Santuario di N.S. di Castro
Santuario di N.S. di Castro
I testi sono tratti dal libro "N.S. di Castro", a cura dell'Associazione Culturale Archeologica e
Turistica "Su Furrighesu", edizioni Adrastea, guida 3, 2004.
Come arrivare
Dalla strada statale Sassari-Olbia, dopo il bivio per Ozieri, fatti alcuni chilometri, sulle colline
dietro cui fanno da scenario i monti del Limbara, si staglia la Chiesa, circondata da mura e
muretti che racchiudono i resti dell'antico centro. Il recinto murato ricorda il castrum romano,
Lugdonec, anche se posto più sotto, avamposto fortificato dell'organizzazione territoriale
dell'occupazione romana. Se invece si viene da Olbia, superato il bivio per Oschiri, bisogna
prestare attenzione alla segnaletica, ben visibile prima di superare il piccolo passo che apre sul
campo di Ozieri. Lasciata l'auto nell'ampio posteggio, si accede al piccolo complesso, costituito
dalla chiesa romanica, le cumbessias, i resti di una larga scala, un edificio a due piani, detto la
casa dei religiosi. Sulla sinistra, prima del cancello, si possono notare, murati, i resti di un betilo
nuragico, che già ci dice come il sito sia stato di antichissima frequentazione. Solo a partire dal
1162 è documentata l'esistenza della diocesi di Castro, sicuramente però assai più antica.
L'attuale chiesa Cattedrale "N.S. di Castro" è testimone superstite di lunghe vicende storiche,
del modo di costruire romanico, dunque vero e proprio monumento da conservare e
salvaguardare. S.E. Giuseppe Pittau, segretario della Congragazione per l'educazione cattolica,
è oggi il vescovo titolare di Castro.
1/3
Santuario di N.S. di Castro
La Storia
Probabilmente già in epoca bizantina nei territori che possiamo identificare in quelli attuali di
Monte Acuto e Goceano fu preposto un Vescovo per la gestione pastorale. La sede fu Castro,
ampliamento di un importante castrum romano, a mezza via fra Olbia e Turris Libysonis,
identificato in
Lugdonec
, menzionato nell'
Itinerarium Antonini
e di cui esistono ancora resti delle mura difensive. Solo però a partire dal secondo secolo del
secondo millennio e precisamente nel 1162 - come attesta Mons. Francesco Amadu l'esistenza della Diocesi di Castro e del suo Vescovo è documentata, nell'atto in cui Attone,
frate camaldolese che resse la diocesi dal 1162 al 1176, consacrò la Chiesa di S. Maria di
Aneleto e nel 1168 quella di S. Demetrio in Oschiri. Nel 1174, una Cronaca logudorese,
conservata nell'archivio capitolare di Alghero, nel documentare la consacrazione della Chiesa di
S. Antioco, menziona anche la consacrazione di altre chiese della Provincia Turritana, tra cui la
cattedrale di Castro, da parte di un legato pontificio. La Chiesa Cattedrale di N.S. di Castro è
senz'altro precedente, sia per i suoi caratteri stilistici e costruttivi, coevi alla Chiesa di Ardara,
sia perché archetipo di chiese già consacrate ed esistenti prima di questa data. Come hanno
scritto diversi autori, nell'atto di consacrazione della Chiesa della SS. Trinità di Saccargia, del
1116, figura un Vescovo di Castro, di cui non viene citato però il nome e già quasi mezzo
secolo prima, come asserisce il Fara, risulta che Mariano I, giudice di Torres, abbia iniziato la
costruzione della Chiesa Cattedrale di Castro. Papa Giulio II, nel 1503, con una bolla,
soppresse la Diocesi che fu inglobata nella diocesi di Alghero. Da notare che Giulio II, papa
discusso e temuto, protettore di Bramante, Michelangelo e Raffaello, fu eletto alla fine del 1503
e quindi quella bolla è uno dei primissimi atti (26 novembre 1503).
Per saperne di più
Sulla Chiesa di Castro e sull'antica diocesi è indispensabile la lettura del libro di Monsignor
Francesco amadu (La Diocesi Medievale di Castro). Sull'architettura della Chiesa, molti e validi
sono gli studiosi del romanico in Sardegna che hanno dedicato attenzione e approfondimento.
Sono di seguito elencati gli autori che si sono particolarmente occupati di N.S. di Castro. Il
Delogu, il più insigne ed attento studioso di questo periodo artistico ed architettonico in
Sardegna, accenna ppena alla Chiesa di Castro, forse anche per il grave stato di abbandono ed
incuria al momento della sua ricerca.
2/3
Santuario di N.S. di Castro
Bibliografia
essenziale
-AA.VV.
Arte
romanica
tra
Italia,
Francia
edalla
Spagna
La
diocesi
medioevale
didi
Castro,
Ileditrice,
Ozieri,
1984
-Amadu,
Francesco
Itinerario
giubilare.
Fede
Storia
Arte,
Diocesi
diTorchietto,
Ozieri,
1999
-Botteri,
Mauro
Guida
alle
chiese
medioevali
Dessì
Sassari,
1978
-Coroneo,
Roberto
Architettura
romanica
metà
del
mille
alstatuaria
primo
'300,
Ilisso
edizioni,
1993
Banco
di
Sardegna,
-Dander,
Marilena
Oschiri,
Nostra
di
Castro,
2000/2001
inTipografia
Almanacco
Gallurese,
n.
Sassari,
-Delogu,
Raffaello
L'Architettura
del
Medioevo
in
Sardegna,
rist.
1992
Carlo
Delfino
Editore,
p.
e.
1953,
-De
Melas,
Giov.Battista
Escursioni
turistiche
in
Sardegna.
Oschiri,
Moderna,
1958
Sassari,
Tipografia
-Meloni,
Giuseppe
(a
cura
di) Oschiri,
Castro
e
ilSardegna,
Logudoro
Sassari,
2003
Carlo
Editore,
-Olivo,
Patricia
Madonna
Annunciata,
spagnola,
Janus,
Cagliari,
2001
In
"Estofado
de
oro",
La
lignea
nella
Sardegna
-Pani
Ermini,
di
scavo
nel
sito
dell'antica
Castro,
Roma,
1990
inAlghhero,
Bollettino
di8,11-12,
archeologia",
-Sanna,
Maria
Vittoria
La
chiesa,
inSignora
riv,
"Sardegna
dintorni",
19,
2002
Signora
Castro,
inin
Almanacco
Gallurese,
n.
8,orientale,
Sassari,
2003/2004
-Sari,
Aldo
Nostra
Signora
didei
Castro,
Archivio
storico
sardo,
vol.
XXXII,
1981
-Serra,
Renata
Italia
romanica.
La
Sardegna,
Jaca
Book,
Milano,
1989
-Scano,Carlo
Dionigi
Storia
dell'arte
Sardegna,
Biblioteca
storica
sarda,
vol.
I, Delfino
Cagliari,
1907 IV,
-Spano,
Giovanni
Raccolta
monumenti
antichi,
1858Letizia
in
Bollettino
archeologico
sardo,
anno
-Zanin,
N.S.
didiCampagna
Castro.
Cattedrale
romanica
ine
Oschiri,
Cagliari,
1974
inn.
Riv.
"Frontiera",
n.
3/3