Il verde mantello di Gaia MRSN - Museo Regionale di Scienze Naturali via Giovanni Giolitti 36 - 10123 Torino Direttori Daniela Formento Ermanno De Biaggi Rosa Camoletto Vita Vegetale Il verde mantello di Gaia Immagini e testi originali del percorso divulgativo realizzato per la mostra itinerante allestita al Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino nel 2005. Alcuni contenuti scientifici sono stati elaborati con la collaborazione di Annalaura Pistarino (briofite) e Daniele Ormezzano (paleontologia), conservatori MRSN. Immagini MRSN - Sezione Botanica - Archivio Immagini Fotografie di Rosa Camoletto, Adriano Sciandra, Guido Fino, Annalaura Pistarino, Daniele Ormezzano, Franca Campanino. Alcune immagini integrative sono state gentilmente concesse al Museo da: Egidio Anchisi, Enzo Bona, Paola Camoletto, Giovanna Dal Vesco, Dario Lanzardo, Valentina Mangini, Francesco Meotto, Domenico Puntillo. Tavole illustrate di Chiara Spadetti, Mirella Petrazzini, Uberto Tosco, Cristina Girard, Daniele Ormezzano. Tavole antiche tratte da volumi della Biblioteca MRSN. Esemplari museali Gli esemplari museali presentati in questo volume appartengono alle collezioni del Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino (Erbario e Giardino Botanico Rea della Sezione di Botanica; Sezione di Mineralogia, Petrografia e Geologia; Sezione di Paleontologia) e alle collezioni del Museo di Geologia e Paleontologia dell’Università di Torino. Progetto grafico Rosa Camoletto, Riccardo Turco Impaginazione e grafica Colore & Colori, Torino Stampa Centro Stampa Regione Piemonte ISBN 978-88-86041-84-3 © 2008 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino I diritti di traduzione, riproduzione, adattamento, totale o parziale, e con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Il verde mantello di Gaia I vegetali sono “esseri viventi” o elementi inanimati del paesaggio? Esistono organismi “inferiori” e “superiori”? Qual è la vera differenza tra “vegetali” e “animali”? Qual è la differenza tra “vegetale” e “pianta”? Quali sono le differenze tra i diversi gruppi di vegetali? Che cos’è, oggi, per i botanici, un “fiore”? Quali sono i vegetali “utili” all’uomo? …Per rispondere a queste domande, e a molte altre curiosità di visitatori e insegnanti, il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino ha avviato da alcuni anni un programma specifico di esposizioni, corsi e conferenze intitolato “Vita Vegetale”. In questo testo, riccamente illustrato con immagini originali tratte dalle collezioni del Museo di Torino, sono presentati in sintesi gli argomenti affrontati nell’esposizione realizzata nel 2005, dedicata ai grandi gruppi di vegetali che con il tempo hanno rivestito di un ricco manto vivente il nostro pianeta e, con le loro diverse caratteristiche, hanno offerto all’uomo infinite sostanze indispensabili non solo alla sopravvivenza ma alla vita: l’ossigeno, il cibo, i farmaci, per citarne alcuni. Un volume piacevole da scorrere, che testimonia come il linguaggio della scienza possa essere accessibile a tutti. Gianni Oliva Assessore alla Cultura, Patrimonio linguistico e Minoranze linguistiche, Politiche giovanili, Museo Regionale di Scienze Naturali ...alcune veloci risposte: I vegetali sono “esseri viventi” o elementi inanimati del paesaggio? Con le moderne conoscenze scientifiche non possiamo più pensare che i vegetali siano “meno vivi” degli animali, perché vegetali e animali si sviluppano e si riproducono allo stesso modo, grazie a codici vitali formati dagli acidi nucleici cellulari, che costituiscono il patrimonio genetico delle diverse specie. Qual è la vera differenza tra “vegetali” e “animali”? Le differenze più o meno vistose tra le forme di vita “animale” e “vegetale” sono dovute a differenti modi di cercare energia e nutrimento per vivere. Per molto tempo si sono definiti “animali” gli esseri viventi che si muovono alla ricerca del cibo e reagiscono “coscientemente” all’ambiente, e “vegetali” gli organismi che vivono fissati al suolo e non reagiscono in modo cosciente agli stimoli ambientali. Da questo concetto, tra l’altro, è nato il termine, dispregiativo, di “vegetale”, riferito a un uomo privo di reazioni o con il sistema nervoso danneggiato. La scienza moderna ha invece dimostrato che tutti gli esseri viventi, quindi anche i vegetali, “sentono” gli stimoli ambientali e reagiscono, pur con modalità diverse. Tutti i vegetali hanno la clorofilla? Nel linguaggio corrente la parola “vegetale” indica in genere i funghi, le alghe e le piante, organismi molto diversi tra loro, le cui cellule hanno due rivestimenti, la membrana cellulare e la parete cellulare. Soltanto i “vegetali verdi”, cioè i diversi gruppi di alghe e di piante, vivono grazie alla fotosintesi clorofilliana. Esistono organismi “superiori”? Gli animali sono più importanti dei vegetali? Gli scienziati studiano oggi con la stessa intensità ogni forma di vita, “animale” o “vegetale”, semplice o complessa. I loro studi dimostrano l’importanza di ogni tipo di organismo nell’equilibrio degli ecosistemi. Il pensiero zoocentrico, retaggio dell’istinto umano e delle scarse conoscenze del passato, può essere corretto soltanto con una divulgazione più equilibrata e coerente delle moderne conoscenze, senza più trascurare gli organismi microscopici ed evitando di illustrare i vegetali come …semplice cibo per animali! Che differenza c’è tra “vegetale” e “pianta”? Che cos’è, per i botanici, un “fiore”? La diffusione delle moderne conoscenze, e del linguaggio a esse associato, è indispensabile per gestire meglio l’ambiente del nostro pianeta e conservarlo per le generazioni future. Per descrivere nuove conoscenze in alcuni casi si usano, con significato diverso, parole già esistenti. Inoltre, spesso per pigrizia, nella divulgazione vengono utilizzati alcuni termini impropri del linguaggio comune. E’ questo il caso del termine “pianta”: per un contadino piemontese la “pianta” è un albero, per i botanici del passato la parola “piante” indicava tutti i vegetali, inclusi i funghi. La tendenza dei botanici moderni è invece quella di chiamare “piante” solo i “vegetali verdi” che si riproducono con la formazione di un embrione, anche se questo termine non ha un vero valore sistematico. La parola “fiore” rappresenta un caso analogo. Nel linguaggio comune il fiore è il vistoso organo di riproduzione di alcune piante. I botanici in alcuni casi indicano come fiore la struttura riproduttiva delle “piante a seme”, come i pini e le magnolie, in grado di produrre il polline o gli ovuli, o entrambi insieme. La tendenza più moderna è però quella di chiamare “fiori” soltanto le strutture riproduttive delle piante che producono ovuli all’interno di un pistillo, le “angiosperme”. I rametti riproduttivi delle piante come i pini non sono veri fiori, ma soltanto “coni” e “pigne”. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino ...gli argomenti approfonditi: I vegetali verdi: la fotosintesi clorofilliana pag. 4-7 Semplici e obbligate a una vita acquatica: le alghe pag. 8-11 Vegetali senza clorofilla: i funghi pag. 12-13 Alleanze alla luce del sole: i licheni pag. 14-15 Soffici mantelli vegetali: Si portano l’acqua dentro: Piccole, grandi e anche arboree: Stami, polline e ovuli da fecondare: Si riproducono sulle ali del vento: Piante a fiore: le briofite le piante vascolari le pteridofite le piante a seme le gimnosperme le angiosperme pag. 16-19 pag. 20-21 pag. 22-25 pag. 26-27 pag. 28-31 pag. 32-35 Tracce fossili di vita vegetale: testimonianze di un passato remoto pag. 36-39 I vegetali e l’ambiente: conservare la biodiversità pag. 40-41 Risorse vegetali: aria, acqua, calore, utensili dolcezze e scorte alimentari veleni,farmaci, aromi e spezie vegetali ornamentali pag. 42-43 pag. 44-45 pag. 46-47 pag. 48 Vita Vegetale I vegetali verdi: la fotosintesi clorofilliana La ricerca dell’energia La Terra oggi è caratterizzata dalla presenza di milioni di forme diverse di esseri viventi, che si nutrono ricercando nell’ambiente l’energia per le funzioni vitali e le sostanze per la propria crescita. ...è possibile ricavare energia da sostanze inorganiche Alcuni microbi, i batteri chemioautotrofi, sono in grado di ricavare energia chimica dalla scomposizione di sostanze inorganiche presenti in natura, come i nitrati, lo zolfo, l’idrogeno gassoso. ...è possibile ricavare energia da sostanze organiche L’uomo, gli animali, i funghi e molti microrganismi ricavano l’energia e le materie prime utili per la loro crescita nutrendosi di altri esseri viventi o di alcune loro parti. ...è possibile ricavare energia dai raggi solari I cianobatteri, le alghe e le piante, detti “vegetali verdi”, producono la clorofilla, un pigmento in grado di assorbire energia luminosa e di trasformarla in energia chimica. L’energia solare catturata permette ai vegetali verdi di trasformare in sostanza vivente alcune sostanze gassose, liquide e solide presenti nell’ambiente che li circonda. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Costruire sostanza organica Grazie alla clorofilla i vegetali verdi possono utilizzare la luce come fonte di energia. Con il processo di fotosintesi clorofilliana viene prodotta sostanza organica. Catturare la luce La luce solare penetra nelle cellule dei vegetali verdi e la sua energia viene assorbita nella clorofilla. Assorbire la materia prima L’anidride carbonica (CO2 o diossido di carbonio, un gas dell’aria) e l’acqua (H2O presente nell’aria e nel terreno) penetrano nelle cellule dei vegetali verdi. Costruire zuccheri L’energia solare assorbita dalla clorofilla riesce a dividere l’acqua (H2O) in ossigeno (O) e idrogeno (H). All’interno della cellula l’idrogeno liberato viene unito all’anidride carbonica (CO2). Il processo di costruzione di nuove molecole prosegue fino alla formazione di zucchero (C6H12O6) e, in seguito, di amido e di cellulosa. Liberare nell’aria l’ossigeno in eccesso L’ossigeno che si sviluppa durante la fotosintesi clorofilliana con la rottura delle molecole d’acqua viene liberato nell’aria come gas di scarto (O2). Vita Vegetale - I vegetali verdi L’ossigeno atmosferico Quasi tutto l’ossigeno libero presente nell’aria viene prodotto dalla fotosintesi clorofilliana e liberato nell’aria dai vegetali verdi. L’ossigeno libero è molto reattivo e si lega ad altri gas presenti nell’aria, ai minerali delle rocce e ai combustibili in fiamme. L’ossigeno libero viene anche utilizzato per la respirazione cellulare, processo che avviene nelle cellule di quasi tutti gli organismi con l’assorbimento di ossigeno e liberazione di energia, anidride carbonica e acqua. Attualmente l’aria della superficie terrestre contiene circa il 20% di ossigeno e questa quantità sembra essere uniforme e stabile da alcuni milioni di anni. I vegetali verdi acquatici e quelli che vivono sulla terraferma contribuiscono oggi in parti uguali alla produzione di cibo e ossigeno sulla Terra. Vegetali verdi in acqua Il 70% della superficie terrestre è coperto dalle acque, in prevalenza salate, come i mari e gli oceani, e in minoranza dolci, come i fiumi, i laghi, le paludi. Attualmente nelle acque dolci e nei mari vivono le alghe, alcune specie di felci e diverse specie di piante a fiore, che possiedono radici, fusti e foglie resistenti all’eccesso di acqua. I vegetali verdi acquatici fissano, in media, ogni anno, 150 grammi di carbonio per ogni metro quadro di superficie. Vegetali verdi sulla terraferma Il 30% della superficie terrestre è terraferma, ricoperta, almeno in parte, da distese di erbe e di alberi. Le erbe delle praterie fissano, in media, ogni anno, 1 chilogrammo di carbonio per ogni metro quadro di superficie. Gli alberi delle foreste tropicali fissano, in media, ogni anno, 3 chilogrammi di carbonio per ogni metro quadro di superficie. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Costruire e decomporre: il cerchio della vita Tutta la sostanza inorganica utilizzata dagli esseri viventi si decompone alla loro morte, liberandosi nuovamente nell’ambiente. Con la fotosintesi clorofilliana i vegetali verdi assorbono lo 0,2% dell’energia solare che raggiunge ogni giorno la Terra. Il 20% di questa energia viene trasformata in energia chimica. Ogni giorno con l’energia della fotosintesi i vegetali verdi trasformano in zuccheri l’idrogeno dell’acqua e due miliardi di tonnellate di un gas atmosferico, l’anidride carbonica. I vegetali verdi per vivere assorbono dall’ambiente circostante anche i sali minerali, che permettono la costruzione di proteine, grassi, vitamine e altre sostanze organiche. Gli erbivori si nutrono di soli vegetali, ma anche il cibo dei carnivori, degli onnivori e dei decompositori deriva sempre da materia organica prodotta dai vegetali verdi con la fotosintesi. L’acqua, l’anidride carbonica e i minerali che formano gli esseri viventi ritornano disponibili per altri cicli di fotosintesi grazie alla decomposizione dei corpi. Vita Vegetale - I vegetali verdi Semplici e obbligate a una vita acquatica: lee alghe Le alghe sono organismi vegetali semplici che vivono con la fotosintesi clorofilliana. Sono formate da una sola cellula o da colonie di cellule o da tessuti molto semplici. Vivono per lo più in acqua o in ambienti molto umidi, ma si trovano anche sul terreno, sui tronchi, sui muri e in alcuni animali e vegetali come simbionti. R Le alghe si riproducono per divisione, con la produzione di spore o con l’unione di cellule sessuali prodotte da strutture semplici. R Non hanno canali di trasporto dei liquidi e non hanno vere radici, fusti e foglie. R Non hanno fiori, non producono veri frutti o semi. R Il corpo delle alghe pluricellulari viene chiamato tallo. R Esistono alghe microscopiche unicellulari e anche grandi alghe marine lunghe fino a 70 m, che si sviluppano anche di 50 cm al giorno. Nel plancton possono essere presenti molte specie di diversi gruppi di alghe. Cellule di Chotadella citriformis Colonia di alghe del genere Pediastrum (a) Fucus spiralis, alga bruna di acque salmastre (b) (c) Filamenti di un’alga del genere Spirogyra, con cellule caratterizzate da cloroplasti lunghi e spiralati, e dalla capacità di riprodursi per coniugazione. Con la coniugazione un filamento si affianca a un altro (a) e con il contatto si formano canali (b), poi il contenuto di ogni cellula migra e si fonde con il contenuto della cellula coniugata (c). Da queste unioni si formano nuove alghe. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Il gruppo “alghe” aveva valore in botanica sistematica quando le classificazioni si basavano su caratteri macroscopici. Studi sempre più approfonditi hanno evidenziato l’esistenza di diversi gruppi evolutivi e la classificazione scientifica, basata su alcune caratteristiche biochimiche, come il tipo di clorofilla, i pigmenti e le sostanze di riserva, viene modificata con il progredire delle conoscenze. Le diatomee sono alghe unicellulari d’acqua dolce e salata, protette da un guscio formato da due valve silicee. Catene di cellule di Fragilaria crotonensis e gruppi a stella di Asterionella formosa, diatomee d’acqua dolce I dinoflagellati sono unicellulari planctonici rivestiti da un guscio di cellulosa e sempre muniti di due filamenti esterni, i flagelli. Alcune specie sono tossiche e sono responsabili delle “acque rosse” che avvelenano la fauna. Ceratium hirundinella, dinoflagellato d’acqua dolce I cianobatteri, indicati anche come alghe verdi-azzurre, sono organismi unicellulari o coloniali che possiedono clorofilla. Appartengono al gruppo dei batteri perché le loro cellule non hanno un nucleo. Possono produrrre sostanze tossiche che, in elevata quantità, avvelenano l’acqua. Anabaena flos-aquae, cianobatterio d’acqua dolce Vita Vegetale - I grandi gruppi 1 3 2 Le alghe verdi o clorofita sono comuni nelle acque salate o dolci ma possono vivere anche sulla terraferma in ambienti umidi, sul suolo e sui tronchi. Producono clorofilla a e b; i pigmenti verdi sono dominanti. Alcune specie acquatiche crescono sulle pietre o sulle piante, altre formano una parte cospicua del plancton. 1 - Chaetomorpha linum è un’alga verde che forma masse di sottili filamenti sulle rocce costiere. 2 - Enteromorpha intestinalis è un’alga verde comune in tutti i mari europei. Ha fronde sottili, tubiformi. 3 - Cystoclonium purpureum è un’alga rossa con fronde molto fini che si ramificano da un asse rigido centrale. Vive in ambienti non troppo assolati. 10 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino 4 Le alghe rosse o rodofite sono per lo più marine. Contengono clorofilla a e d e ficobiline. Sono sfruttate per la presenza di mucillagini, l’agar e le carragenine, usate per produrre cioccolata, gelati, lassativi, cosmetici, gelatine vegetali. 5 6 Le alghe brune o feofite sono per lo più marine o di estuario e raggiungono grandi dimensioni. Producono clorofilla a e c e fucoxantine. Sono sfruttate per l’abbondanza di sostanze colloidi, gli alginati, utilizzate industrialmente, tra l’altro, per produrre gelati, creme da barba e vernici. Molte alghe brune, essiccate, sono utilizzate come fertilizzante. 4 - Delesseria sanguinea è un’alga rossa con fronde molto simili a quelle di una pianta terrestre. Comune sulle rocce, anche in pozze profonde. 5 - Fucus ceranioides è un’alga bruna che vive fissata alle rocce in acque salmastre. 6 - Halydris quercina è un’alga bruna robusta, con fronde lunghe fino a 1 m, con camere d’aria sui rami. Vita Vegetale - I grandi gruppi 11 Vegetali senza clorofilla: i funghi I funghi sono considerati vegetali perché le loro cellule hanno una parete, ben visibile al microscopio, e perché si nutrono assorbendo il cibo che li circonda. A differenza dei vegetali verdi, i funghi sono privi di clorofilla e si nutrono assorbendo sostanza organica elaborata da altri organismi. Per i botanici moderni i funghi sono un gruppo a sé, formatosi da organismi unicellulari acquatici con parete chitinosa privi di clorofilla. Si sono diffusi sulla terraferma almeno 60 milioni di anni fa. Oggi sono conosciute oltre 70.000 specie diverse di funghi, ma si calcola che ne esistano almeno il doppio. Alcuni funghi sono saprofiti, cioè si nutrono di sostanza organica morta, mentre altri ricavano risorse da organismi vivi, attraverso un rapporto di simbiosi bilanciata o di parassitismo. Ascomiceti Gruppo di funghi che producono le spore all’interno di un caratteristico sporangio detto asco. Questo gruppo comprende circa il 75% dei funghi conosciuti. Tra gli ascomiceti più noti: i tartufi, le morchelle, i lieviti e i Penicillium. Basidiomiceti Gruppo di funghi che producono le spore all’esterno di uno sporangio detto basidio. Questo gruppo comprende i funghi a lamelle, i porcini, i polipori, le ruggini e altri funghi parassiti microscopici. Omphalina ericetorum Piccolo fungo basidiomicete lichenizzato. Macrolepiota procera Mazza di tamburo, basidiomicete, ottimo commestibile. 12 Tuber magnatum Tartufo bianco, ascomicete con carpoforo sotterraneo. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino R Il corpo dei funghi è costituito da sottilissimi filamenti di cellule, le ife, che formano il micelio. R Il micelio dei funghi che crescono nel terreno o dentro i tronchi è poco visibile, mentre è evidente quello dei funghi che formano le “muffe” superficiali, a volte vistosamente colorate. R I funghi crescono in modo illimitato estendendosi sul proprio cibo. La velocità di crescita dipende dalla disponibilità di acqua e sostanze nutritizie: in condizioni stabili un solo micelio può estendersi per chilometri nel terreno e vivere per decine di anni. R I funghi si diffondono per frammentazione del micelio o con la produzione di spore, che germinando danno origine a un nuovo individuo. R Per la produzione delle spore molti funghi formano una struttura particolare, il carpoforo. R L’uomo e gli animali che si nutrono di funghi contribuiscono alla dispersione delle spore. R Una sempre più precisa conoscenza della biologia dei funghi permette di coltivare meglio le “muffe” da cui si estraggono antibiotici, i “lieviti” usati per le fermentazioni e alcuni funghi alimentari, come le Psalliota e i Pleurotus. Boletus edulis, basidiomicete con pori Colonia di Penicillium, “muffa” coltivata in laboratorio Pleurotus columbinus, basidiomicete a lamelle La parola “fungo” indica comunemente solo il carpoforo, la parte più visibile dell’intero corpo fungino. Alcuni carpofori fungini sono tossici per l’uomo e commestibili per molte specie di animali. La conoscenza precisa delle caratteristiche delle diverse specie è importante per distinguere i carpofori commestibili da quelli sgradevoli o tossici. Per diventare buoni conoscitori servono manuali qualificati e molto esercizio con persone competenti. Vita Vegetale - I grandi gruppi 13 Alleanze alla luce del sole: Usnea longissima, lichene che forma lunghi filamenti penduli. i licheni Simbiosi lichenica Un lichene è un organismo formato dall’associazione stabile tra un fungo, privo di clorofilla, e un’alga o un cianobatterio, o entrambi, che contengono clorofilla. La presenza di cellule con strutture diverse permette di riconoscere una simbiosi, associazione che porta vantaggi vitali agli organismi coinvolti. Tra le diverse cellule dei simbionti avvengono scambi di sostanze utili. Cora pavonia, lichene formato da un basidiomicete. Caloplaca elegantissima Ambra con lichene fossile. Licheni su frammenti di osso. Lichene foglioso con alghe verdi e cianobatteri. 14 Studiare i licheni Lo studio dei licheni è progredito grazie a microscopi sempre più sofisticati e con approfonditi studi biochimici. In passato venivano descritti come “scherzi della Natura” e non venivano distinte l’una dall’altra le migliaia di specie esistenti. Antiche tracce Alcune tracce fossili indicano che i licheni erano presenti sulla Terra già nel Precambriano, assieme a funghi, cianobatteri e alghe verdi primitive, in rocce dette stromatoliti licheniche. L’ambra del Baltico ha conservato resti di licheni più recenti, che vivevano in Europa nell’Eocene. Le parentele Nella maggior parte dei licheni il micobionte è riconoscibile come fungo ascomicete, perché produce spore racchiuse negli aschi, come i tartufi e le spugnole. In pochi licheni il micobionte è un basidiomicete, come i porcini e le amanite, che producono le spore all’esterno dei basidi. Ambienti estremi Ogni lichene produce strutture e sostanze che ne permettono la vita e la diffusione in ambienti dove alghe o funghi non sopravvivono. I licheni crescono lentamente, ma possono raggiungere migliaia di anni. Lichene con alghe verdi. Lichene con cianobatteri. Lichene con funghi. Lichene crostoso con lichene parassita. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino I licheni visti da vicino Ogni specie lichenica è caratterizzata da una precisa distribuzione interna dei diversi simbionti e da colori, forme e strutture superficiali specifiche, che svolgono particolari funzioni vitali. Un lichene può anche avere su di sé altri organismi, come un fungo o un lichene parassita. Lichene con tomento vellutato. Lichene con pseudocifelle. Lichene con cifelle, aperture superficiali. Lichene con ipotallo nero al margine. Lichene con lunghe fibrille. Lichene leproso, simile a polvere. Frammenti Isidi Sezione di apotecio con spore Vita Vegetale - I grandi gruppi Come si riproducono i licheni Molte specie di licheni si riproducono con frammentazione casuale. Alcune specie formano i frammenti in strutture particolari: gli isidi, i soredi, i picnidi. A maturità, il fungo che forma i licheni può produrre spore, che si disperdono nell’ambiente e formano nuovi licheni se trovano cellule libere delle alghe idonee. Le spore si formano in strutture superficiali dette apoteci o in strutture affondate nel lichene, dette periteci. Apoteci lecanorini Soredi Picnidi Periteci 15 Soffici mantelli vegetali: le briofite Le briofite sono piante molto semplici che vivono con la fotosintesi clorofilliana e sono diffuse per lo più in ambienti subaerei umidi. Crescono a contatto con il substrato e possono assorbire acqua e nutrienti da tutta la superficie del corpo. Sul corpo e sulle spore hanno un sottile rivestimento protettivo di cutina, sostanza isolante formata da cere e acidi grassi. Si possono diffondere per frammentazione casuale dei cespi o per distacco di gemme, oppure per dispersione di spore. Hanno alternanza di generazioni e lo sporofito, che si sviluppa dopo l’unione di due cellule sessuali, cresce come parassita sul gametofito che lo produce. Epatiche Il gametofito è laminare, con simmetria dorso-ventrale. Circa 5.000 specie, per lo più tropicali, sono fogliose, mentre 2.000 specie sono tallose. Pellia epiphylla Muschi Il gametofito è foglioso. Le foglioline crescono a spirale sul fusticino e hanno in genere un cordone centrale di cellule addensate. A maturità lo sporofito si allunga e sulla capsula rimane una caliptra, residuo del gametofito. Sono note circa 10.000 specie. Plagiomnium affine Antocerotali Il gametofito è piccolo e laminare. Lo sporofito è semiparassita, cresce per lungo tempo, ha la base verde, dotata di stomi per gli scambi gassosi necessari alla fotosintesi, può assorbire acqua dal terreno. Sono note un centinaio di specie. Anthoceros sp. Le briofite R Non hanno lignina e non hanno canali per la circolazione di liquidi e gas, perciò non si sviluppano in altezza. R Non hanno vere radici per l’assorbimento delle sostanze nutritizie, ma solo rizoidi, che fissano la pianta al substrato. R Non producono polline e non hanno fiori. 16 L’epatica Lophozia sudetica, che cresce su rocce e suoli poco profondi. Il muschio Polytrichastrum formosum, frequente nel sottobosco di conifere. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Il ciclo vitale delle briofite La piantina di muschio è un gametofito, perchè si sviluppa da una spora che si è formata con la meiosi, perciò le sue cellule sono aploidi, cioè contengono una sola copia di ogni cromosoma. Nel gametofito si sviluppano le cellule sessuali che, accoppiandosi, formano un tessuto diploide, lo sporofito, che cresce sulla piantina di muschio fino a formare una capsula con cellule che, attraverso la meiosi, si trasformano in spore. La fecondazione può avvenire solo in presenza di un velo d’acqua, che permette il nuoto del gamete maschile. Muschi a Valgioie, Val Sangone, Piemonte. Sporofito di un’epatica, Marchantia polymorpha. Il terreno e le rocce dei boschi di latifoglie e soprattutto di conifere sono spesso ricoperti da briofite, che si sviluppano in un ambiente umido e con scarsa luce. Frullania dilatata, epatica comune sui rami e sui tronchi d’albero. Sporofito di un muschio, Polytrichastrum formosum. Anteridio che produce gameti maschili ciliati, gli anterozoidi. Gametofito adulto di un muschio (Polytrichum sp.) con anteridi e archegoni. Archegonio maturo con un ovulo, fecondato da un anterozoide, che si trasforma nella prima cellula dello sporofito. spora opercolo Giovane gametofito di muschio, detto protonema, nato dalla germinazione di una spora. Vita Vegetale - I grandi gruppi L’urna dello sporofito si apre e disperde le spore. Sporofito in crescita sulla pianta madre. Sulla punta si mantiene la caliptra, parte superiore dell’archegonio. sporofito urna gametofito All’interno dell’urna dello sporofito alcune cellule si dividono per meiosi e formano spore. Sul ramo dove è avvenuta una fecondazione si è sviluppato uno sporofito, con una lunga seta e un’urna con caliptra. 17 Le diverse specie di briofite vivono per lo più sulla superficie delle rocce, sul terreno o sulle cortecce degli alberi. Alcune sono in grado di vivere sommerse nell’acqua di ruscelli e laghi. La presenza di acqua è un elemento fondamentale per lo sviluppo delle briofite, anche se esse riescono a superare “in quiescenza” periodi sfavorevoli di siccità di oltre 10 anni. Colonizzazione del margine della lingua glaciale di Solheimajokull (Islanda meridionale). Fontana nella città di Reykjavik (Islanda). I muschi sono i primi colonizzatori sia delle rocce laviche formatesi a seguito di un’eruzione vulcanica sia dei detriti mobili al margine dei ghiacciai. Copertura di muschi su cono vulcanico (Grabrokargigar, Reykholt, Islanda centro-meridionale). Muschi e altri vegetali su colata di lave “a corda” (Hallmundarhraun, Reykholt, Islanda centro-meridionale). I muschi che crescono sulla nuda roccia ne favoriscono la disgregazione e producono residui organici che favoriscono la crescita di altri vegetali. Polytrichum piliferum, muschio con foglioline lineari a punta biancastra che vive su suoli sabbiosi, anche asciutti. 18 Grimmia sp., muschio che vive su rocce e muri in pietra e calce. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Sphagnum warnstorfii, sfagno delle torbiere, dei bordi di ruscelli, laghi e sorgenti. Thuidium delicatulum, muschio caratterizzato da foglioline pennate che cresce nel sottobosco. I bordi di ruscelli e cascate, le rocce con stillicidio d’acqua, i pascoli alpini dove affiorano sorgenti o dove ristagnano acque sono luoghi ideali per la crescita e la riproduzione di molte briofite. Il terreno e le rocce dei boschi di latifoglie e soprattutto di conifere sono spesso ricoperti da briofite che si sviluppano in un ambiente umido e con scarsa luce. Muschi in un torrente alpino. Anastrophyllum minutum, epatica con foglioline disposte in due file, presente nelle torbiere, su suolo e rocce in brughiere e boschi. Philonotis seriata, muschio che vive presso sorgenti e corsi d’acqua. Alcune specie di briofite, gli sfagni, vivono in ambienti umidi e hanno una crescita illimitata del fusto. Mentre le piantine crescono verso l’alto, le parti sottostanti muoiono e si decompongono lentamente, formando accumuli di torba. Sphagnum compactum, sfagno che vive in torbiere, in paludi e al bordo di laghi. Muschi nella Faggeta del Monte Incudine, Corsica. Anomodon viticulosus, muschio con foglioline lanceolate lunghe fino a 3 mm che vive su rocce e tronchi. Le briofite nei climi temperati raggiungono solo pochi centimetri di lunghezza, ma spesso vivono per molti anni, accrescendosi e formando cuscinetti e tappeti. In molti ambienti i cuscinetti di briofite, espandendosi, creano le condizioni per l’insediamento di altre piante, come le felci e le piante a seme. Vita Vegetale - I grandi gruppi 19 Si portano l’acqua dentro: Le foglie delle pteridofite Dryopteris remota, felce di medie dimensioni che vive nei boschi. Piante vascolari = tracheofite Hanno tutte canali interni per la diffusione di liquidi e gas. Il loro corpo è formato da: Asplenium ruta-muraria, piccola felce delle fessure delle rupi. Polypodium vulgare, piccola felce dei boschi e delle rupi. le piante vascolari -radici -fusti -foglie Pteridofite Gimnosperme Angiosperme Gimnosperme Angiosperme Piante a seme = spermatofite Per la riproduzione sessuale producono: -ovuli -polline Dalla fecondazione dell’ovulo si forma il seme Piante a fiore = antofite Gli ovuli sono chiusi nel pistillo, formato da: - ovario - stilo - stigma Angiosperme I fiori delle angiosperme Ceterach officinarum, piccola felce dei muretti secchi. I legni delle gimnosperme Tetraclinis articulata, in commercio chiamata “tuia dell’Atlante”, è un piccolo albero del Nord Africa, oggi raro. Dalla base, ricca di polloni, cioè di fusti secondari, si ricavano lamine di radica, molto apprezzata in ebanisteria. Pinus palustris è un albero del Nord America il cui legname è venduto come “pitch-pine” ed è considerato uno dei migliori legni resinosi del mondo. 20 Taxus baccata può avere piccoli rami anche alla base del tronco: il legno che si forma in questi punti ha piccoli nodi evidenti e viene lavorato e venduto come “tasso radicato”. Pseudotsuga menziesii, in commercio col nome di “douglas”, è una pinacea del Nord America che produce tronchi alti e dritti, utilizzati per travi e parti di navi. Il legno si essicca perfettamente e viene usato anche per serramenti e rivestimenti. Nymphaea alba, pianta acquatica Aerides vandarum, orchidea con fiori grandi e vistosi. epifita con vistose radici aeree. Opuntia ficus-indica, pianta succulenta di probabile origine messicana. Gentiana asclepiadea, pianta erbacea di sottobosco. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Radici aeree di Monstera deliciosa Radici affioranti di Taxodium distichum Fusti erbacei lignificati di Phyllostachys aurea radici, foglie e fusti di ogni tipo Foglie pennate di Polypodium vulgare Foglie galleggianti di Pistia stratiotes Fusti appiattiti di Polygonum platycladum Fusti vecchi e giovani di Opuntia ficus-indica Foglie aghiformi di Larix decidua Foglie e brattea fiorale bianca di Arum maculatum Vita Vegetale - I grandi gruppi Foglie-trappola di Dionaea muscipula Foglie e brattee fiorali rosse di Guzmania minor 21 Piccole, grandi e anche arboree: le pteridofite Le pteridofite sono piante vascolari, perché hanno canali interni per il trasporto dei liquidi e dei gas. Hanno gli stomi, piccole strutture superficiali che permettono di regolare il flusso di gas e di liquidi. Si diffondono per dispersione di spore e, in alcuni casi, per distacco di gemme. Hanno alternanza di generazioni e il gametofito, generazione che produce le cellule sessuali, è sempre di piccole dimensioni. Lo sporofito, generazione che produce le spore, nasce sul gametofito ma diventa autonomo e ben visibile e in alcuni casi è di portamento arboreo. Il termine “pteridofite” indica oggi abitualmente un insieme botanico “di comodo”, che comprende tutti i gruppi di piante vascolari con spore. Psilotum sp. Lycopodium sp. Tmesipteris sp. Psilotofite Piante di piccole dimensioni: non sviluppano radici e non hanno vere foglie. Le spore si formano in sporangi fusi in grappoli di due o di tre. Sembrano simili alle piante vascolari del periodo Devoniano, ma recenti studi genetici le considerano piuttosto simili ad alcune felci, le Ophioglossales. È nota una decina di specie, per lo più tropicali. Selaginella sp. Licopodiofite Le foglie hanno un solo canale interno, non ramificato. Nel gruppo delle licopodiali le foglie sono Isoetes malinverniana disposte a spirale sul fusto e le spore si formano in coni. I gametofiti si nutrono grazie alla simbiosi con un fungo. Sono note circa 500 specie. Le foglie delle selaginellali hanno un’appendice, la ligula. I gametofiti si sviluppano all’interno delle spore. Sono note circa 700 specie. Le foglie delle isoetali sono simili a fili d’erba e la loro base protegge gli sporangi. Sono note circa 50 specie. Phyllitis scolopendrium 22 Felci Piante vascolari con spore, che hanno vere radici, vere foglie e venature interne. Ogni gametofito produce in genere cellule di entrambi i sessi. Alcune sono piccolissime, ma esistono anche specie che a maturità hanno portamento arboreo. Sono note oltre 20.000 specie. Equisetum telmateja Equisetofite Il fusto è formato da elementi separati da verticilli di sottili rami circondati da piccole foglie. Le spore si formano in coni. Sono note specie fossili del periodo Carbonifero, con fusti di grandi dimensioni. Alcuni studi accomunano questo gruppo di piante alle felci Marattiopsida. È nota una quindicina di specie. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Asplenium trichomanes, piccola felce diffusa su rupi e muri. Le foglie sono pennate e i sori sono coperti da un velo, l’indusio. Asplenium nidus, felce epifita dell’Asia tropicale. Le pteridofite R Non producono polline. R Non hanno fiori. R Non possono compiere la fecondazione senza la presenza di un velo d’acqua, che permette il nuoto del gamete maschile. R Non hanno molte barriere alla fecondazione mista, perciò si formano molto spesso ibridi tra specie affini. Il ciclo vitale delle pteridofite I rami di uno sporofito maturo producono milioni di spore, che si diffondono ovunque. Le spore che trovano condizioni favorevoli di umidità germinano e producono un piccolo gametofito, che sviluppa cellule sessuali. Con la fecondazione si forma un nuovo sporofito, che cresce fino a sviluppare foglie che producono sporangi. Negli sporangi avviene la meiosi e si producono nuove spore. Le spore resistono a lungo al secco e alla luce e possono germinare molto lontano dalla pianta madre. Sporangio maturo di felce, aperto. Giovane sporofito di felce, Osmunda regalis, con il suo protallo. Gameti maschili maturi liberati da un anteridio. Sporangio maturo che si apre e disperde le spore. Protalli maturi, sviluppati dalla germinazione di due spore. Entrambi hanno anteridi e archegoni. Fecondazione di un ovulo in un archegonio. Sporofito adulto di una felce (Polypodium sp.), con sporangi. Il protallo si riduce, mentre lo sporofito forma la prima foglia e le radici. Vita Vegetale - I grandi gruppi Pagina superiore del protallo, da cui emerge il nuovo sporofito, risultato della fecondazione. 23 Molte specie di pteridofite possono vivere soltanto in ambienti con scarsa illuminazione e con umidità costante nell’aria e nel terreno. Ambienti ideali sono le foreste tropicali, i boschi freschi, le pareti delle forre scavate dai torrenti. Rocce umide ricche di micro-habitat per le felci. Rupi colonizzate da Dryopteris affinis, felce di grandi dimensioni. Sottobosco con muschi e Polypodium vulgare, piccola felce di ambienti ombrosi. Forra di torrente: sulla parete a picco crescono rigogliosi cespi di Osmunda regalis, felce di grandi dimensioni. Sottobosco ombroso con Dryopteris remota. Alcune pteridofite vivono in ambienti assolati. Le loro foglie sono spesse e coriacee, rivestite di sostanze protettive. Alcune specie possono superare periodi più o meno lunghi di aridità o di gelo. Molte crescono tra le fessure delle rocce e nei muri, dove le radici sono più protette. Anfratto tra le rocce, con Asplenium septentrionale, piccola felce di ambienti soleggiati. 24 Fessura di rupe con Asplenium ruta-muraria, piccola felce di ambienti secchi. Fessura di roccia con Ceterach officinarum, piccola felce di ambienti soleggiati. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Alcune specie, in particolare le felci azollacee e salviniacee e alcune isoetes, vivono in acque dolci ferme o lentamente scorrenti. Azolla filiculoides, piccola felce acquatica galleggiante. Salvinia natans, piccola felce acquatica galleggiante. Isoetes malinverniana, pteridofita filiforme acquatica della pianura padana. Pteridium aquilinum, felce di grandi dimensioni che forma fitti popolamenti in ambienti aridi o paludosi. Le foglie sono due o tre volte pennate e si arrotolano al margine, nascondendo in parte i sori. Pteris vittata, felce di climi caldi sfuggita alla coltivazione e naturalizzata in Liguria. Vita Vegetale - I grandi gruppi Piccioli di Cibotium regale, rara felce messicana, ricoperti di soffici scaglie rossastre. Marsilea quadrifolia, pteridofita acquatica con foglie suddivise in quattro segmenti. 25 Stami, polline e ovuli da fecondare: Due grandi gruppi di piante vascolari sono caratterizzati dalla capacità di produrre semi: le gimnosperme e le angiosperme. Il seme è il risultato della fecondazione di un ovulo, cellula riproduttiva femminile. La fecondazione è compiuta dalle cellule maschili contenute nel granulo pollinico. le piante a seme Gimnosperme Angiosperme Il polline si forma nelle sacche polliniche, che maturano nei coni maschili delle gimnosperme e nelle antere delle angiosperme. Gli ovuli si formano tra le squame dei coni femminili delle gimnosperme e all’interno di un ovario nelle angiosperme. L’ovario delle angiosperme si trasforma in frutto. Ramo di pino con coni maschili, che producono polline (a), e giovani coni femminili (b), che dopo la fecondazione si trasformano in pigne. b Leccio (Quercus ilex): in dettaglio, infiorescenza maschile, con il polline (a), e fiore femminile (b), che a maturazione si trasforma in ghianda. b a a Il polline può essere disperso dal vento o trasportato da un fiore all’altro da animali impollinatori. Pinus halepensis 26 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Anemone nemorosa Deherainia smaragdina Hibiscus rosa-sinensis Dopo la fecondazione l’ovulo, nutrito dalla pianta che lo ha generato, si trasforma in seme. Il seme in genere è formato da: R un embrione, struttura che crescendo si trasformerà in una nuova pianta, R l’endosperma, tessuto che nutre l’embrione in crescita, R il tegumento, tessuto che forma il rivestimento protettivo del seme. Callistemon brachyandrus I semi vengono dispersi in molti modi e permettono alle diverse specie di colonizzare nuovi spazi. Pinus pinea Bulbocodium vernum Carex pendula Vita Vegetale - I grandi gruppi 27 Si riproducono sulle ali del vento: le gimnosperme Le gimnosperme sono piante vascolari, perché hanno canali interni per il trasporto dei liquidi e dei gas, quindi sviluppano radici, fusti e foglie. Sono piante a seme, perché si riproducono sessualmente con l’incontro di polline e ovulo. Hanno ovuli nudi, perciò la fecondazione avviene per contatto diretto tra polline e ovulo. Sono quasi tutte legnose e molte hanno portamento arboreo. Cycadofite Sono piante legnose, basse e con l’aspetto di una palma. Si riproducono con gameti maschili flagellati, come le pteridofite. Cycas revoluta Ginkgofite Comprendono una sola specie vivente, Ginkgo biloba, e molte specie fossili. Ginkgo biloba Conifere Comprendono le specie arboree più note e utilizzate per ornamento e per il legname pregiato, come i pini, gli abeti e i cedri. Le gimnosperme R Non hanno fiori, ma solo rametti fertili maschili, che producono il polline, e rametti femminili, i coni, che sviluppano gli ovuli. Rami maschili e rami femminili possono essere prodotti dallo stesso individuo, come nei pini, o da due piante diverse, come in Ginkgo e Cycas. R Non si diffondono per frammentazione, ma solo attraverso i semi. Pinus pinea Pigna di grandi dimensioni, legnosa. Il seme è uno dei più diffusi pinoli alimentari. Larix decidua Gnetofite Hanno caratteri riproduttivi molto simili a quelli delle piante a fiore. Ephedra, Gnetum e Welwitschia sono generi con aspetto molto differente tra loro. Ephedra sp. 28 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Il ciclo vitale delle gimnosperme Le gimnosperme diventano adulte dopo molti anni. I rami maschili producono il polline, che si disperde facilmente nell’aria e resiste alla disidratazione. La cellula fecondativa maschile esce dal granulo di polline soltanto se incontra un ovulo maturo. Dopo la fecondazione l’embrione cresce nutrito e protetto nell’ovulo, che si trasforma in seme. Cedrus atlantica, Conifere Pinaceae. Coni maschili e femminili. Le pigne hanno scaglie sottili e sono piccole e compatte. Pigna di Pinus lambertiana. Cycas revoluta , Cycadaceae. Esemplare femminile di una delle più antiche piante a seme viventi, originaria del Giappone. Macrozamia communis, cicadofita australiana. Esemplare femminile. Ramo di pino (Pinus sp.) con coni maschili. mitosi meiosi Microsporangio immaturo. Microspore derivate dalla meiosi. Granulo di polline, gametofito maschile. mitosi meiosi Squama con ovuli immaturi. Ramo di pino (Pinus sp.) con giovani coni femminili. Sezione di ovulo immaturo con la cellula che produrrà la macrospora. Macrospora che, con diverse mitosi, produce il gametofito femminile dentro all’ovulo. Il polline germina e libera il gamete maschile, che feconda l’oocellula. Seme maturo. Giovane pianta, nata da un seme. Vita Vegetale - I grandi gruppi Nell’ovulo che si trasforma in seme si sviluppa un embrione 29 Le gimnosperme appartengono a oltre 800 specie, raggruppate in una settantina di generi. In questo gruppo si trovano le piante più longeve, come alcuni Sequoiadendron giganteum e Pinus longaeva americani, e anche quelle più alte, come alcune sequoie, che raggiungono i 100 metri di altezza. Molte gimnosperme sono piante sempreverdi, con ricambio di foglie molto lento. Le foglie di alcuni pini vivono oltre 40 anni. Le uniche due foglie di una Welwitschia sono perenni e di crescita illimitata. Pinus pinaster Pino marittimo, con le tipiche foglie aghiformi e i piccoli coni maschili. Pinus pinaster, conifera diffusa in Europa. Esemplare su dune marine. Larix decidua Il legno di larice europeo, come quello di molte altre conifere, viene molto utilizzato. Taxus baccata Il tasso produce piccoli coni femminili con rivestimento rosso, carnoso, simili a bacche. Il seme è velenoso. Pinus pinaster Pigne di medie dimensioni, legnose, a gruppi sui rami. 30 Welwitschia mirabilis, gnetofita africana. Giovane esemplare in vaso. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Pinus cembra Il pino cembro è una conifera tipica delle zone alpine. Larix decidua Il larice ha pigne piccole, poco consistenti e numerose. Pinus laricio Il pino laricio ha pigne corte e molto legnose. Pseudotsuga menziesii L’abete di douglas ha pigne piccole e leggere, con sottili brattee triforcate. Vita Vegetale - I grandi gruppi Paesaggio alpino con conifere arboree in primo piano. Picea excelsa Il peccio o abete rosso ha pigne grandi, allungate e leggere. Pinus lambertiana Pino dell’America Settentrionale, ornamentale. Ha pigne legnose, grandi e allungate. 31 Piante a fiore: Liriodendron tulipifera, albero americano con fiore completo primitivo, dicotiledone. le angiosperme Le angiosperme sono piante vascolari perché vivono con la fotosintesi clorofilliana e hanno veri canali interni per la diffusione dei liquidi e dei gas, come le pteridofite e le gimnosperme. Sono piante a seme perché dall’incontro di polline e ovulo si forma un seme, come nelle gimnosperme. Sono dette “piante a fiore” perché producono i fiori, strutture più o meno complesse che controllano la fecondazione e nutrono e proteggono le cellule riproduttive. Le angiosperme a maturità hanno in genere il corpo formato da radici, fusto, foglie e fiori. Bletia hyacinthina, orchidea asiatica, monocotiledone. Le angiosperme dominano gli ambienti terrestri da circa 100 milioni di anni. Sono note oltre 260.000 diverse specie di angiosperme, suddivisibili in due grandi categorie e in alcune categorie minori. Angiosperme dicotiledoni: Angiosperme monocotiledoni: il seme si divide in due parti, le foglie il seme non si divide, le foglie hanno in genere venature ramificate. hanno in genere venature parallele. Comprendono specie arboree, come querce e Comprendono, tra l’altro, le graminacee, pioppi, e specie erbacee. le palme, le orchidee. Rosa gallica 32 Lilium bulbiferum Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Le angiosperme sono le uniche piante che producono i fiori, rami specializzati per la riproduzione sessuale. I fiori, formati da uno o più pistilli e dalle strutture riproduttive maschili, gli stami, possono essere completati e protetti da sepali, petali, nettari e ghiandole odorose. Esistono migliaia di tipi diversi di fiori: i più vistosi sono quelli che attirano gli animali impollinatori. Pianta femminile di Bryonia dioica, con bacche mature. Fiore femminile di zucchino: non produce gli stami e il lungo ovario si trasforma in un frutto carnoso. Fiori fecondati di limoni: i petali sono caduti e a maturità si staccherà anche il lungo stilo. Formazione di un granulo di polline attraverso la meiosi e successive mitosi. Polline in formazione in un’antera. Pianta adulta di angiosperma Fiore completo, con stami, che producono il polline e un pistillo, che produce gli ovuli all’interno di un ovario. Nuova pianta, che si sviluppa dall’embrione di un seme maturo. Vita Vegetale - I grandi gruppi Molte specie di angiosperme formano fiori incompleti, che possono essere: P senza petali P senza sepali P senza stami (fiori solo femminili) P senza pistillo (fiori solo maschili) Frutto maturo. Doppia fecondazione: un granulo di polline raggiunge un pistillo, germina e produce il tubulo pollinico. Dal polline escono nuclei che fecondano l’ovulo e il tessuto circostante. Ogni ovulo fecondato diventa un seme maturo. Ogni seme contiene un embrione. L’ovulo fecondato si trasforma in seme, con un embrione e tessuti di riserva. Ovulo in formazione nell’ovario. Formazione di un ovulo maturo attraverso la meiosi e successive mitosi. 33 Il pistillo, parte femminile del fiore, permette alla pianta di regolare la germinazione del polline e di bloccare l’ingresso di pollini di altre specie. Il polline resiste a lunghi viaggi aerei e, in genere, germina, cioè si apre, solo quando entra in contatto con un pistillo della propria specie. In alcuni casi un pistillo accetta il polline di una specie diversa, così si forma un esemplare ibrido. Con la ricombinazione del patrimonio genetico degli ibridi possono formarsi nuove specie. In alcuni casi gli ovuli si trasformano in seme anche in assenza di polline. Piante a fiore = antofite Gli ovuli sono chiusi nel pistillo, formato da: - ovario - stilo - stigma Angiosperme Fiore in boccio di fagiolini, formato da sepali, petali, stami e pistillo. Malvaviscus arboreus, Malvaceae, Sud America. Gli stami avvolgono lo stilo e sporgono vistosamente dalla corolla. Fiore fecondato di fagiolini: petali e stami sono caduti, l’ovario diventa frutto. Albizia julibrissin forma gruppi di fiori senza petali e con lunghi stami vistosi. 34 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Sphaeralcea umbellata, Malvaceae, Messico. Aristolochia grandiflora, Aristolochiaceae, Caraibi. Leycesteria formosa, Caprifoliaceae, Himalaya. Nymphaea alba, Nymphaeaceae, Europa e Asia. fiori di ogni forma e di ogni colore Hohenbergia stellata, Bromeliaceae, Brasile. Vita Vegetale - I grandi gruppi Choisya ternata, Rutaceae, Messico. Asimina triloba, Anonaceae, Nord America. 35 Tracce fossili di vita vegetale: testimonianze di un passato remoto Come la Terra diventò verde Gli scienziati oggi ritengono che dalla comparsa della prima forma di vita sulla Terra ad oggi siano trascorsi circa 3 miliardi di anni. In questo lungo tempo l’atmosfera di questo pianeta, dapprima non adatta alla vita, è cambiata notevolmente. L’ossigeno liberato dai primi vegetali acquatici con la fotosintesi clorofilliana ossidò i minerali dell’oceano. In seguito l’ossigeno si diffuse nell’aria favorendo la diffusione di una moltitudine di organismi vegetali e animali che lo utilizzano per le loro funzioni vitali. Una parte dell’ossigeno liberato formò nell’atmosfera uno strato di ozono (O3), gas che blocca la penetrazione dei raggi ultravioletti nocivi alla vita. L’ossigeno libero contribuì anche a disgregare le rocce, rendendo disponibili maggiori quantità di sali minerali per la vita vegetale. La decomposizione degli organismi e dei loro scarti diede anche origine, dove il clima era idoneo, alla formazione di suoli più o meno fertili e permise la diffusione dei vegetali su tutto il pianeta. I vegetali vissuti in passato che hanno lasciato residui e tracce fossili mostrano come i diversi gruppi si siano formati in tempi successivi, diffondendosi ovunque. Precambriano (dall’origine della Terra, da 4.600 a 542 milioni di anni fa) I primi organismi con clorofilla, simili agli attuali cianobatteri, lasciarono tracce della loro attività vitale in rocce biosedimentarie chiamate stromatoliti e iniziarono a liberare ossigeno nell’aria. Associazione stromatolitica (cianoficee, coccoliti, oncoliti) Bolivia, Cochabamba Precambriano 36 Le stromatoliti sono rocce del Precambriano che presentano una laminazione più o meno distinta e, sulla base di forme attuali simili che vivono in Australia, sono state interpretate come strutture sedimentarie di origine organica prodotte dall’attività vitale di cianobatteri. Sezione di stromatolite: sulla superficie sono attivi cianobatteri e alghe verdi, mentre negli strati sottostanti possono vivere solo microbi anaerobi. Sezione di stromatolite attiva: di giorno i cianobatteri crescono formando filamenti verticali, mentre con il buio i filamenti crescono in orizzontale e inglobano minerali che sedimentano. La roccia cresce in verticale, a strati. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Paleozoico (da 542 a 251 milioni di anni fa) I vegetali cominciarono a colonizzare le terre emerse alla fine del Cambriano, sviluppando caratteri idonei alla vita subaerea, tra cui una cuticola protettiva più o meno complessa. Nel Siluriano erano presenti alghe e funghi acquatici. Alcuni di questi organismi si unirono in simbiosi e diedero origine a nuove forme di vita in grado di vivere al margine delle pozze d’acqua. Comparvero anche vegetali simili alle briofite e altri simili alle pteridofite più antiche, i licopodi. Nel Devoniano sulla terraferma si formarono foreste di piante con spore, dotate di canali per la circolazione dei liquidi. Nel Carbonifero molte pteridofite erano arboree e, assieme alle prime piante a seme, simili ad alcune gimnosperme attuali, formarono foreste che, per particolari situazioni ambientali, si trasformarono in enormi giacimenti di carbone fossile. Nel Permiano predominarono le piante a seme, ma al termine di questo periodo quasi il 90% delle specie viventi scomparve e la biosfera si rinnovò completamente. Moresnetia zalessckyi Belgio, Dinant, Vallée del Bocq Devoniano Superiore Sphenopteris nummularia e Cordaites sp. Germania, Reden, Landweiler Carbonifero Rhynia sp., pianta fossile del Devoniano medio, scoperta in Scozia agli inizi del Novecento. Ha fusti eretti lunghi alcuni decimetri e porta coni di spore. È considerata una tra le più primitive forme di piante terrestri. Pecopteris permica Germania, Mainz, Sobernheim Permiano Inferiore Vita Vegetale - Tracce fossili Lepidodendron sp. Olanda, Kerkrade, Gruhe Laura Carbonifero Superiore Neuropteris ovata e Sphenophyllum sp. Germania, Saarbrücken, Göltelborn Carbonifero Tietea sp. Brasile, Brasilia Permiano 37 Alla conquista dell’aria Il polline, sviluppato nelle gimnosperme primitive nel Paleozoico, si rivelò un mezzo importante per la diffusione delle piante terrestri. Il polline è una struttura durevole, compatta e leggera che protegge la cellula fecondativa maschile nel suo viaggio per raggiungere l’ovulo, cellula riproduttiva femminile. Soltanto due gruppi di piante producono polline: le gimnosperme e le angiosperme. Mesozoico (da 251 a 65,5 milioni di anni fa) Nel Triassico il clima della Terra era in prevalenza caldo e secco e le terre emerse erano colonizzate da foreste di alberi simili alle attuali gimnosperme. Nel Giurassico, periodo di massima differenziazione e diffusione dei grandi dinosauri erbivori, predominavano gimnosperme Cicadofite e Ginkgofite ed erano diffuse anche le conifere. Più di cento milioni di anni fa tra le piante terrestri si svilupparono anche specie caratterizzate dalla presenza di ovuli protetti all’interno di un pistillo e comparvero le prime piante a fiore. Il pistillo, presente solo nelle angiosperme, permette alla pianta di bloccare la germinazione dei pollini di altre specie, presenti numerosi nell’aria. I fiori, formati da uno o più pistilli e dalle strutture riproduttive maschili, gli stami, si svilupparono in migliaia di forme diverse, completati e protetti da sepali, petali, nettari e ghiandole odorose. Molte forme fiorali permisero lo sviluppo di nuovi legami con il mondo animale e favorirono il trasporto selettivo dei pollini e la dispersione dei semi. Poiché i meccanismi di fossilizzazione favoriscono la conservazione di parti dure e coriacee, molti tipi di fiori, privi di parti fibrose, non hanno lasciato tracce fossili. Nel Cretaceo le piante a fiore si diffusero sulle terre emerse e si differenziarono, attivando nuovi rapporti con gli animali, in particolare gli insetti. Zamites distans Germania, Kulmbach, Pechgraben Giurassico Inferiore Foglia simile a Credneria sp. Germania, Quedlinburg Cretaceo Tempskya varians Repubblica Ceca, Rakovnik, Rynholec Cretaceo Superiore 38 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Cenozoico (da 65,5 milioni di anni fa a oggi) All’inizio scomparvero diverse forme di gimnosperme, mentre le piante a fiore svilupparono forme arboree di grandi dimensioni e piante erbacee che formarono le prime praterie. L’espansione e la differenziazione delle angiosperme favorì lo sviluppo di nuove nicchie alimentari, in particolare per mammiferi erbivori e uccelli granivori. Nella fase finale del Cenozoico l’alternanza di periodi glaciali e interglaciali trasformò ripetutamente i paesaggi e le flore dei diversi continenti. Nell’epoca attuale le attività umane si intensificarono e, attraverso l’agricoltura e il commercio, molte specie vegetali vennero selezionate e diffuse tra le civiltà dei diversi continenti. Platanus leucophylla Germania, Hohenkammer, Unterwohlhach Neogene, Miocene Medio Cinnamomum sp. Germania, Balzhausen, Kirrberg Neogene, Miocene Medio Populus latior Germania, Hohenkammer, Unterwohlhach Neogene, Miocene Medio Liquidambar europaea Germania, Marktl/Inn, Gumpersdorf Neogene, Miocene Medio Pinus hampeana Piemonte, Torino, Levone Canavese, Ca‘ Viettone Neogene, Pliocene Inferiore Trapa cfr. heeri Piemonte, Vercelli, Buronzo Neogene, Pliocene Medio Juglans bergomensis Piemonte, Vercelli, Buronzo Neogene, Pliocene Medio Vita Vegetale - Tracce fossili 39 I vegetali e l’ambiente: conservare la biodiversità Le comunità di viventi si trasformano in continuazione La colonizzazione di nuovi territori da parte delle diverse specie è un fenomeno naturale, regolato dal clima e dalla disponibilità di cibo e di spazio vitale. Molti vegetali vengono diffusi in modo volontario o accidentale con l’agricoltura e con il trasporto di merci. La maggior parte delle piante è adatta a vivere in un solo tipo di clima e non sopravvive o non può riprodursi in climi diversi. Molte specie di piante spontanee, in particolare quelle a ciclo vitale brevissimo e quelle di più recente formazione hanno alte potenzialità di diffusione. Le piante di climi caldi possono essere coltivate in aree più fredde con particolari protezioni, come le serre, ma in genere non sfuggono alla coltura e non inquinano la flora locale. Fritillaria involucrata, bulbosa endemica delle Alpi Occidentali, oggetto di raccolte distruttive. La conservazione della biodiversità, che comprende la salvaguardia dei differenti ambienti e delle singole specie che in essi vivono, è indispensabile per mantenere la ricchezza degli ecosistemi dell’intero pianeta. Le leggi di tutela impediscono da diversi anni la raccolta dei fiori più vistosi, ma soltanto leggi ambientali più complete possono proteggere veramente gli ecosistemi. Fronde di Epiphyllum sp., cactacea epifita, che ha trovato un microclima ideale tra le basi fogliari delle palme del porto di Rapallo. Tavolato calcareo con piccole pozze effimere (Sicilia, Lampedusa). Torrente alpino (Spagna, Picos de Europa). Lobaria amplissima, lichene scomparso da molte zone in Italia a causa dell’inquinamento. 40 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Alcune minacce alla biodiversità naturale Ambienti terrestri di pianura: pratiche agricole, meccanizzazione delle colture, diffusione di piante invasive, impiego di diserbanti chimici. Ambienti acquatici e palustri: prosciugamento stagionale, inquinamento da concimi, pesticidi, scarichi urbani e industriali, dispersione delle acque industriali calde, inquinamento volontario o casuale con immissione di organismi estranei. Ambienti di montagna: diffusione di specie concorrenti, distruzione del manto vegetale, raccolta indiscriminata delle specie a più lenta crescita, inquinamento atmosferico. Alcune piante hanno alta capacità di diffusione, come il fico d’India (Opuntia ficus-indica), cactacea americana importata in molte regioni a clima caldo, che si riproduce facilmente per talea, una semplice frammentazione dei rami, e colonizza vasti territori. Le piante coltivate e le esotiche che sfuggono alla coltura possono cambiare l’aspetto dei paesaggi di montagna, danneggiando a volte i delicati equilibri dell’ecosistema. Gentiana asclepiadea, pianta erbacea dei boschi montani, che può essere danneggiata dalla raccolta. In alcune regioni italiane, come la Liguria, molte piante esotiche di climi caldi coltivate per ornamento sfuggono alla coltura e si inseriscono nel territorio. Molte composite colonizzano velocemente terreni smossi, come i campi abbandonati e i margini stradali. Le specie che producono molti semi e li maturano in periodi diversi da quelli delle piante locali si diffondono meglio di altre. Aster novi-belgi, importato dall’America come pianta ornamentale, diffonde i semi in autunno. Nannufaro (Nuphar luteum), pianta acquatica rara. Impatiens balfourii, pianta annua ornamentale dell’Himalaya che si diffonde nel sottobosco grazie all’abbondante produzione di semi. Vita Vegetale - Conservare la biodiversità 41 Risorse vegetali: aria, acqua, calore, utensili Anche nell’era della tecnologia la vita degli esseri umani sulla Terra dipende dall’attività vitale dei vegetali, che modificano in continuazione aria, acqua e terreno e producono risorse per ogni altro essere vivente. Ambiente montano (Spagna, Asturias). Per assorbire sali dal terreno le piante devono assorbire anche molta acqua e poi traspirare. Nei boschi e nei prati il passaggio dell’acqua dal terreno all’aria, regolato attivamente dai vegetali, è più uniforme nel tempo e le condizioni ambientali sono migliori rispetto agli ambienti con scarsa vegetazione. L’ossigeno gassoso è un prodotto di scarto della fotosintesi clorofilliana. I vegetali delle acque e della terraferma mantengono da millenni l’atmosfera della Terra respirabile e non dannosa. Scogliera sull’oceano (Spagna, Asturias). Lo sviluppo di ogni civiltà è caratterizzato dalla capacità di utilizzare al massimo le caratteristiche dei diversi tipi di vegetali spontanei e di coltivare piante di climi diversi. L’illustrazione botanica è da sempre uno strumento fondamentale per presentare le nuove scoperte e per insegnare le caratteristiche dei diversi vegetali. I testi botanici del passato contengono documentazioni scientificamente valide, ma anche illustrazioni di fantasia, frutto di leggende o di distorsione della realtà. Sono un esempio l’albero del grano (Ulisse Aldrovandi, Monstrorum historia, Bologna, 1642), l’albero della pecora e il piccolo drago che nasce nel seme dell’albero del drago (tavole di Mathia Meriano, in Jonstonus Joannes, Historiae naturalis de arboribus et plantis, libri X, Francoforte, 1768-69, tomo II). tra fantasia e realtà Le tavole relative alle piante utili delle Indie Orientali, opera dell’inizio del Seicento dei fratelli de Bry, sono un esempio di presentazione di piante esotiche utili. Scena di vita che presenta le tecniche agricole indigene: l’incendio del bosco, l’aratura, la semina, l’incendio dei residui della coltivazione (tav. XIV, parte VI, Icones, 1603). 42 Scena di vita indigena: abiti, reti per la pesca, navi, costruzioni, utensili e oggetti vari sono in gran parte prodotti con risorse ricavate dai vegetali (tav. II, parte IV, Icones, 1601). Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Tonnellate di cellulosa, uno dei principali componenti delle cellule vegetali, vengono utilizzate ogni anno per la produzione di carta, di materie plastiche e di prodotti chimici vari, come colle e vernici. Il legno e i carboni possono essere bruciati per ottenere luce, calore o energia per il movimento di macchinari. Larix decidua, Gimnosperme, Pinaceae Legno duro, compatto, resinoso. Usi: edilizia, nautica. Betula pendula, Angiosperme, Betulaceae Legno tenero ma poco durevole. Usi: giocattoli, carta. Foglia di palma (Hyphaene sp.) Da molte palme si ricavano fibre per stuoie, ceste, funi. I semi di Hyphaene sono duri come avorio. Kapok (Ceiba pentandra) I semi del kapok sono circondati da corte fibre di cellulosa, utilizzate per imbottiture. I legni delle specie arboree e arbustive hanno caratteristiche tecniche diverse e possono essere utilizzati per impieghi svariati, come la costruzione di abitazioni e navi, ma anche per la realizzazione di utensili di ogni tipo, come mobili, attrezzi, strumenti musicali, giochi. Le fibre ricavate dai fusti di alcune piante erbacee, come il lino e la canapa, servono per produrre filati, ceste e cordami. Le sottili fibre che proteggono alcuni semi, come quelli del cotone e del kapok, possono essere utilizzate per produrre filati e imbottiture perché sono formate da cellulosa pura. Carta di ogni tipo viene utilizzata per la produzione di libri. Cotone (Gossypium sp.) Alcune specie di Gossypium sono coltivate per i lunghi filamenti che circondano i semi. Canapa (Cannabis sativa) Le fibre sono idonee a molti usi, tra cui la tessitura e la produzione di pannelli isolanti. Il legno e i materiali vegetali fibrosi fossili possono essere bruciati per ricavare energia. I materiali fossili più recenti come la torba (1) e la lignite (2) sviluppano meno calorie durante la combustione, mentre quelli più antichi, formatisi nel periodo Carbonifero, come il litantrace (3) e l’antracite (4), contengono meno acqua e sono combustibili migliori. 1 2 3 4 Vita Vegetale - Risorse vegetali 43 Risorse vegetali: dolcezze e scorte alimentari In base al clima e alla disponibilità di nutrienti, la maggior parte dei vegetali può crescere in modo illimitato e produrre abbondanti sostanze di riserva, accumulate in organi di resistenza, come i tuberi, o nelle parti riproduttive, come i frutti e i semi. I vegetali sono fondamentali per le reti alimentari di ogni ambiente, innanzitutto per la produzione di zuccheri e polisaccaridi, come l’amido e la cellulosa, ma anche per la produzione di proteine, grassi, vitamine e per l’accumulo di oligoelementi preziosi per gli organismi che se ne nutrono. Frumento [Triticum spp.] Gruppo di graminacee coltivate da migliaia di anni per la produzione di semi alimentari. Le diverse specie e varietà di frumento oggi coltivate derivano da specie selvatiche selezionate fin dall’antichità per la capacità di trattenere più a lungo il seme maturo sulla spiga. Questo ne facilita la raccolta. Col tempo sono state prodotte varietà più ricche in proteine e con caratteristiche migliori per i diversi usi alimentari. La capacità di produrre sostanza vivente in eccesso è vantaggiosa per molte piante, perché le risorse alimentari ben evidenti, come il nettare profumato di un fiore o la polpa vistosa di un frutto attirano animali che diventano involontari trasportatori di pollini e di semi maturi. Noce del Brasile [Bertholletia excelsa] Grande albero brasiliano coltivato per il legname e per i semi ricchi di oli e proteine, utilizzati nell’alimentazione e in cosmetica. Pino da pinoli [Pinus pinea] Gimnosperma arborea mediterranea coltivata per i semi, commestibili e ricchi di olio, proteine, fibre alimentari. Per uso alimentare vengono anche raccolti i semi di diverse altre specie di pini. Alghe essiccate per uso alimentare. Guanacaste [Enterolobium cyclocarpum] Leguminosa arborea del Centro e Sud America. Ha frutti nutrienti. L’abbondante fogliame è usato localmente per alimentare il bestiame. 44 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Amidi, zuccheri, grassi, proteine e vitamine sono la base della nostra alimentazione e si trovano in misura diversa nelle diverse parti dei vegetali: usi tradizionali e conoscenza scientifica permettono all’uomo di utilizzare al meglio i vegetali come fonte diretta di cibo o per l’alimentazione del bestiame. Olivo [Olea europaea] Oleacea arborea spontanea nell’area mediterranea. Coltivata fin dall’antichità in varietà che producono frutti da cui si ricava un olio commestibile molto pregiato. Pleuroto [Pleurotus columbinus] Fungo a lamelle commestibile di facile coltivazione. Questa e alcune altre specie di funghi saprofiti sono estesamente coltivati in alcuni Paesi, come la Cina, da centinaia di anni. È necessario introdurre con cautela vegetali esotici nell’alimentazione, perché nel corso del tempo le popolazioni si adattano al cibo tradizionale e possono manifestarsi allergie o l’incapacità genetica di metabolizzare vegetali inconsueti. Milpesos, Patauà [ Jessenia bataua] Palma del Sud America. Raggiunge i 25 metri di altezza. Dai suoi semi si ricava una bevanda dolce ed energetica, ricca di proteine. I semi contengono un’alta quantità di olio commestibile di ottima qualità, molto simile all’olio di oliva, ricco di acidi grassi insaturi. Le fibre delle foglie sono usate per produrre cordami e tessuti. Le illustrazioni presentano alcune piante utili coltivate o spontanee in Asia (Johann Theodore & Johann Israel de Bry, 1601, Indiae Orientalis, vol. IV). Alghe brune, vegetali che possono essere utilizzati in particolare per concimare i coltivi, ma anche come cibo per il bestiame e come fonte di iodio (tav. X). Banano, il cui frutto veniva chiamato “fico d’India”, palma da cocco, di cui si usano i frutti e le parti fibrose, palma areca, di cui le popolazioni locali masticano i semi, che contengono alcaloidi stimolanti (tav. XI). Datteri, ananas e mango, frutti esotici ampiamente coltivati e diffusi sui mercati mondiali (tav. XIV). Vita Vegetale - Risorse vegetali 45 Risorse vegetali: veleni, farmaci, aromi e spezie Oltre agli elementi strutturali, come zuccheri, grassi e proteine, molti vegetali producono sostanze chimiche che hanno diversi effetti sugli organismi animali e sull’uomo. Colori, sapori e profumi rappresentano il linguaggio dei vegetali e in molti casi servono a respingere i nemici o attirare possibili collaboratori. L’esatta conoscenza delle specie botaniche e del corretto utilizzo delle loro proprietà sono tra i saperi più antichi, un patrimonio culturale da approfondire e diffondere per il benessere di tutta l’umanità. Qualche sostanza è tossica per l’uomo e innocua per alcuni animali, che hanno metabolismo diverso. La stessa sostanza, in dosi e con modalità diverse, può essere curativa o velenosa, come l’estratto di digitale o quello di belladonna. Alcune sostanze prodotte dai vegetali influiscono sul funzionamento del sistema nervoso. Sonniferi, calmanti, antidolorifici e stimolanti vegetali sono utilizzati in ogni parte del mondo per la vita quotidiana. Le sostanze stimolanti e stupefacenti provocano alterazioni del metabolismo e modificano la percezione della realtà. I prodotti di origine vegetale non sono meno dannosi dei prodotti di sintesi. Alcol, caffeina e nicotina sono derivati vegetali stimolanti di largo uso che possono danneggiare l’organismo e creare dipendenze. La nicotina è una sostanza che protegge la pianta che la produce, il tabacco, dagli insetti. Colorín [Erythrina coralloides] Fabacea arbustiva messicana coltivata in tutto il mondo per i suoi fiori rossi ornamentali. I suoi semi, rossi e brillanti, sono molto velenosi perché contengono un alcaloide che paralizza i centri nervosi. La corteccia è utilizzata per avvelenare animali nocivi. Letharia vulpina Lichene fruticoso epifita diffuso nelle Alpi. Usato in passato per preparare bocconi avvelenati per lupi e volpi. È tossico anche per l’uomo. Haba de San Ignacio [Hura polyandra] Euforbiacea arborea del Centro e Sud America. Il latice che sgorga dal tronco è caustico e produce infiammazioni alla pelle. Nel Centro America è utilizzato per intontire i pesci e facilitarne la cattura. I semi sono velenosi e sono usati localmente per avvelenare i cani selvatici. In Messico vengono impiegati in piccole dosi come lassativo, ma questo uso è molto pericoloso. Le illustrazioni presentano alcune spezie coltivate o spontanee in Asia (Johann Theodore & Johann Israel de Bry, 1601, Indiae Orientalis, vol. IV). Pepe cubebe (pimenta del rabo) e tamarindo (assa), di cui si usano i frutti (tav. XV). Cassia fistula (cassia solutiva), da cui si ricavano purganti, cannella di Giava (canella do mato), di cui si utilizza la corteccia, fortemente aromatica (tav. XVII). Infruttescenza del pepe di Giava e parti basali di Costus indicus (pucho), calamo aromatico (diringuo) e zerumbet (canior), da cui vengono estratte spezie di forte sapore (tav. XX). 46 Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Le spezie sono sostanze contenute in alcuni vegetali che, in piccole dosi, possono essere utilizzate per insaporire il cibo, rendendolo più gradevole e migliorandone la digeribilità. Le sostanze contenute in alcune spezie uccidono i microbi o ne rallentano la crescita, perciò aiutano a conservare i cibi. Molte spezie e sostanze stimolanti sono ricavate da piante che vivono solo in climi caldi e habitat particolari, perciò la loro diffusione è stata alla base di viaggi di esplorazione, commerci e lotte di conquista. Le sostanze aromatiche possono essere diffuse in tutta la pianta, ad esempio nelle foglie o nella corteccia, accumulate soltanto negli organi di riserva, come i rizomi, o prodotte in strutture stagionali, come le gemme, i frutti e i semi immaturi. Fungo delle betulle [Piptoporus betulinus] Fungo legnoso. E’ parassita delle betulle e le danneggia fino a portarle a morte. La pellicola superficiale è simile al cuoio e veniva usata per affilare i rasoi. La polpa, asciutta e finissima, serviva in passato per trasportare il fuoco e per fissare gli spilli dei collezionisti di insetti. Contiene resine usate contro i vermi parassiti, oli antibiotici e un potente lassativo, l’acido agarico. L’uomo del Similaun, mummia alpina di 5.000 anni fa, ne aveva un frammento con sé. Courbaril o Coppale [Hymenaea courbaril] Fabacea arborea del Centro e del Sud America. La resina che essuda in abbondanza dal fusto è usata come incenso e per la produzione di ornamenti. I succhi sono usati nella medicina sudamericana come antimicrobico. L’ambra fossile del Sud America venne prodotta da alberi simili a questo. Vita Vegetale - Risorse vegetali Lichene islandico [Cetraria islandica] Lichene fruticoso terricolo comune, che contiene sostanze nutrienti, mucillagini emollienti e sostanze antibiotiche. Pepe rosa [Schinus terebinthifolius] Piccolo albero sempreverde dioico del Sud America. Coltivato in Sud America e in molte altre regioni come pianta ornamentale. Le bacche essiccate hanno un aroma molto leggero, non sono piccanti e sono utilizzate per decorare i cibi, da sole o mescolate alle bacche di altre specie di pepe. La bacca cruda può essere irritante. 47 Risorse vegetali: vegetali ornamentali Fiori freschi e fiori secchi Molte piante vascolari sono coltivate per il loro valore ornamentale. Alcuni frutti e infiorescenze sono usati in composizioni ornamentali durevoli perché sono poveri di acqua e ricchi di fibre. Alcune infiorescenze, come quelle delle graminacee, sono utilizzate al naturale, mentre le parti di alcuni frutti, come le piccole zucche o il guscio di frutti esotici, sono preparate e vendute in composizioni con nomi di fantasia. Banksia hookeriana Briza maxima Cotyledon orbiculata, Crassulaceae, Sud Africa. 48 Papaver sp. Blethia hyacinthina, Orchidaceae, Asia orientale. Carthamus tinctorius Medinilla magnifica, Melastomataceae, Filippine. Museo Regionale di Scienze Naturali - Torino Via G. Giolitti, 36 - 10123 Torino www.regione.piemonte.it/museoscienzenaturali € 5,00