I verbi Valenza verbale: indica il numero di ‘elementi’ che devono obbligatoriamente accompagnare il verbo. Questi gruppi nominali sono detti argomenti. Gli altri elementi non obbligatori che occorrono in una frase sono detti circostanziali. I verbi dotati di valenza sono detti lessicali o ‘pieni’. Classificazione dei vrebi in base alla valenza: - avalenti o zerovalenti > nessun argomento es. piove, nevica - monovalenti > un argomento a) un nome (o un sintagma nominale) es. Il bambino cammina b) una frase es. Sembra che Gianni sia felice - bivalenti > due argomenti a) due nomi (o due sintagmi nominali) es. Gianni osserva l’alta marea b) un nome (o un sintagma nominale) e una frase es. Gianni sostiene di avere ragione c) un nome (o un sintagma nominale) e un sintagma preposizionale es. il bambino disobbedisce ai suoi genitori - trivalenti > tre argomenti a) due nomi (o due sintagmi nominali) e un sintagma preposizionale es. Gianni ha regalato un anello a Laura b) un nome (o un sintagma nominale), un sintagma preposizionale e una frase es. Gianni ha detto a Mario di andarsene Verbi avalenti Verbi monovalenti Verbi intransitivi Verbi bivalenti Verbi transitivi Verbi trivalenti Verbi intransitivi: una classe omogenea? Prima differenza macroscopica: la selzione dell’ausiliare Giovanni è arrivato Giovanni ha dormito Verbi intransitivi con ausiliare essere: inaccusativi Verbi intrasitivi con ausiliare avere: inergativi Differenze tra verbi inaccusativi e inergativi - Nei verbi inergativi il soggetto è agente, cioè ha parte attiva nello svolgimento dell’azione Giovanni ha telefonato Giovanni ha camminato Giovanni ha dormito - Nei verbi inaccusativi il soggetto è tema (talvolta paziente), cioè prende parte all’azione senza determinarla (in un certo senso, ne subisce gli effetti) Giovanni è caduto Giovanni è svenuto Cfr. anche la nave è affondata / è stata affondata Nei verbi inaccusativi il participio passato si accorda con il soggetto: È arrivato Marco È arrivata Marta Sono arrivati Marco e Marta Nei verbi inergativi il participio passato non si accorda con il soggetto: Ha telefonato Marco *Ha telefonata Marta *Hanno telefonati Marco e Marta PS nei verbi transitivi, il participio passato si accorda con il soggetto nel passivo Nei verbi inaccusativi, il participio può essere usato come modificatore del soggetto: I ragazzi che sono arrivati ieri / arrivati ieri sono simpatici Nei verbi inergativi, il participio non può essere usato come modificatore del soggetto: I ragazzi che hanno appena parlato / *appena parlati sono simpatici Nei verbi transitivi, il participio può essere usato come modificatore dell’oggetto: La mamma ha appena cotto la zuppa Abbiamo mangiato la zuppa appena cotta I verbi inaccusativi ammettono la costruzione del participio assoluto: Gli zii sono arrivati e noi abbiamo attrezzato la stanza degli ospiti Arrivati gli zii, abbiamo attrezzato la stanza degli ospiti I verbi inergativi non ammettono la costruzione del participio assoluto: Gli zii hanno telefonato e noi li abbiamo invitati a pranzo *Telefonati gli zii, li abbiamo invitati a pranzo Nei verbi transitivi, la costruzione del participio assoluto è ammessa con l’oggetto: Abbiamo mangiato una pizza e poi siamo andati alla festa Mangiata una pizza, siamo andati alla festa Negli inaccusativi il ne può sostituire il soggetto: Sono arrivate molte lettere Ne sono arrivate molte Con gli inergativi la sostituzione del soggetto con ne è impossibile: Hanno telefonato molte tue amiche *Ne hanno telefonato molte Nei verbi transitivi, ne sostituisce l’oggetto: Abbiamo mangiato molti dolci Ne abbiamo mangiati molti Ruolo semantico: agente Ruolo semantico: tema / paziente Accordo del participio Participio come modificatore Participio assoluto Sostituzione con ne S S S O V inerg V trans V inacc V trans La nascita delle forme verbali perifrastiche nelle lingue romanze Premesse generali: Tempo: collocazione temporale del discorso (in genere rispetto al momento dell'enunciazione) Es. presente passato futuro Aspetto: diversi modi di vedere la dimensione temporale di una situazione descritta da un verbo. Es. perfettivo vs. imperfettivo (cioè compiuto vs. incompiuto) progressivo vs. non progressivo abituale vs. continuo ... Tendenze tipologiche: a) Le forme verbali che esprimono informazioni di natura aspettuale tendono ad essere realizzate con costruzioni perifrastiche (es. ausiliare + verbo lessicale) b) Le forme verbali che esprimono informazioni di natura temporale tendono ad essere realizzate con costruzioni sintetiche (es. verbo lessicale + desinenza) Universale: nelle lingue SOV, l'ausiliare segue il verbo lessicale Problemi da affrontare: - In latino il futuro sintetico (es. cantabo 'canterò') lascia spazio ad un futuro perifrastico (es. cantare habeo 'canterò', ma lett. 'ho da cantare') che poi nelle lingue romanze torna ad essere sintetico: cantare habeo > *cantare ajo > it. canterò, sp. cantaré, fr. chanterai, port. cantarei Perché il futuro compie questa sorta di 'ciclo', apparentemente inutile, che lo porta ad abbandonare una espressione sintetica per acquisire una nuova espressione sintetica, dopo essere passato per una fase analitica? - In latino al perfetto (es. cantavi 'cantai' e 'ho cantato') si affianca un perfetto perifrastico cantatum habeo (che significava approssimativamente 'ho cantato'). Tanto le forme sintetiche, quanto quelle perifrastiche sopravvivono nelle moderne lingue romanze (it. cantai e ho cantato). Perché questa proliferazione di forme? Perché le forme perifrastiche del perfetto non danno origine a nuove forme analitiche, come nel caso del futuro? Cronologia relativa degli eventi Punto di partenza Latino: SOV verbo less+aux Futuro Perfetto I e II coniugazione: cantabo 'canterò'; monebo 'consiglierò' III e IV coniugazione: legam 'raccoglierò'; audiam 'sentirò' I e II coniugazione: cantavi 'cantai' e 'ho cantato'; monui 'consigliai' e 'ho consigliato' III e IV coniugazione: legi 'raccolsi' e 'ho raccolto'; audivi 'sentii' e 'ho sentito' Futuro: informazioni temporali Perfetto: informazioni temporali e aspettuali E' estremamente diffuso l'uso di frasi in cui il participio passato svolge la funzione di modificatore dell'oggetto (più o meno come una frase relativa): multa bona bene parta habemus (Plauto), cioè 'abbiamo molti beni [che sono stati] ben procurati'. In queste frasi, il participio passato dipende dall'oggetto (con cui si accorda in genere e numero), non dal verbo habere 'avere'. Il futuro sintetico della I coniugazione si indebolisce: - la b intervocalica talvolta si trasforma in v; dunque, cantabo > cantavo, troppo simile al perfetto cantavi e all'imperfetto cantavam (da cantabam, con lo stesso passaggio b > v) Nel futuro sintetico della III e IV coniugazione le forme della prima persona (legam e audiam) sono uguali a quelle del congiuntivo e questa sovrapposizione può creare ambiguità In più, la lingua avverte verosimilmente l'esigenza di uniformare la formazione del futuro nelle quattro coniugazioni L'ambiguità del perfetto, nel quale si concentrano informazioni temporali e aspettuali, comincia ad essere avvertita con un certo fastidio dalla lingua. Dalla rianalisi di frasi come multa bona bene parta habemus nascono le prime forme di perfetto perifrastico: il participio non è più associato al nome oggetto, ma al verbo: da 'abbiamo molti beni [che sono stati] ben procurati' a 'abbiamo procurato molti beni' Si diffondono le prime forme di futuro perifrastico, es. cantare habeo Le forme di futuro perifrastico soppiantano le più antiche forme sintetiche In ossequio alla tendenza tipologica illustrata sopra (cfr. punto b), nelle forme perifrastiche del futuro, che esprimono un valore temporale e che tendono dunque alla sintesi, verbo lessicale e ausiliare tendono a fondersi sempre più. La trasformazione di queste forme può dirsi compiuta quando il participio passato non si accorda più con il nome oggetto. Le forme di perfetto perifrastico si affiancano alle forme sintetiche di perfetto, ma non le sostituiscono: le forme sintetiche, più antiche, esprimono ora il solo valore temporale (passato); quelle analitiche, più recenti, ereditano il valore aspettuale (perfettivo) In ossequio alla tendenza tipologica illustrata sopra (cfr. punto a), nelle forme perifrastiche del perfetto, che esprimono un valore aspettuale, non si registra alcuna fusione tra verbo lessicale e ausiliare. Cambia l'ordine dei costituenti: SOV > SVO Cambiano le costruzioni legate all'ordine dei costituenti, tra cui le forme verbali perifrastiche: verbo lessicale + ausiliare > ausiliare + verbo lessicale Nelle forme di futuro perifrastico, la sequenza verbo lessicale + asuliliare non cambia: la coesione interna di questo costrutto è tale che l'ausiliare (che ha anche ridotto il suo corpo fonetico: habeo > *ajo) è visto ormai come una sorta di desinenza Nelle forme di futuro perifrastico, l'ausiliare perde del tutto la sua autonomia e diviene a tutti gli effetti una desinenza: *cantare ajo > cantarò (poi > canterò) Nelle forme di prefetto perifrastico, si invertono le posizioni di verbo lessicale e ausiliare e si diffondono sequenze del tipo ausiliare + verbo lessicale (al participio, che non si accorda più con l'oggetto) Stadio intermedio Volgari pre romanzi: SVO aux + verbo less Futuro Perfetto Nelle forme di perfetto perifrastico comincia ad indebolirsi il valore aspettuale, a vantaggio di un valore temporale La nuova coniugazione del futuro si è ormai stabilizzata: es. it. canterò, canterai, canterà... e non c'è più traccia della precedente struttura perifrastica Le forme del perfetto perifrastico hanno ormai acquisito un pieno valore temporale (es. it. passato prossimo) e perso quasi del tutto la connotazione aspettuale. Conformemente alla tendenza tipologica indicata sopra in (b), dovremmo attenderci anche per queste forme una progressiva fusione interna. Ma la posizione iniziale dell'ausiliare rende ovviamente impossibile la sua trasformazione in suffisso. Esso non può neppure trasformarsi in prefisso, poiché nelle lingue romanze non vi sono prefissi flessivi. Stadio finale Lingue romanze: SVO aux + verbo less Riepilogo: Futuro: Le forme di futuro perifrastico danno origine a nuove forme sintetiche perchè vi sono le condizioni formali e semantiche perchè ciò avvenga: - condizioni formali: nella sequenza verbo lessicale + ausiliare, la posizione finale dell'ausiliare è compatibile con la sua trasformazione in suffisso - condizioni semantiche: il significato temporale favorisce la formazione di costrutti sintetici Perfetto: Le forme di perfetto perifrastico non danno origine a nuove forme sintetiche perchè inizialmente vi sono le condizioni formali perchè ciò avvenga, ma non quelle semantiche: - condizioni formali: nella sequenza verbo lessicale + ausiliare, la posizione finale dell'ausiliare è compatibile con la sua trasformazione in suffisso - condizioni semantiche: il significato aspettuale non favorisce la formazione di costrutti sintetici Successivamente lo scenario cambia e maturano le condizioni semantiche per la formazione di un nuova coniugazione sintetica. Ma a questo punto non ci sono più le condizioni formali perché ciò avvenga: - condizioni semantiche: il nuovo significato temporale del perfetto perifrastico favorisce la formazione di costrutti sintetici - condizioni formali: nella nuova sequenza ausiliare + verbo lessicale, la posizione iniziale dell'ausiliare è incompatibile con la sua trasformazione in suffisso