RISOLUZIONE ENO 27/2004 BETAGLUCANASI L'ASSEMBLEA GENERALE, Visto l'articolo 2 paragrafo 2 iv dell'accordo del 3 aprile 2001 che istituisce l'Organizzazione internazionale della vigna e del vino Su proposta della Sottocommissione dei metodi di analisi e valutazione dei vini, DECIDE di aggiungere nel Codice Enologico Internazionale la seguente monografia: BETAGLUCANASI di Trichoderma sp. (E.C. 3-2-1-58) (N° CAS 9073-49-8) Glucano1,3-beta-glucosidasi (eso-1,3-beta-glucosidasi; beta-1,3-glucan eso-idrolasi; eso-1,3-beta-glucanasi endo-1,3-beta-glucanasi) e glucano-1,6-beta-glucosidasi. PRESCRIZIONI GENERALI Le prescrizioni devono essere conformi alle prescrizioni generali per i preparati enzimatici che figurano nel Codice enologico internazionale. 1. OGGETTO, ORIGINE E CAMPO DI APPLICAZIONE Degradazione dei betaglucani presenti nei vini, soprattutto quelli provenienti da uve colpite da Botrytis cinerea o i glucani dei lieviti. Tali molecole di elevato peso molecolare idrolizzano i legami beta-1,3 e beta-1,6 degli 1,3-(1,6)-beta-D-glucani con produzione di glucosio. Attività secondarie: emicellulasiche, cellulasiche Le beta-1,3-D-glucanasi vengono prodotte a partire da Trichoderma harzianum e/o Trichoderma reesei La preparazione dell’enzima non ha effetti nocivi, come pure la produzione e la purificazione. Le betaglucanasi non devono contenere né sostanze, né microrganismi, né attività enzimatiche collaterali che possano: - essere nocive alla salute, - essere nocive alla qualità dei prodotti trattati, - portare alla formazione di prodotti indesiderati, o favorire interventi fraudolenti. Esistono norme che limitano l’impiego delle betaglucanasi nel vino. Esemplare certificato conforme Parigi, il 30 luglio 2004 Il Direttore Generale dell’OIV Secretario dell’Assemblea Generale Federico CASTELLUCCI 1 RISOLUZIONE ENO 27/2004 2. ETICHETTATURA La concentrazione del prodotto deve essere indicata sull’etichetta, come pure le norme di sicurezza, di conservazione e la data limite di utilizzo. 3. CARATTERISTICHE Generalmente si tratta di polveri amorfe la cui colorazione va dal grigiastro al marrone chiaro, oppure granuli o liquidi, di colorazione che va dal marrone chiaro al marrone scuro. 4. SOLUBILITÀ Solubile nell’acqua e praticamente insolubile nell’etanolo e nell’etere 5. ATTIVITÀ ENZIMATICA L’attività è la quantità di enzima necessario a liberare in condizioni standard (si veda misura dell’attività secondo un metodo da descrivere) una quantità di zuccheri riduttori corrispondente a 1 µmole di glucosio al minuto. Nota: l’enzima prodotto secondo quanto descritto nel paragrafo 6 presenta al tempo stesso attività beta-1,3-glucanasi e beta-1,6-glucanasi, che le conferiscono proprietà enologiche ricercate. 6. FONTE DELL'ENZIMA E MODALITÀ DI PRODUZIONE Le beta (-1,3-1,6) glucanasi vengono prodotte mediante fermentazione ad immersione di un ceppo selezionato non patogeno, che non produce tossine, di Trichoderma harzianum e/o Reesei, non geneticamente modificato, in coltura pura. 7. SUPPORTI DILUENTI, AGENTI DI CONSERVAZIONE E ADDITIVI La preparazione di betaglucanasi si presenta generalmente sotto forma di granulati. Tali prodotti sono preparati con diluenti o additivi alimentari come la maltodestrina, il citrato di sodio, l’acido citrico, l'amido o il glucosio. 8. PROVE 8.1 Perdita all’essiccazione: Inferiore al 10 %. (non si applica alle preparazioni liquide) 8.2 Ceneri solforiche Determinare le ceneri solforiche secondo il metodo descritto nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Il tasso di ceneri solforiche delle betaglucanasi non deve essere superiore al 2% di materie secche. 8.3 Preparazione della soluzione standard Sciogliere 5 g di betaglucanasi in 100 ml d’acqua. 8.4 Metalli pesanti A 10 ml di soluzione standard (8.3), aggiungere 2 ml di soluzione tampone pH 3,5 (R), 1,2 ml di reagente alla tioacetammide (R). Non si deve avere nessun precipitato. Se appare una colorazione bruna, essa deve essere inferiore a quella presentata dal testimone preparato come indicato nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Il tenore in metalli pesanti espresso in piombo, deve essere inferiore a 30 mg/kg. Esemplare certificato conforme Parigi, il 30 luglio 2004 Il Direttore Generale dell’OIV Secretario dell’Assemblea Generale Federico CASTELLUCCI 2 RISOLUZIONE ENO 27/2004 8.5 Arsenico Utilizzando 2 ml di soluzione standard (8.3), analizzare l’arsenico secondo il metodo indicato nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Il tenore in arsenico deve essere inferiore a 3 mg/kg. 8.6 Piombo A partire dalla soluzione standard (8.3) dosare il piombo secondo il metodo indicato nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Il tenore in piombo deve essere inferiore a 5 mg/kg. 8.7 Mercurio A partire dalla soluzione standard (8.3) dosare il mercurio secondo il metodo indicato nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Il tenore in mercurio deve essere inferiore a 0,5 mg/kg. 8.8 Cadmio A partire dalla soluzione standard (8.3) dosare il cadmio secondo il metodo indicato nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Il tenore in cadmio deve essere inferiore a 0,5 mg/kg. 8.9 Contaminanti biologici Determinazioni effettuate secondo i metodi descritti nel Capitolo II del Codice Enologico internazionale. Germi totali Batteri totali Coliformi totali meno di 5,104 UFC/g di preparazione inferiore a 103 UFC/g di preparazione meno di 30 UFC/g di preparazione Escherichia coli St. aureus* Salmonelle Anaerobi sulfitoriduttori assenza verificata su un campione di 25 g assenza verificata su un campione di 1 g assenza verificata su un campione di 25 g meno di 30 UFC/g di preparazione Lieviti Batteri lattici totali Batteri acetici Muffe Attività antibiotica* Micotossine* tenore massimo: 102 UFC/g di preparazione assenza verificata su un campione di 10 g tenore massimo: 102 UFC/g di preparazione tenore massimo: 102 UFC/g di preparazione non individuabile non individuabili 9. CONSERVAZIONE In forma solida, la preparazione si conserva diversi anni; in forma liquida, alcuni mesi a bassa temperatura (+ 5 °C). * Metodi che deve definire la Sottocommissione dei metodi di analisi. Esemplare certificato conforme Parigi, il 30 luglio 2004 Il Direttore Generale dell’OIV Secretario dell’Assemblea Generale Federico CASTELLUCCI 3