Crescita e politica economica

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Macroeconomia 9/ed
R. Dornbusch, S. Fischer, R. Startz
Copyright © 2006 – The McGraw-Hill Companies srl
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Crescita e politica economica
Problemi teorici
1.
La crescita endogena è una crescita che si autoalimenta; si ritiene che possa realizzarsi grazie a politiche
che influiscono sul tasso di risparmio di una nazione e, di conseguenza, sulla quota del PIL che viene
destinata agli investimenti. Secondo il modello neoclassico illustrato nel Capitolo 3, la crescita di lungo
periodo è dovuta al progresso tecnologico e le variazioni del tasso di risparmio hanno un effetto soltanto
transitorio. Il modello di crescita endogena prevede, invece, che i Paesi caratterizzati da un tasso di
risparmio più alto possano conseguire una crescita di lungo periodo superiore e che il governo sia in grado
di influenzare il tasso di questa crescita attuando misure che incidono sul tasso di risparmio.
2.
Un semplice modello all’interno del quale il capitale ha rendimenti di scala costanti implica che l’insieme
dei fattori della produzione avrà rendimenti di scala crescenti; ciò potrebbe comportare una situazione in
cui un’unica grande impresa domina l’intera economia. Un approccio di questo tipo, tuttavia, non tiene
conto del fatto che il capitale può produrre benefici esterni, oltre a quelli interni (di cui si avvantaggia la
singola impresa). In altre parole, grazie ai maggiori investimenti non è possibile solo ottenere uno stock di
capitale più elevato e più efficiente, ma anche sviluppare nuove idee e nuovi metodi di produzione, che
possono essere imitati senza alcuna difficoltà. Pertanto, non necessariamente la singola impresa trae tutti i
benefici derivanti da un aumento di produzione.
3.
Secondo il modello neoclassico della crescita, un incremento del tasso di risparmio non implica un
maggiore tasso di crescita della produzione nel lungo periodo. Tuttavia il processo di aggiustamento che ha
luogo a breve termine comporta un livello più elevato di produzione pro capite. Viceversa, in base al
modello della crescita endogena il tasso di risparmio influisce sul tasso di crescita della produzione nel
lungo periodo.
4.
(a) Secondo quanto illustrato nel Capitolo 4, ai fini della crescita economica di lungo periodo sono
fondamentali gli investimenti in capitale fisico, in capitale umano e, in particolare, nelle attività di
ricerca e sviluppo.
(b)
i. Gli incentivi fiscali per gli investimenti potrebbero influire sulla crescita di lungo
periodo consentendo di raggiungere un tasso più elevato di progresso
tecnologico.
ii. Le sovvenzioni per le attività di ricerca e sviluppo consentono di realizzare
progressi tecnologici che producono benefici sia per il singolo individuo sia per
la collettività. Questi provvedimenti sono molto efficaci ai fini della crescita di
lungo periodo.
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iii. In base al modello della crescita endogena, le politiche miranti ad accrescere il
tasso di risparmio fanno aumentare il tasso di crescita della produzione nel lungo
periodo. Tuttavia i dati reali a sostegno di quest’affermazione sono scarsi.
iv. Maggiori finanziamenti per l’istruzione primaria implicano notevoli benefici per
il singolo individuo e per la società, pertanto rappresentano uno strumento molto
efficace ai fini della crescita di lungo periodo, anche se può trascorrere parecchio
tempo prima che gli effetti di questa misura si manifestino appieno.
5.
L’ipotesi della convergenza assoluta prevede che le economie caratterizzate da tassi uguali di risparmio e
di crescita della popolazione raggiungeranno il medesimo stato stazionario a condizione che possano
usufruire della stessa tecnologia. Secondo l’ipotesi della convergenza condizionata, invece, le economie
che dispongono della stessa tecnologia ma registrano tassi diversi di risparmio o di crescita della
popolazione raggiungeranno lo stato stazionario in corrispondenza di differenti livelli di produzione e i
loro tassi di crescita economica alla fine coincideranno. Il concetto di convergenza condizionata trova
riscontro nei dati empirici.
6.
Secondo la teoria della crescita endogena, sul valore di stato stazionario del tasso di crescita della
produzione influisce il tasso di accumulazione dei fattori produttivi. Di conseguenza, un aumento del tasso
di risparmio determina un maggiore tasso di accumulazione dello stock di capitale. In questo caso, il tasso
di crescita della produzione aumenta quando sale il tasso di risparmio. Se tale argomentazione offre una
spiegazione efficace per i tassi di crescita delle nazioni sviluppate, che dispongono della tecnologia più
avanzata, non è però in grado di giustificare le differenze fra i tassi di crescita dei Paesi più poveri. Per
questi ultimi sembra risultare valida l’ipotesi della convergenza condizionata.
7.
Se si investe in capitale fisico, aumenta lo stock di capitale e sale il livello di produzione nel breve periodo;
spesso, tuttavia, ciò avviene a spese della crescita nel lungo periodo, a meno che il capitale non usufruisca
di notevoli rendimenti esterni. Gli investimenti in capitale umano rappresentano una strategia migliore
poiché, al contrario, hanno rendimenti elevati e determinano un incremento della crescita nel lungo
periodo.
8.
(a) Un Paese in grado di stabilire il tasso di crescita della popolazione attraverso politiche di controllo
demografico può far scendere il fabbisogno di investimento e accrescere, così, il livello del
prodotto di stato stazionario. Con un inferiore tasso di crescita della popolazione è possibile
ottenere un reddito pro capite più elevato e una minore spesa in investimenti. Pertanto le politiche
di controllo demografico possono costituire uno strumento efficace per sfuggire alla cosiddetta
trappola della povertà.
(b) In un modello di crescita endogena, una diminuzione del tasso di incremento della popolazione fa
aumentare le possibilità di crescita di una nazione nel lungo periodo. Nel manuale di teoria è stata
ricavata la seguente formula del tasso di crescita del prodotto pro capite:
g = sa – (n + d)
Come si può vedere, a parità degli altri parametri, un valore di n inferiore implica un maggior
valore di g.
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9.
Le cosiddette “tigri asiatiche” (Hong Kong, Singapore, Corea del Sud e Taiwan) hanno avuto un elevato
tasso di crescita economica soprattutto perché si sono impegnate a migliorare il livello di istruzione della
popolazione e a fare aumentare il tasso di risparmio, come suggerisce il modello della crescita endogena.
In questi Paesi, tuttavia, si è registrato anche un incremento della forza lavoro, come previsto dalla teoria
neoclassica.
10.
Non è possibile dire con certezza se in un Paese la crescita possa continuare illimitatamente. Tuttavia, se il
progresso tecnologico è ininterrotto e le risorse vengono gestite in modo intelligente, si può supporre che
questo processo prosegua per un periodo estremamente lungo.
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Problemi tecnici
1.
(a) La funzione di produzione in un modello di questo tipo si ottiene tracciando una curva (come in
un modello di crescita esogena) e una retta con coefficiente angolare positivo (come in un modello
di crescita endogena). Un grafico di questo tipo è rappresentato in Figura 1.
Figura 1
(b) Il primo punto di intersezione (A) indica una situazione di equilibrio stabile in cui il reddito è
basso. Qualora l’economia si allontani da tale punto, al termine di un processo di aggiustamento
ritornerà a questo stesso livello di reddito (e di rapporto capitale-prodotto). Il secondo punto di
intersezione (B) indica una situazione di equilibrio instabile caratterizzata da un alto livello di
reddito. Se l’economia si allontana da B, può trovarsi in uno stato stazionario cui corrisponde un
livello di reddito più basso (nell’ipotesi che il rapporto capitale-lavoro diminuisca), oppure in una
situazione di crescita continua (se il rapporto capitale-lavoro aumenta).
(c) Un modello come quello ora illustrato può essere utilizzato per spiegare come alcuni Paesi
possano trovarsi in una situazione caratterizzata da crescita nulla e basso reddito, mentre altri
registrano una crescita continua e un alto livello di reddito. Nel primo caso il Paese può avere
investito soprattutto in capitale fisico, ottenendo una crescita nel breve periodo ma a costo di una
minore crescita a lungo termine. Nel secondo caso il Paese può aver effettuato massicci
investimenti in capitale umano, traendo notevoli benefici per la collettività.
2.
(a) Se la crescita della popolazione è endogena, ovvero se un Paese è in grado di influenzare il tasso
di crescita della popolazione attuando determinate politiche, il fabbisogno di investimento non è
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più rappresentato da una retta, bensì da una curva, come si vede nel grafico di Figura 2.
(b) Il primo punto di intersezione (A) indica una situazione di equilibrio stabile in cui il reddito è
basso e il tasso di crescita della popolazione è elevato, ovvero una trappola della povertà. Al
secondo punto di intersezione (B) corrisponde una situazione di equilibrio instabile caratterizzata
da un livello medio di reddito e da un basso tasso di crescita della popolazione. Il terzo punto (C)
indica una condizione di equilibrio stabile in cui il reddito è elevato e il tasso di crescita della
popolazione è basso. Nessuno di questi tre punti è caratterizzato da crescita continua.
(c) Per sfuggire alla trappola della povertà (punto A) un Paese ha diverse possibilità. Anzitutto può
cercare di reperire i mezzi in grado di accrescere il rapporto capitalelavoro oltre il valore
corrispondente al punto B (prendendo fondi a prestito o attirando investimenti dall’estero). In
secondo luogo, può incrementare il tasso di risparmio in modo che la curva del risparmio non
intersechi più quella del fabbisogno di investimento nei punti A e B. Infine, può adottare politiche
demografiche capaci di rallentare il tasso di crescita della popolazione, affinché la curva del
fabbisogno di investimento si sposti verso il basso e non intersechi più la curva del risparmio nei
punti A e B.
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3.
(a) Se aggiungiamo un tasso variabile di crescita della popolazione al modello a due settori
considerato nel problema precedente, il fabbisogno di investimento è rappresentato da una curva,
mentre la funzione di produzione riflette una produttività marginale del capitale decrescente nel
primo tratto e costante nel tratto successivo, come indica il grafico di Figura 3 (notate che la curva
del risparmio ha lo stesso andamento della funzione di produzione).
(b) La curva del risparmio e quella del fabbisogno di investimento si intersecano in quattro punti. Il
primo punto (A) indica una situazione di equilibrio stabile con un basso livello di reddito. Qualora
l’economia si allontani da questo punto, alla fine, attraverso un processo di aggiustamento,
ritornerà al medesimo livello di reddito (e di rapporto capitale-prodotto). Al secondo punto (B)
corrisponde una condizione di equilibrio instabile con un basso livello di reddito. Se l’economia si
sposta da questo punto, può venire a trovarsi in uno stato stazionario in cui il reddito è più basso
(nell’ipotesi che il rapporto capitale-lavoro diminuisca) oppure in una condizione di equilibrio
caratterizzata da un reddito più elevato, in corrispondenza del punto C (se il rapporto capitalelavoro aumenta). Anche il punto D descrive una situazione di equilibrio instabile: se l’economia si
allontana da esso può raggiungere il punto C, ossia uno stato stazionario con un livello inferiore di
reddito (se il rapporto capitale-lavoro diminuisce), oppure una situazione di crescita continua (se il
rapporto capitale-lavoro aumenta).
(c) Questo modello è più completo di quelli considerati in precedenza, pertanto è in grado di spiegare
un numero maggiore di aspetti. Tuttavia, poiché dal punto di vista grafico l’analisi diventa molto
più complessa, in questa sede appare opportuno tralasciarla.
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4.
(a) Sostituendo A con l’espressione data, e q con il valore 0.5, la funzione di produzione assume la
seguente forma:
0,5
Y = K 0,5 ( AN )0,5 = K 0,5 [ 4( K / N ) N ]
= K 0,5 (4 K )0,5 = 2 K
Possiamo quindi scrivere:
y=
Y
K
= 2 = 2k
N
N
ricavando per a il valore 2. Per il significato di a si veda il punto (c).
(b) Il tasso di crescita della produzione è pari a:
g = sa − (n + d ) = (0,1)2 − (0, 02 + 0, 03) = 0,15 = 15%
(c) Nella precedente equazione, a rappresenta il prodotto marginale del capitale. L’ipotesi che la
tecnologia labour-augmenting, A, sia proporzionale al rapporto capitalelavoro implica che il
livello della tecnologia dipenda dalla quantità di capitale a disposizione di ciascun lavoratore, il
che può non essere realistico.
(d) Siamo di fronte a un modello di crescita endogena perché il prodotto marginale del capitale è
costante.
5.
(a) La funzione di produzione è:
Y = K 0,5 N 0,5 = N ( K / N )0,5 , da cui segue: Y / N = ( K / N )0,5
Ossia y = k 0,5
Poiché k = sy /( n + d ) = sk 0,5 /( n + d ) , si ricava k 0,5 = s /(n + d ) , da cui:
y* = s/(n + d) = (0,1)/(0,02 + 0,03) = 2
e quindi
k* = sy*/(n + d) = (0,1)(2)/(0,02 + 0,03) = 4
(b) Il consumo di stato stazionario è pari al reddito di stato stazionario meno l’investimento di stato
stazionario:
c* = f(k*) – (n + d)k*
Il valore dello stock di capitale che soddisfa la regola aurea corrisponde al massimo livello di
consumo sostenibile in maniera permanente. Il consumo di stato stazionario raggiunge il valore
più elevato quando l’incremento marginale del capitale fa aumentare la produzione in misura
appena sufficiente a far fronte all’accresciuto fabbisogno di investimento.
Per ricavare k impostiamo i seguenti calcoli:
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c = k 0,5 − (n + d )k ⇒ (∆c / ∆k ) = (0,5)k −0,5 − (n + d ) = 0 ⇒
k −0,5 = 2(n + d ) = 2(0, 02 + 0, 03) = 0,1 ⇒ k 0,5 = 10 ⇒ k = 100
Poiché k* = 4 < 100, il valore del capitale è inferiore a quello previsto dalla regola aurea.
(c) Si ha:
k = sy /(n + d ) = sk 0,5 /(n + d ) ⇒ s = k 0,5 (n + d ) = 10(0, 05) = 0,5
(d) Se il valore del capitale è superiore a quello previsto dalla regola aurea si è in presenza di un
eccesso di risparmio, poiché il livello del consumo non corrisponde a quello ottimale.
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