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Il concepimento (fecondazione) avviene circa 14 gg prima delle
mestruazioni e subito dopo l'ovulazione.
Se i cicli sono irregolari, la data del concepimento e quindi la durata
della gravidanza e l'epoca del parto possono essere difficili da
determinare.
Al momento dell'ovulazione il muco cervicale diventa meno viscoso,
facilitando il rapido transito degli spermatozoi dalla vagina nella cavità
uterina.
Lo sperma può sopravvivere nella vagina fino a 3 giorni prima
dell'ovulazione.
In condizioni sperimentali, si è visto che gli spermatozoi transitano dalla
vagina all'estremità fimbriata della tuba in 5 minuti
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Il concepimento avviene nella tuba, in genere proprio in prossimità
dell'estremità fimbriata.
L'epitelio tubarico deve funzionare in maniera appropriata per consentire
che lo spermatozoo e l'ovulo si uniscano e che lo zigote che ne risulta
continui a dividersi e a svilupparsi durante il suo transito lungo la tuba fino
alla cavità endometriale.
Lo zigote impiega, per questo spostamento, 3-5 gg e raggiunge la zona di
impianto in altri 1 o 2 gg.
Durante questo periodo il prodotto del concepimento si divide; al momento
dell'impianto ha formato una blastocisti (un singolo strato di cellule che
circondano una cavità centrale).
Una parte della parete della blastocisti è più spessa, formata da 3-4 strati di
cellule. Quest'area rappresenta il polo embrionale, che diventerà presto
riconoscibile come un embrione.
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Impianto
La zona dell'impianto, che vede il polo embrionale penetrare per primo, è, in genere,
sulla parete anteriore o su quella posteriore della cavità endometriale, in prossimità
del fondo.
Le cellule trofoblastiche proliferano dalla superficie della blastocisti invadendo e
penetrando nell'endometrio, cosicché la blastocisti si annida nel suo strato centrale.
Questo processo inizia tra il 5o e l'8o giorno e si completa entro il 9oo il 10o.
Dal 10o giorno si possono identificare le cellule sinciziali (sinciziotrofoblasto) e quelle
citotrofoblastiche.
A partire da questo momento, una colorazione fluorescente mostra la presenza della
gonadotropina corionica nelle cellule sinciziali.
Presumibilmente, tutti gli altri ormoni trofici prodotti dalla placenta compaiono nelle
cellule sinciziali poco tempo dopo.
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La parete della blastocisti si trasforma nel corion (lo strato esterno delle
membrane che racchiudono il feto e il liquido amniotico).
Uno strato più interno (amnios) si sviluppa intorno al 10o-12o giorno come una
fessura nel foglietto ectodermico embrionale e forma il sacco amniotico; il
sacco si riempie di liquido e si espande fino ad avvolgere l'embrione e ad
aderire alla superficie più interna del corion (parete blastocistica).
La cavità della blastocisti scompare.
L'embrione continua a svilupparsi, ma è confinato nell'ambito di una parete
della cavità endometriale fino alla 12a sett.
A questo punto, l'endometrio (decidua) che ricopre l'embrione entra in stretto
contatto con la decidua della parete opposta, in modo da fondersi e obliterare
la cavità.
L'unica cavità che rimane nell'utero è ora la cavità amniotica che contiene il
liquido amniotico e il feto.
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Placentazione
La formazione della placenta inizia con lo sviluppo delle cellule trofoblastiche al
10o giorno.
L'invasione di queste cellule all'interno dei vasi materni fa sì che il sangue penetri negli
spazi fra le cellule, formando delle lacune (laghi) che diventeranno gli spazi intervillosi.
Il feto trae il suo nutrimento dalle lacune. Inizialmente, la placenta circonda la blastocisti,
trasferendo le sostanze nutritive ed eliminando quelle di scarto direttamente attraverso
le membrane cellulari.
I villi si cominciano a formare sulla superficie del corion precocemente, all'11o o 12o gg;
essi si suddividono più volte dando luogo a una complicata struttura ramificata su tutta la
superficie corionica.
Il trasferimento delle sostanze dal sangue materno a quello fetale, ad opera dei villi, inizia
quando i vasi fetali compaiono nella placenta, al 19o giorno.
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A partire dalla 12a sett. circa, influenzata, apparentemente dalla posizione della
principale sorgente di sangue materno, la placenta vera (discoide) inizia a
demarcarsi in corrispondenza del vecchio polo embrionale; la placenta è
attaccata, tramite i villi, alla decidua, che ricopre direttamente le arteriole
spirali materne .
Gli altri villi si atrofizzano e scompaiono del tutto tra la 16a e la 18a sett.
Le arteriole spirali drenano nello spazio intervilloso, cosicché il sangue materno
circola intorno e attraverso l'intreccio dei villi, drenando in 2 o 3 seni venosi
connessi con ciascuna arteriola spirale.
I villi sono suddivisi in gruppi, detti cotiledoni, ognuno servito da 1 o 2 arteriole
spirali. Una placenta a termine contiene da 10 a 20 cotiledoni.
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Le sostanze nutritive sono trasferite dal sangue materno allo spazio
intervilloso, attraverso le cellule trofoblastiche, il nucleo fibroso del villo e le
cellule endoteliali dei capillari fetali, fino al sangue fetale.
Le scorie metaboliche compiono il cammino inverso. Questa struttura viene
detta una placenta emocoriale, perché il sangue materno è in contatto con il
tessuto corionico o trofoblastico fetale.
La placenta discoide raggiunge la sua struttura definitiva tra la 18a e la 20a sett.
di gestazione.
Continua a crescere durante tutta la gravidanza, fino a raggiungere il peso di
circa 500 g al momento del parto.
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Embriologia
Il prodotto del concepimento diventa riconoscibile come un embrione circa
10 gg dopo la fecondazione, quando l'ectoderma si divide per formare il sacco
amniotico.
I tre foglietti embrionali (ectoderma, mesoderma, endoderma) sono presenti
e, di solito, possono essere distinti.
Allora inizia a svilupparsi la stria primitiva, che diventa poi il tubo neurale.
Intorno al 16o-17o giorno il mesoderma si ispessisce in prossimità
dell'estremità cefalica, formando un canale centrale che darà luogo, alla fine,
al cuore e ai grossi vasi.
Il cuore inizia a pompare plasma attraverso i vasi, a partire dal 20o giorno e al
21o compaiono i GR fetali.
Questi GR nucleati e molto immaturi sono presto sostituiti dalle forme
mature.
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I GR nucleati compaiono di nuovo solo nei casi di eritroblastosi fetale e
nell'ipossia fetale progressiva.
Poco tempo dopo, i vasi fetali si sviluppano in tutto il corpo. Alcuni originano
nel mesoderma extraembrionario; questo connette il sacco allantoideo
all'addome fetale a livello dell'ombelico e contiene i vasi sanguigni e il
prolungamento dell'uraco che drena le urine dalla vescica nel sacco allantoideo.
Questa struttura si atrofizza rapidamente e il mesoderma extraembrionario
diventa il cordone ombelicale connesso ai vasi placentari.
I vasi ombelicali trasportano il sangue da e verso la placenta. L'organogenesi è
completa alla 12a sett. di gestazione (70 giorni dopo il concepimento), tranne
che per il SNC che continua a svilupparsi durante tutta la gravidanza.
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La maggior parte delle malformazioni si verifica durante le prime
12 sett., quando le influenze teratogene esterne, come il virus
della rosolia, sono massimamente nocive.
Tutti i farmaci e le vaccinazioni devono essere evitati fino a dopo la
12a sett. di gestazione a meno che non siano essenziali per
proteggere la salute della madre; i farmaci teratogeni devono
essere evitati del tutto
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