Giuseppe Maffeis CALENDULA, MALVA E TARASSACO TRE ERBE AMICHE DELLA SALUTE E DELLA PELLE: DISINFIAMMANO, DEPURANO E CICATRIZZANO RIZA CALDENDULA, MALVA E TARASSACO Editing: Giuseppe Maffeis Progetto grafico: Roberta Marcante Foto e illustrazioni: Fotolia, 123rf © 2014 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia. SOMMARIO 6 INTRODUZIONE 8 LA CALENDULA 60 LA MALVA 96 IL TARASSACO INTRODUZIONE T re piante che hanno molto in comune tra loro, ma sono anche dotate di caratteristiche individuali che le rendono uniche e preziose per la nostra salute. Calendula, malva e tarassaco sono erbe molto diffuse dovunque. Crescono spontaneamente nei territori incolti, lungo le strade e anche nei campi coltivati. Tutte e tre hanno un fiore dal colore intenso e caratteristico: giallo per la calendula e il tarassaco, rosa-violaceo con striature più scure per la malva. Tutte e tre sono tra i più antichi, comuni e apprezzati rimedi della tradizione popolare, per le loro efficacissime proprietà curative, riconosciute anche dalla medicina ufficiale. Un tempo era consuetudine diffusissima andare a raccogliere le loro foglie, i fiori e le radici nei prati. Servivano come cibo e come rimedio casalingo contro tanti disturbi. Oggi questa abitudine si è persa, ma non del tutto: specialmente le foglie di tarassaco vengono ancora raccolte nei campi per farne delle gustose insalate. Ma si sono perse soprattutto molte conoscenze e pratiche della medicina popolare che sfruttavano le virtù di queste umili piante per trattare i malesseri che colpiscono di frequente. Eppure le sostanze contenute in esse sono davvero 6 INTRODUZIONE efficaci, tanto che gli estratti di calendula, malva e tarassaco vengono utilizzati dalle industrie farmaceutiche e cosmetiche per la preparazione di numerosissimi prodotti utili alla salute e alla bellezza. Questo libro si propone di descrivere tutte le caratteristiche e le proprietà delle tre erbe, e di illustrare i modi più semplici per sfruttarle al meglio. Per ognuna di esse spieghiamo com’è fatta la pianta, quali sostanze contiene, quali proprietà terapeutiche possiede; elenchiamo anche tutti i possibili usi pratici per la cura dei disturbi e del proprio aspetto. In più aggiungiamo anche alcune semplici ricette per utilizzarle anche in cucina: nella tradizione popolare esse venivano adoperate per preparare vari piatti. Molti di essi sono da riscoprire anche oggi, perché oltre a essere “naturali” e gustosi, sono anche utili all’organismo. 7 LA CALENDULA TOCCASANA PER LA PELLE 8 10 SEMPLICE E SOLARE, CON TANTE PROPRIETÀ 13 LA STORIA E LA TRADIZIONE 19 COM’È FATTA E DOVE SI TROVA 25 COME SFRUTTARNE LE VIRTÙ 29 GLI EFFETTI BENEFICI 37 I RIMEDI PER LA SALUTE 44 GLI USI PER LA BELLEZZA 52 GLI IMPIEGHI IN CUCINA 9 SEMPLICE E SOLARE, CON TANTE PROPRIETÀ Un fiore giallo come il sole L SIMILE ALLA MARGHERITA La calendula produce bellissimi fiori che esteticamente ricordano molto quelli più noti e diffusi della pianta della margherita 10 a calendula è una piccola pianta erbacea dall’appariscente fiore giallo-arancio, simile a una grossa margherita. Vegetale semplice e robusto, da sempre apprezzato per le sue proprietà curative, la calendula è uno dei rimedi più utilizzati in fitoterapia e cura soprattutto i disturbi della pelle, dell’apparato digerente e del fegato. Inoltre, è efficace contro i problemi mestruali e può essere usata da tutti, perché non ha praticamente controindicazioni. Segue il percorso dell’astro - Un mito greco racconta che le lacrime di Afrodite per la morte dell’amato Adone, cadute a terra, si siano trasformate nel bellissimo fiore della calendula. La fantasia degli antichi ha associato questo fiore al sole, per via dell’aspetto solare e dei suoi effetti “caldi” e cicatrizzanti sull’organismo. Questa pianta svela la sua natura solare già nel colore arancione o giallo intenso: proprio per la tinta dei suoi fiori, infatti, in Italia è chiamata anche “Fiorrancio”. Il sole ne influenza fortemente l’attività vegetativa: la calendula sboccia al mattino, alle prime luci dell’alba, poi, rivolgendosi da Est a Ovest, segue LA CALENDULA il percorso dell’astro, fino a richiudersi al tramonto. Come molte Composite, infatti, anche la calendula è eliotropica (dal greco “helios” che significa “sole” e “tropos” che vuol dire “direzione”). Per questa ragione, i latini la chiamavano “solesequium”, ossia “che segue il sole”, e nei testi medievali è detta “solis sponsa”, cioè sposa del sole. Un ciclo mensile come la luna - Questa pianta, tuttavia, è stata anche connessa alla luna, come mostra il suo nome botanico, Calendula officinalis. L’etimologia del nome calendula, tuttavia, è controversa: forse deriva dal termine greco “kalanthos” (coppa), che allude alla forma della corolla, o, più probabilmente nasce dalla parola latina “calendae”, cioè i primi giorni del mese lunare, nel calendario degli antichi Romani. Come la luna sorge ogni mese, così fa anche il fiore di calendula, che nel suo periodo di vegetazione, dalla primavera all’autunno, con- SBOCCIA AL MATTINO E SI CHIUDE LA SERA Il fiore della calendula, di colore giallo-arancio, segue il percorso del sole; quindi sboccia la mattina e si chiude la sera 11 L’ERBA DAI TANTI NOMI POPOLARI La calendula è conosciuta con tanti e diversi nomi popolari che, il più delle volte, fanno riferimento al legame tra la pianta e il sole 12 tinua a rifiorire mensilmente. Questa etimologia sottolinea, dunque, il rapporto della pianta con la luna: come la luna spuntava nel cielo, simile a una falce, allo stesso modo rinasceva anche la pianta della calendula, i cui semi sono anch’essi simili a piccole falci. Questa erba è dunque posta sotto l’influsso congiunto sia del sole che della luna: quello del sole è molto più visibile, subito richiamato dallo stretto rapporto dell’astro con la pianta e, in particolare, con il colore giallo-arancione dei suoi bellissimi fiori, che ricorda le sfumature dei raggi del sole. Il legame con la luna è, invece, meno immediato ed è connesso all’andamento ciclico delle sue fioriture, mensili come i cicli lunari e quelli femminili. IN INGLESE È IL FIORE DI MARIA In sardo questo fiore è chiamato “frore de cada mese”, proprio per le sue particolarità vegetative. Ma la calendula possiede molti altri nomi popolari, tra cui i più conosciuti sono “calandla” o “callandria” (dalla parola calendae), ma anche “margaita”, “fior d’mort”, “gargian”, “primo fiore”. In inglese, la pianta della calendula è detta “marigold”, cioè “oro di Maria”, in francese si chiama “souci” (evoluzione del termine latino “solesequium”); in romeno è chiamata “galbenele”, da “galben”, “giallo”, per il colore dei suoi petali. LA MALVA SPEGNE LE INFIAMMAZIONI 60 62 UN’ERBA COMUNE, RICCA DI VIRTÙ 66 COM’È FATTA E DOVE SI TROVA 70 LE SUE MILLE PROPRIETÀ BENEFICHE 74 GLI USI PRATICI PER LA SALUTE 80 GLI USI PRATICI PER LA BELLEZZA 88 GLI IMPIEGHI IN CUCINA 61 UN’ERBA COMUNE, RICCA DI VIRTÙ Disinfiamma tutto il corpo Q UN ALIMENTO E UN RIMEDIO Anticamente la malva veniva comunemente mangiata a tavola e anche usata per alleviare infiammazioni e per combattere la stitichezza 62 uasi tutti conoscono la malva, un’erba diffusissima nei nostri prati e nei nostri orti; è caratterizzata da un fiore dal colore particolare, tanto da dare il nome a una particolare sfumatura di colore, tra il viola e l’azzurro. Non tutti, però, conoscono le molte proprietà di questa piante, grazie alle quali è stata considerata sin dai tempi antichi un toccasana per la salute. Nel Rinascimento le sue doti curative erano tanto apprezzate da farle meritare l’epiteto di “omnimorbia”, ossia “che guarisce da ogni male”. Infatti, grazie alla sua composizione ricca di mucillagini, questa erba è utilissima contro molti disturbi e in particolare per lenire le infiammazioni di ogni genere. Viene impiegata in infusi e tisane utili a guarire tosse, stipsi e colon irritabile; ma si usa anche in preparati che nutrono e disinfiammano la cute, e in colliri naturali per occhi arrossati e stanchi. È efficace anche come cosmetico, per la cura della pelle, dei capelli e dei denti. Infine si può usare anche in cucina per insaporire gustose frittate e zuppe o per preparare delle delicate e salutari insalatine primaverili. LA MALVA Molto usata fin dall’antichità La malva selvatica è nota e utilizzata dall’uomo da più di 3.000 anni e i suoi effetti terapeutici sono stati sempre apprezzati da tutti i popoli. Essa fu sfruttata dai Greci e dai Romani, sia come alimento che come rimedio, in particolare per le sue proprietà lassative. Il nome malva deriva probabilmente dalla parola greca che significa “rendere molle”. Secondo altre spiegazioni deriva invece dal greco “malakos” che vuol dire “morbido”. Nomi che fanno evidente riferimento alle sue capacità ammorbidenti ed emollienti. Dioscoride, medico e scrittore greco, considerava l’infuso di malva un rimedio contro i veleni e consigliava, per la rapida guarigione delle ferite, un impacco con le foglie di malva e di salice; contro il mal di denti suggeriva invece di usare le radici. La malva, inoltre, era associata alla luna ed era considerata un potente filtro amoroso, nonché un afrodisiaco. DAL GRECO “RENDERE MOLLE” Il nome malva (usato anche dai latini) viene fatto derivare dal verbo greco che significa “ammollire”, “ammorbidire” o dal verbo latino “mollire” 63