LA FARFALLA CAVOLAIA (Pieris brassicae) Con la buona stagione, la farfalla depone uova di color giallo sulla pagina inferiore delle foglie di cavolo e di altre piante simili. In breve tempo nascono dei bruchetti o larve che dapprima stanno raggruppati, poi, quando si sono un po' sviluppati, si spargono su tutta la pianta e su quelle vicine. Voracissimi e numerosi, con le loro piccole mandibole divorano le foglie con una velocità incredibile, lasciando solo la parte dura delle nervature. Giunto al massimo del suo sviluppo il bruco abbandona il cavolo e va alla ricerca di un tronco d'albero o di un muro. Trovato il posto adatto, si lega al sostegno con un filo di seta prodotto dalla bocca e si trasforma in crisalide, uno stato nel quale i tessuti larvali si demoliscono e si formano quelli dell'adulto. Dalla crisalide sfarfalla una nuova creatura completamente diversa da quella dalla quale si è originata. La farfalla è un insetto: ha 3 paia di zampe, due paia di ali situate sul torace ed il corpo suddiviso in testa, torace ed addome. La bocca presenta una “proboscide” detta spiritromba con la quale succhia il nettare dei fiori. La testa è dotata di due lunghe antenne che sono organi di tatto e di olfatto. Gli occhi sono composti, formati da tante piccole “facce”. Non ha polmoni ma tubicini che trasportano l’ossigeno a tutto il corpo e che si aprono sull’addome con piccoli fori detti stigmi. Il bruco che è il “piccolo” della farfalla, possiede tre paia di zampe vere (toraciche) a altre 5 paia “false” (addominali) che l’aiutano nello spostamento. Il corpo è rivestito di setole a volte collegate con ghiandole che producono sostanze urticanti. Il colore serve a mimetizzarsi nell’ambiente per sfuggire ai predatori. Sulla testa hanno due piccole antenne, un rudimentale apparato visivo e le ghiandole che producono il filo di seta con il quale il bruco forma il bozzolo al cui interno viene completato lo sviluppo. Il bruco prima di avvolgersi nella crisalide subisce alcune mute. Non sono rare forme di cannibalismo tra bruchi i quali appena nati si nutrono anche del guscio delle uova da cui sono nati.