Nome comune: FENICOTTERO
Nome scientifico:
phoenicopterus ruber
Regno: animale
Phylum: cordati
Subphylum: vertebrati
Classe: uccelli (aves)
Ordine: fenicotteriformi
Famiglia: fenicotteridi
Areale geografico di distribuzione:
bacino del mediterraneo Asia sud-occidentale, Africa,
in particolare Sardegna e nella colonia di Camargue
(Francia)
Habitat:
prossimità di laghi salati ed alcalini;
nelle lagune e nei delta con profondità
non oltre il metro. Vive in colonie
numerose
Status: rischio di estinzione
Alimentazione: invertebrati acquatici, piante
acquatiche, insetti. La pesca avviene in gruppo alle
prime e alle ultime ore della giornata.
Peculiarità
Dimensioni: 125-150 cm di
lunghezza, 140-170 di apertura
alare, 2-4 kg di peso.
Colore: dovuto alla presenza di
carotenoidi presenti nelle alghe
e nei piccoli crostacei di cui si
cibano (Artemia salina ed altri)
Corteggiamento: coinvolge
decine di individui con lo
scopo di indurre una
stimolazione reciproca,
così da facilitare la sincronia
riproduttiva nella popolazione,
con conseguente deposizione
contemporanea delle uova.
Confronto con la tavola
aldrovandiana:
nella tavola di Ulisse
Aldrovandi l’animale ha il
becco più lungo e
ricurvo, l’apertura alare è
minore e gli arti sono
dotati di artigli, invece, la
lunghezza del collo è la
stessa . Anche l’ambiente
in cui il fenicottero viene
rappresentato è lo stesso.
Comportamento: spostamenti lenti con continui
movimenti del capo; in posizione di riposo uno degli
arti inferiori e’ sollevato. L’equilibrio è mantenuto
grazie al becco appuntato sul fondo dello stagno.
Riferimenti Letterari:
Il grande scienziato Stephen Jay
Gould nei suoi 30 saggi tratta gli
argomenti più svariati, tra questi
troviamo il misterioso sorriso che
compare se capovolgiamo
l’immagine del fenicottero. Si ha
l’impressione di vedere un cigno
dal collo lungo e con un ampio
sorriso. Bisogna però guardare
bene: la bocca è situata sopra
gli occhi e le penne sono
orientate nel verso sbagliato, e
le zampe ?
Pubblicato nei saggi
del 1987
Stephen Jay Gould (19412002), professore di
geologia, e storia della
scienza all’università di
Harvard, ha saputo unire
grande preparazione
scientifica ed eccezionale
capacità di divulgazione.
Evoluzionista, ideatore
della teoria di equilibri
punteggiati, ha dato il suo
importante contributo allo
sviluppo del neodarwinismo.
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“Il libro del fenicottero”
Di Marinella Lorinczi,
racconta le informazioni e
le suggestioni ispirate dal
fenicottero, uno degli
animali più eleganti e più
citati nella storia, della
letteratura e nell’arte colta
e popolare: da seimila
anni compare in disegni e
parole scritte di tutto il
mondo.
Uccelli dalle “ali di porpora”, i sardi li chiamano “Sa zent’ arrubia”, la
gente rossa. La loro immagine appare già nei geroglifici degli antichi
egizi, con i fenicotteri infatti indicavano il termine “rosso”. Proprio il
colore caratteristico di questi uccelli dalle “ali di porpora” è
rintracciabile nell’etimologia del termine fenicottero, che deriva infatti
dal greco “di color porpora” e “ala”.
L’uomo è stato sempre affascinato dal volo e dall’ inconfondibile
profilo dei fenicotteri. La loro sagoma elegante appare in oggetti
antichi migliaia di anni e una testa di fenicotteri è rappresentata anche
in una decorazione di un oggetto di bronzo del III secolo a.C., ritrovato
nella Repubblica Ceca. Immagini di fenicotteri sono rappresentate
anche in pitture rupestri ritrovate in Spagna e risalenti a oltre 7000 anni
fa. Per la loro bellezza sono stati spesso utilizzati come animali
ornamentali e già al tempo dei Romani rischiarono l’estinzione, a causa
della caccia che veniva praticata nei loro confronti, per la carne e in
particolare per la lingua e il cervello, considerati dai patrizi una vera e
propria delizia.