www.cdc.gov Influenza: il virus e le sue strategie Stefania Lauzi • nel 2004 su 6.437.000.000 persone ¾ n. 58.772.000 morti • 16.2% per malattie infettive e parassitarie L’influenza “normale” nell’uomo provoca 250500 mila vittime all’anno nel mondo Famiglia Orthomyxoviridae Linda Stannard, Department of Medical Microbiology, University of Cape Town 5 generi Influenzavirus A Influenzavirus B Influenzavirus C ¾ molte specie > uomo tipo A, tipo B, tipo C NP, M1 sottotipi solo per tipo A Thogotovirus artropodi Isavirus salmonidi HnNn • • • • • Virus type Host species (if not human) Geographical origin Strain number Year of isolation • HA and NA subtypes Haemagglutinin subtype H1 H2 H3 H4 H5 H6 H7 H8 H9 H10 H11 H12 H13 H14 H15 H16 Neuraminidase subtype N1 N2 N3 N4 N5 N6 N7 N8 N9 Influenzavirus A Particelle altamente pleomorfe • Forme filamentose nei campioni clinici (300nm lunghezza) • Forme sferiche (100nm diametro) in seguito a passaggi in laboratorio • Sopravvive per diverse settimane in acque (di mare) fredde e fino a 2 settimane nella polvere (se l’essiccamento è graduale) • Poco resistente al calore (inattivato in 30’ a 56°C e in pochi secondi a 70°C) e a molti disinfettanti Influenzavirus A • Virus con envelope • Glicoproteine e proteine dell’envelope – rapporto HA:NA ¾ 4-5:1 – rapporto M2:HA ¾ 1:101-102 • Genoma – polarità negativa, ssRNA – Segmentato, lineare ¾ 8 segmenti di acido nucleico Horimoto et al., 2005 Influenzavirus A • Ribonucleoproteine (RNP) RNA estremità 3’ e 5’ non codificanti e altamente conservate Influenzavirus A genoma Bouchier & Palese, 2008 Il ciclo replicativo 1. adesione e endocitosi 2. uncoating e trasporto nel nucleo 3. replicazione RNA virale 4. sintesi proteine virali 5. localizzazione nucleare (5a) e modificazioni posttraduzionali (5b) delle proteine 6. assemblaggio 7. budding www.ncbi.nlm.nih.gov Taubenberger & Morens, 2006 Fattori di virulenza Basler & Aguilar, 2008 La fasi iniziali dell’infezione • HA riconosce il recettore cellulare e determina le fasi iniziali dell’infezione Racaniello, 2009 Recettori cellulari • mucoproteine e glicolipidi contenenti gruppi terminali costituiti da acido N-acetil neuraminico (NANA = acidi sialici) • molto diffusi su diversi tipi cellulari e in numerose specie animali La fasi iniziali dell’infezione Matrosovich et al., 2004 • NA aumenta l’infettività virale degradando la mucina (secrezioni respiratorie) e permettendo al virus di raggiungere l’epitelio respiratorio HA Influenza A virus (H1N1) del 1918 Bouchier & Palese, 2008 Adesione mediata da HA Tipo di recettore cellulare specie acidi sialici legati a una molecola di galattosio con un legame α 2,6 (NeuAcα2,6Gal) • uomo (trachea) • suino (trachea) acidi sialici legati a una molecola di galattosio con un legame α 2,3 (NeuAcα2,3Gal) • volatili (intestino), • suino (trachea) • uomo (bronchioli, alveoli) Specie specificità virale dipende soprattutto dalla presenza dell’aminoacido • Gln226; Gly228 ¾ virus aviari • Leu226; Ser228 ¾ virus umani (H2, H3) • Asp190 (H1 umano) oppure Glu190 (aviare) Specie specificità si modifica Matrosovich, 2000 • Studiata HA di virus introdotti da volatili a mammiferi – pandemie umane del 1957 (H2N2) e del 1968 (H3N2) – European swine epizootic of 1979 (H1N1) • Si sa che 6 aminoacidi sono altamente conservati nei ceppi aviari (Ala138, Glu190, Leu194, Gly225, Gln226, Gly228) • Rispetto ai ceppi aviari identificate alcune mutazioni nei ceppi umani e di suino che portano a riconoscimento α2,6 – H2 e H3 singola mutazione Gln226→Leu, – H1 doppia mutazione Glu190→Asp e Gly225→Glu Specie specificità si modifica Yamada et al., 2006 • Mutazioni presenti nei virus H5N1 umani rispetto a quelli aviari (sia per virus clade1 e clade 2) che portano a riconoscimento α2,6 – Asn182 →Lys – Gln192→Arg Specie specificità di HA è sufficiente? Qi et al., 2009 • Isolati del 1918 presentano HA con specificità di riconoscimento α2,6 (Glu190 →Asp; Gly225 →Asp) oppure mista α 2,6/ α 2,3 (Glu190; Gly225 →Asp) • Virus chimerici con HA tipica aviare ¾ sempre patogeno per il topo, indipendentemente dalla specificità di legame. Altri fattori virulenza? • Tropismo per macrofagi alveolari e cellule dendritiche? Clivaggio HA • Precursore HA0 ¾ clivaggio enzimatico ¾ subunità HA1 e HA2 Conferisce infettività al virus Racaniello, 2009 • importante ruolo siti di clivaggio virali e enzimi cellulari coinvolti Siti clivaggio=patogenicità? LPAI versus HPAI Clivaggio HA • Sito clivaggio “classico” aminoacido basico (arginina) tra domini HA1 e HA2 • la quasi totalità virus • LPAI dei volatili • il precursore HA0 può essere scisso solo dalla tripsina o da enzimi tripsino-simili • la replicazione è limitata ai tessuti dove questi enzimi sono presenti (epitelio del tratto intestinale e respiratorio) e la sintomatologia clinica rimane localizzata a questi distretti. • isolamento del virus in uova embrionate oppure in colture cellulari ma solo con aggiunta enzima (tripsina) proteasi Clivaggio HA HPAI (H5, H7) • molteplici aminoacidi basici a livello del sito di clivaggio • scissione del precursore HA0 da parte di proteasi ubiquitarie (tra cui la furina) largamente presenti nei tessuti dell’ospite • la replicazione virale può avvenire in numerosi organi determinando un’infezione generalizzata che conduce a morte il soggetto. HPAI H5N1 e H7N7 hanno dato mortalità nell’uomo A/Hong Kong/156/97 (H5N1) isolato da bambino ha molteplici aminoacidi basici a livello del sito di clivaggio Clivaggio HA altri meccanismi? • NA di influenza A/WSN/33 (H1N1) – Lys carbossil-terminale in posizione 453 e assenza sito glicosilazione in posizione 146 – lega il plasminogeno ¾ attivato a plasmina (da attivatore plasminogeno cellulare) ¾ clivaggio HA0 Goto & Kawaoka, 1998 Clivaggio HA Influenza 1918 • clivato da enzimi ubiquitari? – replica in MDCK senza aggiunta di tripsina (replicazione NA dipendente, tripsina indipendente – non replica al di fuori dell’apparato respiratorio nel modello murino • non ha sito polibasico • è legato ad attività NA simile a NA di A/WSN/33 (H1N1)? Chaipan et al., 2009 Clivaggio HA altri meccanismi? • Proteasi batteriche determinano il clivaggio HA – proteasi di Staphylococcus aureus (Tashiro et al., 1987, Mancini et al., 2008) – proteasi di Aerococcus viridans (Scheiblauer et al., 1992) Callan et al., 1997 King et al., 2009 Ingresso nella cellula e fusione Racaniello, 2009 Fusione • quando il pH nell’endosoma si abbassa, viene esposto il peptide di fusione idrofobico presente all’estremità N terminale di HA2 M2 La proteina M2 forma il canale ionico che contribuisce all’abbassamento del pH nell’endosoma, essenziale: • per la fusione dell’envelope • per il distacco di M1 da RNP ¾ RNPs possono essere veicolati nel nucleo M2 è il bersaglio di farmaci antiinfluenzali “storici” amantidina e rimantidina (resistenze in H3N2) Le fasi centrali della replicazione Importante attività di PB1, PB2 e PA nella replicazione dell’acido nucleico e nella sintesi delle proteine virali www.ncbi.nlm.nih.gov RNA polimerasi RNA dipendente • cap snatching ¾ cap mRNA cellula viene “rubato” e inserito nel proprio mRNA virale (PA) Le fasi centrali della replicazione Sintesi delle proteine virali Overlapping reading frames Racaniello, 2009 PB1 PB1-F2 Le fasi centrali della replicazione Proteine precoci Proteine tardive NP gene aviare acquisito da virus pandemici H2N2 e PB1 H3N2 aumento gravità malattia nei topi Pappas et al., 2008 PB1-F2 1918 H1N1 e H5N1 aumento virulenza (attività proapoptotica in cellule immunitarie Conenello et al., 2007) Glu627→Lys in PB2 di ceppi umani di PB2 H5N1 e H7N7 e 1918 H1N1 aumento virulenza? PA Le fasi centrali della replicazione NS1 • Regola la replicazione dell’RNA, tra cui blocca uscita precursori mRNA cellulari dal nucleo = massimizza la disponibilità di cap per sintesi mRNA virale • Inibisce la risposta antivirale della cellula (antagonista produzione IFN tipo I) • Previene la maturazione delle cellule dendritiche umane e limita l’attivazione dei linfociti T Jackson et al., 2008 NS1 di 1918 H1N1 e H5N1 HPAI aumentano la gravità malattia nei topi Le fasi centrali della replicazione M1 • Importante per la fuoriuscita dal nucleo dei RNP: si lega a RNP e a NS2 • M1 convoglia i diversi segmenti al di sotto delle zone della membrana dove maturano le particelle HA NA NS2 NEP (Nuclear export signal) collega i fattori di trasporto fuori dal nucleo cellulari con il complesso RNPs attraverso il legame con M1 Fasi finali dell’infezione NA utile per la diffusione del virus dopo la replicazione : • Attività di clivaggio recettoriale (altrimenti a budding completato il virus rimane legato a recettori acido sialico) ¾ rilascio nuovi virioni • Rimuove i residui di acido sialico dall’envelope virale ¾ previene l’aggregazione di particelle virali Fasi finali dell’infezione Moscona A. N Engl J Med. 2005 NA Influenzavirus A • • • Specie-specificità pH ¾ attività virus umani e suini a pH > di 4,5 mentre volatili anche < pH 4,5 NeuAα2,3Gal oppure NeuAα2,6Gal (specificità dipende da aminoacido in posizione 275) il sito attivo della neuraminidasi è conservato Il sito attivo è il bersaglio dei nuovi farmaci antivirali •Tamiflu (oseltamivir) (resistenze in H1N1) •Relenza (zanamivir) Fattori di virulenza Basler & Aguilar, 2008 Non dimentichiamoci perché fa paura antigenic drift strategia di sopravvivenza a breve termine antigenic shift strategia di sopravvivenza a lungo termine Antigenic drift • Mutazioni puntiformi con sostituzioni aminoacidiche in HA o NA ¾ variazioni di almeno due siti antigenici portano a nuove varianti antigeniche, stesso sottotipo – RNA virus tassi mutazione 1.000 volte maggiori di virus a DNA – Mutazioni <1% ogni anno • H1N1 e H3N2 hanno mutazioni più frequenti rispetto a Influenzavirus B • Virus tipo A ¾ ogni 105 virus ¾ 1 con point mutation in HA o NA – Durante epidemie infezioni nel 10-20% della popolazione, fino a punte di 40-50% Difficile prevedere la comparsa di nuove varianti antigeniche Antigenic drift A/Panama/2007/99(H3N2) A/Fujian/411/2002 (H3N2) Treanor, 2004 Antigenic shift • Cambiamenti di uno o più segmenti genici – quando due diversi virus infettano la stessa cellula può verificarsi un riassortimento dei segmenti genici tra i due genomi con formazione di un nuovo virus • Cambiamenti maggiori, nuovo sottotipo • Può essere responsabile di pandemie Antigenic shift Claas, 2000 Antigenic shift Zhou et al., 1999 Mixing vessel • Suino si può infettare con virus aviari e con virus umani Ito et al., 1999 • Nel suino si verifica riassortimento tra due o più virus • Il suino può trasmettere virus influenza all’uomo Comparsa virus pandemici Ito et al., 1999 Claas, 2000 e il nuovo A (H1N1)? Nava et al., 2009 • È un virus nuovo, con caratteristiche uniche il nuovo A (H1N1) Trifonov et al., 2009 Solovyov et al., 2009 Smith et al., 2009 Smith et al., 2009 • “sister relationship” con Sw/HK/915/04 che non si può interpretare come evidenza di origine eurasiatica del nuovo A (H1N1) • Non sembra avere caratteristiche di virulenza o di adattamento all’uomo a conferma di un virus di origine suina che provoca nell’uomo lievi sintomi Attività di NS1 Grazie per l’attenzione