Marroni: Algoritmi matematici, Economia della Decompressione, Precondizionamento fisiologico, Sostanze Protettive Abstract: L'approccio tradizionale alla classificazione ed alla descrizione della Malattia Da Decompressione ha subito, recentemente, una sostanziale revisione critica, l'attuale tendenza privilegia un inquadramento generale delle forme cliniche da decompressione sotto la definizione di "Decompression Illness", che include sia le forme di "Decompression Sickness" (la Malattia Da Decompressione), che di "Arterial Gas Embolism" (l'Embolia Gassosa Arteriosa). La nuova definizione si potrebbe rendere, in Italiano, con "Patologia Da Decompressione". La Patologia Da Decompressione è relativamente rara, con un'incidenza generalmente inferiore allo 0.1% e fattori di rischio oscillanti fra 1/6.500 e 1/40.000 esposizioni. Le forme di PDD neurologica sono le più frequenti nei subacquei ricreativi. Il ruolo delle bolle nella PDD è fondamentale: benchè ci possano essere bolle senza sintomi, non possano esserci sintomi senza bolle. Dati simili sono stati rilevati da diversi studi sul campo. Studi in vitro hanno dimostrato l'effetto delle bolle sugli elementi del sangue e su diversi processi biochimici. Esiste un generale consenso sul fatto che la miglior prevenzione è quella che evita la separazione in fase gassosa, cioè un'adeguata decompressione . Le attuali modalità terapeutiche risentono, purtroppo, delle incertezze e delle controversie per gli aspetti patogenetici della PDD. Mentre esiste un consenso universale sull'utilità del primo soccorso con ossigeno al 100% a pressione atmosferica ed, in verità, pochi dubbi sul fatto che l'ossigeno rappresenti un cardine della terapia anche in condizioni iperbariche, ci sono posizioni profondamente contrastanti in merito alle modalità, ai tempi ed alle pressioni di trattamento. Vengono descritti gli attuali algoritmi raccomandati a livello internazionale L’incidenza della PDD nell’immersione ricreativa non è significativamente cambiata nelle ultime decadi, nonostrante lo sviluppo di molti e svariati metodi e mezzi di decompressione. Si ritiene che questo indichi la necessità di rivalutare alcuni aspetti critici, quali velocità di risalita, soste di decompressione, tempo totale di decompressione. In particolare, il 65% delle PDD ricreative è di tipo neurologico e coinvolge in midollo spinale, tessuto spesso erroneamente ritenuto lento, ma che ha un emitempo di saturazione di soli 12,5 minuti. Nostri precedenti studi hanno dimostrato che i profili “normali” utilizzati dalla maggioranza dei subacquei comportano una grande presenza di bolle gassose circolanti post emersione. Esistono dati in letteratura che correlano la presenza di bolle circolanti con il rischio di PDD. Si ritiene che molti dei casi inattesi di PDD possano dipendere da fattori simili. Su gruppi di volontari ed in laboratorio sono stati sperimentati profili di decompresione e risalita che applicano un algoritmo originale a ridotto gradiente di sovrasaturazione dei tessuti medio-veloci, che ha comportato l’introduzione di brevi soste profonde. L’adozione di questo algoritmo ha permesso di azzerare la presenza di bolle gassose circolanti post immersioni, che incide invece per oltre il 67% nelle immersioni eseguite secondo gli algoritmi correnti. Molti studi sono stati iniziati per identificare possibili fattori di rischio complementari, così come eventuali fattori di protezione, sia comportamentali che biologici. Questo ha portato a molteplici variazioni delle procedure di risalita e decompressione, ma anche all'identficazione di alcune sostanze protettive di possibile efficacia. 15 anni fa il Divers Alert Network ha iniziato uno studio epidemiologico prospettico mirato ad identificare la reale incidenza della PDD nell'immersione ricreativa ed i fattori di rischio correlati, attraverso la sistematica raccolta di profili di immersione, questionari specifici ed, in molti casi, dati fisiologici e biologici come la rilevazione doppler di bolle gassose circolanti, parametri biochimici su sangue e urine, valutazioni ecografice ed elettrofisiologiche. La relazione ne illustrerà I risultati ed indicherà coem la combinazione di adeguate procedure di risalita e decompressione, unite a nuovi e relativamente inattesi dati sul possibile condizionamento fisiologico e biochimico, possano migliorare la sicurezza dell'immerisone sportiva.