A proposito di etica...
(un tema rilevante nel “mondo del lavoro”?)
Luca Mari
[email protected]
research.liuc.it/luca.mari
Responsabilità
Etica
sociale
Morale Codice
etico
Deontologia
...
Proposta
●
Qualche premessa
(perché la questione è importante)
●
Due Posizioni sul problema dell’etica
●
Un gioco
●
Un’altra Posizione
●
Un gioco
●
Tre Sfide per oggi e domani
●
(Non-)conclusioni
(perché non possiamo perdere)
Tutto è relativo
Tutto è relativo
???
Un’ipotesi (generalmente condivisa!):
le risorse di cui disponiamo non sono infinite
La conseguenza:
le scelte su cosa fare non sono indifferenti
Il problema:
come scegliere?
La struttura canonica:
modelli descrittivi
(generalizzazione)
modelli esplicativi
(proiezione)
modelli previsivi
(da “is” a “outght to be”)
modelli prescrittivi
The Is / Ought problem
(video: http://www.bbc.co.uk/programmes/p02c7css )
Premessa
●
●
L’etica si occupa di giustizia, e pone problemi
socialmente rilevanti, non appena si passa
- da etica individuale (cosa è giusto per me)
- a etica pubblica (cosa è giusto per noi)
L’etica è un problema solo per entità
(individuali o collettive) che si riconoscano
libere di scegliere e responsabili delle scelte
compiute, e dunque dotate di:
- potere (non bastano le intenzioni (o sì?))
- volontà (non bastano i fatti (o sì?))
L’etica è un problema...
... parte della struttura profonda dell’esperienza umana
Il problema dell’etica
Di fronte alla complessità delle vicende, per
cercare di risolvere il problema dell’etica si è
tradizionalmente adottata una strategia di
semplificazione basata sulla struttura deduttiva:
principio → conseguenze
●
●
il principio:
è giusto ciò che...
le conseguenze:
(quindi) è giusto che... ed è sbagliato che...
Il problema dell’etica è diventato così prima di
tutto il problema dei suoi fondamenti
Il problema dei fondamenti
Nel corso del tempo sono state date diverse
risposte al problema:
è giusto ciò che...
?
(e da tali risposte si è cercato di derivare decisioni
concrete, e in particolare delle deontologie)
Schematicamente, identifichiamo ed esploriamo
brevemente tre Posizioni
Posizione 1
E’ giusto ciò che è specificato da un’entità,
che comunica la sua volontà direttamente
o mediante intermediari
L’ipotesi è che l’umanità si trovi in una condizione
di minorità, che non la mette in grado di esercitare
effettivamente la sua libertà, e quindi che “i capi”
si debbano assumere la responsabilità di
scegliere cosa è giusto e cosa è sbagliato
Posizione 1 ?
Transizione
- da eteronomia (la legge ci è data da altri)
- ad autonomia (noi siamo legge per noi stessi)
Simbolicamente: valore della libertà di coscienza
La Posizione 1 è inutilizzabile...
Posizione 1 ???
Posizione inutilizzabile?
O forse no...
Il “plebiscitarismo” potrebbe essere interpretato
come un adattamento della democrazia a questa
Posizione:
“è giusto quello che dice il capo,
perché il capo è stato eletto”
Posizione 2
E’ giusto ciò che è naturale
Questa Posizione trova forse un fondamento nei
miti dell’età dell’oro: i nostri lontani antenati
vivevano una vita beata, e quindi in particolare
giusta, perché, appunto, “in armonia con la
natura” (o anche “secondo le leggi naturali”)
Posizione 2 ?
Una giustificazione mitologica di questo genere
non è convincente oggi
Non tutto ciò che è naturale è giusto, né tutto ciò
che è artificiale è ingiusto
La Posizione 2 è inutilizzabile...
Posizione 2 ???
Posizione inutilizzabile?
O forse no...
Certi riferimenti al “buon senso” come criterio
decisionale potrebbero essere interpretati come
un adattamento a questa posizione:
“questa decisione è giusta,
perché è di buon senso”
Un punto di rottura?
“The primary aim of the ethicist [...] should not be to
produce a ‘system’, but to contribute to the solution of
practical problems. Although we can often be guided by
universal principles in the solution of practical problems,
few real problems can be solved by treating them as
mere instances of a universal generalization. Even Kant,
who is often considered to be the great representative of
the sort of ethical theory that seeks to lay down universal
moral rules, was well aware that what he called ‘the
moral law’ cannot be applied to concrete situations
without the aid of what he himself calls ‘mother wit’, that
is not something that can be reduced to an algorithm.”
[H. Putnam, Ethics without ontology, 2005]
The trolley problem
(video: http://www.bbc.co.uk/programmes/p02bx2hh )
The life you can save
(video: http://www.bbc.co.uk/programmes/p02c53lw )
Un gioco: premessa
“Few trends could so thoroughly undermine the
very foundations of our free society as the
acceptance by corporate officials of a social
responsibility other than to make as much money
for their stockholders as possible”
[Milton Friedman 2002]
Un gioco (“ultimatum”)
Hai appena vinto 1000 €, ma li puoi ritirare solo in
queste condizioni:
1. la tua vittoria deve essere approvata dal signor /
dalla signora X, e per ottenere questa
approvazione tu puoi solo dare a X un compenso
di y €, 0 ≤ y ≤ 1000
2. se X accetta, X riceve la quota y € che gli hai
proposto e tu ricevi 1000 – y €, altrimenti nessuno
riceve nulla
Posizione 3
E’ giusto ciò che, al meglio delle nostre capacità,
concordiamo essere tale
Questa Posizione trova nella democrazia la sua
forma politica più diretta, e può essere considerata la
posizione dell’umanità maggiorenne e autonoma
Posizione 3 ?
Questa Posizione pone un nuovo, e ancora
fondamentale, problema, che le altre due
Posizioni potevano tralasciare:
come evitare la situazione per cui
quello che era giusto con una maggioranza
diventi sbagliato con un’altra?
Posizione 3 ?
La soluzione può essere di concordare prima di tutto
su uno o più principi, di cui ricavare le conseguenze
Nel ’900 è stato sostenuto (in particolare da John Rawls):
giusto è ciò che è equo
In questa prospettiva, il problema
di scelte etiche si declina nel problema
di scelte eque: il tema della reciprocità
diventa determinante
Reciprocità: nulla di nuovo...
“Fa’ agli altri quello che vorresti fosse fatto a te”
(la regola d’oro)
“Agisci in modo che la massima della tua volontà
possa sempre valere nello stesso tempo come
principio di legislazione universale”
(l’imperativo categorico)
Un gioco...
A chi diamo il flauto?
●
Ad Anna, l’unica che lo sa suonare?
(e gli altri lo ammettono)
●
A Barbara, che l’avrebbe come unico gioco
(mentre gli altri possiedono altri giochi)
●
A Carlo, che l’ha costruito con le sue mani?
(e gli altri riconoscono che è così)
Etica: nulla di nuovo dunque?
L’opposizione
benessere personale – benessere collettivo
rimane il motivo di fondo dell’etica?
Forse...
… ma nuove sfide si prospettano...
Sfida 1:
un’etica per la società tecnologica?
Il “prossimo” a cui l’etica tradizionale fa riferimento
è colui per cui le nostre scelte etiche sono rilevanti
Ma oggi la tecnologia ha reso nostro prossimo tutti
gli uomini, del presente e del futuro:
come decidere in modo responsabile
per un prossimo
che psicologicamente sentiamo lontano?
Sfida 2:
un’etica con nuovi ideali?
La società “liquida” sta cambiando i nostri stessi
ideali
Invece di libertà, uguaglianza e fraternità oggi si
tende ad aspirare a sicurezza, parità, rete:
come decidere in modo responsabile
in un contesto che ci spinge
a considerarci dei consumatori?
Sfida 3:
rimarrà un’etica?
La libertà-di è molto più impegnativa da esercitare
della libertà-da
Gli uomini preferiscono la libertà-dalla
responsabilità alla libertà-di distinguere il bene dal
male
come decidere in modo responsabile
quando la nostra stessa psicologia
ci spinge alla deresponsabilizzazione?
Dobbiamo
(re-)imparare
come si fa a decidere?
La politica potrebbe dunque forse
studiare (e praticare)
non solo la teoria della giustizia,
ma anche la teoria delle decisioni...
… e, in modo complementare, il management...
Documenti a cui si è fatto riferimento
Saggi:
Hannah Arendt, La banalità del male, 1963, trad. it. Feltrinelli
Sigmund Bauman, L’etica in un mondo di consumatori, 2008, trad.it.
Laterza
Hans Jonas, Il principio responsabilità, 1979, trad.it. Einaudi
Hilary Putnam, Ethics without ontology, Harvard Univ. Press, 2005
John Rawls, Una teoria della giustizia, 1971, trad. it. Feltrinelli
Amartya Sen, L’idea di giustizia, 2009, trad. it. Mondadori
Romanzi:
Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamàzov, 1879, trad. it. Einaudi
George Orwell, 1984, 1948, trad. it. Mondadori
Aldous Huxley, Il mondo nuovo, 1932, trad. it. Mondadori
Evgenij Ivanovič Zamjatin, Noi, 1921, trad. it. Feltrinelli
Video:
tratti da http://www.bbc.co.uk/historyofideas, sezione “How Can I Know
Wrong from Right?”