Piante e ambiente: flora e vegetazione C. Ferrari Università di Bologna La vegetazione è un aspetto della realtà ambientale che appartiene alla comune esperienza: esistono forme del paesaggio che derivano direttamente da un particolare modo di disporsi delle piante e dal predominio di forme vegetali particolari. Boschi, prati, siepi, cespuglieti sono categorie della percezione che ci informano sull'esistenza di una eterogeneità ambientale documentata dalla distribuzione delle piante. In principio... Come constatò Charles Darwin, "ogni esploratore dovrebbe essere innanzitutto un botanico, perchè le piante sono il più evidente ornamento dei luoghi". Non sempre però, soprattutto quando si inizia l' esplorazione di un luogo, si dispone delle conoscenze necessarie per identificare le specie che formano la vegetazione. E' allora utile iniziare con la descrizione del fenomeno come se arrivassimo dal cielo, rispondendo inizialmente alla domanda: come occupa lo spazio la copertura vegetale? Per rispondere è utile poter disporre di una fotografia aerea della zona che vogliamo studiare. Sulla fotografia possiamo delimitare le varie forme di vegetazione: prati, arbusteti, boschi, campi coltivati, zone prive (apparentemente) di vegetazione. Per ognuna di queste forme dobbiamo poi prevedere una visita, in modo da averne una visione ravvicinata che ci consenta di identificare le piante dominanti. Dapprima possiamo accontentarci di descrivere la forma biologica delle piante (alberi, arbusti, erbe perenni, erbe annuali) e di indicare la o le forme biologiche dominanti. In questa fase le osservazioni botaniche possono avvalersi di disegni sulla struttura della vegetazione e dedicarsi alla descrizione della forma delle piante dominanti, delle loro foglie, dei fiori e dei frutti. Questo secondo insieme di osservazioni consente di incontrare il concetto di tipo (il tipo di pianta, il tipo di foglia) e la realtà della variabilità delle forme. Leonardo da Vinci aveva già osservato che " è tanto dilettevole natura e copiosa nel variare, che infra gli alberi della medesima natura non si troverebbe una pianta ch’ appresso somigliasse all’altra, e non che le piante, ma li rami o le foglie o i frutti di quelle, non si troverà uno che precisamente somigli all’ altro". A questo punto la nostra descrizione della vegetazione è limitata ad espressioni del tipo: bosco di latifoglie a foglie caduche, prato dominato da erbe perenni a foglie strette. E' decisamente una descrizione troppo generica. E' necessario passare a livelli più avanzati. Un catalogo botanico: la flora Per affrontare lo studio completo delle forme di vegetazione è necessario disporre di conoscenze utili per identificare le specie presenti: serve cioé poter disporre di una "Flora". Il nome "Flora" è quello dell' antica dea italica della Primavera e fu introdotto nella botanica dal grande naturalista svedese Karl von Linné (Carlo Linneo, 1707-1778) riferendolo ad un catalogo di specie vegetali di un determinato luogo, più o meno vasto. La flora di un territorio (una valle, una provincia, una regione, uno stato) o di un sito, anche molto ristretto e particolare (una siepe, un muro, un prato o un bosco) è quindi l' insieme delle specie vegetali di quel territorio o di quel sito. Il catalogo delle specie fornito da una flora è già un' importante informazione per chi desidera studiare l' ambiente attraverso le piante, dato che ogni specie ha una propria valenza ecologica e una propria storia naturale: la presenza di una specie in un dato luogo è il risultato di cause storiche e di una selezione ambientale. Lo studio della flora ha come strumento indispensabile il cosiddetto "erbario", cioé una raccolta di campioni di piante essiccate e pressate. Gli erbari fatti di piante essiccate (come alternativa ai costosi erbari fatti di riproduzioni dipinte) fu proposta nel sec. XVI da Luca Ghini, un medico e botanico nato presso Imola (Bologna), cui si deve anche la fondazione dell' Orto Botanico di Pisa. Una pianta ben essiccata (il più possibile completa nelle sue varie parti) può essere poi identificata con l'aiuto di "Flore" illustrate e organizzate per "chiavi analitiche", cioè con un sistema di alternative escludentisi. La realizzazione di un erbario è un momento di conoscenza fondamentale che consente di appropriarsi di molti nomi delle piante e costituisce anche un esercizio di ordinamento dei materiali raccolti. Ogni botanico, per quanto di lunga esperienza, continua a curare il proprio erbario come il suo più prezioso strumento di lavoro e presso gli Orti botanici esistono erbari di grandi dimensioni (spesso di antica origine) accuratamente conservati. Dalla flora alla vegetazione La flora di un luogo non ci permette però di conoscere la distribuzione spaziale dei fattori ambientali che agiscono sulle specie e sulla consistenza delle loro popolazioni. Si può dire, in modo molto sintetico ed espressivo, che la vegetazione è la struttura spaziale della flora: flora e vegetazione, per quanto riguarda lo studio dei rapporti tra piante e ambiente, sono le due facce di una stessa medaglia. La prima fornisce informazioni qualitative, la seconda integra la prima descrivendo le regole di aggregazione delle specie. La vegetazione può quindi essere definita come un sistema che deriva dai processi di aggregazione delle popolazioni di specie vegetali. Le specie presenti derivano da cause storiche ed ecologiche; la quantità delle singole specie dipende soltanto da cause ecologiche. I diversi "stati" del sistema sono le comunità vegetali o fitocenosi, la conoscenza di questi stati si raggiunge tramite un campionamento dove siano riunite le informazioni della flora (elenco delle specie) e i loro rapporti quantitativi. Si devi allo svizzero Josias Braun-Blanquet (18841980) lo sviluppo di un metodo per descrivere la vegetazione in cui si tiene conto di entrambi questi caratteri. Questo metodo, noto oggi come "metodo fitosociologico" o "approccio di Braun-Blanquet", ha ottenuto un vasto successo perché risulta relativamente facile da imparare e consente campionamenti relativamente rapidi delle comunità vegetali Il campionamento della vegetazione Un campione di vegetazione ottenuto secondo il metodo di Braun-Blanquet è detto "rilievo fitosociologico". E' bene subito precisare che non si tratta di un campionamento casuale: l'approccio di campionamento tende, per ogni campione, alla descrizione completa della combinazione specifica che forma ogni fitocenosi. Il rilievo fitosociologico è un "campione completo" e si realizza in modo tale da estendersi su di un'area che contenga una proporzione altamente significativa della combinazione specifica che forma la comunità vegetale. Esso si realizza con una tecnica basata sull'incremento di una piccola area iniziale (Fig.1) al centro della forma di vegetazione che desideriamo campionare. Figura 1. Esempio di incremento dell’area di campionamento secondo la tecnica del rilievo fitosociologico. La scelta dell' area iniziale è cruciale e deve essere sempre all' interno di una forma di vegetazione che, almeno in linea di ipotesi, riteniamo omogenea, cioé corrispondente ad un' unica comunità vegetale. La stessa tecnica di campionamento ci aiuterà comunque a capire se la nostra ipotesi era corretta. Nella piccola area iniziale si annotano le specie presenti, si raddoppia l'area e si aggiungono le nuove specie che compaiono nell'area così ottenuta; si raddoppia ulteriormente l'area e così via. L'incremento delle specie con l'aumento dell'area sarà dapprima elevato, poi sempre minore sino ad annullarsi. L'area corrispondente ad un incremento nullo è l'area "minima" del campione e ci avverte che ogni ulteriore incremento è fatica sprecata. E' stato dimostrato che nell' area minima (variabile secondo la forma di vegetazione, come mostra la Tabella 1) è generalmente contenuto circa il 90% delle specie che formano l'intera fitocenosi. Tabella. 1 Valori approssimati di aree minime (in mq) per rilievi fitosociologici in diverse forme di vegetazione. Praterie 5-10 Brughiere di Ericacee 10-50 Prati falciabili 10-25 Macchia mediterranea 10-100 Arbusteti mesofili (siepi) 25-100 Steppe 50-100 Boschi decidui 100-500 Foreste tropicali 2000-4000 A questo punto il rilievo fitosociologico richiede la stima della quantità relativa (coefficiente di abbondanza-dominanza) delle singole specie. Questa stima è riferita all' area "minima". Le classi di abbondanza-dominanza delle specie proposta da Braun-Blanquet è riportata nella Tabella 2. Tabella 2. La scala di abbondanza-dominanza di Braun-Blanquet e i corrispondenti caratteri della specie considerata. r un solo individuo + generalmente 2-5 individui 1 più di 5 individui e copertura inferiore al 5% 2 copertura superiore al 5% e inferiore al 25%, qualsiasi numero di individui 3 copertura 26 - 50% 4 copertura 51 - 75% 5 copertura 76 - 100% Un rilievo fitosociologico acquista il suo massimo valore informativo se viene ripetuto nella stessa forma di vegetazione in siti diversi, abbastanza lontani tra loro. E' così possibile ottenere un insieme di rilievi che, nel loro complesso, ci forniranno una dettagliata descrizione della vegetazione e ci consentiranno di valutarne l'omogeneità (o l' eterogeneità) nella composizione specifica. Analogamente, rilievi fitosociologici in varie forme di vegetazione ci forniranno un quadro esauriente della diversità della vegetazione in un dato territorio. Le informazioni ottenibili da uno studio della vegetazione rientrano nella cosiddetta "analisi indiretta di gradiente", cioè nell'analisi delle variazioni di fattori ecologici mediante il pattern spaziale delle specie, inteso come espressione del pattern spaziale di una risultante di fattori cui le specie sono adattate. La classificazione dei rilievi e il loro ordinamento sono la seconda tappa metodologica di questa analisi. Ad essa va poi affiancata l'analisi dei fattori che si presume agiscano sul pattern delle specie (fattori del suolo, dell'aria, disturbi umani). Materiali e strumenti: Sacchetti di plastica, giornali non patinati, una pressa metallica o di cartone, paletta, block notes, matita, carta topografica, fotografia aerea della zona, chiavi analitiche per il riconoscimento delle specie vegetali, bussola e altimetro (oppure GPS), lente d'ingrandimento ("contafili"10x), macchina fotografica. Testi consigliati Venturelli F. & Virli L., Invito alla Botanica. Zanichelli, Bologna 1995 (Testo dedicato a tutti gli aspetti della Botanica, con molte esercitazioni guidate). Butler K.P., Guida pratica alla Botanica. Zanichelli, Bologna 1986. (Testo particolarmente dedicato ai metodi di studio della flora e della vegetazione, ricco di consigli pratici). Dalla Fior G., La nostra flora. Monauni, Trento 1969 ("Flora" del Trentino, utilizzabile anche, sia pure in prima approssimazione, per l'identificazione delle specie vegetali dell' Italia settentrionale) Schauer T e Caspari C., Guida all identificazione delle piante. Zanichelli, Bologna 1987 (Opera illustrata dedicata ai principianti, con semplici chiavi di identificazione delle più diffuse specie vegetali di vari ambienti dell'Europa media e dell'Italia settentrionale e ottimi disegni a colori) Polunin O. e Walters M., Guida alle vegetazioni d'Europa. Zanichelli, Bologna 1985. (Opera che descrive dettagliatamente le zone di vegetazione dell'Europa, con le differenti comunità vegetali corrispondenti ad altrettanti habitat. Per ogni habitat sono raffigurate, con ottimi disegni, le specie caratterizzanti). Appendice: Come si costruisce un erbario C. Ferrari Università di Bologna Un erbario e una raccolta di piante pressate e seccate che vengono etichettate e conservate su fogli di carta. Un erbario e uno strumento di lavoro irrinunciabile per gli studi sulla diversità e sulla distribuzione geografica delle piante. Il cammino che conduce dalla raccolta di una pianta all' allestimento di un campione d' erbario comporta numerose operazioni. Le regole di base * formare raccolte il più possibile complete per 1' ambiente o la regione studiata ** annotare i dati necessari Le piante di altezza non superiore a 3-4 volte la lunghezza dei fogli di erbario (erbe, arbusti nani) vanno raccolte in modo completo, organi sotterranei completi. Per dimensioni superiori si raccoglieranno soltanto parti significative: fiori, frutti, porzioni centrali e basali del fusto, se si tratta di un' erba, mentre ci si limiterà a fiori, frutti e foglie si tratta di una pianta legnosa. Raccolta ed essiccamento Per raccogliere le piante sono necessari pochi strumenti semplici: una vanghetta, un piccolo coltello e sacchetti di plastica, meglio se a chiusura ermetica. I campioni raccolti vanno collocati nei sacchetti di plastica. Questa situazione e del tutto provvisoria e al rientro dall'escursione le piante vanno immediatamente tolte dai sacchetti e preparate per l’essicamento. II metodo standard di essiccamento consiste nel seccarle sotto pressione. Per far questo si possono usare vecchi giornali quotidiani (non usare carte patinate!) piegati a meta. Tra i fogli di carta vanno riposte le piante, stendendo accuratamente le loro parti. Si devono inoltre accompagnare questi campioni con foglietti che riportano le informazioni necessarie: data, ambiente, raccoglitore. Informazioni ulteriori, di maggior dettaglio, potranno essere annotate su un quaderno. Queste informazioni saranno riportate accanto al campione, quando la preparazione sarà terminata. Una volta che le piante sono ben stese tra i fogli di carta occorre pressarle: questo si ottiene con due tavolette di compensate (circa 1 cm di spessore) o di lamiera traforata e con cinghie per esercitare pressione. Le cinghie più adatte sono quelle provviste di fibbie che si possono stringere con gradualità. Tavolette e cinghie formano la "pressa". II formato della pressa deve essere all'incirca identico a quello dei fogli di giornali ripiegati a meta: da circa 25x35 a circa 30x40 cm. Occorre ricordare che se lo spessore della pressa è eccessivo le piante non vengono seccate come si deve perché la pressione non agisce in modo ottimale. Lo spessore limite e, in genere, di 25 cm. Se la raccolta è cospicua occorre far uso di più presse. la pressa deve essere posta in luoghi asciutti e areati: in estate può essere sufficiente il balcone di casa, in autunno e in inverno una sorgente di calore (purché a debita sostanza) e quasi indispensabile. Preparazione di un foglio d' erbario La pianta seccata e fissata su un foglio di cartoncino (dimensioni 37.5 x25 o 46x30 cm) mediante listerelle di carta fissate con piccoli spilli o, più semplicemente, con carta gommata o nastro adesivo.Bisogna evitare di coprire gli organi più delicati della pianta, come i fiori) Le parti staccate della pianta (ad es.: semi) sono conservate in un sacchetto accluso al foglio. In basso a destra e collocata 1' etichetta o "cartellino". Nel cartellino devono essere riportate le seguenti informazioni: nome della specie, data e luogo di raccolta, tipo di ambiente (habitat), nome del raccoglitore (legit), nome dell' identificatore (determinavit). Si possono comunque aggiungere altre informazioni, se ritenute importanti, come il colore originale dei fiori,l' entità della popolazione, le coordinate geografiche del luogo di raccolta, altre specie presenti nello stesso ambiente. Conservazione I fogli d'erbario sono generalmente raccolti in cartelle che, a loro volta, sono racchiuse da cartoni robusti. Nei pacchi che cosi si ottengono i campioni sono sufficientemente protetti. Occorre a questo punto conservarli in ambiente secco e proteggerli dai parassiti. La soluzione migliore e quella di conservare i pacchi in armadi, entro sacchi di plastica. Per combattere i parassiti si usa un metodo di lotta semplice: ogni due anni si pongono i pacchi in un congelatore per 2-3 giorni e si sprizzano spray insetticidi entro i sacchi di plastica circa 2 volte all' anno. Un controllo continuo è relativamente facile in un piccolo erbario.