STUDIO BOTANICO ED AGRONOMICO PER L’INDIVIDUAZIONE E LA COLTIVAZIONE DELLE ESSENZE FLOREALI DI BASE PER LA PRODUZIONE DI PROFUMI NELL’AGRO DI SANT’ELENA SANNITA Introduzione Il presente lavoro è stato svolto da Moliseinnovazione ScpA per conto del comune di S. Elena sannita (IS) nell’ambito del Progetto di Ricerca dal titolo: “Polo Tecnologico per la coltivazione di essenze floreali di base per i profumi” , presentato dallo stesso Comune ai sensi dell’ art. 15 dell’ O.P.C.M. ex, n° 3268/2003 ed approvato dalla Regione Molise con decreto del Commissario Delegato n. 2003 del 16 ottobre 2006. Le specie vegetali e i profumi Fin dalla remota antichità, l’uomo ha prestato grandissima attenzione all’utilizzo di numerose specie vegetali non solo per scopi alimentari, ma anche per fini curativi e cosmetici, oppure legati a riti religiosi e magici. Sono state distinte quindi le piante alimentari da quelle che potessero avere un potere curativo o cosmetico. La denominazione di “pianta officinale” è attribuita tanto alle specie vegetali impiegate nelle antiche officine farmaceutiche e nella moderna farmacopea per le loro proprietà terapeutiche, quanto a quelle che rientrano nella formulazione di profumi e liquori. I composti chimici che conferiscono alle piante le virtù terapeutiche, detti principi attivi, sono rappresentati principalmente da alcaloidi, glucosidi, saponine e gomme, la cui localizzazione nei diversi organi della pianta si differenzia in rapporto al genere ed alla specie. Questo è il motivo per il quale i prodotti ottenuti, chiamati “droga officinale” provengono da tutta la pianta o da parte di essa (legno, corteccia, radice, fiori, foglie, semi ecc.). Fattori spesso determinanti per la formazione e la quantità dei principi attivi sono le caratteristiche stazionali del luogo in cui la pianta cresce (altitudine, morfologia, pedologia ed esposizione del luogo, clima ecc.) Importante è anche l’epoca di raccolta, in quanto la concentrazione dei principi attivi varia a seconda della fase fenologica. Tale periodo è detto tempo balsamico. Le specie officinali con evidenti proprietà olfattive, oggetto del presente lavoro, sono chiamate piante aromatiche o profumiere. 2 E’ interessante esaminare il ruolo ecologico e fisiologico delle essenze e dei profumi. Numerosi studi hanno evidenziato che quello che noi percepiamo come profumo fragrante è in realtà un sofisticato strumento usato dalle piante per attirare gli impollinatori, allontanare i patogeni e difendersi dai predatori. Nelle conifere e in diverse piante aromatiche ricche di oli essenziali tipiche della vegetazione mediterranea, ad esempio, molti composti terpenici esercitano un ruolo fondamentale nella protezione delle piante da stress ambientali, nelle relazioni pianta-patogeno, pianta-insetto e nei rapporti pianta-pianta. Il profumo è generalmente legato alla presenza di sostanze odorose (aromi) sotto forma di oli essenziali, insolubili o quasi nell’acqua, ma perfettamente solubili nell’alcol. Le cellule che immagazzinano le essenze possono trovarsi in qualsiasi parte della pianta: nel fiore, nelle foglie, nelle gemme, nei semi, nei frutti e talvolta nel legno e nelle radici. Anche se molto diluiti, gli oli aromatici svolgono un effetto farmacologico sull'organismo umano, poiché la loro alta diffusibilità li rende ottimi agenti di penetrazione. Sono assorbiti con facilità dalla pelle, entrano rapidamente in circolo attraverso i capillari e vengono poi distribuiti in tutto il corpo, dando luogo a mutamenti chimici e reazioni metaboliche. Le piante aromatiche, appartengono a numerose famiglie, soprattutto alle Lamiaceae, Apiaceae, Asteraceae, Rosaceae. L’impiego delle suddette specie vegetali per la produzione di profumi si fonda sull’uso congiunto di antiche tecniche tradizionali e di moderne conoscenze scientifiche. La profumeria europea si afferma definitivamente nel Medioevo, quando con le Crociate si importarono dall'Oriente le materie prime e le metodologie per la realizzazione dei profumi. La distillazione e la fabbricazione dei profumi, così come il loro conseguente utilizzo, si diffusero ben presto ovunque, sebbene inizialmente fossero destinati per scopi medicamentosi, e non per ornamento personale. Si credeva infatti che i profumi avessero proprietà disinfettanti e proteggessero dalle epidemie. La scoperta dei prodotti di sintesi, alla fine del secolo scorso, ha cambiato in modo considerevole sia il modo di elaborare il profumo, sia quello di percepirlo. Attualmente l’utilizzo di specie vegetali spontanee per la produzione di profumi può rappresentare per il nostro territorio una potenziale risorsa non solo economica ma anche culturale. Poco, finora, si conosce sulle proprietà profumiere di molte specie della flora del nostro paese. Il progetto “Polo Tecnologico per la coltivazione di essenze floreali di base per i profumi” si propone di approfondire, in ambito regionale, le conoscenze frammentarie sulle proprietà 3 odorifere di specie autoctone, partendo dall’elenco delle piante spontanee e naturalizzate e sulle loro potenzialità profumiere. Il presente lavoro è perciò finalizzato all’individuazione di specie idonee all’estrazione di sostanze odorose di base, destinate tanto alla produzione di prodotti cosmetici in generale, quanto a quella particolare dei profumi. Si presenta, pertanto, una prima sintesi di carattere territoriale che unisce alle conoscenze floristiche di base, acquisite in campo, i possibili risvolti applicativi. L’incremento della domanda di prodotti erboristici “naturali” infatti, è in continua crescita tanto da lasciare intravedere la possibilità di espansione delle superfici coltivate. Alla base del rinnovato interesse per la coltivazione di questa categoria di piante si annoverano: l’aumento dei consumi di prodotti erboristici di derivazione naturale, il tentativo di contrastare la forte importazione dall’estero di materia prima, la necessità per gli agricoltori e dei piccoli imprenditori di ricercare nuove produzioni ed opportunità commerciali. In Italia, a parte la coltivazione del bergamotto, relegata ad un territorio molto ristretto nella provincia di Reggio Calabria, la coltivazione di piante da profumo non vanta una tradizione molto consolidata. Eppure ai valori contenuti in termini di superfici agricole impiegate si contrappone, come già accennato, un settore della trasformazione e della commercializzazione che negli ultimi 20 anni è in continua crescita. Tale discrepanza deriva dal fatto che la produzione italiana deve confrontarsi con quella di altri paesi storicamente leader del settore (es. Francia), dell’Europa dell’Est e di quelli in via di sviluppo, dai quali proviene circa l’85% del prodotto consumato nel nostro paese. 4 1. Obiettivi e programmi di lavoro Il presente progetto, si pone come obiettivo fondamentale quello di fornire la base cognitiva botanica ed agronomica propedeutica per la realizzazione di un polo tecnologico avanzato per la coltivazione e la produzione delle essenze floreali. Per il conseguimento di tale obiettivo sono state predisposte pertanto, diverse fasi di ricerca e attività strettamente correlate, di seguito sinteticamente presentate: 1- Classificazione ed individuazione delle specie “profumiere” spontanee nell’area di studio, individuata in agro di S. Elena Sannita (provincia di Isernia). Questa prima analisi ha consentito di ottenere un repertorio di massima sulle specie presenti e sulla ricchezza floristica del territorio indagato. Dall’elenco di specie così ottenuto è stata successivamente operata una selezione tra le essenze potenzialmente interessanti per l’estrazione di sostanze odorose, attraverso un semplice esame olfattivo apprezzando la gradevolezza ed intensità degli aromi sprigionati. Tale elenco è stato poi integrato con quelle specie di interesse profumiero già comunemente utilizzate e coltivate in altre aree sia nazionali che estere e che potrebbero essere proficuamente prodotte anche nei territori di Sant’Elena Sannita. 2- Analisi sulle caratteristiche corologiche, popolazionistiche, ecologiche e riproduttive delle specie individuate. Per ogni essenza, avvalendosi, ove conosciuti, di dati bibliografici, sono state riportate delle descrizioni particolareggiate sulle pratiche agronomiche più idonee da utilizzare. Per le specie rinvenute allo stato spontaneo nell’area di studio, sono state dettagliate alcune informazioni ecologiche quali la modalità di riproduzione e moltiplicazione. Trattandosi di specie attualmente non coltivate, questi dati saranno utili se non indispensabili per formulare degli indirizzi sulle più opportune tecniche di coltivazione e di produzione. 3- Reperimento di semi di alcune delle specie di interesse per la preparazione di profumi e loro conservazione nell’area museale. Per rendere agile e pratica la consultazione di tutte le informazioni raccolte, per ciascuna pianta è stata approntata una scheda tematica, tanto per quelle il cui uso è documentato e diffusamente applicato (es. Lavanda ) che per altre la cui potenzialità d’uso è stata ravvisata attraverso un semplice esame olfattivo. Il contenuto di tali schede, pertanto, oltre alla descrizione botanica, corologica ed ecologica, contiene informazioni utili circa il periodo della raccolta, la parte della pianta dove si concentrano le sostanze odorose, le caratteristiche dei semi e le modalità di propagazione. Per le specie di cui è stato possibile reperire fonti 5 documentarie circa la loro coltivazione, sono state fornite delle indicazioni di maggior dettaglio sulle pratiche agronomiche idonee, desunte da esperienza personale e da dati di letteratura. Finalità del presente documento tecnico è quello di offrire un più ampio repertorio di specie odorose, anche di nuova proposizione, che possa trovare applicazione non solo nell’industria dei profumi in senso stretto ma anche nel settore della cosmesi, dell’aromaterapia e della medicina e che siano potenzialmente idonee alla coltivazione nei territori di Sant’Elena Sannita. 6