SCENARIO Nel 2010 la fiducia dei consumatori in Svizzera è stabile. Il tasso di disoccu- pazione scende e il commercio al dettaglio trae beneficio da una crescita sana. Il mercato delle materie prime è dominato da diverse tendenze di prezzo. La produt­ tività del commercio al dettaglio svizzero è tra le più alte in Europa. CONTESTO DI MERCATO Ripresa dalla recessione più rapida del previsto Il 2010 è stato caratterizzato da una crescita economica dinamica. La fiducia dei consumatori e i consumi privati in Svizzera sono stati stabili, mentre il tasso di disoccupazione è sceso notevolmente. Diversi fattori, soprattutto di carattere globale, fanno tuttavia presagire una crescita futura sempre più incerta. Dopo un primo trimestre forte, la debole evo­- luzione dei redditi effettivamente disponibili ha ­avuto un effetto frenante sulla propensione ai consumi. Il secondo semestre è stato segnato da un rallentamento della crescita. Anche nel 2010 il rincaro è stato minimo e l’evoluzione dei prezzi nel commercio al dettaglio è rimasta invariata o ha segnato una lieve regressione. Il commercio al dettaglio ha tratto profitto da una crescita sana, in particolare nel segmento Non Food. Le esportazioni sono cresciute nettamente nonostante l’apprezzamento del franco svizzero. La domanda cruciale del momento è in che misura il rallentamento della congiuntura mondiale e la sopravvalutazione del franco pregiudichino la crescita dell’economia svizzera. Bisogna attendersi un indebolimento della crescita economica e dei consumi privati. 8 Gruppo Coop Rapporto di Gestione 2010 SCENARIO Volatilità dei mercati delle materie prime Nel 2010 il mercato delle materie prime è stato domi­ nato da tendenze di prezzo molto diverse tra loro. A partire da maggio l’importante mercato interno è stato caratterizzato da prezzi della carne di maiale estremamente bassi, che il numero elevato di porcellini e il corrispondente eccesso di offerta facevano presagire sin dalla primavera. Sul mercato del latte svizzero vi erano quantità di latte molto elevate, ­oltre che molte incertezze nella determinazione dei prezzi che non si è riusciti a eliminare neanche aumentando il prezzo indicativo a partire dal 1° luglio 2010. L’organizzazione di categoria IP Latte ha ­constatato che il modello di gestione delle quantità da essa sviluppato è stato applicato in modo in­ adeguato dagli operatori di mercato per mancanza di trasparenza e di rispetto delle regole di base. A partire dal 1° gennaio 2011 dovrà invece essere attuata la segmentazione obbligatoria dei prezzi in base al latte A, B e C. Nel 2010 le grandi quantità di latte in eccesso sono state trasformate in burro, il che ne ­ha fatto lievitare la produzione a circa 10.000 tonnellate. L’insufficiente propensione a pagare da parte di numerosi operatori di mercato del settore lattierocaseario ha fatto sì che dai mezzi del fondo d’intervento solo circa 1500 tonnellate fossero esportate in Paesi extra UE, invece delle 4000–5000 tonnellate auspicate. In estate il mercato dei cereali per il grano tenero ha registrato un massiccio rialzo dei prezzi a causa delle improvvise limitazioni da parte di Russia e Ucraina alle esportazioni, rendendo inevitabile ­l’incremento del prezzo del pane in autunno. In es­ta­te numerose varietà di verdura hanno raggiunto prezzi record poiché le quantità disponibili, ridotte a causa di avverse condizioni meteorologiche, non riusci­vano a coprire la domanda. Per il riso e il grano duro i mercati sono rimasti relativamente stabili, mentre ­i prezzi di caffè, cacao e zucchero sono aumentati ­no­tevolmente non solo a causa dei raccolti scarsi, ma anche della speculazione. A metà anno i prezzi del cacao hanno raggiunto valori massimi, per poi tuttavia scendere successivamente. L’incremento dell’efficienza nella lavorazione, ma anche l’apprezzamento del franco svizzero, hanno consentito di evitare aumenti dei prezzi al dettaglio. Commercio al dettaglio svizzero nel confronto internazionale I notevoli sforzi del commercio al dettaglio svizzero negli ultimi anni e lo smantellamento di barriere commerciali hanno dato i loro frutti. L’ultimo studio di BAK Basel Economics mostra che la ­produttività del commercio al dettaglio svizzero è di nuovo netta­mente aumentata e rientra tra le più elevate in ­Europa. Una parte dell’aumento della produttività ­ è andata a beneficio dei collaboratori in Svizzera, ­ la cui produttività lavorativa è nettamente ­superiore alla media europea. Un’altra parte è andata a van­ taggio dei consumatori, con prezzi di vendita più bassi. A causa dell’isolamento del mercato e dei ridotti volumi di approvvigionamento nel confronto interna­- zionale, i prezzi di acquisto per il commercio al dettaglio svizzero continuano a essere nettamente superiori rispetto a quelli per le imprese commerciali estere. In questo contesto la Svizzera è nettamente in svantaggio. Accanto alla produttività lavorativa, anche l’aliquota più bassa dell’imposta sul valore aggiunto rappresenta un vantaggio considerevole ai fini della competitività con i Paesi esteri. I prezzi al consumo sono scesi nettamente soprattutto nel settore Non Food, mentre nel settore Food sono rimasti ampiamente stabili per tutto il periodo di osservazio­ ne dal 2006 al 2010, nonostante il rialzo dei prezzi nel 2007/2008. Nel 2010 parte di questi vantaggi si è persa a causa del forte apprezzamento del franco nei confronti dell’euro. Nei limiti del possibile, Coop ha imposto prezzi d’acquisto più bassi di cui hanno potuto beneficiare i clienti sotto forma di riduzione di prezzo. Complessivamente è stato possibile ridurre notevolmente la differenza rispetto ai Paesi esteri per quanto riguarda i prezzi al consumo, mentre per i prezzi di acquisto la riduzione è risultata tuttavia meno sostanziale. CONTESTO POLITICO Liberalizzazione e apertura dei mercati a rilento Nonostante l’entrata in vigore del principio «Cassis de Dijon» a metà 2010, i vari progetti per la liberalizzazione e l’apertura dei mercati hanno subito una battuta d’arresto. Le discussioni in merito alla reintroduzione del contingentamento lattiero statale, la liberalizzazione a rilento del mercato dell’energia elettrica e le richieste politiche di interruzione delle trattative in corso per un ampio accordo sull’agri­ coltura e la sanità denotano un clima di insicurezza. Finanziamenti mancanti nelle infrastrutture per i trasporti Mentre negli ultimi anni si è attribuito un valore parti­ colare al potenziamento delle infrastrutture per i trasporti, è stata dedicata meno attenzione alla sal­- vaguardia del finanziamento della manutenzione ­ e agli investimenti di sostituzione. Nel trasporto su rotaia, il potenziamento del trasporto passeggeri penalizza il trasporto merci. Rispetto ai Paesi esteri, i costi per l’utilizzo delle tratte ferroviarie, peraltro già altamente congestionate, sono molto superiori. In virtù del proprio mandato di approvvigionamento, Coop dipende fortemente, in misura superiore ­ alla media, da una rete di infrastrutture ferroviarie ben sviluppata, affidabile e a prezzi vantaggiosi. Densità normativa elevata In vari settori, il commercio al dettaglio svizzero continua ad avere una regolamentazione più severa rispetto ai mercati della concorrenza nei Paesi li­mitrofi. Ciò riguarda ad esempio gli orari di apertura dei negozi, i vincoli nell’ambito della pianificazione del territorio e della protezione dell’aria, le prescrizioni di dichiarazione più estese rispetto all’UE o i vincoli nel settore del traffico transfrontaliero e dell’imposi­ zione doganale. In seno alla Comunità d’interessi Commercio al dettaglio Svizzera (CI CDS), anche nel 2010 Coop si è adoperata nell’interesse dei consumatori contro regolamentazioni inefficienti e dis­criminanti. SCENARIO Gruppo Coop Rapporto di Gestione 2010 9