Ricostruzione storica dell`INGV di Catania

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Ferdinandea
L'isola Ferdinandea, chiamata anche Julia o Graham, si è formata durante una breve eruzione
sottomarina nel 1831 nel Canale di Sicilia. L'eruzione con caratteri idromagmatici, ha portato
alla rapida costruzione di un rilievo vulcanico esclusivamente piroclastico alto poche decine di
metri sopra il livello del mare. La mancanza di una adeguata copertura lavica ha privato l'isola
di una protezione dai flutti che, in effetti, l'hanno smantellata completamente nel giro di
pochissimi mesi.
Dalla fine dell'eruzione, varie crociere oceanografiche si sono succedute con l'intento di
cartografare il fondale di quella zona e di monitorare una eventuale ripresa dell'attività
vulcanica.
Attualmente, ciò che rimane dell'isola vulcanica è un banco vulcanico ubicato a 37°09'48",95 di
latitudine N e 12°43'06",85 di longitudine E, con la sommità che occupa un'area di circa 30 m2,
con profondità variabile dagli 8 ai 12 metri e fondali circostanti molto irregolari che, a circa 200
metri dall'apice del banco, precipitano considerevolmente (vedi figura sottostante).
Cronistoria degli eventi che hanno portato all'emersione dell'isola
Ferdinandea e alla sua scomparsa
22/06/1831
primi terremoti avvertiti fino a Palermo;
26/06/1831
sesta scossa di terremoto. Le scosse sismiche, "da leggere a fortissime" causano
lesioni a case e cadute di calcinacci nelle case dell'entroterra siciliano;
28/06/1831
C.H. Swinburne, comandante del Rapid, unità navale britannica "aveva visto come
un fuoco in lontananza, in mezzo al mare";
02/07/1831
alla Secca del Corallo l'acqua ribolliva; notata una moria di pesci. L'acqua in
superficie "ha un calore quasi che brucia". Alcuni marinai svengono sulle barche
per le esalazioni;
05/07/1831
i terremoti sono sentiti fino a Marsala;
07/07/1831
F. Trifiletti, capitano della nave Gustavo, vede un'isola alta 30 palmi sul pelo
dell'acqua e nota che "sputa cenere e lapilli". Di notte l'attività è visibile da Menfi,
Mazara e Marsala;
13/07/1831
primo rapporto ufficiale redatto da G. Corrao, comandante della nave Teresina, che
certifica di aver visto il 10 luglio 1831, a mezzogiorno, a 20 miglia da Capo S.
Marco, una colonna d'acqua frammista a pomici nere e fumo che puzzava di zolfo
innalzarsi sul mare fino a 60 piedi e giudica il fenomeno "essere un nuovo vulcano";
13/07/1831
ore 14.00 P. Schiaffino comandante della nave S. Anna riferisce di tre colonne di
fumo che salgono dal mare;
16/07/1831
a Sciacca cadono ceneri nere e schegge. Ogni 10-12 minuti avvengono esplosioni
con lanci, fino ad altezza di una lega, di grossissimi massi, di giorno di colore nero
ma rossi di notte, che ricadono vicino alla bocca. Vengono espulsi anche materiali
infuocati e in cielo, a 33 miglia da Sciacca e a 44 miglia da Girgenti si osservano
fulmini. L'argento si decolora, prendendo il colore del rame, per la presenza di zolfo
nell'aria. I bagliori e i rumori sono percepiti fino a Sciacca;
15/07/1831
il comandante M. Provenzano riporta che il cratere ha una forma circolare ed è più
alto verso est;
1617/07/1831
nella notte l'edificio supera nettamente la soglia dell'acqua in altezza;
17/07/1831
ore 12.00 circa E. Ronsignaud, comandante della nave Adelaide, riporta "colonne
di fumo e l'agitazione delle acque che rende impossibile ad una barca di
appressarsi";
17/07/1831
al tramonto riprende l'attività esplosiva e la crescita dell'edificio vulcanico;
18/07/1831
ore 16.00 C.H. Swinburne, comandante del Rapid, di stanza a Malta, vede da
Marsala colonne di fumo bianchissimo alzarsi dal mare;
18/07/1831
ore 20.00 vengono notati vapori bianchi, fiammate e alte colonne di fumo nero e
ancora vapori bianchi;
18/07/1831
notte, al chiaro di luna si notano vapori bianchi, colonne nere, eruzione di fuoco ad
intervalli regolari da 30 minuti ad un'ora;
19/07/1831
ore 05.00 attività esplosiva intermittente "vasti volumi di vapori e lancio di polveri e
pietre". l'isola non è più precaria. Il vulcano è di colore scuro, ha un diametro di
210-240 palmi ed è alto 30 palmi;
19/07/1831
ore 09.00 attorno all'isola, dal lato occidentale, galleggiano oggetti scuri; a 20 yarde
il fondo è "molto molle" e profondo 18 passi; ad un miglio è profondo 130 passi e
costituito da melma molle di colore bruno carico. Il cratere rotondeggiante è
composto da "cenericcio e fango di colore bruno carico" ed è pieno d'acqua
fangosa, con vapori e ceneri che scendono e salgono nel condotto. Ogni tanto il
livello dell'acqua nel cratere sale oltre l'orlo, e tracima, formando un torrente
fangoso che scorre fino al male rendendo le acque torbide. L'odore di zolfo è
intenso. L'acqua del mare ha una temperatura di solamente un grado superiore alla
media;
22/07/1831
S. Smith, comandante della nave Philomel, annota che il vulcano ha raggiunto 80
piedi d'altezza. In solo due giorni ha raggiunto la massima altezza. Le esalazioni di
zolfo causano problemi agli equipaggi delle lance;
24/07/1831
ore 15 "vapori e spruzzi spumeggianti". Il cratere è colmo d'acqua, da cui continua
a scendere fino al mare un ruscello fangoso;
02/08/1831
attività esplosiva con "lunghi getti". Il vulcano è alto 200 piedi, ha una circonferenza
tra 1 miglio e ¼ e 1 miglio e 1/3. Il capitano Senhouse sbarca sull'isola ancora in
attività, ne prende possesso in nome dell'Inghilterra, la battezza Graham Island e
lascia piantato sul suolo la bandiera britannica;
04/08/1831
il vice ammiraglio Sir Hotham sbarca sul vulcano in attività dalla nave S. Vincent,
lascia una seconda bandiera ed una pergamena di papiro di Siracusa, prendendo
possesso dell'isola in nome di Sua Maestà Guglielmo IV di Hannover;
07/08/1831
attività esplosiva;
08/08/1831
da Mazara a Marsala si osservano al tramonto nuvole nere ed un'aurora boreale;
10/08/1831
C. Gemellaro si avvicina all'isola e propone di chiamarla Ferdinandea;
12/08/1831
a Palermo il tramonto è colorato da una specie di aurora boreale rossastra, che si
muove da ponente verso NE;
14/08/1831
Roma, Genova, Firenze, Lucca e Palermo sono coperte da nuvole rossastre che
provengono da ponente e puntano a nord, apportando fuliggine e generando
aurore boreali;
17/08/1831
Ferdinando II, sovrano del regno delle Due Sicilie, impone all'isola il nome di
Ferdinandea;
19/08/1831
a Palermo il tramonto è arrossato per l'ultima volta da una "aurora boreale".
Hoffman, Gemellaro e Scinà affermano che le aurore boreali sono generate dai
vapori emessi dalla Ferdinandea;
20/08/1831
finisce l'eruzione. Il sig. Osborne, medico di bordo della nave Gange, sbarca sulla
riva NE dell'isola con una squadra di marinai, vi nota ancora fumo e vapori, trova
sul pendio, a 50 passi dalla riva alcuni laghi. Il primo è saturo di perossido di ferro,
salato e gorgogliante quasi all'ebollizione. Il cratere è spento da poche ore, ma
pieno di acqua bollente ed è formato da livelli "ossigenati". Il suolo è poco
consolidato e si affonda fino al collo del piede. La squadra è intossicata dai vapori,
probabilmente di idrogeno carburato;
24/08/1831
il vulcano è spento. Ai suoi piedi ci sono due laghetti di acqua colorata che ribolle e
si solleva gorgogliando, fino a 4 m di altezza: il primo è giallo e puzza di zolfo, il
secondo è giallo-rossiccio;
28/08/1831
C. Gemellaro tiene una relazione presso la Regia Università di Catania e la
conclude dichiarando "io chiamerò dunque, la nuova isola vulcanica sorta dal mare,
isola Ferdinando II, o se preferite, Ferdinandea";
08/09/1831
l'isola si abbassa lentamente ma costantemente;
26/09/1831
le dimensioni dell'isola regrediscono; ora è solo una collinetta di sabbia nera e fine;
2729/09/1831
una spedizione scientifica francese visita l'isola e le impone il nome di isola Julia;
26/10/1831
l'altezza dell'isola è solo di pochi palmi superiore al livello del mare e al centro ha
ancora il cratere con l'acqua bollente; nei giorni di tempesta, tuttavia, si confonde
con il mare;
08/12/1831
V. Allotta, comandante della nave Achille, stila il certificato di morte: "non esservi
vestigia alcuna dell'isola vulcanica". Nei pressi del cratere permangono il ribollio
delle acqua e si innalzano ancora soffioni. Si è ritornati alla Secca del Corallo e
restano i nomi proposti di Graham, Julia, Nerita, Proserpina, Ferdinando II, Giulia
Nerita, Giulia Ferdinandea e Ferdinandea;
1833
segnalata attività vulcanica sottomarina (notizia non confermata);
1863
segnalato il ritorno a pelo d'acqua dell'isola per alcuni giorni (notizia non
confermata).
Testi: Vittorio Zanon e Gianni Lanzafame, INGV Sez.Catania
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