Università per Stranieri “Dante Alighieri” REGGIO CALABRIA ______________ DIPARTIMENTO DI SCIENZE DELLA SOCIETA’ E DELLA FORMAZIONE D’AREA MEDITERRANEA CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN “Programmazione e gestione delle politiche e dei servizi sociali d’area mediterranea” ___________________________________________________________ Uguali ma diversi: studi sulla predisposizione al crimine delle coppie di gemelli Tesi di Laurea di: Relatore: Elisa Nicolo’ Chiar.mo Prof. Christian Costantino ___________________________________________________________ Reggio Calabria Anno Accademico 2015-2016 Alla parte migliore di me, mio fratello “Un legame speciale e intangibile pare continui ad unirli anche quando vivono ai poli opposti del mondo” A. Piontelli – Gemelli nel mondo INDICE INTRODUZIONE Pag. 3 CAPITOLO 1: CHI SONO I GEMELLI? Pag. 8 1. Gemelli nel mito Pag. 8 2. Come vengono concepiti? Pag. 10 2.1 Quanti tipi di gemelli esistono? Pag. 11 3. Galton e l’Eugenetica Pag. 16 4. Dott. Morte: alla ricerca della razza perfetta Pag. 17 5. Gemellologia: metodo di indagine scientifica Pag. 20 CAPITOLO 2: GEMELLI E CRIMINOLOGIA 1. Scuola positivista Pag. 27 Pag. 27 1.1 Eredità e ambiente Pag. 30 2. Fattori psicologici, biologici e sociali Pag. 33 2.1 La famiglia Pag. 35 2.2 Quoziente di intelligenza Pag. 38 3. Studi sui gemelli Pag. 39 3.1 I separati Pag. 41 4. Disturbi psichiatrici e crimine Pag. 43 5. Quando un gemello presenta un disturbo psichiatrico Pag. 47 CAPITOLO 3: UGUALI NON IDENTICI 1. Dipendenza dall’altro: difficoltà di separazione 1.1 Linguaggio segreto Pag. 53 Pag. 53 Pag. 57 2. Conflittualità Pag. 60 1 3. Gerarchia: divisione dei ruoli Pag. 64 4. Personalità Pag. 65 4.1 Personalità e ambiente Pag. 67 5. Dove inizio io e dove finisci tu? Pag. 70 6. Genitorialità Pag. 74 CAPITOLO 4: NEL BENE E NEL MALE Pag. 77 1. Gemelli Calabresi Pag. 77 2. Riccardo e Federico criminali nati? Pag. 85 3. Gemelli Londinesi Pag. 81 4. Uguali nel bene e nel male? Pag. 93 CONCLUSIONI Pag.101 BIBLIOGRAFIA Pag. 104 SITOGRAFIA Pag. 107 RINGRAZIAMENTI 2 INTRODUZIONE Il motivo della scelta dell’argomento di questa tesi è dovuto alla curiosità nata studiando la materia di riferimento. La mia condizione di gemellarità non mi ha mai spinta ad affacciarmi con curiosità a tutti gli studi e/o gli aspetti che questa può comportare forse, in fondo, per una necessità di “normalità” che da sempre si tende a ricercare in una situazione simile. Essere gemelli, infatti, è molto più che essere semplici fratelli: tutto il mondo tenderà sempre a considerarti un “tutt’uno” con il/la cogemello/a, quasi come se fosse impossibile avere a che fare solo con una persona o l’altra, soprattutto quando si cresce insieme. Fin da piccoli, ci si rivolge a noi con “i gemelli” e non con nomi o appellativi individuali come può accadere per i mononati, amicizie, esperienze, gioie e dolori saranno sempre di entrambi e non ci sarà spazio per l’individualità. Quando arriverà il momento di crescere, bisognerà farlo per due e le responsabilità saranno del “gemello più forte” che dovrà subire il peso di ogni errore o la gioia di ogni conquista gettando, pur non volendo, nell’ombra il gemello più debole. In ragione di questo si arriverà inevitabilmente allo scontro, a volte anche violento, per guadagnarsi la propria immagine, la propria storia, la propria indipendenza e tutto ciò porta anche al distacco doloroso dalla propria metà. Quando si vive questa condizione si lascia poco spazio agli studi che i più grandi scienziati e psicologi hanno realizzato in questo campo e, quindi, tutti gli interrogativi posti nel corso della vita non avranno una risposta. Avendo avuto la fortuna di aver trovato una “porta socchiusa” in questa materia, ho colto l’occasione per fare chiarezza su tutti quegli aspetti ingarbugliati inerenti a tale condizione e, facendo riferimento agli studi e le varie vicende condotte e sfruttando la mia condizione di gemellarità, ho tentato di dare una risposta a parte degli interrogativi irrisolti: 1. Cosa vuol dire essere gemelli? 2. Uguali fino a che punto? 3. Se un gemello è criminale lo sarà anche l’altro? 3 Per iniziare ad “organizzare” il mio lavoro mi sono messa in contatto, essendo iscritta insieme al mio cogemello, con il Registro Nazionale Gemelli: strumento per la ricerca biomedica costituito da coppie di gemelli residenti in Italia che vogliono partecipare a ricerche di carattere medico e scientifico per il miglioramento della salute di tutta la popolazione. Il Registro Nazionale Gemelli è curato dal reparto di Epidemiologia Genetica del Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute (CNESPS) dell'Istituto Superiore di Sanità (ISS), l'organo tecnico-scientifico del Servizio Sanitario Nazionale che svolge le attività di ricerca e di controllo sulla salute pubblica. Grazie alle pubblicazioni di tale registro, sono riuscita a recuperare il materiale riguardante il loro operato, le procedure e il materiale riguardante gli aspetti biologici e medici. Nel primo capitolo di questo lavoro ho fatto un excursus storico analizzando, in letteratura, tutte le vicende che hanno come protagonisti i gemelli. Il primo autore da me preso in esame è Eschilo, drammaturgo greco del 525 A. C., con la sua grandiosa opera “I sette contro Tebe” in cui i due protagonisti sono visti come l’uno il nemico dell’altro come a voler indicare quel tipo di conflitto violento che spesso è presente nel rapporto gemellare. Il secondo autore è Dionigi d’Alicarnasso, storico greco dell’8 A. C., che propone nei Diòscuri, due fratelli inseparabili, uniti da un amore che va oltre anche la morte. Non si poteva non approdare nel mito di Romolo e Remo, gemelli uniti dalla stessa “sfortuna” ma separati da destini diversi. Successivamente ho tentato di fare chiarezza sulla differenza dei gemelli identici (monozigoti), fraterni (dizigoti), siamesi e gemelli semi – identici scoperti da poco tempo. Ho analizzato i possibili fattori responsabili di nascite gemellari, ponendo particolare attenzione ai primi studi realizzati da Francis Galton, criminologo britannico del 1800, che si approcciò a tale fenomeno, per la prima volta nella storia, come un nuovo metodo di indagine scientifica uscendo dal campo prettamente ostetrico. Per quanto possa essere difficile da accettare per la crudeltà e la sofferenza inflitta, ho analizzato la storia del medico nazista Josef Rudolf Mengele che, attraverso i suoi spietati esperimenti, tentò di raggiungere un solo obiettivo: la riproduzione dei tedeschi puri, ariani, in numero sufficiente per rimpiazzare tutte le persone sterminate. Con gli studi e le ricerche condotte dal medico italiano Luigi Gedda si approda, nel 1953, alla nascita della Gemellologia, quella disciplina biologica e medica che studia i problemi della gemellarità. Su questo filone di ricerche, nel 2000 nasce il Registro Nazionale Gemelli con lo scopo di creare un registro di popolazione di gemelli italiani da utilizzare per studi di epidemiologia genetica su caratteri complessi. 4 Nel secondo capitolo ho discusso, in campo criminologico, della scuola positivista che considera l’uomo criminale vittima della propria natura ritenendo che ogni persona nasce con una predisposizione naturale alla devianza. Vedremo, nel corso del capitolo, le ipotesi avanzate da alcuni studiosi come Adolphe Quetelet, e André – Michel Guerry, fondatori delle statistica morale, per individuare le variazioni di tassi di criminalità a seconda del clima e della stagione, osservando le differenze di sesso ed età. Successivamente con Cesare Lombroso, maggiore esponente della scuola positivista in Italia, verranno analizzati gli aspetti che caratterizzano quello che lo studioso definisce “delinquente nato”. Verrà inoltre affrontata la questione dell’influenza di alcuni fattori (ambientali, ereditari, psicologici, sociali e familiari) esercitata sui delinquenti, attraverso le ricerche condotte da Richard Dugdale (sociologo americano), Henry Herbert Goddard (psicologo americano), Earnest Albert Hooton (antropologo americano), William Sheldon (psicologo statunitense), Sigmnud Freud (neurologo e psicanalista australiano) e Diana Baumrind (psicologa americana). Anche in questo capitolo, ovviamente, non potevano mancare gli studi effettuati sui gemelli, realizzati per mettere a confronto il comportamento dei gemelli monozigoti e quello dei gemelli dizigoti tentando di rispondere all’ipotesi secondo cui se un gemello mostra comportamenti delinquenti e devianti, molto probabilmente anche l’altro li assumerà. Verranno quindi riportate le ricerche effettuate dallo psichiatra tedesco Johannes Lange e successivamente verranno riportati alcuni casi di gemelli separati alla nascita che presentano caratteristiche comuni. Con lo psicanalista statunitense del ‘900 Franz Alexander, verranno presi in considerazione i disturbi psichici e i casi di criminalità per creare una correlazione tra malattia mentale e comportamento criminale e, a conclusione del capitolo, verranno ripotate in percentuali le possibilità che ha una coppia di gemelli identici a presentare lo stesso disturbo rispetto alla coppia di gemelli fraterni. Per il terzo capitolo di tale lavoro ho avuto la possibilità di confrontarmi con la Psicologa Antonietta Provenzano che, insieme alla cogemella Giuseppina Provenzano, ha fondato l’Associazione Pro Gemelli. Tale associazione, fondata nel 2000 e riconosciuta dalla Regione Lazio, costituisce un punto di riferimento multifunzionale che promuove, senza fini di lucro, il benessere bio-medico, psicologico e sociale dei gemelli e delle loro famiglie. Questo capitolo riguarderà sugli aspetti psicologici delle coppie di gemelli e, quindi, la dipendenza che si viene a creare in entrambi che spesso porta alla chiusura della coppia al mondo esterno che crea, come lo psicologo francese René Zazzo definisce, “l’effetto coppia”. A causa del rapporto strettamente simbiotico gemellare e dell’effetto coppia si viene 5 a creare, molto spesso, il linguaggio segreto tra gemelli, definito dal termine Criptofasia. Può succedere che tale linguaggio interferisca con il normale sviluppo del linguaggio previsto già da alcuni studi condotti in campo linguistico fino ad approdare, nei casi estremi, a situazioni complicate come quella del caso delle “Gemelle che non parlavano”. La storia ripotata, riguarda sia il caso estremo di Criptofasia, sia la conflittualità che nasce nei gemelli in un determinato momento della loro vita. Grazie alla Psicologa Susanna Cameriere, con la quale ho avuto modo di avere uno scambio di idee sulle sue pubblicazioni, ho tentato di spiegare il motivo scatenante il conflitto facendo anche, e soprattutto, riferimento alle ricerche condotte dallo scienziato e docente di Epidemiologia genetica presso il King’s College di Londra Tim Spector, secondo cui il conflitto potrebbe nascere dalla necessità, di ogni componente della coppia gemellare, di avere la propria identità e indipendenza. Un altro aspetto di notevole importanza è ricoperto dalla gerarchizzazione dei ruoli all’interno della coppia che, nel corso del tempo, tende ad alternarsi per poter mantenere un equilibrio in modo tale da non sfociare in manifestazioni patologiche. Questo capitolo si conclude con gli studi e le osservazioni inerenti allo sviluppo della personalità facendo riferimento all’ambiente in cui il soggetto cresce e vive. Riguardo lo sviluppo della personalità si analizzerà anche il modo in cui i gemelli tendono a instaurare i rapporti con altri individui. Per un periodo di sei mesi ho avuto l’occasione di svolgere l’attività di tirocinio presso il gruppo appartamento per minori della Cooperativa sociale “Nuova Speranza”: un servizio residenziale a dimensione familiare a carattere educativo che ha lo scopo di offrire un idoneo collocamento a minori, adolescenti e minorenni alle soglie della maggiore età che intendono intraprendere un percorso d’emancipazione sia sociologica sia psicologica dal nucleo familiare d’origine che non possa assicurare un armonico sviluppo della loro personalità, ed iniziare a compiere in questo modo il proprio destino di esseri umani adulti e responsabili. Tale struttura quindi si propone di sostenere il processo evolutivo dei ragazzi accolti mediante un’organizzazione della vita che permetta relazioni stabili ed affettivamente significative tra minori ed adulti. Il Gruppo Appartamento è situato in Via R. Campi, II°., Dir. Barreca, 33 a Reggio Calabria e opera essenzialmente attraverso convenzioni con enti pubblici. Durante questo periodo di 6 tirocinio sono stata affidata alla Tutor, Assistente Sociale, Alessandra La Rocca la quale mi ha suggerito di approfondire la storia criminologica dei gemelli calabresi. Il quarto ed ultimo capitolo del mio lavoro, infatti, è stato realizzato grazie alla collaborazione della mia Tutor, che mi ha indicato l’iter da seguire per il reperimento del materiale, e alla collaborazione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria, della Procura della Repubblica, del Maresciallo Panvino dell’arma dei Carabinieri e della Cancelliera Patrizia Russo. Grazie al confronto e alla loro collaborazione sono riuscita a reperire il materiale necessario per poter concentrare parte del capitolo al caso riportato: i Gemelli Calabresi. Per iniziare ho descritto la successione degli eventi che hanno costretto i gemelli a scontare una pena di nove anni per tentato omicidio, successivamente ho tentato di delineare, tramite le relazioni comportamentali e psicologiche, la personalità dei singoli gemelli in modo da applicare le teorie affrontate nei capitoli precedenti. Facendo un passo indietro nel tempo, ho seguito lo stesso iter con i gemelli che hanno dominato gli anni ’50 – ’60 di Londra: i gemelli Kray. Avvicinandomi di più ai giorni d’oggi, invece, ho concluso l’ultimo capitolo riportando un caso di “follia gemellare” che vede come protagoniste le gemelle Eriksson. 7 CAPITOLO 1 CHI SONO I GEMELLI? 1. Gemelli nel mito Il fenomeno della nascita gemellare ha attirato molta curiosità fin dai tempi antichi, basti pensare che in alcune civiltà un evento simile simboleggiava un evento straordinario, un prodigio di fecondità. Altri popoli, non vedevano di buon occhio la nascita gemellare perché veniva considerata come la violazione di un ordine naturale degli eventi e proprio per questo motivo tendevano a sacrificare uno dei due fratelli preferendo spesso la sopravvivenza del maschio. Inoltre, questo tipo di gravidanza veniva associata all’adulterio da parte della madre o ad una sorta di impurità dei genitori. Nella storia della letteratura classica si è sempre parlato dei gemelli “nemici”, in continua contrapposizione l’uno con l’altro, sempre in una guerra che inevitabilmente termina con la morte cruenta di uno dei due. A tal proposito, il primo a parlare di “gemelli nemici” fu Eschilo nelle sue tragedie come ad esempio “I sette contro Tebe” in cui Eteocle e Polinice, figli di Edipo e di sua madre e moglie Giocasta, colpiti dalla maledizione del padre, si combatterono e si odiarono fino alla fine per regnare su Tebe. «Capo contro capo, fratello contro fratello, nemico contro nemico» 1 In contrapposizione con la visione estrema dei gemelli nemici, nella letteratura greca, sono presenti anche coppie di gemelli inseparabili anche davanti alla morte come accade nei Diòscuri. Dionigi d’Alicarnasso narra di due fratelli eroi diventati il simbolo di lealtà e fratellanza per eccellenza: Castore e Polluce figli di Zeus e di una donna mortale, Leda che però era sposa di Tindaro. Zeus si unisce a Leda sotto forma di cigno e tempo dopo lei si unisce al suo sposo. Da questi intrecci nascono due coppie di gemelli formate da Polluce ed Elena figli di Zeus; e Castore e Clitemnestra figli di Tindaro. I gemelli delle rispettive coppie partono insieme per una spedizione in cerca del vello d’oro, rimanendo uniti superano le 1 Eschilo, a cura di Giorgio Ieranò, Persiani Sette Contro Tebe, 2003, Mondadori 8 difficoltà e la diversità soprattutto della loro natura, in quanto Polluce immortale e Castore mortale. Alla morte di quest’ultimo, Polluce rinunciò a metà della propria immortalità per non separarsi dal fratello ed ottenne così la possibilità di trascorrere insieme un giorno agli inferi e uno presso il padre Zeus. Così uniti nella vita e nella morte da diventare eterni come una costellazione. Si narra infatti che Giove, per accontentare le preghiere di Polluce, pose entrambi nel cielo formando la costellazione zodiacale in cui Castore è rappresentato dalla stella di colore bianco e Polluce dalla stella più grande di colore giallo – arancio2. Un’altra coppia unita, quanto meno all’inizio, è rappresentata da Romolo e Remo nel mito della fondazione di Roma. Figli Rea Silvia, che venne imprigionata da Amulio, re e suo sposo, per aver infranto il voto di castità, vennero abbandonati nelle acque del fiume Tevere dove una lupa li trovò e li allattò. Successivamente i due gemelli vennero accolti nella casa di Fastulo, un pastore, che li allevò fino all’età adulta. Una volta cresciuti e conosciuta la verità, decisero di vendicare la madre e uccidere Amulio. Il rapporto dei due inizia con una forte complicità che lascia spazio ad altrettanta rivalità. I due, infatti, decisero di erigere una città sulle sponde del Tevere proprio dove furono ritrovati dalla Lupa ma poiché nessuno dei due poteva affermare di essere più anziano dell’altro, decisero di affidarsi al volere degli déi osservando il volo degli uccelli. Posizionatisi in due colli diversi, Remo avvistò sei avvoltoi e Remo dodici. A questo punto le versioni del mito sono varie ma la conclusione accomuna tutte: Romolo uccise Remo e fondò la sua città3. Anche l’Antico Testamento parla di due fratelli gemelli che arrivano inevitabilmente allo scontro: Giacobbe e Esaù figli di Isacco e Rebecca, nipoti di Abramo. Il primo riuscì a ricevere la benedizione del padre sul letto di morte camuffandosi per Esaù ottenendo così il diritto alla successione. Successivamente fu costretto a fuggire dalle ire del fratello 4. 2 Potenza MC, Scalabrella S. 1987, La mitologia classica. Roma: Edizioni Studium De Rachewiltz B, Parisi P, Castellani V. 1976, I gemelli nel mito. Acta Genet Med Gemello 4 Guerriero E, Tuniz, 2002 Il grande libro dei santi. Cinisello Balsamo, Edizioni San Paolo 3 9 2. Come vengono concepiti? Alcuni filosofi ritenevano che il concepimento dei gemelli fosse il risultato di un rapporto sessuale con un eccessivo liquido seminale che era in grado di formare più esseri viventi, così come Aristotele afferma nella sua opera “Generazione degli animali”. Oltre alla maggiore produttività dell’uomo, Aristotele sosteneva che anche da parte della donna dovesse esserci altrettanta materia da fecondare da parte della donna5. Una spiegazione totalmente diversa provò a darla Ippocrate il quale attribuiva la nascita dei gemelli al fatto che una goccia di sperma si dividesse in due metà dando vita così ad una gravidanza multipla. “La gravidanza multipla è il risultato dello sviluppo intracorporeo di più zigoti e/o della divisione di uno zigote, che vengono prodotti nello stesso o in differenti cicli ovulatori, indipendentemente dal numero finale di feti e neonati” 6 Per gravidanza multipla si intende quel tipo di gravidanza in cui si sviluppano contemporaneamente due o più feti: se i feti sono due si parla di gravidanza gemellare, se sono tre di gravidanza trigemina e così via. La frequenza della gravidanza multipla è di circa un caso ogni 100 gravidanze, circa 2/3 delle gravidanze gemellari sono dizigoti e 1/3 monozigoti La gravidanza gemellare può derivare da due o più ovociti fecondati da due o più spermatozoi diversi e in questo caso si parla di gravidanza multipla polizigotica, oppure un ovocita fecondato da uno spermatozoo dopo di che succede che l’embrione iniziale si divide in due o più abbozzi distinti formando così la gravidanza monozigotica. Come già Aristotele aveva fatto tempo prima, occorre parlare di due ipotesi: - Superfecondazione: fecondazione di due ovociti distinti a breve distanza di tempo l’uno dall’altro ma in coiti differenti. In questo caso è possibile che il padre dell’uno sia diverso dal padre dell’altro gemello; 5 Dasen V. 1955, Le jumeaux dans le monde Greco-Romain: theories medicales et iconographie. Medicina nei Secoli Arte e Scienza 6 Caterina Frischetti, Sergio Ferrazzani, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico – psicologiche nelle gravidanze gemellari, Aracne, Roma, pag. 33 10 “Sì ha in un colpo solo l’emissione da parte del maschio di una quantità di sperma in grado di formare più esseri”7 - Superfetazione: fecondazione di un ovocita dopo che nella cavità uterina si è già annidato un altro embrione. Questo fenomeno però è inammissibile nella specie umana a differenza del primo. 2.1 Quanti tipi di gemelli esistono? In base alle modalità di fecondazione esistono diversi tipi di gemelli. Fig.1 esempio di gemelli monozigoti a sinistra formati da un solo ovulo fecondato, a destra gemelli dizigoti formato dalla fecondazione di due ovuli differenti. I gemelli vengono così classificati: - Gemelli identici (monozigoti) si formano da un solo ovocita fecondato da uno spermatozoo. L’ovocita ad un determinato momento si sdoppia formando due embrioni identici. In base ai tempi di separazione dell’ovocita, i gemelli condivideranno o meno la placenta (se lo sdoppiamento avviene entro le 48 ore, ogni bambino avrà una propria placenta e un proprio sacco amniotico altrimenti 7 Aristotele, Generazione degli animali 11 condivideranno solo la placenta). Sono detti identici perché il nome sta a significare non solo l’uguaglianza di caratteri somatici e di sesso ma e soprattutto l’uguaglianza del patrimonio genetico; Fig.2 Coppia di gemelli monozigoti, identici - Gemelli fraterni (dizigoti) si formano da due diverse cellule uovo fecondate da due spermatozoi. In questo caso i bambini sono separati, ognuno con la propria placenta e sacco amniotico. In questo caso i gemelli avranno una similitudine che esiste anche tra fratelli non gemelli e perciò potranno anche appartenere a sesso diverso8. 8 Pescetto, De Cecco, Pecorari, Ragni, 2009, Manuale di ginecologia e ostetricia Seu 12 Fig.3 Coppia di Gemelli dizigoti, fraterni. - Gemelli Siamesi classificati così in rapporto alla parte del corpo che li tiene uniti. Solitamente la fusione più frequente è quella del torace e dell’addome ma può vedere coinvolte altre parti del corpo come testa e testa (meno frequente), bacino e bacino. Essi sono sempre dello stesso sesso a dimostrazione della loro natura monoovulare e sono sempre uniti dalla stessa parte del corpo. Questa malformazione ha varie cause come ad esempio l’esposizione dell’embrione al freddo o a carenza di ossigeno durante le prime fasi di maturazione. Questo tipo di gravidanza viene portata a termine raramente e la nascita dei gemelli avviene, nella maggior parte dei casi, nel Sud Est Asiatico e in Africa, più frequente nel sesso femminile. Può succedere, in rarissimi casi, che un gemello durante la gestazione non si sviluppa completamente e si comporta come un parassita rispetto all’altro che si sviluppa normalmente, così come è accaduto a Arhariya una bambina nata a Lakshmi, in India. La bambina presentava un gemello parassita unito a livello pelvico.9 - Gemelli semi – identici un tipo di gemelli scoperto da poco tempo, essi nascono da una cellula uovo fecondata da due spermatozoi. Il primo caso di nascita di gemelli semiidentici è avvenuto a Phoenix, in Arizona che vede protagonisti due bambini che hanno 9 Giuseppe A. Marraro, Claudio Spada, 2007, Un raro caso di gemelli siamesi: gemelli ischiopagi, Acta anaesthesiologica italica, vol.58 13 ereditato lo stesso patrimonio genetico della madre ma diversi geni del padre. Questo caso, risalente al 2007, ha suscitato non poco interesse in quanto mentre uno dei due era un maschietto normale, l’altro era un “ermafrodito” possedeva cioè entrambi i sessi. “Ciò ha spinto i medici a indagini genetiche approfondite che hanno rivelato che i due bimbi hanno alcune cellule con cromosomi XX (femminili) e altre con cromosomi XY(maschili). Sono in pratica quella che si definisce una coppia di gemelli “chimerici”, cioè con due patrimoni genetici (da parte di padre), dal nome della creatura mitologica con la testa di leone, il corpo di capra e la coda di serpente”10 Negli ultimi anni si è scoperto che l’uso di sostanze che vengono usate per stimolare l’ovulazione, possono facilitare la maturazione contemporanea di più follicoli creando così i presupposti per una fecondazione multipla e quindi di una gravidanza multipla. Da quando le nuove tecniche di fecondazione si sono evolute, i parti gemellari sono aumentati notevolmente. Dai dati ISTAT emerge che in Italia si hanno circa 5600 gravidanze gemellari e 280 trigemine. Tra i vari fattori osservati, come possibili responsabili di nascite gemellari dizigoti, troviamo: - Fattori ambientali: geograficamente sono state osservate grandi differenze suddividendo i paesi in funzione della prevalenza: una bassa prevalenza è stata osservata in Giappone, Hawaii e Taiwan; prevalenza intermedia in tutti i paesi europei ed infine un’alta prevalenza è stata riscontrata in Nigeria, Seychelles, Zimbabwe e Jamaica. Di recente è stato riscontrato un alto tasso di nascite gemellari in alcuni villaggi di montagna norvegesi e un piccolo villaggio del Brasile, Cândido Godói meglio conosciuta come la “città dei gemelli”; - Fattori genetici: esiste una tendenza ereditaria alle gravidanze gemellari, se in una famiglia vi sono dei casi di nascite gemellari è molto probabile che ve ne siano degli altri. A tal proposito è stato realizzato uno studio in cui si è dimostrato che il tasso di 10 http://www.focus.it/scienza/scienze/i-gemelli-quasi-identici 14 incidenza di gravidanze gemellari è più alto nei figli di donne gemelle dizigoti rispetto alla popolazione generale. - Fattori materni: questi includono alcune caratteristiche fisiche e non della madre qui di seguito elencate. L’età materna al momento del concepimento: dai 15 ai 39 anni, infatti, aumenta progressivamente la possibilità di avere gemelli fraterni, mentre, dai 40 ai 44 anni vi è la tendenza ad avere gemelli identici; l’altezza in quanto è stato dimostrato che donne di alta statura hanno maggiori probabilità di avere gravidanze gemellari; il peso e la corretta nutrizione in quanto le donne sottopeso sono quelle che meno frequentemente hanno una gravidanza gemellare rispetto alle donne normopeso o sovrappeso. Secondo uno studio condotto da Gary Steinman del Long Island Jewish Medical Center di New Hyde Park, a New Tork, e pubblicato sul Journal of Reproductive Medicine del 2006, ad aumentare le possibilità di gestazione gemellare potrebbe essere il tipo di alimentazione condotta dalla madre. “Steinman ha preso in esame i dati sui parti di circa mille donne vegane che, fedeli ai dettami del loro credo, non mangiano prodotti di origine animale. Dall’indagine risulta che le donne onnivore hanno una probabilità di cinque volte maggiore rispetto alle vegane di mettere al mondo gemelli”11 Secondo lo scienziato, i latticini stimolerebbero la produzione di una proteina chiamata IGF responsabile della produzione degli ovuli. - Fattori iatrogeni: contraccettivi orali ed assunzione di acido folico. Si è ipotizzato che la riduzione delle gravidanze gemellari alla fine degli anni ’70 fosse solo il risultato di una diminuzione della doppia ovulazione delle donne, quelle che sospendevano l’assunzione di anticoncezionali. Vi sono state poi altre ipotesi secondo cui l’assunzione di acido folico, ormai prescritto in molti paesi sia prima della gestazione sia durante, potesse in qualche modo incidere nelle gravidanze gemellari. Queste ipotesi però, ad oggi, non sono state accettate ne confermate. 11 http://www.focus.it/scienza/salute/nascono-piu-gemelli-e-colpa-dei-latticini 15 3. Galton e l’eugenetica I primi studi in questo campo di ricerca risalgono alle teorie di Mendel che sosteneva che in ogni individuo ci sono due elementi di ereditarietà per ciascun carattere e questi possono reagire in maniera dominante o recessiva. Inoltre, questi si dividono durante la riproduzione e la prole quindi riceve solo uno dei due elementi da ciascun genitore. Nella seconda metà dell’ottocento si è iniziato a considerare il fenomeno gemellare da un punto di vista scientifico grazie a Francis Galton uscendo fuori dal campo prettamente ostetrico. Francis Galton fu uno psicologo e naturalista inglese, cugino di Darwin, che si approcciò a tale fenomeno come un nuovo metodo di indagine scientifica in modo da cogliere obiettivi riguardanti gli ambiti più diversi della natura umana. Nel 1875 Galton pubblica “The history of twins as a criterion of the relative powers of nature and nurture” in cui riteneva possibile dimostrare in che modo fattori ereditari “nature” e fattori ambientali “nurture” influissero sulla crescita individuale. Naturalmente ciò era possibile attraverso l’osservazione di coppie di gemelli. Galton nel suo “metodo classico dei gemelli” o “metodo per gruppi contrastanti” partiva dall’idea che i gemelli monozigoti avessero origine dallo stesso uovo fecondato e perciò avessero un identico corredo genetico a differenza dei gemelli dizigoti che erano considerati invece comuni fratelli con corredo genetico differente. L’osservazione, dunque, veniva fatta per entrambe le coppie che crescevano in uno stesso ambiente educativo. Se la coppia monozigote avesse presentato caratteri similari e la coppia dizigote caratteri contrastanti significava che nello sviluppo della personalità ciò che influisce di più è il fattore ereditario mettendo da parte l’influenza dell’ambiente in cui si vive. Ma Galton fece riconoscere il suo nome anche per aver introdotto un termine ed una disciplina nuova nella seconda metà dell’ottocento: l’eugenetica o eugenica. Questa disciplina si proponeva di migliorare la specie umana seguendo metodi di selezione usati per animali e piante, promuovendo i caratteri fisici e mentali, nel caso degli esseri umani, ritenuti positivi e rimuovendo quelli negativi. Le idee di Galton vennero poi usate dal contesto politico e sociale per giustificare le disparità presenti nella società inglese del XIX secolo, secondo cui erano dovute all’ereditarietà dell’intelligenza e non alle disparità economiche e culturali. 16 “La strada che Darwin non aveva preso in considerazione fu invece seguita fino in fondo dal cugino Galton. Senza esitazione egli aprì le breccia all’idea che la selezione artificiale costituisse un efficace strumento per controllare e migliorare la razza umana.”12 4. Dott. Morte: alla ricerca della razza perfetta Durante il nazismo gli studi sull’eugenetica continuano grazie al conte Otmar Von Verscheuer e il suo allievo Josef Mengele. Entrambi furono spinti dal desiderio di creare una “razza superiore” servendosi della manipolazione genetica. Il professor Verscheuer fu esperto nella genetica e diventò direttore del Dipartimento di Antropologia presso il Kaiser Whilhelm Institut a Berlino dove continuò i suoi studi biologico – razziali in collaborazione con il suo allievo Mengele che diventò poi suo assistente. Entrambi si appassionarono allo studio dei gemelli infatti condussero esperimenti sulla tubercolosi e altre malattie nei gemelli e si prepararono per effettuarne dei nuovi nei campi di concentramento. Proprio qui ebbe inizio quello che tutti definiscono il vortice degli orrori che hanno contraddistinto la personalità del professor Mengele soprannominandolo “angelo nero” o “angelo della morte”. Egli seleziona 1500 coppie di bambini gemelli, ma gli studi prevedono la ricerca del segreto della gemellarità attraverso l'autopsia e così solo 258 tra le cavie umane sopravvivono. Il professore di occupava dei suoi prigionieri selezionandoli personalmente al loro arrivo: Dopo essere stati selezionati, appena fuori dai treni, venivano immediatamente lavati per poi essere condotti nell'ambulatorio medico. Gli esami iniziavano dalla testa che veniva misurata anche per più giorni, venivano sottoposti ad un esame completo ai raggi X in tutto il corpo, venivano prelevati campioni di sangue e a volte ne prelevavano un quantitativo talmente alto da provocare la morte del bambino. Queste pratiche erano dolorose e crudeli, senza alcun tipo di anestesia e spesso terminavano con la morte simultanea di entrambi con iniezioni di fenolo o cloroformio nel cuore. Le attività effettuate erano di vario tipo, come il prelevamento di tessuti dai reni, dalla prostata e dai testicoli per i maschi, mentre molte ragazze vennero sterilizzate; operazioni 12 Terenzio Maccabelli, 2008, Nascere disuguali: considerazioni su eugenetica ed ereditarismo in Italia, Franco Angeli, Milano, pag. 11 17 chirurgiche, tutto con una durata di circa tre settimane. A volte, veniva iniettato loro il tifo semplicemente per vedere se reagivano o meno allo stesso modo. Alcuni collaboratori, selezionati tra i detenuti dei campi di concentramento, raccontarono di aver assistito ad un esperimento mal riuscito: l’angelo nero tentò di creare artificialmente una coppia di gemelli siamesi cucendo gli arti di due bambini zingari. A peggiorare le sue ossessioni fu l’afflusso di ebrei provenienti dall’Ungheria, così a sua completa disposizione ebbe più di 400 vittime contemporaneamente. Con questi gemelli iniziò a testare trasfusioni incrociate di sangue di tipo differente tra i gemelli, esperimenti sul midollo osseo e altri inutili studi che non avevano alcun fondamento scientifico. Mengele era ossessionato dai gemelli osservandone i corpi continuamente e cercando di scoprire quale fosse il segreto per la moltiplicazione della razza “Ogni madre ariana, con un parto gemellare, potrà fornire un individuo in più alla razza la cui vocazione era quella di dominare le altre”13 Un’altra ossessione era segnata dal colore dei capelli e degli occhi, nello specifico per l’eterocromia cioè uno scoloramento dell’occhio causato da atrofia di un pigmento. Il suo intento era quello di trovare il modo di influire sul colore degli occhi facendoli diventare azzurri iniettando nell’iride metilene blu. Il risultato spesso, oltre alle sofferenze, era quello della cecità della cavia e nessun cambiamento. Ogni gemello doveva essere curato e alimentato allo stesso identico modo e soprattutto doveva morire in buone condizioni e nello stesso momento del suo compagno. I suoi gemelli erano esaminati insieme per accertarne le similitudini anatomiche e tutti i suoi esperimenti terminavano con la dissezione dei corpi. Se una coppia di gemelli monozigoti presentava buone condizioni di vita identiche, li faceva morire insieme creando così una condizione ideale per realizzare una comparazione “post-mortem” e decifrare il segreto della riproduzione della razza. Crudele e spietato nei suoi esperimenti ma affettuoso come un padre con i gemelli che lo chiamavano spesso “Zio Pepi”. 13 Philippe Aziz, 1975, I Medici dei lager, Edizioni Ferni, Ginevra, p. 184-185 18 “Questo dualismo -- una sconcertante combinazione di affetto e violenza -- mi è stata costantemente descritta. La sopravvissuta polacca, ad esempio, lo definì "impulsivo... (di) carattere collerico,", ma "nell’atteggiamento verso i bambini (gemelli)... tenero come un padre..." ... I gemelli lo chiamavano spesso "Zio Pepi", e altri gemelli raccontarono come Mengele portasse loro caramelle e poi li invitasse a fare un giro con la sua macchina, che poi risultò essere "una piccola gita con lo Zio Pepi, alla camera a gas." Simon J. spiegò succintamente: "poteva essere amichevole e uccidere."14 Nel 1944 Mengele fece in modo che il suo aiutante ebreo inviasse all’istituto di Berlino, di cui era direttore il professor Verschuer, occhi di zingari, organi interni di bambini sordi, scheletri di due ebrei e campioni di sangue di gemelli infetti da tifo. Tutto era mosso da un unico obiettivo: la riproduzione dei tedeschi puri, ariani, in numero sufficiente per rimpiazzare tutte le persone sterminate. Tutto l’operato dell’angelo della morte ha riempito molte pagine dure della storia della Germania nazista e si conclude poi con l’avanzata russa e la fuga del dottor Mengele che non affrontò mai il processo di Norimberga. Arrivato in Argentina sotto falso nome, mette a frutto gli studi di Auschwitz. Si presenta come veterinario e promette agli allevatori il segreto per moltiplicare i migliori esemplari delle proprie mandrie per poi passare agli esseri umani. Successivamente si sposta a Cândido Godói, una comunità di esuli tedeschi, in cui realizza il sogno di una razza dominatrice con occhi azzurri e capelli biondi. Dopo il 1963 questa comunità diventa la “città dei gemelli” in quanto una gravidanza su cinque si conclude con la nascita di una coppia di gemelli con caratteristiche ariane. Ad oggi, nessuno sa di quali strumenti o preparati si è servito lo “zio Pepi” per rendere il Brasile famoso come “la terra dei gemelli”. 14 Roert J. Lifton, 2003, I medici nazisti. La psicologia del genocidio, Rizzoli, pag. 355. 19 Fig.4 Ottava edizione della Festa dei gemelli che si tiene ogni anno a Cândido Godói, la “città dei gemelli” in Brasile 5. Gemellologia: metodo di indagine scientifica Luigi Gedda fu un medico e attivista italiano e a lui viene riconosciuto il merito di aver fondato nel 1952 la rivista Acta Geneticae Medicacae ed Gemellologiae e, il 6 settembre 1953, l’Istituto di Genetica Medica e Gemellologia Gregorio Mendel. Durante il suo percorso di studi e crescita professionale, il professore fu attirato dal sistema glutationemico (sistema enzimatico con funzione antiossidante che serve a proteggere i globuli rossi dai radicali liberi) notando che il dosaggio del glutatione nei gemelli monozigoti ha rivelato la stessa concentrazione. Fu proprio questo particolare suscitare tanta curiosità verso il fenomeno gemellare e a riconoscere l’importanza e la grande utilità che esso poteva avere per le scienze biomediche. È proprio così che nasce, prima ancora della Genetica, quella che oggi conosciamo come “Gemellologia” disciplina che abbraccia il campo della genetica, psicologia e ostetricia utilizzando i gemelli come esperimento naturale per la comprensione delle malattie e del comportamento umano. Gedda attirò l’interesse scientifico internazionale mostrando al mondo medico italiano l’importanza e il peso della Genetica. Fino ad allora, infatti, non esistevano in Italia cattedre di Genetica Medica. Nel 1951 pubblicò un lavoro di un notevole spessore intitolato “Studi dei gemelli” che comprendeva la bibliografia di tutti i lavori gemellari che erano stati fatti fino a quel 20 momento. Gedda fu il primo al mondo a parlare dei geni come se fossero entità che hanno una propria vita media. Egli paragonò la vita ad una torta di compleanno: la vita dell’uomo è rappresentata da molte candele con la differenza che queste sono tutte presenti in occasione della nascita. Un aspetto importante del gene è il suo periodo di attività perché ogni gene ha un’attività determinata nel tempo. Ogni candela, quindi, ha la sua lunghezza e la variabilità di questa lunghezza è ereditata e individuale a meno che non intervenga il “soffio della malattia per spegnerla”. Lo studio dei gemelli continuò ad essere il filo conduttore che lo teneva legato alla medicina. Egli analizzò le differenze tra gemelli dizigoti e monozigoti e quelle all’interno di questi ultimi, capendo che nell’ambiente endouterino era possibile che ci fosse una sorta di “competizione” per la sopravvivenza tra gemelli e questa competitività poteva alterare l’identità genotipica o causare l’insorgenza di varie tipologie. Secondo il modello proposto da Gedda invecchiamento e morte dell’individuo sarebbero il frutto dell’incapacità da parte dei geni a restare uguali a se stessi. Da un punto di vista medico risultava molto interessante l’insorgere di una patologia in un gemello monozigote e la totale assenza della stessa nel suo cogemello e proprio su questo si concentra il suo metodo che lui stesso definiva clinico – gemellare. Iniziò quindi un lungo percorso di osservazione e ricerca sia di tipo patologico esaminando la sincronicità dell’insorgenza di malattie ereditarie nelle coppie gemellari; sia di tipo fisiologico rilevando le affinità dal confronto di essi. Durante la direzione dell’Istituto “Gregorio Mendel” di Roma, Gedda rilasciava ai genitori dei gemelli un decalogo il quale raccoglieva una sorta di consigli di carattere sanitario e psico – pedagogico: “I genitori dei gemelli devono sapere: 1. I gemelli la cui nascita è oggi in aumento possono essere "identici" in quanto possiedono il medesimo patrimonio ereditario perché derivano da un solo ovulo fecondato da un solo spermatozoo e vengono chiamati monozigotici (MZ), oppure possono essere "diversi" in quanto hanno in comune solo la metà del patrimonio ereditario e vengono chiamati dizigotici (DZ). 21 2. I gemelli MZ e DZ nascono di solito in sottopeso causato dalle esigue dimensioni della cavità uterina e la data del parto è spesso anticipata. 3. Il peso del gemello neonato per lo più raggiunge il peso normale del nato singolo durante il primo anno di vita. 4. E' opportuno controllare ogni quindici giorni l'accrescimento ponderale dei gemelli per circa un anno dopo la nascita e fornire ad essi un'alimentazione arricchita secondo i consigli del pediatra. 5. Le identiche qualità sensoriali e percettive dei gemelli MZ producono in essi una rappresentazione analoga del mondo esterno ed una reattività equivalente. 6. Tale affinità provoca fra i gemelli della coppia MZ un legame psicologico intenso per cui tendono a isolarsi nell'ambito familiare formando un gruppo a sé. 7. Il legame di coppia, del quale i cogemelli si compiacciono, produce spesso la formazione e l'uso di un linguaggio segreto composto non di parole, ma di fonemi che risultano incomprensibili agli estranei. Questo linguaggio è fonte di umorismo da parte dei gemelli, ma anche di danno perché essi tardano ad imparare il corretto linguaggio normale. 8. Il legame intracoppia viene aggravato da parenti ed estranei che considerano simpatica l'esistenza di due fanciulli apparentemente identici, che difficilmente possono essere individuati per nome. 9. L'individualità del singolo gemello che, malgrado le apparenze, esiste fin dalla giovane età, deve essere incrementata mediante un vestiario differente, una frequenza scolastica in classi differenti cosicché i cogemelli debbano eseguire compiti differenti, una partecipazione a campi estivi e ad occasioni ricreative differenti che servano a promuovere delle amicizie diverse. 10. Talvolta i gemelli MZ presentano una lateralità invertita per cui uno preferisce l'uso della mano destra per scrivere e l'altro della sinistra, l'uno calcia il pallone con il piede destro e l'altro con il sinistro, ecc. I genitori rispettino questa scelta di lateralità.”15 15 Istituto Superiore di Sanità, Un pioniere italiano www.iss.it 22 Quello che però ancora mancava in Italia era un registro di gemelli su base di popolazione contenenti tutte le informazioni della vita di un elevato numero di gemelli e dei loro familiari. A Luigi Gedda non viene riconosciuto il merito della nascita della gemellologia 16 e tutti i progressi inerenti ad essa ma soprattutto l’arruolamento di 40.000 gemelli volontari per la raccolta di informazioni17. 6. Registro Nazionale Gemelli Nel 2000 è stato finanziato nel nostro Paese il progetto di ricerca “Fattori genetici e ambientali nelle malattie multifattoriali: istituzione di un registro nazionale dei gemelli”18 grazie al quale si possono evidenziare ed analizzare tutte quelle informazioni relative a patologie comuni dipendenti da fattori ambientali e fattori ereditari. La creazione di tale registro è stata possibile grazie alla collaborazione tra l’Istituto di Sanità, l’Università di Roma “La Sapienza” e il Ministero delle Finanze 19. L’obiettivo principale era quello di creare un registro di popolazione di gemelli italiani da utilizzare per studi di epidemiologia genetica su caratteri complessi. Tale registro è accessibile a tutti i gruppi di ricerca che intendono valutare il peso relativo di fattori ambientali, comportamentali e genetici nelle patologie multifattoriali20. L’accertamento della gemellarità viene effettuato mediante l’invio, tramite posta, di un questionario ai probabili gemelli. Ogni gemello riceve, dunque, una lettera con informazioni generali del progetto ed un modulo per esprimere il consenso a partecipare all’iniziativa. Tale questionario prevede determinate domande per confermare la condizione di gemello e 16 Gemellologia: disciplina biologica e medica che studia i problemi della gemellarità Luigi Gedda ,1951, Studio dei gemelli. Orizzonte, Medico Roma 18 Stazi MA, Cotichini R, Patriarca V, Brescianini S, Fagnani C, D’Ippolito C, Cannoni S, Ristori G, Salvetti M., 2002, The Italian Twin Project: from the personal identification number to a national twin registry. Twin Res 19 Salvetti M, Ristori G, Tosi R, Fieschi C, Stazi A. 1997, Italian population yields world’s largest twin Registry. Nat Med 20 Cotichini R, Fagnani C, Patriarca V, Nistico L, Brescianini S, Cirrincione R, D’Ippolito C, Pulciani S, Figà-Talamanca L, Cannoni S, Ristori G, Salvetti M, Tosi R, Stazi MA, 2003, Twins in biomedical Research and the creation of the “National Twin Registry”. Epidemiol Prev 17 23 valutarne la natura (monozigote, dizigote) e domande relative al livello di istruzione e tipo di occupazione. Ai gemelli che accettano di iscriversi a tale registro, viene assegnato un codice univoco di identificazione che servirà poi per rendere anonime le comunicazioni tra il soggetto e il Registro. Si distinguono vari tipi di “arruolamento”: - Per gemelli minorenni: per cui necessita la presenza dei genitori/tutori. I questionari impiegati comprendono anche la raccolta di informazioni riguardanti la familiarità, scolarità, misure antropometriche ecc.; - Gemelli maggiorenni: che comprende una serie di domande relative allo stato socioanagrafico, allo stato di vita del gemello, ad alcune caratteristiche fisiche e/o abitudini di vita n generale. - Per patologia: include tutti i gemelli affetti da specifiche condizioni di interesse. In base alla situazione del caso, ogni centro clinico collabora con il Registro Nazionale creando un file contenente le informazioni personali ed identificative dei pazienti. Viene organizzato un centro di coordinamento, tra i clinici responsabili dei registri di patologia, che ha il compito di raccogliere tutti i file e riunirli in un unico file generale. Successivamente controlla le informazioni più importanti come, ad esempio, la presenza dello stesso caso in coppie gemellari differenti o nei diversi centri clinici. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire una lista di potenziali gemelli affetti da quella patologia e coloro che risultano gemelli vengono informati sul protocollo dello studio e viene chiesto loro il consenso informato; - Volontario: prevede un tipo di adesione spontanea da parte della coppia. Tale adesione può essere fatta tramite il sito internet di riferimento in cui sono presenti i moduli (maggiorenni/minorenni) da scaricare e compilare manualmente oppure da compilare online.21 21 Rapporti ISTISAN 07/55 Registro Nazionale Gemelli: istituzione, linee di ricerca, procedure generali e strumenti operativi di gestione 24 Fig.5 Questionario per l’arruolamento volontario al RNG pag.1 25 Fig.6 Questionario per l’arruolamento volontario RNG pag.2 26 CAPITOLO 2 GEMELLI E CRIMINOLOGIA 1. Scuola positivista A partire dalla seconda metà del IX secolo crimine e devianza vengono considerati dei fenomeni sociali e il comportamento umano viene visto come determinato da tratti biologici, psicologici e sociali. Tutto questo grazie all’avvento della Scuola Positivista che si fondava sull’idea che: “Il comportamento criminale non è un atto cosciente e libero di volontà ma può essere legato a tendenze devianti che si originano in una struttura fisica e psichica diversa da quella dell’uomo normale”22 Il positivismo privilegia i fatti e l’osservazione e cerca di capire il mondo partendo unicamente dalla scienza ritenuta capace di dominare la natura. Su questa direzione si ritiene che l’unica conoscenza che l’uomo può avere del mondo è necessariamente scientifica. L’obiettivo dei positivisti era quello di ordinare e spiegare scientificamente il mondo attorno a loro attraverso l’osservazione sistematica, accumulazione di prove e di fatti obiettivi. “Per il positivismo è possibile analizzare scientificamente la società umana come un qualsiasi organismo, scoprire le leggi che la regolano, individuando attraverso la scienza le cure più adatte a superare i problemi che la affliggono”23 Questa scuola considera l’uomo criminale vittima della propria natura ritenendo che ogni persona nasce con una predisposizione naturale alla devianza. Secondo questo pensiero, quindi, ogni evento sarebbe il risultato di un altro evento avvenuto in precedenza in modo che ogni atto deviante determina una serie di azioni ad esso collegate. 22 Gianandrea Serafin, 2012, L’interpretazione del crimine. Criminologia, devianza e controllo sociale, Tangram Ediz. Scientifiche, p.27 23 Ruben Sharif De Luca AA. BB. 2013, Anatomia del crimine in Italia. Manuale di criminologia, Giuffrè, Milano, pag. 11 27 Come già accennato, uno degli aspetti nuovi introdotti da questa scuola è rappresentato dall’introduzione di tecniche di ricerca basate su criteri di scientificità: si procede infatti con la raccolta dei dati per descrivere le diversità individuali in ambito antropologico e sociale. Uno dei primi lavori realizzati in questo ambito risale a Quetelet e Guerry due statistici che tra il 1820 e il 1840 esaminarono le statistiche sociali. Quetelet applicò a tali dati la teoria della probabilità per formare il concetto di persona media per poi estenderlo allo studio dei tassi di criminalità. Grazie a questo lavoro scoprì delle variazioni di tassi di criminalità a seconda del clima e della stagione osservando anche differenze di sesso ed età. Tra i vari esponenti della scuola positivista in Italia, Cesare Lombroso venne considerato come il padre della moderna criminologia. Medico e antropologo, fonda l’Antropologia criminale come una nuova disciplina che ha lo scopo di “Evidenziare nei criminali particolari espressioni di un’anomalia ritenuta congenita” 24 L’antropologo condusse osservazioni sistematiche raccogliendo molti dati tramite varie misurazioni su soldati, criminali, malati mentali e il resto della popolazione. Questi dati, raccolti meticolosamente, servivano a spiegare le differenze fisiche e mentali portando lo studioso ad affermare che i criminali sono affetti da anomalie fisiche multiple di doppia natura: - Atavica: caratteristiche presenti nell’antenato dell’individuo in questione; - Degenerativa: caratteristiche possedute già dall’individuo che con il tempo tendono ad aggravarsi; Questi aspetti fisici delineavano un prototipo biologico definito “delinquente nato”. A tal proposito occorre chiamare in causa una delle sue più importanti opere, pubblicata nel 1876 “L’uomo delinquente”. Proprio in questo lavoro Lombroso fa una distinzione delle tipologie di criminali: - Il delinquente nato in cui la criminalità è insita nella natura del soggetto e quindi definito irrecuperabile. Questo soggetto nasce con una disposizione criminale e con caratteristiche molto particolari: mancanza di moralità, assenza di rimorso, utilizzo di espressioni gergali e tatuaggi. Le figure più comuni di questa categoria sono l’omicida e il ladro. Cinismo, insensibilità psicofisica per le sofferenze e i danni delle 24 Ibidem pag. 29 28 vittime, di sé e dei complici sono aspetti caratterizzanti questa categoria. Solo per questa tipologia Lombroso dedica quattordici capitoli della sua opera osservandone la sensibilità affettiva, sensibilità generale, affetti e passioni, religione, intelligenza e istruzione, bugie inesattezze e pigrizia; - Delinquente occasionale è caratterizzato da una debolezza del senso morale e risulta deviante per fattori diversi da quelli del delinquente nato, spinto a delinquere da influenze circostanti piuttosto che da fattori biologici; - Pseudo – criminali quegli individui responsabili di un reato commesso senza intenzione o spinti da situazioni particolari come l’autodifesa; - Criminale epilettico; Malato mentale; Delinquente pazzo o debole di mente inclusi i mattoidi, sono tutti caratterizzati dal fatto che agiscono senza alcuna motivazione, mossi dalla follia o dalla coscienza di essere pazzi; - Delinquente per impeto passionale o per forza irresistibile presenta un notevole disprezzo per le leggi dovuto ad un offuscamento momentaneo del senso morale. Passato questo momento, il delinquente tende al rimorso sincero; I fattori che sono stati individuati alla base dell’azione criminale sono l’età, il sesso, la razza, i fattori climatici e geografici, utilizzo di sostanze stupefacenti come l’alcool, la religione, le condizioni culturali ed economiche. Le caratteristiche degenerative prese in esame erano: - Cranio: piccola capacità cranica. I frenologi sostenevano che nel lobo temporale risiedesse l’organo della crudeltà; - Ossa facciali: fronte bassa, faccia sporgente, mandibole fortemente sviluppate, anomalie delle orbite; - Cervello: deviazione del peso e della sua forma; - Anomalie dell’orecchio: soprattutto se si trattava di orecchie grandi e sporgenti; - Strabismo; - Anomalie delle labbra: superiore sottile; - Capelli: lanosi, ricciuti, fitti, barba scarsa o mancante; - Pelle: eccessiva pigmentazione o troppo rugosa e in particolare ai vari tipi di rughe (ruga zigomatica, nasolabiale, frontale, verticale, zampa d’oca). La causa più importante di questo aspetto è certamente quella anatomica e congenita ma venne dato maggiore peso anche e soprattutto alla mimica abituale del delinquente; - Anomalie dei denti: anormale sviluppo dei denti; 29 - Mancinismo, balbuzie o altre anomalie funzionali. Venne data una certa importanza anche alla statura, al peso, alla forma delle mani e dei solchi palmari, al rapporto tra statura e apertura delle braccia. Tutto ciò era il frutto di osservazioni scrupolose e attente misurazioni dei crani, delle facce, dei piedi dei delinquenti. Se il soggetto preso in esame presentava un elevato numero di caratteristiche degenerative, chiamate “stimmate degenerative”, poteva essere inserito nella categoria criminale. Successivamente, oltre a queste caratteristiche Lombroso decise di includere anche altri elementi scatenanti il fattore delinquenza: i fattori economici e sociali. A tal proposito, Garofalo coglie l’occasione per individuare alla base del comportamento criminale una combinazione di fattori ambientali, casuali e naturali e si dimostrò scettico nei confronti delle teorie di Lombroso. Secondo il criminologo, infatti, la delinquenza non dipendeva da fattori biologici bensì dal fatto che certe persone fossero meno sviluppate moralmente rispetto ad altre. Dopo la classificazione dei delinquenti di Lombroso, Garofalo ne fa un’ulteriore distinzione: delinquente omicida, delinquente violento, delinquente mancante di onestà e delinquente lascivo. Nei suoi studi sulle anomalie morali e psichiche, il criminologo afferma che la mancanza di moralità rende l’essere umano libero di commettere o meno il delitto e proprio per questo è necessario cambiare il metodo di investigazione criminologica abbandonando l’analisi delle azioni per prendere in considerazione l’esame dei sentimenti che fino ad allora non erano stati valutati. A tal proposito individua due tipi di sentimenti morali di fondo dell’uomo: - Sentimento di pietà dove per pietà si intende la reazione ad un determinato evento come può essere la rabbia, il disgusto o l’irritazione; - Sentimento di probità che è data dal necessario rispetto dei diritti altrui e l’astenersi dal recare danno alla società. 1.1 Ereditarietà e ambiente Ci si è interrogati spesso se esiste una connessione tra eredità e criminalità nel senso che alcuni individui nascano o meno criminali. Questa ipotesi risulta paradossale in quanto l’ereditarietà è una realtà biologica non modificabile, legata a fattori genetici indipendenti 30 da quelli culturali e sociali. La criminalità, invece, cambia a seconda della cultura e delle norme di riferimento. In campo biologico Richard Dugdale esaminò i precedenti familiari dei criminali in modo da individuarne un’ereditarietà. Egli fu il primo a realizzare una ricerca che considerò la criminalità legata a cause biologiche. Dugdale25 studiò l’albero genealogico della famiglia Juke che lo portò a considerare che il comportamento antisociale è ereditario. Secondo lo studioso, nelle generazioni di questa famiglia è presente un buon numero di criminali, prostitute e vagabondi, tutti discendenti da un padre criminale. Un altro studio simile a quello di Dugdale fu quello realizzato da Henry Goddard 26 sulla famiglia Kallikak. Questo studio confronta le storie di due rami familiari discendenti da un soldato, discendente da una buona famiglia, durante il periodo della guerra di indipendenza americana. La prima linea si ha dalla relazione con una barista mentalmente labile, la seconda linea si ha dal matrimonio con una donna benestante. Molti degli individui nati dalla prima linea, cioè nati dalla relazione con la barista, presentano comportamenti devianti e criminali. A conclusione, Goddard afferma che la labilità mentale potrebbe essere una causa ereditaria del comportamento criminale. Un altro studio simile è stato condotto da Hooton, 27 un antropologo americano, che studiò circa 17.000 prigionieri e liberi cittadini. Dalle sue osservazioni emersero degenerazioni intellettuali, fisiche, morali e genetiche dei prigionieri. Secondo l’antropologo, esiste una relazione fra natura, condizioni ambientali e il crimine e quindi quest’ultimo è il risultato dell’impatto dell’ambiente sugli esseri umani ritenuti inferiori. Anni più tardi, Robins28 tentò di dimostrare una correlazione tra criminalità dei genitori e quella dei figli. Lo studioso osservò il comportamento criminale del padre che costituiva uno dei fattori predittori del comportamento antisociale del figlio. Nel 1975, insieme con West e 25 Richard Dugdale, 1877, The Jukes: A Study in Crime, Pauperism, Disease, and Heredity : Also Further Studies of Criminals, G. P. Putnam’s sons 26 Henry Herbert Goddard, 1913, The Kallikak Family: A Study in the Heredity of Feeble-Mindedness 27 Earnest Albert Hooton, 1939, Crime and the Man, Harvard University 28 Lee N. Robins, Patricia A. West, Barbara L. Herjanic, 1966, Arrests and delinquency in two generations: a study of black urban families and their children 31 Herjanic29 scoprirono che i bambini figli di entrambi genitori criminali, presentavano rischi maggiori di diventare delinquenti. Tutti gli studi sulle famiglie ci riportano, come unico collegamento, all’azione dei fattori ambientali sfavorevoli a cui i bambini vengono esposti quali, ad esempio, l’educazione, la disgregazione familiare ecc. Negli anni ’40 gli studi che ebbero maggior successo nella comunità scientifica, furono quelli condotti da William Sheldon30 che diede un contributo importante alle teorie della tipologia fisica, le quali sostenevano che certe caratteristiche del corpo sono fondamentali per la predisposizione a commettere atti criminali. Sheldon propose tre categorie che includevano caratteristiche fisiche e inclinazioni caratteriali: i somatotipi. Tipo somatico Caratteristiche fisiche Temperamento Endomorfo Molle e tondeggiante Lento, socievole, (Prevalenza visceri) Tranquillo Robusto e muscoloso Attivo e aggressivo Mesomorfo (Prevalenza muscoli) Ectomorfo Fragile e snello (Prevalenza Freddo, distaccato, tessuto Introverso nervoso) Tab.I: Tipi somatici e devianza (Bertelli, 2001) L’endomorfo è un individuo che presenta una costituzione grassa con personalità rilassata gioviale ed estroversa; il mesomorfo si presenta con il corpo muscoloso, ossa larghe e una personalità aggressiva, estroversa e attiva; l’ectomorfo ha una corporatura gracile con ossa piccole e una personalità sensibile e introversa. Una critica mossa nei confronti degli studi di Sheldon consisteva nel fatto che all’interno dei delinquenti era quasi scontato che prevalessero i mesomorfi dato che gli atti delinquenziali richiedono una certa forza fisica e agilità che quindi possono essere caratteristiche 29 Ibidem Sheldon, Stevens, Tucker, 1940, The varieties of human physique: An Introduction to constitutional psychology 30 32 preferenziali. Oltre a questo, anche il maggior controllo sociale esercitato dalla polizia e un’alta possibilità di essere incarcerati potrebbero essere dei fattori richiedenti forza e agilità soprattutto in specifiche aree urbane o in determinati sottogruppi. Successivamente Shaldon e Eleanor Glueck31 approfondirono gli studi sulla tipologia fisica pubblicandone il risultato nel 1950 dal titolo “Unraveling Juvenile Delinquency”. Gli autori cercarono di verificare l’esistenza di un rapporto fra i tipi somatici studiando la devianza giovanile prendendo in esame il più ampio possibile numero di fattori predittivi il reato. Alla fine di questo studio durato molti anni, i coniugi Glueck conclusero che non è possibile affermare l’esistenza di una “personalità delinquenziale” tra i mesomorfi né tanto meno in relazione ad altri tipi di costituzione fisica o di carattere ma una combinazione di determinati fattori, quali ad esempio socioculturali, intelligenza, personalità ecc, potrebbe dare come risultato un’elevata possibilità che i soggetti provenienti da zone sottosviluppate possano diventare delinquenti. In questo caso un ruolo di fondamentale importanza è occupato dalla famiglia in quanto risulta essere determinante nella strutturazione della personalità del soggetto. Un ambiente familiare degradato potrebbe accentuare e favorire l’insorgere di forme di disadattamento infantile che, a loro volta, potrebbero far nascere comportamenti antisociali e delinquenziali. Sheldon e Eleanor Glueck al termine dei loro studi, oltre agli aspetti biologici, antropologici, riconoscono l’importanza degli aspetti psico – dinamici e socio – ambientali. 2. Fattori psicologici, biologici e sociali Molti psichiatri hanno studiato gli effetti del conflitto inconscio sul comportamento criminale. Uno tra questi è stato Sigmund Freud fondatore della psicanalisi che ha fornito un contributo notevole alle teorie dello sviluppo della personalità con l’opera “Totem e Tabù”. In quest’opera Freud ipotizzava un crimine primordiale all’origine della legge umana e in ragione di ciò l’uomo nasce con la legge e il crimine. Egli collega la criminalità ad un 31 Shaldon e Eleanor Glueck, 1950, Unraveling Juvenile Delinquency 33 inconscio senso di colpa che il soggetto prova per il complesso di Edipo e di Elettra a seconda del sesso del soggetto in questione.32 Altri studi, concentrati sulla delinquenza giovanile, hanno mostrato che alcuni ragazzi tendono a soddisfare ogni loro richiesta e/o necessità senza nessuna considerazione degli altri. Un comportamento simile può essere creato da una mancanza di relazioni durevoli nella prima infanzia e da una scarsa identificazione con gli adulti. Nei casi più gravi vi è una compresenza di ribellione e insoddisfazione che spinge i soggetti delinquenti ad evitare l’inibizione dell’azione criminale. Healy33 ed altri psichiatri hanno esaminato i giovani all’interno di un istituto psichiatrico e dopo numerose sedute scoprì che ogni giovane, ad un certo punto della propria vita, aveva subito un trauma emotivo. Successivamente lo psichiatra intervistò anche i fratelli e le sorelle dei soggetti osservati e ne concluse che il trauma emotivo era responsabile dei conflitti psicologici tanto da sfociare in condotte devianti. Un altro importante studio è stato realizzato sulle differenze di personalità: Minnesota Multiphasic Personality Inventory – MMPI. Questo complesso test della personalità psicopatiche era costruito in base alle risposte fornite dagli internati a particolari domande. Le risposte più significative sono quelle che si discostano totalmente dalle risposte che davano i soggetti normali sottoposti alle stesse domande. Il risultato di tale studio è stato individuato nel fatto che i giovani detenuti raggiungono un punteggio più alto di quelli normali, ritenendo così che la psicopatia potrebbe essere una causa di delinquenza. Nel 1989 Jeffery propone la sua prospettiva secondo cui le caratteristiche psicologiche, biologiche e sociali vanno considerate come elementi che influenzano il comportamento criminale degli individui. L’organismo, per lo studioso, è il risultato di tre sistemi fondamentali: struttura e funzioni del cervello, patrimonio genetico e apprendimento. Ogni individuo nasce con particolari caratteristiche biologiche e psicologiche le quali possono 32 Complesso di Edipo/Complesso di Elettra si manifesta tra i tre e i cinque anni di età con un desiderio amoroso del bambino verso il genitore del sesso opposto. Il genitore dello stesso sesso viene vissuto come un rivale e quindi è oggetto di sentimenti ostili. Si ha il superamento di esso quando il bambino diventa consapevole del fatto che i genitori hanno un rapporto che esiste prima della sua nascita. Tale complesso risulta essere un passaggio fondamentale della crescita, un momento cruciale in cui si sanciscono le differenze trai sessi e le generazioni e si influenza la natura delle relazioni e dell’identità sessuale. Dizionario di Medicina Treccani www.treccani.it 33 David Healy, 1999, The Anti-Depressant Era, Harvard University Press 34 causare determinate forme di comportamento e queste caratteristiche naturali sono indipendenti dal processo di socializzazione. In ambito sociologico si è tentato di dare una spiegazione al comportamento individuale e ai tassi di criminalità a livello sociale. L’idea di fondo era che il comportamento, criminale e non, comprendesse un processo di imitazione degli altri. A tal proposito Tarde34 distingue i comportamenti a breve e lungo termine: le persone socialmente inferiori ripropongono, copiandolo, il comportamento delle persone socialmente superiori ed è in questo modo che si potrebbe diffondere anche un comportamento deviante o l’uso di nuove e insolite tecniche omicide. Inoltre, i comportamenti a breve termine “alla moda” andavano di pari passo con lo sviluppo della popolazione. Non è mancato chi, come Wilson e Herrnstein,35 sosteneva che i criminali nascono con una predisposizione al crimine e continuano, nell’arco della loro vita, ad accrescere questa caratteristica. Gli studiosi combinano caratteristiche genetiche e di personalità con predisposizioni psicologiche, uso di droghe e fattori di socializzazione per approdare a quella che viene definita criminalità di strada. 2.1 La famiglia In Italia, la psicologia ha fornito contributi importanti nella ricerca delle cause della criminalità soprattutto quando ha incentrato tutti gli studi sulle correlazioni con la famiglia. All’interno della famiglia si realizzano tutti quei processi di identificazione attraverso cui nasce e si struttura la morale e la coscienza dell’individuo assorbendo valori e principi delle figure di riferimento. Un ruolo particolarmente importante, nell’ambito della personalità, lo occupano le relazioni e il contesto in cui l’individuo nasce e si forma. Diana Baumrind36 mette in relazione lo stile educativo genitoriale con l’acquisizione della competenza sociale dei figli. Una buona educazione permetterà ai figli di affrontare gli eventi della vita con flessibilità e di stabilire rapporti interpersonali improntati alla 34 Gabriel Tarde, 1901, L'opinion et la foule, Richard J. Herrnstein, James Q. Wilson, 1985, Crime and Human Nature Summary 36 Diana Baumrind, 1966, Effects of Authoritative Parental Control on Child Behavior, Child Development 35 35 collaborazione. La psicologa prende in considerazioni quattro variabili che si riferiscono agli aspetti dell’intervento genitoriale: - Richieste di maturità; - Controllo - Comprensibilità della comunicazione - Premure ed attenzioni Influenza reciproca di queste variabili dà vita a tre stili di educazione con diverse ripercussioni sulla competenza sociale: - Genitori autoritario: bambini con competenza intermedia. Il genitore che presenta questo stile educativo pretende obbedienza senza spiegazioni sulle proprie decisioni, distaccato usa punizioni come forma di controllo, esprime valutazioni e giudizi evitando il dialogo. - Genitori autorevoli: bambini con competenza sociale alta. Il genitore in questione rispetta i desideri del figlio rispettando i limiti stabiliti attraverso delle regole. - Genitori permissivi: bambini con competenza sociale scarsa. Questa tipologia è caratterizzata da un’elevata accettazione ed uno scarso controllo del figlio. Affettuoso e comprensivo non guida il bambino nelle sue scelte non pretendendo disciplina e fornendo poche regole. Secondo la studiosa, tutte le volte i genitori esercitano un maggiore controllo, attraverso comportamenti autoritari o iperprotettivi, si ostacola in qualche modo la crescita dell’individuo e la sua autonomia e autogestione. Nel 1987 lo studioso Robert Plomin37 si domandò quanto fosse forte l’influenza che la famiglia potesse esercitare nella crescita dei fratelli rendendoli così diversi gli uni dagli altri. Teoricamente, i fratelli normali e ancor di più i gemelli, dovrebbero essere più simili tra loro in base alle somiglianze dei loro geni. Nel 2000 i genetisti comportamentali erano così ansiosi di capire fino a che punto un ambiente familiare condiviso influenzasse la futura personalità che effettuarono uno studio su 43 gemelli adottati. Sommando i dati dei 43 gemelli si scoprì che solo il 2% delle differenze comportamentali era dovuto all’influenza dei genitori e quindi all’ambiente in cui erano cresciuti. 37 Robert Plomin, 1987, Why are children in the same family so different from one another? 36 Successivamente gli Stati Uniti finanziarono il più grande studio mai eseguito prima sull’influenza della famiglia, tale studio prendeva il nome di NEAD “Ambiente non condiviso nello sviluppo degli adolescenti”. A partire dal 1988 si osservarono 720 coppie di fratelli appartenenti a diverse tipologie (gemelli monozigoti, gemelli dizigoti, fratelli normali, fratellastri, sorellastre ecc.) e furono seguiti intensamente per più di tre anni e poi nuovamente dopo undici anni, intervistando parenti, genitori, amici e coetanei. I risultati, tanto attesi, dimostravano un notevole effetto dei geni sulle personalità risultanti e sul loro comportamento ma non fu osservato nessun effetto da parte di fattori ambientali come per esempio il ruolo dei genitori o del loro metodo educativo. Lo studio NEAD confermò che esisteva un collegamento tra la cura parentale degli adolescenti e il successivo comportamento degli stessi e la ragione di questo era genetica e dipendeva sia dai geni della madre sia da quelli del bambino. “In generale gli effetti ambientali erano specificatamente legati ad un figlio e di solito non condivisi dagli altri fratelli o gemelli presenti nella famiglia. Questo sembrerebbe indicare che anche i gemelli identici possono reagire in modo molto diverso al medesimo ambiente”38 A tal proposito è stato realizzato un ulteriore studio sui gemelli omozigoti che studiavano nella stessa classe. I ricercatori osservarono per due settimane 22 coppie di gemelli dizigoti di dieci anni e notarono reazioni differenti agli stessi insegnanti e alle stesse lezioni. “Il fatto che perfino i gemelli dizigoti possano sperimentare il medesimo ambiente in modo diverso rafforza l’osservazione che, generalmente, i fratelli cresciuti nella stessa famiglia e con la stessa educazione risultano più diversi di quanto ci si aspetterebbe”39 Ma allora cosa differenzia i gemelli rendendoli diversi? “Esistono gemelli dello stesso sesso talmente simili nel corpo e nella mente che persino la madre ha difficoltà a distinguerli. Le loro caratteristiche, la loro voce e le loro espressioni si somigliano; essi vedono le cose allo stesso modo, e le loro idee seguono le medesime leggi di associazione. Questa stretta rassomiglianza necessariamente crolla sotto 38 39 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag. 128 Ibidem pag. 129 37 l’influenza delle diverse esperienze ambientali gradualmente accumulate, ma spesso dura fino in età adulta”40 A Madrid è stato condotto uno studio da un gruppo universitario internazionale presso il Laboratorio di genetica del Centro Nazionale per la ricerca sul cancro. Questo studio ha coinvolto 80 gemelli monozigoti, maschi e femmine, con un’età compresa tra i 3 e i 74 anni. L’indagine si è soffermata sulle differenze epigenetiche cioè quei cambiamenti che influenzano tutte le caratteristiche manifestate da un organismo e, quindi, il suo sviluppo, la sua morfologia ecc. Si è arrivati alla conclusione che nei primi anni di vita dei gemelli, l’epigenoma41 era identico ma con gli anni è andato via via differenziandosi. Crescendo in più di 1/3 de gemelli le differenze risultano nette, questo spiega il motivo della diversità tra di essi. “La loro diversità sta nella diversa risposta che un identico patrimonio genetico ha dato un input dell’ambiente esterno e di quello interno”42 2.2 Quoziente di intelligenza Molti criminologi vedono nell’intelligenza un fattore che porta il soggetto alla scelta della commissione di un crimine. Alla fine degli anni ’70 l’intelligenza e le differenze del quoziente di intelligenza possono spiegare la propensione alla criminalità fra le varie razze. Più precisamente, il criminologo Gordon nel 1986 ritiene che il QI rappresenta uno dei migliori fattori predittivi dei tassi di criminalità tra differenti gruppi. 40 MacMillan, 1874, English men of science, Londra Il genoma umano è composto da una associazione di DNA (acido desossiribonucleico) e proteine, che si chiama cromatina. Sulla parte proteica della cromatina si svolgono due reazioni chimiche fondamentali che servono a modulare l’espressione dei geni: una di metilazione e l’altra di acetilazione. La prima serve a silenziare i geni, la seconda ad attivarli. Il meccanismo si chiama regolazione epigenetica del genoma. Questo vuol dire che il nostro patrimonio genetico può produrre risultati relativamente diversi a seconda del tipo di regolazione epigenetica che si realizza, la quale segue stimoli ambientali e interni. Articolo estratto dal sito www.simaiss.it, di Francesco Bottaccioli, scuola di medicina integrata, “Gemelli identici, che, col tempo, diventano diversi. L’epigenetica spiega il mistero” 42 Articolo estratto dal sito www.simaiss.it, di Francesco Bottaccioli, scuola di medicina integrata, “Gemelli identici, che, col tempo, diventano diversi. L’epigenetica spiega il mistero” 41 38 Altri studiosi realizzarono una ricerca pubblicando un articolo in cui vennero riesaminati gli studi relativi al rapporto tra delinquenza e QI scoprendo che quest’ultimo è un ottimo indicatore di tassi di criminalità. Inoltre affermano che il QI è strettamente correlato alla razza e alla classe sociale di provenienza e che, poiché si ritiene che la delinquenza riguardi individui giovani delle classi inferiori e delle minoranze etniche, si potrebbe concludere che queste categorie dovrebbero presentare livelli di QI inferiori. Vengono mosse alcune critiche ai test di intelligenza in quanto questi potrebbero essere usati come mezzi di discriminazione tra i giovani affermando che la responsabilità della delinquenza giovanile andrebbe attribuita al modo in cui la società e le istituzioni trattano gli individui svantaggiati, ad esempio emarginandoli. Un altro aspetto da non sottovalutare è che questi test non misurano effettivamente l’intelligenza di un individuo ma ne misurano le abilità acquisite con il tempo. 3 Studi sui gemelli Franz Exner43 teorizzò che non è possibile dedurre l’ereditarietà di una persona solo dal suo comportamento perciò bisogna trovare ulteriori ragioni che, lo studioso, cerca tramite tre metodologie d’indagine tipiche della biologia medica dell’ereditarietà: - Analisi dell’albero genealogico dei delinquenti; - Esame della parentela; - Metodo di ricerca sul comportamento criminale dei gemelli. Quest’ultimo metodo divenne di fondamentale importanza in quanto risultò l’unico in grado di fornire al ricercatore dati di un certo spessore. Questa metodologia prevede il confronto del comportamento dei gemelli identici e quello dei gemelli fraterni. Come abbiamo visto, i primi presentano lo stesso corredo genetico perché formati dallo stesso ovulo a differenza dei secondi quindi i gemelli monovulari risultano essere più adatti per il tipo di osservazione. 43 Franz Exner, 1953, Criminologia, Casa editrice Dottor Francesco Vallardi, Milano 39 Si riteneva che se un gemello mostrava comportamenti delinquenti e devianti, molto probabilmente anche l’altro gemello li avrebbe mostrati. Uno dei più importanti e complicati studi sui gemelli è stato realizzato, nel 1929, da uno psichiatra tedesco: Johannes Lange. 44 Lo psichiatra tedesco esaminò 30 coppie di gemelli di cui 13 monozigoti e 17 dizigoti. Il risultato di tali ricerche fece notare che nel caso di gemelli monozigoti, e quindi identici, in 10 casi entrambi i fratelli erano stati in carcere mentre nelle coppie di gemelli dizigoti, e quindi fraterni, in solo due casi un solo fratello era stato carcerato. Questo dimostrò che i gemelli monozigoti presentavano un alto tasso di concordanza cioè sembravano agire tutti allo stesso modo. Ciò non avviene invece per i gemelli dizigoti nonostante vi sia uno stesso ambiente familiare e uno stesso livello di educazione. Non sono mancate le critiche nei confronti degli studi di Lange sui gemelli, una delle quali è stata mossa da Mannheim45 secondo cui il campione preso in esame era troppo piccolo per consentire generalizzazioni e una parte dei soggetti esaminati proveniva da istituti psichiatrici e quindi presentava già in partenza anomalie mentali di conseguenza, il comportamento criminale sarebbe potuto essere influenzato da questi disturbi e non dall’ereditarietà. Inoltre, secondo Mannheim, quasi tutti i gemelli esaminati da Lange provenivano dallo stesso ambiente educativo e quindi non era possibile stabilire con certezza quanto fossero stati influenzati dall’ambiente e quanto l’uno avesse influenzato l’altro. Allen46 sosteneva, riguardo questo studio gemellare, che i fattori ereditari non rivestono un’importanza significativa riguardo la criminalità perché i gemelli monozigoti vengono cresciuti nello stesso ambiente familiare e sociale che in qualche modo rinforza la loro “somiglianza”. Per escludere i fattori ambientali è necessario che i gemelli siano stati educati e siano vissuti in ambienti diversi e non criminali ma sarebbe un esperimento del tutto inaccettabile e forse, per certi aspetti, crudele. Alcune ricerche confermano che i monozigoti vissuti in ambienti differenti si assomigliano nel comportamento sociale molto di più quelli che sono vissuti nello stesso ambiente. Questo 44 Johannes Lange, 1929, Verbrechen als Schicksal. Studien an kriminellen Zwillingen, Leipzig H. Mannheim ,1975, Trattato di criminologia comparata Vol. I 46 G. E. Allen, 1986, The Eugenics Record Office at Cold Spring Harbor, 1910-1940: an essay on institutional history, in Osiris, second series, II 45 40 potrebbe dimostrare che le differenze ambientali piuttosto che incidere e modificare le differenze biologiche, tendono ad accentuarle. 3.1 Separati Come detto precedentemente, separare appositamente due fratelli gemelli e farli crescere in ambienti diversi e con educazioni diverse per un mero scopo scientifico sarebbe crudele ma, purtroppo o per fortuna, la vita ha preceduto qualsiasi ricercatore sul campo. Sono molti infatti i casi di gemelli che, per vari motivi, sono stati separati e poi ricongiunti negli anni e uno di questi, in particolare, ha suscitato maggiore interesse. Fig.7 Gemelli Jim Lewis Negli anni ottanta la storia dei fratelli Jim ha cambiato la percezione del dibattito tra eredità genetica e influsso ambientale. Due fratelli gemelli identici figli di una ragazza madre che decide di darli in adozione quando erano di appena un mese. Adottati da due famiglie diverse, i gemelli crescono per 39 anni distanti l’uno dall’alto, ognuno ignorando l’esistenza dell’altro. Nel 1979 Jim Lewis rintracciò il suo gemello che viveva poco distante da lui riuscendo finalmente a ricongiungersi. Dal loro incontro sono emerse molte caratteristiche simili, addirittura uguali: entrambi si chiamavano allo stesso modo, avevano la stessa statura e lo stesso peso; si erano sposati per la prima volta con una donna di nome Linda e per la seconda volta con una donna di nome Betty; avevano chiamato il loro primo genito James Alan Lewis e James Allen Springer; avevano un cane di nome Toy, amavano la stessa birra, andavano in vacanza nella stessa 41 spiaggia, fumavano la stessa marca di sigarette, si rosicchiavano le unghie, avevano lo stesso portachiavi attaccato alla cintura, accavallavano le gambe nello stesso modo, il loro hobby era la falegnameria, guidavano lo stesso modello di macchina dello stesso colore ed entrambi erano stati sceriffi. Tutte queste somiglianze hanno lasciato tutti decisamente impressionati. Lo scienziato Tim Spector a tal proposito afferma che tutto questo sicuramente dà l’impressione di un inevitabile determinismo in cui ambiente e educazione non hanno peso: “Basandoci su questo esempio, non sembra che abbia alcuna importanza il tipo di genitori che avete avuto, o se siete cresciuti in un tugurio o all’Hotel Hyatt: i vostri geni rimangono totalmente dominanti.”47 I gemelli Jim suscitarono la curiosità di tutti diventando così un caso mediatico. Giornalisti e programmi televisivi facevano a gara a chi avesse più informazioni sulla vita dei due Jim e questo gettò in ombra alcune piccole differenze delle loro vite: uno dei due si era sposato una terza volta, avevano acconciature diverse e un Jim preferiva la comunicazione scritta a quella parlata. Spector avanza delle ipotesi per “smontare” lo stupore di tale similarità sostenendo che forse tutte queste abitudini o preferenze non erano poi così particolari e probabilmente erano tutti fattori dipendenti dal contesto in cui vivevano. Le due ipotesi di Spector si riferivano: - Ambiente e gruppi sociali che i gemelli hanno condiviso. Entrambi sono cresciuti in Ohio e in termini di diversità socioculturale non è certo come crescere e vivere a Londra o San Francisco. Essendo una piccola cittadina, tutti i ragazzi finiscono col fare le stesse cose e preferire la stessa marca di sigarette e di birra. - Informazione selettiva: tutti noi abbiamo determinati tratti personali, simpatie e antipatie che ci caratterizzano ed è possibile condividere molti elementi con altri individui che non conosciamo e con cui non abbiamo nessun tipo di rapporto, per esempio, preferenze per la musica, squadre di calcio, cibo ecc. In ragione di questo, lo scienziato, afferma che se ci si sofferma solo sui tratti simili ignorando le “diversità” è ovvio che le somiglianze finiscono per essere molto più accentuate. 47 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag. 16 42 “Benché i lavori scientifici dedicati al loro caso citassero anche sottili diversità tra i due, l’impressione pubblica e popolare generata attraverso i media fu di una somiglianza misteriosa quasi soprannaturale e dovuta alla potenza dei geni che lasciava poco spazio, o decisamente nessuno spazio, a qualsiasi altro fattore” 48 4. Disturbi psichiatrici e crimine Come si è già ampiamente discusso, Lombroso indirizzò i suoi studi sulla figura del delinquente e sulle sue caratteristiche ritenute responsabili della sua condotta. Al contrario di molti altri suoi colleghi frenologi 49, Lombroso non studiò solo il rapporto tra cranio e cervello ma cercò di prendere in considerazione anche altre parti del corpo. Tarde, con un articolo pubblicato nella Revue Philosophique del 1885, precisa che il criminale riguarda il delinquente nato e incorreggibile, cioè criminale per natura che è l’unica responsabile della sua condotta. Tarde procede con la descrizione del criminale: basso e grosso, non particolarmente forte perché ha muscoli deboli e, contrariamente a quanto Lombroso e Ferri avevano precedentemente affermato, la testa dei delinquenti non risultava più voluminosa di quella dei ladri. Un’altra differenza che si discosta dal pensiero di Lombroso è ricavabile dal confronto tra delinquenti e folli. Tarde affermava che il delitto doveva essere ritenuto una professione, frutto di un’eredità resa forte dall’ambiente in cui si vive50. Molti studiosi si sono confrontati proprio sulla tematica della follia, o meglio dire, sui disturbi psichiatrici come fattori predittivi di comportamenti criminali. Sotto questo punto di vista i soggetti devianti vengono visti come soggetti dipendenti dai loro impulsi e incapaci o impossibilitati ad orientare le loro scelte quotidiane. Gli studi psicoanalitici vertono su due punti cardine: 48 Ibidem pag. 16 - 17 Frenologia disciplina medico-scientifica fondata da Franz Joseph Gall tra il XVIII e XIX secolo. Secondo questa disciplina era possibile definire le qualità psicologiche di un individuo esaminandone la conformazione del cranio. Secondo lo studioso, il cervello era suddiviso in tante regioni quante erano le caratteristiche della personalità di un individuo: più una facoltà era sviluppata, maggiore era il volume dell’area cerebrale corrispondente. 50 Roberta Bisi, 2009, Gabriel Tarde e la questione criminale, Franco Angeli, Milano 49 43 - L’inconscio: considerato come una presenza di forze psichiche profonde nella struttura della personalità; - Visione dinamica della psiche: un insieme di forze, in contrasto tra loro, agenti nel profondo. Muovendoci nel campo della psicanalisi occorre riportare, qui di seguito, una distinzione di tre concetti fondamentali sui cui tutta la psicanalisi51 verterà: - Es: corrisponde al nucleo primitivo della personalità. Freud afferma che questa istanza è governata dal principio di piacere cioè quella tensione che mira al soddisfacimento immediato delle pulsioni; - Io: componente esecutiva della personalità, agisce permettendo all’uomo di soddisfare i propri bisogni e mettendoli a confronto con le possibilità offerte dalla realtà. È l’istanza che sta a media le pulsioni istintive e orienta l’azione. Essa può essere considerata come la componente psicologica della personalità; - Super io: componente che controlla la personalità. Essa rappresenta i valori etici e le norme sociali apprese nel corso della vita attraverso la socializzazione e, attraverso la coscienza, svolge una funzione di arbitrio morale. Proprio per questo può essere ricondotta alla componente sociale e morale della personalità Lo psicanalista Franz Alexander, alla fine degli anni ’20 sosteneva che le persone “normali” e i “criminali” sono dotati di strutture psichiche e somatiche molto simili, di conseguenza non dovrebbero esserci differenze, fra i due, riconducibili a fattori ereditari ma legate alle esperienze evolutive. Secondo lo psicanalista, il momento più importante nello sviluppo psichico dell’individuo coincide con il complesso edipico. Le modalità attraverso cui il soggetto attraversa questi conflitti hanno il compito di stabilire un futuro da persona normale o da criminale nevrotico. Ciò che permette all’individuo di contrastare le tendenze criminali è una buona formazione del Super-io. Se lo sviluppo di quest’ultima istanza avviene in modo incompleto, l’Io viene continuamente tentato di cedere alle tendenze provenienti dall’Es violando così i divieti sociali.52 51 Antonio Imbascati, 2008, Fondamenti psicoanalitici della psicologia clinica. Dalla psicoanalisi alle altre scienze della mente, UTET Università, Torino 52 Gianandrea Serafin, L’interpretazione del crimine. Criminologia, devianza e controllo sociale 44 La psichiatria, insieme alla medicina legale, hanno svolto un ruolo molto importante nella storia della spiegazione del crimine e hanno fornito delle ipotesi creando una correlazione tra malattia mentale e comportamento criminale. Inizialmente le ricerche della causa del comportamento criminale erano focalizzate su una patologia o su alcune variabili personologiche. Nella metà del XIX secolo, grazie alla nascita della psichiatria, si sono abbandonate tutte le spiegazioni di natura magico/demoniache per lasciare ampio spazio ad un approccio più scientifico e razionale, tanto da parlare di malattia o altre condizioni morbose che interferiscono sulla volontà del soggetto. Nel XX secolo nascono nuovi approcci che abbracciano molti più fatto come, ad esempio, l’individuo, la famiglia e società. L’atteggiamento più aperto nei confronti della malattia mentale permette un avvicinamento alla realtà superando la concezione secondo cui una persona con un disturbo psicopatologico è incapace di intendere e di volere. “Tutti i criminali sono responsabili e capaci, salvo possibilità di provare il contrario”53 Nel 1960 alcuni autori, come Jean Pinatel, hanno effettuato degli studi sulla personalità criminale. Pinatel distingue quattro tratti sintetici: 1. Egocentrismo: il criminale rivolge il pensiero su se stesso e questo lo spinge ad ignorare i giudizi degli altri. Egli si giustifica per ogni comportamento assunto, anche quello più negativo; 2. Labilità: il soggetto è sempre orientato alla ricerca di una soddisfazione immediata dei suoi bisogni; 3. Aggressività: per compiere atti criminali è necessario che sia presente un alto livello di aggressività cioè l’insieme di quelle energie che serviranno per superare qualsiasi ostacolo; 4. Indifferenza affettiva: il soggetto non prova empatia per la sua vittima e si dimostra indifferenze ai sentimenti degli altri individui. 54 Solitamente si è spinti a credere che chi commetta un crimine sia un soggetto mentalmente disturbato. Da alcune ricerche empiriche è emerso che i malati di mente commetto lo stesso 53 54 U. Fornari, 1977, Trattato di Psichiatria forense, Utet, Torino Pinatel J., 1960, La criminologia, Libraire Dollard, Paris 45 numero di reati delle persone sane e sono, perlopiù, responsabili di crimini “minori”, come ad esempio danneggiamenti o oltraggi al pudore. 55 Vi sono però alcune psicopatologie che possono rendere vulnerabili alcuni individui per determinate forme di criminalità: - Schizofrenia: disturbo che presenta esagerazioni del pensiero deduttivo (deliri), della percezione (allucinazioni), del linguaggio e della comunicazione in generale (eloquio disorganizzato) e del controllo del comportamento, appiattimento dell’affettività. Tutti questi sintomi sono in grado di indurre alterazioni della coscienza. I soggetti schizofrenici possono commettere azioni incoerenti e inconsapevoli, durante i “deliri”, o azioni lesive nei propri confronti o nei confronti di altre persone o cose;56 - Paranoia: alcuni tratti paranoici possono aumentare nel soggetto la sensazione di essere perseguitato o in pericolo perciò questo potrebbe essere motivo di comportamenti aggressivi messi in atto per “difesa” - Alcune forme di depressione: alcuni stati depressivi, se di natura bipolare o accompagnati da fasi maniacali o psicotici, possono predisporre il soggetto alla condotta di comportamenti violenti o anche all’omicidio; - Disturbo dipendente di personalità: è un disturbo che spinge il soggetto a credere che il suo benessere dipende necessariamente dalla presenza di una persona cioè quella con cui ha scelto di avere una relazione. Il tradimento o l’abbandono di quest’ultima può dare origine a sentimenti opposti come rabbia e disperazione. Quando il soggetto tenta di riallacciare la relazione senza risultato spesso capita che, per alleviare l’ansia e il senso di solitudine, ricorra all’uso di droghe alimentando le fantasie di vendetta nei confronti della persona che lo ha abbandonato. - Disturbo Narcisistico di Personalità: è quel disturbo che vede il soggetto bisognoso di attenzione. Tale bisogno è talmente tanto profondo che quando il soggetto non riesce ad ottenerlo con mezzi normali, arriva ad utilizzare tutti i fini manipolatori a disposizione per ottenere attenzione. La mancata attenzione ha come conseguenza un insieme di sentimenti contrastanti come rabbia, umiliazione, senso di colpa e 55 G. Ponti, 1990, Compendio di Criminologia, Raffaello Cortina editore, Milano Il DSM-IV-TR cataloga la schizofrenia come il principale disturbo psicotico e la suddivide in cinque categorie: paranoide, catatonica, disorganizzata, indifferenziata e residua. Per fare diagnosi di schizofrenia è necessario che le alterazioni siano state presenti per almeno sei mesi. 56 46 vergogna. Per alleviare tale sofferenza, il soggetto tende ad utilizzare gli altri, sfruttandoli, fino a progettare atti criminali per ristabilire un senso di potere.57 “T.S. 64 anni, diagnosticato schizofrenico paranoide all’età di 19 anni, una vita trascorsa per la maggior parte nelle strutture psichiatriche, prima in OPP, poi in varie strutture territoriali. Ospitato in una comunità da 4 anni alterna momenti di tranquillità, remissività, apatia, a periodi di agitazione psicomotoria legata a riacutizzazioni deliranti persecutorie. Negli ultimi tempi aveva sviluppato un’ideazione delirante persecutoria nei confronti del compagno di camera, accusandolo di sottrargli cibo e vestiario, accompagnato da probabili fenomeni dispercettivi di tipo allucinatorio. Gli viene cambiata la camera, aumentata la terapia antipsicotica, ma una notte si alza, va nella camera dove era il suo ex compagno e lo accoltella.”58 5. Quando un gemello presenta un disturbo psichiatrico Come abbiamo precedentemente visto, Lombroso aveva ipotizzato un possibile ruolo dell’ereditarietà nel crimine e, successivamente, Johannes Lange realizzò il suo studio sulle carriere dei gemelli dizigoti e monozigoti. 59 Lo studio di Lange suscitò non poco interesse in questo campo tanto che altri studiosi hanno scelto di condurre studi più approfonditi. Le coppie di gemelli studiate fino a quel periodo erano più di 750, in ognuna delle quali uno era un criminale60. Ma gli studi sulle coppie gemellari non si sono limitati solo al campo criminologico. La maggior parte degli studiosi sono d’accordo nel ritenere che ci sono delle componenti (organico/ereditarie, sociali e acquisite) che interagiscono della determinazione delle psicosi. 57 DSM-V, 2016, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore Comunicazione presentata al "XXIV Congresso Nazionale della Società Italiana di Criminologia" - Como, 14-16 Ottobre 2010 59 La ricerca prese in esame 30 coppie di gemelli di cui 13 monozigoti e 17 dizigoti. Il risultato della ricerca dimostrava che per quanto riguarda il crimine i gemelli monozigoti in complesso reagiscono in modo simile (10 coppie erano state in prigione, 3 no), i dizigoti in modo differente (2 casi in cui entrambi i gemelli erano stati in prigione, in 15 casi se un gemello era stato in prigione l’altro non aveva avuto problemi con la legge). 60 Emanuela Alberta Iacono, 2005, Omicidi in famiglia: uno studio Criminologico, Psychofenia, vol. VIII n. 12 58 47 “Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che circa il 30 – 40% dei gemelli monozigoti di soggetti affetti da psicosi soffrono anch’essi di psicosi, mentre la percentuale di concordanza dei gemelli dizigoti è simile a quella di persone non imparentate tra di loro che hanno circa il 10% delle probabilità in meno di sviluppare un disturbo psicotico” 61 I disturbi psichiatrici, a differenza di altri, non hanno una modalità ereditaria chiaramente definita e quindi sono classificati come disturbi genetici complessi. Si è tentato, da diverso tempo, di individuare i geni coinvolti nelle patologie psichiatriche. Gli obiettivi dello studio genetico in psichiatria sono: - Stabilire e specificare il peso genetico nella definizione delle cause delle sindromi psichiatriche; - Stabilire e specificare la componente non genetica delle sindromi psichiatriche in modo da individuare i fattori ambientali che possono fungere da concausa essenziale di un disturbo; - Sviluppare metodi di prevenzione o di terapia dei disturbi psichiatrici Anche nel campo dei gemelli sono stati realizzati degli studi genetici e psichiatrici. Tali studi hanno esaminato la concordanza o la coincidenza di un disturbo nei gemelli monozigoti e nei gemelli dizigoti. “Se la predisposizione del caso indice alla malattia è da attribuire all’ambiente educativo, la concordanza rilevata tra i gemelli monozigoti e i gemelli dizigoti dovrebbe essere simile e maggiore allo stesso modo rispetto alla popolazione. Se, d’altra parte, vi è una qualche componente genetica nell’eziologia del disturbo, la concordanza tra i gemelli monozigoti dovrebbe essere significativamente maggiore rispetto a quella tra i gemelli dizigoti, i cui tassi di patologia dovrebbero essere inferiori”62 Il presupposto alla base di questa strategia di studio è che sia i gemelli identici sia quelli fraterni abbiano gli stessi stimoli ambientali. Un altro modo per analizzare il peso della componente genetica e ambientale è quella di osservare in che percentuale siano presenti 61 Vittorio Lingiardi, 2008, La personalità e i suoi disturbi. Un’introduzione, Il Saggiatore, Milano pag. 228 Atti del I Convegno Nazionale A. Pro.G 6 Aprile 2003, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio-mediche, psico-pedagogiche e sociali 62 48 fattori discordanti per una malattia tra i gemelli identici. Dato che i monozigoti sono geneticamente identici, ogni discordanza implicherebbe la presenza della componente ambientale che potrebbe essere considerata come causa, concausa o fattore scatenante di una malattia. Ciò risulta essere importante soprattutto per quei disturbi psichiatrici in cui la concordanza tra gemelli monozigoti è alta. Sono stati condotti importanti studi su gemelli affetti da schizofrenia: - Luxenberg nel 1928 aveva individuato una concordanza del 66% in 22 coppie di gemelli monozigoti63; - Kallmann, nel 1950 a New York, reclutò 935 gemelli trovando una concordanza per la schizofrenia tra i gemelli monozigoti dell’86%;64 - Slater nel 1953 trovò una concordanza molto alta per la schizofrenia in 41 coppie di gemelli monozigoti, circa il 76%65 Tutte le ricerche pubblicate hanno confermato una forte concordanza tra i gemelli monozigoti. Oltre alle ricerche sui gemelli affetti da schizofrenia, sono state fatte altre ricerche sui gemelli affetti da disturbi dell’umore (disturbi affettivi), disturbi d’ansia e suicidio che confermano l’importanza dei fattori genetici nella trasmissione dei disturbi affettivi maggiori. Numberger e Gershon trovarono un tasso di concordanza del 14% tra i gemelli dizigoti e del 65% tra quelli monozigoti 66. La concordanza per i disturbi bipolari risultava superiore rispetto alla concordanza per la Depressione Maggiore. Gli studi più significativi riguardano i disturbo da attacchi di panico. Torgersen nel 1983 scoprì che 4 cogemelli monozigoti su 13 erano concordanti per il disturbo di panico rispetto a 0 cogemelli dizigoti su 1667. 63 H. Luxenberg,1928, Rapporto preliminare sullo studio psichiatrico di una serie di gemelli FJ Kallaman, 1950, La genetica delle psicosi. Analisi di 1232 famiglie di gemelli. Congr. Intern. Psychiat. 65 E. Slater, 1953, Malattie psicotiche e nevrotiche nei gemelli. Spec. Rep. Ser. Med. Res. Coun. Londra, n. 278 66 ES. Gershon, JL Schreiber, JR Hamovit et al. 1984, Clinical finding in patient’s whit anorexia nervosa and affective illness their relatives. Am J Psychiatry 67 S. Torgersen, 1983, Genetic Factors in anxiety disorders, Arch Gen Psychiatry 64 49 Grazie al lavoro di altri studiosi come Carey e Gottesmann si è rilevato che i tassi di concordanza per il Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) 68 sono più alti tra i gemelli monozigoti rispetto ai gemelli dizigoti 69. Anche Kendler condusse i suoi studi sulla concordanza tra gemelli sul disturbo d’ansia, concludendo che questo disturbo è moderatamente familiare ed ereditabile. Successivamente lo stesso studioso, insieme ad altri colleghi, scoprirono che la componente genetica da un contributo notevole per i disturbi quali l’agorafobia, fobia sociale e fobia per gli animali.70 Un aspetto che riguarda i disturbi psichiatrici e che non è stato trascurato dagli studi sui gemelli, è il suicidio. Il suicidio rappresenta, purtroppo, un evento drammatico che si manifesta nel corso delle malattie psichiatriche. Nel 1812 lo psichiatra Benjamin Rush parlò di una storia di due capitani dell’esercito, gemelli. Entrambi avevano combattuto la guerra di Indipendenza ed erano tornati a vivere presso le loro rispettive famiglie ma alla fine si suicidarono71. Nonostante le convinzioni del passato secondo cui non vi sono caratteri ereditari per le tendenze suicide, alcuni studiosi, tra cui Roy, hanno trovato una concordanza di suicidio tra i gemelli: la percentuale più alta è dei gemelli monozigoti, più bassa per i gemelli dizigoti. 72 Lo studio ha coinvolto 176 coppie di gemelli di cui uno era morto per suicido: la concordanza di suicidio era del 38% tra gemelli monozigoti e dello 0% tra i gemelli dizigoti. Filippo Muratori, Neuropsichiatra dell’età evolutiva all’Università di Pisa: “Illudersi di poter restare insieme ed uniti per sempre, nella morte, piuttosto che affrontare due vite separate. La difficoltà ad accettare la separazione è spesso presente nei fratelli gemelli e, nei casi più gravi, può portare anche alla condivisione di un gesto 68 Disturbo ossessivo compulsivo è un disturbo d’ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni che occupano un tempo significativo della giornata del soggetto. Tale disturbo si cronicizza tanto da compromettere il funzionamento di diverse aree di vita. Le caratteristiche di questo disturbo consistono nella ripetitività, frequenza e persistenza dell’attività ossessiva e nella sensazione che queste attività siano imposte e compulsive. Il soggetto affetto da Doc si sente obbligato ad agire o pensare nel modo sintomatico e per questo cerca di contrapporsi e resistere alla patologia. Nonostante tutto, lo sforzo non gli permette di modificare il proprio comportamento. 69 Gottesman,1989, Confirming unexpressed genotypes for schizophrenia: risk in the offspring of Fischer’s Danish identical and fraternal discordant twins, Psychiatry 70 K. S. Kendler 1985, Psychiatric illness in first-degree relatives of schizophrenic and surgical control patients: a family study using DSM-III criteria, Arch Gen Psychiatry 71 Benjamin Rush, 1835, Medical Inquiries and Observations Upon the Diseases of the Mind 72 A. Roy, 1995, Attempted suicide among living co-twins of twins suicide victims. Am J Psychiatry 50 estremo come la morte. Si potrebbe trattare di una reazione ad un processo di necessaria separazione”73 Le parole di Muratori tentano di spiegare l’evento drammatico consumatosi a Latina nel 2004. Si tratta di due gemelli, Mauro e Sergio Pianura, originari di Padova e trasferiti a Latina in cerca di lavoro, che decidono di salire fino al nono piano di un palazzo e di gettarsi nel vuoto per arrivare insieme, quasi abbracciati, a destinazione. Prima di morire però decidono di mandare un messaggio alla loro gemella, l’altra parte di loro, per un ultimo saluto. Ad attirare l’attenzione di alcuni studiosi tra le patologie psichiatriche sono stati i disturbi dell’alimentazione: anoressia e bulimia. Questi disturbi oggi sono comunemente diagnosticate e sono divenute un grosso problema di salute pubblica nei paesi occidentali. Tali patologie seguono un percorso cronico con ricadute da cui è difficile uscire senza un adeguato supporto tanto che a volte conducono anche alla morte. I disturbi dell’alimentazione rappresentano un’interazione di vari fattori genetici, psicologici e socioculturali. Anche in questo caso, gli studi sulla familiarità psichica e gli studi sui gemelli sembrano indicare una vulnerabilità su base genetica che interagisce con altri fattori nel determinare l’insorgenza di tale disturbo.74 Poiché i gemelli sono allevati nello stesso ambiente e subiscono più o meno gli stessi fattori di rischi ambientali, la differenza nel tasso di concordanza tra gemelli monozigoti e dizigoti potrebbe dimostrare il contributo della genetica e dell’ambiente nel determinare lo sviluppo di un particolare disturbo. A tal proposito sono state realizzate alcune ricerche da una studiosa inglese Treasure 75che hanno evidenziato che il tasso di concordanza di disturbi dell’alimentazione tra gemelli è superiore nei gemelli monozigoti rispetto ai dizigoti: - Anoressia nervosa76 il tasso di concordanza è del 48,5– 71% nei monozigoti e 0-10% nei dizigoti; 73 Latina, gemelli di 29 anni si uccidono assieme, 3 maggio 2004, Corriere della sera, www.corrieredellasera.it 74 Rivista tecnico scientifica della federazione italiana Triathlon a cura di Mario Miglio Responsabile Didattico SIT Fitri, Costantino Bertucelli Responsabile Centro Studi e Ricerche Fitri, Roberto Tamburri Direttore Tecnico Fitri, Claudia Umbro Responsabile Organizzativo SIT Fitri. Marzo 2007, vol.2 75 J. Treasure, GF Russell, I. Eisler, 1998, Mothers with anorexia nervosa who underfeed their children: Their recognition and management, Psychological Medicine 76 Anoressia Nervosa è un disturbo dell’alimentazione caratterizzato, secondo i criteri del DSM-V da: Restrizione dell’apporto energetico relativo al bisogno, che induce un significativo basso peso relativamente all’età, sesso, evoluzione dello sviluppo e salute fisica. Un significativo basso peso è definito come un peso 51 - Bulimia nervosa77 il tasso di concordanza è del 22,9-83% nei monozigoti e 0,27% nei dizigoti Questi studi però non sono completamente precisi perché la genetica non tiene in considerazione fattori come la personalità, la disregolazione 78 emozionale o altri disturbi psichiatrici che a loro volta potrebbero favorire lo sviluppo dei disturbi dell’alimentazione. minore del minimo normale o, per i bambini e gli adolescenti, minore del minimo atteso; Intensa paura di aumentare di peso o d’ingrassare, o comportamento persistente che interferisce con l’aumento di peso, nonostante un peso significativamente basso; Anomalia nel modo in cui è percepito il peso e la forma del proprio corpo; inappropriata influenza del peso e della forma del corpo sulla propria autostima, o persistente perdita della capacità di valutare la gravità della attuale perdita di peso. L’anoressia nervosa può essere distinta in lieve, moderata, severa e estrema 77 Bulimia nervosa è uno dei disturbi dell’alimentazione ed è caratterizzato dalla tendenza a esercitare, in maniera disgregolata, un eccessivo controllo sul proprio peso. Tale disturbo compare durante la prima adolescenza ed è caratterizzato da eccessiva e costante preoccupazione per il peso e le forme, per cui la persona inizia a seguire una dieta ferrea, presentando però poi abbuffate e vomito autoindotto. 78 La Disregolazione emozionale corrisponde alle difficoltà di gestire o elaborare efficacemente le emozioni, e può manifestarsi con una loro eccessiva intensificazione o al contrario con una loro disattivazione. Nel primo caso saremo portati a vivere l’attivazione emozionale come intrusiva e travolgente; nel secondo caso invece potremmo andare incontro ad un appiattimento emotivo anche verso quelle esperienze che solitamente dovrebbero destare un’attivazione emotiva. 52 CAPITOLO 3 UGUALI NON IDENTICI 1. Dipendenza dall’altro: difficoltà di separazione Generalmente la relazione gemellare tende ad essere considerata come un legame unico, indissolubile e non paragonabile a nessun altro tipo di legame di qualsiasi natura sia per livello di intensità sia per livello di intimità. Questo legame, a differenza di quello che può instaurarsi tra fratelli mononati, ha origine a partire dalla vita intrauterina e ciò comporta un particolare senso di appartenenza ad una coppia. Lo psicologo René Zazzo definisce questa particolare coppia come “satura ed eccessiva” e nel 1935 si trova di fronte al cosiddetto “paradosso dei gemelli”.79 I gemelli monozigoti pur essendo identici geneticamente, pur avendo condiviso lo stesso ambiente educativo, gli stessi genitori e le stesse esperienze, non risultano totalmente identici da un punto di vista psicologico. Inoltre, viene ipotizzato un altro fattore di somiglianza: l’ambiente gemellare, o come Zazzo lo definisce, il micromilieu cioè l’insieme di abitudini gestuali, mimiche, che modellano due persone che vivono un rapporto di coppia molto stretto (es. basta pensare ad alcuni anziani che dopo una vita passata insieme tendono ad assomigliarsi). Lo psicologo realizza uno studio, per la prima volta in materia di psicologia, sull’effetto coppia nei gemelli. Secondo lo studioso il carattere dei gemelli si forma grazie alla dotazione genetica, all’educazione ma anche e soprattutto attraverso delle dinamiche che si sviluppano all’interno della coppia. Questo effetto porta inevitabilmente a due risultati: 1. La chiusura della coppia al mondo esterno; 2. Difficoltà nella relazione madre-bambino, complessa già di per sé in quanto la madre si ritrova a fronteggiare due individui contemporaneamente con necessità dello stesso livello. 79 R. Zazzo, 1987, Il paradosso dei gemelli, La Nuova Italia, Firenze 53 Questi due aspetti possono comportare delle alterazioni nel processo di separazione e individualizzazione. L’interazione madre-bambino nella realtà gemellare non può essere considerato un semplice rapporto diadico in quanto si tratta di una “triade” dove tutti gli elementi che la compongono stabiliscono tra loro rapporti di reciprocità. La triade madre-gemelli si mantiene costantemente attiva anche quando la madre provvede temporaneamente ad uno di loro. “In tali circostanze la donna può sentirsi “divisa” anticipando spesso nella mente ciò che dovrà fare per l’uno mentre sta dedicando cure per all’altro, rischiando di non avvertire mai la piena soddisfazione di un rapporto individualizzato con nessun bambino” 80 Ciò potrebbe comportare ad un atteggiamento da parte della madre che viene definito “etichettamento” dei bambini in base all’attribuzione forzata di alcune caratteristiche diverse dettate anche dal tentativo da parte della madre di individualizzare i propri figli. Con queste etichette però si potrebbe in qualche modo influenzare il normale sviluppo del bambino che per compiacere le aspettative della madre, farà di tutto nel tentativo di compiacerla. Secondo alcuni psicanalisti per costruire la propria identità è necessario riuscire a capire di essere persone diverse dai propri genitori e quindi riuscire a separarsi da loro. Nei gemelli vi è una doppia difficoltà di separazione proprio perché oltre alla separazione dei genitori, devono riuscire a superare anche la separazione del proprio cogemello. La separazione può risultare particolarmente difficile e alcuni studiosi riconducono tale difficoltà al ritardo del riconoscimento allo specchio81 infatti, alcune ricerche hanno dimostrato che i gemelli monozigoti sono più tardivi nel riconoscersi allo specchio facendo confusione tra la propria immagine e quella del cogemello. Questo ritardo può essere dovuto alla tendenza, generica, che i genitori o i familiari hanno ad incoraggiare l’uguaglianza della coppia (ad esempio vestendoli allo stesso modo) piuttosto che a valorizzare l’individualità di ognuno. 80 C. Frischetti, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico – psicologiche nelle gravidanze gemellari, Aracne, Roma 81 Il test dello specchio è un oggetto di ricerca empirica sulla nascita della consapevolezza del Sé. Nei primi mesi di vita il bambino presenta una vera e propria attrazione nei confronti di immagini allo specchio di altre persone tra cui però non riesce a distinguere sé dagli altri. Alla fine del primo anno sembra notare un collegamento tra i suoi movimenti e quelli riflessi. La capacità di riconoscersi, cioè quella di comprendere che l’immagine riflessa si riferisce a sé, grazie anche al puntino rosso disegnato sul naso del bambino, compare solo dopo che il bambino ha imparato ad associare movimenti, indici morfologici e somatici cioè tutte quelle caratteristiche fisiche e somatiche grazie alle quali può avvenire il riconoscimento vero e proprio. 54 René Zazzo, negli anni ’70 avviò uno studio di tipo sperimentale sul tema del riconoscimento di Sé allo specchio con un ampio numero di bambini. Le sue ricerche si proponevano di indagare l’acquisizione della consapevolezza di sé. Il suo obiettivo era quello di descrivere il processo attraverso cui il bambino arrivava a riconoscersi. I bambini coinvolti avevano un’età compresa tra gli 8 e i 36 mesi ed erano in tutto una ventina di coppie di gemelli prevalentemente monozigoti in cui Zazzo vedeva la condizione del “doppio”. Una volta organizzato il laboratorio, i bambini venivano messi in posizione opposta rispetto agli specchi, veniva loro disegnato un puntino rosso sul naso senza che se ne accorgessero. Il risultato consisteva in una sequenza evolutiva della comparsa di vari comportamenti attraverso cui il bambino costruisce l’immagine del sé allo specchio. Tali comportamenti nei gemelli risultano manifestarsi in tempi differenti rispetto ai mononati e la difficoltà del riconoscimento è stata attribuita all’uguaglianza corporea che introduce il dubbio. Per quanto riguarda la chiusura, la coppia gemellare può diventare, con il tempo, eccessiva e chiusa al mondo esterno e il rischio più grande è proprio quello di rimanere “incastrati” nella relazione duale. In questo modo, spiega Segal professore di Psichiatria presso l’università di Toronto, le potenzialità psichiche si sviluppano in entrambi in maniera complementare ragion per cui si finisce per sviluppare un’identità falsata con l’intento di differenziarla dal proprio gemello. È come un serpente che si morde la coda: più si sviluppano ruoli complementari più diventa difficile la separazione perché quest’ultima comporterebbe una grossa perdita indispensabile. Si è notata una certa differenza nell’attaccamento da parte dei gemelli monozigoti che tendono a mantenere maggiori contatti e una maggiore vicinanza spaziale ed emotiva, nel tempo rispetto ai gemelli dizigoti. Un altro aspetto caratteristico è che questo rapporto rimane costante nel corso della vita per aumentare nella vecchiaia. Inoltre è stato fatto un confronto relazionale tra gemello-gemello e gemello-fratello ed il primo risulta notevolmente più forte ma anche più conflittuale. I gemelli tendono a preferire lo sviluppo di legami di attaccamento tra loro rispetto ai mononati che utilizzano come figure di riferimento i genitori. “I gemelli, al pari degli individui mononati, nell’infanzia svilupperebbero comportamenti di attaccamento verso i propri caregiver per ottenere il soddisfacimento dei bisogni primari e, a seguito del processo di separazione-individuazione dalle figure genitoriali e dell’aumentato interesse per partner sociali diversi dalla madre, arriverebbero 55 progressivamente ad orientare l’attenzione e i tentativi di contatto verso il cogemello con maggiore costanza; egli sarebbe infatti un partner stabilmente accessibile a cui trasferire con facilità le funzioni di attaccamento, in maggior grado rispetto a quanto riscontrato nei mononati rispetto al fratello e mostrerebbero di fare un minor ricorso alle altre figure target per ottenere accudimento e sicurezza”82 Segal sostiene che vi è la tendenza da parte dei gemelli a contattarsi con più frequenza rispetto ai nati singoli che occupano una posizione inferiore. Questa tendenza a “rimanere in contatto”, vivere geograficamente più vicini e a ricercare esperienze comuni, si può ricondurre all’angoscia di separazione dal cogemello che è presente già dall’infanzia. L’angoscia di separazione dal cogemello sembra essere meno sopportabile e meno superabile rispetto a quella relativa alla madre. La psicologa Alessandra Piontelli83 afferma che nei gemelli identici la figura principale di attaccamento è il cogemello a differenza dei gemelli dizigoti in cui il caregiver è rappresentato dalla madre. Il gemello della coppia monozigote quindi tende ad identificarsi con l’altro e se questa identificazione non è seguita da una separazione graduale può succedere che avvenga una confusione di identità. Durante il I Convegno Nazionale A.PRO.G tenutosi a Roma nel 2003 “Mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia” a cura di Antonietta Provenzano e Giuseppina Provenzano, la psicologa e pedagogista Giuseppina Provenzano afferma che nella fase di differenziazione un ruolo importante è occupato dal proprio corpo che funge come unico strumento attraverso il quale differenziarci dalle altre cose o persone che, a loro volta, possiedono un corpo diverso dal nostro e soprattutto separato dal nostro.84 Il corpo è il mezzo attraverso cui prendiamo coscienza della differenze che c’è con l’altro ed è, contemporaneamente, il mezzo attraverso cui costruiamo la nostra identità in quanto prendiamo consapevolezza di essere unici e irripetibili. “Per i gemelli il corpo rappresenta invece un ostacolo perché è identico a quello di qualcun’ altro ed ha gli stessi tempi e modi di sviluppo come anche di decadimento e di 82 Piera Brustia et al. 2013, Costruzione dell’identità e sviluppo emotivo nelle coppie gemellari: effetti sul benessere nel ciclo di vita, Giovanni Fioriti, Torino 83 Alessandra Piontelli, 2012, Gemelli nel mondo, Cortina Raffaello 84 G. Provenzano, L’identià gemellare: ad ognuno la propria favola, II sessessione del I Convegno Nazionale A.PRO.G, 2003, a cura di A. Provenzano G. Provenzano, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio – mediche, psico – pedagogiche e sociali, a cura di A. Provenzano, G. Provenzano, Regione Lazio 56 malattia. Durante la fase di differenziazione i gemelli esplorano il proprio corpo tra di loro e non con la madre proprio a causa della simbiosi che gli è stata imposta e dell’eccessivo tempo che trascorrono insieme; questo è chiaramente un fattore a scapito della consapevolezza di essere diversi ed unici”85 Questo rapporto vissuto in maniera chiusa, stretta, esclusiva, tende a creare una morbosa dipendenza nella coppia tanto da sentire la necessità della presenza dell’altro per sentirsi completo. La dipendenza dall’altro può diventare talmente tanto forte da rendere dolorosissimo il momento della separazione infatti, sono molti i casi di gemelle o gemelli che pur sposandosi decidono di andare a vivere con i rispettivi coniugi in un’unica casa o, ancora, preferiscono vivere l’uno accanto all’altro lasciando al di fuori qualsiasi prospettiva di futuro che non includa l’altro. La morbosità con cui i gemelli vivono il loro rapporto può sfociare, a volte, in conflitto. 1.1 Linguaggio segreto Lo psicologo Zazzo affermava che alla base di della chiusura di coppia gemellare potesse esserci quella che lui definisce Criptofasia; una sorta di “linguaggio gemellare” che si sviluppa nella coppia tra i due e i quattro anni di vita e sembra essere proprio il risultato della “vita di coppia”. Alcuni studiosi paragonano questo tipo di linguaggio al linguaggio segreto che viene creato in età scolare da individui giovani con il semplice scopo di far parte di un gruppo e rendere l’accesso ad altri individui limitato con la differenza che questo tipo di linguaggio è intenzionale e sta ad indicare una sorta di accordo sulle regole da rispettare per poter appartenere a quel determinato gruppo. Il linguaggio gemellare, invece, risulta spontaneo e inconscio. Questo fenomeno riguarda sia le coppie monozigote sia quelle dizigote e consiste in un linguaggio fatto di gesti, parole inventate, parole normali che assumono nella coppia un valore simbolico, silenzi significativi e borbottii. Studi recenti hanno individuato in questo linguaggio un “codice implicito” che viene condiviso da entrambe le parti e questo permette la facile comprensione rispetto agli individui che condividono un codice esplicito. A volte può succedere che il gemello 85 I Convegno Nazionale A.PRO.G, 2003, a cura di A. Provenzano G. Provenzano, Il mondo dei gemelli: le persone, la coppia, la famiglia. Prospettive bio – mediche, psico – pedagogiche e sociali, a cura di A. Provenzano, G. Provenzano, Regione Lazio p.29 57 linguisticamente più competente funga da traduttore con il resto della famiglia, questo ruolo viene definito da Bracken come “gemello guida”. 86 Nella letteratura troviamo John e Jill Barth. John è considerato uno dei più influenti autori americani della seconda metà del XX secolo. La sua opera di scrittore è fortemente influenzata dalla sua condizione di co-gemello con una femmina, Jill. In diversi suoi libri si allude a coppie di gemelli: “I gemelli condividono la curiosa esperienza di acquisire la capacità linguistica e altre abilità di base à deux, usando nel frattempo un linguaggio che precede e insieme supera il discorso articolato. Il discorso, nella prospettiva di due bambini gemelli, è per gli altri. Noi gemelli consideriamo il linguaggio come i parlanti di un dialetto specifico considerano la lingua ufficiale: serve a rapportarci con gli estranei, fra noi non ne abbiamo bisogno. Per questo è ragionevole aspettarsi che un gemello che diventi narratore di professione non dia mai il linguaggio per scontato”87 A volte però la criptofasia può interferire con il normale sviluppo del linguaggio già previsto da alcuni studi condotti in campo linguistico. Infatti, si è accertato che il linguaggio nei gemelli è ritardato di circa sei mesi rispetto i mononati. Questo ritardo potrebbe essere ricondotto ad una sorta di adattamento alla vita di coppia che i bambini gemelli sono destinati a fare e quindi non sentono la necessità di impegnarsi per farsi capire dato che, come alcuni genitori di gemelli affermano, “basta uno sguardo”, “tra loro si capiscono”. Un esempio pratico potrebbe essere rappresentato dal caso delle “gemelle che non parlavano”. 86 Von Bracken, 2004, The gene illusion. Genetic Research in Psychiatry and Psychology under the Microscope, Algora Publishing, New York 87 John Barth,1972, Giles Ragazzo-capra, Rizzoli, Milano 58 Fig.8 In alto June e Jennifer Gibbons da piccole, in basso le gemelle insieme alla giornalista Wallace che seguì la vicenda Negli anni ’70 June e Jennifer Gibbons sono due gemelle identiche, di colore, provenienti da una cittadina del Galles, all’età di otto anni, smettono di parlare con qualsiasi persona che non sia la cogemella. Questo ha compromesso la loro esperienza scolastica che, infatti, termina precocemente. Le gemelle iniziano a condurre una vita totalmente separata dal resto del mondo e soprattutto autosufficiente lasciando fuori parenti, coetanei e genitori con i quali evitano anche di incontrarsi all’ora del pranzo e della cena. Di punto in bianco decidono di uscire fuori dal loro mondo sfidando la realtà: appiccano incendi, commettono furti, vengono arrestate e portate a processo dove, anche qui, decidono di non parlare. Vengono condannate alla reclusione in un manicomio criminale di Broadmoor88. A questa vicenda si appassiona una giornalista che decide di seguire il caso poco convinta per la condanna severa data alle gemelle e dal loro enorme muro di silenzio. La giornalista Wallace trova nella loro abitazione un diario dove le gemelle scrivevano ad un fantomatico e ideale interlocutore tutti i loro sentimenti intimi e travagliati che nessun altro avrebbe potuto capire. È proprio da questo diario che prende forma la loro maledizione: non poter vivere separatamente ma neppure vicine perché l’una avrebbe annullato l’altra. Un continuo conflitto sfogato sulle pagine di un diario che prende materialmente forma quando entrambe diventano donne: è proprio qui che esplode l’odio reciproco avvertendo l’insopportabile peso della loro condizione. Jennifer fredda e arrogante pretende che la sorella sia come lei pianificando la sua morte qualora la 88 È il più noto dei tre Ospedali Psichiatrici di alta sicurezza che si trova in Inghilterra costruito nel 1902 e poteva ospitare circa 210 pazienti di cui alcuni affetti da gravi patologie mentali e altri condannati per vari reati. 59 gemella avesse in previsione di ucciderla. Indispensabili prima, terrorizzate l’una dall’altra dopo, l’amore sconfinato si traduce in desiderio di prevaricazione sull’altra spinto dal desiderio di una distanza tra sé e l’altro.89 Piontelli sostiene che non si tratta di un fenomeno misterioso o paranormale come la società tende a credere, semplicemente la precoce presenza dell’altro, durante tutta la gravidanza, fa sì che sia più semplice per entrambi sviluppare una maggiore sensibilità reciproca tale da imparare a riconoscere i modelli di comportamento e il linguaggio del corpo dell’altro. Il linguaggio segreto diminuisce con l’aumentare delle competenze linguistiche. Fig.9 Immagine di due gemelli rannicchiati nell’utero materno realizzata grazie ad una tecnica di imaging a risonanza magnetica: “cinematic-MRI” 2. Conflittualità Come ho già accennato precedentemente, un rapporto di così forte intesa si può trasformare facilmente in conflitto che arriva solitamente nell’età della pubertà cioè quando si sente ancora più forte il bisogno di affermare la propria identità. 89 Marjorie Wallace, 1989, Le gemelle che non parlavano, Adelphi 60 La conflittualità in questo tipo di rapporto può presentarsi in maniera estrema a volte con una violenza qualitativamente diversa a quella che potrebbe esserci con un fratello normale. Sono molti i casi in cui tra gemelli c’è un forte conflitto e una rivalità che può rivelarsi addirittura distruttiva come ad esempio nella storia delle gemelle che non parlavano di cui abbiamo precedentemente parlato o, ancora, la storia delle gemelle Sunny e Gina raccolta dallo scienziato Tim Spector nel 2011. Gina e Sunny sono nate nella Corea del Sud e si sono trasferite da adolescenti a San Diego, brave a scuola ma molto competitive, litigavano continuamente. Terminata la scuola si separarono conducendo vite completamente diverse: Gina era diventata dipendente dal gioco d’azzardo e Sunny aveva un tenore di vita molto alto, frutto di furti e truffe. I debiti di gioco di Gina erano talmente alti da spingerla a derubare addirittura la sorella che la denunciò facendola finire in prigione. Dopo qualche mese, Gina reclutò due ragazzi per mettere in atto il suo piano vendicativo contro la sorella. I due ragazzi entrarono in casa di Sunny armati di pistola fermati poi dall’arrivo tempestivo della polizia che arrestò Gina la quale sta ancora scontando 26 anni di carcere. “La storia di Sunny e Gina mette in evidenza i possibili pericoli in cui incorrono alcune personalità nel voler competere continuamente con qualcuno in cui gli altri vedono una tale somiglianza. Questa rivalità e il bisogno di differenziarsi sono spesso osservati anche in gemelli dizigoti”90 La Psicologa Susanna Cameriere afferma che già nel grembo materno vi sia una sorta di competizione tra gemelli: per lo spazio, l’alimentazione e la sopravvivenza motivo per cui, si ipotizza, vi possono essere delle asimmetrie nel peso e nello sviluppo fetale.91 Al momento della nascita si ha un cambiamento: dalla competizione per lo spazio uterino si passa alla competizione per lo spazio esistenziale in quanto si tratta non solo di due individui identici ma anche di identiche necessità che insorgono anche nello stesso momento. La madre, quindi, potrebbe essere uno motivo di conflitto. Come già detto il legame gemellare tende ad essere preferito e privilegiato rispetto al rapporto con la madre ma è possibile che i gemelli sentano la necessità di avere un rapporto esclusivo con la madre. Ci 90 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna, pag 297 - 298 91 Susanna Cameriere, 2011, Conflittualità tra gemelli, Convegno I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola, Torino 61 si trova davanti ad una corsa nel tentativo di raggiungere l’esclusività del rapporto che però risulta sempre allentato attribuendo la responsabilità di ciò al cogemello che, forse, è “arrivato per primo al traguardo”. “È interessante il fatto che molto spesso entrambi i gemelli sostengano la preferenza della madre (e/o del padre) per l’altro”92 La psicologa Maria Emilia Pozzi93, nel suo libro, racconta di un caso di una coppia di gemelli maschi i cui genitori si erano rivolti alla clinica, presso cui prestava servizio, poiché avevano notato che uno dei bambini mostrava eccessivi tratti e interessi femminili. Come sappiamo, essere un gemello è una condizione in cui si viene esposti a una situazione di rischio e vulnerabilità poiché ciò che era destinato ad un bambino solo dovrà essere condiviso sin dall’inizio della vita intrauterina. Il gemello, di nome Ron, aveva 4 anni e fin da piccolo mostrava attrazione per gli indumenti femminili e i capelli lunghi. I genitori del bambino erano preoccupati di influenzare i figli in maniera negativa parlando apertamente davanti a loro, motivo per cui continuarono i colloqui con la dottoressa da soli. I genitori descrissero Ron come un bambino infelice, inquieto, si lasciava facilmente infastidire dallo sporco, preferiva disegnare solo figure femminili, indossava un cappello da bambina con le trecce mentre era in casa e mostrava un’ossessione nei confronti delle bambole rifiutando attività tipicamente maschili. Poiché da poco un parente, non molto lontano alla loro famiglia, aveva dichiarato la sua omosessualità, i genitori di Ron temevano che l’interesse del figlio fosse determinato da una componente genetica. A questo punto la dottoressa decide di procedere con l’analisi dell’anamnesi alla nascita e scoprì che sia la gravidanza sia il parto erano stati difficoltosi e complicati: per i primi due anni la madre e i gemelli, per ricevere aiuti dalla famiglia, erano stati costretti a viaggi frequenti e lunghi; i “sintomi” di Ron si erano manifestati molto prima di iniziare l’asilo ed entrambi i gemelli mostravano un comportamento di grande dipendenza dalla madre che era dovuta rimanere accanto a loro diverse settimane prima che si ambientassero. Mentre l’altro gemello era riuscito ad inserirsi nel gruppo dei bambini dell’asilo e a condividere con loro giochi e attività maschili, Ron aveva stretto amicizie solo femminili giocando alle bambole. 92 Susanna Cameriere, Conflittualità tra gemelli, Convegno I gemelli: La persona, la famiglia, la scuola 2011 Torino 93 M. Emilia Pozzi, 2004, I disagi dei bambini da 0 a 5 anni. Relazioni difficili e terapia psicoanalitica della famiglia, Mondadori 62 Dopo alcuni incontri la dottoressa capì che questo interesse da parte di Ron al “mondo femminile” si era sviluppato per rimanere attaccato alla madre e diventare quasi come lei, con i capelli lunghi. Separarsi da lei, infatti, era troppo difficile da sopportare. Riprendendo il discorso del conflitto, secondo Pearlman e Ganon94 le “lotte” dei gemelli potrebbero essere una manifestazione del bisogno di individualità e separazione e questo permette loro di cambiare il loro ruolo all’interno della coppia evitandone così la “cristallizzazione” che potrebbe impedire l’armonico sviluppo di entrambi. Il livello estremo di competitività si manifesta con la comunicazione totale, infatti, ogni gemello rimanda all’altro tutta l’ostilità senza bisogno di filtri. Tale ostilità, come in un gioco di specchi, si moltiplica e viene rimandata all’altro. Così come vi è un attaccamento dei mononati alla figura del genitore e successivamente insorge il bisogno di conflitto con questo, nei gemelli vi è prima l’attaccamento da parte di un gemello al suo cogemello e successivamente l’esigenza di conflitto con esso e il controsenso sta proprio in questo: essere in totale feroce conflitto con la persona senza cui non si riesce a vivere. Una caratteristica che sembra dare il suo contributo al conflitto è la gelosia, permanente nel rapporto gemellare. Dapprima è rivolta agli oggetti e alle persone, successivamente viene indirizzata al cogemello e questo rende difficoltosa la possibilità di creare altri legami con l’esterno. L’estrema aggressività non è rivolta esclusivamente al cogemello, può succedere infatti che la coppia si “coalizzi” contro il mondo esterno come vedremo nell’ultimo capitolo di questo lavoro. Quello dei gemelli sembra presentarsi come un rapporto, in qualsiasi direzione, estremo che non conosce vie di mezzo: feroce conflitto o simbiosi morbosa. Tim Spector afferma che tutti gli individui desiderano avere la propria indipendenza e la propria identità che si differenzia dall’altro, sia che si tratti di gemelli sia che si tratti di semplici fratelli. Nessun gemello identico vorrebbe vivere la vita dell’altro. Nel 2011 Daniel e Simon sono due gemelli monozigoti che hanno avuto un’infanzia normale e tranquilla. Presentavano qualche differenza fisica ma avevano molte cose in comune. 94 E. M. Pearlman, J. A. Ganon, 2000, Raising twins. What parents want to know and what twins want to tell them, HarperCollins, New York 63 Simon si arruolò in polizia e fece carriera diventando un detective di successo, Daniel preferì il lavoro in fattoria dove poi ebbe un incidente che lo costrinse ad un lungo periodo di riabilitazione e alla perdita del lavoro e della sua prima moglie. Lo scienziato Spector intervistando il “gemello sfortunato” gli chiese se avesse mai desiderato essere al posto del “gemello fortunato” e la risposta fu negativa, inoltre lo sfortunato aggiunse di accorgersi delle differenze abissali che c’erano tra entrambi e che proprio in ragione di questo era portato a pensare di non essere un gemello identico. “Sembrerebbe dunque che siamo programmati a pensare e a essere in questo modo, forse per poterci distinguere più chiaramente da tutti gli altri. È per questo che i gemelli, come abbiamo visto, tendono ad avere reazioni agli stessi stimoli molto più diverse dal previsto, per esempio nei confronti dei genitori o degli insegnanti”95 3. Gerarchia: divisione dei ruoli La psicologia dello sviluppo ha individuato nella coppia dei gemelli l’esistenza di una gerarchia, una sorta di suddivisione dei ruoli. Bracken96 nel 1939 descrive per la prima volta due ruoli distinti: - Ministro degli esteri: rappresentato da colui che si occupa di intrattenere e regolare i rapporti con il mondo al di fuori della coppia; - Ministro degli interni: è rappresentato dal gemello più sensibile al vissuto interno della coppia, guida quest’ultima e prende decisioni. A tal proposito Gedda 97 distingue: - Ruolo attivo: ricoperto dal gemello dominante, definito anche gemello guida che sceglie per entrambi, prende iniziative, dà ordini e si sente superiore. Sembra meno dipendente dalla coppia e quindi meno legato all’altro. L’atteggiamento di questo gemello serve a mantenere l’equilibrio della coppia in quanto impedisce di provare il senso di frustrazione. Solitamente il gemello dominante è colui che nasce per 95 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna pag. 298 Von Bracken, 2004, The gene illusion. Genetic Research in Psychiatry and Psychology under the Microscope, Algora Publishing, New York 97 Gedda, 1951, Studio sui gemelli, Orizzonte Medico, Roma 96 64 primo, con maggior peso e caratterialmente più forte. Il suo ruolo viene riconosciuto spontaneamente e totalmente dal cogemello fin dai primi anni dell’infanzia e può diventare “gemello leader”. Questo tende a prendere decisioni sia per se che per l’altro, proiettando le sue volontà in quelle del fratello, a volte risulta essere l’elemento più soggetto alla sofferenza al momento della separazione; - Ruolo passivo: ricoperto dal cosiddetto gemello dominato o sottomesso, colui che nasce per secondo, con peso inferiore o se alla nascita presenta condizioni di sofferenza. Nelle coppie maschio-femmina a dominare solitamente è la femmina per fattori evidenti come ad esempio una maggiore resistenza alle malattie, precocità nella pulizia o un migliore rendimento scolastico. Egli più che subire le decisioni del fratello, non trova la possibilità di ulteriore scelta e riconosce soddisfatte le sue richieste nelle decisioni dell’altro. Se i ruoli si stabilizzano nel tempo andranno a strutturare le personalità di ognuno ma, affinché non insorgano manifestazioni patologiche, è necessario che vi sia la possibilità che i ruoli, con il tempo, possano ribaltarsi. Lo scambio dei ruoli può avvenire a causa dell’influenza dei genitori che tendono ad offrire maggiori attenzioni e cure al gemello più “fragile”. 4. Personalità La personalità può essere definita come un insieme distintivo e caratteristico di pensieri, emozioni e comportamenti che definiscono lo stile personale con cui l’individuo interagisce con l’ambiente.98 “Modi costanti di percepire, rapportarsi e pensare nei confronti dell’ambiente e di se stessi, che si manifestano in un ampio spettro di contesti sociali e personali. Solo quando tali tratti sono rigidi e non adattativi e causano compromissione del funzionamento sociale e lavorativo, oppure una sofferenza soggettiva, essi costituiscono i disturbi di personalità”99 Gli psicologi hanno cercato di individuare dei metodi formali per descrivere e misurare la personalità. 98 99 Atkinson & Hilgard’s, 2009, Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova DSM-V, 2016, Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Raffaello Cortina Editore 65 Lo psicologo Hans Eysenck100 arrivò a delineare due fattori di personalità: - Introversione: si riferisce al grado in cui l’orientamento di una persona si rivolge internamente verso il proprio sé e alla cui estremità troviamo individui timidi, che preferiscono lavorare da soli e tendono a ritirarsi in se stessi soprattutto nei periodi di forte stress o di conflitto; - Estroversione: si riferisce al grado in cui l’orientamento di una persona si rivolge esternamente verso il mondo esterno alla cui estremità troviamo individui socievoli, che preferiscono occupazioni che gli consentano di lavorare a contatto diretto con altre persone e nei periodi di stress o conflitto prediligono la compagnia; - Nevroticismo: (instabilità-stabilità) è una dimensione dell’emotività che caratterizza individui lunatici, ansiosi, disadattati all’estremità della scala nevrotica instabile. Al contrario, invece, troveremo persone calmi e ben adattati all’estremità della scala opposta della stabilità. Freud sosteneva che l’individuo attraversa, nei primi 5 anni di vita, vari stadi di sviluppo che influiscono sulla sua personalità. Questi periodi venivano chiamati “stadi psicosessuali” e durante ogni stadio, gli impulsi dell’Es (che ricercano il piacere) si concentrano in un’area particolare del corpo e sulle attività legate a quell’area. Gli stadi si suddividevano in: - Stadio orale: si riferisce al primo anno di vita del bambino che trae piacere dall’essere accudito e allattato. Qui il bambino mette in bocca tutto ciò che riesce a raggiungere; - Stadio anale: il bambino prova piacere a trattenere e ad espellere le feci; - Stadio fallico: il bambino, dai 3 ai 6 anni, prova piacere accarezzando i propri genitali e scopre ed osserva le differenze tra maschi e femmine, indirizzando gli impulsi sessuali che iniziano a svegliarsi verso il genitore del sesso opposto. In questa fase si arriva al complesso di Edipo/Elettra di cui abbiamo precedentemente parlato; - Stadio genitale: pubertà e dall’adolescenza introducono la fase matura della sessualità e del funzionamento adulto. Freud sosteneva che la presenza di un problema in uno di questi stadi, può arrestare o fissare lo sviluppo esercitando delle conseguenze sulla personalità.101 100 101 H.J. Eysenck, 1953, The structure of human personality, Wiley, New York S. Freud, 1905, Tre saggi sulla teoria sessuale, BUR biblioteca Univ. Rizzoli 66 I processi cognitivi, in ambito della personalità, assumono un ruolo fondamentale con lo psicologo George Kelly che focalizzò la sua attenzione ai costrutti personali, cioè, le dimensioni che le persone utilizzano per interpretare se stesse e il proprio mondo sociale. 102 Queste dimensioni costituiscono gli elementi fondamentali di analisi nella teoria dei costrutti personali.103 Dalla tenera età tendiamo tutti a sviluppare una rappresentazione cognitiva di chi siamo, una sorta di “schema”104 che viene definito schema del sé. Tale schema è costituito dagli aspetti del nostro comportamento che consideriamo più importanti. Il nucleo fondamentale dello schema del sé è costituito dalle informazioni di base di ognuno di noi come, ad esempio, nome, aspetto fisico e relazioni significative. Le cose più importanti, dal punto di vista delle differenze individuali, sono le caratteristiche particolari degli schemi del sé. 105 Tali schemi, secondo alcuni studiosi, cambiano notevolmente in base alle culture di riferimento e quindi si arriva ad affermare che la personalità è un prodotto culturale 106, infatti, nella cultura nord Americana i desideri, gli interessi e le capacità individuali costituiscono il sé, mentre, nella cultura Asiatica il sé è un’entità direttamente interconnessa agli obblighi sociali e alle relazioni con gli altri. 4.1 Personalità e ambiente Nel modellare la nostra personalità veniamo influenzati da fattori genetici e ambientali che si intrecciano fin dal principio. Affinché si scatenino gli effetti di geni specifici sono necessari determinati ambienti: se un bambino nasce con la tendenza genetica all’alcolismo 102 G. A. Kelly, 1955, The psichology of personal constructs, Norton, New York Kelley, con la sua teoria dei costrutti personali paragona gli uomini a degli scienziati intuitivi che osservano il mondo, formulano ipotesi e producono teorie sul suo funzionamento. Inoltre, categorizzano, interpretano, etichettano e giudicano se stessi e il loro mondo. Come gli scienziati, anche gli individui possono sostenere teorie sbagliate e credenze che li ostacolano nella vita quotidiana, portandoli ad interpretazioni distorte degli eventi e delle persone, inclusi loro stessi. Ciascun individuo utilizza un insieme unico di costrutti personali per interpretare e predire gli eventi. I costrutti possono acquisire una forma diversa: una conoscenza può essere cordiale o scortese, intelligente o stupida ma due persone che incontrano lo stesso individuo possono utilizzare costrutti diversi per valutarlo. 104 Lo schema è una struttura cognitiva che ci aiuta a elaborare, organizzare, percepire e utilizzare un’informazione. Attraverso l’uso degli schemi, ogni individuo sviluppa un sistema per individuare cosa è più importante nel suo ambiente ignorando tutto il resto. 105 H. Markus & Sentis, K., 1982, The self in social information processing. In J. Suls (Ed.), Psychological perspectives on the self (vol.1), Hillsdale, NJ: Elbaum 106 S. E. Cross & H. Markus, 1999, The cultural constitution of personality. In L. A. Pervin & O. P. John (Eds.), Handbook of personality: theory and research, Guilford Press, New York 103 67 diventerà alcolizzato solo se esposto ad un ambiente domestico in cui vi sia un abuso di alcool. È da tenere presente che i genitori forniscono ai propri figli sia i loro geni sia l’ambiente in cui crescere e, di conseguenza, vi sarà un collegamento tra le caratteristiche ereditate e l’ambiente in cui il bambino cresce.107 L’ambiente quindi diventa una funzione molto importante per la personalità iniziale del bambino attraverso tre forme di interazione: - Interazione reattiva: individui esposti allo stesso ambiente ne fanno esperienza, lo interpretano e reagiscono ad esso in modo diverso. Per esempio: un bambino ansioso e sensibile subirà i genitori severi e reagirà in modo diverso rispetto ad un bambino calmo e tranquillo. La personalità di ogni bambino ricava dall’ambiente oggettivo che lo circonda un ambiente psicologicamente soggettivo. In questo ambiente soggettivo modellerà lo sviluppo della personalità. Anche se i genitori offrono lo stesso ambiente educativo a tutti i loro figli, questo non avrà lo stesso valore psicologico per tutti; - Interazione evocativa: secondo cui la personalità di ogni individuo suscita risposte negli altri. Questo tipo di interazione dura tutta la vita: persone benevole evocheranno ambienti benevoli. - Interazione proattiva: a mano a mano che i bambini cresceranno, si muoveranno al di fuori dell’ambiente familiare e inizieranno a scegliere e costruire dei propri ambienti. Questi modelleranno ulteriormente la personalità dei soggetti: se una ragazza è socievole, prediligerà ambienti socievoli e ambienti che rinforzeranno la sua socievolezza. In questo tipo di interazione, l’individuo diventa agente attivo nello sviluppo della propria personalità. Come abbiamo già visto per altri aspetti, quando si tratta di gemelli il discorso si complica. Prendendo adesso ad esempio i gemelli monozigoti: considerato che hanno un corredo genetico identico, reagiscono alle situazioni in modi simili (interazione reattiva), suscitano risposte simili negli altri (interazione evocativa), e la somiglianza genetica che presentano determina i loro talenti, interessi e motivazioni tanto da andare in cerca di ambienti simili 107 G. Gottileb, 2000, Environmental and behavioral influences on gene activity, Current Directions in Psychological Science 68 (interazione proattiva). La cosa assolutamente importante è che tutti questi processi avranno luogo indipendentemente dall’ambiente in cui cresceranno: se due gemelli monozigoti vengono separati alla nascita e crescono in ambienti diversi, verranno trattati dagli altri allo stesso modo perché entrambi evocheranno risposte simili dagli altri perché l’interazione proattiva opera nello stesso modo. Questo assunto potrebbe essere una spiegazione della storia dei gemelli Jim trattata nel capitolo precedente. Per quanto riguarda i gemelli dizigoti, le cose cambiano: gli ambienti divergono sempre di più a mano a mano che i gemelli crescono pur mantenendo lo stesso ambiente familiare. Il momento di maggiore somiglianza risale al periodo della prima infanzia, quando, i genitori “impongono” loro un ambiente comune. Non appena inizieranno a costruire e interagire in ambienti diversi, le differenze risulteranno maggiori perché maggiori saranno anche differenti reazioni che susciteranno negli altri individui. Eliminando le somiglianze genetiche, i bambini della stessa famiglia sembrano non essere più simili dei bambini presi a caso nella popolazione.108 Ciò implicherebbe che gli studi realizzati fino ad ora e le variabili osservate, non hanno contribuito ad individuare i motivi delle differenze individuali della personalità. Una possibile spiegazione a ciò potrebbe essere individuata nel fatto che le interazioni, di cui abbiamo parlato fino ad ora, potrebbero contribuire a ridurre le differenze fra gli ambienti fino a che gli stessi lo permettono dando qualche flessibilità di risposta. “Un bambino intelligente in una famiglia trascurata assorbirà più informazioni da un programma televisivo rispetto ad un fratello meno intelligente (interazione reattiva), attrarrà l’attenzione di un insegnante affettuoso (interazione evocativa) e andrà in biblioteca a studiare per conto suo (interazione proattiva)”109 Il genotipo di questo individuo agisce per contrastare gli effetti dell’ambiente domestico che “bloccano” il suo sviluppo. Se, invece, l’ambiente domestico risulta essere fortemente 108 S. Scarr, 1992, Developmental theories for the 1990s: Developement and individual differences. Child Developement 109 Atkinson & Hilgard’s, 2009, Introduzione alla psicologia, Piccin, Padova 69 restrittivo si avrà l’arresto di questi processi guidati. 110 Una dimostrazione di ciò potrebbero essere i gemelli monozigoti che presentano maggiori diversità quando sono allevati separatamente in contesti molto restrittivi. Nel 2011 Tim Spector intervistò due gemelle monozigote, Debbie e Sharon adottate e separate subito dopo la nascita nel New Jersey. 111 Cresciute in famiglie simili ma in ambienti religiosi diversi: una in una famiglia di ebrei ortodossi, l’altra in una famiglia cattolica. Entrambe frequentavano regolarmente i rispettivi luoghi di culto e avevano studiato per diventare assistenti sociali. Debbie sposò un ebreo e Sharon un cattolico. Quando si incontrarono, dopo aver scoperto la loro storia, rimasero colpite dal fatto che non si somigliavano come si aspettavano. Nessuna delle due gemelle cambiò religione ma molte cose iniziarono a diventare simili (acconciatura, vestiti ecc.). Essendo monozigote e quindi identiche solo la cultura e l’ambiente familiare avrebbe dovuto spiegare le loro differenze comportamentali e religiose. Una cosa era certa: entrambe avevano una predisposizione alla fede e ad assistere e partecipare ad attività religiose. 5. Dove inizio io e dove finisci tu? Tutto quello che comporta essere gemelli è sempre difficile da gestire: la relazione tra “fratelli” è molto più intensa sotto tutti i suoi aspetti, dai momenti di pace ai momenti di rabbia violenta, stesse esperienze, stesse tappe di crescita negli stessi momenti, la forte “dipendenza” che condiziona in qualche modo la crescita individuale. Nella prima infanzia essi raramente accedono a contesti sociali in assenza dell’altro a differenza invece dei mononati che sono liberi di esplorare il mondo in autonomia e quindi di formare rapporti amicali non condivisi. I gemelli infatti tendono ad accedere e frequentare gli stessi ambienti presentandosi con uno sfondo relazionale caratteristico e maggiori esperienze pregresse di interazione con un pari, ovvero, il cogemello.112 Un aspetto interessante consiste nel fatto che la loro modalità di negoziazione delle amicizie si basa sulla possibilità di “usare” il cogemello come punto di riferimento, base sicura, per esplorare il rapporto con gli altri e in ragione di questo risultano favoriti nell’istaurazione di 110 S. Scarr & K. Mccartney, 1983, How people make their own environments: A theory of genotypeenvironment effects. Child Developement 111 Tim Spector, 2012, Uguali ma diversi, quello che i nostri geni non controllano, Il libraio, Bologna 112 F. J. Neyer, 2002, Twin relationship in old ade: A developemental perspective, Journal of Personality and Social Psychology 70 nuovi rapporti. Bisogna tener presente che si parla di questa possibilità se non si tratta di coppia chiusa perché i gemelli, in quel caso, tendono ad opporsi alle esigenze di conoscenza di altre persone e quindi impedire la formazione di nuovi rapporti sociali. 113 Un alto fattore che potrebbe danneggiare la possibilità di rapporti sociali è il fatto che in determinati contesti, l’attaccamento gemellare potrebbe trasmettere una percezione “errata”, ovvero, potrebbe trasmettere l’immagine di una coppia formata da un unico individuo e non da individui singoli e autonomi, condizionando così ulteriormente il processo di socializzazione.114 Alcune ricerche di Bernier115 indicano che i gemelli, soprattutto monozigoti, tendono a passare più tempo insieme e a frequentare gli stessi ambienti del cogemello, di conseguenza, vi è una tendenza a formare più amicizie condivise indicando, con maggiore probabilità, il cogemello o uno degli amici comuni come miglior amico. Non è inusuale, inoltre, la propensione a vivere il rapporto gemellare anche come legame amicale. Questa propensione viene spiegata, nel 2000, da Segal 116 afferma che la comunanza di un corredo genetico potrebbe contribuire alla formazione di un rapporto amicale così stretto data anche la propensione a manifestare comportamenti di supporto e altruistici. Aboud e Mendelson117 nel 1996 individuano delle differenze relative alle amicizie condivise e alla percezione del cogemello/amico, in base al tipo di gemellarità. Per quanto riguarda le amicizie condivise è emerso che: - Gemelli monozigoti (spesso dello stesso sesso): presentano più amicizie in comune - Gemelli dizigoti: prediligono amicizie più indipendenti pur frequentando gli stessi ambienti di vita. Questo indicherebbe un miglior bilanciamento fra identità individuale e identità gemellare Un ulteriore distinzione viene fatta in base alla diade gemellare:118 113 K. Thorpe, 2003, twins and Friendship, Twins Research and Human Genetics K. Thorpe, K. Gardner, 2006, Twins and Their Friendships: Difference Between Monozygotic, Dizygotic Same-Sex and Dizygotic Mixed-Sex Paris, Twin Research and Human Genetics 115 J. Bernier, 2006, Influence du facteur gèmellaire sur l’acquisition d’une identité distincte, Nouvelles perspectives en sciences sociales: revue internationale de systémique complexe et d’études relationelles 116 N. L. Segal, 2000, Entwined lives: Twins and what they tell us about human behavior, Plume, New York 117 F. E. Aboud, M. J. Mendelson, 1996, Determinants of friendship selection and quality: Developmental perspectives, In W.M. Bukowski, A. F. Newcomb e W. W. Hartup (a cura di) The company they keep: Friendship in childhood and adolescence, pp.87-112. Cambridge University Press, New York. 118 K. Thorpe, K. Gardner, 2006, Twins and Their Friendships: Difference Between Monozygotic, Dizygotic Same-Sex and Dizygotic Mixed-Sex Paris, Twin Research and Human Genetics 114 71 - Altamente indipendente: non presenta amici comuni, i rapporti sono caratterizzati da identità individuali; - Con vita di coppia stretta: presentano molti amici comuni e una prevalente identità gemellare; - Con relazione dipendente matura: presentano amici comuni e non, identità sia gemellare che individuale. Nel complesso un rapporto armonicamente strutturato. Secondo Preedy e il suo modello evolutivo119, i gemelli in età evolutiva dovrebbero trovare un equilibrio tra l’identità di coppia e quella individuale perché in assenza di tale equilibrio ci potrebbe essere uno sviluppo emozionale e sociale più ridotto. La gemellarità rispecchia quello che viene definito da Kaës il “doppio narcisistico speculare” ovvero quando il soggetto vede il proprio ideale, la forma perfetta di sé nel fratello prescelto e, in questo caso, nel gemello. Non c’è dunque divisione, si tratta di un immagine speculare, un’immagine riflessa di sé e ciò che accade in uno, accade anche nell’altro in uno spazio psichico comune.120 Se la differenziazione o la formazione della propria individualità tra gemelli monozigoti e dizigoti sembra difficile, lo è maggiormente nei gemelli siamesi costretti fisicamente e vivere sempre insieme, ogni momento della loro vita. Nel XIX secolo si ebbe notizia, per la prima volta, di due gemelli Chang e Eng Bunker, che erano definiti “gemelli siamesi originali”121. Provenienti dall’attuale Thailandia, nacquero nel 1811 da una famiglia cinese povera, divennero famosi per la loro condizione di gemelli congiunti e grazie a loro oggi abbiamo la definizione di “gemelli siamesi”. Chang e Eng erano uniti dal torace, vissero fino all’età di 63 anni dopo essersi sposati ed aver avuto rispettivamente 10 e 12 figli. Dalle osservazioni emerse che pur essendo gemelli siamesi, manifestavano nette differenze caratteriali: Chan era bisbetico, irritabile, beveva alcool soprattutto in tarda età, amava le donne e prediligeva cibi orientali molto piccanti, raccontava barzellette sporche in pubblico mettendo in imbarazzo Eng. Quest’ultimo aveva, invece, una natura molto pacifica, era astemio, preferiva una dieta vegetariana. 119 P. Preedy, 2001, Are Multiple Birth Children Different from Singletons? Meeting the Educational Needs of Multiple Birth Children upon School Entry, Unpublished Doctoral Dissertation, University of Birmingham 120 R. Kaës, 2008, Il complesso fraterno, Ed. Borla, Roma 121 Ian Stevenson, 1991, I bambini che ricordano altre vite, Edizioni Mediterranee 72 Così come due gemelli monozigoti, anche i gemelli siamesi ereditano un identico materiale genetico e probabilmente, considerando la loro “vincolo” fisico, le condizioni ambientali in cui crescono sono molto più simili degli ambienti condivisi dai gemelli monozigoti. Ci si potrebbe aspettare una somiglianza molto più elevata di quella dei gemelli monozigoti ma ciò non accade. Il loro legame risultò molto conflittuale in quanto tendevano a scontrarsi sia in pubblico sia in privato fino al giorno della loro morte. Fig.10 Gemelli Chan e Eng Bunker, gemelli siamesi “Nei gemelli congiunti la confusione tra l’io e l’altro, la sostanza e l’ombra, è ancor più sconvolgente di quanto non sia per il bambino vedere di fronte a sé nello specchio un altro se stesso che si muove esattamente come lui, ma in un altro mondo. E in questo caso per lo meno i protagonisti sono soltanto due, chi guarda e chi viene guardato; mentre, davanti ai fratelli siamesi, lo spettatore li vede non solo guardarsi tra loro, ma anche – e tutti e due contemporaneamente – guardare lui. E per un attimo può avere la sensazione di essere un terzo fratello, unito ai due che ha di fronte da un legame invisibile; e allora la distinzione tra spettatore e oggetto esposto, tra noi e loro, tra normale e freak si rivela un’illusione che noi cerchiamo di difendere disperatamente, ma che alla lunga è insostenibile”122 122 L. Fiedler Freaks, 1981, Miti e immagini dell’io segreto, Garzanti Editore, Milano 73 6. Genitorialità La notizia dell’attesa di un bambino attiva sempre forti sentimenti in entrambi i genitori e nei familiari che si stringono attorno alla famiglia impazienti e trepidanti. Al momento della diagnosi della gemellarità succede, di frequente, che la presenza di sentimenti ambivalenti e contrastanti tra loro: felicità, paura, orgoglio, rifiuto, confusione, smarrimento, eccitazione ecc. Una gestazione gemellare, infatti, da un punto di vista medico non è mai semplice poiché è un tipo di gestazione più delicata che comporta maggiori rischi per i quali è necessario un accurato monitoraggio per prevenire o trattare determinate complicanze materne e fetali.123 L’evento della nascita attiva sempre forti sentimenti di perdita e di separazione sia nella madre sia nel padre del bambino. La psicoanalista Dana Birksted-Breen, nel 1992, individua tre componenti distinte in tale perdita: - La perdita della gravidanza come perdita di uno stato di benessere che realizzava desideri infantili della donna nei confronti dei genitori; - La perdita dell’unione simbiotica con il bambino interno del periodo prenatale; - La perdita del bambino immaginario sostituito con il bambino reale. Questo ultimo aspetto sembra associato alla perdita del Sé fantasmico di madre che scopre di non corrispondere all’immagine di “buona madre” strutturatasi durante la gravidanza. Nelle gravidanza gemellari tutto questo è ovviamente amplificato e le angosce per la sopravvivenza dei bambini, che molto spesso nascono prematuri, arrivano a superare anche le paure da separazione. Queste paure sono presenti tanto nella madre quanto nel padre. Nel caso della gravidanza gemellare, però, il padre potrà vivere un’amplificazione di ansie e paure per la salute della madre e dei bambini nel grembo. La madre dei gemelli potrebbe presentare facilmente disordini emotivi e disturbi perinatali.124 Infatti, con la nascita dei gemelli, diviene maggiormente difficile riuscire a 123 Frusca T., Fichera A., Spinetti G. (a cura di), 2003, La gravidanza gemellare. Monitoraggio e gestione clinica. Brescia, Grafo Edizioni 124 M.Garel et al. “Psychological consequences of twinships on the children and their parents”, J Gynecol Obstet Biol Reprod 74 trovare le giuste gratificazioni nei primi approcci con i neonati. L’impegno psicofisico a cui sono esposte può creare un clima fondato su frustrazione e insicurezza a rischio della relazione madre-bambino.125 Il “lavoro” aumenta quando i gemelli arrivano a casa: le giornate saranno delle corse contro al tempo da dividere tra operazioni di allattamento al seno e biberon e cambi di pannolini alternati a momenti in cui si cercherà di calmare il pianto di uno per non scatenare il pianto dell’altro. I genitori dormiranno molto di meno e non avranno più tempo da dedicare a loro stessi e questo può ripercuotersi sull’equilibrio mentale della coppia.126 Momenti di difficoltà potranno riscontarsi anche quando arriverà il momento di relazionarsi contemporaneamente con entrambi i bambini sia dal punto di vita fisico che emotivo. Mentre per i mononati la relazione è un tipo di relazione diadica, nel caso dei gemelli siamo di fronte ad una relazione triadica sempre presente anche quando il genitore ha la possibilità di interagire solo con un gemello. Ad esempio: quando la madre accudisce un bambino pensa già mentalmente a cosa dovrà fare dopo con l’altro, non godendosi totalmente il momento con il figlio. La psicologa Piontelli afferma che le madri dei gemelli si sentono “divise a metà” perché le azioni rivolte ai bambini tendono ad essere dissociate e di durata minima. Questa situazione può far nascere nella madre una sorta di senso di colpa per non essere in grado di dare le giuste attenzioni ad entrambi nello stesso tempo e modo: si tratta di due individui con gli stessi bisogni, spesso, nello stesso momento. Una tendenza a cui si va in contro, molto spesso, con la crescita dei gemelli è quella di considerarli come membri di una sola unità: i bambini non saranno più Elisa e Demetrio ma saranno “i gemelli”, un gruppo indistinto per bisogni e caratteristiche. Questa concezione di gruppo indistinto può essere percepito successivamente anche da loro stessi. Non a caso può succedere che un gemello si volti sentendo chiamare il nome del cogemello, in questo caso è come se fosse spinto a pensare che la persona, che sta tendando di mettersi in relazione con il fratello, voglia indirettamente relazionarsi anche con lui. Ostinarsi a vestire i gemelli allo stesso modo, dare loro gli stessi soprannomi, considerarli in tutto e per tutto un’unica cosa potrebbe intaccare il processo di individuazione e sulla 125 Caterina Fischetti, Sergio Ferrazzani, 2007, Un nido per i gemelli. Cure ostetrico-psicologiche nelle gravidanze gemellari 126 F. Barbieri, C. Frischetti, 1997, Crescere gemelli, Phoenix Editrice 75 percezione di un Sé separato. Se i gemelli percepiscono la fusione delle loro identità potrebbero presentare, in futuro, problemi nelle relazioni sociali scontrandosi con un ambiente che risulta incapace di comprendere e riconoscere i singoli bisogni. 127 L’incremento delle gravidanze gemellari è dovuto sicuramente all’aumentato ricorso, da parte di coppie in tarda età, alle tecniche di fecondazione assistita. Un parto gemellare si verifica in media ogni 74-95 nascite dopo concepimenti spontanei, mentre per la riproduzione assistita si verifica ogni 4,5 parti.128 In Italia il ricorso alla FIVET 129 e alla ICSI130 è un trend in crescita quindi molto probabilmente le statistiche dei parti gemellari muteranno nel prossimo futuro, tanto sotto il profilo numerico che sotto il profilo criminale. 127 Ibidem Dickey RP, Taylor SN, Lup Y, Sartor BM, 2005, Risk factors for high-order multiple pregnancy and multiple birth after controlled ovarian hyperstimulation: results of 4,062 intrauterine cycle. 129 FIVET. La fecondazione in vitro è une tecnica di laboratorio che comporta la fecondazione degli ovuli, precedentemente prelevati, con lo sperma del partner della donna. Una volta fecondato, l’ovulo diventa pre-embrione e viene posto nell’utero per continuare lo sviluppo. In questo tipo di fecondazione è possibile ottenere più di un ovulo maturo contemporaneamente. 130 ICSI- iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo. È una tecnica, sviluppata per combattere la sterilità maschile, che consiste nell’iniezione di un singolo spermatozoo all’interno del citoplasma dell’ovocita. 128 76 CAPITOLO 4 NEL BENE E NEL MALE 1. Gemelli calabresi Per cortese intercessione del Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e della Procura della Repubblica, mi è stato fatto visionare il materiale inerente alla storia di seguito trattata. In riferimento alla legge n. 675 del 31 dicembre del 1996 comma 1, lettera a,131 utilizzerò nomi di fantasia per delineare i ruoli dei soggetti, protagonisti della storia. Questa è la storia di due gemelli, uniti da un legame morboso, inseparabili nel bene e nel male. Riccardo e Federico sono due gemelli, monozigoti, nati nel 1991 in una famiglia della Calabria, figli di una madre casalinga e un padre macellaio e contadino. È una semplice famiglia, unita e lavoratrice. La signora Ilenia aiuta il marito nei lavori quotidiani sia in macelleria, sia nei campi, e il Signor Marco si impegna ogni giorno per mantenere la numerosa famiglia composta da sei figli: Silvio, Osvaldo, i gemelli, Cecilia e Silvano. Sembra quasi di sbirciare dalla finestra della loro casa, in armonia con il resto della storia, una di quelle storie che vengono raccontate ancora nei paesi dove il tempo sembra essersi fermato. Tutte le storie hanno un’antagonista e in questo caso i protagonisti sono antagonisti di loro stessi: i Gemelli “cattivi”. Il primo fattore che fa traballare l’equilibrio bucolico di questa famiglia è rappresentato dall’appartenenza di quest’ultima ad una “cosca” mafiosa della Calabria e proprio per questo motivo vede la Signora Ilenia agli arresti domiciliari. Ma, prima ancora di questo, nel lontano 131 Legge abrogata ai sensi dell'articolo 183, comma 1, lettera a), del Codice in materia dei dati personali. La presente legge garantisce che il trattamento dei dati personali si svolga nel rispetto dei diritti, delle libertà fondamentali, nonché della dignità delle persone fisiche, con particolare riferimento alla riservatezza e all'identità personale; garantisce altresì i diritti delle persone giuridiche e di ogni altro ente o associazione. Ai fini della presente legge si intende: a) per "banca di dati", qualsiasi complesso di dati personali, ripartito in una o più unità dislocate in uno o più siti, organizzato secondo una pluralità di criteri determinati tali da facilitarne il trattamento; 77 1998 il primogenito, Silvio, viene ucciso alla sola età di 13 anni insieme ad un amico di 17 anni e in questa occasione, il fratello Osvaldo rimane ferito. Riccardo e Federico, gemelli identici e personalità contrapposte: il primo violento, aggressivo, sicuro di sé e sempre il primo ad agire; Federico timido, introverso e riflessivo. Legati da un rapporto di totale simbiosi e rispettiva dipendenza cominciano la loro “carriera criminale” nel Dicembre del 2005, all’età di 14 anni, quando due agenti di polizia passano per un bar dove i gemelli erano soliti passare il tempo libero. Gli agenti osservano i gemelli che subito scattano aggredendoli verbalmente con fare minaccioso e malandrino: gli rivolgono, infatti, minacce di ogni tipo con atteggiamento spavaldo e le mani vicino ai loro visi come a voler dimostrare la loro possibilità di usare la violenza. Gli agenti quindi sporgono querela contro i due, accusandoli della violazione degli art. 110, 337 e 582 c.p. 132 In questa occasione, il fratello maggiore, tenta di giustificare i ragazzini e il loro comportamento confermando il suo modo di fare omertoso emerso già negli anni precedenti, dopo l’omicidio del fratello. A tal proposito, il Procuratore Nazionale Antimafia in un’intervista afferma: “Un ragazzino di dodici anni che esprime una cultura omertosa, è un ragazzino che l’ha assorbita perché propria dell’ambiente in cui è cresciuto. Lui non risponde perché appartiene a un mondo diverso”133 La personalità dei due gemelli appare già caratterizzata da una tendenza al delitto e da comportamenti antisociali e nel Novembre 2006 altri due agenti dei carabinieri si imbattono nei due piccoli criminali. Durante un controllo di strada, infatti, gli agenti chiedono i documenti ai due ragazzi in modo tale da poterli identificare e, quindi, distinguere. Riccardo e Federico reagiscono male, insultando e minacciando gli agenti. Quando gli stessi, come previsto dalla procedura, provvedono per la perquisizione personale, i ragazzi si ribellano: 132 Art. 110 c. p. Del concorso di persone nel reato: quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita; Art. 337 c. p. Resistenza a un pubblico ufficiale: Chiunque usa violenza o minaccia per opporsi a un pubblico ufficiale mentre compie un atto di ufficio o di servizio, a coloro che, richiesti, gli prestano assistenza è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni; Art. 582 c. p. Lesione personale: Chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni, il delitto è punibile a querela della persona offesa 133 La repubblica, 2006. A tutela della privacy dei soggetti non si riporta integralmente la fonte 78 sferrano calci e pugni e tentano, con un bastone, di costringere i carabinieri a smettere di procedere alla loro identificazione procurando loro lesioni personali. Un gemello prende per la gola un agente e lo colpisce in viso mentre l’altro lo incita a colpire più forte e ad ammazzarlo. “Sono due ragazzi piccoli, minuti ma bisogna essere abbastanza cattivi per fermarli” 134 Si è tentato di ricondurre una reazione così violenta all’intenzione da parte dei ragazzi di far valere, davanti agli agenti, una pretesa dignità ed indipendenza rispetto allo Stato ed ai suoi funzionari prendendo come esempio negativo, il messaggio proveniente da una realtà in cui il funzionario pubblico è visto come “nemico”, avversario o ostacolo da combattere e superare non riconoscendogli la posizione di legittimità che gli deriva dall’essere rappresentante della società civile. Da questo momento in poi la “carriera” criminale dei gemelli procede in un crescendo di violenza e crudeltà su uno sfondo caratterizzato da un forte legame di interdipendenza che non permetterà, in seguito, al gemello più debole di sottrarsi a questo destino. L’anno successivo, nel 2007, vengono accusati di aver violato gli art.110-610 c.p.135 Entrambi ormai fungono da punto di riferimento per la “regolazione di conti” anche su richiesta, ed è proprio quello che succede: una vicina di casa si rivolge ad entrambi perché qualcuno posteggia la macchina sotto casa sua dandole fastidio. Riccardo e Federico “consigliano” al proprietario della macchina di trovare un altro posto, reato per cui sono stati poi condannati ad un anno di reclusione. A luglio dello stesso anno, altri due agenti subiscono le loro aggressioni. I due fratelli si trovano su uno scooter che guida Riccardo mentre Federico è seduto dietro. I carabinieri intimano “l’alt” e mentre Federico tenta di nascondere la targa del veicolo con i piedi, Riccardo accelera bruscamente tentando di investire uno dei due carabinieri per poi alzare un dito facendolo roteare in aria, come per dire “ci vediamo dopo”, chiaro segno di sfida. 134 Verbale di udienza, agente aggredito, testimonianza Art. 610 c. p. Violenza privata: Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni 135 79 Nel gennaio 2007 vengono arrestati per detenzione, porto d’armi e danneggiamento. In questo caso vengono divisi: Federico viene trasferito presso l’IPM di Potenza e collocato presso la Comunità Ministeriale, Riccardo è stato accompagnato presso l’IPM di Catanzaro ma per motivi di incompatibilità viene trasferito presso l’IPM di Caltanissetta, nella Comunità Ministeriale per poi, a febbraio, essere trasferito presso la Comunità Ministeriale di Reggio Calabria per motivi di incompatibilità. Il 24 Marzo Riccardo viene colpito da una grave crisi compulsiva (per cui è stata prevista una terapia anti-convulsivante) e condotto perciò presso OO. RR. Di Reggio Calabria in cui viene ricoverato per 7 giorni. In ragione di questo, viene disposta una misura cautelare meno afflittiva e a luglio la Corte d’Appello emette un’ordinanza di scarcerazione per entrambi permettendo loro di fare rientro presso la propria abitazione, dai loro familiari. A tal proposito la Signora Ilenia dichiara di essere sollevata per il ricongiungimento dei gemelli poiché la loro separazione creava tra di loro molte sofferenze dato il forte legame affettivo che li unisce. A Febbraio del 2008 i gemelli vengono imputati del reato di cui gli artt. 81, 110, 582 c. p. 136 Nel pomeriggio del 2 Febbraio, Riccardo e Federico scendono in strada per partecipare alla sfilata di carnevale del paese e in questa circostanza Riccardo colpisce alla testa un ragazzo con una bomboletta spray. Durante l’aggressione Riccardo sfida il ragazzo che si trova a terra invitandolo a sfilargli la maschera e a scoprire chi fosse ma non vedendo nessuna reazione da parte di quest’ultimo, inizia a colpirlo con violenza. Il fratello, Federico, tenta di persuadere Riccardo chiedendogli di andare via e di lasciare perdere e così fanno, allontanandosi dal luogo dell’accaduto ma lungo la strada incontrano un secondo ragazzo che viene puntualmente aggredito dagli stessi e anche in questo caso, Federico tenta di persuadere il fratello. Il 10 Giugno del 2008 a ribellarsi al controllo dei carabinieri è solo Riccardo che, privo di documenti, viene portato in caserma per il riconoscimento e viene accusato di aver violato gli art.336-337 c.p.137 Il giorno successivo in un’informativa di reato viene indicato che: 136 Art. 81 c. p. Concorso formale. Reato continuativo. E’ punito con la pena che dovrebbe infliggersi per la violazione più grave aumentata fino al triplo chi con una sola azione od omissione viola diverse disposizioni di legge ovvero commette più violazioni della medesima disposizione di legge. Alla stessa pena soggiace chi con più azioni od omissioni, esecutive di un medesimo disegno criminoso, commette anche in tempi diversi più violazioni della stessa o di diverse disposizioni di legge 137 Art. 336 c. p. Violenza o minaccia a un pubblico ufficiale: Chiunque usa violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o ad un incaricato di un pubblico servizio, per costringerlo a fare un atto contrario ai propri doveri, o ad omettere un atto dell’ufficio o del servizio, è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. 80 “I fratelli provengono da un ambiente familiare particolare, entrambi si avvalgono della forza intimidatoria della famiglia di origine facendo leva sulla loro non imputabilità. Responsabili di furti, incendi di autovetture, rapine a mano armata, ritorsioni ecc. il tutto mai denunciato dalle vittime che vengono indotte dagli stessi a non denunciare. Le rapine a mano armata fatte ai conducenti di autobus di linea, venivano fatte anche davanti a passeggeri terrorizzati. Pestaggi effettuati in pieno giorno a danno dei passanti che hanno avuto la colpa di aver incrociato il loro sguardo. All’età di 10 anni erano già famosi in paese per atti violenti e macabri nei confronti di alcuni animali (randagi trovati senza testa o con arti mancanti palesando la violenza e crudeltà con cui gli stessi infierivano sulle povere bestie)”138 Riguardo gli atti violenti commessi a 10 anni, uno in particolare ha palesato la natura terribilmente sadica dei due fratelli: entrambi seppelliscono quattro cani vivi lasciandone fuori solo la testa per colpirli poi con delle pietre in un crescendo di sadismo e cinismo assolutamente non comune. Il 19 giugno del 2008 il Tribunale emette l’ordinanza di allontanamento immediato dei minori dalla famiglia: “Tutte le condotte devianti e il negativo stile di vita appaiono chiaramente corroborati dalla forte complicità tra i due minori, i quali, liberi da freni di autocontrollo e da sponde educative adeguate alla difficile situazione, innescano così interazioni psicologiche accelerative e rafforzative dei propositi e delle attività devianti creando una pericolosa ripetuta sequenza di condotte illecite, fioriera di gravose conseguenze per gli stessi e per la comunità locale.” Il 21 giugno i carabinieri si recano presso l’abitazione dei due per dare esecuzione al provvedimento che prevedeva l’allontanamento dei minori dal nucleo familiare e il loro inserimento presso strutture comunitarie di assistenza separate. Quando gli agenti arrivano, 138 Informativa di reato ex art. 347 c.p. p.: Obbligo di riferire la notizia di reato. Acquisita la notizia di reato, la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali trasmettere la relativa documentazione 81 alle 4.30 del mattino, decidono di circondare l’abitazione per evitare eventi di violenza contro gli agenti come era già accaduto altre volte.139 Riccardo si accorge della loro presenza e tenta la fuga: i carabinieri gli ordinano di fermarsi ma lui ne aggredisce uno rompendogli il setto nasale140 e scompare nei campi rurali circostanti. Al contrario, Federico si consegna agli agenti e viene collocato presso una struttura per minori di Reggio Calabria da cui però, poco dopo, scappa rifiutando l’aiuto di operatori e responsabili delle struttura. Successivamente tenendo in considerazione: la crescita dei ragazzi in un contesto difficile come quello della provincia di Reggio Calabria; la totale assenza di collaborazione dei genitori dei ragazzi con le forze dell’ordine; l’indole violenta e l’insofferenza nei confronti della legge, il tribunale ritiene necessario l’intervento dei Servizi Sociali e la collocazione dei minori in strutture separate in ragione del fatto che la loro complicità rafforza le loro condotte devianti. Il 30 ottobre i gemelli portano in un luogo pubblico due coltelli141, lunghi complessivamente 14,5 cm ciascuno, e per questo viene fatta segnalazione ai Servizi Sociali e il giorno dopo, il 31 ottobre, entrambi accedono alla struttura IPM di Catanzaro. Da una relazione di aggiornamento dell’USSM si evince che i gemelli si sentono vittime del pregiudizio del sistema e non riconoscono le loro responsabilità: “Si vede che ce l’hanno con me e mi vogliono rovinare a tutti i costi”142 A Dicembre una relazione di sintesi dell’IPM di Catanzaro rivela che tutta la famiglia dei gemelli ha avuto problemi con la giustizia: la Signora Ilenia è agli arresti domiciliari per 139 Art..61 c. p. Circostanze aggravanti comuni, n. 10 avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di pubblico servizio 140 Art. 582 c. p. Lesione personale: chiunque cagiona ad alcuno una lesione personale, dalla quale deriva una malattia nel corpo o nella mente, è punito con la reclusione da tre mesi a tre anni 141 Art. 4 L. 110/75 Porto di armi od oggetti atti ad offendere: Salve le autorizzazioni previste dal terzo comma dell'articolo 42 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, non possono essere portati, fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, armi, mazze ferrate o bastoni ferrati, sfollagente, noccoliere, storditori elettrici e altri apparecchi analoghi in grado di erogare una elettrocuzione. Senza giustificato motivo, non possono portarsi, fuori della propria abitazione o delle appartenenze di essa, bastoni muniti di puntale acuminato, strumenti da punta o da taglio atti ad offendere, mazze, tubi, catene, fionde, bulloni, sfere metalliche, nonché qualsiasi altro strumento non considerato espressamente come arma da punta o da taglio, chiaramente utilizzabile, per le circostanze di tempo e di luogo, per l'offesa alla persona. 142 Verbale udienza 82 traffico di droga, il fratello maggiore è detenuto per un sconto di pena pari a 8 anni per lo stesso reato. Il 27 marzo 2008 i gemelli vengono dichiarati colpevoli come disposto dall’art. 533 c.p.p. 143 scontando una pena che prevedeva 9 mesi di reclusione. Nell’ottobre 2009 vengono accusati di tentato omicidio nei confronti di due ragazze, Laura e Giovanna ferite nel corso di una lite per motivi di gelosia. Successivamente Riccardo e Federico si recano presso l’abitazione di Marco, sfondano il portone e poi lo aggrediscono con brutalità con una spranga di ferro colpendolo alla testa. Marco era “colpevole” di non essere degno di essere fidanzato con una loro cugina perché non appartenente al loro ambiente. Dopo essersi dileguati, sono stati ritrovati a casa dello zio, noto esponente della ‘ndrangheta, dai carabinieri che sono riusciti a risalire ai gemelli grazie alle testimonianze delle vittime. Presso quell’abitazione è stato ritrovato il fucile e un coltello di genere proibito. Il 9 novembre vengono dichiarati colpevoli di tentato omicidio. Nel 2010 vengono accusati di aver acquistato computer e una macchina provenienti da una rapina a mano armata144 e di aver guidato il veicolo senza patente145. Sempre nello stesso anno vengono accusati di aver portato in un luogo pubblico, più precisamente in una pizza del paese, un fucile. Durante la loro permanenza nell’IPM di Catanzaro, nel 2010, Federico colpisce al viso un altro detenuto per un diverbio ma subito dopo dichiara di aver capito l’errore commesso e di essere pronto ad assumersi le sue responsabilità. Successivamente è Riccardo a scontrarsi con altri due detenuti e, in questo caso, Federico reagisce alla rissa in difesa del fratello senza però conoscere i reali motivi che hanno scatenato la lite. Nel Maggio 2011 i gemelli sono protagonisti di altre due risse dovute a dinamiche conflittuali preesistenti tra i detenuti. Tale 143 Art. 533 c.p.p. Il giudice pronuncia sentenza di condanna se l’imputato risulta colpevole del reato contestatogli al di là di ogni ragionevole dubbio. Con la sentenza il giudice applica la pena e le eventuali misura di sicurezza. 144 Art. 648 c. p. Fuori dai casi di concorso nei casi di reato, chi, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquista, riceve, od occulta denaro o cose provenienti da un qualsiasi delitto, o comunque si intromette nel farle acquistare, ricevere od occultare, è punito con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da 516 Euro a 10.322 Euro. La pena è aumentata quando il fatto riguarda denaro o cose provenienti da delitti di rapina aggravata ai sensi dell’art.628, 3° comma, di estorsione aggravata ai sensi dell’art. 629, 2° comma, ovvero di furto aggravato ai sensi dell’art. 625, 1° comma, n. 7-bis 145 Art.116 13° comma, c.s., Chiunque guida autoveicoli o motoveicoli senza aver conseguito la patente di guida è punito con l’ammenda da Euro 2.257 a Euro 9.032; la stessa sanzione si applica ai conducenti che guidano senza patente perché revocata o non rinnovata per mancanza dei requisiti previsti dal presente codice. Nell’ipotesi di reiterazione del reato nel biennio si applica altresì la pena dell’arresto fino ad un anno. Per le violazioni di cui al presente comma è competente il tribunale in composizione monocratica 83 conflittualità è sostenuta ed alimentata dalla loro provenienza socio-culturale caratterizzata da rigidi codici sottoculturali e da comportamenti che i ragazzi tendono a replicare in questo contesto come modalità di affermazione personale. “L’accaduto è riconducibile alla conflittualità latente esistente già da tempo tra i detenuti coinvolti nelle risse, con espresso riferimento a una parte dei detenuti provenienti dal territorio della provincia di Reggio Calabria, alla quale appartengono i gemelli, da ricondursi verosimilmente al tentativo di affermazione della leadership del gruppo dei detenuti di detta estrazione territoriale”146 Per questioni di sicurezza e ordine, i gemelli vengono trasferiti all’Istituto Penale per Minorenni di Potenza il 12 maggio del 2011. La loro folle corsa al crimine termina nel 2015 quando vengono arrestati in una maxi operazione anti ‘ndrangheta che ha coinvolto più di 36 persone. I gemelli, e gli altri “compagni”, vengono accusati di associazione di tipo mafioso147 e per tutti i reati di estorsione,148 detenzione abusiva di armi, ricettazione, favoreggiamento personale, 149 146 Verbale IPM Catanzaro Art. 416 bis c. p. Associazioni di tipo mafioso anche straniere Chiunque fa parte di un'associazione di tipo mafioso formata da tre o più persone, è punito con la reclusione da dieci a quindici anni. Coloro che promuovono, dirigono o organizzano l'associazione sono puniti, per ciò solo, con la reclusione da dodici a diciotto anni. L'associazione è di tipo mafioso quando coloro che ne fanno parte si avvalgono della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva per commettere delitti, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o comunque il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, appalti e servizi pubblici o per realizzare profitti o vantaggi ingiusti per sé o per altri, ovvero al fine di impedire od ostacolare il libero esercizio del voto o di procurare voti a sé o ad altri in occasione di consultazioni elettorali. Le disposizioni del presente articolo si applicano anche alla camorra, alla 'ndrangheta e alle altre associazioni, comunque localmente denominate, anche straniere, che valendosi della forza intimidatrice del vincolo associativo perseguono scopi corrispondenti a quelli delle associazioni di tipo mafioso. 148 Art. 629 c. p. Estorsione. Chiunque, mediante violenza [392 c. 2, 581 c. 2] o minaccia [612], costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000 149 Art. 387 c. p. Favoreggiamento Personale. Chiunque, dopo che fu commesso un delitto per il quale la legge stabilisce [la pena di morte o] l'ergastolo o la reclusione, e fuori dei casi di concorso nel medesimo [110], aiuta taluno a eludere le investigazioni dell'Autorità, comprese quelle svolte da organi della Corte penale internazionale, o a sottrarsi alle ricerche effettuate dai medesimi soggetti [418], è punito con la reclusione fino a quattro anni. 147 84 danneggiamento seguito da incendio,150 spendita e introduzione nello Stato,151 previo concerto, di monete falsificate, violazione di disposizioni per il controllo delle armi ed in materia di armi clandestine,152 detenzione di stupefacenti.153 Il tutto non assolutamente circoscritto nella provincia di Reggio Calabria, bensì anche nelle provincie di Firenze, Cosenza, Catanzaro, Vibo Valentia, Chieti e Verbania. 2. Riccardo e Federico criminali nati? Per studiare la storia di questi gemelli ho visionato circa 16 fascicoli, verbali, relazioni dei servizi sociali, verbali di testimonianze, certificati ecc. Ho tentato dunque, attraverso l’analisi psicologica e comportamentale redatta dai Servizi Sociali, di delineare il profilo psicologico di ognuno: Riccardo è quello che sembra essere il gemello “attivo” o “dominante”. Dalle relazioni redatte dai vari servizi che si sono occupati di questo caso si evince che il ragazzo ha un temperamento aggressivo, mafioso, arrogante, molto sicuro di sé, è quello che scatta sempre per primo trascinando dietro di sé il cogemello. Nel momento in cui entra nelle varie strutture il suo atteggiamento sembra cambiare, infatti, quando viveva ancora in famiglia aveva abbandonato gli studi conseguendo solo la terza media ma una volta collocato presso la struttura minorile, è riuscito a conseguire anche il terzo anno di scuola superiore e ad ottenere vari attestati. Generalmente sembra assumere un atteggiamento rispettoso e corretto nei 150 Art. 424 c. p. Danneggiamento seguito da incendio. Chiunque, al di fuori delle ipotesi previste nell'articolo 423 bis al solo scopo di danneggiare [635] la cosa altrui, appicca il fuoco a una cosa propria o altrui è punito, se dal fatto sorge il pericolo di un incendio, con la reclusione da sei mesi a due anni. Se segue l'incendio, si applicano le disposizioni dell'articolo 423, ma la pena è ridotta da un terzo alla metà [425, 449]. 151 Art. 455 c. p. Spendita e introduzione nello Stato, senza concerto, di monete falsificate. Chiunque introduce nel territorio dello Stato, acquista o detiene monete contraffatte o alterate, al fine di metterle in circolazione, ovvero le spende o le mette altrimenti in circolazione, soggiace alle pene stabilite nei detti articoli ridotte da un terzo alla metà 152 Art. 697 c. p. Detenzione abusiva di armi. Chiunque detiene armi o caricatori soggetti a denuncia ai sensi dell'articolo 38 del testo unico di cui al regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, e successive modificazioni, [704] o munizioni senza averne fatto denuncia all'Autorità, quando la denuncia è richiesta, è punito con l'arresto da tre a dodici mesi o con l'ammenda fino a 371 euro. Chiunque, avendo notizia che in un luogo da lui abitato si trovano armi o munizioni, omette di farne denuncia alle autorità, è punito con l'arresto fino a due mesi o con l'ammenda fino a 258 euro. 153 Art. 73 del DPR n 309/1990 Produzione, traffico e detenzione illeciti di sostanze stupefacenti o psicotrope. Chiunque, senza l’autorizzazione, coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre o mette in vendita, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa o spedisce in transito, consegna per qualunque scopo sostanze stupefacenti o psicotrope, è punito con la reclusione da sei a venti anni e con la multa da Euro 26.000 a Euro 260.000 85 confronti del personale della struttura anche se tende ad essere diffidente mettendo in atto comportamenti complessivamente conformi alle regole vigenti e prendendo parte alle varie attività educative svolte. Tuttavia, tende ad evitare tutte quelle attività che presuppongono l’esplorazione e il contatto di istanze di natura affettivo-emotiva nei confronti delle quali sembra innalzare barriere difensive. Il suo atteggiamento difensivo lo porta ad una comunicazione scarna e superficiale e a relazioni interpersonali formali e diffidenti. In ragione di questo, predilige attività tecnico-teorica dato che questi risultano meno invadenti la sfera personale. Questo approccio difensivo alle relazioni interpersonali sembra essere legato al fatto che così sente, secondo il suo particolare punto di vista, di tutelare meglio esigenze vitali come il rispetto per se stesso e la dignità personale e di poter controllare meglio la sua realtà esterna. Il ragazzo partecipa assiduamente alle attività della struttura ma solo se ritenute da lui interessanti o utili. Se queste non sono di suo interesse, anche se richieste da parte degli operatori, non vengono frequentate. Questa sua modalità di operare una qualche forma di controllo attivo sulla sua realtà esperienziale detentiva da un lato viene compresa ma dall’altro viene vista come un qualcosa che rappresenta un indicatore della sua difficoltà di misurarsi con diverse realtà, rispetto alle quali sente di non sapere governare adeguatamente. Ciò, ovviamente, gli provoca ansia, e per evitarla elimina l’esperienza e di conseguenza la possibilità di aprirsi a nuovi apprendimenti. Tale atteggiamento potrebbe essere considerato come una “strategia” che lo porta a ritenere che quando si ha a che fare con le istituzioni, meno si interagisce e meglio è. In una relazione di aggiornamento del 2010 è emerso che l’atteggiamento difensivo, oltre ad essere legato a specifiche dinamiche interpersonali, potrebbe essere rafforzato da una certa cultura familiare che favorisce in lui costruzioni di realtà che guardano con diffidenza il rapporto con l’operatore e l’istituzione in genere. Oltre a questo, Riccardo mostra un certo disinteresse nell’istaurazione di rapporti con gli adulti che viene, in un certo senso, compensato da intense relazioni di gruppo con i ragazzi calabresi con cui sembra giocare un ruolo di primo piano. In questo si può cogliere la sua capacità di mediazione e, nello stesso tempo, di adesione alle aspettative di contesto più ampio. Questo suo agire in maniera disinteressata nei confronti delle figure adulte sembra rispecchiare una certa insofferenza per i rapporti non paritari e asimmetrici dove il baricentro del potere pende dalla parte dell’altro. Pur essendo il gemello dominante risulta essere quello più “debole”, infatti, al momento della separazione dal cogemello, è stato quello che ne ha sofferto di più (es. convulsioni). Riccardo sembra avere un forte ascendete sul cogemello e lo si è notato in molte occasioni 86 come quando, ad esempio, incitava lo stesso a “picchiare più forte” l’agente di polizia. I due sono legati da un attaccamento di tipo simbiotico da cui ne conseguono una forte complicità e continuo e reciproco supporto anche in occasione di richieste avanzate dal personale istituzionale. Questa sorta di “dipendenza” da questo legame affettivo spinge entrambi a condividere non solo le esperienze vissute fino ad oggi ma anche i modi di pensare, le scelte future, le opinioni sia per la loro situazione sia per fatti accaduti sia per quelli che accadranno. Durante la loro permanenza negli istituti, tendono a condividere gli stessi impegni, ogni scelta e tutto il tempo a disposizione. Federico, rispetto al fratello, ha manifestato maggiore chiusura. Anche lui è un ragazzo tendenzialmente diffidente, anche se non come il cogemelli, e difensivo quando si tratta di approfondire vissuti personali e questo atteggiamento sembra risentire dell’influenza del fratello con cui ha condiviso e condivide ogni tipo di esperienza risultandone reciprocamente condizionati come, ad esempio, nel caso in cui entrambi hanno deciso di iniziare una dieta del tutto personalizzata durante il periodo di detenzione e che li ha visti perdere fino a 13 kg di peso. Evita tutte quelle attività che richiedono espletamento emotivo preferendo altre attività di tipo tecnico-professionale. Da una relazione comportamentale dell’IPM di Potenza del 2011, risulta che durante tutte le iniziative promosse per il benessere psico-fisico-motorio e emozionale-affettivo si rileva l’assunzione di un ruolo più marginale da parte di Federico. I rapporti con gli altri detenuti e con gli operatori della struttura risultano essere corretti e il livello di integrazione si connota significativamente solo con i detenuti di provenienza calabrese. Federico mostra una certa tendenza, come il fratello, a fare riferimento esclusivamente a se stesso, trascurando o perdendo ogni rapporto con la realtà esterna e la complessità dei problemi cha la caratterizzano. Tale autoreferenzialità l’ha portato, già da piccolo, ad avere grosse difficoltà di adattamento all’ambiente scolastico e ad evidenziare modalità reattive di gestire le situazioni di tensione. Tuttavia, all’interno delle strutture presso cui è ospitato si mostra sempre presente e motivato per le attività in cui è inserito e anche per gli studi scolastici che gli permetteranno, in seguito, di essere promosso per il terzo superiore. Federico sembra essere il gemello più “debole”, quello che si lascia guidare e influenzare dal cogemello ma, nello stesso tempo, sembra essere l’unico che tenta in qualche modo di ritornare sulla retta via, arginando il comportamento violento del fratello. A tal proposito, in quasi tutte le relazioni redatte dai Servizi Sociali, si evince la volontà e la capacità, da parte de ragazzo, di tenersi distante da dinamiche conflittuali che occasionalmente possono venire a presentarsi tra i ragazzi detenuti. 87 “Il suo approccio alla vita di relazione intraistituzionale, pur evidenziando il suo proposito di non avere problemi con nessuno e di tenere un comportamento di pieno rispetto e adeguamento alle aspettative di contesto, appare, per la presenza di alcuni rigidi costrutti personali, tendenzialmente dipendente da eventi ed accadimenti esterni.”154 Il suo approccio ai problemi tende quindi tende ad essere più emotivo quando si deve misurare con esperienze costruite, dallo stesso, come aggressione psicologica, portandolo così alle risposte comportamentali di tipo reattivo. 155 Successivamente egli dimostra di essere in grado di pervenire a delle rielaborazioni critiche dei comportamenti inappropriati contingentemente messi in atto, evidenziando come sotto forte pressione psicologica gli aspetti di personalità più prosociali e costruttive del ragazzo possano andare incontro a significative contrazioni tanto da perdere forza dinamica e possibilità di adeguata espressione sul piano della condotta. Questo aspetto potrebbe essere il risultato delle esperienze vissute che gli hanno consentito di percepire sé stesso come una persona in grado di padroneggiare gli eventi senza farsi schiacciare o penalizzare da questi. Per quanto riguarda i rapporti con gli operatori, ha mostrato spesso disponibilità alla comunicazione informale ma assume un atteggiamento di evitamento ad incontri più strutturati e questo, probabilmente, è legato al fatto di non ritenersi bisognoso di interventi psicologici. A tal proposito, gli psicologi e le figure professionali affini vengono vissute dal ragazzo come figure invasive ed etichettanti. “Vi è scarsa consapevolezza del problema, è un atteggiamento comune a molti adolescenti, che trovandosi in una delicata fase di individuazione, di maggiore definizione della loro identità personale, tendono a prendere le distanze dall’adulto in genere e dallo 154 Osservazione psicologica, équipe tecnica, IPM Catanzaro Risposta comportamentale di tipo reattivo: è un approccio psicologico che identifica il comportamento emotivo “analfabeta” cioè l’approccio S-R stimolo risposta. Questo tipo di approccio consiste nel fatto che questo tipo di reattività è tipico delle persone irascibili, aggressive ed emotivamente instabili che reagiscono impulsivamente agli stimoli (critiche, offese, contraddizioni, provocazioni o minacce) ricevuti dall’ambiente fornendo sul piano comportamentale una risposta “R” emotivamente analfabeta, cioè non mediata da alcuna forma di controllo sulla situazione. Questo approccio può indurre sensi di colpa in chi lo manifesta con effetti negativi anche a carico della propria autostima. Angelo Battista, 2011, Vocabolario dell’intelligenza emotiva ed altro… Cacucci Editore, Bari 155 88 specialista in particolare, per timore di essere condizionati, “plagiati”, rispetto alla loro ricerca di una specifica ed originale identità personale”156 Nel 2008, da un’osservazione psicologica, emerge che: “La somiglianza tra i due fratelli gemelli più che essere caratteriale appare di tipo valoriale. Poiché Riccardo tende a costruire se stesso come una persona che non è disposta ad accettare in alcun modo atteggiamenti o comportamenti percepiti come lesivi dell’immagine di sé o della propria famiglia, per cui ciò lo porta ad essere difensivo e a costruire le relazioni interpersonali come un potenziale campo minato, per Federico il problema non sembra porsi finché ciò non si verifica; una volta verificatosi entrambi tendono ad utilizzare processi di costruzione dell’esperienza simili e a reagire emotivamente facendo riferimento a modalità comportamentali culturalmente apprese nel loro contesto ambientale di riferimento per la gestione di certi problemi” 157 3. Gemelli londinesi Reginald e Ronald Kray erano due gemelli monozigoti nati nell’East End di Londra nel 1933 da una famiglia della classe operaia che aveva già due figli: Cherlie il fratello maggiore e Violet, una sorella morta in tenera età. I gemelli, più comunemente conosciuti come Ronnie e Reggie ebbero un’infanzia piuttosto difficile: negli anni della Seconda guerra mondiale non videro per molto tempo il loro padre perché dovette scappare da disertore per essersi rifiutato di partire per la guerra. Praticavano la boxe, sport molto conosciuto nella Londra di quel periodo. Finita la guerra le regole del vecchio mondo erano state cancellate e stava sorgendo un mondo completamente nuovo. 156 157 Osservazione comportamentale, équipe tecnica, IPM Catanzaro Osservazione psicologica, équipe tecnica, IPM Catanzaro 89 Fig.11 I Gemelli Kray fotografati da David Baley per la Box of Pin Ups 1965 L’East End era il luogo più adatto per sviluppare la loro carriera criminale e, infatti, iniziarono a frequentare i criminali di Londra e a 16 anni furono arrestati con l’accusa di lesioni gravi a danno di una banda rivale, fuori da una sala da ballo. Vennero poi rilasciati per assenza di prove. All’età di 17 anni Ronnie e Reggie si trovavano fuori dal caffè Bethnal Green Road con un gruppo di amici, successivamente arrivarono degli agenti di polizia e uno di questi ha chiesto loro di spostarsi spingendo Ronnie che reagì e lo colpì facendolo cadere a terra. Tutto il gruppo scappò ma più tardi la polizia tentò di arrestare Ronnie che venne difeso da Reggie che aggredì gli agenti. Anche questa volta vennero arrestati entrambi con l’accusa di aggressione ricevendo la libertà vigilata. Continuarono la loro vita criminale fino a che, nel 1952, vennero chiamati nei Royal Fusillers 158 da cui però scapparono poco dopo. Entrambi ebbero problemi con la legge per i quali sono stati arrestati per alcune settimane, periodo in cui, si ribellarono ai secondini e vennero radiati dall’esercito anche se non ne facevano ancora parte. Furono gli ultimi detenuti della “Torre di Londra”159, prigione di Londra per eccellenza di cui tutti avevano timore. Negli anni ’50 abbandonarono il pugilato e comprarono un pub in cui offrivano protezione ad altri commercianti dietro minacce e in cambio di denaro. Nel 1960 Ronnie viene arrestato per aver chiesto il pizzo ad alcuni commercianti e rimase in carcere per un anno e mezzo mentre intanto, Reggie 158 Royal Fusiliers Reggimento di fanteria della British Army fino al 1968 quando venne incorporato con un altro reggimento per formare il Reggimento Reale Fucilieri 159 La torre di Londra è uno storico castello, vicino il fiume Tamigi, utilizzato d partire dal 1100 come prigione conquistandosi la fama di prigione truce e ostile che tutti temevano e rispettavano. Presso la torre si effettuavano torture sui detenuti che spesso venivano giustiziati. 90 continuò a mandare avanti i loro “affari”. Ronnie venne dichiarato pazzo e trasferito nel manicomio di Long Grove dove il fratello andò a trovarlo per cercare di farlo uscire. L’idea di Reggie era quella di sostituirsi a Ronnie in modo tale da farsi visitare dallo psichiatra che lo avrebbe dichiarato sano di mente: Ronnie uscì dall’ospedale e Reggie rimase seduto a leggere un giornale fino a che non domandò che fine avesse fatto il fratello e quando il personale sanitario tentò di rintracciarlo era ormai troppo tardi. Circa 5 mesi dopo, la polizia fece irruzione a casa di Ronnie riportandolo in carcere da dove poi uscì nel 1959. Negli anni ’70 i gemelli possedevano vari locali notturni e frequentarono molte personaggi conosciuti tra cui uomini d’affari e cantanti famosi come Frank Sinatra. Divennero famosi non solo per le loro attività legali ma anche per quelle illegali di cui però non si trovarono prove concrete. Vennero intervistati e fotografati proprio come due celebrità: “Erano i migliori anni delle nostre vite. Li chiamavano gliswinging sixties. I Beatles e i Rolling Stones comandavano la musica pop, Carnaby Street era il centro del mondo della moda, e io e mio fratello eravamo i capi di Londra. Eravamo fottutamente intoccabili.” 160 Nel 1966 Ronnie uccise a George Cornell,161 un criminale membro di una Gang rivale, sparandolo alla testa ma, ad oggi, ancora non è chiaro il vero motivo di questo omicidio: alcuni sostengono che Cornell si rivolse al gemello facendo riferimento alla sua omosessualità altri, invece, sostengono che lo uccise per vendicare l’uccisione di un membro della propria Gang. Furono responsabili di furti, incendi, rapine a mano armata, racket, tortura, truci omicidi e varie lotte sanguinolente tra gang e, nel maggio del 1968, 162 i gemelli vennero arrestati e condannati all’ergastolo per omicidio: Ronnie fu dichiarato malato di mente e per questo venne trasferito nell’ospedale psichiatrico di massima sicurezza, il Broadmoor Hospital, dove morì nel 1995 a causa di un infarto; Reggie rimase in prigione fino al 2000 anno in cui venne rilasciato per un cancro allo stadio terminale per cui morì dopo 8 settimane. Gemelli identici ma caratterialmente diversi: 160 Ronnie Kray, 1993, My story George Cornell criminale inglese membro del Richardson Gang composta da criminali e commercianti 162 BBC News, 4 April 2010,"1968: Krays held on suspicion of murder", 8 May 1968 161 91 Reginald (Reggie) era il gemello calmo, riflessivo e calcolatore, quello che può definirsi come la “mente” delle operazioni. Dal temperamento ragionevole, era in lotta con se stesso perché desiderava fortemente da una parte la vita da fuorilegge facendo parte del mondo criminale ma dall’altra era desideroso di una “vita normale”, normalità che poi tentò di trovare sposando Frances Shea163 che poi morì suicida non riuscendo più a sopportare gli orribili crimini commessi dai fratelli e il loro alto livello di malvagità. Fig.12 I gemelli Kray nel giorno del matrimonio di Reggie e Frances Shea A tal proposito, il giornale GQ riporta un aneddoto particolare: “Reggie perfected a "cigarette punch". He offered his victim a cigarette directly to the mouth, then stuck when their guard was down and their open mouth guaranteed a broken jaw. Never accept gifts from gangsters.”164 163 Frances Shea era una ragazza proveniente da un ambiente convenzionale che rimase affascinata dallo sfarzo e dai riflettori della vita di Reggie ma ben presto scoprì l’altra faccia della medaglia. Qualche tempo dopo la sua morte, un’amante di Reggie si fece avanti sostenendo che quello di Frances non era stato un suicidio ma un omicidio da parte di Reggie in un raptus di gelosia 164 GQ magazine, 9 amazing facts about the Kray Twins, www.gqmagazine.co.uk 92 Reggie era talmente tanto abile come pugile che creò un “pugno sigaretta”: offriva alle sue vittime una sigaretta e mentre loro aprivano la bocca per prenderla, lui sferrava loro un pugno rompendogli la mandibola. Ronald (Ronnie) era il gemello più istintivo, agitato, il simpatico della coppia ma che sembrava celare un lato “oscuro” dentro di se poiché cambiava spesso atteggiamento all’improvviso. Era feroce e malvagio ed era la sua personalità ad alimentare la violenza omicida all’interno della coppia gemellare tanto che, dopo 4 mesi dalla morte di Frances Shea, cerca di convincere il fratello ad uccidere un membro minore della loro banda perché era venuto meno agli obblighi di un contratto. L’uomo in questione era Jack "the Hat" McVitie165 che venne prima ferito sotto un occhio con un pezzo di vetro, poi venne pugnalato in faccia e allo stomaco. Il lato oscuro di Ronnie venne dichiarato, nel 1979,166 schizofrenia paranoide.167 4. Uguali nel bene e nel male? Le storie di cronaca riguardanti i gemelli sono molte e spesso la condizione di gemellarità passa in secondo piano rispetto al fatto accaduto come è successo a Roma il 20 luglio del 2014.168 Due gemelli, insieme al loro gruppo di amici, hanno trascorso la serata come un qualsiasi altro gruppo di ragazzi ventenni fino a quando non hanno deciso di rapinare e aggredire i passanti della zona dell’Eur. Le vittime aggredite sono state tre: prima venivano intimoriti poi venivano aggrediti con calci e pugni e venivano derubati da qualsiasi cosa di valore che indossavano in quel momento. Il gruppo viene bloccato dai carabinieri che, dopo vari inseguimenti, riescono a bloccare i due gemelli che sono accusati di rapina in concorso.169 165 Time Warner Paperbacks 2001, Nipper Read, The Man Who Nicked The Krays The Independent. 18 March 1995, "Obituary: Ron Kray" 167 La schizofrenia paranoide è uno dei diversi tipi di schizofrenia, una malattia mentale cronica in cui una persona perde il contatto con la realtà. Tra i sintomi e i segni di tale patologia è possibile includere: allucinazioni uditive, paranoie, ansia, rabbia, distanza emotiva, violenza, pensieri e comportamenti lesivi. 168 20 Luglio 2014, Roma, due rapine in pochi minuti: arrestati fratelli gemelli, www.ilmessaggero.it 169 Art. 628 c. p. Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, mediante violenza alla persona o minaccia, s'impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, è punito con la reclusione da tre a dieci anni. Alla stessa pena soggiace chi adopera violenza o minaccia immediatamente dopo la sottrazione, per assicurare a sé o ad altri il possesso della cosa sottratta, o per procurare a sé o ad altri l'impunità. Art. 110 c. p. Quando più persone concorrono nel medesimo reato, ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita 166 93 Anche il mondo sportivo è stato testimone di un caso di cronaca a carico di due gemelli definiti da tutti i giornali inseparabili: i gemelli Morris. 170 Questi gemelli sono due giocatori della squadra di basket Suns e sono indagati per un atto di violenza avvenuto il 24 gennaio del 2015. I Morris, oltre ad essere fisicamente identici, presentano identiche caratteristiche dai tatuaggi al taglio di capelli. Il loro legame particolarmente simbiotico, viene manifestato con grande orgoglio anche sul campo da basket tanto da diventarne una dipendenza. Nel 2013 Marcus viene scelto dalla squadra dei Rockets e il fratello Markieff dalla squadra dei Suns, diventa così obbligatoria la loro separazione per una stagione Nba: Markieff non si rassegna e chiede disperatamente al presidente dei Poenix, Lon Babby, di poter prendere in squadra il fratello in modo da poter avere prestazioni sportive più importanti. E così accadde: nel marzo dello stesso anno, anche Marcus entra a far parte dei Suns. Fig.13 Marcus e Markieff Morris con la divisa della squadra dei Phoenix Suns Ma nel 2015 i due gemelli raggiungono Erik Hood171 il quale aveva appena assistito ad una partita amichevole in cui giocavano i gemelli. I Morris, insieme ad altri amici accerchiano Hood, lo colpiscono alla testa e avviano il pestaggio durato qualche minuto concludendosi con numerose abrasioni, la rottura del setto nasale e vari lividi su tutto il corpo. Il motivo 170 Michele Talamazzi, 9 Dicembre 2014, Basket, Nba: Morris, gemelli inseparabili dei Suns, Milano, www.gazzetta.it 171 Erik Hood ex-giocatore NBA 94 della reazione violenta dei gemelli sembra essere la gelosia estrema nata dall’attenzione che Hood aveva nei confronti della loro madre Tomasine alla quale sono molto legati.172 Un caso che ha scosso le strade di Birmingham, nel maggio del 2008, è quello delle gemelle Eriksson. Ursula e Sabina sono due gemelle monozigote, nate in Svezia nel 1967 separate dopo la loro nascita: Sabina vive in Irlanda con il suo compagno e i suoi figli, e Ursula che vive in America e nel 2008 decide di fare visita alla sorella in County Cork. Dal loro incontro, le due gemello appaiono unite da un legame molto forte. Secondo alcuni psicologi, in quel momento, una delle due viene colpita da una forma temporanea di demenza che, a causa della forte simbiosi, ha coinvolto inevitabilmente anche l’altra. Di comune accordo si recano a Londra e arrivate nei pressi di Birmingham danno sfogo ad una sorta “follia gemellare” dovuta ad una psicosi condivisa 173: ad assumere un atteggiamento sospettoso e si rifiutano di consegnare le borse prima di risalire sull’autobus tanto che il conducente le invita a scendere e le lascia presso un autogrill. Arrivate in autostrada, le gemelle camminano senza meta lungo le carreggiate della M6 di Birmingham, in mezzo agli autoveicoli che sfrecciano a tutta velocità. L’arrivo degli agenti sul posto ha peggiorato la situazione, mentre gli agenti bloccano Sabina, Ursula viene investita da un veicolo articolato riportando gravi lesioni alle gambe e l’altra, approfittando del trambusto, si lancia nel mezzo del traffico e viene travolta da un’auto in corsa. Tutte queste scene vengono riprese dalle telecamere della BBC1 che era sul posto per la registrazione della serie “Motorway Cops”. Nonostante l’impatto violento di entrambi gli incidenti, entrambe si ribellano ai soccorsi tentando di rialzarsi dall’asfalto ed è proprio quello che fa Sabina correndo nella carreggiata opposta, di nuovo in mezzo al traffico tentando di aggredire l’agente che prontamente la raggiunge per evitare ulteriori incidenti. Dopo vari minuti, anche gli automobilisti testimoni dell’accaduto, corrono in aiuto degli agenti per bloccare Sabina che venne portata in salvo da 6 persone in 172 9 Aprile 2015, L’Nba criminale: i gemelli Morris indagati per un pestaggio avvenuto a gennaio, www.basketuniverso.it 173 La Psicosi condivisa, chiamata anche folie à deux, è un disturbo psicotico indotto che si sviluppa in soggetti, per lo più, deboli sul piano intellettivo ed emotivo e dipendenti, a seguito dell’induzione da parte di un altro soggetto. Si assiste cioè alla trasmissione di idee deliranti da una persona affetta da una psicosi a un'altra, più debole e recettiva, generalmente legata alla prima da un rapporto di dipendenza e, quasi sempre, di parentela. Le idee deliranti sono accettate e assimilate senza critica né resistenza e coltivate senza variazioni tematiche. La persona dominante è, in genere, affetta da schizofrenia o da altro d.p. e le due o più persone vivono insieme, oppure hanno una relazione personale estremamente stretta. La vicinanza tra gli individui coinvolti è associata a uno sfondo di condivisione di esperienze di vita, bisogni e speranze in comune e, spesso, a un profondo rapporto emozionale reciproco. La relazione è di solito in parte, o completamente, isolata dagli stimoli sociali e culturali esterni, venendo quindi a mancare un supporto, o possibilità, di critica comparativa verso il contenuto del delirio. 95 tutto.174Il personale sanitario ha dovuto sedare entrambe le gemelle e trasportarle in ospedale ammanettate per assicurarsi di non avere un’altra reazione violenta. L’agente che riuscì a bloccare Sabina, nel documentario della BBC1 dichiarò: “Entrambe le gemelle sembrano mostrare gli stessi comportamenti, lo stesso intento. Entrambe volevano liberarsi da noi, quel giorno, entrambe erano ferite, eppure entrambe volevano lottare contro di noi. Non riesco a capire come due persone possano avere la stessa impostazione mentale nello stesso momento ad un grado tale da agire insieme in una collaborazione di questo tipo”175 Dopo le cure mediche Sabina viene arrestata e venne dichiarata non pericolosa ricevendo solo un’ammonizione ufficiale, viene consegnata agli agenti e trasportata sotto custodia. “Mi era stato detto che si era scontrata con diversi agenti di polizia, mi aspettavo una sorta di donna bruta, tipo amazzone, mentre quella che è apparsa era una donna piuttosto minuta, in vesti ospedaliere. Si potrebbe dire che quella donna che abbiamo caricato all’ospedale, non era la stessa persona che si ribellava agli agenti per strada. Non ha cercato di fuggire, non ha mostrato alcun tipo di aggressività. Era piuttosto felice che potesse essere trasportata senza essere ammanettata.”176 L’agente dichiarò che Sabina sembrava tranquilla, socievole e a tratti divertente ma l’aspetto inquietante della storia è che, per tutta la permanenza nella stazione di polizia, Sabina sembrava preoccuparsi solo del suo aspetto fisico e sul suo abbigliamento non domandando mai notizie della sorella: “Era come se sua sorella non esistesse, si preoccupava solo di se stessa. Era come se fosse avesse vissuto un’altra vicenda. Non credo sapesse nulla di ciò che era accaduto, o non le importava o non riusciva a ricordarselo”177 174 BBC documentary, 10 August 2010, Madness in the fast lane ibidem 176 Ibidem 177 Ibidem 175 96 Poche ore dopo essere uscita dalla stazione di polizia, Sabina incontra Glenn Hollinshead che le offre un passaggio a Londra. I due decidono di fermarsi a casa di Glenn per qualche giorno con la scusa di darle la possibilità di assistere la sorella in ospedale ma, in un attimo di distrazione dell’uomo, Sabina lo accoltella 5 volte uccidendolo, poi prende un martello ed esce in strada colpendosi ripetutamente la testa fino a che un automobilista, accorgendosi di quello che stava succedendo, la raggiunge tentando di bloccarla ma Sabina si ribella colpendolo alla testa con una tegola che aveva in tasca. “Era davvero una rabbia di tipo primitivo”178 La corsa folle della gemella si ferma quando, correndo, arriva ad un ponte sopra la A50 e salta nel vuoto gettandosi in un precipizio. Nonostante la frattura del cranio e le caviglie rotte, riesce a sopravvivere. Sabina venne condannata per omicidio colposo. Il legame fraterno, soprattutto gemellare, sembra essere fondato sulla filosofia di pensiero “uniti nel bene e nel male” ed è proprio ciò che accade in queste storie di cronaca quando a sbagliare e a “mettersi nei guai” si è in due, proprio come è accaduto a Lecce il 14 Aprile del 2015 quando due imprenditori, i gemelli Acquaviva, vengono indagati per truffa 179 in concorso e riciclaggio 180 aggravato da modalità mafiose.181 Non tutte le storie riguardanti i gemelli però riguardano “gemelli inseparabili”. Può succedere che, come nel caso di Jack e Oskar, non esista quella pesante necessità di avere il proprio fratello accanto. Entrambi nati a Trinidad nel gennaio del 1933, vennero divisi dopo sei mesi dalla loro nascita poiché i loro genitori decisero di separarsi. Oskar rimase con la madre e andò a vivere in Germania ricevendo un’educazione di tipo cattolico. Durante il regime nazista si unì alla 178 Ibidem Art. 640 c. p. Truffa. Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni. 180 Art. 648 c. p. Riciclaggio. Fuori dei casi di concorso nel reato, chiunque sostituisce o trasferisce denaro, beni o altre utilità provenienti da delitto non colposo; ovvero compie in relazione ad essi altre operazioni, in modo da ostacolare l'identificazione della loro provenienza delittuosa, è punito con la reclusione da quattro a dodici anni. La pena è aumentata quando il fatto è commesso nell'esercizio di un'attività professionale. La pena è diminuita se il denaro, i beni o le altre utilità provengono da delitto per il quale è stabilita la pena della reclusione inferiore nel massimo a cinque anni. 181 14 Aprile 2015, BCC Terra d’Otranto, tra i nuovi indagati i due fratelli Acquaviva e Carlo Quarta, Lecce, www.lecceprima.it 179 97 gioventù hitleriana ed imparò a non rivelare le origini ebree del padre che, intanto, prese con se Jack. Quest’ultimo si trasferì in Venezuela, dopo la guerra, per vivere con l’unica parente sopravvissuta all’Olocausto. All’età di 16 anni si trasferì in Israele dove lavorò e prestò servizio militare. I gemelli si incontrano per la prima volta all’età di 21 anni: stesso modo di vestire, stesso taglio di capelli ma due lingue diverse che li spinsero a separarsi presto poiché Oskar non voleva che saltassero fuori le proprie origini ebree. Nel 1979 Thomas J.Bouchard e altri collaboratori dell’Università del Minnesota, si impegnarono in una ricerca che venne chiamata MISTRA: Minnesota Study of Twins Reared Apart.182 Questa ricerca aveva l’obiettivo di esaminare i parallelismi e le differenze di tutti quei gemelli divisi alla nascita e per questo cresciuti separatamente. Riuscirono a riunire in tutto 34 coppie di gemelli e dal loro incontro saltarono fuori somiglianze incredibili.183 Il secondo incontro di Jack e Oskar avviene proprio in ragione di questo studio, dopo 25 anni dal loro primo incontro: stessa camicia, stessi baffi e stesse manie per il cibo piccante. In un documentario dedicato a questa storia, Jack afferma: “Ho detto a Oskar: indossi le mie stesse cose, perché? Lui ha risposto: E perché ti vesti come me? Non ci piaceva il fatto che avessimo lo stesso look pur non vedendoci da 25 anni e non conoscendoci assolutamente”184 182 T.J. Bouchard, D.T., Lykken McGue, N.L. Segal Tellegen, 1990, Sources of human psychological differences: the Minnesota Study of Twins Reared Apart, in Science n. 250 183 Matt Ridley, 2005, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Adelphi editori, Milano 184 12 Giugno 2013, BBC, The story of Jack and Oskar. Identical twins. Separated at birth and brought up in radically different cultures. I don't own this video. From the Robert Winston series on twins 98 Fig.14 Jack Yufe a sinistra e il gemello identico Oskar Stohr a destra Nonostante le molte somiglianze il loro rapporto era altalenante pur mantenendosi comunque in contatto negli anni. Quando Jack morì a causa di un cancro ai polmoni, dopo molti anni di lavoro nelle miniere, Oskar non partecipò ai suoi funerali. I risultati della ricerca di Bouchard vennero fortemente contrastati dalla psicologa Susan Farber che sosteneva che le somiglianze evidenziate da tale ricerca erano esagerate e venivano messe in ombra le differenze che le coppie presentavano. Inoltre, veniva trascurato il fatto che da piccoli questi individui avevano passato diversi mesi, oltre ai mesi della gestazione, insieme e soprattutto altrettanti mesi li avevano trascorsi insieme prima di essere esaminati dagli scienziati. 185 Le somiglianze tra gli stessi sembravano ovvie e scontate: vivevano tutti in periferie abitate dalle classi medie in città simili, cresciuti nella stessa cultura ed erano stati educati nel rispetto dei valori occidentali. Bouchard allora effettua uno studio sui gemelli dizigoti cresciuti separatamente, somministrando a tali coppie un questionario per “testare” la loro religiosità: le somiglianze dei gemelli monozigoti erano del 62% e quelle dei dizigoti scendevano al 2%. Ovviamente il suo scopo non è stato quello di dimostrare l’esistenza di un gene della religiosità bensì ha tentato di dimostrare come in un aspetto culturale, quale la religione, l’impatto dei geni non può essere ignorato. 186 Farber, alla luce di tutte queste ricerca, avanzò una teoria secondo cui le persone geneticamente identiche, se cresciute in ambienti simili, possono attivare uno schema di risposte uguale nell’ambiente esterno. Tale attivazione però non avviene se l’ambiente 185 186 Susan Farber, 1981, Twins reared appart. A reanalysis, Penguin Books Matt Ridley, 2005, Il gene agile. La nuova alleanza fra eredità e ambiente, Adelphi editori, Milano 99 esterno è diverso per entrambi. Di conseguenza, se l’ambiente è simile e le risposte sono uguali, i gemelli arriveranno a vivere gli stessi tipi di esperienze che determinano in qualche modo stessi tipi di personalità. Farber afferma che queste risposte risultano assenti nei gemelli monozigoti cresciuti insieme a causa dell’effetto coppia, di cui abbiamo precedentemente parlato, per un motivo preciso: poiché i gemelli tendono a sviluppare ruoli complementari tra loro e le differenze, inizialmente lievi, aumenteranno con il crescere della necessità individuale di differenziazione dall’altro. Più si vive assieme, più si diventa diversi perché nel confronto con l’altro si tenderà sempre ad amplificare le differenze. 187 187 Susan Farber, 1981, Twins reared appart. A reanalysis, Penguin Books 100 CONCLUSIONI Con il presente lavoro ho colto l’occasione per tentare di fare chiarezza su alcuni degli aspetti riguardanti il “mondo dei gemelli”, aspetti che probabilmente non vengono presi in considerazione se non si vive una condizione simile in prima persona o se non si è incuriositi dalla stessa. L’obiettivo di questi tesi è quello di dare una descrizione dettagliata delle dinamiche relazionali e psicologiche tra i gemelli soprattutto in campo criminologico e, a differenza di altri studiosi, di trovare delle risposte da un punto di vista di una persona che vive direttamente tale condizione. Basandomi sulle pubblicazioni della Psicologa Susanna Cameriere e riflettendo sulla mia esperienza di crescita, ho trovato un reale riscontro del conflitto all’interno della coppia che a volte arriva anche ai livelli estremi. Il dettaglio che forse non viene mai evidenziato è che, sì, il conflitto nasce in età adolescenziale con il bisogno che ogni individuo ha di sviluppare la propria identità ma questa potrebbe essere solo la scintilla che accende il grande incendio: ad alimentare il fuoco, infatti, è il disperato bisogno di ogni componente della coppia ad essere “migliore dell’altro”. Non uguale, non lo stesso ma il migliore. Una domanda che molte persone, ingenuamente, mi rivolgono è: come fate ad essere gemelli se siete così diversi? Con i gemelli Lewis e con le teorie dello psicologo americano Gilbert Gottlieb credo si sia arrivati finalmente ad una risposta: non è la condizione in sé di gemellarità che ci rende uguali ma il tipo di personalità che tendiamo a sviluppare in base all’ambiente in cui cresciamo. Se si tratta di gemelli, come i Lewis, geneticamente uguali, separati alla nascita e cresciuti in ambienti diversi, verranno trattati dagli altri allo stesso modo perché entrambi evocheranno risposte simili dagli altri considerando che la loro condizione genetica determinerà i loro talenti, interessi e motivazioni. È un po’ come quando un bambino nasce in una famiglia di musicisti: avrà geneticamente una predisposizione alla musica che determinerà il suo talento e nello stesso tempo il bambino assumerà alcuni comportamenti che susciteranno una specifica risposta dall’ambiente. Come ho accennato precedentemente, per un periodo di sei mesi ho avuto l’occasione di svolgere l’attività di tirocinio presso il gruppo appartamento per minori della Cooperativa sociale “Nuova Speranza”. In questo caso ho avuto modo di confrontarmi con i ragazzi 101 minorenni, ospiti della struttura, con le loro difficoltà e realtà diverse. Alcuni di essi provenivano dallo stesso luogo dei gemelli del caso che ho studiato. Come abbiamo visto la condotta del comportamento deviante dei gemelli identici, monozigoti, viene analizzato in vari ambiti: - Ambito genetico: in cui il criminologo tedesco Franz Exner, nel 1953, con la sua metodologia di ricerca ha messo a confronto il comportamento dei gemelli identici e quello dei gemelli fraterni con l’intento di dimostrare che i primi, possedendo lo stesso corredo genetico, mostrassero gli stessi comportamenti devianti. Teoria che confermò gli studi condotti, nel 1929, dallo psichiatra tedesco Johannes Lange; - Ambito psicologico: in cui si mette in relazione lo stile educativo genitoriale con l’acquisizione della competenza sociale dei figli. Riguardo la personalità degli individui, un ruolo di fondamentale importanza viene attribuito alle relazioni e al contesto in cui l’individuo nasce e si forma. Se l’individuo riceverà una buona educazione, sarà nelle condizioni giuste per affrontare gli eventi della vita con flessibilità e potrà stabilire rapporti interpersonali improntati alla collaborazione. Sempre in questo ambito, una caratteristica da non trascurare è sicuramente il tipo di legame esistente all’interno della coppia che se non mantiene un determinato equilibrio può arrivare a sfociare in comportamenti antisociali o devianti; - Ambito sociologico: secondo cui il comportamento criminale, e non, comprende un processo di imitazione degli altri. In questo ambito si arriva ad affermare, con il criminologo e sociologo francese Tarde, che le persone socialmente inferiori tendono a copiare e a riproporre il comportamento delle persone socialmente superiori e per questo il comportamento deviante potrebbe diffondersi; - Ambito psichiatrico: in cui sono stati analizzati tutti i disturbi che possono favorire lo sviluppo della condotta deviante. Anche in questo caso vengono messi a confronto gemelli monozigoti e dizigoti presentando una maggiore concordanza nei monozigoti. Tenendo conto di tutti questi studi realizzati nel corso degli anni, in riferimento al caso dei gemelli calabresi, ho potuto dedurre che sicuramente l’ambiente familiare in cui essi sono cresciuti ha influito sulla loro condotta criminale e il loro legame simbiotico e morboso li ha spinti a dipendere l’uno dall’altro non permettendo l’instaurazione di altri rapporti al di fuori 102 del loro mondo. Inoltre si è evidenziato che nel momento in cui i gemelli sono stati allontanati dal loro ambiente familiare e sociale, il loro comportamento risulta essere rispettoso e corretto pur mantenendo una certa diffidenza con le figure rappresentanti le autorità. La “chiusura” della coppia risulta ugualmente presente mostrando una certa difficoltà nell’istaurare relazioni sociali con persone estranee alla loro vita. Questa difficoltà si manifesta in forma ansiosa e con l’assunzione di comportamenti superficiali e difensivi. Pur essendo gemelli monozigoti e quindi geneticamente identici, in più di un’occasione hanno mostrato reazioni differenti. Il comportamento di Federico, gemello debole, potrebbero essere riconducibile alla “dipendenza” da Riccardo, gemello dominante. Allora, forse, non si tratta di condividere lo stesso destino: se un gemello criminale, il più forte, trascina con se nella condotta deviante l’altro, il più debole, si tratterebbe solo di quella “dipendenza” dall’altro dovuta alla difficoltà di separazione e al tipo di personalità più “debole” sviluppata dal gemello dominato. Si potrebbe concludere, alla luce di quanto detto, che l’ambiente sociale e familiare sicuramente incidono sullo sviluppo e la condotta di determinati atteggiamenti ma, una volta estrapolati da tali contesti è possibile lasciare spazio alla ricostruzione di una condotta prosociale. Bisogna tenere in considerazione il fatto che, come una grande ferita lascia una cicatrice ben visibile, determinate esperienze lasciano un segno profondo nella personalità e nella psiche di ogni individuo che, rimesso nei medesimi contesti avrà alte probabilità di riprendere la strada della criminalità. 103 Bibliografia A. Piontelli, Dal punto di vista del feto. 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Oltre ad essere una brillante e professionale Assistente Sociale è una persona che stimo ed ammiro molto, spero ci sarà occasione in futuro di averla ancora come punto di riferimento. Ringrazio il Tribunale per i Minorenni di Reggio Calabria e la Procura di Reggio Calabria per avermi permesso di visionare il materiale necessario per la realizzazione del mio lavoro. Ringrazio anche la disponibilità e la pazienza della Cancelliera Patrizia Russo e del Maresciallo dei Carabinieri Panvino che hanno supervisionato la mia ricerca chiarendomi ogni dubbio sorto durante il mio percorso. Ringrazio le Psicologhe Susanna Cameriere e Antonietta Provenzano per avermi fornito il materiale, in ambito della psicologia, necessario per una parte della tesi e per aver risposto a tutte le mie domande. Ringrazio la mia amica e collega Irene che anche questa volta è stata compagna di avventure, esami, situazioni imbarazzanti, stress prima degli esami e una valida collega di lavoro: anche questa volta, insieme abbiamo iniziato, insieme abbiamo finito. Vorrei ringraziare i miei amici che mi hanno sopportato in questi due anni che, per varie vicende, non sono stati per niente facili: Maria, Gioosy e Jessica. Ringrazio Marinella che è stata per me una persona che mi ha spinta a fare e pretendere sempre il meglio, a non avere timore in nessuna situazione e ad “osare”. Spero di riuscire a fare almeno metà delle cose che tu hai fatto in questi anni in cui faccio parte della tua vita. Ringrazio tutta “la tribù” della mia enorme famiglia: i miei fantastici super nonni, i miei zii e le zie, tutti i cugini dal più grande al più piccolo. Voglio ringraziare a gran voce i miei genitori che hanno creduto in me, nel mio percorso, nel mio lavoro, sostenendomi sempre ed esortandomi sempre a fare il meglio senza dimenticarmi mai di quelle persone che, intorno a me, possono aver bisogno del mio aiuto. 108 Li ringrazio anche e soprattutto per la gran fatica e l’impegno che ci hanno messo a crescere due gemelli con tutte le difficoltà che questi comportano. “Grazie mamma ne hai fatti due su due, e due su due che comunque vada mio fratello ci sarà, grazie mamma…grazie pà” Infinite grazie e mia sorella che, nonostante la distanza, è sempre presente nella mia vita supportandomi ed aiutandomi quando mi scoraggio e mi viene solo voglia di mollare tutto. La ringrazio perché nonostante il peso di questa distanza che ci separa, non c’è giorno in cui non mi parli dei miei splendidi nipoti informandomi su ogni progresso o marachella commessa, facendomi sentire lì in ogni momento: grazie per Gabriele, Sofia e Giorgia. Ho lasciato il ringraziamento più importante per ultimo, motivo della scelta della mia tesi: il mio gemello Demetrio. Ti ringrazio per tutto quello che il nostro rapporto è stato e sarà: litigi, botte, guai, insulti, dispetti, gioie, silenzi, assenze, presenze ingombranti, gelosie, incomprensioni, complicità, risate fino alle lacrime, i compiti copiati e quelli nascosti. Grazie per la sigaretta fumata di nascosto, per la scuola saltata insieme, per quella volta che mi hai difesa quando qualcuno mi dava fastidio, per tutte le volte che mi chiedi di fare di più e per quelle in cui mi chiedi di venire a trovarti, per gli abbracci prima di partire, per le chiamate nei momenti più difficili, per la verità in faccia, per i tuoi occhi che sono uguali ai miei, per le tue insicurezze e il tuo sarcasmo. Grazie per essere il mio Superman, grazie per aver trovato la forza di abbattere i muri che avevamo stupidamente costruito per difenderci da noi stessi. Ti amo infinitamente. “A volte, essere un fratello è ancora meglio che essere un Supereroe” 109