Alloteuthis media - Società Italiana di Biologia Marina

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Biol. Mar. Medit. (2005), 12 (1): 484-487
D. Capua, P. Sartor1, A. Voliani2, A. Zucchi2
Vicolo delle Guglie, 7 - 57125 Livorno, Italia.
[email protected].
1
Centro Interuniversitario di Biologia Marina e Ecologia Applicata, Livorno, Italia.
2
ARPAT-Area Mare, Livorno, Italia.
DOCUMENTAZIONE SULLA DEPOSIZIONE E SVILUPPO
EMBRIONALE DI ALLOTEUTHIS MEDIA (L., 1758)
(CEPHALOPODA, LOLIGINIDAE) NELLA FASCIA COSTIERA
DEL MAR LIGURE ORIENTALE
EGG DEPOSITION AND EMBRYONIC DEVELOPMENT OF
ALLOTEUTHIS MEDIA (L., 1758)
(CEPHALOPODA, LOLIGINIDAE) IN THE COASTAL AREA
OF THE EASTERN LIGURIAN SEA
Abstract
Material belonging to an egg deposition of Alloteuthis media (L., 1758) (Cephalopoda, Loliginidae)
was collected in April 1995 during an experimental survey in the coastal area of the eastern Ligurian Sea.
Several well preserved soft and gelatinous sheaths, containing ovigerous masses and different embryonic
forms, were gathered. At least four embryonic stages were identified and the most important morphological
characters of each of them were described.
Key-words: cephalopods, biology, embryology, Mediterranean Sea.
Introduzione
Alloteuthis media è una specie nectobentonica, diffusa in tutto il Mediterraneo,
che si riproduce tutto l’anno anche se con picchi stagionali (Auteri et al., 1987;
Relini et al., 1999). Le uova, incapsulate in involucri gelatinosi, vengono deposte
attaccate a substrati rigidi sul fondo.
Nel corso di una campagna di pesca sperimentale per la cattura del rossetto,
Aphia minuta (De Buen, 1931), è stato raccolto del materiale ascrivibile ad una
deposizione del cefalopode loliginide A. media (L., 1758). Le informazioni su
deposizione e sviluppo embrionale di Alloteuthis, diversamente da altri cefalopodi, sono ancora scarse e frammentarie. Lo scopo di questa segnalazione è pertanto quello di incrementare le conoscenze sulla biologia di questa specie; notizie
preliminari su questo materiale sono disponibili in Capua (2004).
Materiali e metodi
Il ritrovamento è avvenuto il 12 aprile 1995, nel tratto di mare compreso tra
Viareggio e la foce del Fiume Serchio, ad una profondità di circa 45 m, nel corso
di una campagna di pesca a strascico con rete a sacchi sovrapposti, il più esterno
dei quali con maglie fini, per la cattura del rossetto.
Gli organismi raccolti sono stati fissati in formalina tamponata al 4%. Le
analisi morfologiche per l’identificazione del materiale sono state effettuate con
stereomicroscopio da dissezione, con l’ausilio di testi specializzati sullo sviluppo
Deposizione e sviluppo embionale di A. media
485
embrionale dei cefalopodi (Jatta, 1896; Naef, 1923; Arnold, 1965; Boletzky, 1987;
Sweeney et al., 1992; Blackburn et al., 1998; Barón, 2002). L’assegnazione degli
stadi di sviluppo alle uova ed agli embrioni è stata effettuata consultando le scale
di Arnold (1965), per Loligo pealii, e di Barón (2002), per Loligo gahi.
E’ stata prodotta un’ampia documentazione fotografica, sia degli ammassi ovigeri che delle uova e degli embrioni, che attualmente si trovano conservati presso
i laboratori Arpat-Area mare di Livorno.
Risultati
Il materiale si presentava sotto forma di diverse capsule ovigere, di consistenza
gelatinosa e molto delicate, in buono stato di conservazione, delle dimensioni di
5-6 cm di lunghezza per 1,5-2 cm di diametro (Fig. 1A), morfologicamente molto
simili a quelle descritte da Jatta (1896) per Alloteuthis media. All’interno di ogni
singola capsula era individuabile, già ad un primo esame, la presenza di uova
di circa 2 mm di diametro (Fig. 1B), disposte in file giustapposte; molte di esse
erano riconducibili agli stadi di sviluppo 10-11, secondo la scala di Arnold (1965).
L’esame più approfondito del materiale ha rivelato la presenza di numerose forme
embrionali (Fig. 1C-D-E). Le caratteristiche morfologiche degli embrioni e delle
capsule ovigere hanno portato ad attribuire il materiale ritrovato ad un cefalopode loliginide. Ulteriori analisi, soprattutto le comparazioni delle uova e delle
forme embrionali con i disegni di Jatta (1896), hanno ulteriormente corroborato
l’attribuzione del materiale alla specie A. media.
E’ stato possibile identificare almeno altri 3 stadi di sviluppo embrionale, prendendo come riferimento i testi di Arnold (1965) e Barón (2002). In Fig. 1C è
mostrata una forma embrionale (lunghezza totale circa 2,5 mm), ancora racchiusa
dentro l’uovo, in cui predomina ancora il sacco vitellino esterno e sono presenti
solo degli abbozzi di braccia, mantello, sifone e occhi (stadio 23-24 di Arnold). La
Fig. 1D mostra una embrione nello stadio 29 di Arnold (lunghezza del mantello
2,4 mm) con braccia, mantello ed organi interni che hanno raggiunto un maggior
grado di differenziazione; è ancora presente il sacco vitellino esterno ed è visibile
l’organo di Hoyle, struttura atta ad agevolare l’uscita dell’embrione dall’uovo. La
Fig. 1E mostra un embrione in fase ancora più avanzata (lunghezza del mantello
2,5 mm, stadio 30 di Arnold; stadio 29+ secondo Barón), dove non è più presente il sacco vitellino esterno ed i cromatofori raggiungono un maggior grado di
differenziazione.
Conclusioni
Le forme embrionali dei loliginidi sono morfologicamente molto simili, soprattutto quelle delle due specie del genere Alloteuthis, A. media ed A. subulata. L’attribuzione del materiale ritrovato ad A. media, oltre che dalle analisi morfologiche, è stata confermata anche da valutazioni su periodo, zona e profondità del
ritrovamento. Nell’area di studio A. media, rispetto alla specie congenerica A.
subulata è nettamente più abbondante e presenta un picco riproduttivo (Auteri
et al., 1987) che coincide con quello del ritrovamento delle uova e degli embrioni
documentato in questo lavoro.
D. Capua, P. Sartor, A. Voliani, A. Zucchi
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B
A
C
1 cm
H
1 mm
1 mm
E
1 mm
D
1 mm
Fig. 1 - A. media: materiale esaminato.
A: ammasso ovigero (“nidamento”); si possono distinguere file di uova immerse nella
matrice gelatinosa e l’apparato basale per l’ancoraggio al substrato.
B: primo piano di un uovo (stadio 10-11 di Arnold); è visibile il blastoderma in formazione al polo germinativo dell’uovo fecondato.
C: forma embrionale ancora racchiusa dentro l’uovo (stadio 23-24 di Arnold). b: braccia; f: sifone; m: mantello; o: occhio; Se: sacco vitellino esterno.
D: embrione (stadio 29 di Arnold). b: braccia; c: cromatoforo; f: sifone; g: ghiandola
digestiva; H: organo di Hoyle; n: sacca del nero; o: occhio; p: pinna; Se: sacco vitellino
esterno; Si: sacco vitellino interno.
Capua E:
et al.,
Fig 1 (stadio 30 di Arnold o stadio 29+ di Barón); Cb: cromatofori brachiali
embrione
marroni; Cd: cromatofori dorsali arancio; Cv: cromatofori ventrali rossi.
A. media: material examined.
A: Ovigerous mass (“nidament”); several rows of eggs are recognizable in the gelatinous matrix,
as well as the apparatus for the adhesion to the substratum.
B: detail of an egg (stage 10-11 of Arnold); the blastoderm is recognizable at the germinative pole.
C: embryonic form still enclosed into the egg (stage 23-24 of Arnold); b: arms; f: funnel; m:
mantle; o: eye; Se: external yolk sac.
D: embryo (stage 29 of Arnold); b: arms; c: cromatophore; f: funnel; g: digestive gland; H: Hoyle organ;
n: ink sac; o: eye; p: fin; Se: external yolk sac; Si: internal yolk sac.
E: embryo (stage 30 of Arnold or stage 29+ of Barón); Cb: brown brachyal cromatophores; Cd: orange
dorsal cromatophores; Cv: red ventral cromatophores.
Deposizione e sviluppo embionale di A. media
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Bibliografia
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