Fisiologia Anatomia Dermatologia - emmegiclick

REGIONE
SICILIANA
Progetto cofinanziato dal Piano straordinario per il lavoro in Sicilia: opportunità giovani - Priorità 3: Formazione giovani
Anno Formativo 2013-2014 - Progetto Occupazione - Corso Consulente d'Immagine/Acconciatore - Sede Alcamo
Scheda 61
PATOLOGIE DELL'APPARATO LOCOMOTORE (2)
(segue dalla scheda precedente)
•
•
•
•
•
•
•
•
Lussazione: insieme di lesioni che
interessano la capsula ed i legamenti
di
un'articolazione,
ma
con
spostamento dalla sede originale dei
capi articolari, che perdono così
rapporto tra loro.
Tendinite: infiammazione dei tendini
che si manifesta con dolore e
difficoltà di movimento.
Osteiti, miositi: infiammazioni che
colpiscono rispettivamente le ossa ed
il tessuto muscolare, in seguito a
cause esterne (ad esempio traumi) o
ad infezioni.
Crampo: contrazione improvvisa,
violenta e dolorosa che interessa un
muscolo (o un gruppo di muscoli) che
risulta duro al tatto e si deforma. I muscoli più colpiti sono quelli del collo, delle gambe e dei piedi. I crampi sono
spesso causati da uno sforzo fisico intenso, da posizioni scomode prolungate, ma anche da una cattiva
circolazione.
Distrofie muscolari: malattie ereditarie
caratterizzate, in genere, da atrofia dei
muscoli.
Miopatie: alterazioni-modificazioni di
struttura della massa muscolare.
Distinguiamo: ipertrofia muscolare cioè
aumento di volume della massa
muscolare e ipotrofia muscolare cioè
diminuzione in volume della massa
muscolare. In questo caso, per
migliorare tono e trofismo della
muscolatura e ripristinare la sua
normale attività, è indicato anche il
massaggio estetico.
Strappi muscolari e tendinei: lesioni
totali o parziali dei muscoli o dei tendini
che sono sottoposti ad uno stiramento
eccessivo fino ad arrivare a strapparsi,
compromettendo
gravemente
il
movimento.
Patologie tumorali: comprendono sia
tumori benigni come osteomi, fibromi,
miomi, sia quelli maligni come i sarcomi.
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Dispensa a cura del formatore: Dott. Mario Giurlanda - [email protected] - www. profmarioonline.altervista.org
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Scheda 62
IGIENE DELL'APARATO LOCOMOTORE
Per mantenere in perfetta salute il nostro apparato
locomotore è necessario:
• controllare con visite ortopediche periodiche lo
sviluppo scheletrico-muscolare durante la
crescita e lo sviluppo;
• seguire una corretta alimentazione: dieta
equilibrata in quantità e qualità, soprattutto
durante la fase di crescita e di sviluppo; preferire
perciò cibi ricchi di vitamina A, C, D e di sali
minerali come calcio e fosforo. Il latte, in
particolare, è un alimento che dovrebbe essere
sempre presente nella dieta in quanto ricco di
calcio, minerale fondamentale per la formazione
delle ossa e per la contrazione muscolare;
• svolgere una corretta attività fisica evitando
l'eccessiva fatica: ciò permette di favorire un
armonico sviluppo di ossa e muscoli, ma anche
di facilitare il coordinamento dei movimenti e di
migliorare il benessere psicologico. "Mens sana
in corpore sano" dicevano gli antichi e oggi
numerose ricerche scientifiche hanno proprio
dimostrato che il movimento non è solo una
contrazione muscolare, ma rappresenta un vero
e proprio "stimolo" per tutto l'organismo, che
modifica il suo metabolismo ed il suo assetto
ormonale. Una costante e regolare attività fisica
è considerata un ottimo trattamento
antidepressivo e antistress perché vengono
liberate delle sostanze chimiche, dette endorfine
(morfina naturale prodotta dal cervello), che
provocano sensazioni di piacere e benessere per
l'organismo;
• alternare l'attività fisica a periodi di riposo che
sono assolutamente indispensabili; mantenere
una corretta postura, evitando tutte quelle
posizioni sbagliate che spesso assumiamo senza
rendercene conto. Durante lo svolgimento
dell'attività di operatore/trice di cura alla
persona, ad esempio sono tante le posizioni
viziate che si assumono e che sono responsabili, a lungo andare, di disturbi muscolo-scheletrici;
• cercare di bilanciare i pesi su entrambi i lati del corpo, ad esempio, preferendo lo zaino ad una borsa per
trasportare i libri;
• riattivare la circolazione con un buon massaggio per dare tono ai muscoli e scaricare le tensioni;
• vivere il più possibile all'aria aperta, al sole, alla luce ed in ambienti igienicamente salubri: è anche così che si
possono prevenire tanti disturbi di natura infiammatoria e degenerativa dell'apparato locomotore;
• osservare con attenzione le più comuni norme di comportamento per prevenire incidenti, traumi, fratture.
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Scheda 63
APPARATO RESPIRATORIO (1)
Per respirazione si intende la funzione biologica di scambio dei gas
con assorbimento dell'ossigeno O2 ed emissione del biossido di
carbonio CO2. In particolare si distingue fra respirazione cellulare o
interna, che avviene fra sangue e cellule, e respirazione esterna che
avviene fra ambiente esterno e organismo (sangue).
Nell'uomo la respirazione avviene tramite i polmoni e si divide in
inspirazione ed espirazione.
Durante la fase di inspirazione:
• i muscoli del torace si contraggono
• il torace si solleva
• il muscolo diaframmatico si contrae e si abbassa
• il tessuto dei polmoni viene teso
• i polmoni si espandono
Durante la fase di espirazione:
• i muscoli del torace si rilassano
• il torace si abbassa
• il muscolo diaframmatico si rilassa e si alza
• il tessuto dei polmoni si rilassa
• i polmoni riducono il loro volume
3
Con una normale inspirazione si introduce circa 500 cm di aria
(volume corrente). Con una inspirazione forzata si introduce circa
3
2000-3000 cm di aria (riserva respiratoria). Con un'espirazione
3
forzata si espelle circa 1000 cm di aria (aria emessa). Il totale di
3
tutta questa aria è di circa 4000-4500 cm d'aria e si chiama
(capacità vitale).
L'apparato respiratorio può suddividersi in:
• cavità nasali e paranasali: che permettono il passaggio di aria
proveniente dall'esterno la quale viene parzialmente
riscaldata e depurata del pulviscolo;
• organi parenchimatosi o polmoni: all'interno dei quali si
verificano gli scambi veri e propri tra gas contenuti nel sangue
e gas contenuti nell'aria inspirata;
• organi della fonazione: che consentono l'emissione di suoni
(parlato). La laringe può modulare la colonna aerea in
transito, consentendo l'emissione di suoni, in connessione con
l'apparato fonatorio.
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Scheda 64
APPARATO RESPIRATORIO (2)
VIE AEREE
Le cavità nasali: il naso ha una componente scheletrica una componente cartilaginea e una componente di fascetti
muscolari. L'aria entra attraverso le narici, attraversa i vestiboli e accede alle fosse nasali. I vestiboli sono rivestiti
possiedono robusti peli, piuttosto lunghi, detti vibrisse. Le fosse nasali, divise dal setto nasale, hanno una parete
laterale anfrattuosa per la presenza dei turbinati o cornetti, i quali mettono in comunicazione la colonna aerea con le
cavità, o seni paranasali,. Le pareti nasali sono rivestite da mucosa di tipo respiratorio, fornita cioè di un epitelio
vibratile, con ciglia e ghiandole secernenti muco.
La faringe: è un canale in comune fra gli apparati respiratorio e
digerente. Al termine della faringe si trovano infatti la laringe, con la
trachea, anteriormente, e l'esofago, posteriormente. Durante la
deglutizione il transito alla laringe è impedito dall'epiglottide.
La laringe è sostenuta da un'impalcatura fibrocartilaginea, ha una
notevole muscolatura, con una possibilità di movimenti estremamente
sofisticata, tanto da aver consentito alla specie umana l'acquisizione della
parola. Essa è tappezzata di mucosa respiratoria, che a livello della
cartilagine tiroidea si solleva in due pliche per ogni lato: la coppia
superiore è quella delle corde vocali false, semplici recessi; quella
inferiore è formata dalle corde vocali vere.
La trachea è un organo posto davanti all'esofago e costituito da una serie
di anelli fibrocartilaginei incompleti sul versante posteriore. All'altezza
della quarta o quinta vertebra toracica la trachea si biforca e dà origine ai
due bronchi principali, i quali ne conservano la struttura.
I bronchi lobari: i bronchi principali si dividono ben presto nei bronchi
lobari. Queste ramificazioni successive, che formano il cosiddetto albero
bronchiale, si distribuiscono a tutto il parenchima polmonare; fino ai
lobuli polmonari si conserva la struttura ad anelli fibrocartilaginei
incompleti e ciò consente a questi "canali" di non chiudersi.
I polmoni sono due organi parenchimatosi, contenuti nella cavità
toracica, divisi da uno spazio, il mediastino, che ospita esofago, trachea e
cuore. La base di ciascun polmone appoggia sul diaframma. Il polmone
destro è più grande del sinistro: infatti a sinistra la cavità toracica ospita anche il cuore. Il polmone destro è distinto in
tre lobi, quello sinistro in due, più una lingula polmonare. I lobi sono separati da fenditure, dette scissure.
I polmoni dopo la nascita possiedono un elevato contenuto di aria, tanto da galleggiare sull'acqua. L'aria è contenuta
negli alveoli, piccolissimi spazi delimitati da sottili lamine di epitelio, nel cui interstizio corrono i vasi capillari che si
dipartono dalle ultime diramazioni delle arterie polmonari. Negli alveoli l'aria respirata è separata dal sangue solo
dallo spessore delle pareti capillari e delle cellule dell'epitelio polmonare, cosa che facilita gli scambi gassosi tra i due
compartimenti. L'insieme a fondo cieco formato da un condotto alveolare e un grappolo di alveoli viene detto acino
polmonare.
La pleura è una membrana sierosa, che avvolge i polmoni ed è formata da due foglietti: uno viscerale, che riveste il
polmone in ogni suo lobo, e uno parietale, che riveste invece la parete interna della gabbia toracica. La cavità virtuale
(cavità pleurica) compresa fra i due foglietti contiene un liquido che facilita lo scorrimento del polmone nel corso della
respirazione.
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Scheda 65
APPARATO RESPIRATORIO ED INTERESSE PROFESSIONALE
Facendo riferimento alla pratica estetica professionale, possiamo aggiungere che una corretta ossigenazione è
indispensabile per mantenere un buon trofismo (nutrimento) del tessuto cutaneo e garantire l'integrità fisica ed
estetica alla pelle stessa ed ai suoi annessi.
Inoltre si va incontro ad un precoce invecchiamento cutaneo nei casi di ipossia (carenza di ossigeno). È bene
sottolineare, poi, l'importanza del training autogeno respiratorio (tecnica di rilassamento e di concentrazione legata
alla ritmicità del respiro), che distende l'individuo e che risulta essere importante per lo svolgimento di diversi
trattamenti nel settore estetico professionale.
Esiste una serie di tecniche di rilassamento di varia natura.
Secondo i sostenitori dei diversi metodi, alcuni dei quali
privi di prove scientifiche a supporto, avrebbero in
comune lo scopo di favorire il benessere dell'individuo.
• Massoterapia: massaggi che aiutano a decontrarre e
sciogliere i muscoli. Utili, soprattutto, quando
subentra il mal di testa oppure quando si hanno
difficoltà nella rotazione del capo, dovute alla
stanchezza.
• Meditazione: comprende una serie di pratiche
contemplative che aiutano a sviluppare o aumentare
la concentrazione e la consapevolezza di se stessi e,
quindi, a migliorare la qualità della vita. La
meditazione, grazie a semplici esercizi di respirazione,
rilassamento e visualizzazione, permette di vincere lo
stress e ritrovare la serenità.
• Musicoterapia: si basa sul principio che la musica ha una grande influenza sull'equilibrio psicofisico dell'uomo e
che il suo ritmo ha effetto sulla pressione sanguigna, la respirazione ed il battito cardiaco. Il paziente soggetto ad
ansia o stress può raggiungere uno stato di relax e di calma ascoltando i brani musicali più indicati per lui,
individuati e selezionati da un musicoterapeuta.
• Rebirthing: insegna a rallentare il ritmo respiratorio
rendendolo anche più profondo per aumentare
l'ossigenazione del sangue e favorire l'eliminazione
delle tossine. In questo modo si raggiunge una
sensazione di benessere che aiuta a lasciarsi andare e
a stare bene con se stessi.
• Respirazione: respirare profondamente in modo
rilassato per eliminare l'agitazione.
• Training autogeno: richiede di concentrare
l'attenzione su alcune parti del corpo con immagini e
sensazioni distensive, fino a non percepirne più la
sensibilità fisica. Così anche la mente comincia a
liberarsi dai pensieri continui e riesce a tenere sotto
controllo anche i dolori articolari e muscolari.
• Yoga: durante la pratica l'ossigenazione del sangue
migliora, il battito cardiaco si regolarizza e la
pressione del sangue scende. Con l'apprendimento
delle diverse posizioni, si può arrivare a controllare il
respiro e, quindi, a raggiungere un rilassamento fisico e psichico.
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Scheda 66
APPARATO ESCRETORE
L'apparato escretore o urinario svolge la funzione di escrezione della
maggior parte delle scorie dell'organismo, sostanze inutili o dannose,
tramite un liquido detto urina, prodotta dai reni ed eliminata all'esterno
dalle vie urinarie. L'apparato escretore è perciò formato da
• reni: sono 2 organi situati nell'addome, ai lati della colonna
vertebrale, a livello della regione lombare. Ogni rene pesa circa 150 g,
è lungo 12 cm, largo 6 cm, spesso 3 cm. Sono strutture specializzate
nella filtrazione del sangue da quelle sostanze da cui va depurato,
regolandone, inoltre, il contenuto in acqua e sali. L'unità funzionale
dell'organo è detta nefrone (nei reni si contano tantissimi nefroni) ed
è qui che si forma l'urina. L'urina è un liquido giallo acquoso, a pH un
poco acido, che contiene soprattutto urea e acido urico;
• vie urinarie: l'urina è portata all'esterno dalle vie urinarie. Da una
regione del rene, detta bacinetto renale, ha origine un canale, detto
uretere, che va a finire nella vescica urinaria. La vescica si trova
anteriormente all'utero nella donna e anteriormente all'intestino
retto nell' uomo; è un organo cavo che fa da serbatoio in cui si
accumula l'urina (anche fino 300-400 cc.) fino a quando, con lo
stimolo della minzione, le sue pareti si contraggono, la vescica si
svuota e l'urina, attraverso l'uretra,
viene eliminata all'esterno.
FUNZIONI ESSENZIALI DELL'APPARATO
ESCRETORE
• Regola il livello del glucosio nel
sangue (glicemia): se la glicemia è
troppo elevata, una parte dello
zucchero viene espulsa con l'urina.
Ciò si verifica negli individui affetti
da diabete mellito;
• Controlla l'equilibrio acqua-sale
• Regola il pH del sangue.
• Espelle i residui di cibo non digeriti
insieme ad altre scorie.
INTERESSE PROFESSIONALE
Nei casi di patologie dell'apparato
urinario, è controindicato il trattamento
estetico specialmente a livello addominale o lombare. Ad esempio, un massaggio potrebbe peggiorare lo stato
doloroso nel caso di una situazione infiammatoria per presenza di calcoli.
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Scheda 67
SISTEMA ENDOCRINO
Nell'organismo umano la regolazione e il controllo per
uno svolgimento armonico delle diverse attività
biologiche avviene tramite il sistema nervoso (con
specifici comandi o impulsi nervosi) e il sistema ormonale
o endocrino cioè a secrezione interna. Il sistema
endocrino è composto da un insieme di cellule secretrici
isolate o, spesso, organizzate nelle cosiddette ghiandole
endocrine. Queste ghiandole producono delle sostanze
chimiche dette ormoni che, immessi nel sangue,
funzionano come veri e propri messaggeri raggiungendo
gli organi in cui hanno luogo le funzioni da regolare e
agiscono stimolando o inibendo tali funzioni. Questo
organi sono detti organi bersaglio e spesso sono
fisicamente molto lontani rispetto alle ghiandole che
hanno prodotto gli ormoni. L'ormone stesso, o meglio la
concentrazione dell'ormone, mette in azione, anche, i
cosiddetti meccanismi di feedback che regolano la
quantità di produzione dell'ormone stesso. Con questo
meccanismo tutto il metabolismo (attività biologica) del
nostro organismo si autoregola armoniosamente
garantendo la perfetta efficienza di tutti gli organi.
Un cattivo funzionamento del sistema endocrino porta a
disfunzioni e anomalie a livello:
• fisico: ormoni della crescita
• estetico: molte caratteristiche estetiche dipendono dalla regolazione ormonale (es. crescita dei peli)
• psichico: modificazioni a livello comportamentale ed emozionale
Il sistema nervoso e quello endocrino sono strettamente legati nella loro funzionalità in quanto una formazione
dell'encefalo (cervello) detta ipotalamo invia gli stimoli nervosi alla principale ghiandola endocrina dell'organismo
umano ossia l'ipofisi che si trova alla base dell'encefalo. Questa li traduce i stimoli biochimici producendo i cosiddetti
ormoni tropici che vanno a controllare e coordinare tutte le altre ghiandole endocrine. Per questo motivo l'ipofisi è
detta ghiandola guida.
IPOTALAMO
IPOFISI
GHIANDOLE
ENDOCRINE
ORMONI
SANGUE
ORGANI
BERSAGLIO
Riepilogando: l'ipotalamo stimola l'ipofisi (stimoli nervosi) a produrre gli ormoni tropici che stimolano le ghiandole
endocrine a produrre ormoni, che versati nel sangue raggiungono gli organi bersaglio; la quantità di ormoni circolanti
regola ciascuna ghiandola endocrina a regolare la produzione di ulteriori ormoni.
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Scheda 68
PRINCIPALI GHIANDOLE ENDOCRINE
Le principali ghiandole endocrine sono:
• l'ipofisi: regola l'attività ormonale di
tutto l'organismo
• l'epifisi che produce melatonina
(regola i ritmi biologici e l'attività
sessuale) e la serotonina(media gli
impulsi nervosi)
• la tiroide che produce tiroxina e
triiodotironina (regolano i processi
metabolici e lo sviluppo corporeo) e
la calcitonina (abbassa la quantità di
calcio nel sangue)
• le paratiroidi che producono il
paratormone (stimola la liberazione
di calcio dalle ossa e alza la sua
quantità nel sangue)
• il timo è un organo linfoepiteliale
transitorio, che diminuisce di
dimensioni con l'avanzare dell'età in
quanto
subisce
un'involuzione
(svolge funzioni immunitarie)
• una parte del pancreas produce
insulina
(diminuisce
la
concentrazione di glucosio nel
sangue) e glucagone (aumenta la
concentrazione di glucosio nel
sangue)
• le surrenali producono adrenalina
(stimola il sistema nervoso e il
metabolismo, aumenta il tasso di
glucosio nel sangue, accelera il
battito cardiaco, si produce una
scarica di adrenalina durante un
impegno speciale, uno sforzo, una
eccitazione) noradrenalina (stimola il
metabolismo, aumenta la pressione
sanguigna) cortisolo e corticosterone
(regolano il metabolismo di glucosio,
proteine,
lipidi.
Sono
antinfiammatori)
• le gonadi femminili (ovaie) che
producono estrogeni (permettono la maturazione degli organi genitali femminili. Regolano lo sviluppo dei
caratteri sessuali. Regolano la fertilità e il ciclo mestruale della donna) e progesterone (prepara l'utero per la
fecondazione e l'annidamento dell'ovulo)
• le gonadi maschili (testicoli) che producono androgeni (permettono la maturazione degli organi genitali maschili.
Regolano lo sviluppo dei caratteri sessuali. Stimolano la produzione di spermatozoi)
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Scheda 69
ORMONI E TROFISMO CUTANEO
Gli ormoni regolano il nostro metabolismo, ma agiscono anche sulla struttura
esterna del corpo umano, svolgendo azioni di stimolazione o di inibizione che,
agendo sulla cute e sui suoi annessi, ne regolano il trofismo e contribuiscono a
determinare il nostro aspetto. Problemi e disfunzioni al sistema endocrino hanno
inevitabilmente ripercussioni estetiche a volte anche gravi.
È noto che, in seguito ad un trauma psichico particolarmente violento, in alcuni
individui può seguire un incanutimento (comparsa di capelli bianchi) precoce,
progressivo e a volte totale; ciò è dovuto ad una risposta da parte del sistema
neuroendocrino che regola il processo di melanogenesi. Lo stesso vale per alcune
forme di alopecia (caduta a chiazze di capelli o peli) che sono legate ad
alterazione dell'equilibrio endocrino, in particolare in riferimento agli ormoni
sessuali.
È bene tenere presente che la cute (e/o i suoi annessi) funziona da organo
bersaglio per una serie di ormoni che è in grado di trasformare poi in composti ancora
più attivi, amplificandone l'azione. È il caso, ad esempio, del testosterone che viene
trasformato dal follicolo pilifero e dalle ghiandole sebacee in diidrotestosterone DHT.
Per tutti questi motivi è importante perciò la conoscenza del sistema endocrino per
chi si occupa della cura della persona.
Le principali influenze degli ormoni sulle strutture cutanee si possono riassumere
come segue.
EPIDERMIDE
Ormone somatotropo, ormoni sessuali intervengono nella riproduzione delle cellule.
Ormone melanocitastimolante, ormoni sessuali stimolano il processo di
melanogenesi; la melatonina, invece, lo inibisce.
DERMA
Intervengono diversi ormoni a regolare produzione, ricambio e composizione chimica
della sostanza fondamentale, delle fibre e delle cellule di questo strato cutaneo. Tra
questi ricordiamo l'ormone somatotropo, gli ormoni sessuali, l'insulina, i glicocorticoidi (se presenti in eccesso
funzionano da inibitori).
IPODERMA
Sono soprattutto l'ormone somatotropo, il glucagone ed i glicocorticoidi ad intervenire sugli adipociti e a regolarne le
lipasi.
GHIANDOLE SEBACEE
Sono regolate dagli ormoni androgeni, progesterone, estrogeni, dagli ormoni ipofisari, dai corticosteroidi.
GHIANDOLE SUDORIPARE
Sono regolate da diversi ormoni tra i quali l'adenocorticotropo, l'aldosterone, il progesterone (che inibisce),
l'adrenalina, la noradrenalina, la uasopressina.
PELI
La loro formazione, le loro caratteristiche, la loro crescita o perdita sono regolati da diversi ormoni tra i quali gli
ormoni ipofisari (ad esempio il melanocitastimolante agisce sul colore dei peli), gli ormoni tiroidei, l'insulina, i
glicocorticoidi, gli ormoni sessuali (ad esempio il testosterone stimola la produzione di peli sessuali, ma in eccesso
inibisce la produzione di capelli; gli estrogeni stimolano la produzione di capelli e peli sessuali).
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Scheda 70
APPARATO DIGERENTE(1)
Il sistema digerente di ogni essere vivente ha il compito di introdurre, digerire ed
assorbire i principi nutritivi contenuti negli alimenti eliminando eventualmente i
residui non utilizzabili per il proprio metabolismo, sotto forma di feci.
Nell'organismo umano si presenta come un tubo lungo diversi metri che inizia dalla
bocca e termina nell'ano. E' formato da diversi organi e ghiandole annesse e le
principali funzioni sono quattro:
• ingestione: l'atto di ingerire, dunque di introdurre nello stomaco attraverso la
bocca;
• digestione: La digestione è il processo meccanico-chimico che trasforma e
riduce il cibo ingerito in sostanze più semplici e più facili da assorbire ed
assimilare dall'organismo;
• assorbimento: passaggio nel sangue, attraverso le pareti intestinali, delle
sostanze ottenute dalla digestione delle macromolecole contenute negli
alimenti: principalmente glucosio, amminoacidi, glicerolo e acidi grassi,
vitamine e sali minerali;
• defecazione: atti fisiologici, volontari ed involontari, che determinano
l'espulsione delle feci, raccolte nell'intestino crasso, attraverso l'ano;
BOCCA
La bocca o cavità orale è il primo tratto dell'apparato digerente; è delimitata dalle
labbra, dalle guance, dalla lingua, palato duro e palato molle e comprende i
denti, per la masticazione, e la lingua per la masticazione, gustazione,
rimescolamento, deglutizione e fonazione.
I denti sono 32 e cioè 8 incisivi, 4 canini,
8 premolari e 12 molari. In ogni dente si
distinguono 3 zone dette corona,
colletto e radice.
La lingua è la sede del gusto, infatti
presenta le cosiddette papille gustative
che si differenziano per il tipo di gusto
cui sono sensibili: dolce, salato,
acido/aspro e amaro.
Le ghiandole salivari si distinguono in ghiandole salivari maggiori (in numero di 6) e
ghiandole salivari minori (piccole numerose e sparse in tutto il cavo orale) producono la
saliva in quantità da 1 a 2 litri al giorno e la riversano nella bocca. La saliva è composta al
99% da acqua e per la restante parte da enzimi digestivi, lubrificanti e disinfettanti. La
saliva serve anche ad ammorbidire e facilitare l'impasto degli alimenti introdotti che
prende il nome di bolo.
FARINGE
Segue la bocca e rappresenta un piccolo tratto tubolare ed imbutiforme in comune con le
vie aeree. L'epiglottide chiude le vie aeree al passaggio del bolo verso l'esofago.
ESOFAGO
Lungo circa 25 cm di trova posteriormente alla trachea e attraversa il diaframma. I suoi
movimenti peristaltici facilitano il passaggio del bolo verso, lo stomaco. Svolge anche la
funzione di riscaldamento del cibo in entrata verso lo stomaco. Termina con una valvola
detta cardias che impedisce il reflusso dei materiali gastrici verso l'esofago stesso.
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