Analisi suolo e sottosuolo - Metropolitan e

Analisi suolo e sottosuolo
Atelier città paesaggio
2015/2016
Gruppo 02
Gruppo 16
Andrea Verzini
Giacomo De Caro
Niccolò AntonielliPia Fleischer
Simone Valbusa
Anca Spiridon
Alexia Brodu
Matija Perić
Rischio Idraulico
3_ RISCHIO IDRAULICO
ZONA A RISCHIO IDRAULICO MOLTO ELEVATO
è necessario realizzare opere di difesa. Le zone
interessate sono quelle in prossimità della diga e
nel collegamento tra le forre e il Tevere, dove cioè il
rischio derivato da eventuali esondazioni o deflusso dell’acqua è molto elevato.
ZONA A RISCHIO IDRAULICO ELEVATO
è necessario realizzare opere di difesa.
Le zone interessate seguono il corso dell’Aniene e,
in parte, quello del Tevere a sud della diga. Sono
zone a rischio in quanto caratterizzate da un
sistema urbano concentrato e quindi da un sistema
fognario importante.
ZONA A RISCHIO IDRAULICO MEDIO
è necessaria l’attuazione di piani di protezione
civile. Sono zone di pericolosità bassa. Il flusso del
Tevere è controllato e non ci sono particolari
affluenze da parte di altri corsi d’acqua. Il problema
sta nella corretta gestione del sistema fognario.
PRINCIPALI COLLETTORI ESISTENTI
COLLETTORI FINANZIATI DI PROSSIMA REALIZZAZIONE
Principali sistemi fognari che attraversano Roma e
collegano i vari depuratori
Rischio esondazione
2_ RISCHIO ESONDAZIONE TEVERE
AREA DI INEDIFICABILITÀ E TUTELA INTEGRALE
l’area interessata è situata a nord della diga, dove il
flusso del tevere varia a seconda della quantità
d’acqua portata dalle forre. In questa zona sono
stati creati dei canali artificiali per ovviare al problema dell’esondazione, che tuttavia non impediscono
la fuoriuscita dell’acqua oltre gli argini, formando
così degli enormi bacini di laminazione.
AREA DI ESONDAZIONE DEL TEVERE
deve essere assicurato il massimo deflusso ai fini
della salvaguardia idraulica della città di Roma.
Queste zone sono collocate a sud della diga, dove
quindi il flusso del Tevere è controllato. Il problema
che ne deriva è quindi minore ma comunque
presente vista la grande quantità di forre e canali
artificiali che si immettono nel Tevere.
SISTEMA IDRICO PRINCIPALE
Zona di inedificabilità
Incrocio di due forre a Prima Porta
Pompa idraulica per la coinvogliazione dell’acqua nella forra
Argini rialzati per impedire l’esondazione
Stratigrafia del suolo
1_TIPOLOGIA DEL SOTTOSUOLO
DEPOSITI ALLUVIONALI
Terreni argillosi alternati a limo-sabbiosi. si presentano
poco o per nulla consolidati, saturi d’acqua, con proprietà geotermiche scadenti dovuto alla scarsa coesione
ed all’elevata compressibilità. Si formano per trasporto
di materiale solido ad opera delle acque di fiumi e
torrenti e successiva deposizione in conseguenza della
riduzione della velocità della corrente. Nel caso di
esondazioni, si depositano grandi quantità di sedimenti
dalle acque che non rientrano entro gli argini del fiume.
Questi depositi sono formati principalmente da limo ed
argilla. Essi costituiscono le grandi piane alluvionali ed il
loro spessore può raggiungere e superare il centinaio di
metri. Caratteristica di tutti i depositi alluvionali è la
irregolare variabilità di costituzione sia in orizzontale
che in verticale. Sono terreni impermeabili dove è
sconsigliata la costruzione
stratigrafia da deposito alluvionale di un corso d’acqua maturo
DEPOSITI LACUSTRI E PALUSTRI
Argille torbose, limi e sabbie ad elementi vulcanici.
Materiali poco consistenti e compressibili.
Si formano in seguito alla deposizione di materiale
solido in un bacino di acque ferme; spesso sono
presenti sostanze organiche vegetali. Sono generalmente stratificati, cioè formati da una successione di
corpi tabulari molto estesi di spessore compreso tra
qualche centimetro ed alcuni decimetri con caratteristiche granulometriche uniformi. Costituzione granulometrica: sabbia, limo, argilla e termini misti.
TERRENI LIMO-SABBIOSI
sabbia 40% limo 40% argilla 20%. Non trattengono
l’acqua a causa della loro impermeabilità.
DEPOSITI DI ORIGINE VULCANICA
Tufi e pozzolane. Sono formati dai prodotti lanciati dai
vulcani durante le fasi di attività esplosiva e ricaduti
nelle zone circostanti, dopo un più o meno lungo
tragitto nell'aria. I depositi sono costituiti da banchi e
lenti di terreno di diversa granulometria, corrispondenti ciascuno ad un dato episodio esplosivo, alternati a
volte a colate laviche. terreni permeabili.
stratigrafia da deposito di origine vulcanica
Dal costruito al suolo
SEZ A-A1
SEZ B-B1
SEZ C-C1
SEZ D-D1
SEZ E-E1
SOTTOSUOLO
Rocce piroclastiche di origine vulcanica
caratterizzate dalla presenza di livelli argillicati
Rocce piroclastiche
di origine vulcanica compatte
Depositi alluvionali recenti
di composizione misto sabbiosa e argillosa
Depositi fluvio lacustri
composti prealentemente da formazioni argillose