INTRODUZIONE ALLA IMMUNOBIOLOGIA E IMMUNITA’ ADATTATIVA CORSO DI IMMUNOLOGIA AA 2008-2009 Corso di Laurea Triennale BCM e BU CONCETTI DI BASE IN IMMUNOLOGIA Componenti del sistema immunitario Principi dell’immunità innata e dell’immunità acquisita adattativi Il riconoscimento ed i meccanismi effettori dell’immunità acquisita IMMUNITA’ INNATA La linea principale di difesa dell’organismo Il sistema del complemento e l’immunità innata I recettori del sistema immunitario innato Risposte innate indotte dalle infezioni RICONOSCIMENTO DELL’ANTIGENE Prof Maurizio Mattei Prof.ssa Carla Montesano Introduzione, principi e cenni storici RICONOSCIMENTO DELL’ANTIGENE DA PARTE DEI RECETTORI DEI LINFOCITI T E B La struttura dell’anticorpo L’interazione tra anticorpo e antigene Riconoscimento dell’antigene da parte dei linfociti T LA FORMAZIONE, SUI LINFOCITI, DEI RECETTORI PER GLI ANTIGENI L’origine della diversità delle immunoglobuline Il riarrangiamento dei geni per i recettori delle cellule T Le variazioni strutturali delle regioni costanti delle immunoglobuline PRESENTAZIONE DELL’ANTIGENE AI LINFOCITI T Generazione dei ligandi del recettore dei linfociti T Il sistema Maggiore di Istocompatibilità SVILUPPO DEL REPERTORIO RECETTORIALE DEI LINFOCITI MATURI LA TRASMISSIONE DEL SEGNALE ATTRAVERSO I RECETTORI DEL SISTEMA IMMUNITARIO Principi generali della trasmissione del segnale transmembrana La struttura del recettore dell’antigene e le vie di trasmissione del segnale Altre vie di trasmissione del segnale che influenzano il comportamento dei linfociti Modalità esame: orale LO SVILUPPO E LA SOPRAVVIVENZA DEI LINFOCITI La formazione dei linfociti nel midollo osseo e nel timo Il riarrangiamento dei segmenti genici che codificano il recettore per l’antigene e sviluppo dei linfociti Interazione con antigeni autologhi e sopravvivenza dei linfociti, selezione positiva e negativa Sopravivenza e maturazione dei linfociti nei tessuti linfoidi periferici Testi consigliati: Autore/i: Abbas – Licthman Titolo: Fondamenti di Immunologia Editore: Piccin LA RISPOSTA IMMUNITARIA ACQUISITA ADATTATIVA IMMUNITA’ MEDIATA DALLE CELLULE T Differenziazione delle cellule T effettrici Proprietà delle cellule T effettrici Citotossicità mediata dalle cellule T Attivazione dei macrofagi da parte delle cellule TH1 CD4 IMMUNITA’ UMORALE Attivazione dei linfociti B da parte delle cellule T Distribuzione e caratteristiche funzionali degli isotipi delle immunoglobuline Distruzione dei patogeni legati ad anticorpi mediata dai recettori Fc RISPOSTA IMMUNITARIA ADATTATIVA CONTRO LE INFEZIONI Agenti infettivi causa di malattia Corso della risposta adattativa alle infezioni Sistema immunitario delle mucose Memoria immunitaria Vaccini Autore/i: Janeway –Travers et al Titolo: Immunobiologia Editore Piccin Autore/i: Male – Roitt et al Titolo: Immunologia Editore Elsevier Masson Ricevimento studenti: tutti i martedì dalla 11.00 alle 12.00 FISIOLOGIA E FISIOPATOLOGIA DELLA RISPOSTA IMMUNITARIA Deficienze dei meccanismi di difesa dell’ospite Ipersensibilità e allergia Autoimmunità e trapianto Cenni storici (1) INTRODUZIONE AL SISTEMA IMMUNITARIO • Il sistema immunitario si è evoluto per proteggerci da agenti patogeni. • Fagociti e linfociti sono mediatori chiave di immunità. • Specificità e memoria sono due caratteristiche essenziali della risposta immunitaria adattiva. l'immunità naturale era particolarmente efficiente) erano considerati uomini • Gli antigeni sono molecole che sono riconosciuti da recettori su linfociti. pii o santi in quanto non avevano alcuna colpa da espiare, mentre coloro che • Una risposta immunitaria si verifica in due fasi: riconoscimento ed eradicazione dell'antigene. particolarmente efficiente) erano peccatori in grado di redimersi. I peccatori • La vaccinazione si basa sulla specificità e la memoria dell’immunità adattativa. • L'infiammazione è una risposta al danno tissutale. • • Il sistema immunitario può commettere errori (immunopatologia). La normale reazione immunitaria può creare problemi nel contesto di alcune applicazioni della medicina moderna, per esempio trasfusione di sangue e reazioni responsabili del rigetto del trapianto. Fin dal 2000 a. C. si riteneva che la MALATTIA avesse un'origine MAGICA o DIVINA: gli individui che non si ammalavano (ovvero quelli nei quali si ammalavano e con successo guarivano (immunità acquisita gravi, invece, non avendo possibilità di redenzione, morivano travolti da atroci sofferenze. Queste convinzioni sono state di fatto condivise fino a poco più di un secolo fa. 1 Cenni storici (3) Cenni storici (2) Nel Medio Evo il COLLE ("Equibus Dei gratia ego immunis evasi") utilizza il In realtà, Il termine "IMMUNITAS" veniva già usato ai tempi dell'antica Roma per intendere un'esenzione dal pagare alcune tasse o adempiere a obblighi; termine IMMUNITAS in riferimento ad una caratteristica fisiologica dell'uomo, ovvero alla possibilità di non ammalarsi durante una epidemia di peste. successivamente il termine è stato utilizzato dalla Chiesa con lo stesso significato. Durante tutto il Medio Evo si trova l'utilizzo consueto del mitridaticum, un 430 a.c. TUCIDIDE pone di fatto i primi concetti immunologici osservando, medicamento particolare, ovvero un agente tossico che preso in piccole dosi durante l'epidemia di peste ad Atene, che un individuo non può essere proteggeva l'organismo. Tale usanza deriva il nome dal re del Ponto colpito due volte dalla malattia. (MITRIDATE VI): ossessionato dalla paura di essere avvelenato dai suoi 39-65 d.C. MARCUS ANNAEUS LUCANUS utilizza forse per la prima volta il nemici, per difendersi era solito prendere, giornalmente, un po' di veleno. termine IMMUNITAS in senso medico nel poema epico "Pharsalia" riferendosi alla resistenza verso il morso di serpenti dimostrata da alcuni individui in qualche tribù del Nord Africa. 1540 FRACASTORO pone il problema della possibilità di immunizzare se stessi contro la febbre pestilenziale. 541 d.c. PROCOPIO osserva che chi si era ammalato di peste poteva assistere caritatevolmente coloro che erano malati, senza il rischio di ammalarsi una seconda volta. 1660 data di fondazione della Royal Society a Londra, società nata con l'intento di divulgare le nozioni scientifiche. Cenni storici (4) Cenni storici (5) 1714 EMANUELE TIMONI e JACOB PYLARINI pubblicano una lettera indirizzata alla Royal Society in cui riportano l'osservazione di quello che accadeva a 1721-1722 Royal Experiment: si può definire come il primo vero trial clinico, Costantinopoli (oggi Istanbul) da più di 40 anni, ovvero la pratica della organizzato per volere della corona, che ha dimostrato in primo luogo la non "variolazione". Con tale pratica si era soliti inserire sotto cute del materiale tossicità, quindi l'efficacia della variolazione. Alcuni condannati a morte biologico proveniente da croste prelevate dai casi favorevoli di vaiolo. Gli furono variolizzati e tenuti sotto osservazione per un certo periodo. Cinque individui si ammalavano lievemente e non prendevano in seguito il vaiolo. In su 6 svilupparono una lieve infezione, guarita spontaneamente in breve realtà questa usanza derivava da una molto più antica praticata in Cina, tempo. Il sesto, che aveva già avuto il vaiolo, non si ammalò per nulla. Quindi secondo la quale il vaiolo poteva essere prevenuto facendo inalare (narice di qualche condannato fu mandato in luoghi dove era in corso un'epidemia di destra per gli uomini e di sinistra per le femmine!) le croste essiccate vaiolo, ed obbligato ad assistere ed accudire persone malate (dormendo prelevate da coloro che erano guariti. Tale pratica di variolazione, grazie nello stesso letto di bimbi ammalati). Questo non si ammalò, dimostrando all'opera di Lady Mary Wortley Montagu (moglie dell'ambasciatore inglese a così l'efficacia della pratica preventiva. Re Giorgio I quindi fece variolizzare Costantinopoli, e futuro fondatore del British Museum) che cercò di (con successo) i propri figli. diffonderla vaccinando anche i propri figli, venne accettata dai londinesi, soprattutto dalla aristocrazia, all'interno della quale divenne perfino una moda da seguire. Edward Jenner Cenni storici (6) 1798: JENNER (considerato il padre dell'immunologia). Il suo pregio fu quello di riesumare i vecchi insegnamenti e le osservazioni del passato raccolti dalla Royal Society, riportando alla luce l'usanza, che ormai alla fine del 1700 era passata di moda, di variolare gli individui. Alla fine del 1700, Jenner scoprì che donne che quotidianamente mungevano il latte bovino, risultavano immunizzate (ovvero "protette") contro il vaiolo. La deduzione di Jenner fu che doveva esserci una relazione tra il virus del vaiolo bovino e quello che causava la malattia nell'uomo, e che l'infezione con il primo conferiva immunità al secondo. Egli modificò pratica della variolizzazione, preparando un "vaccino" allestito dalle pustole vaiolose delle vacche, avendo osservato che gli allevatori che si ammalavano di una forma lieve, presa appunto dalle vacche, venivano risparmiati dalla forma di vaiolo umano, molto più pericoloso. 2 Efficacacia della vaccinazione per alcune malattie infettive Cenni storici (7) Nel secolo successivo, il campo dell'immunologia era dominato da Francesi e Tedeschi, che enfatizzarono certi aspetti del sistema immunitario, in particolare anticorpi e tossine, definiti come "meccanismi" di protezione, ovvero insieme di molecole che erano ritrovate nei sieri. Nulla, però, si sapeva di quelle che erano le cellule coinvolte nella risposta immunitaria. Questo campo di opinioni monolitico, che faceva perno sulla teoria di una risposta fondamentalmente umorale, fu scisso nel XIX secolo da METCHNIKOFF, uno zoologo russo (ritenuto il "papà" dello yoghurt), che dopo avere viaggiato per tutta l'Europa, approdò sulle coste della Sicilia, e qui, cominciò a studiare particolari specie di pesci. Cenni storici (8) Cenni storici (9) L'esperimento, estremamente semplice, ma determinante, di Metchnikoff, fu Metchnikoff, in ogni caso, può essere definito il padre dell'immunologia quello di iniettare particelle estranee in larve trasparenti, che vivevano comparata, poiché, mentre all'epoca, tutti gli studi erano focalizzati sui nell'acqua. Quello che notò, fu che non appena queste particelle venivano mammiferi, le sue osservazioni si basarono invece su specie animali inferiori. iniettate nella larva, delle "minicellule" della larva si precipitavano a formare Egli vinse poi il premio Nobel nel 1908, insieme a Paul Ehrlich, e lasciò la una barriera contro le particelle estranee di granuloma, ivi iniettate. Da Sicilia per recarsi a Parigi dove lavorò presso l'Istituto Pasteur, nel cui atrio questo semplice esperimento, nacque l'ipotesi che delle cellule fossero oggi riposano le sue ceneri. responsabili del fatto che l'organismo potesse riconoscere ciò che è estraneo (NON-SELF), da ciò che non è estraneo ciò che è proprio (SELF). Anche se questa osservazione era estremamente semplice, creò una spaccatura fra i dogmi tedeschi relativi all'immunità umorale, ed i sostenitori di Metchnikoff, ovvero della presenza di una immunità cellulo-mediata. Storia e impatto dell’immunologia Il virologo tedesco Harald Zur Hausen e i francesi Francoise BarreSinoussi e Luc Montagnier hanno vinto il premio Nobel 2008 per la Medicina. Lo comunica L'Accademia di Stoccolma. Il Nobel e' stato assegnato a Zur Hausen per le ricerche sulle cause del tumore alla cervice. La dottoressa Barre-Sionoussi e il virologo Luc Montagnier sono stati insigniti per le scoperte sul virus dell'Aids. (AGI) - Stoccolma, 6 ott. - Koch’s Kohler & Milstein Postulati Abs Monoclonali Metchnikoff Fagocitosi Müller Jenner Wright Miller Batteri Vaccinazione Antisieri T cells Jansen Microscopio 1600 1700 1800 1900 2000 1955 30 Paesi con più di un caso di vaiolo 15 per mese 200 anni WHO annuncia dopo Jenner eradicazione vaiolo 0 1965 1970 1975 1980 3 Cenni storici (10) Cenni storici (11) Tutte queste osservazioni fanno la storia dell'Immunologia che come la storia della Terra può essere divisa in varie età: Età dell'oro: Preistoria - 1948 Maggiore Sistema di istocompatibilità nel topo (Snell) - medioevo prime osservazioni sull’immunità e prime pratiche di immunizzazione Età della pietra: - 1958 Maggiore Sistema di Istocompatibilità nell'uomo (Dausset) - 1958 teoria della selezione clonale e tolleranza immunitaria (Burnet, Medawar) - 1700 pratica della variolizzazione - 1798 vaccinazione con il virus vaccino (Jenner) - 1959 struttura e genetica delle immunoglobuline (Porter, Edelman) - 1965 linfociti T helper (Claman, Miller) Età del ferro: - 1880 vaccinazione contro il colera dei polli (Pasteur) - 1885 fagocitosi (Metchnikoff) - 1890 ipersensibilità ritardata nell'infezione tubercolare (Koch) - 1887 siero antitossina (Erlich, Von Behring, Kitasato) - 1898 complemento (Bordet) - 1901 gruppi sanguigni ed apteni chimici (Landsteiner) - 1929 metodi quantitativi per la determinazione degli Ag e Ab (Heidelberger) - 1940 antigene Rh - 1971 teoria della rete idiotipica (Jerne) - 1972 linfociti suppressor (Gershon) Cenni storici (12) Definizione Età del nucleare: Immunologia è lo studio dei meccanismi di protezione verso macromolecole esterne o - 1972 geni della risposta immunitaria (McDevitt, Benacerraf) verso (micro)organismi invasori e le modalità di risposta contro questi. - 1974 restrizione genetica per MHC (Zinkernagel, Doherty) - 1975 anticorpi monoclonali (Kohler, Milstein) Questi microrganismi - 1976 riarrangiamento per la diversità anticorpale (Tonegawa) - 1983/84 sequenza del DNA codificante Il-2 e IL-1 (Taniguchi) - 1984 sequenza del DNA codificante il recettore del linfocita invasori, includono virus, batteri, funghi, protozoi e più in generale parassiti. In aggiunta a questo, l’immunologia studia le risposte che possono svilupparsi contro le nostre stesse proteine (o altre molecole) T (Mak, nell’autoimmunità e contro nostre cellule aberranti nell’immunità contro i tumori. Tonegawa) - 1987 cristallografia del MHC (Strominger) - 1990 identificazione dei peptidi naturali associati a MHC - 2001 identificazione della struttura del recettore dei linfociti T gamma/delta Prima linea di difesa (1) Perchè studiare immunologia? Malattie infettive Meccanismi di patogenicità Sviluppo vaccini Malattie causate da un sistema immune disturbato ALLERGIA: Risposta immune verso materiale innocuo e.g. ASMA AUTOIMMUNITA’: Immunità Anti-self e.g. MULTIPLE SCLEROSIS GRAFT REJECTION: Risposta immune verso TESSUTO TRAPIANTATO IMMUNODEFICIENZA: Difetti nella risposta immune e.g. SCID La nostra prima linea di difesa contro microrganismi esterni sono le barriere tissutali, come ad esempio la pelle che blocca l’entrata di organismi nel corpo. Se, comunque, questa barriera viene superata, nel corpo sono presenti cellule in grado di rispondere rapidamente ed efficacemente alla presenza di organismi ospiti. Queste cellule comprendono macrofagi e neutrofili in grado di captare, fagocitare ed eliminare microrganismi indesiderati senza la necessità di anticorpi. Allo stesso tempo altri meccanismi vengono immediatamente innescati in presenza di un microrganismo ospite, tra questi la deprivazione mediante molecole solubili di nutrienti essenziali per l’organismo invasore (come ad Manipolazione dell’immunità per curare malattie esempio ferro), ed anche attraverso la presenza di alcune molecole presenti sulla IMMUNOSOPPRESSIONE: Trattamento delle malattie immuni IMMUNOREGOLAZIONE: Interventi immunoterapeutici superficie degli epiteli, nelle secrezioni (esempio nelle lacrime e nella saliva) e nel circolo sanguigno. 4 Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Seconda linea di difesa (1) Prima linea di difesa (2) Una seconda linea di difesa è il sistema immune specifico o adattativo, il quale può impiegare anche giorni per iniziare una risposta specifica in una prima invasione Questa forma di immunità, viene definita immunità innata o non specifica legata al (rappresentata ad esempio da un’infezione da un organismo mai incontrato fino a sistema immune innato o non specifico, la cui caratteristica è quelle di essere quel momento) Nella risposta immune specifica, noi vediamo la produzione di in grado in ogni momento di attuare una risposta all’invasione da parte di anticorpi (proteine solubile in grado di legare gli antigeni sconosciuti) e le risposte microrganismi. cellulo-mediate dove alcune specifiche cellule riconoscono patogeni esterni e sono in grado di distruggerli. Nel caso di virus o tumori, questa risposta è inoltre, vitale, per il riconoscimento e la distruzione delle cellule infettate dal virus o delle cellule tumorali. La risposta ad un secondo round di infezione, è generalmente più rapida rispetto all’infezione primaria, fenomeno determinato dall’attivazione di cellule B e T memoria. Le cellule del sistema immunitario interagiscono con le altre attraverso un’ampia varietà di segnali e molecole solubili, al fine di mettere in atto una risposta immune coordinata ed efficace. Seconda linea di difesa (2) Questi segnali, possono essere proteine come le linfochine, prodotte dalle cellule del sistema linfoide, citochine prodotte da cellule del sistema immune e chemochine prodotte da altre cellule nell’ambito della risposta immune, in grado di stimolare le stesse cellule del sistema immune. Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier 5 Principi (1) E` noto che l'evoluzione utilizza molte generazioni per ottimizzare la struttura di un organismo all'ambiente in cui vive: maggiore il tempo di evoluzione più sofisticato e complesso sara` il risultato. Nei vertebrati, due sono i sistemi che sotto una forte pressione evoluzionistica hanno sviluppato uno straordinario grado di complessità ed efficienza: il sistema nervoso (SN) ed il sistema immunitario (SI). Questi sistemi rispondono in maniera controllata e rapida ad eventi esterni, il primo a stimoli di natura fisica, il secondo a quelli di natura chimica. La specificità e la velocità di reazione, la fine regolazione, e la memoria sono caratteristiche comuni dei sistemi nervoso ed immunologico. Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Caratteristiche basilari delle risposte immunitarie specifiche Specificità, memoria ed autolimitazione delle risposte immunitarie Principi (2) Il complesso ambiente multicellulare dei vertebrati rappresenta un invitante sito di invasione microbica ed uno scopo primario del SI e` di distruggere i microrganismi che entrano e di neutralizzarne gli effetti tossici. Tuttavia, la multicellularità dei vertebrati e la continua differenziazione cellulare favorisce la trasformazione neoplastica di alcune cellule: nuovo compito del SI è di riconoscere e distruggere le cellule che ormai non sono piu` "proprie" (self). Sia i microrganismi che le cellule tumorali rappresentano sostanze estranee, cioè antigeniche, o più propriamente un mosaico antigenico. Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier 6 Ipotesi della selezione clonale (2) Principi (3) Le cellule del SI deputate al riconoscimento e alla discriminazione del self dal non self sono i linfociti. Il processo di riconoscimento degli antigeni da parte dei linfociti avviene tramite recettori di membrana che sono in grado di legare selettivamente una particolare sequenza di amminoacidi di un antigene (determinante antigenico o epitopo). Poichè le possibili combinazioni aminoacidiche formanti un epitopo sono enormi, l'ampio spettro della specificità recettoriale (diversity) dei linfociti è stato acquisito durante l'evoluzione mediante complessi fenomeni genetici di mutazione e ricombinazione. Linfociti con il medesimo recettore saranno quindi attivati dal medesimo epitopo e proliferando daranno origine ad un clone cellulare con la medesima specificita` antigenica. Principi (4) La risposta immune (RI) può essere suddivisa didatticamente in due settori: - risposta umorale o anticorpale; - risposta cellulo-mediata. Questa suddivisione si basa sulle due classi di linfociti responsabili della RI, linfociti chiamati B e T a seconda del loro sito di differenziazione: - B = Borsa di Fabrizio o midollo osseo - T = Timo. Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Numero normale delle cellule circolanti Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier 7 Componenti della risposta immune Maturazione dei linfociti Morfologia del timo Principi (5) I linfociti B secernono il loro recettore di membrana e tale molecola proteica (immunoglobulina o anticorpo) complementare alla sequenza antigenica (antigene-specifica) svolge la funzione effettrice dei linfociti B. Anche i linfociti T una volta attivati dell'antigene rilasciano una serie di molecole chiamate linfochine che rappresentano la fine rete di comunicazione tra le cellule proprie della risposta immune e/o quelle ad essa collegate. Sottopopolazioni linfocitarie Classi di linfociti 8 Principi (6) I linfociti T in base al loro fenotipo possono essere suddivisi in sottopopolazioni con funzioni diverse. Esistono così: - linfociti T helper che favoriscono la maturazione di diverse risposte effettrici sia umorali che cellulari; - linfociti T citotossici che esplicano funzioni citolitiche. La diversita` sostanziale tra il meccanismo di attivazione del linfocita B e T e` che il recettore del linfocita T riconosce una sequenza di aminoacidi (epitopo) associata a prodotti del Maggiore Sistema di Istocompatibilita` (MHC); in altre parole il linfocita T riconosce il non self associato al proprio self. Al contrario, il linfocita B non riconosce tale associazione (epitopo + MHC) ma e` in grado di legare solo l'epitopo, come sequenza aminoacidica lineare o conformazionale. Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier 9 INTRODUZIONE AL SISTEMA IMMUNITARIO • Il sistema immunitario si è evoluto per proteggerci da agenti patogeni. Patogeni intracellulari infettare le cellule individuali (ad esempio i virus), mentre gli agenti patogeni extracellulari dividere extracellularly entro i tessuti o le cavità del corpo (ad esempio molti batteri) • Fagociti e linfociti sono mediatori chiave di immunità. Phagocytes interiorizzare agenti patogeni e li degradano. Linfociti (B e cellule T) recare recettori che riconoscono specifici componenti molecolari degli agenti patogeni e hanno funzioni specializzate. Cellule B rendere anticorpi, linfociti T citotossici (CTLs) virally uccidere le cellule infette, e cellule T helper coordinare la risposta immunitaria diretta dalla cellula-cellula interazioni e il rilascio di citochine. • Specificità e memoria sono due caratteristiche essenziali della risposta immunitaria adattiva. Di conseguenza il sistema immunitario monta una risposta più efficace in seconda e successive incontri con un particolare antigene. Non adattativi (innata) risposte immunitarie non alterano in esposizione ripetuta per un agente infettivo. Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier • Specificità e memoria sono due caratteristiche essenziali della risposta immunitaria adattiva. Di conseguenza il sistema immunitario monta una risposta più efficace in seconda e successive incontri con un particolare antigene. Non adattativi (innata) risposte immunitarie non alterano in esposizione ripetuta per un agente infettivo. • Gli antigeni sono molecole che sono riconosciute da recettori su linfociti. Cellule B di solito riconoscere intatto antigene molecole, cellule T che riconoscono i frammenti di antigene sulla superficie di altre cellule. • Una risposta immunitaria si verifica in due fasi: riconoscimento ed eradicazione dell'antigene. Nella prima fase di selezione clonale comporta il riconoscimento del particolare antigene da cloni di linfociti, con l'espansione clonale di cloni di T e B e differenziazione delle cellule effettrici e alla memoria delle cellule. Nella fase effettrici, questi linfociti coordinare uno risposta immunitaria, che elimina la fonte di antigene. • La vaccinazione si basa sulla specificità e la memoria dell’immunità adattativa. La vaccinazione si basa sugli elementi chiave di immunità adattativa, vale a dire la specificità e la memoria. Memoria consentire cellule del sistema immunitario di montare una risposta molto più forte, relativa ad un secondo incontro con l'antigene. • L'infiammazione è una risposta al danno tissutale. Esso consente di anticorpi, complemento sistema di molecole, leucociti e ad entrare nel tessuto al sito di infezione, con conseguente fagocitosi e la distruzione degli agenti patogeni. Linfociti sono anche tenuti a riconoscere e distruggere le cellule infette nei tessuti. • Il sistema immunitario può commettere errori (immunopatologia). Questo può portare ad immunodeficienza, ipersensibilità, o malattie autoimmuni. • La normale reazione immunitaria può creare problemi nel contesto di alcune applicazioni della medicina moderna, per esempio trasfusione di sangue e reazioni responsabili del rigetto del trapianto. 10 Termini immunologici Cosa dovremmo conoscere alla fine di questa lezione •I termini usati in immunologia; ANTIGENI (Ag) Sono sostanze riconosciute da • Le caratteristiche e l’interdipendenza dell’immunità innata e acquisita; Corso di Immunologia • ANTICORPI (Immunoglobuline, Ig, Ab) e • LINFOCITI T (T CELLS) • I nomi e le funzioni delle cellule del sistema immune; • La struttura e la funzione degli organi linfoidi periferici; A.A. 2008-09 • Lo scopo del ricircolo linfocitario; Anticorpi sono prodotti da LINFOCITI B (B CELLS) Linfociti T aiutano le cellule B a produrre anticorpi: T HELPER (Th) Linfociti T uccidono cellule infette T CITOTOSSICI (CTL) • Come le cellule comunicano nel sistema immune e come si puo’ verificare questo; Introduzione all’immunologia: filogenesi del sistema immune e cellule dell’immunità • Come la distribuzione clonale dei recettori per gli antigeni nel sistema immune permette diversi riconoscimenti, la tolleralza verso il self e la memoria; • Come I compartimenti invasi da patogeni abbiano necessità di differenti meccanismi effettori dell’immunità. 1/118 2/118 Sistema immune (1) Sistema immune (2) Osservazioni iniziali (prima metà del XX secolo) notarono che dal midollo osseo si Un primo contributo venne verso la metà degli anni '50 dagli studi fatti su un organo moltiplicava una linea di cellule staminali, che poi, si differenziavano in due linfoide che si trova nella regione della cloaca, presente negli uccelli, detto possibili linee cellulari: BORSA DI FABRIZIO. Riconoscimento antigenico Esso venne inizialmente rimosso, per essere studiato, ma subito non si capì a cosa 1. Alcune si dirigevano nel timo dove si sviluppavano cellule indirizzate contro ciò che sarebbe poi riconosciuto come non-self, mentre venivano distrutte quelle servisse. Erroneamente si suppose che quest'organo, connesso all'apparato digerente di che avrebbero potuto intervenire contro cellule proprie del nostro organismo. questi uccelli, fosse in un certo modo assimilabile all'appendice presente 2. Altre, invece, erano programmate per diventare LINFOCITI B, destinati poi a nell'uomo; in realtà, solo intorno alla metà degli anni '60 si capì che la Borsa di Fabrizio, non era altro che il midollo osseo di questi animali, dove le cellule B e i migrare in periferia, in organi quali la milza e i linfonodi. 3/118 pro genitori delle cellule B venivano generati. Esistono due diversi sistemi di riconoscimento: 1. PATTERN RECOGNITION RECEPTORS presenti nelle primitive specie invertebrate, costituiti da recettori a largo spettro, che sono in grado di riconoscere carboidrati e proteine su cellule estranee. Sono recettori che devono necessariamente riconoscere grandi famiglie di molecole, presenti su altre cellule, e la loro origine è da collocarsi in particolari famiglie di animali che sono i Tunicati e i Protocordati. 2. CLONAL REARRANGING GENES associati al riconoscimento dell'antigene da parte dei linfociti B e T . Per "clonal rearranging gene" si intende un gene riarrangiato in maniera clonale, in Nulla, però, si sapeva su cosa controllasse entrambe le risposte né da dove grado di attivare la moltiplicazione della cellule che lo possiede (e solo quella originassero i vari tipi cellulari. cellula) in grandi quantità, dopo che il recettore, detto appunto clonotipico, è stato innescato. 4/118 5/118 Page 1 6/118 Organi linfoidi Distribuzione dei tessuti linfoidi nel corpo umano Distribuzione dei tessuti linfoidi nel corpo umano Tessuti organizzati nei quali I linfociti interagiscono con cellule non linfoidi Siti di maturazione & inizio della risposta immune acquisita ORGANI LINFOIDI CENTRALI (o primari o generativi): TIMO – Maturazione cellule T MIDOLLO OSSEO – Maturazione cellule B ORGANI LINFOIDI PERIFERICI(o secondari): LINFONODI POLPA BIANCA MILZA TESSUTI LINFOIDI ASSOCIATI ALLA MUCOSA TESSUTI LINFOIDI ASSOCIATI ALLA CUTE Attivazione cellule T e B Intrappolamento antigene Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier 7/118 Sistema linfatico 8/118 9/118 Organizzazione di un linfonodo Linfonodo 4. Centro germinale (sito di intensa proliferazione cellue B) 3. Follicolo linfoide secondario 2. Follicolo linfoide primario (area cellule B) Paracorticale (area cellule T) 1. Vasi linfatici afferenti. Linfociti e Ag drenati dai tessuti entrano qui. 10/118 11/118 Page 2 5. Zona midollare (Area Macrofagi & Plasmacellule) 6. Vaso linfatico efferente Arteria Vena Seno midollare 12/118 Legame dei linfociti alle venule ad endotelio alto LINFOCITI NAIVE entrano nel sangue, raggiungono gli organi linfoidi periferici e ricircolano Cellule & antigeni da un sito di infezione e intrappolati nel tessuto linfoide drenante. Cellule proliferano e ri-entrano nel POOL DEI LINFOCITI RICIRCOLANTI e ricircolano negli organi linfoidi periferici 13/118 Sequenze di eventi nelle risposte immunitarie in vivo Vie di ricircolazione linfocitaria Ricircolo linfocitario 14/118 Traffico dei linfociti attraverso il linfonodo 16/118 Organizzazione del tessuto linfoide nella milza 17/118 Page 3 15/118 18/118 Componenti cellulari del sistema immunitario associato alla cute Milza polpa bianca Sezione trasversale Il sistema immunitario associato alle mucose Seno marginale Corona cellule B Polpa rossa Centro germinale Zona marginale Zona periarteriolare linfocitica – Area cellule T Arteriola centrale 19/118 Organizzazione del tessuto linfoide associato all’intestino 20/118 21/118 Fasi della risposta immune Immunità attiva e passiva Cellule B organizzate in follicoli di notevoli dimensioni ed altamente attivi, mentre le cellule T occupano l’area tra i follicoli. L’antigene entra attraverso l’epitelio specializzato costituito dalle cellule M (Membranose). Nonostante le differenze con altri tessuti linfoidi, la struttura di base viene mantenuta. 22/118 23/118 Page 4 24/118 Risposta immune Barriere Invasione & infezione Immunità innata ed immunità specifica Immunità innata Pelle & Membrane mucose Rigenerazione rapida, movimenti peristaltici, estrusione mucociliare, vomito, urine e lacrime, tosse Immunità naturale per resistere alle infezioni • Presente dalla nascita • Non è antigene-specifica Immunità innata + + • Non aumenta per una seconda esposizione Difese cellulari e umorali Lisozima saliva, secrezioni sebaceo/mucose, acidità stomaco, organismi commensali, proteine complemento, fagocitosi, cellule NK • Non mantiene memoria • Usa componenti cellulari e umorali • E’ scarsamente efficace senza immunità acquisita Infiammazione Immunità acquisita Anche coinvolta nel triggering e amplificazione della risposta immune acquisita Difese cellulari e umorali Anticorpi, citochine, cellule T helper , cellule T citotossiche 25/118 26/118 Fasi della risposta linfocitaria Tipi di immunità specifica o acquisita Immunità acquisita 27/118 Immunità specifica indotta dal patogeno • Si attiva quando il patogeno entra nell’organismo •Acquisita per esperienza precedente • Conferisce immunità patogeno specifica • Aumentata da una seconda esposizione • Mantiene memoria • Usa componenti cellulari e umorali • E’ scarsamente efficace senza immunità innata Anticorpi riflettono le infezioni alle quali un individuo è stato esposto – strumento diagnostico per infezioni 28/118 29/118 Page 5 30/118 L’immunità specifica potenzia i meccanismi effettori dell’immunità naturale Ematopoiesi Leucociti: 7,25+1,7(x106)/ml Granulociti: 58,5% di cui Neutrofili 55% (34,6-71,4) Eosinofili 3% (0-7,8) Basofili 0,5% (0-1,8) Linfociti: 35% (19,6-52,7) Monociti: 6,5% (2,4-11,8) A -Nell’immunità innata, i microrganismi attivano il complemento (C) direttamente per la via alternativa, con conseguente uccisione dei microbi. Gli anticorpi prodotti nell’ambito della risposta umorale specifica potenziano l’attivazione del complemento innescando la via classica, con conseguente aumento dell’efficienza dell’eliminazione dei microrganismi. B - I fagociti inglobano e distruggono alcuni microrganismi direttamente nella fase di risposta innata. Successivamente i linfociti T attivati nel corso della risposta immune specifica, interagiscono con i fagociti potenziandone l’attività microbicida, con conseguente aumento dell’efficienza ed efficacia di uccisione dei microrganismi. 31/118 Linfociti Immunità acquisita Macrofagi Monociti Fagocitosi Presentazione Ag Neutrofili PMN Fagocitosi Anti-batterica Eosinofili Immunità anti-parassiti Basofili ?Protezione della superficie mucosale? Cellule del Sistema Immune 32/118 Cellule mieloidi dell’immunità innata ed acquisita 33/118 Phagocytes: Phagocytes: Neutrophils Neutrophils Neutrophils (polymorphonuclear: PMN) are most important cellular components in bacterial destruction. They are relatively large and most abundant white blood cells with lobed nucleus and cytoplasmic granules (lysosomes). They are identified by their characteristic morphology. In addition, monoclonal antibodies against characteristic cell surface protein, cluster differentiation marker, CD66 can be used to identify these cells. Progenitori linfoidi comuni phagocytosis, intracellular killing, inflammation and tissue damage Cellule staminali pluripotenti Progenitori mieloidi characteristic nucleus, cytoplasm Mast cellule Protezione della granules and CD66 membrane marker. superficie mucosale 34/118 35/118 Page 6 36/118 Phagocytes: Phagocytes: Characteristics Characteristicsof ofNeutrophil NeutrophilGranules Granules Neutrophils Neutrophils Direct Directantimicrobial antimicrobialactivity activityof ofNeutrophils Neutrophils PMN granules are of two kinds: primary (azurophilic) and secondary (specific). Polymorphonuclear Neutrophils • Recruited on site of infection by proinflammatory cytokines and chemoattractant molecules • Activated by IFN-γ, TNFα, IL-1, IL-6, IL-8, GMCSF 37/118 Antimicrobial Antimicrobialactivity activityof ofNeutrophils Neutrophils DEFENSINS DEFENSINS Crystal structure of Human β-defensin-2 primary granules secondary granules azurophilic; characteristic of young neutrophils; specific for mature neutrophils contain cationic proteins, lysozyme, defensins, proteases and myeloperoxidase contain lysozyme, NADPH oxidase, lactoferrin and B12binding protein Primary azurophilic granules are characteristic of immature and very young neutrophils. They contain NADPH oxidase co-factors, cationic proteins, defensins (small molecular weight proteins), proteases (elastase, cathepsin G, etc.), lysozyme and, characteristic for them, myeloperoxidase. Secondary granules are more characteristic of (specific for) mature neutrophils. They contain lysozyme and NADPH oxidase cofactors, lactoferrin and B-12-binding protein, the last two are characteristic for these granules. 38/118 Phagocytes: Phagocytes: Macrophages Macrophages • Permeabilization of cellular membranes • Induction of single strand DNA breaks • Modulation of cytokine production • Aspecific bacterial opsonization • Chemotactic activity phagocytosis, intracellular and extra-cellular killing, tissue repair, antigen presentation for specific immune response characteristic nucleus and CD14 membrane marker. 41/118 Page 7 39/118 Macrophages Macrophages Mononuclear phagocytes are the other population of phagocytic cells and include monocytes in circulation, histiocytes in tissues, microglilal cells in the brain, Kupffer cells in the liver and macrophages in serous cavities and lymphoid organs, They also have granules similar to those in neutrophils, although not as abundant. They are recognized by their morphology, ability to adhere on glass/plastic surface, phagocytic property and CD14 marker. All phagocytic cells have receptors for a variety of molecules. Most pertinent to non-specific immunity are Scavenger and TOLL-like receptors and receptors for the Fc part of IgG, complement, interferons, TNF and certain bacterial components. Interaction of organisms with these receptors promotes phagocytosis and phagocyte activation for a more efficient killing of pathogens. 40/118 O2 dependent and independent bacterial killing in neutrophils • O2-dependent antimicrobial mechanisms relies on NADPH Oxidase complex, that leads to HOCl • O2-independent mechanisms encompass the content of granules (lysozyme, gelatinase, defensins) phagocytose phagocytose&&kill killintracellularly intracellularly identified identifiedby byCD14 CD14 adherent adherentof ofplastic plasticand andglass glass surfaces surfaces activated activatedby bycytokines cytokines kill killboth bothintracellular intracellularorganisms organisms kill killmalignant malignantand andaltered alteredself self targets targets 42/118 Maturazione dei fagociti mononucleati Funzione dei macrofagi e induzione della risposta infiammatoria Morfologia dei fagociti mononucleati 43/118 44/118 Fagociti Quando un macrofago incontra un microrganismo (es. batterio) nei tessuti, questo rilascia citochine che incrementano la permeabilità dei vasi sanguigni, permettendo ai fluidi ed alle proteine di passare nei tessuti. Inoltre, secernono anche chemochine che hanno la funzione di richiamare i neutrofili nel sito di infezione. I cambiamenti interessano anche l’adesività delle cellule endoteliali dei vasi sanguigni permettendo alle cellule di aderire alle pareti di questi vasi e di attraversarli. Dai vasi sanguigni, passano prima i neutrofili poi i macrofagi. L’accumulo di fluidi e cellule nel sito d’infezione causa rossore, gonfiore, calore e dolore (rubor et tumor cum calore et dolore), conosciuti nel complesso come infiammazione. I macrofagi ed i neutrofili sono le principali cellule infiammatorie, successivamente alla 45/118 loro attivazione, anche i linfociti contribuiscono a questo processo. Le cellule dendritiche danno inizio alla risposta immunitaria acquisita Le cellule dendritiche immature, residenti nei tessuti infettati, catturano i patogeni ed i loro antigeni tramite la macropinocitosi o tramite fagocitosi mediata da recettori. Queste cellule vengono stimolate dal riconoscimento di un patogeno a migrare, tramite le vie linfatiche, nei linfonodi regionali, dove arrivano come cellule dendritiche non fagocitiche completamente mature. Qui le cellule dendritiche mature incontrano ed attivano i linfociti T naive antigene-specifici, i quali entrano nei linfonodi dal sangue tramite un vaso specializzato conosciuto, per le sue cellule endoteliali cubiche, come High Endothelial Venule (HEV) - Venula ad Endotelio Alto Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier Downloaded from: StudentConsult (on 3 October 2008 04:49 PM) © 2005 Elsevier 46/118 Page 8 47/118 48/118 Phagocyte PhagocyteResponse Responseto toInfection Infection Phagocyte PhagocyteResponse Responseto toInfection Infection Initiation Initiationof ofPhagocytosis Phagocytosis Chemotaxis: Bacteria produce N-formyl-methionine-containing peptides which are powerful The TheSOS SOSSignals Signals Attachment via attractants (chemotactic) for phagocytic cells. Many bacteria also act on proteins of the ––N-formyl N-formylmethionine methionine ––Clotting Clottingsystem systempeptides peptides ––Complement Complementproducts products ScavengerR complement and clotting systems to produce peptides that cause vasodialation, vascular IgG FcR permeability and expression of adherence molecules on vascular endothelial cells. They Phagocyte Phagocyteresponse response CR also induce, on phagocytic cells, expression of proteins (e.g., integrins) that promote ––Vascular Vascularadherence adherence ––Diapedesis Diapedesis ––Chemotaxis Chemotaxis ––Activation Activation ––Phagocytosis Phagocytosisand andkilling killing Toll-like R binding to endothelial cells. Phagocytic cells respond to chemotactic peptides of bacterial and host origin and migrate across the capillary wall (diapedesis) to the site of infection/inflammation. 49/118 Recettori e risposte funzionali dei fagociti 50/118 51/118 Attivazione e funzioni effettrici dei macrofagi Pathways Pathwaysof ofIntracellular IntracellularKilling Killing Intracellular Killing oxygen-dependent myloperoxidase-independent 52/118 53/118 Page 9 oxygen-independent myeloperoxidase-dependent 54/118 Phagocyte PhagocyteResponse Responseto toInfection Infection Pathways Pathwaysof ofIntracellular IntracellularKilling Killing Mediators Mediatorsof ofOxygen OxygenIndependent IndependentKilling Killingin inthe thePhago-lysosome Phago-lysosome Phagosome-lysosome fusion: Phagosome, soon after its formation, fuses Three modes of intracellular killing: with granules (lysosomes) to form a phago- It should be apparent from the preceding discussion that there are three pathways of killing by phagocytes: (1) by lysosomal antibacterial substances (lactoferrin, cationic proteins, lysozyme, defensins, proteases, etc.) without the requirement of respiratory burst (oxygen-independent killing); (2) by products of respiratory burst (super-oxide,singlet oxygen, hydroxyl radical, hydrogen peroxide, etc.) without the need for myeloperoxidase (oxygen-dependent,myeloperoxidase-independent killing): and (3) by halogenation of bacterial proteins catalyzed by meyloperoxidase (oxygen-dependent, myeloperoxidase-dependent killing). These processes occur simultaneously and act synergistically. A defect in any of these pathways, for example, a deficiency of NADPH oxidase (cytochrome b558) components (p91, p22, 947 p61-phox), myeloperoxidase, etc. would impair the killing activity of phagocytes and render the host more susceptible to pyogenic infections. 55/118 Phagocyte PhagocyteResponse Responseto toInfection Infection lysosome. As mentioned earlier, lysosomes Effector Molecule contain a variety of anti-microbial substances (e.g., lysozyme, lactoferrin, defensins, transferrin, proteases, and etc.) microorganisms to these substances and their of the respiratory burst (hexose monophosphate shunt) which results in the production of superoxide anion, singlet oxygen, hydroxyl ion and hydrogen peroxide. These molecules are microbicidal and cause killing of organisms in the phagosome. Lysozyme Hydrolyses mucopeptides in the cell wall Lactoferrin Deprives pathogens of iron Hydrolytic enzymes (proteases) Digests killed organisms destruction. Also, fusion of phagosome with primary granules (in newly recruited phagocytes) that contain myeloperoxidase results in the production of halogenation of bacterial OCl-, and proteins and bacteriolysis. 56/118 Glucose +NADP+ G-6-P-dehydrogenase NADPH + O2 Cytochrome b558 2O2 58/118 myeloperoxidase 2OCL- + H2O 2O2 H2O2 + 1O2 OCl- + H2O 1O -+ Cl-+ 2 + 2H+ Superoxide dismutase 2 H2 O2 .OH + OH- + 1O2 catalase 59/118 Page 10 Oxygen Dependent Myeloperoxidase Dependent Reactions H2 O2 + Cl- - + 2H+ - Pentose-P + NADPH NADP++ O2 Superoxide dismutase 2O2 + H2O2 57/118 Respiratory Respiratory Burst Burst Oxygen Dependent Myeloperoxidase Independent Reactions The process of attachment and phagosome formation is accompanied by the activation Damage to microbial membranes phago- lysosome fusion results in the exposure of Respiratory Burst Respiratory burst and phagocytosis: Function Cationic proteins (cathepsin) H2O - H2O2 + O2 - H2O + O2 60/118 Nitric NitricOxide OxideDependent DependentKilling Killing TNF TNF Nitric Oxide Nitric Oxide γ IFN 61/118 Page 11