“LA STORIA GRECA : CONCETTI E PERIODIZZAZIONI PROF

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“LA STORIA GRECA: CONCETTI E
PERIODIZZAZIONI”
PROF. VINCENZO BARRA
Università Telematica Pegaso
La storia greca: concetti e periodizzazioni
Indice
1
IL CONCETTO DI STORIA GRECA ------------------------------------------------------------------------------------- 3
2
GLI HÈLLENES --------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 4
3
LE PERIODIZZAZIONI ----------------------------------------------------------------------------------------------------- 6
BIBLIOGRAFIA ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- 8
Attenzione! Questo materiale didattico è per uso personale dello studente ed è coperto da copyright. Ne è severamente
vietata la riproduzione o il riutilizzo anche parziale, ai sensi e per gli effetti della legge sul diritto d’autore
(L. 22.04.1941/n. 633)
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La storia greca: concetti e periodizzazioni
1 Il concetto di storia greca
I Greci antichi non erano una nazione unita né un popolo uniforme come ci
aspetteremmo o nel senso che comunemente intendiamo oggi. Politicamente appartenevano a
distinte comunità, ognuna sovrana. Ma erano anche diversi per etnia, per il dialetto che
usavano, per le fogge di vestiti e di acconciature, persino nelle armi e nelle preferenze in fatto
di cibi. Persino dal punto di vista religioso il patheon, che a noi pare uniforme, era inteso con
sfumature di verse a secondo dei luoghi, ognuno di quali aveva delle divinità principali di
riferimento e i suoi culti propri. La società greca classica, insomma, era piena di differenze al
suo interno, anche nei calendari utilizzati e nei sistemi di misura.
Quando si parla degli antichi Greci, perciò, bisogna rifuggire dalle generalizzazioni
troppo semplicistiche, ed è difficile parlare persino di “religione greca” o di “diritto greco”.
A maggior ragione, dunque, si comprende come non esista una “storia greca” ma
piuttosto una “storia dei Greci”.
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2 Gli Hèllenes
A questo punto, però, se vogliamo studiarne la storia, diventa necessario chiedersi chi
siano i “Greci”. I Greci antichi, tanto quanto i moderni, non hanno mai definito se stessi con il
termine Graikòi, con cui i Romani li chiamavano; al contrario essi si definivano, e si
definiscono ancora oggi, come Hèllenes, cioè genti di stirpe ellenica. Hèllenes è dunque un
nome che designa una etnia ma non uno Stato con una unità politica. Indica invece popoli
consanguinei che sono uniti dalla medesima dimensione culturale, sociale, di lingua e di
valori.
Allo stesso modo i Greci chiamano la loro patria Hellàs, e non “Grecia”, a intendere
perciò non tanto una realtà politica e geografica quanto invece “il mondo greco” o “grecità”.
Quella greca è quindi una sorta di “identità collettiva”.
La storia dei Greci è dunque la somma di tante storie locali, dato che Atene è tanto
Grecia quanto le colonie in Sicilia o sul Mar Nero o Marsiglia in Gallia. Difatti là dove arriva
il navigante greco, lì è Hellàs, lì c’è la “grecità”.
In età classica i Greci si riconoscevano divisi in tre stirpi: Ioni, Eoli e Dori, discendenti
delle tre popolazioni di origine indoeuropea che aveva popolato la Grecia invadendola a
ondate successive in tempi remotissimi. La Grecia era dunque divisa in zone di influenza e di
lingua ionica, dorica o eolica, così come anche la grecità sulle coste dell’Asia Minore.
Queste tre identità “nazionali” diverranno poi con il tempo una sorta di stereotipi
sociali e culturali, come quando si contrapponeva il “vivere da Ioni”, cioè amando la cultura,
la musica, la filosofia e la democrazia, con il “vivere da dori”, cioè assolutizzando i valori
della obbedienza, l’autorità, il valore militare, l’oligarchia). Prova ne è che delle tre identità
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originarie sopravvissero solamente quella dei Dori, propagandata da Sparta, e quella degli
Ioni, propagandata da Atene. Difatti, il “bipolarismo” che contrappose le due grandi potenze,
Sparta e Atene, si appropriò delle identità etniche perché favorivano le alleanze e le
aggregazioni tanto in patria quanto in politica estera.
Il mondo greco, comunque, non si limitò alla Grecia né all’Asia Minore, ma si espanse
ad Oriente e a Occidente disegnando una sorta di ellisse nel Mediterraneo e nel Mar Nero
intorno alla Madrepatria. Queste colonie, che per lo più erano prive di continuità territoriale
tra di loro e con la Grecia, erano però unificate e collegate dal mare, che fu sempre la
principale arteria di comunicazione e di espansionismo.
A fare da elemento unificante, più che la lingua e la religione, vi fu il sentimento di
appartenere alla polis, cioè ad una città-stato, da cui derivano tutti i valori della grecità.
Tanto è vero che i Greci ritenevano “barbari”, e quindi essere inferiori, non soltanto i
popoli non ellenici, ma perfino coloro che vivevano in Macedonia e in Epiro, perché, pur
parlando il greco, non conoscevano la polis.
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3 Le periodizzazioni
Quando inizia la storia dei Greci? La storia greca può essere suddivisa, così come
facevano gli scrittori greci antichi, in storia “locale”, cioè della polis, e storia “nazionale”,
cioè la storia della grecità tutta, intesa in senso generale.
Per quanto riguarda la storia locale, la sua storia inizia con la fondazione di ogni città,
che per gli antichi aveva sempre una prima fase leggendaria e mitica.
Per la storia di respiro nazionale, la storia della grecità, si può dire che per gli antichi
iniziasse con la guerra di Troia, per poi computare il tempo in base al numero delle successive
generazioni. Il computo del tempo, perciò, era molto variabile e soggettivo, tanto che lo
storico Tucidide arrivò a escludere del tutto che ci fosse alcuna possibilità di arrivare ad un
computo veritiero del tempo passato.
Gli antichi ovviamente non potevano porsi il problema di quando far terminare la
storia greca, che per noi è invece importante.
Da sempre gli studiosi della storia greca hanno dato delle risposte in tal senso: alcuni
hanno ritenuto che con Alessandro Magno si sia verificata una cesura tale da poter ritenere
terminata l’esperienza della grecità; altri pongono il limite alla battaglia di Cheronea del 338
a.C., con cui Filippo il Macedone sconfisse Ateniesi e Tebani e consolidò la sua egemonia
sulla Grecia; qualche altro studioso ha invece individuato la fine della storia greca con la
morte di Socrate nel 399 a.C; altri ancora hanno compreso nella storia greca tutto il periodo
dell’ellenismo fino al 529 d.C. quando l’imperatore Giustiniano chiuse la scuola platonica di
Atene e terminò la cultura greca di matrice pagana; altri hanno posto il termine alla caduta
dell’ultimo regno ellenistico, l’Egitto, sconfitto da Ottaviano alla battaglia di Azio nel 31 a.C.;
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ulteriore ipotesi è invece riconoscere la fine della grecità nella caduta dell’Impero Romano
d’Oriente, nel 1453 d.C.
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Bibliografia
D. ASHERI, Identità greche, identità greca, in S. Settis (a cura di) I Greci. Storia Cultura Arte
Società, 2. Una storia greca, II. Definizione, 1997 Torino;
C. BEARZOT, R. VATTUONE, D. AMBAGLIO (a cura di), Storiografia locale e storiografia
universale. Forme di acquisizione del sapere storico nella cultura antica. Atti del Congresso,
Bologna 1999;
G.W. BOWERSOCK, L’ellenismo nel mondo tardoantico, 1990;
L. BRACCESI, Guida allo studio delel storia greca, 2005 Roma-Bari;
G. DE SANCTIS, Storia dei Greci. Dalle origini alla fine del secolo V, I-II, 1939 Firenze;
J.G. DROYSEN, Geschichte Alexanders des Grossen, 1833 Berlino;
J.M. HALL, Ethnic Identity in Greek Antiquity, 1997 Cambridge;
D. MUSTI (ca rura di), Le origini dei Greci. Dori e mondo egeo, Roma-Bari 1985
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