l`universo ci regala nuove terre. scoperti tre pianeti abitabili

PIANETA SCIENZA - OLTRE I CONFINI
- L'UNIVERSO CI REGALA NUOVE TERRE «SCOPERTI TRE PIANETI ABITABILI»
- GLI STUDIOSI: "FORSE ROCCIOSI E CON ACQUA" - SONO VICINI AL SISTEMA SOLARE -
Attorno alla stella Gliese 667 e a 22 anni luce dal nostro Pianeta vi sono
tre «super terre». La scoperta trasgredisce l'amplomb di un astrofisico
abituato ad attenersi ai fatti reali come Rory Barnes, coautore dello
studio e docente alla Università di Washington. «Il numero di pianeti
potenzialmente abitabili nella nostra galassia - esulta- è molto
maggiore se ci possiamo aspettare di trovarne molti attorno a una
stella di piccola massa invece di guardarne dieci per cercare un
corpo celeste sul quale sia possibile la vita».
«Trovare tre pianeti
di piccola massa nella zona abitabile di una stella è una
grandissima emozione»,
si lascia andare il professore Mikko Tuomi
dell'Università di Hertfordshire, in Gran Bretagna, che ha coordinato la
ricerca con Guillem Anglda-Escude, professore all'Ateneo tedesco di
Gottingen. Nel sito dell'Istituto Nazionale di Astro Fisica, si legge
un'equipe di astronomi, ha concertato nuove osservazioni di Gliese
667c con dati «preesistenti» di Harps, un cacciatore di pianeti
installato su un telescopio da 3,6 metri che l'Osservatorio dell'Europa
Meridionale ha a La Silla, in Cile. L'apparecchio è uguale al Galileo
italiano. Si sono materializzati sette pianeti. Tre si trovano nella
zona nella quale potrebbe esistere acqua «allo stato liquido». Il
terzetto è un «possibile candidato» alla presenza della vita.
La
scoperta
è stata pubblicata dalla rivista "Astronomy &
Astrophysics". La massa di Gliese 667 è poco più di un terzo di quella
del Sole. Gliese 667 fa parte di un sistema di tre stelle nella
costellazione dello scorpione. Gli studi precedenti avevano rivelato
che attorno ruotano tre pianeti giganti, uno dei quali nella zona
abitabile. «Volevamo vedere se ce n'erano altri», ha spiegato Tuomi.
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IL FARO - Periodico del Centro Studi "Pier Giorgio Frassati" - Cariati (Cs)
di Cataldo Greco
Al quadro già acquisito sono state aggiunte le rivelazioni ottenute con il cacciatore di corpi celesti
Harps (la sigla inglese indica un ricercatore di pianeti ad alta pressione), con i dati
dell'Osservatore V.M.Keck, del telescopio Magellano e del telescopio Vlt dell'Osservatorio
dell'Europa Meridionale. L'equipe ha trovato la prova dell'esistenza di sette pianeti in orbita
attorno a Gliese 667. Le tre «superterre» sono «potenzialmente rocciose» e si trovano nella
zona circostante la stella nella quale potrebbe esistere «acqua allo stato liquido». I «possibili
candidati alla presenza di vita» sono più piccoli di Urano o Nettuno. La zona abitabile di
Gliese 667 si trova all'interno di un orbita di dimensioni uguali a quella di Mercurio. Il Sistema di
Gliese 667, conclude l'Istituto Nazionale di Astro Fisica, «è il primo esempio nel quale una
abitabile».
Nell'Universo le terre potrebbero essere molte più di quelle che si ritenevano possibili.
L'INTERVISTA DEL GIORNALISTA
LORENZO BIANCHI ALL'ASTRONOMO
MACCACARO: PRESTO STRUMENTI
PIU' POTENTI PER LA RICERCA.
Tre nuove superterre? «Non è di più di
una semplice speranza, ma la scoperta ha
un valore». Tommaso Maccacaro (nella
foto), 62 anni, già Presidente dell'Istituto
Nazionale di Astro Fisica e ora astronomo
dell'Osservatorio milanese di Brera, cerca
di riportare la clamorosa scoperta entro i
confini
rigorosi
dell'osservazione
scientifica. «È un attimo prematuro
arrivare a questa conclusione», mette le
mani avanti.
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Perché?
«Per ora sono solo stime. Si fanno sulla base della distanza dei pianeti e sulla possibile
presenza di rocce. I nuovi corpi celesti sono stati scoperti perché producono perturbazioni
sulla stella osservata Gliese 667. In sostanza provocano piccoli movimenti. Questo consente di
capire quanto sono grandi e si possono ricavare anche le loro orbite. Ma stiamo parlando di
ragionamenti, non di misure fisiche certe. Certo c'è un grande desiderio di trovarli e questo
può giustificare gli entusiasmi».
Per essere certi si deve mandare una navicella spaziale a 22 anni luce dalla Terra? È
realistico ipotizzare una missione spaziale di questa portata?
«Lo sforzo ora è di trovare buoni candidati a condizioni di stabilità. Su quella ci si deve
concentrare. È possibile per esempio misurare l'atmosfera. Si possono cercare molecole di gas
per capire se c'è una biomassa. I casi confermati per ora sono solo una decina. In futuro
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IL FARO - Periodico del Centro Studi "Pier Giorgio Frassati" - Cariati (Cs)
stella di massa così piccola ospita diversi pianeti potenzialmente rocciosi nella zona
IL FARO - Periodico del Centro Studi "Pier Giorgio Frassati" - Cariati (Cs)
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potranno aumentare. È molto interessante trovare nuovi candidati all'abitabilità. Oltretutto
nei prossimi anni si potranno usare strumenti migliori e più potenti. Per esempio nuovi
telescopi sia a terra sia sui satelliti. Possono rilevare se nell'atmosfera è presente vapore
acqueo o metano, le spie dell'esistenza di vita».
Insomma non è il caso di abbandonarsi a facili entusiasmi? Mikko Tuomi, uno dei
coordinatori della ricerca, ha dichiarato di: «aver provato una grande emozione».
«I pianeti conosciuti oggi sono circa mille. Alcuni, come Giove e Saturno sono grandi e
troppo caldi. Le loro temperature sono incompatibili con la vita. Solo pochi rispondono alle
condizioni di abitabilità, almeno a quelle che immaginiamo noi, in altre parole simili a quelle
che esistono sulla Terra. I dieci dei quali parlavo sono quelli per i quali esistono misure di
atmosfera ».
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