manuale primo soccorso prima parte

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PRIMA PARTE
PREMESSA
Con questo opuscolo ci prefiggiamo lo scopo di darvi, quella
preparazione teorico e pratica per mettervi nelle condizioni di
riuscire a far fronte a quelle che sono le Emergenze Mediche e
Traumatiche che vostro malgrado vi potete trovare ad affrontare.
Lo
faremo
cercando
comprensibile,come
di
affrontare
spiegarvi
le
varie
in
modo
situazioni
chiaro
che
vi
e
si
presentano, per far si che siano affrontate in modo corretto e senza
causare quella tensione che si manifesta in ognuno di noi quando
veniamo a contatto con la sofferenza fisica.
La nostra esperienza sarà messa a vostra disposizione affinché con
le nozioni acquisite sappiate gestire le vostre emozioni,e offrire cosi
un corretto aiuto a chi sta male.
Prendere confidenza con tali metodiche ci consente di formare
(almeno lo speriamo) una popolazione di persone in grado di
gestire le Emergenze, senza aver timore di non sapere cosa fare.
IL PRIMO SOCCORSO
Nelle situazioni di emergenza ,bisogna fare molta attenzione,non è infatti
infrequente che il soccorritore vada incontro a
dei rischi.
Per cui la
prima cosa che deve costantemente tenere
presente è quella di cercare di intervenire SENZA PERDERE LA PROPRIA INCOLUMITA’.
Questo vuol dire che deve, prima di avvicinarsi alla vittima, fare un’attenta valutazione dello
scenario, cioè valutare se ci sono pericoli evolutivi (es:una trave che sta per crollare ). La
seconda cosa,non per questo meno importante,che deve fare è quella di MANTENERE LA
CALMA in ogni situazione,RIFLETTERE e usare un po’ di buon senso invece di essere
precipitoso.
Il primo soccorso è l’aiuto che si dà immediatamente prima che intervenga un esperto (medico
o infermiere) o che arrivi l’ambulanza,e consiste in una serie di manovre da applicare nel caso
una persona sia colpita da un malore o da un
incidente.
Lo scopo del primo soccorso è:
1- salvare la vita
2- prevenire il peggioramento delle ferite o del
malore
3- aiutare la ripresa della persona
Il compito di chi si trova, per primo, a gestire
l’evento è quello di:
1- stabilire ciò che è accaduto
2- proteggere la vittima da nuove lesioni e nuovi pericoli
3- cercare i mezzi idonei per il trasporto in ospedale
Affinché l’opera del soccorritore sia efficace è necessario che il soccorritore stesso,dopo aver
valutato lo scenario sia in grado di prendere rapide e coordinate decisioni agendo in tre
momenti:
1- allarme
2- primo esame
3- primo soccorso
La fase di ALLARME, se ben eseguita, è importante perché ci consente di
segnalare tempestivamente l’accaduto, ai servizi di competenza, nel modo
più completo possibile, indicando tutti i dati utili per giungere con i mezzi e le attrezzature
più idonei sul luogo dell’evento.
LA RICHIESTA DI SOCCORSO
Quando ci si trova di fronte ad una emergenza sanitaria, non bisogna chiamare il proprio
medico, l’ospedale, gli amici, i parenti o il vicino di casa per chiedere aiuto. Per prima cosa
bisogna chiamare il 118: servizio di emergenza medica attivo su tutto il territorio nazionale
24h su 24 la telefonata è gratuita.
.
Chiamare qualcuno prima, sarebbe solo una inutile perdita di tempo.
Se ci troviamo di fronte ad un’EMERGENZA chiamare il 118 offre diversi vantaggi poiché:
1- si avvale di personale altamente qualificato, che sa come far fronte a qualsiasi tipo di
evento sia esso traumatico e non. Per esempio è in grado di mobilizzare un
traumatizzato correttamente, che appunto perchè traumatizzato, non andrebbe mosso,
pena l’aggravarsi del suo stato;
2- l’equipe d’emergenza, arriva con l’ambulanza attrezzata di tutto punto, sa cosa deve
fare, ed è in contatto tramite la Centrale Operativa con l’ospedale;
3- si risparmia tempo nel trasporto del paziente in ospedale.
Se la situazione NON è URGENTE, chiamate un medico. Però se siete in dubbio chiamate
comunque il 118.
Al 118 siate pronti a dare le seguenti informazioni:

La localizzazione del paziente. Date l’indirizzo, il nome della
strada e altri riferimenti utili per individuare il più presto
possibile il luogo dell’evento. Questa è l’informazione più importante che vi consente di
avere l’ambulanza sul posto nel più breve tempo possibile;

Il vostro numero di telefono e il nome, questo evita che vi siano telefonate false e
permette
alla
Centrale
Operativa,
di
richiamare
per
avere
altre
informazioni
sull’accaduto;

L’accaduto. Spiegare la natura dell’emergenza (per es.: incidente stradale, ustioni,
perdita di conoscenza, ecc…….);

Il numero di persone coinvolte che necessitano di aiuto in una situazione particolare;

Le condizioni della vittima (es.: stato di coscienza, respiro, emorragia, frattura ecc……..)
Si deve parlare lentamente e chiaramente. Siate sempre gli ultimi a riattaccare il telefono. Se
avete incaricato qualcuno a chiamare, aspettate il resoconto della persona incaricata, così da
essere sicuri che la chiamata è stata effettuata e che i soccorsi arrivano.
CONSIDERAZIONI GENERALI
Chi si appresta a soccorrere una persona deve essere in grado di
capire cosa può fare in prima persona e cosa non deve assolutamente fare, pena il
peggioramento della situazione.
Cosa non fare:
a- in qualsiasi situazione d’emergenza bisogna evitare gli affollamenti intorno alla persona
da soccorrere. Gli assembramenti sono un impedimento per chi deve praticare il primo
soccorso e spaventano l’infortunato, è importante che sia una sola persona a decidere
che cosa bisogna fare.
b- Non muovere mai la vittima di un incidente senza prendere le precauzioni necessarie ad
evitare che il trasporto procuri un aggravamento delle lesioni. Possono esistere infatti
lesioni non evidenti (frattura della colonna vertebrale o una emorragia interna) molto
più pericolose della ferite vistose.
c- Non bisogna perdere tempo e non bisogna farsi prendere dall’agitazione.
d- Non fare nulla di cui non si sia assolutamente sicuri.
e- È un grave errore tentare di sollevare l’infortunato (in piedi, seduto o con l’ausilio di
cuscini) se si trova in stato di incoscienza o se si sospettano lesioni craniche o della
colonna vertebrale.
f-
Non bisogna tentare di far bere le persone infortunate.
g- Non somministrare alcolici.
Cosa fare:
a- tranquillizzare l’infortunato. Continuare a parlargli con calma mentre si attuano le
manovre
di soccorso,avendo cura di spiegargli cosa si sta facendo e perché. Questo
atteggiamento lo porterà a collaborare e a dominare lo spavento e la paura.
b- Se è possibile, non lasciare solo l’infortunato.
APPARATO CARDIOCIRCOLATORIO
Il sistema cardiocircolatorio è costituito dal
cuore, dai vasi( arterie,vene e capillari) e dalla
massa sanguigna. Il cuore è un organo collocato
in posizione centrale retrosternale con l’apice
leggermente rivolto verso sinistra, il tessuto
predominante è quello muscolare.
Il cuore è diviso in una parte destra e una
sinistra non comunicanti tra di loro, ognuna delle
due parti è divisa in atrio e ventricolo
comunicanti tra di loro per mezzo di una valvola
detta atrio-ventricolare ,la valvola mitralica a
sinistra e la valvola tricuspide a destra.Entrambe
le valvole permettono al sangue di fluire dagli
atri ai ventricoli durante la Diastole, ma ne
impediscono il riflusso durante la Sistole
ventricolare quando cioè il sangue viene
mandato in circolo.Il sangue è un tessuto fluido
che scorre entro un sistema chiuso di canali, i
vasi sanguigni, nel quale è inserito il cuore
come organo propulsore.
La massa sanguigna viene veicolata lungo il
corpo da una serie di vasi che sono:
1. le arterie: sono vasi di grosso calibro, contenenti tessuto muscolare, dove scorre
sangue ossigenato.
2. le vene: sono vasi di medio calibro dove scorre sangue non ossigenato.
3. i capillari: arteriosi o venosi a secondo se trasportano sangue ossigenato oppure
no, di piccolo calibro e mediante loro avviene lo scambio verso i tessuti di
ossigeno e sostanze nutritive e dai tessuti al sangue di anidride carbonica e
sostanze di scarto.
Il circolo del sangue avviene attraverso la Piccola e la Grande circolazione
Le turbe della circolazione possono manifestarsi con:
a- alterazione del colorito della pelle: cianosi, cioè l'ossigeno non arriva ai tessuti;
pallore a causa della riduzione dell'irrorazione della pelle in alcuni casi la pelle può
presentare delle chiazze e la persona assume un aspetto marmoreo.
b- Sudorazione: può essere indice di calo della pressione arteriosa.
c- Alterazioni delle pulsazioni cardiache: aumento o diminuzione della frequenza,
variazione del ritmo.
II controllo della circolazione avviene attraverso la valutazione dei segni di circolo (es.
tosse,movimenti ecc.)
Quando una delle funzioni vitali è alterata si è in presenza di un paziente critico.
LIPOTIMIA
Disturbo di origine vagale
La lipotimia è un improvviso malessere associato a
pallore, sudorazione fredda, respirazione sospirosa,
annebbiamento visivo, ipoacusia ed acufeni, profonda
astenia che prelude ad una completa anche se fugace
perdita di coscienza
CAUSE:
 Fatica
 Digiuno
 Ansia
 Dolore
 Brusco cambiamento posizione
SINTOMATOLOGIA
 Pallore e sudorazione fredda
 Vertigini
 Visone offuscata
 Sbadigli
 Ronzii
 Obnubilamento sensorio
 Polso debole e bradicardico
 Respiro normale
 Non perdita di coscienza
TRATTAMENTO
 Chiamare il 118
 Slacciare cravatte, cinture, colletti
 Mettere il paziente in ambiente ventilato
 Non somministrare alcoolici
 Posizione antishock
SINCOPE
IPOSSIA CEREBRALE DI BREVE DURATA che si
manifesta con una improvvisa perdita di coscienza di breve
durata.
SINTOMI:
 Pallore e sudorazione fredda
 Stordimento, annebbiamento vista
 Perdita di coscienza
 Ipotensione
 Respiro superficiale
 Arresto respiratorio
TRATTAMENTO
 Chiamare il 118
 Posizione antishock
 Controllo segni vitali
 BLS
INFARTO MIOCARDICO ACUTO (IMA)
Malattia che insorge quando una zona di tessuto del muscolo cardiaco, in
conseguenza di un grave deficit nell’irrorazione sanguigna (ischemia), si
trasforma in un focolaio di tessuto necrotico;
come conseguenza si ha una notevole
diminuzione della capacità contrattile del miocardio. L’ischemia,
che causa l’infarto del miocardio, si produce per la massima
parte in conseguenza di una occlusione coronaria acuta, ciò
quando si abbia la chiusura improvvisa e totale di una delle
arterie coronarie o di uno dei loro rami secondari.
SINTOMATOLOGIA:
 85% dolore caratteristico
 Torace
 Braccio
 Collo
 Addome
 10% dispnea ed astenia senza dolore
 Sudorazione, pallore, sensazione di morte
 EPA e/o shock
TERAPIA:
 Nessuno sforzo fisico
 Valutare attività respiratoria
 Ossigeno
 Controllare polso e PA
 Chiamare il 118
SHOCK
Lo Shock è una condizione di non semplice definizione,
ma che può essere comunque considerato come
un'insufficiente per fusione periferica con conseguente
riduzione di apporto di ossigeno, necessario alla
sopravvivenza delle cellule di tutto il corpo.
SINTOMATOLOGIA:
 Coscienza (mancanza di risposta agli stimoli,
alterazione del comportamento, perdita di coscienza ,coma);
 Polso (rapido e debole);
 Respirazione (superficiale e rapida)
 Cute (pallida, sudata e fredda)
 Viso (grigiastro, spesso con cianosi a livello delle labbra e dei due lobi dell'orecchio)
 Capillari Ritardato riempimento capillare (esercitando una pressione sul letto
ungueale il ritorno del colorito normale avviene in meno di 2 secondi)
Altri sintomi sono: nausea, sete, vertigini, sensazione di freddo, sensazione di morte
imminente
Cosa fare:

Tranquillizzare l’infortunato.

Chiamare il 118

Allentare cinture, cravatte e vestiti
che costringono;

Coprire con coperte;

Controllare coscienza, respiro e polso;

Posizione antishock (supino con le gambe alzate, se il paziente è cosciente, se non
è cosciente in posizione laterale di sicurezza);
Nello shock bisogna evitare assolutamente:

l'assunzione di alcool;

l'applicazione di borse di acqua
calda;

il fumo;

che il pz. si alzi.
APPARATO RESPIRATORIO
L'attività metabolica necessita di costante apporto di Ossigeno ai tessuti e di una continua
asportazione di anidride carbonica dagli stessi: questa fondamentale operazione è svolta
dal sangue in collaborazione con il sistema respiratorio che è costituito da una serie di
componenti che permettono all'aria di essere inspirata per mezzo della bocca e delle
cavità nasali e attraverso la faringe, la laringe, la trachea e i bronchi di essere convogliata
al polmone; a tale azione concorre anche una serie di muscoli: il diaframma, gli intercostali
e la muscolatura della parete addominale. Volendo schematizzare diremo che l'apparato
respiratorio è composto dalle vie aeree superiori che sono:

bocca/naso

laringe

faringe
e da quelle inferiori sono:
 trachea
 bronchi
 bronchioli
 alveoli
 polmoni
L'atto respiratorio è costituito: dall'inspirazione che è l'immissione di aria (carica di
ossigeno) nei polmoni e dall'espirazione che è l'espulsione dell'aria dai polmoni (carica
di anidride carbonica).
Gli atti respiratori sono favoriti dalla pleura che
è costituita da due membrane: Pleura Parietale
che è adesa alle coste e l'altra Pleura Viscerale
che è adesa al polmone. Fra le due è presente
il liquido "pleurico" che favorisce il movimento
di scorrimento e crea il vuoto.
CRISI ASMATICA
L’asma può essere definita come una sindrome. Si tratta in effetti di una dispnea
parossistica sibilante, spesso notturna, recidivante, reversibile sia spontaneamente che
per effetto dei trattamenti, secondaria a fenomeni immunologici e non sul piano funzionale
respiratorio, l’asma si caratterizza come una turbe ventilatoria ostruttiva le cui componenti
essenziali sono la variabilità e la reversibilità dopo la somministrazione di farmaci.
L’ostruzione bronchiale genera un aumento della
resistenza al passaggio dell’aria nelle vie aeree. L’aria
è intrappolata nei polmoni in maniera inomogenea
modificando così il rapporto ventilazione/per fusione.
L’aumento del volume residuo
e della capacità polmonare
totale determina un’iperinflazione polmonare. Il lavoro dei muscoli respiratori è aumentato
e la meccanica diaframmatici è alterata per l’impegno dei muscoli respiratori accessori.
Queste conseguenze meccaniche sfavorevoli concorrono ad aggravare il deficit.
L’ostruzione delle vie aeree genera effetti deleteri sul sistema cardiovascolare.
SINTOMI
 Tosse, dispnea
 Impegno muscoli accessori
 Respiro sibilante
CAUSE
 Pollini
 Sostanze irritanti
 Polveri
 Vapori
 Esercizio fisico
 Emozioni
 Infezioni respiratorie
TRATTAMENTO
 Tranquillizzare il paziente
 Ossigeno
 Posizione semiseduta
 Non dare sedativi
 Fare utilizzare gli spray
 Chiamare il 118
REAZIONI ALLERGICHE
SINTOMATOLOGIA
 CARDIO.C. : ipotensione,
tachicardia
 RESP: broncospasmo, dispnea
 NEUR. : vertigini, convulsioni,
coma
 GASTROI : vomito, diarrea,
dolori addominali
 RENALI : oliguria fino all’anuria
 CUTE: fredda, pallida, cianosi periferica, prurito, orticaria, edema
TERAPIA
 Posizione antishock
 Ossigeno
 Chiamare il 118
 Adrenalina intramuscolo
 Antistaminici
 Cortisonici
 Aminofillinici
OSTRUZIONE DELLE VIE AEREE
Una delle cause di Arresto Respiratorio è la presenza di un corpo estraneo che ostruisce
le vie aeree, è necessario quindi conoscere le manovre di disostruzione considerate
salvavita, perché se non trattata, l'ostruzione da corpo estraneo, può evolvere in arresto
cardiaco.
Un corpo estraneo può provocare un'OSTRUZIONE PARZIALE o COMPLETA delle vie
aeree.
OSTRUZIONE PARZIALE: Poiché il flusso respiratorio garantito è sufficiente a
mantenere lo stato di coscienza, dobbiamo incoraggiare l'infortunato a tossire.
OSTRUZIONE COMPLETA IN PZ. COSCIENTE:
Se la vittima presenta segni di
debolezza o smette di respirare si eseguono una serie di colpi Dorsali così articolati:
II soccorritore si posiziona al fianco del paziente.

Sostiene il torace con una mano in modo che il pz si sporga in avanti
appoggiandosi sul braccio del soccorritore.
Si praticano 5 colpi dorsali sul dorso del pz. tra le scapole con via
di fuga laterale .
se i corpi dorsali non hanno effetto si esegue la Manovra di
Heimlich in piedi:

II soccorritore
si posiziona alle spalle
del pz;

Abbraccia la vita della vittima con
entrambe le braccia;

Posiziona una mano, chiusa a pugno
con il pollice all'interno del pugno, a
metà tra I' ombelico e l'estremità dello
sterno e con l'altra mano stringe il
pugno dell'altra mano.

Esegue ripetute e brusche spinte dal
basso verso l'alto inducendo una tosse artificiale. Si alternano i colpi dorsali con le
compressioni addominali(Heimlich).
Queste manovre si continuano fino all'espulsione del corpo estraneo o alla perdita di
conoscenza per cui metteremo a questo punto in atto le manovre di disostruzione
per: OSTRUZIONE COMPLETA PZ. INCOSCIENTE:

Mettere il pz. In posizione supina;

Chiamare il 118

Iniziare
le
solite
manovre di R.C.P L'unica differenza consiste nel fatto che
ogni volta che si aprono le vie aeree si deve guardare in
bocca per evidenziare l'eventuale corpo estraneo che con le precedenti
compressioni siamo riusciti a dislocare.
LA RIANIMAZIONE CARDIOPOLMONARE
DI BASE
BLS (Basic Life Support) sta per rianimazione cardiopolmonare di base, con essa intendiamo
tutte le norme, di comportamento adeguate, da attuare quando ci troviamo davanti ad una
persona in arresto cardiaco,può essere effettuata da chiunque,operatore sanitario e non,senza
l’ausilio di particolari strumenti. Essa ha lo scopo di mantenere l’ossigenazione e la perfusione
cerebrale d’emergenza, nell’intervallo di tempo che precede il trattamento causale;la
tempestività
nella
applicazione
condiziona
sia
la
sua
sopravvivenza
immediata
sia
gli
neurologici
esiti
nei
sopravvissuti.
Lo
scenario
drammatico,
e
è
se
non
sono presenti soccorritori
esperti dobbiamo fare da soli.
La morte improvvisa è :” la cessazione brusca e inattesa delle attività circolatoria e respiratoria
in una persona le cui condizioni non farebbero pensare alla sua morte in quel momento”, può
verificarsi senza segni premonitori , essere la prima manifestazione di una malattia coronarica
oppure essere preceduta da sintomi variabili come per esempio si verifica nelle prime fasi di un
infarto cardiaco (attacco cardiaco)
Quando la persona è in arresto cardiaco non è cosciente, non respira e non ha battito
cardiaco,per cui l’ossigeno che dovrebbe arrivare agli organi
attraverso il
respiro ed il circolo viene a mancare. Tra questi organi è il CERVELLO il primo
organo a risentire della mancanza di ossigeno,infatti se il soccorso viene
ritardato anche solo
di cinque minuti , esso (cervello) subisce lesioni che
possono portare a danni permanenti che vanno dalla : paralisi, all’alterazione
della coscienza, sino alla morte.
È possibile salvare le persone in arresto cardiaco attivando “la catena della sopravvivenza”
rappresentata
da
quattro
anelli
concatenati tra di loro. Essi indicano
una sequenza di interventi che, se
correttamente
eseguiti,
evitano
gli
eventuali danni anossici cerebrali e
garantiscono la sopravvivenza senza danni neurologici permanenti.
Nel primo anello c’è un telefono che rappresenta l’allarme precoce, nel secondo anello vi
sono due mani che rappresentano la rianimazione precoce, nel terzo anello vi è un fulmine il
quale rappresenta la defibrillazione precoce, nel quarto ed ultimo anello vi è una flebo che
rappresenta la terapia medica precoce.
I primi due anelli ci dicono qual’è il compito di chi è testimone dell’evento: - Riconoscere la
situazione, - attivare il 118, - iniziare la rianimazione cardiopolmonare di base, in attesa
dell’arrivo del 118.
Quando arriverà l’equipe di soccorso potrà,
in molti casi, far riprendere l’attività cardiaca
senza che il soggetto abbia riportato lesioni
cerebrali
gravi,
grazie
all’RCP
praticato
tempestivamente dai primi soccorritori.
Noi che siamo sul posto dobbiamo:
- VALUTARE LA SCENA
In presenza di un’emergenza sanitaria, per prima cosa bisogna valutare se nell’ambiente,dove
si è verificato l’evento,ci sono pericoli. Prima di iniziare qualunque manovra sul pz. Il
soccorritore si deve
assicurare che non ci
siano pericoli per se
e per il pz stesso. Lo
scenario deve essere
sicuro.
Solo
esistono
pericoli,
es.
:su
se
(
una
strada:essere
investiti da un’auto che sopraggiunge;in un cantiere:essere folgorati da un cavo scoperto ecc.)
il pz. puo’ essere spostato in un luogo sicuro dove eseguire ,dopo le opportune valutazioni,le
manovre rianimatorie che il caso richiede. In tutti gli altri casi il pz. deve essere rianimato sul
posto.
- VALUTARE LA COSCIENZA
Per valutare la coscienza, ci inginocchiamo al lato del paziente,
indipendentemente a destra o a sinistra, mettendo una gamba in
asse con le spalle e l’altra in corrispondenza dell’ombellico.
Chiamiamo la persona ad alta voce e la scuotiamo delicatamente
prendendola dalle spalle. Se non risponde alle nostre sollecitazioni
gridiamo per richiamare l’attenzione
e
chiediamo di chiamare il 118.
Allineiamo il paziente, gli scopriamo il
torace, controlliamo se c’è qualche corpo estraneo in bocca, se c’e,
per toglierlo introduciamo (in
bocca)
un
dito ad
uncino per
rimuoverlo; questa manovra la eseguiamo solo se il corpo estraneo è
visibile, se non lo è (visibile) dobbiamo desistere dall’eseguire la
manovra ; eventuali protesi dentarie vanno rimosse solo se dislocate.
Tutte le persone prive di coscienza ,hanno un rilasciamento muscolare in seguito al quale la
radice della lingua
ricadendo all’indietro va ad ostruire le prime vie aeree. Per ottenere la
pervietà delle vie aere la prima cosa da fare è quella di
Iperestendere la testa ,utilizzando una tecnica che
prevede:- Iperestensione del capo: con una mano posta
sulla fronte del paziente si spinge all’indietro la testa;Sollevamento del mento: con l’indice e il medio dell’altra
mano (poste sulla parte ossea del mento) si solleva la
mandibola applicando una forza verso l’alto.
- VALUTARE IL RESPIRO E I SEGNI DI CIRCILO.
Mantenendo la pervietà delle vie aeree, valuteremo per
dieci secondi contemporaneamente sia il RESPIRO che I
SEGNI DI CIRCOLO (colpi di tosse ed eventuali movimenti)
; lo faremo mettendoci, al lato del paziente, con la guancia
sopra la sua bocca e il naso ad una
distanza di
circa 4-5 cm e con gli occhi guarderemo il torace se si
espande ,ed i segni di circolo. Per ricordare queste tre
azioni useremo l’acronimo GAS (guarda,ascolta,senti).
Se la nostra valutazione è negativa il pz. è in arresto
cardio-respiratorio: bisogna iniziare le manovre di RCP. Esse
consistono in una sequenza di 30 compressioni toraciche:
posizionando la parte prossimale del palmo di una mano al
centro del torace sullo sterno, alla prima mano
sovrapponiamo l’altra mano e intrecciamo le dita di
questa(mano) con quelle della prima( mano) ciò per evitare
che la pressione applicata
provochi danni alle costole
all’addome e alla parte terminale dello sterno) e 2
ventilazioni: Utilizzando la tecnica bocca-bocca:
manteniamo sempre il capo in iperestensione e appoggiamo
la nostra bocca, bene aperta, sulla bocca del paziente,
pinziamo il naso del paziente con il pollice e l’indice della
nostra mano, posta precedentemente sulla fronte del
paziente (utilizziamo se disponibile o una garza o un fazzoletto come barriera tra la nostra
bocca e quella del paziente) e dopo aver fatto una profonda inspirazione insuffliamo l’aria
verificando che il torace si sollevi, quindi
distacchiamo la bocca da quella del paziente , liberiamo il naso e osserviamo se il torace si
abbassa (mentre l’aria esce) ciò lo facciamo per due volte.
Se abbiamo difficoltà a ventilare,non lo facciamo e continuiamo solo con il massaggio cardiaco
esterno.
Se il respiro è assente ma i segni di circolo sono presenti :andiamo,se nessuno lo ha già
fatto,a chiamare i soccorsi e al ritorno, assistiamo il respiro, iniziamo cioè la ventilazione bocca
a bocca ad una frequenza di 10 insufflazioni al minuto(circa 1 ogni 6 secondi)
Se la valutazione è positiva(il pz. Respira) ma rimane non
cosciente,utilizziamo la POSIZIONE LATERALE DI SICUREZZA che
permette di:
-mantenere l’estensione del
capo(cioè la pervietà delle vie
aeree)
-evitare che materiale (es.vomito)
contenuto in bocca passi nelle vie
aeree , ma defluisca all’esterno
-evitare che il corpo rotoli.
Tale manovre ci consente (sempre nel pz. Incosciente) di allontanarci
per chiamare i soccorsi qualora siamo da soli.
E’ da NON FARE quando ci troviamo a soccorrere un pz.
TRAUMATIZZATO.
Volendo riassumere diciamo che in un paziente in arresto cardiorespiratorio dobbiamo mettere
in atto la rianimazione cardio-polmonare(RCP) dobbiamo fare:30 compressioni e 2 ventilazioni
,questa sequenza deve essere continuata :
-fino all’arrivo dei soccorsi
-fino allo sfinimento delle forze
-fino al collegamento al DAE
EMORRAGIA
È una fuoriuscita di sangue in un breve periodo di tempo da un vaso che può essere dovuta
alla rottura di una vena o di una arteria.
Vi sono tre tipi di emorragie:

Esterna
(visibile direttamente)

Interna
(non visibile direttamente)

Esteriorizzata
(perdita visibile da un orifizio naturale)
Emorragia Esterna
A. Arteriosa (il colore del sangue è rosso vivo, la perdita è rapida ed abbondante, il
sangue fuoriesce a fiotti) ;
B. Venosa (il colore
del sangue è rosso
scuro, e fuoriesce
con flusso
costante);
C. Capillare (il flusso
del sangue è lento,
spesso è misto a
liquido sieroso
“Plasma”)
Per emorragia esterna, si intende la fuoriuscita di sangue da una ferita. In questo caso il
soccorritore deve:
1-
Proteggere se stesso e il paziente da possibili contaminazioni,attraverso l’utilizzo di
guanti monouso. Se questi non sono disponibili, utilizzare diversi tamponi di garze, un
involucro o una busta di plastica,oppure invitare il paziente stesso ad applicare la
compressione con la sua stessa mano;se si viene a contatto con il sangue,dopo aver
fermato l’emorragia ed aver medicato la ferita, ci si deve lavare energicamente le mani
con acqua e sapone.
2- Esporre la ferita, togliendo o tagliando i vestiti, per vedere meglio il tipo di ferita e
l’entità del sanguinamento.
3- Deve trovare il punto
corretto
per
la
compressione
del
vaso a monte della
ferita,
cercando
schiacciare
interessato
il
di
vaso
tra
la
propria mano e una
superficie
ossea
rigida. È ovviamente
un provvedimento di
estrema
urgenza
e
temporaneo, che non
appena
possibile
va
sostituito con misure
meno provvisorie.
4- Applicare un tampone sterile di garza, o un panno pulito (un fazzoletto o una
asciugamano) sull’intera superficie della ferita ed esercitare una pressione con le dita o
con il palmo della mano, la garza o il palmo della mano garantiscono che la
compressione venga esercitata in modo uniforme. La compressione diretta è in grado di
bloccare la maggior parte dei sanguinamenti.
5- Ritrovare la sede corretta per la compressione se il sanguinamento non si ferma entro
10 minuti, perchè potrebbe essere leggera o in sede errata. Se il sanguinamento ha
sede su un braccio o su una gamba, contemporaneamente alla compressione,il
soccorritore deve sollevare la zona lesionata al di sopra del livello del cuore per ridurre
il flusso ematico. Non deve rinnovare una medicazione imbevuta di sangue, ma deve
applicarvene sopra un’altra sempre comprimendo.
6- Se il sanguinamento continua, applicare una compressione sull’arteria per rallentare
l’afflusso di sangue comprimendo contemporaneamente anche sulla ferita. Il punto di
compressione dell’arteria corrisponde alla zona in cui l’arteria è più vicina alla superficie
cutanea e passa vicino ad un segmento osseo, contro cui
può essere compressa.
Vengono normalmente utilizzate due sedi su entrambi i lati del corpo. Questi sono per
gli arti superiori: il punto brachiale che stà sulla faccia interna del braccio e per gli arti
inferiori: il punto femorale a livello dell’inguine.
7- Quando il sanguinamento si ferma, o quando c’è la necessità di trattare altre lesioni,si
deve applicare un bendaggio compressivo sulla ferita.
8- Trattare lo stato di shock sollevando le gambe di 15-30 cm e coprire il paziente con una
coperta o con una giacca.
9- Non usare un bendaggio compressivo troppo stretto da bloccare il flusso del sangue.
Non usare il laccio emostatico se non è strettamente necessario, perché può ledere i
nervi e i vasi ematici e causare la perdita della funzionalità.
EMORRAGIA ESTERIORIZZATA
Le emorragie esteriorizzate sono:

Epistassi
(sangue dal naso)

Otorragia
(sangue dall’orecchio)

Ematemesi
(sangue dallo stomaco)

Emottisi
(sangue dai polmoni)

Melena
(sangue digerito di colore scuro)

Rettorragia
(sangue dall’intestino retto)

Metrorragia
( sangue dagli organi genitali femminili)

Ematuria
(sangue dalle vie urinarie)
LESIONI TRAUMATICHE DELLA CUTE
Le abrasioni
sono lesioni con solo danno epidermico, presentano essudazione di fluido giallastro, o tessuto
tinto di sangue, possono presentare quando sono sporche terriccio o
polveri.
Le abrasioni possono essere: a graffio quando sono causate da spine,
unghie o denti, e ad escoriazioni quando sono più estese e sono causate da
una caduta sul selciato a contro una parete intonacata.
Le ferite
Sono lesioni di continuo della pelle, causate da agenti meccanici, con perdita di sangue, e
rappresentano una facile porta d’ingresso per germi. Nel caso di ferite imponenti,il soccorritore
non si deve preoccupare di disinfettare quanto, di tamponare l’emorragia,sarà poi medicato e
disinfettato in ospedale.Nel caso di ustioni o di fratture esposte,è invece assolutamente
importante cercare di mantenere il più alto grado possibile di sterilità per evitare complicazioni.
Nel caso invece di piccole ferite,abrasioni o escoriazioni,prima della medicazione bisogna
procedere alla disinfezione.
Le ferite si distinguono in:

Superficiali: quando la lesione interessa la cute e il sottocute;

Profonde:

Penetranti: quando vengono interessate le cavità cranica, toracica e
quando interessano i piani anatomici sottostanti;
addominale.
Le ferite possono essere:

Da Taglio:
vengono prodotte da strumenti artificiali come coltelli, rasoi, vetri
ed ecc. . Mostrano margini netti e puliti e a volte sono profonde
ed ampie, e sanguinano abbondantemente;

Da Punta:
viene prodotta da strumenti a punta (coltelli, stiletti, forbici, ferri da calza ed
ecc…). sono penetranti e perforanti con margini netti, e non vi è relazione tra i
margini e la profondità;

Lacero e Lacero Contuse:
vengono prodotte da uno strumento smusso (bastone,
martello, calcio, da
caduta
ed
ecc….),
o
da
stiramento,
trazione
o
strappamento come negli
incidenti stradali, industriali o da morso di animale.
Questo tipo di ferita ha
margini irregolari, con sanguinamento non grave, con profondità variabile
e hanno il fondo generalmente infetto;

Arma da Fuoco:
sono causate da proiettili
o schegge. La ferita
presenta un foro di entrata e
uno d’uscita;ha forma irregolare
e margini estroflessi.
Medicazione delle Ferite
Una ferita dovrebbe essere sempre pulita per prevenire le infezioni.
Il sanguinamento potrebbe ricominciare durante le manovre di disinfezione, in caso di
sanguinamenti imponenti, lasciate il bendaggio compressivo in sede finchè non siate sicuri che
si è arrestato. Se il primo bendaggio non basta, se ne deve fare un altro compressivo,
mettendolo sopra il primo. Se ci rendiamo conto che l’emorragia continua si arresta mettendo
a monte della ferita una fascia larga (esempio una cintura) e si stringe fino ad arrestare il
sanguinamento, prendendo l’orario in cui abbiamo messo la cintura e allentandola circa ogni 20
minuti per fare in modo che il sangue passi ad irrorare i tessuti sottostanti in modo da evitare
la loro morte.
Cosa fare:
1- lavarsi energicamente le mani utilizzando acqua e sapone,
e
se
si è in possesso, indossare guanti monouso;
2- disinfettare la ferita:

lavare la ferita con acqua e sapone;

irrigare la ferita con acqua potabile facendo scorrere
l’acqua direttamente sulla ferita;per una corretta disinfezione
l’irrigazione con acqua deve avvenire con una pressione adeguata.
L’acqua del rubinetto scorre ad una pressione ed in quantità
adeguata alla disinfezione;

In caso di ferite ad alto rischio di infezione ( es.:
puntura d’insetto, ferite sporche, lacere, da punta ed
ecc….)
se
vi
trovate
distanti
da
un
medico
e
dall’ospedale, pulite la ferita nel miglior modo possibile,
disinfettatelo
se
avete
disponibile
una
e
soluzione
disinfettante (es.: Betadine soluzione al 10%). Non
usate il Betadine chirurgico (soluzione all’1%) non
diluito, perché si possono ledere i tessuti e ritardare la
guarigione della ferita;
3- piccoli oggetti non venuti via con l’irrigazione, possono essere rimossi con una pinzetta.
Un’abrasione sporca o altre ferite, se non pulite, lasceranno un tatuaggio sulla cute del
paziente;
4- coprire la ferita con una medicazione sterile, mantenere la medicazione pulita ed
asciutta. Quando è possibile utilizzare delle medicazioni non adesive. Per un braccio o
una
gamba
mantenere
la
sede
della
medicazione
5- nelle ferite penetranti non rimuovete mai gli oggetti
conficcati, chiamate il 118 o portate il paziente al più
vicino Pronto Soccorso.
con
un
cerotto;
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