 13 anni insieme ad un amico di 17
anni e in questa occasione, il fratello Osvaldo rimane ferito.
Riccardo e Federico, gemelli identici e personalità contrapposte: il primo violento,
aggressivo, sicuro di sé e sempre il primo ad agire; Federico timido, introverso e riflessivo.
Legati da un rapporto di totale simbiosi e rispettiva dipendenza cominciano la loro “carriera
criminale” nel Dicembre del 2005, all’età di 14 anni, quando due agenti di polizia passano
per un bar dove i gemelli erano soliti passare il tempo libero. Gli agenti osservano i gemelli
che subito scattano aggredendoli verbalmente con fare minaccioso e malandrino: gli
rivolgono, infatti, minacce di ogni tipo con atteggiamento spavaldo e le mani vicino ai loro
visi come a voler dimostrare la loro possibilità di usare la violenza. Gli agenti quindi
sporgono querela contro i due, accusandoli della violazione degli art. 110, 337 e 582 c.p. 132
In questa occasione, il fratello maggiore, tenta di giustificare i ragazzini e il loro
comportamento confermando il suo modo di fare omertoso emerso già negli anni precedenti,
dopo l’omicidio del fratello. A tal proposito, il Procuratore Nazionale Antimafia in
un’intervista afferma:
“Un ragazzino di dodici anni che esprime una cultura omertosa, è un ragazzino che l’ha
assorbita perché propria dell’ambiente in cui è cresciuto. Lui non risponde perché
appartiene a un mondo diverso”133
La personalità dei due gemelli appare già caratterizzata da una tendenza al delitto e da
comportamenti antisociali e nel Novembre 2006 altri due agenti dei carabinieri si imbattono
nei due piccoli criminali. Durante un controllo di strada, infatti, gli agenti chiedono i
documenti ai due ragazzi in modo tale da poterli identificare e, quindi, distinguere. Riccardo
e Federico reagiscono male, insultando e minacciando gli agenti. Quando gli stessi, come
previsto dalla procedura, provvedono per la perquisizione personale, i ragazzi si ribellano:
132
Art. 110 c. p. Del concorso di persone nel reato: quando più persone concorrono nel medesimo reato,
ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita;
Art. 337 c. p. Resistenza a un pubblico ufficiale: Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico
ufficiale mentre compie un atto di ufficio o di servizio, a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza è punito
con la reclusione da sei mesi a cinque anni;
Art. 582 c. p. Lesione personale: Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una
malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni, il delitto è punibile a
querela della persona offesa
133
La repubblica, 2006. A tutela della privacy dei soggetti non si riporta integralmente la fonte
78
sferrano calci e pugni e tentano, con un bastone, di costringere i carabinieri a smettere di
procedere alla loro identificazione procurando loro lesioni personali. Un gemello prende per
la gola un agente e lo colpisce in viso mentre l’altro lo incita a colpire più forte e ad
ammazzarlo.
“Sono due ragazzi piccoli, minuti ma bisogna essere abbastanza cattivi per fermarli” 134
Si è tentato di ricondurre una reazione così violenta all’intenzione da parte dei ragazzi di far
valere, davanti agli agenti, una pretesa dignità ed indipendenza rispetto allo Stato ed ai suoi
funzionari prendendo come esempio negativo, il messaggio proveniente da una realtà in cui
il funzionario pubblico è visto come “nemico”, avversario o ostacolo da combattere e
superare non riconoscendogli la posizione di legittimità che gli deriva dall’essere
rappresentante della società civile.
Da questo momento in poi la “carriera” criminale dei gemelli procede in un crescendo di
violenza e crudeltà su uno sfondo caratterizzato da un forte legame di interdipendenza che
non permetterà, in seguito, al gemello più debole di sottrarsi a questo destino.
L’anno successivo, nel 2007, vengono accusati di aver violato gli art.110-610 c.p.135
Entrambi ormai fungono da punto di riferimento per la “regolazione di conti” anche su
richiesta, ed è proprio quello che succede: una vicina di casa si rivolge ad entrambi perché
qualcuno posteggia la macchina sotto casa sua dandole fastidio. Riccardo e Federico
“consigliano” al proprietario della macchina di trovare un altro posto, reato per cui sono stati
poi condannati ad un anno di reclusione. A luglio dello stesso anno, altri due agenti
subiscono le loro aggressioni. I due fratelli si trovano su uno scooter che guida Riccardo
mentre Federico è seduto dietro. I carabinieri intimano “l’alt” e mentre Federico tenta di
nascondere la targa del veicolo con i piedi, Riccardo accelera bruscamente tentando di
investire uno dei due carabinieri per poi alzare un dito facendolo roteare in aria, come per
dire “ci vediamo dopo”, chiaro segno di sfida.
134
Verbale di udienza, agente aggredito, testimonianza
Art. 610 c. p. Violenza privata: Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od
omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni
135
79
Nel gennaio 2007 vengono arrestati per detenzione, porto d’armi e danneggiamento. In
questo caso vengono divisi: Federico viene trasferito presso l’IPM di Potenza e collocato
presso la Comunità Ministeriale, Riccardo è stato accompagnato presso l’IPM di Catanzaro
ma per motivi di incompatibilità viene trasferito presso l’IPM di Caltanissetta, nella
Comunità Ministeriale per poi, a febbraio, essere trasferito presso la Comunità Ministeriale
di Reggio Calabria per motivi di incompatibilità. Il 24 Marzo Riccardo viene colpito da una
grave crisi compulsiva (per cui è stata prevista una terapia anti-convulsivante) e condotto
perciò presso OO. RR. Di Reggio Calabria in cui viene ricoverato per 7 giorni. In ragione di
questo, viene disposta una misura cautelare meno afflittiva e a luglio la Corte d’Appello
emette un’ordinanza di scarcerazione per entrambi permettendo loro di fare rientro presso la
propria abitazione, dai loro familiari. A tal proposito la Signora Ilenia dichiara di essere
sollevata per il ricongiungimento dei gemelli poiché la loro separazione creava tra di loro
molte sofferenze dato il forte legame affettivo che li unisce.
A Febbraio del 2008 i gemelli vengono imputati del reato di cui gli artt. 81, 110, 582 c. p. 136
Nel pomeriggio del 2 Febbraio, Riccardo e Federico scendono in strada per partecipare alla
sfilata di carnevale del paese e in questa circostanza Riccardo colpisce alla testa un ragazzo
con una bomboletta spray. Durante l’aggressione Riccardo sfida il ragazzo che si trova a
terra invitandolo a sfilargli la maschera e a scoprire chi fosse ma non vedendo nessuna
reazione da parte di quest’ultimo, inizia a colpirlo con violenza. Il fratello, Federico, tenta
di persuadere Riccardo chiedendogli di andare via e di lasciare perdere e così fanno,
allontanandosi dal luogo dell’accaduto ma lungo la strada incontrano un secondo ragazzo
che viene puntualmente aggredito dagli stessi e anche in questo caso, Federico tenta di
persuadere il fratello.
Il 10 Giugno del 2008 a ribellarsi al controllo dei carabinieri è solo Riccardo che, privo di
documenti, viene portato in caserma per il riconoscimento e viene accusato di aver violato
gli art.336-337 c.p.137 Il giorno successivo in un’informativa di reato viene indicato che:
136
Art. 81 c. p. Concorso formale. Reato continuativo. E’ punito con la pena che dovrebbe infliggersi per la
violazione più grave aumentata fino al triplo chi con una sola azione od omissione viola diverse disposizioni
di legge ovvero commette più violazioni della medesima disposizione di legge. Alla stessa pena soggiace chi
con più azioni od omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, commette anche in tempi diversi
più violazioni della stessa o di diverse disposizioni di legge
137
Art. 336 c. p. Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale: Chiunque usa violenza o minaccia a un
pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri
doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni.
80
“I fratelli provengono da un ambiente familiare particolare, entrambi si avvalgono della
forza intimidatoria della famiglia di origine facendo leva sulla loro non imputabilità.
Responsabili di furti, incendi di autovetture, rapine a mano armata, ritorsioni ecc. il tutto
mai denunciato dalle vittime che vengono indotte dagli stessi a non denunciare. Le rapine
a mano armata fatte ai conducenti di autobus di linea, venivano fatte anche davanti a
passeggeri terrorizzati. Pestaggi effettuati in pieno giorno a danno dei passanti che hanno
avuto la colpa di aver incrociato il loro sguardo. All’età di 10 anni erano già famosi in
paese per atti violenti e macabri nei confronti di alcuni animali (randagi trovati senza
testa o con arti mancanti palesando la violenza e crudeltà con cui gli stessi infierivano
sulle povere bestie)”138
Riguardo gli atti violenti commessi a 10 anni, uno in particolare ha palesato la natura
terribilmente sadica dei due fratelli: entrambi seppelliscono quattro cani vivi lasciandone
fuori solo la testa per colpirli poi con delle pietre in un crescendo di sadismo e cinismo
assolutamente non comune.
Il 19 giugno del 2008 il Tribunale emette l’ordinanza di allontanamento immediato dei
minori dalla famiglia:
“Tutte le condotte devianti e il negativo stile di vita appaiono chiaramente corroborati
dalla forte complicità tra i due minori, i quali, liberi da freni di autocontrollo e da sponde
educative adeguate alla difficile situazione, innescano così interazioni psicologiche
accelerative e rafforzative dei propositi e delle attività devianti creando una pericolosa
ripetuta sequenza di condotte illecite, fioriera di gravose conseguenze per gli stessi e per
la comunità locale.”
Il 21 giugno i carabinieri si recano presso l’abitazione dei due per dare esecuzione al
provvedimento che prevedeva l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare e il loro
inserimento presso strutture comunitarie di assistenza separate. Quando gli agenti arrivano,
138
Informativa di reato ex art. 347 c.p. p.: Obbligo di riferire la notizia di reato. Acquisita la notizia di reato,
la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per iscritto, gli elementi essenziali del
fatto e gli elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali
trasmettere la relativa documentazione
81
alle 4.30 del mattino, decidono di circondare l’abitazione per evitare eventi di violenza
contro gli agenti come era già accaduto altre volte.139 Riccardo si accorge della loro presenza
e tenta la fuga: i carabinieri gli ordinano di fermarsi ma lui ne aggredisce uno rompendogli
il setto nasale140 e scompare nei campi rurali circostanti. Al contrario, Federico si consegna
agli agenti e viene collocato presso una struttura per minori di Reggio Calabria da cui però,
poco dopo, scappa rifiutando l’aiuto di operatori e responsabili delle struttura.
Successivamente tenendo in considerazione: la crescita dei ragazzi in un contesto difficile
come quello della provincia di Reggio Calabria; la totale assenza di collaborazione dei
genitori dei ragazzi con le forze dell’ordine; l’indole violenta e l’insofferenza nei confronti
della legge, il tribunale ritiene necessario l’intervento dei Servizi Sociali e la collocazione
dei minori in strutture separate in ragione del fatto che la loro complicità rafforza le loro
condotte devianti.
Il 30 ottobre i gemelli portano in un luogo pubblico due coltelli141, lunghi complessivamente
14,5 cm ciascuno, e per questo viene fatta segnalazione ai Servizi Sociali e il giorno dopo,
il 31 ottobre, entrambi accedono alla struttura IPM di Catanzaro. Da una relazione di
aggiornamento dell’USSM si evince che i gemelli si sentono vittime del pregiudizio del
sistema e non riconoscono le loro responsabilità:
“Si vede che ce l’hanno con me e mi vogliono rovinare a tutti i costi”142
A Dicembre una relazione di sintesi dell’IPM di Catanzaro rivela che tutta la famiglia dei
gemelli ha avuto problemi con la giustizia: la Signora Ilenia è agli arresti domiciliari per
139
Art..61 c. p. Circostanze aggravanti comuni, n. 10 avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o
una persona incaricata di pubblico servizio
140
Art. 582 c. p. Lesione personale: chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva
una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni
141
Art. 4 L. 110/75 Porto di armi od oggetti atti ad offendere: Salve le autorizzazioni previste dal terzo
comma dell'articolo 42 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza 18 giugno 1931, n. 773, e successive
modificazioni, non possono essere portati, fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, armi,
mazze ferrate o bastoni ferrati, sfollagente, noccoliere, storditori elettrici e altri apparecchi analoghi in grado
di erogare una elettrocuzione. Senza giustificato motivo, non possono portarsi, fuori della propria abitazione
o delle appartenenze di essa, bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da punta o da taglio atti ad
offendere, mazze, tubi, catene, fionde, bulloni, sfere metalliche, nonché qualsiasi altro strumento non
considerato espressamente come arma da punta o da taglio, chiaramente utilizzabile, per le circostanze di
tempo e di luogo, per l'offesa alla persona.
142
Verbale udienza
82
traffico di droga, il fratello maggiore è detenuto per un sconto di pena pari a 8 anni per lo
stesso reato.
Il 27 marzo 2008 i gemelli vengono dichiarati colpevoli come disposto dall’art. 533 c.p.p. 143
scontando una pena che prevedeva 9 mesi di reclusione.
Nell’ottobre 2009 vengono accusati di tentato omicidio nei confronti di due ragazze, Laura
e Giovanna ferite nel corso di una lite per motivi di gelosia. Successivamente Riccardo e
Federico si recano presso l’abitazione di Marco, sfondano il portone e poi lo aggrediscono
con brutalità con una spranga di ferro colpendolo alla testa. Marco era “colpevole” di non
essere degno di essere fidanzato con una loro cugina perché non appartenente al loro
ambiente. Dopo essersi dileguati, sono stati ritrovati a casa dello zio, noto esponente della
‘ndrangheta, dai carabinieri che sono riusciti a risalire ai gemelli grazie alle testimonianze
delle vittime. Presso quell’abitazione è stato ritrovato il fucile e un coltello di genere
proibito. Il 9 novembre vengono dichiarati colpevoli di tentato omicidio.
Nel 2010 vengono accusati di aver acquistato computer e una macchina provenienti da una
rapina a mano armata144 e di aver guidato il veicolo senza patente145. Sempre nello stesso
anno vengono accusati di aver portato in un luogo pubblico, più precisamente in una pizza
del paese, un fucile.
Durante la loro permanenza nell’IPM di Catanzaro, nel 2010, Federico colpisce al viso un
altro detenuto per un diverbio ma subito dopo dichiara di aver capito l’errore commesso e di
essere pronto ad assumersi le sue responsabilità. Successivamente è Riccardo a scontrarsi
con altri due detenuti e, in questo caso, Federico reagisce alla rissa in difesa del fratello senza
però conoscere i reali motivi che hanno scatenato la lite. Nel Maggio 2011 i gemelli sono
protagonisti di altre due risse dovute a dinamiche conflittuali preesistenti tra i detenuti. Tale
143
Art. 533 c.p.p. Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato
contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio. Con la sentenza il giudice applica la pena e le
eventuali misura di sicurezza.
144
Art. 648 c. p. Fuori dai casi di concorso nei casi di reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto,
acquista, riceve, od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel
farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da 516
Euro a 10.322 Euro. La pena è aumentata quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da delitti di
rapina aggravata ai sensi dell’art.628, 3° comma, di estorsione aggravata ai sensi dell’art. 629, 2° comma,
ovvero di furto aggravato ai sensi dell’art. 625, 1° comma, n. 7-bis
145
Art.116 13° comma, c.s., Chiunque guida autoveicoli o motoveicoli senza aver conseguito la patente di
guida è punito con l’ammenda da Euro 2.257 a Euro 9.032; la stessa sanzione si applica ai conducenti che
guidano senza patente perché revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti previsti dal presente
codice. Nell’ipotesi di reiterazione del reato nel biennio si applica altresì la pena dell’arresto fino ad un
anno. Per le violazioni di cui al presente comma è competente il tribunale in composizione monocratica
83
conflittualità è sostenuta ed alimentata dalla loro provenienza socio-culturale caratterizzata
da rigidi codici sottoculturali e da comportamenti che i ragazzi tendono a replicare in questo
contesto come modalità di affermazione personale.
“L’accaduto è riconducibile alla conflittualità latente esistente già da tempo tra i detenuti
coinvolti nelle risse, con espresso riferimento a una parte dei detenuti provenienti dal
territorio della provincia di Reggio Calabria, alla quale appartengono i gemelli, da
ricondursi verosimilmente al tentativo di affermazione della leadership del gruppo dei
detenuti di detta estrazione territoriale”146
Per questioni di sicurezza e ordine, i gemelli vengono trasferiti all’Istituto Penale per
Minorenni di Potenza il 12 maggio del 2011.
La loro folle corsa al crimine termina nel 2015 quando vengono arrestati in una maxi
operazione anti ‘ndrangheta che ha coinvolto più di 36 persone. I gemelli, e gli altri
“compagni”, vengono accusati di associazione di tipo mafioso147 e per tutti i reati di
estorsione,148 detenzione abusiva di armi, ricettazione, favoreggiamento personale, 149
146
Verbale IPM Catanzaro
Art. 416 bis c. p. Associazioni di tipo mafioso anche straniere Chiunque fa parte di un'associazione di tipo
mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici anni. Coloro che
promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a
diciotto anni. L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di
intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per
commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività
economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi
ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare
voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Le disposizioni del presente articolo si applicano
anche alla camorra, alla 'ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, anche
straniere, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a
quelli delle associazioni di tipo mafioso.
148
Art. 629 c. p. Estorsione. Chiunque, mediante violenza [392 c. 2, 581 c. 2] o minaccia [612], costringendo
taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è
punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000
149
Art. 387 c. p. Favoreggiamento Personale. Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la
legge stabilisce [la pena di morte o] l'ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo
[110], aiuta taluno a eludere le investigazioni dell'Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte
penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti [418], è punito con la
reclusione fino a quattro anni.
147
84
danneggiamento seguito da incendio,150 spendita e introduzione nello Stato,151 previo
concerto, di monete falsificate, violazione di disposizioni per il controllo delle armi ed in
materia di armi clandestine,152 detenzione di stupefacenti.153 Il tutto non assolutamente
circoscritto nella provincia di Reggio Calabria, bensì anche nelle provincie di Firenze,
Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Chieti e Verbania.
2. Riccardo e Federico criminali nati?
Per studiare la storia di questi gemelli ho visionato circa 16 fascicoli, verbali, relazioni dei
servizi sociali, verbali di testimonianze, certificati ecc. Ho tentato dunque, attraverso
l’analisi psicologica e comportamentale redatta dai Servizi Sociali, di delineare il profilo
psicologico di ognuno:
Riccardo è quello che sembra essere il gemello “attivo” o “dominante”. Dalle relazioni
redatte dai vari servizi che si sono occupati di questo caso si evince che il ragazzo ha un
temperamento aggressivo, mafioso, arrogante, molto sicuro di sé, è quello che scatta sempre
per primo trascinando dietro di sé il cogemello. Nel momento in cui entra nelle varie strutture
il suo atteggiamento sembra cambiare, infatti, quando viveva ancora in famiglia aveva
abbandonato gli studi conseguendo solo la terza media ma una volta collocato presso la
struttura minorile, è riuscito a conseguire anche il terzo anno di scuola superiore e ad ottenere
vari attestati. Generalmente sembra assumere un atteggiamento rispettoso e corretto nei
150
Art. 424 c. p. Danneggiamento seguito da incendio. Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste
nell'articolo 423 bis al solo scopo di danneggiare [635] la cosa altrui, appicca il fuoco a una cosa propria o
altrui è punito, se dal fatto sorge il pericolo di un incendio, con la reclusione da sei mesi a due anni. Se
segue l'incendio, si applicano le disposizioni dell'articolo 423, ma la pena è ridotta da un terzo alla metà
[425, 449].
151
Art. 455 c. p. Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate. Chiunque
introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete contraffatte o alterate, al fine di metterle in
circolazione, ovvero le spende o le mette altrimenti in circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti
articoli ridotte da un terzo alla metà
152
Art. 697 c. p. Detenzione abusiva di armi. Chiunque detiene armi o caricatori soggetti a denuncia ai sensi
dell'articolo 38 del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni,
[704] o munizioni senza averne fatto denuncia all'Autorità, quando la denuncia è richiesta, è punito con
l'arresto da tre a dodici mesi o con l'ammenda fino a 371 euro. Chiunque, avendo notizia che in un luogo da
lui abitato si trovano armi o munizioni, omette di farne denuncia alle autorità, è punito con l'arresto fino a
due mesi o con l'ammenda fino a 258 euro.
153
Art. 73 del DPR n 309/1990 Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o
psicotrope. Chiunque, senza l’autorizzazione, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette
in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito,
consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope, è punito con la reclusione da sei a venti
anni e con la multa da Euro 26.000 a Euro 260.000
85
confronti del personale della struttura anche se tende ad essere diffidente mettendo in atto
comportamenti complessivamente conformi alle regole vigenti e prendendo parte alle varie
attività educative svolte. Tuttavia, tende ad evitare tutte quelle attività che presuppongono
l’esplorazione e il contatto di istanze di natura affettivo-emotiva nei confronti delle quali
sembra innalzare barriere difensive. Il suo atteggiamento difensivo lo porta ad una
comunicazione scarna e superficiale e a relazioni interpersonali formali e diffidenti. In
ragione di questo, predilige attività tecnico-teorica dato che questi risultano meno invadenti
la sfera personale. Questo approccio difensivo alle relazioni interpersonali sembra essere
legato al fatto che così sente, secondo il suo particolare punto di vista, di tutelare meglio
esigenze vitali come il rispetto per se stesso e la dignità personale e di poter controllare
meglio la sua realtà esterna. Il ragazzo partecipa assiduamente alle attività della struttura ma
solo se ritenute da lui interessanti o utili. Se queste non sono di suo interesse, anche se
richieste da parte degli operatori, non vengono frequentate. Questa sua modalità di operare
una qualche forma di controllo attivo sulla sua realtà esperienziale detentiva da un lato viene
compresa ma dall’altro viene vista come un qualcosa che rappresenta un indicatore della sua
difficoltà di misurarsi con diverse realtà, rispetto alle quali sente di non sapere governare
adeguatamente. Ciò, ovviamente, gli provoca ansia, e per evitarla elimina l’esperienza e di
conseguenza la possibilità di aprirsi a nuovi apprendimenti. Tale atteggiamento potrebbe
essere considerato come una “strategia” che lo porta a ritenere che quando si ha a che fare
con le istituzioni, meno si interagisce e meglio è.
In una relazione di aggiornamento del 2010 è emerso che l’atteggiamento difensivo, oltre ad
essere legato a specifiche dinamiche interpersonali, potrebbe essere rafforzato da una certa
cultura familiare che favorisce in lui costruzioni di realtà che guardano con diffidenza il
rapporto con l’operatore e l’istituzione in genere. Oltre a questo, Riccardo mostra un certo
disinteresse nell’istaurazione di rapporti con gli adulti che viene, in un certo senso,
compensato da intense relazioni di gruppo con i ragazzi calabresi con cui sembra giocare un
ruolo di primo piano. In questo si può cogliere la sua capacità di mediazione e, nello stesso
tempo, di adesione alle aspettative di contesto più ampio. Questo suo agire in maniera
disinteressata nei confronti delle figure adulte sembra rispecchiare una certa insofferenza per
i rapporti non paritari e asimmetrici dove il baricentro del potere pende dalla parte dell’altro.
Pur essendo il gemello dominante risulta essere quello più “debole”, infatti, al momento
della separazione dal cogemello, è stato quello che ne ha sofferto di più (es. convulsioni).
Riccardo sembra avere un forte ascendete sul cogemello e lo si è notato in molte occasioni
86
come quando, ad esempio, incitava lo stesso a “picchiare più forte” l’agente di polizia. I due
sono legati da un attaccamento di tipo simbiotico da cui ne conseguono una forte complicità
e continuo e reciproco supporto anche in occasione di richieste avanzate dal personale
istituzionale. Questa sorta di “dipendenza” da questo legame affettivo spinge entrambi a
condividere non solo le esperienze vissute fino ad oggi ma anche i modi di pensare, le scelte
future, le opinioni sia per la loro situazione sia per fatti accaduti sia per quelli che
accadranno. Durante la loro permanenza negli istituti, tendono a condividere gli stessi
impegni, ogni scelta e tutto il tempo a disposizione.
Federico, rispetto al fratello, ha manifestato maggiore chiusura. Anche lui è un ragazzo
tendenzialmente diffidente, anche se non come il cogemelli, e difensivo quando si tratta di
approfondire vissuti personali e questo atteggiamento sembra risentire dell’influenza del
fratello con cui ha condiviso e condivide ogni tipo di esperienza risultandone reciprocamente
condizionati come, ad esempio, nel caso in cui entrambi hanno deciso di iniziare una dieta
del tutto personalizzata durante il periodo di detenzione e che li ha visti perdere fino a 13 kg
di peso. Evita tutte quelle attività che richiedono espletamento emotivo preferendo altre
attività di tipo tecnico-professionale. Da una relazione comportamentale dell’IPM di Potenza
del 2011, risulta che durante tutte le iniziative promosse per il benessere psico-fisico-motorio
e emozionale-affettivo si rileva l’assunzione di un ruolo più marginale da parte di Federico.
I rapporti con gli altri detenuti e con gli operatori della struttura risultano essere corretti e il
livello di integrazione si connota significativamente solo con i detenuti di provenienza
calabrese. Federico mostra una certa tendenza, come il fratello, a fare riferimento
esclusivamente a se stesso, trascurando o perdendo ogni rapporto con la realtà esterna e la
complessità dei problemi cha la caratterizzano. Tale autoreferenzialità l’ha portato, già da
piccolo, ad avere grosse difficoltà di adattamento all’ambiente scolastico e ad evidenziare
modalità reattive di gestire le situazioni di tensione. Tuttavia, all’interno delle strutture
presso cui è ospitato si mostra sempre presente e motivato per le attività in cui è inserito e
anche per gli studi scolastici che gli permetteranno, in seguito, di essere promosso per il
terzo superiore. Federico sembra essere il gemello più “debole”, quello che si lascia guidare
e influenzare dal cogemello ma, nello stesso tempo, sembra essere l’unico che tenta in
qualche modo di ritornare sulla retta via, arginando il comportamento violento del fratello.
A tal proposito, in quasi tutte le relazioni redatte dai Servizi Sociali, si evince la volontà e la
capacità, da parte de ragazzo, di tenersi distante da dinamiche conflittuali che
occasionalmente possono venire a presentarsi tra i ragazzi detenuti.
87
“Il suo approccio alla vita di relazione intraistituzionale, pur evidenziando il suo proposito
di non avere problemi con nessuno e di tenere un comportamento di pieno rispetto e
adeguamento alle aspettative di contesto, appare, per la presenza di alcuni rigidi costrutti
personali, tendenzialmente dipendente da eventi ed accadimenti esterni.”154
Il suo approccio ai problemi tende quindi tende ad essere più emotivo quando si deve
misurare con esperienze costruite, dallo stesso, come aggressione psicologica, portandolo
così alle risposte comportamentali di tipo reattivo. 155 Successivamente egli dimostra di
essere in grado di pervenire a delle rielaborazioni critiche dei comportamenti inappropriati
contingentemente messi in atto, evidenziando come sotto forte pressione psicologica gli
aspetti di personalità più prosociali e costruttive del ragazzo possano andare incontro a
significative contrazioni tanto da perdere forza dinamica e possibilità di adeguata
espressione sul piano della condotta. Questo aspetto potrebbe essere il risultato delle
esperienze vissute che gli hanno consentito di percepire sé stesso come una persona in grado
di padroneggiare gli eventi senza farsi schiacciare o penalizzare da questi.
Per quanto riguarda i rapporti con gli operatori, ha mostrato spesso disponibilità alla
comunicazione informale ma assume un atteggiamento di evitamento ad incontri più
strutturati e questo, probabilmente, è legato al fatto di non ritenersi bisognoso di interventi
psicologici. A tal proposito, gli psicologi e le figure professionali affini vengono vissute dal
ragazzo come figure invasive ed etichettanti.
“Vi è scarsa consapevolezza del problema, è un atteggiamento comune a molti
adolescenti, che trovandosi in una delicata fase di individuazione, di maggiore definizione
della loro identità personale, tendono a prendere le distanze dall’adulto in genere e dallo
154
Osservazione psicologica, équipe tecnica, IPM Catanzaro
Risposta comportamentale di tipo reattivo: è un approccio psicologico che identifica il comportamento
emotivo “analfabeta” cioè l’approccio S-R stimolo risposta. Questo tipo di approccio consiste nel fatto che
questo tipo di reattività è tipico delle persone irascibili, aggressive ed emotivamente instabili che
reagiscono impulsivamente agli stimoli (critiche, offese, contraddizioni, provocazioni o minacce) ricevuti
dall’ambiente fornendo sul piano comportamentale una risposta “R” emotivamente analfabeta, cioè non
mediata da alcuna forma di controllo sulla situazione. Questo approccio può indurre sensi di colpa in chi lo
manifesta con effetti negativi anche a carico della propria autostima.
Angelo Battista, 2011, Vocabolario dell’intelligenza emotiva ed altro… Cacucci Editore, Bari
155
88
specialista in particolare, per timore di essere condizionati, “plagiati”, rispetto alla loro
ricerca di una specifica ed originale identità personale”156
Nel 2008, da un’osservazione psicologica, emerge che:
“La somiglianza tra i due fratelli gemelli più che essere caratteriale appare di tipo
valoriale. Poiché Riccardo tende a costruire se stesso come una persona che non è
disposta ad accettare in alcun modo atteggiamenti o comportamenti percepiti come lesivi
dell’immagine di sé o della propria famiglia, per cui ciò lo porta ad essere difensivo e a
costruire le relazioni interpersonali come un potenziale campo minato, per Federico il
problema non sembra porsi finché ciò non si verifica; una volta verificatosi entrambi
tendono ad utilizzare processi di costruzione dell’esperienza simili e a reagire
emotivamente facendo riferimento a modalità comportamentali culturalmente apprese nel
loro contesto ambientale di riferimento per la gestione di certi problemi” 157
3. Gemelli londinesi
Reginald e Ronald Kray erano due gemelli monozigoti nati nell’East End di Londra nel 1933
da una famiglia della classe operaia che aveva già due figli: Cherlie il fratello maggiore e
Violet, una sorella morta in tenera età. I gemelli, più comunemente conosciuti come Ronnie
e Reggie ebbero un’infanzia piuttosto difficile: negli anni della Seconda guerra mondiale
non videro per molto tempo il loro padre perché dovette scappare da disertore per essersi
rifiutato di partire per la guerra. Praticavano la boxe, sport molto conosciuto nella Londra di
quel periodo. Finita la guerra le regole del vecchio mondo erano state cancellate e stava
sorgendo un mondo completamente nuovo.
156
157
Osservazione comportamentale, équipe tecnica, IPM Catanzaro
Osservazione psicologica, équipe tecnica, IPM Catanzaro
89
Fig.11 I Gemelli Kray fotografati da David Baley per la Box of Pin Ups 1965
L’East End era il luogo più adatto per sviluppare la loro carriera criminale e, infatti,
iniziarono a frequentare i criminali di Londra e a 16 anni furono arrestati con l’accusa di
lesioni gravi a danno di una banda rivale, fuori da una sala da ballo. Vennero poi rilasciati
per assenza di prove. All’età di 17 anni Ronnie e Reggie si trovavano fuori dal caffè Bethnal
Green Road con un gruppo di amici, successivamente arrivarono degli agenti di polizia e
uno di questi ha chiesto loro di spostarsi spingendo Ronnie che reagì e lo colpì facendolo
cadere a terra. Tutto il gruppo scappò ma più tardi la polizia tentò di arrestare Ronnie che
venne difeso da Reggie che aggredì gli agenti. Anche questa volta vennero arrestati entrambi
con l’accusa di aggressione ricevendo la libertà vigilata. Continuarono la loro vita criminale
fino a che, nel 1952, vennero chiamati nei Royal Fusillers 158 da cui però scapparono poco
dopo. Entrambi ebbero problemi con la legge per i quali sono stati arrestati per alcune
settimane, periodo in cui, si ribellarono ai secondini e vennero radiati dall’esercito anche se
non ne facevano ancora parte. Furono gli ultimi detenuti della “Torre di Londra”159, prigione
di Londra per eccellenza di cui tutti avevano timore. Negli anni ’50 abbandonarono il
pugilato e comprarono un pub in cui offrivano protezione ad altri commercianti dietro
minacce e in cambio di denaro. Nel 1960 Ronnie viene arrestato per aver chiesto il pizzo ad
alcuni commercianti e rimase in carcere per un anno e mezzo mentre intanto, Reggie
158
Royal Fusiliers Reggimento di fanteria della British Army fino al 1968 quando venne incorporato con un
altro reggimento per formare il Reggimento Reale Fucilieri
159
La torre di Londra è uno storico castello, vicino il fiume Tamigi, utilizzato d partire dal 1100 come
prigione conquistandosi la fama di prigione truce e ostile che tutti temevano e rispettavano. Presso la torre
si effettuavano torture sui detenuti che spesso venivano giustiziati.
90
continuò a mandare avanti i loro “affari”. Ronnie venne dichiarato pazzo e trasferito nel
manicomio di Long Grove dove il fratello andò a trovarlo per cercare di farlo uscire. L’idea
di Reggie era quella di sostituirsi a Ronnie in modo tale da farsi visitare dallo psichiatra che
lo avrebbe dichiarato sano di mente: Ronnie uscì dall’ospedale e Reggie rimase seduto a
leggere un giornale fino a che non domandò che fine avesse fatto il fratello e quando il
personale sanitario tentò di rintracciarlo era ormai troppo tardi. Circa 5 mesi dopo, la polizia
fece irruzione a casa di Ronnie riportandolo in carcere da dove poi uscì nel 1959.
Negli anni ’70 i gemelli possedevano vari locali notturni e frequentarono molte personaggi
conosciuti tra cui uomini d’affari e cantanti famosi come Frank Sinatra. Divennero famosi
non solo per le loro attività legali ma anche per quelle illegali di cui però non si trovarono
prove concrete. Vennero intervistati e fotografati proprio come due celebrità:
“Erano i migliori anni delle nostre vite. Li chiamavano gliswinging sixties. I Beatles e i
Rolling Stones comandavano la musica pop, Carnaby Street era il centro del mondo della
moda, e io e mio fratello eravamo i capi di Londra. Eravamo fottutamente intoccabili.” 160
Nel 1966 Ronnie uccise a George Cornell,161 un criminale membro di una Gang rivale,
sparandolo alla testa ma, ad oggi, ancora non è chiaro il vero motivo di questo omicidio:
alcuni sostengono che Cornell si rivolse al gemello facendo riferimento alla sua
omosessualità altri, invece, sostengono che lo uccise per vendicare l’uccisione di un membro
della propria Gang.
Furono responsabili di furti, incendi, rapine a mano armata, racket, tortura, truci omicidi e
varie lotte sanguinolente tra gang e, nel maggio del 1968, 162 i gemelli vennero arrestati e
condannati all’ergastolo per omicidio: Ronnie fu dichiarato malato di mente e per questo
venne trasferito nell’ospedale psichiatrico di massima sicurezza, il Broadmoor Hospital,
dove morì nel 1995 a causa di un infarto; Reggie rimase in prigione fino al 2000 anno in cui
venne rilasciato per un cancro allo stadio terminale per cui morì dopo 8 settimane.
Gemelli identici ma caratterialmente diversi:
160
Ronnie Kray, 1993, My story
George Cornell criminale inglese membro del Richardson Gang composta da criminali e commercianti
162
BBC News, 4 April 2010,"1968: Krays held on suspicion of murder", 8 May 1968
161
91
Reginald (Reggie) era il gemello calmo, riflessivo e calcolatore, quello che può definirsi
come la “mente” delle operazioni. Dal temperamento ragionevole, era in lotta con se stesso
perché desiderava fortemente da una parte la vita da fuorilegge facendo parte del mondo
criminale ma dall’altra era desideroso di una “vita normale”, normalità che poi tentò di
trovare sposando Frances Shea163 che poi morì suicida non riuscendo più a sopportare gli
orribili crimini commessi dai fratelli e il loro alto livello di malvagità.
Fig.12 I gemelli Kray nel giorno del matrimonio di Reggie e Frances Shea
A tal proposito, il giornale GQ riporta un aneddoto particolare:
“Reggie perfected a "cigarette punch". He offered his victim a cigarette directly to the
mouth, then stuck when their guard was down and their open mouth guaranteed a broken
jaw. Never accept gifts from gangsters.”164
163
Frances Shea era una ragazza proveniente da un ambiente convenzionale che rimase affascinata dallo
sfarzo e dai riflettori della vita di Reggie ma ben presto scoprì l’altra faccia della medaglia. Qualche tempo
dopo la sua morte, un’amante di Reggie si fece avanti sostenendo che quello di Frances non era stato un
suicidio ma un omicidio da parte di Reggie in un raptus di gelosia
164
GQ magazine, 9 amazing facts about the Kray Twins, www.gqmagazine.co.uk
92
Reggie era talmente tanto abile come pugile che creò un “pugno sigaretta”: offriva alle sue
vittime una sigaretta e mentre loro aprivano la bocca per prenderla, lui sferrava loro un pugno
rompendogli la mandibola.
Ronald (Ronnie) era il gemello più istintivo, agitato, il simpatico della coppia ma che
sembrava celare un lato “oscuro” dentro di se poiché cambiava spesso atteggiamento
all’improvviso. Era feroce e malvagio ed era la sua personalità ad alimentare la violenza
omicida all’interno della coppia gemellare tanto che, dopo 4 mesi dalla morte di Frances
Shea, cerca di convincere il fratello ad uccidere un membro minore della loro banda perché
era venuto meno agli obblighi di un contratto. L’uomo in questione era Jack "the Hat"
McVitie165 che venne prima ferito sotto un occhio con un pezzo di vetro, poi venne pugnalato
in faccia e allo stomaco. Il lato oscuro di Ronnie venne dichiarato, nel 1979,166 schizofrenia
paranoide.167
4. Uguali nel bene e nel male?
Le storie di cronaca riguardanti i gemelli sono molte e spesso la condizione di gemellarità
passa in secondo piano rispetto al fatto accaduto come è successo a Roma il 20 luglio del
2014.168 Due gemelli, insieme al loro gruppo di amici, hanno trascorso la serata come un
qualsiasi altro gruppo di ragazzi ventenni fino a quando non hanno deciso di rapinare e
aggredire i passanti della zona dell’Eur. Le vittime aggredite sono state tre: prima venivano
intimoriti poi venivano aggrediti con calci e pugni e venivano derubati da qualsiasi cosa di
valore che indossavano in quel momento. Il gruppo viene bloccato dai carabinieri che, dopo
vari inseguimenti, riescono a bloccare i due gemelli che sono accusati di rapina in
concorso.169
165
Time Warner Paperbacks 2001, Nipper Read, The Man Who Nicked The Krays
The Independent. 18 March 1995, "Obituary: Ron Kray"
167
La schizofrenia paranoide è uno dei diversi tipi di schizofrenia, una malattia mentale cronica in cui una
persona perde il contatto con la realtà. Tra i sintomi e i segni di tale patologia è possibile includere:
allucinazioni uditive, paranoie, ansia, rabbia, distanza emotiva, violenza, pensieri e comportamenti lesivi.
168
20 Luglio 2014, Roma, due rapine in pochi minuti: arrestati fratelli gemelli, www.ilmessaggero.it
169
Art. 628 c. p. Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona
o minaccia, s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da
tre a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la
sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri
l'impunità.
Art. 110 c. p. Quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per
questo stabilita
166
93
Anche il mondo sportivo è stato testimone di un caso di cronaca a carico di due gemelli
definiti da tutti i giornali inseparabili: i gemelli Morris. 170 Questi gemelli sono due giocatori
della squadra di basket Suns e sono indagati per un atto di violenza avvenuto il 24 gennaio
del 2015. I Morris, oltre ad essere fisicamente identici, presentano identiche caratteristiche
dai tatuaggi al taglio di capelli. Il loro legame particolarmente simbiotico, viene manifestato
con grande orgoglio anche sul campo da basket tanto da diventarne una dipendenza. Nel
2013 Marcus viene scelto dalla squadra dei Rockets e il fratello Markieff dalla squadra dei
Suns, diventa così obbligatoria la loro separazione per una stagione Nba: Markieff non si
rassegna e chiede disperatamente al presidente dei Poenix, Lon Babby, di poter prendere in
squadra il fratello in modo da poter avere prestazioni sportive più importanti. E così accadde:
nel marzo dello stesso anno, anche Marcus entra a far parte dei Suns.
Fig.13 Marcus e Markieff Morris con la divisa della squadra dei Phoenix Suns
Ma nel 2015 i due gemelli raggiungono Erik Hood171 il quale aveva appena assistito ad una
partita amichevole in cui giocavano i gemelli. I Morris, insieme ad altri amici accerchiano
Hood, lo colpiscono alla testa e avviano il pestaggio durato qualche minuto concludendosi
con numerose abrasioni, la rottura del setto nasale e vari lividi su tutto il corpo. Il motivo
170
Michele Talamazzi, 9 Dicembre 2014, Basket, Nba: Morris, gemelli inseparabili dei Suns, Milano,
www.gazzetta.it
171
Erik Hood ex-giocatore NBA
94
della reazione violenta dei gemelli sembra essere la gelosia estrema nata dall’attenzione che
Hood aveva nei confronti della loro madre Tomasine alla quale sono molto legati.172
Un caso che ha scosso le strade di Birmingham, nel maggio del 2008, è quello delle gemelle
Eriksson. Ursula e Sabina sono due gemelle monozigote, nate in Svezia nel 1967 separate
dopo la loro nascita: Sabina vive in Irlanda con il suo compagno e i suoi figli, e Ursula che
vive in America e nel 2008 decide di fare visita alla sorella in County Cork. Dal loro
incontro, le due gemello appaiono unite da un legame molto forte. Secondo alcuni psicologi,
in quel momento, una delle due viene colpita da una forma temporanea di demenza che, a
causa della forte simbiosi, ha coinvolto inevitabilmente anche l’altra. Di comune accordo si
recano a Londra e arrivate nei pressi di Birmingham danno sfogo ad una sorta “follia
gemellare” dovuta ad una psicosi condivisa 173: ad assumere un atteggiamento sospettoso e
si rifiutano di consegnare le borse prima di risalire sull’autobus tanto che il conducente le
invita a scendere e le lascia presso un autogrill. Arrivate in autostrada, le gemelle camminano
senza meta lungo le carreggiate della M6 di Birmingham, in mezzo agli autoveicoli che
sfrecciano a tutta velocità. L’arrivo degli agenti sul posto ha peggiorato la situazione, mentre
gli agenti bloccano Sabina, Ursula viene investita da un veicolo articolato riportando gravi
lesioni alle gambe e l’altra, approfittando del trambusto, si lancia nel mezzo del traffico e
viene travolta da un’auto in corsa. Tutte queste scene vengono riprese dalle telecamere della
BBC1 che era sul posto per la registrazione della serie “Motorway Cops”. Nonostante
l’impatto violento di entrambi gli incidenti, entrambe si ribellano ai soccorsi tentando di
rialzarsi dall’asfalto ed è proprio quello che fa Sabina correndo nella carreggiata opposta, di
nuovo in mezzo al traffico tentando di aggredire l’agente che prontamente la raggiunge per
evitare ulteriori incidenti. Dopo vari minuti, anche gli automobilisti testimoni dell’accaduto,
corrono in aiuto degli agenti per bloccare Sabina che venne portata in salvo da 6 persone in
172
9 Aprile 2015, L’Nba criminale: i gemelli Morris indagati per un pestaggio avvenuto a gennaio,
www.basketuniverso.it
173
La Psicosi condivisa, chiamata anche folie à deux, è un disturbo psicotico indotto che si sviluppa in
soggetti, per lo più, deboli sul piano intellettivo ed emotivo e dipendenti, a seguito dell’induzione da parte
di un altro soggetto. Si assiste cioè alla trasmissione di idee deliranti da una persona affetta da una psicosi a
un'altra, più debole e recettiva, generalmente legata alla prima da un rapporto di dipendenza e, quasi
sempre, di parentela. Le idee deliranti sono accettate e assimilate senza critica né resistenza e coltivate
senza variazioni tematiche. La persona dominante è, in genere, affetta da schizofrenia o da altro d.p. e le
due o più persone vivono insieme, oppure hanno una relazione personale estremamente stretta. La
vicinanza tra gli individui coinvolti è associata a uno sfondo di condivisione di esperienze di vita, bisogni e
speranze in comune e, spesso, a un profondo rapporto emozionale reciproco. La relazione è di solito in
parte, o completamente, isolata dagli stimoli sociali e culturali esterni, venendo quindi a mancare un
supporto, o possibilità, di critica comparativa verso il contenuto del delirio.
95
tutto.174Il personale sanitario ha dovuto sedare entrambe le gemelle e trasportarle in ospedale
ammanettate per assicurarsi di non avere un’altra reazione violenta. L’agente che riuscì a
bloccare Sabina, nel documentario della BBC1 dichiarò:
“Entrambe le gemelle sembrano mostrare gli stessi comportamenti, lo stesso intento.
Entrambe volevano liberarsi da noi, quel giorno, entrambe erano ferite, eppure entrambe
volevano lottare contro di noi. Non riesco a capire come due persone possano avere la
stessa impostazione mentale nello stesso momento ad un grado tale da agire insieme in
una collaborazione di questo tipo”175
Dopo le cure mediche Sabina viene arrestata e venne dichiarata non pericolosa ricevendo
solo un’ammonizione ufficiale, viene consegnata agli agenti e trasportata sotto custodia.
“Mi era stato detto che si era scontrata con diversi agenti di polizia, mi aspettavo una
sorta di donna bruta, tipo amazzone, mentre quella che è apparsa era una donna piuttosto
minuta, in vesti ospedaliere. Si potrebbe dire che quella donna che abbiamo caricato
all’ospedale, non era la stessa persona che si ribellava agli agenti per strada. Non ha
cercato di fuggire, non ha mostrato alcun tipo di aggressività. Era piuttosto felice che
potesse essere trasportata senza essere ammanettata.”176
L’agente dichiarò che Sabina sembrava tranquilla, socievole e a tratti divertente ma l’aspetto
inquietante della storia è che, per tutta la permanenza nella stazione di polizia, Sabina
sembrava preoccuparsi solo del suo aspetto fisico e sul suo abbigliamento non domandando
mai notizie della sorella:
“Era come se sua sorella non esistesse, si preoccupava solo di se stessa. Era come se fosse
avesse vissuto un’altra vicenda. Non credo sapesse nulla di ciò che era accaduto, o non le
importava o non riusciva a ricordarselo”177
174
BBC documentary, 10 August 2010, Madness in the fast lane
ibidem
176
Ibidem
177
Ibidem
175
96
Poche ore dopo essere uscita dalla stazione di polizia, Sabina incontra Glenn Hollinshead
che le offre un passaggio a Londra. I due decidono di fermarsi a casa di Glenn per qualche
giorno con la scusa di darle la possibilità di assistere la sorella in ospedale ma, in un attimo
di distrazione dell’uomo, Sabina lo accoltella 5 volte uccidendolo, poi prende un martello ed
esce in strada colpendosi ripetutamente la testa fino a che un automobilista, accorgendosi di
quello che stava succedendo, la raggiunge tentando di bloccarla ma Sabina si ribella
colpendolo alla testa con una tegola che aveva in tasca.
“Era davvero una rabbia di tipo primitivo”178
La corsa folle della gemella si ferma quando, correndo, arriva ad un ponte sopra la A50 e
salta nel vuoto gettandosi in un precipizio. Nonostante la frattura del cranio e le caviglie
rotte, riesce a sopravvivere. Sabina venne condannata per omicidio colposo.
Il legame fraterno, soprattutto gemellare, sembra essere fondato sulla filosofia di pensiero
“uniti nel bene e nel male” ed è proprio ciò che accade in queste storie di cronaca quando a
sbagliare e a “mettersi nei guai” si è in due, proprio come è accaduto a Lecce il 14 Aprile
del 2015 quando due imprenditori, i gemelli Acquaviva, vengono indagati per truffa 179 in
concorso e riciclaggio 180 aggravato da modalità mafiose.181
Non tutte le storie riguardanti i gemelli però riguardano “gemelli inseparabili”. Può
succedere che, come nel caso di Jack e Oskar, non esista quella pesante necessità di avere il
proprio fratello accanto.
Entrambi nati a Trinidad nel gennaio del 1933, vennero divisi dopo sei mesi dalla loro nascita
poiché i loro genitori decisero di separarsi. Oskar rimase con la madre e andò a vivere in
Germania ricevendo un’educazione di tipo cattolico. Durante il regime nazista si unì alla
178
Ibidem
Art. 640 c. p. Truffa. Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un
ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni.
180
Art. 648 c. p. Riciclaggio. Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro,
beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo; ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni,
in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da
quattro a dodici anni. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività
professionale. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è
stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni.
181
14 Aprile 2015, BCC Terra d’Otranto, tra i nuovi indagati i due fratelli Acquaviva e Carlo Quarta, Lecce,
www.lecceprima.it
179
97
gioventù hitleriana ed imparò a non rivelare le origini ebree del padre che, intanto, prese con
se Jack. Quest’ultimo si trasferì in Venezuela, dopo la guerra, per vivere con l’unica parente
sopravvissuta all’Olocausto. All’età di 16 anni si trasferì in Israele dove lavorò e prestò
servizio militare.
I gemelli si incontrano per la prima volta all’età di 21 anni: stesso modo di vestire, stesso
taglio di capelli ma due lingue diverse che li spinsero a separarsi presto poiché Oskar non
voleva che saltassero fuori le proprie origini ebree.
Nel 1979 Thomas J.Bouchard e altri collaboratori dell’Università del Minnesota, si
impegnarono in una ricerca che venne chiamata MISTRA: Minnesota Study of Twins
Reared Apart.182 Questa ricerca aveva l’obiettivo di esaminare i parallelismi e le differenze
di tutti quei gemelli divisi alla nascita e per questo cresciuti separatamente. Riuscirono a
riunire in tutto 34 coppie di gemelli e dal loro incontro saltarono fuori somiglianze
incredibili.183 Il secondo incontro di Jack e Oskar avviene proprio in ragione di questo studio,
dopo 25 anni dal loro primo incontro: stessa camicia, stessi baffi e stesse manie per il cibo
piccante. In un documentario dedicato a questa storia, Jack afferma:
“Ho detto a Oskar: indossi le mie stesse cose, perché? Lui ha risposto: E perché ti vesti
come me? Non ci piaceva il fatto che avessimo lo stesso look pur non vedendoci da 25 anni
e non conoscendoci assolutamente”184
182
T.J. Bouchard, D.T., Lykken McGue, N.L. Segal Tellegen, 1990, Sources of human psychological
differences: the Minnesota Study of Twins Reared Apart, in Science n. 250
183
Matt Ridley, 2005, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Adelphi editori, Milano
184
12 Giugno 2013, BBC, The story of Jack and Oskar. Identical twins. Separated at birth and brought up in
radically different cultures. I don't own this video. From the Robert Winston series on twins
98
Fig.14 Jack Yufe a sinistra e il gemello identico Oskar Stohr a destra
Nonostante le molte somiglianze il loro rapporto era altalenante pur mantenendosi comunque
in contatto negli anni. Quando Jack morì a causa di un cancro ai polmoni, dopo molti anni
di lavoro nelle miniere, Oskar non partecipò ai suoi funerali.
I risultati della ricerca di Bouchard vennero fortemente contrastati dalla psicologa Susan
Farber che sosteneva che le somiglianze evidenziate da tale ricerca erano esagerate e
venivano messe in ombra le differenze che le coppie presentavano. Inoltre, veniva trascurato
il fatto che da piccoli questi individui avevano passato diversi mesi, oltre ai mesi della
gestazione, insieme e soprattutto altrettanti mesi li avevano trascorsi insieme prima di essere
esaminati dagli scienziati.
185
Le somiglianze tra gli stessi sembravano ovvie e scontate:
vivevano tutti in periferie abitate dalle classi medie in città simili, cresciuti nella stessa
cultura ed erano stati educati nel rispetto dei valori occidentali. Bouchard allora effettua uno
studio sui gemelli dizigoti cresciuti separatamente, somministrando a tali coppie un
questionario per “testare” la loro religiosità: le somiglianze dei gemelli monozigoti erano del
62% e quelle dei dizigoti scendevano al 2%. Ovviamente il suo scopo non è stato quello di
dimostrare l’esistenza di un gene della religiosità bensì ha tentato di dimostrare come in un
aspetto culturale, quale la religione, l’impatto dei geni non può essere ignorato. 186
Farber, alla luce di tutte queste ricerca, avanzò una teoria secondo cui le persone
geneticamente identiche, se cresciute in ambienti simili, possono attivare uno schema di
risposte uguale nell’ambiente esterno. Tale attivazione però non avviene se l’ambiente
185
186
Susan Farber, 1981, Twins reared appart. A reanalysis, Penguin Books
Matt Ridley, 2005, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Adelphi editori, Milano
99
esterno è diverso per entrambi. Di conseguenza, se l’ambiente è simile e le risposte sono
uguali, i gemelli arriveranno a vivere gli stessi tipi di esperienze che determinano in qualche
modo stessi tipi di personalità. Farber afferma che queste risposte risultano assenti nei
gemelli monozigoti cresciuti insieme a causa dell’effetto coppia, di cui abbiamo
precedentemente parlato, per un motivo preciso: poiché i gemelli tendono a sviluppare ruoli
complementari tra loro e le differenze, inizialmente lievi, aumenteranno con il crescere della
necessità individuale di differenziazione dall’altro. Più si vive assieme, più si diventa diversi
perché nel confronto con l’altro si tenderà sempre ad amplificare le differenze. 187
187
Susan Farber, 1981, Twins reared appart. A reanalysis, Penguin Books
100
CONCLUSIONI
Con il presente lavoro ho colto l’occasione per tentare di fare chiarezza su alcuni degli aspetti
riguardanti il “mondo dei gemelli”, aspetti che probabilmente non vengono presi in
considerazione se non si vive una condizione simile in prima persona o se non si è incuriositi
dalla stessa.
L’obiettivo di questi tesi è quello di dare una descrizione dettagliata delle dinamiche
relazionali e psicologiche tra i gemelli soprattutto in campo criminologico e, a differenza di
altri studiosi, di trovare delle risposte da un punto di vista di una persona che vive
direttamente tale condizione.
Basandomi sulle pubblicazioni della Psicologa Susanna Cameriere e riflettendo sulla mia
esperienza di crescita, ho trovato un reale riscontro del conflitto all’interno della coppia che
a volte arriva anche ai livelli estremi. Il dettaglio che forse non viene mai evidenziato è che,
sì, il conflitto nasce in età adolescenziale con il bisogno che ogni individuo ha di sviluppare
la propria identità ma questa potrebbe essere solo la scintilla che accende il grande incendio:
ad alimentare il fuoco, infatti, è il disperato bisogno di ogni componente della coppia ad
essere “migliore dell’altro”. Non uguale, non lo stesso ma il migliore.
Una domanda che molte persone, ingenuamente, mi rivolgono è: come fate ad essere gemelli
se siete così diversi? Con i gemelli Lewis e con le teorie dello psicologo americano Gilbert
Gottlieb credo si sia arrivati finalmente ad una risposta: non è la condizione in sé di
gemellarità che ci rende uguali ma il tipo di personalità che tendiamo a sviluppare in base
all’ambiente in cui cresciamo. Se si tratta di gemelli, come i Lewis, geneticamente uguali,
separati alla nascita e cresciuti in ambienti diversi, verranno trattati dagli altri allo stesso
modo perché entrambi evocheranno risposte simili dagli altri considerando che la loro
condizione genetica determinerà i loro talenti, interessi e motivazioni. È un po’ come quando
un bambino nasce in una famiglia di musicisti: avrà geneticamente una predisposizione alla
musica che determinerà il suo talento e nello stesso tempo il bambino assumerà alcuni
comportamenti che susciteranno una specifica risposta dall’ambiente.
Come ho accennato precedentemente, per un periodo di sei mesi ho avuto l’occasione di
svolgere l’attività di tirocinio presso il gruppo appartamento per minori della Cooperativa
sociale “Nuova Speranza”. In questo caso ho avuto modo di confrontarmi con i ragazzi
101
minorenni, ospiti della struttura, con le loro difficoltà e realtà diverse. Alcuni di essi
provenivano dallo stesso luogo dei gemelli del caso che ho studiato.
Come abbiamo visto la condotta del comportamento deviante dei gemelli identici,
monozigoti, viene analizzato in vari ambiti:
-
Ambito genetico: in cui il criminologo tedesco Franz Exner, nel 1953, con la sua
metodologia di ricerca ha messo a confronto il comportamento dei gemelli identici e
quello dei gemelli fraterni con l’intento di dimostrare che i primi, possedendo lo
stesso corredo genetico, mostrassero gli stessi comportamenti devianti. Teoria che
confermò gli studi condotti, nel 1929, dallo psichiatra tedesco Johannes Lange;
-
Ambito psicologico: in cui si mette in relazione lo stile educativo genitoriale con
l’acquisizione della competenza sociale dei figli. Riguardo la personalità degli
individui, un ruolo di fondamentale importanza viene attribuito alle relazioni e al
contesto in cui l’individuo nasce e si forma. Se l’individuo riceverà una buona
educazione, sarà nelle condizioni giuste per affrontare gli eventi della vita con
flessibilità e potrà stabilire rapporti interpersonali improntati alla collaborazione.
Sempre in questo ambito, una caratteristica da non trascurare è sicuramente il tipo di
legame esistente all’interno della coppia che se non mantiene un determinato
equilibrio può arrivare a sfociare in comportamenti antisociali o devianti;
-
Ambito sociologico: secondo cui il comportamento criminale, e non, comprende un
processo di imitazione degli altri. In questo ambito si arriva ad affermare, con il
criminologo e sociologo francese Tarde, che le persone socialmente inferiori tendono
a copiare e a riproporre il comportamento delle persone socialmente superiori e per
questo il comportamento deviante potrebbe diffondersi;
-
Ambito psichiatrico: in cui sono stati analizzati tutti i disturbi che possono favorire
lo sviluppo della condotta deviante. Anche in questo caso vengono messi a confronto
gemelli monozigoti e dizigoti presentando una maggiore concordanza nei
monozigoti.
Tenendo conto di tutti questi studi realizzati nel corso degli anni, in riferimento al caso dei
gemelli calabresi, ho potuto dedurre che sicuramente l’ambiente familiare in cui essi sono
cresciuti ha influito sulla loro condotta criminale e il loro legame simbiotico e morboso li ha
spinti a dipendere l’uno dall’altro non permettendo l’instaurazione di altri rapporti al di fuori
102
del loro mondo. Inoltre si è evidenziato che nel momento in cui i gemelli sono stati
allontanati dal loro ambiente familiare e sociale, il loro comportamento risulta essere
rispettoso e corretto pur mantenendo una certa diffidenza con le figure rappresentanti le
autorità. La “chiusura” della coppia risulta ugualmente presente mostrando una certa
difficoltà nell’istaurare relazioni sociali con persone estranee alla loro vita. Questa difficoltà
si manifesta in forma ansiosa e con l’assunzione di comportamenti superficiali e difensivi.
Pur essendo gemelli monozigoti e quindi geneticamente identici, in più di un’occasione
hanno mostrato reazioni differenti. Il comportamento di Federico, gemello debole,
potrebbero essere riconducibile alla “dipendenza” da Riccardo, gemello dominante.
Allora, forse, non si tratta di condividere lo stesso destino: se un gemello criminale, il più
forte, trascina con se nella condotta deviante l’altro, il più debole, si tratterebbe solo di quella
“dipendenza” dall’altro dovuta alla difficoltà di separazione e al tipo di personalità più
“debole” sviluppata dal gemello dominato.
Si potrebbe concludere, alla luce di quanto detto, che l’ambiente sociale e familiare
sicuramente incidono sullo sviluppo e la condotta di determinati atteggiamenti ma, una volta
estrapolati da tali contesti è possibile lasciare spazio alla ricostruzione di una condotta
prosociale.
Bisogna tenere in considerazione il fatto che, come una grande ferita lascia una cicatrice ben
visibile, determinate esperienze lasciano un segno profondo nella personalità e nella psiche
di ogni individuo che, rimesso nei medesimi contesti avrà alte probabilità di riprendere la
strada della criminalità.
103
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www.lecceprima.it
www.simaiss.it
107
RINGRAZIAMENTI
Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare il Professore Christian Costantino che mi ha
concesso l’opportunità di realizzare la mia tesi di laurea e per aver creduto fortemente in
questo lavoro.
Vorrei ringraziare la mia Tutor, Assistente Sociale, Alessandra La Rocca che mi ha permesso
di svolgere l’attività di tirocinio con molta disponibilità e pazienza. Oltre ad essere una
brillante e professionale Assistente Sociale è una persona che stimo ed ammiro molto, spero
ci sarà occasione in futuro di averla ancora come punto di riferimento.
Ringrazio il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e la Procura di Reggio Calabria
per avermi permesso di visionare il materiale necessario per la realizzazione del mio lavoro.
Ringrazio anche la disponibilità e la pazienza della Cancelliera Patrizia Russo e del
Maresciallo dei Carabinieri Panvino che hanno supervisionato la mia ricerca chiarendomi
ogni dubbio sorto durante il mio percorso.
Ringrazio le Psicologhe Susanna Cameriere e Antonietta Provenzano per avermi fornito il
materiale, in ambito della psicologia, necessario per una parte della tesi e per aver risposto a
tutte le mie domande.
Ringrazio la mia amica e collega Irene che anche questa volta è stata compagna di avventure,
esami, situazioni imbarazzanti, stress prima degli esami e una valida collega di lavoro: anche
questa volta, insieme abbiamo iniziato, insieme abbiamo finito.
Vorrei ringraziare i miei amici che mi hanno sopportato in questi due anni che, per varie
vicende, non sono stati per niente facili: Maria, Gioosy e Jessica.
Ringrazio Marinella che è stata per me una persona che mi ha spinta a fare e pretendere
sempre il meglio, a non avere timore in nessuna situazione e ad “osare”. Spero di riuscire a
fare almeno metà delle cose che tu hai fatto in questi anni in cui faccio parte della tua vita.
Ringrazio tutta “la tribù” della mia enorme famiglia: i miei fantastici super nonni, i miei zii
e le zie, tutti i cugini dal più grande al più piccolo.
Voglio ringraziare a gran voce i miei genitori che hanno creduto in me, nel mio percorso,
nel mio lavoro, sostenendomi sempre ed esortandomi sempre a fare il meglio senza
dimenticarmi mai di quelle persone che, intorno a me, possono aver bisogno del mio aiuto.
108
Li ringrazio anche e soprattutto per la gran fatica e l’impegno che ci hanno messo a crescere
due gemelli con tutte le difficoltà che questi comportano.
“Grazie mamma ne hai fatti due su due, e due su due che comunque vada mio fratello ci
sarà, grazie mamma…grazie pà”
Infinite grazie e mia sorella che, nonostante la distanza, è sempre presente nella mia vita
supportandomi ed aiutandomi quando mi scoraggio e mi viene solo voglia di mollare tutto.
La ringrazio perché nonostante il peso di questa distanza che ci separa, non c’è giorno in
cui non mi parli dei miei splendidi nipoti informandomi su ogni progresso o marachella
commessa, facendomi sentire lì in ogni momento: grazie per Gabriele, Sofia e Giorgia.
Ho lasciato il ringraziamento più importante per ultimo, motivo della scelta della mia tesi:
il mio gemello Demetrio. Ti ringrazio per tutto quello che il nostro rapporto è stato e sarà:
litigi, botte, guai, insulti, dispetti, gioie, silenzi, assenze, presenze ingombranti, gelosie,
incomprensioni, complicità, risate fino alle lacrime, i compiti copiati e quelli nascosti.
Grazie per la sigaretta fumata di nascosto, per la scuola saltata insieme, per quella volta
che mi hai difesa quando qualcuno mi dava fastidio, per tutte le volte che mi chiedi di fare
di più e per quelle in cui mi chiedi di venire a trovarti, per gli abbracci prima di partire, per
le chiamate nei momenti più difficili, per la verità in faccia, per i tuoi occhi che sono
uguali ai miei, per le tue insicurezze e il tuo sarcasmo. Grazie per essere il mio Superman,
grazie per aver trovato la forza di abbattere i muri che avevamo stupidamente costruito per
difenderci da noi stessi. Ti amo infinitamente.
“A volte, essere un fratello è ancora meglio che essere un Supereroe”
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