FARMACI ANTIPSICOTICI Categoria terapeutica ANTIPSICOTICI Principi attivi Aloperidolo (Haldol, Serenase) Aloperidolo Decanoato (Haldol Decanosas) Amisulpride (Solian) Aripiprazolo (Abilify) [Clotiapina (Entumin) Clozapina (Leponex) Flufenazina Decanoato (Moditen Depot) Levomepromazina (Nozinan) Olanzapina (Zyprexa, Velotab) Paliperidone * (Invega) Perfenazina (Trilafon) Perfenazina Enantato (Trilafon Enantato) Promazina (Talofen) Quetiapina (Seroquel) QuetiapinaRP (Seroquel RP) Risperidone (Risperdal, Belivon) orale cp-gtt e.v. fl cp 1 mg gtt 2 mg/ml 2 mg/2 ml 5 mg/2 ml 50 mg/ml 150 mg/3 ml cp 200 - 400 mg cp 10 - 15 mg cp 40 mg gtt 100 mg/ml 40 mg/ml Zuclopentixolo Decanoato (Clopixol Depot) Clorpromazina (Largactil) 40 mg/ml] cp 25 - 100 mg 25 mg/ml cp 25 - 100 mg cp 2,5 - 5 - 10 mg cp 3 - 6 - 9 mg cp 4 - 8 mg 100 mg/ml gtt 4% 50 mg/2 ml 50 mg/2 ml 100 mg/2 ml 25 mg/2 ml 37,5 mg/2 ml 50 mg/2 ml 100 mg/2 ml cp 5 - 100 200 - 300 mg cp 200 - 300 - 400 mg cp 1 - 2 - 3 - 4 mg gtt 1 mg/ml Risperidone RP (Risperdal) Tiapride (Sereprile) Zuclopentixolo (Clopixol) i.m. cp 100 mg cp 10 - 25 mg gtt 20 mg/ml 200 mg/ml cp 25 - 100 mg 50 mg/2 ml -Si consiglia una progressiva riduzione prescrittiva dei farmaci contrassegnati con [ e ]. -Per i farmaci contrassegnati con l’asterisco, è a tutt’oggi necessario inviare richiesta individualizzata. La questione della compliance risulta di fondamentale importanza per ottimizzare l’uso della terapia farmacologica nei disturbi psicotici, che si caratterizzano per aspetti di parziale o incostante adesione tali da incrementare il rischio di ricadute, le quali vanno ad aumentare il numero delle riospedalizzazioni e di conseguenza dei costi dovuti a questo aspetto (aumento anche del 40%) (Weiden & Olfson 1995). I farmaci antipsicotici offrono spesso un’efficacia solo parziale nei confronti di pazienti con problemi clinici complessi: è opportuno quindi l’impiego di altri trattamenti specifici per lo sviluppo di un programma terapeutico globale (West et al., 2005). Lo strumento farmaco è quindi da integrare nel range complessivo di interventi e trattamenti delle condizioni psicotiche, in senso bio-psico-sociale, come suggerito dalle linee guida esistenti, creando quindi un'interazione sinergica con interventi riabilitativi, psicoterapeutici e psicoeducativi. Gli interventi psico-educativi che aiutino anche a meglio comprendere la natura della schizofrenia ed il ruolo dei farmaci antipsicotici, sia rivolti al paziente che alla sua famiglia, hanno avuto un impatto molto positivo sugli outcomes, in accordo con lo Schizophrenia PORT (Lehman et al., 1998). Tali interventi, inoltre, rivolti al problema della compliance, hanno dimostrato di incidere positivamente su essa (Smith et al., 1997; Kopelowicz et al., 1998) e sulla prevenzione delle ricadute, grazie al riconoscimento dei sintomi e segni prodromici (Herz et al., 2000). Esistono molteplici fattori che possono influenzare l'aderenza alla terapia farmacologica. •Fattori individuali (la persona); •Fattori sociali (l’ambiente di vita); •Fattori relativi al trattamento (la terapia); •Fattori relativi alla relazione terapeutica (il rapporto). (Fleischhacker et al., 2003) Secondo le linee guida “NICE” (National Institute for Health and Clinical Excellence, UK) la persona deve essere coinvolta nella scelta del farmaco al fine di aumentare l’aderenza al trattamento farmacologico enfatizzando tale scelta rispetto alla specifica raccomandazione delle linee guida. Il problema della non aderenza può essere affrontato anche con l’utilizzo di farmaci depot, i cosiddetti Long Acting (farmaci a rilascio prolungato) utilizzati spesso proprio con pazienti con una storia di non compliance (Heyscue et al., 1998) al fine di abbassare il numero delle ricadute (Davis et al., 1993). Va qui ricordato che l'uso “off label” (al di fuori delle indicazioni terapeutiche per cui il farmaco è autorizzato), invalso in particolare per i farmaci antipsicotici di seconda generazione, è regolamentato dalla legge n. 94 dd 8 aprile 1998 (art.3), che lo prevede, in singoli casi, sotto la diretta responsabilità del medico e previo consenso informato, “qualora il medico stesso ritenga, in base a dati documentabili, che il paziente non possa essere utilmente trattato con medicinali per i quali sia già approvata quell'indicazione terapeutica o quella via o modalità di somministrazione e purchè tale impiego sia noto e conforme a lavori apparsi su pubblicazioni scientifiche accreditate in campo internazionale”. Non ci sono evidenze sufficienti in grado di supportare un vantaggio degli antipsicotici di seconda generazione (SGA) rispetto a quelli di prima generazione (FGA) sia a livello di effetto terapeutico che di tollerabilità che di qualità della vita percepita poiché, nonostante i primi presentino minori effetti extra piramidali, hanno un’elevata propensione a sviluppare effetti secondari di tipo metabolico (cfr. studi CATIE e CutLASS). Inoltre deve essere posta una particolare attenzione relativamente al loro utilizzo su larga scala a causa del costo elevato. Va ricordato che gli effetti collaterali risultano essere il secondo motivo di discontinuità nel trattamento farmacologico (il primo risulta essere la scarsa efficacia) ed il loro esatto profilo è specifico per ogni molecola. Se una persona non risponde all’uso di 2 o più farmaci antipsicotici, la clozapina risulta essere il trattamento più efficace (raccomandazione NICE). Tabella degli effetti collaterali Livello EPS Massimo FGA alta potenza >Peso/sindrome metabolica Clozapina, Olanzapina >Prolattina Risperidone, Paliiperidone FGA media potenza, FGA bassa potenza FGA Risperidone FGA bassa Medio potenza Olanzapina, Ziprasidone Prolungamento Tratto QT Ziprasidone Quetiapina, Risperidone, Olanzapina, Aloperidolo Olanzapina Risperidone, Ziprasidone Paliperidone, Quetiapina Quetiapina FGA media potenza Quetiapina, Clozapina Clozapina FGA alta potenza, Minimo Clozapina Aripiprazolo, Ziprasidone Aripiprazolo, Aripiprazolo Flufenazina, Clorpromazina Aripiprazolo, Paliperidone POSOLOGIA FARMACI SGA Amisulpride Episodi psicotici acuti, 400-800 mg al giorno divisi in più somministrazioni, corretti in base alla risposta; dose massima, 1,2 g al giorno. Trattamento dei sintomi prevalentemente negativi, 50-300 mg al giorno. Aripiprazolo 10-15 mg una volta al giorno, dose abituale di mantenimento 15 mg 1 volta al giorno; dose massima 30 mg 1 volta al giorno. Clotiapina Clozapina Terapia iniziale: 12,5 mg una o due volte il primo giorno, seguiti da una o due cp da 25 mg il secondo giorno. Se ben tollerata la dose giornaliera può essere aumentata con incrementi di 25-50 mg per raggiungere un dosaggio fino a 300 mg die entro 2/3 settimane. Può essere aumentata ulteriormente con incrementi di 50-100 mg ad intervalli di tre quattro giorni o preferibilmente di una settimana. Nell'anziano dosi ridotte. Olanzapina 10 mg al giorno corretti fino all’intervallo abituale di 5-20 mg al giorno; dosi di 10 mg al giorno o più alte possono essere prese in considerazione solo dopo una rivalutazione del paziente; dose massima giornaliera 20 mg Paliperidone 6 mg 1 volta al giorno al mattino, da aggiustare se necessario (di solito 3-12 mg al giorno) Quetiapina 25 mg 2 volte al giorno il primo giorno, 50 mg 2 volte al giorno il secondo giorno, 100 mg 2 volte al giorno il terzo giorno, 150 mg 2 volte al giorno il quarto giorno, quindi si corregge in base alla risposta; intervallo abituale 300-450 mg al giorno in 2 somministrazioni; dose massima 750 mg al giorno. Risperidone 2 mg suddivisi in 1-2 somministrazioni il primo giorno, quindi 4 mg suddivisi in 1-2 somministrazioni il secondo giorno (in alcuni pazienti è appropriato un aumento più graduale dei dosaggi); intervallo abituale 4-6 mg al giorno; dosi superiori a 10 mg solo se i benefici superano i rischi. POSOLOGIA FARMACI FGA Aloperidolo All’inizio 1,5-3 mg 2-3 volte al giorno, 3-5 mg 2-3 volte al giorno in pazienti gravi o resistenti; la correzione deve essere operata in base alla risposta fino alla dose di mantenimento efficace più bassa (limite inferiore: 5-10 mg al giorno); riduzione del dosaggio per i soggetti anziani o debilitati. Clorpromazina All’inizio 25 mg 3 volte al giorno (oppure 75 mg la sera), corretti in base alla risposta fino alla dose di mantenimento di 75-300 mg al giorno (può essere necessario 1 g al giorno); anziani (o debilitati), da un terzo a metà dose degli adulti. Per iniezione intramuscolare profonda, 25-50 mg ogni 6-8 ore. Levomepromazina Per via orale, all’inizio 25-50 mg al giorno in più somministrazioni, da aumentare se necessario; pazienti allettati, all’inizio 100- 200 mg al giorno di solito in 3 somministrazioni, aumentando il dosaggio, se necessario, fino a 1 g al giorno. Perfenazina All’inizio 4 mg 3 volte al giorno corretti secondo la risposta; dosaggio massimo, 24 mg al giorno; anziani, da un quarto a metà dose dell’adulto, ma usare con cautela. Zuclopentixolo Per via orale (come zuclopentixolo dicloridrato), all’inizio 20-30 mg al giorno in più dosi, aumentando il dosaggio fino a un massimo di 150 mg al giorno se necessario; dose abituale di mantenimento: 20-50 mg al giorno; anziani (o soggetti debilitati), all’inizio un quarto o metà della dose degli adulti. Dosi equivalenti di antipsicotici orali Queste equivalenze devono essere intese solo come un’indicazione approssimativa: dovrebbero anche essere verificate le istruzioni relative al dosaggio dei singoli farmaci; i pazienti vanno controllati nel tempo con attenzione dopo ogni variazione del trattamento farmacologico. Farmaci antipsicotici Clorpromazina Clozapina Aloperidolo Pimozide Risperidone Sulpiride Trifluoperazina Dose giornaliera 100 mg 50 mg 2-3 mg 2 mg 0,5-1 mg 200 mg 5 mg Da notare che queste equivalenze non devono essere estrapolate oltre la dose massima del farmaco. Dosi più alte richiedono un’accurata titolazione in unità specialistiche e le dosi equivalenti qui riportate possono essere inappropriate. PRINCIPI GENERALI PER LA PRESCRIZIONE DI FARMACI ANTIPSICOTICI •I farmaci antipsicotici sono indicati per i disturbi mentali compresi nelle categorie diagnostiche dell'ICD 1O F 20-F29 e F 30-F31. •È raccomandato l’uso di un singolo farmaco antipsicotico per la maggioranza delle persone. La polifarmacoterapia con antipsicotici va evitata eccetto casi eccezionali (ad es. nel cambiare farmaco e per un breve periodo), per i rischi associati al prolungamento del tratto QT e alla morte improvvisa cardiaca (vedi note AIFA, che sono particolarmente restrittive a riguardo). •E’ opportuno ridurre l’attuale utilizzo di antipsicotici di seconda generazione vs quelli di prima generazione nella pratica clinica. Infatti non ci sono evidenze rispetto ad una maggior efficacia e a minori effetti collaterali degli SGA vs gli FGA, mentre ci sono chiare e recenti indicazioni in merito all’uso di seconda scelta della clozapina e dell’olanzapina. •Evitare il passaggio dall'uso di FGA verso SGA se i primi si dimostano efficaci e ben tollerati. •Nessun farmaco sembra indicato per il trattamento dei sintomi negativi (Schizophrenia PORT, 2010). •Utilizzo della dose minima efficace: per ogni persona la dose dovrebbe essere titolata su quella minima efficace conosciuta ed aumentata dopo una valutazione di 2 settimane durante le quali la persona dimostri scarsa o assente risposta al trattamento. •La risposta al trattamento con farmaco antipsicotico dovrebbe essere valutata nel tempo e documentata nella cartella clinica. •La terapia di mantenimento deve essere monitorata e solitamente va utilizzato lo stesso farmaco che si è dimostrato efficace in fase acuta, a dosaggio ridotto in particolare per i FGA. •Le persone che assumono tali farmaci dovrebbero essere strettamente monitorate dal punto di vista di salute generale (P A, F C, ECG, esami ematochimici con particolare attenzione ai parametri della Sindrome Dismetabolica, alla Prolattinemia ed agli elettroliti) •Prima dell’inizio di un trattamento con l’aloperidolo e il pimozide deve essere effettuato un ECG (vedi note AIFA). •Nella scelta del farmaco più appropriato da utilizzare è opportuno effettuare una valutazione della sua efficacia e degli effetti collaterali rilevati e modificare la terapia farmacologica tenendo conto della peculiarità degli effetti avversi causati da ogni singola molecola. •Se i sintomi sono ben controllati ma gli effetti collaterali troppo gravosi è consigliabile cambiare farmaco e trovarne uno meglio tollerato dalla persona. •Nel caso in cui la risposta al farmaco risulti inadeguata è possibile provare ad aumentare la dose fino a quella “massima consigliata” anche se non ci sono evidenze di benefici reali. In alternativa è opportuno cambiare farmaco cercandone uno più efficace per quella persona: dopo la clozapina, nella comparazione tra i farmaci antipsicotici di seconda generazione, l’olanzapina, il risperidone e l’amisulpride risultano essere quelli maggiormente efficaci (Leutch S et all). •Attualmente gli algoritmi invitano ad aspettare 4/6 settimane prima di cambiare farmaco in caso di risposta inefficace, ma la pratica clinica suggerisce che può essere più appropriato cambiare trattamento dopo 2 settimane se non si evidenzia proprio nessun miglioramento clinico. •In generale gli antipsicotici non devono essere utilizzati come sedativi. Negli stati di agitazione acuta per le persone con schizofrenia è indicato l’utilizzo di un farmaco antipsicotico da solo o in combinazione con il lorazepam o altra bdz ad azione rapida. Entrambi i farmaci possono essere somministrati per os o per via intramuscolare. •Non devono essere utilizzati farmaci anticonvulsivanti ed il litio per i sintomi psicotici positivi resistenti al trattamento. •Non è indicato l’uso di bdz in aggiunta ai farmaci antipsicotici per i sintomi d’ansia, depressione ed ostilità. •Non è indicato l'utilizzo di farmaci anticolinergici in assenza di EPS evidenti come pure in presenza di acatisia. •Non è indicata l’associazione con un antidepressivo in caso di sintomi depressivi concomitanti nel Disturbo Psicotico. I FARMACI DEPOT •Per quanto riguarda i depot, i livelli plasmatici del farmaco aumentano per 6/12 settimane dalla prima somministrazione per cui è inappropriato aumentare il loro dosaggio durante questo periodo. •Le indicazioni all'utilizzo del farmaco depot devono essere monitorate costantemente al fine di verificare possibili alterative, dalla sostituzione con antipsicotici per via orale alla sospensione del trattamento. •Per la prima somministazione è indicato l'utilizzo di una dose ridotta per verificare la tollerabilità al farmaco. TRATTAMENTO FARMACOLOGICO NELL’ESORDIO PSICOTICO Il trattamento farmacologico deve essere iniziato prima possibile, appena i sintomi sono riconosciuti, utilizzando un farmaco antipsicotico ad eccezione di clozapina ed olanzapina (Schizophrenia PORT, 2010). •“Start low, go slow “ (iniziare con dosaggio basso e, se necessario, modificare la dose lentamente). •Preferire trattamenti per os. •La clozapina deve essere considerata dopo l’utilizzo di altri 2 o più farmaci antipsicotici, valutando attentamente i rischi ed i benefici di tale trattamento. •Va evitato l’uso di farmaci depot come prima scelta, al fine di sviluppare la comprensione e la compliance (uso di farmaci per os associato ad interventi psicoeducativi ) se il trattamento a rilascio prolungato non viene preferito dalla persona stessa. •Il farmaco antipsicotico, infatti, dovrebbe essere prescritto per uno o due anni dopo il primo episodio psicotico (Gitlan et al). Pertanto: pianificare una riduzione graduale della dose durante i successivi 12 mesi dalla remissione clinica ed immaginare la sospensione del trattamento farmacologico entro uno-due anni dalla scomparsa dei sintomi, ricordando che essa andrebbe attuata in modo graduale (“stop slow”). NUOVI FARMACI ANTIPSICOTICI DI SECONDA GENERAZIONE Olanzapina pamoato (Zypadhera): si tratta di un sale scarsamente solubile di olanzapina formulato in sospensione acquosa e somministrato per via intramuscolare ogni 2/4 settimane (dose correlato, di difficile impostazione posologica), con effetti collaterali simili alla somministrazione dell’olanzapina per os a cui si aggiunge però il rischio della sindrome da sedazione post iniettiva (sedazione fino al coma e/o sindrome confusionale cioè confusione mentale, disorientamento, agitazione psicomotoria, ansia ed alterazioni cognitive; altri sintomi sono di tipo extrapiramidale, disatria, atassia, aggressività, debolezza, vertigini, ipertensione e convulsioni). Tale sindrome si è verificata nel 2% delle persone sottoposte a terapia con zypadhera entro le 72 ore dalla somministrazione, anche se essa si presenta molto raramente dopo 3 ore dall’iniezione. È quindi opportuno avvisare le persone del rischio potenziale e tenerle in osservazione in servizi sanitari adeguati. Per questo motivo Olanzapina pamoato (Zypadhera) non viene proposto per l’inserimento nel prontuario farmaceutico del DSM, poichè la tipologia dei servizi comunitari e la somministrazione spesso domiciliare del farmaco non sono compatibili con i potenziali rischi sopramenzionati. Paliperidone (Invega): è il metabolita attivo del risperidone la cui formulazione riduce le fluttuazioni dei livelli plasmatici del farmaco. Sembra inoltre provocare minori effetti collaterali di tipo extra piramidale e il suo limitato metabolismo epatico può ridurre la potenziale interazione con altri farmaci. Va ricordato che questo farmaco, per il suo alto costo, viene utilizzato solo in particolari situazioni cliniche (epatopatia e polifarmacoterapia). NUOVE PROPOSTE DI INSERIMENTO NEL PRONTUARIO FARMACOLOGICO Si propone l’ inserimento nel prontuari farmacologico in uso nell’ASS n 1 Triestina dello zuclopentixolo (Clopixol) nelle seguenti formulazioni: 1.per os (compresse e gocce da 10 mg e 25 mg) 2.decanoato (a rilascio prolungato) per via intramuscolare. Si prevede che il paliperidone (Invega) per os (compresse da 3 mg, 6mg e 9mg), sia disponibile per un uso di nicchia, cioè ordinato presso la farmacia aziendale in piccoli quantitativi e per singoli utenti. Il farmaco risperidone a rilascio prolungato risulta ora largamente in uso dopo un periodo di valutazione effettuato dal 2007. Va ricordato che questo trattamento deve essere ripetuto ogni 15 giorni.